Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
Antologia del premio letterario
Fonopoli parole in movimento 1999/2000

Come avere l'antologia

Prefazione a cura di Renato Fiacchini, Francesco Finistauri (1°class.), Pasqua Rossella Armenise (2° ex equo), Silvia Denti(2° ex equo), Sara Capizzi(4°), Sandro Vezzali(5°), Elisabetta Bertuzzi(6°), Daniela Bozzoli (7°), Monique Sartor(8°), Rossella Santoro (9°), Marco Maresca (10°), Stefania Abrami, Isabella Affinito, Giuseppe Agriesti, Francesca Airaghi, Luca Albanese, Gioia Aloisi, Gloria Amaniera, Cinzia Ambrosio, Paolo Andreone, Fabiana Aniello, Michele Antenore, Stefania Arduini, Grazia Maria Aricò, Elisabetta Attili, Antonella Bailetti, Marisa Baratti, Simone Barbato, Antonella Barberini, Fabrizio Barbi, Andrea Bartoli, Annunziata Bartolotta, Mariù Baso, Piero Bassu, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Marco Bellentani, Stefania Bellini, Laura Belloni, Francesca Benevento, Maria Antonietta Bertaccini, Natalia Bertagna, Silvia Bia, Carla Biagetti, Alessia Bianchi, Giovanni Bolla, Stefano Bomben, Roberta Bonfiglio, Sandra Borgis, Borracci Franco Borracci, Fabio Botosso, Nadia Braghieri, Marzia Braglia, Riccardo Brolese, Miriam Brondani, Andrea Bufalini, Alessandro Buonerba, Clara Cafaro Caimi, Vittoria Caiazza, Michela Calamandrei, Silvia Calliero, Maria Rita Cardarelli, Amelia Carlucci, Marzia Carocci, Valentina Casa, Pier Paolo Caserta, Maria Rosaria Cau, Francesca Cavezza, Maria Laura Cecchini, Sara Ceracchi, Maria Cernigoi Maggio, Iole Chessa Olivares, Marisa Chiozzini, Rolando Maria Cimicchi, Barbara Civitelli, Maria Luisa Cocchi, Bruno Coen, Stefania Contardi, Manuela Corigliano, Giuliano Corsi, Marzia Cottarelli, Alessandra Crabbia, Stefania Crema, Franco De Giovanni, Antonella De Mattia, Franco De Seta, Samuel De Vecchis, Fabrizio Del Re, Riccardo Del Sole, Arianna Del Treste, Debora Di Carlo, Claudia Di Martino, Stefano Di Monda, Massimiliano Di Staso, Stefano Di Zanni, Lina Diani, Rosario Davide Digiacomo, Piero Donato, Patrizia Durante, Monica Evangelista, Paola Fabbri, Fabrizio Famularo, Nicola Fanini, Maria Luisa Farca, Isotta Farnea, Stefano Ferrara, Claudio Fichera, Elisa Filippini, Domenico Fiore, Laura Folgori, Teresa Formenti, Umberto Fortunati, Maria Grazia Franconi Fabbri, Emanuela Fratto, Patrizia Fucci, Stefano Fumagalli, Maria Fumarolo, Marco Galli, Nicola Gasparri, Silvana Gatti, Carolina Gentili, Rossella Ghiara, Elisabetta Ghiglieri, Giorgia Giacone, Giulia Giontella, Francesco Giordano, Maddalena Giordano, Maria Grazia Giovannelli, Patrizia Giuliani, Katia Giuttari, Benedetta Gizzi, Luigi Golinelli, Loretta Graglia, Giuliana Grenzi, Linda Iacuzio, Filippo Inferrera, Sabrina Kalin, Cosimo La Corte, Patrizia La Rocca, Maria Lasi, Daniela Lazzareschi, Stefania Lena, Vincenza Leone, Laura Lodi, Chiara Longo, Stefania Lupi, Francesca Luzi, Marina Macchia, Patrizia Maggi, Tiziana Malagoli, Lidia Malinconico, Francesca Marchino, Giammarco Marchionne, Giancarla Marini Polzoni, Katia Marionni, Piero Martiradonna, Alessandro Marziani, Silvana Mastrodonato, Maurizio Mattioli, Angela Mauro, Mariafrancesca Mazzei, Rita Mazzini, Donatella Mecca, Claudio Melchior, Imma Menditti, Tiziana Miconi, Manuela Migliaccio, Walter Milone, Silvia Minardi, Loredana Minoliti, Alessandra Mirabelli, Graziella Moi Agus, Gianfranco Molinaro, Alessandro Montefusco, Mara Solange Morales, Roxana Morsella, Eugenio Mosconi, Maurizio Nascimbene, Sandro Nasta, Lia Navarotto, Francesca Nicolorgio, Elisa Nunziatini Salhi, Maurizio Paganelli, Tonino Paliotta, Gianluca Palomba, Rossana Palombi, Tiziana Pannunzio, Leda Panzone, Mauro Paoletti, Anna Paradiso, Carlo Pedretti, Imelda Pellegrino, Adele Perrotti, Gianna Piano, Giovanni Francesco Piano, Gerardo Picardo, Liliana Picchianti, Maurizio Piccirillo, Elisabetta Pieraccioni, Anna Pierobon Lacara, Alessandra Pietromarchi, Michele Placuzzi, Marzia Polito, Milena Prisco, Sonia Quintavalla, Bianca Rabbiosi, Gabriele Radwan, Davide Raffaelli, Daniela Raimondi, Ermano Raso, Cecilia Resio, Davide Riccio, Miranda Rigato, Tania Righi, Margherita Rimi, Tina Rizzo De Giovanni, Daria Rodolfi, Annunziata Romeo, Lucio Rossi, Antonio Rossi, Idelfonso Rossi Urtoler, Floriana Rubino, Barbara Russo, Giuseppe Saba, Daniele Santoro, Silvana Sarotti, Adriano Scandalitta, Sonia Scandella, Paola Schiaroli, Giovanni Sciarroni, Serenella Scipioni, Giovanni Scribano, Roberto Silleresi, Roberta Spaccini, Nicola Spinelli, Michelangelo Starita, Lucia Succi, Rosamaria Teresa, Gianluca Testa, Patrizia Tomba, Giuseppina Toncelli, Angelo Tondini, Maribruna Toni, Salvatore Tornincasa, Angela Torta, Maria Tosti, Cristian Vailati, Stefania Valentini, Stefano Valeri, Gianni Vavassori, Simona Vecchini, Lilia Verri, Maurizio Vivaldi, Massimiliano Zaccarotti, Tiziana Zago, Cesare Zinato, Liliana Zinetti, Antonio Zocchi, Alfredo Zona, Marcella Zucchelli

Prefazione
 
Eccoci alla seconda edizione del Premio letterario e ci siamo arrivati proprio perché le vostre parole non le ha rubate il vento... ed è per fermare i vostri splendidi sentimenti, per racchiuderli nello scrigno prezioso della memoria che abbiamo voluto l'antologia delle vostre poesie!
Le parole non appartengono soltanto ad ognuno di noi, possono diventare patrimonio di tutti. La poesia è una fontana inesauribile di sensazioni, di incanti, di momenti importanti. Non è possibile perderli, dimenticarli nel vaso del mare dell'indifferenza che ci circonda! Passeranno le nostre storie, belle o difficili non importa, ma non passerà il ricordo di quei momenti magici, irripetibili!
Mi si riscalda l'animo al pensiero di rincontrarvi, tagliando fuori il rumore e il niente, e godendo dell'occasione di essere spettatore della incredibile atmosfera che la vostra poesia e i vostri racconti riusciranno a ricreare.
Sognare la realtà attraverso la poesia: la poesia linguaggio universale, che riesce a segnare i nostri momenti più intensi, trascendendo ogni confine, ogni barriera culturale, vigile sentinella sul materialismo di cui è imbevuta la nostra vita!
Spesso si resta senza parole, ospiti e testimoni delle nostre sensazioni non riuscendo a esprimerle, a tirarle fuori... ed è allora che la Poesia parla per noi interpretando le nostre profonde ed intime sensazioni per arrivare fino ai sotterranei della nostra anima.
Fermiamo la nostra vita con i versi, facciamoci derubare dal vento della poesia dei nostri momenti più veri. L'amore s'incontrerà con la parola, con la musica e riempirà il cielo di mille stelle. Allora inseguiamo nell'aria le vostre parole e ci porteranno, ancora una volta, tutti insieme, a Fonòpoli.
 
Renato Fiacchini
 
Presidente Onorario della Giuria del Premio
 
 
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Stefania Abrami
 
Perdonami
 
Cestinato l'abito poco indossato.
Scartate le calzature di foggia passata.
Eliminato il cappotto di rado esibito.
Traboccano nel piatto le vivande ogni giorno.
Appagati i commensali, sfamato il cane
e ancora ce n'è per il famelico
bidone dell'immondizia.
Oggi mi sei stato presentato
dallo schermo del costoso televisore.
Faccino bruno e sparuto
con la luce smorzata nei tuoi occhi di bimbo.
La manina porgevi, ma su quel palmo
solo le mosche trovavano dimora.
Domani tornerò ad essere quella di ieri.
Domani compirò le medesime idiozie di ieri.
Ma quest'oggi
al cospetto della suddetta immagine
mendico il tuo perdono.
 
***
 
Eppur vivo
 
Vivo, eppur di me non ho sentore.
Cosciente del mio senno recluso in umane spoglie
che derelitte vagano sopravvivendo.
Per le vie mi trascino eppur volo.
Di riso è rigurgitante la mia bocca eppur odio.
Sono, eppur non mi avverto.
Da dove giungo
dove sono diretta?.
Chi sono io
a cosa aspiro?.
Eppur fiato
sono quindi concreto individuo.
Disorientata, sgomenta e sfiduciata.
Eppur riconoscente d'aver ricevuto in dono
l'esistenza mia.
 

Francesca Airaghi
 
due lucertole al tepore del sole
immobili
insieme ci fermiamo
 
spalancata la gabbia dei pensieri
rotolano le parole
tra le braccia di questa piazza assolata
ampia
ci accoglie
 
ci incamminiamo affiancati
piano
come chi non vuole arrivare mai
 
e poi
cascate di parole
colme di noi
 
non andare via!
mi piace il cielo quando ha questa luce
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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Gioia Aloisi
 
Ritrovarsi
 
Io non sono
che l'anima
vecchia di un
popolo
Maschera nera
di millepiedi
che attraversa le
strade in fretta.
Fra le mille
scarpe
che hanno calpestato
gli stessi asfalti
che ho attraversato
Io
Per quanti minuti
ti ho mancato?
Quanti supermercati
dovrò attraversare
Quanti bar, cinema,
teatri, squallide
vie metropolitane
mi aspettano
prima che
scatti il momento
in cui di nuovo
i nostri orologi
marceranno insieme
e i nostri piedi
si avvicineranno
consumati?
Quanto tempo ancora
dovrò aspettare
per rinfilare le
Mie scarpe
di sempre
e riconoscermi come
da sempre mi conoscevo.
Mi guardi,
ma non mi
Vedi: "sono io"
è come se
qualcuno all'improvviso
mi avesse cambiato
volto
una pagina.

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Paolo Andreone
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Vecchi
 
Seduti, aspettano
e guardano.
Eterne riserve
di una partita mai giocata.
Manciate di ossa,
sparse fra piazze
e case svuotate.
Segregati in ospizi,
senza sorrisi.
Voci rauche
e passeggiate
claudicanti.
Avanzi della vita,
sperano in qualcuno
e si addormentano con nulla.
Quando arriva una carezza,
non ci sono più;
volati in cielo
come bolle di sapone.
 
***
 
Estate
 
Sole, caldo,
afa, sudore.
Si coagula
nelle persone
e si riflette
nei paesaggi.
Lunga come la coda
sull'autostrada.
Quando fischia il vento
mi acceca di sabbia,
prende fiato e sussurra:
"Forse, ritornerò".
 

Michele Antenore

 
Craco
 
Le tue mute finestre
spalancate
su antichi silenzi
su immutati paesaggi.
Lasciano uscire, i fantasmi
di risate e giochi di bambini
normali conversazioni
vivere quotidiano.
Poi
le tue buie cantine
urlano l'immane tragedia.
La montagna di fango e terra
cede sotto il peso
delle lacrime del cielo.
Ora tutto è silenzio,
mura crollate
come esili fuscelli
crepe nei tuoi muri
come ghigni.
In fretta ti abbandonarono
lasciarono tutto
anche il loro amore
i loro ricordi.
Che ora tu, ci restituisci
con i tuoi muti silenzi
con i fruscii di erba nei vicoli
con il tuo odore di antico
e con i tuoi affreschi.
Vana è la tua lotta
contro gli elementi
e ora mi appari
in tutta la tua
muta grandezza.
 
Note: Craco è un antico paese della provincia di Matera abbandonato dai suoi abitanti a causa di una frana.
 
 
 
 

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Grazia Maria Aricò

 
Girandole di emozioni mentali
 
Al di fuori del corpo vago,
libera è la mia mente,
avvolta da infinite girandole di emozioni.
Dove sono? Ma che importanza può avere?
Sono... basta, mi basta.
Volteggiare, arrivare dove il corpo non arriverà mai:
dentro al Sogno,
fuori dal ritmo alienante della realtà.
Il Sogno è in mio potere,
o, piuttosto, sono io ad essere in suo possesso?
Comunque sia, è questa la mia vera dimensione.
Quel tanto che basta, quel poco di Passione...
...e anche il corpo potrà muoversi,
potrà seguire la mente, facendosi coinvolgere:
quel tanto che basta, però non basta mai.
Sogno, ...sei tu a fare vibrare il mio essere,
fai, dunque, dono della Passione al mio corpo,
solo tu puoi: io ti prego.
Voglio viverti sulla pelle.
Voglio sentirti nel mio respiro.
Voglio sfiorarti con le dita.
Spregiudicato è il mio desiderio:
ma quale desiderio non lo è,
quando esso vorrebbe sconfinare,
andare oltre ogni limite?
La mia mente lo fa già da tempo,
lo fa già da sempre.
E il mio corpo?
È sempre qui, inchiodato alle sue paure,
contrastato dalla sua inevitabile evidenza,
invidioso della mente, squisitamente spregiudicata,
che, non vista,
perennemente sconfina dentro al Sogno,
protetta dalle sue braccia.
Libera è la mia mente:
dove sono? ...Sono, mi basta.
 

Antonella Bailetti

 
Sentimenti e passeri
 
Quanto tempo ho aspettato questo giorno,
così magico
ho atteso il tuo ritorno
per averti così dolce come allora,
per baciarti ed abbracciarti ancora.
Ispiratami da dolci melodie,
al ricordo di quei giorni tanto felici,
che passavano così tiepidi e fugaci…
Di tutto questo è rimasto un sol pensiero,
ma chissà se mi hai amato davvero…
 
***
 
Notti
 
Nelle notti io ti penso,
ed immagino di te,
di quel sogno così infinito
e che non si è mai realizzato!
 
***
 
Capire
 
Capire è anche saper soffrire,
è più volte morire,
per poi resuscitare.
 
***
 
I segreti del mare
 
Un mare caldo, mite, silenzioso,
il dolce soffio del vento, calmo ed insidioso,
accarezza e fa ondulare i tuoi capelli,
così biondi e chiari come gli occhi tuoi belli.
Un paesaggio immenso ed infinito,
misterioso, buio, lontano e tetro,
che nasconde segreti, mai svelati;
nelle onde si sciolgono i ricordi,
quante storie, quanti amori, avrà visto il mare;
quanti amori avran visto le stelle,
che brillavano, ma sempre lì
ferme a sorvegliare, ma senza mai interferire,
nei discorsi di cose e storie sentimentali,
senza alcun significato a volte banali,
solo fatto di sguardi lunghi e silenziosi,
dove si esprimono di linguaggi insidiosi, nei segreti
inghiottiti dal mare, sempre rimasti misteriosi,
ma fatti per amare.
 
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Marisa Baratti

 
La tua collana
 
Cercavo in un cassetto
un'altra cosa
e ho trovato la tua
lunga collana:
le giade verdi
perle rosate
e la catena d'oro.
La giravi intorno al collo
tante volte, e poi,
con il tuo innato estro,
formavi sulla gola
sempre diverso un nodo.
Non aveva fine la tua fantasia:
era un'opera d'arte
in un'istante,
senza neppure rifletterti
allo specchio.
Le mani un po' mi tremano
mentre tra le mie dita,
come fosse un rosario,
scivolare lenta la faccio
e la mia mente conta:
una due tre quattro perle,
una giada, e ancora perle
e ancora giade e intervalli
di catena d'oro,
e ancora perle e giade e...
Piano la giro intorno al collo mio,
mi volto e nello specchio...
sono TE.
Identica ora sono, alla tua età
di allora.
Meravigliosa madre,
quanto tempo è passato?
Simone Barbato

La vite e il contadino

La vite rugosa
nel segno del tempo,
fu cresciuta
dal tocco d'arte che la natura inventa.
 
E d'un uomo le sagge cure,
l'amavano
sin dal lontano tempo.
 
Fin che il contadino
della vite riflettea l'aspetto.
***
La sconfitta
Al suon del suo tocco,
amara morte
fece la lotta e la speranza.
 
Poi nell'occhio avversario
della vittoria conobbi le virtù.
 
Quando dal capo chino
con sdegno,
della sconfitta
diventavo il segno.
***
Natura sognata
Avea la pace più sperata
nel cuor mio che sempre l'indica.
 
E mentre lontana gemmea nel mondo,
solo imitazioni d'essa sapevo.
 
Nei tristi giardini
e delimitati parchi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

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Andrea Bartoli
 
Il sole che non tramonta mai
 
Il nuovo sole spegne sogni e dolori
nuovi colori si illuminano, nuovi lavori
campane squarciano cieli e pensieri
mentre si fumano risate regalate ieri;
tanti piccoli cuori che consumano suole
per un angolo di mondo anelato altrove,
mani e destini intrecciano le strade
vecchi cappelli coprono vergogne insensate
mentre una città sputa fango e speranze
Ecco è nato un battito e una luce
un rosario sgrana per una vecchia fotografia
un giorno si corrono treni e si montano altalene
un altro si simula il volo di un gabbiano per trovare un luogo che soffochi le pene.
 
Ogni colore, anche il meno intenso,
forma un grande arcobaleno che campeggia vivace sul mondo...
...è il sole che non tramonta mai.
 
Un verso trionfa su una pagina impolverata
un "TI AMO" parla da un muro
una vecchia coperta riesce ancora a scaldare
un telefono manda ancora messaggi
un antico dipinto cattura l'anima di una contadina;
cori di voci soffiano e popolano la memoria
parabole di cuori si scambiano il dono dell'innocenza
echi di arance e di giostre colorate richiamano rossetti e girotondi
stelle e profezie piovono sulle mani di chi sa osservare.
 
L'emozione copre ogni tempo e ogni essere umano
esternandosi e cantando ogni volta che un raggio di vita irromperà prepotente
...ascolta ...respira... e vedrai
il raggio di un sole che non tramonta mai!
 
settembre '95

Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò

 

Promesse non mantenute
 
Una fetta sottilissima
di sogno,
spiraglio azzurro restio
e pieno di promesse,
affollato d'incanti.
Chiavi d'oro per aprire
prigioni invisibili,
dita di seta
per accarezzare
desideri impossibili, ingiusti,
non desideri brucianti, ma innocenti,
adolescenti, celesti.
Viaggi in terre proibite
sotto cieli d'infanzia
e gli spiragli azzurri
che viziano coccolano spiano
e adorano
finalmente.
Una fetta sottile
di sogno
piena
di promesse non mantenute.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Laura Belloni
 
A Davide
 
Nello sguardo del giorno che muore
respiro sensazioni di abbandono
 
mentre i tuoi passi nell'andar via
lasciano scia di nostalgia
 
camminerò nella notte
calpestando ombre
 
mentre il sole scenderà
fra le stelle dei tuoi occhi
rimasti in me.
 
***
Vita smarrita
 
Spargete petali di rose
innanzi al suo cammino
sfogliate petali di margherite
per sognare il destino
celate se potete
le lune dell'umore.
Tu vita che
nella luce d'amore
doni la tua essenza
ai figli tuoi
ciechi alla tua bellezza
sordi alle tue parole.
Tu madre di noi ingrati
che non cerchiamo
petali di rose
da cospargere sul tuo cammino.
Ignari figli
della convinta perfezione
uno a uno
saliamo i gradini
della tua scala
senza fiori
ma con solo spine di rancori.
Innanzi a noi
al carro della morte
commenteranno poi
la mala sorte.
 

Maria Antonietta Bertaccini

 
La padrona
 
E così presi il suo posto.
Divenni "la padrona".
Non mi piaceva quel nome,
ma pian piano
divenne familiare.
Timidamente mi rimboccai le maniche
e sposai la campagna.
 
Mi pareva che i ragni della porcilaia
avessero le zampe più lunghe
di quelli di città
e gli usignoli cantassero
con note più alte.
Fu il vento dell'incoscienza
o della troppo coscienza
a spingermi tra il grano duro,
a capire quando il sorgo era maturo,
a svegliarmi alle cinque, d'inverno,
per andare al frantoio
a macinare le olive.
 
Pantaloni sbrancati,
maglia slabbrata,
un cesto di lacrime,
divenni contadina.
Contai un mare giallo di pulcini,
allevai polli bianchi dalle creste rosse.
 
"La padrona"
misurò gli ettari con gli stivali,
imparò dai vecchi
a fugare la grandine
tracciando la croce per terra;
odorò il fieno,
piantò i girasoli,
camminò tra le ortiche,
inciampò nei sassi.
 
Mai nel trifoglio trovò un quadrifoglio!
Chiuse il cancello verde,
voltò a destra e indietro non si girò più.

 

 

 

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Silvia Bia

 
Compianto
A Vittorina
 
E sui gradini della riva erbosi,
Nonna, mi fermerò te nel pensiero:
I giorni chiari sotto i pini ombrosi,
Le lunghe passeggiate nel sentiero.
 
Tornerò a te con la menta e il limone
Che coglievamo insieme alla panchina,
A cercare per i campi il pallone
Scivolato in cespugli di uva spina.
 
Ora la casa del sole è crollata:
Dei figli non rimane che il rancore.
La volpe è fuggita e l'erba è seccata;
 
Cercando nel giardino di dolore
Quel cuore che di tutti uno faceva
Ho sentito un cipresso che piangeva.
 
***
 
Silenzio
 
Sull'autobus affollato
Silenzio
Sale e
Si fa
Spazio fra i corpi
Si guarda mi guarda
Si siede nel posto accanto a me
 
Sento: mi prende per mano.
 
Soli alla prossima fermata
Scenderemo
Scorgeremo nei riflessi le
Sfilate dei negozi
Silenzi sottili e passanti
Seguiremo
Sceglieremo un nostro giorno e un nostro
Sole
 
E forse canteremo per le
Strade!
 

Carla Biagetti

 
Gocce
 
Gocce di pioggia scivolano
su di un vetro,
vanno avanti e mai indietro,
goccia a goccia cadono in terra
si modella una pozza d'acqua
poi sgorga un torrente,
nasce n fiume
che corre veloce verso il mare,
goccia a goccia
comincia un sentimento,
germoglia una nuova vita.
 
***
 
Bimba
 
Mi sono sciolta in un abbraccio
di una bimba
nei suoi occhi limpidi
brillava la luce dell'innocenza,
e mai prima e come in quell'attimo
mi sono sentita madre.
 
***
 
Cipressi
 
Cipressi alti e snelli
son lì a ombreggiare
bianche pietre,
in un paese fatto di silenzio,
nel tacitare s'ode attorno lo scricchiolio
di passi stanchi,
capi chini,
gente con in mano mazzi di fiori
per fare ancora un dono
a chi si è amato.
 
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Alessia Bianchi

 
Panico abbraccio
 
Nel caldo afoso di questa
notte d'estate
in un prato umido ed
avvolgente
sono sola a cercare me stessa
 
Attorno a me lucciole
come candele, lanterne fluttuanti
gioiose fiammelle
ed il canto dei grilli
il frusciare degli alberi e
le voci della natura
in concerto per me
 
Un profumo d'incensi
aleggia nell'aria
un odore speziato d'acero e sandalo
rapisce la mente verso luoghi
lontani
 
L'afa della sera imperla il
mio corpo di gocce di sidro;
all'incavo della gola si disseteranno
folletti
mentre leggere creature fatate
cospargeranno la pelle di fiori
e in un bosco incantato mi
inviteranno ad una danza
ancestrale
 
e mi restituiranno alla vita.
 

Roberta Bonfiglio

 
All'amore che non so dire
 
Brezza leggera,
palpito di farfalla,
sfiori cose e persone
accarezzandole senza far male.
Pioggia sottile
cadi negli anfratti
portando con te il cielo;
trasformi
e all'immenso ritorni.
Ora, sei specchio e spaventi;
chi ha paura di conoscersi
ti copre,
con panni pesanti.
La tua luce però...
continua a brillare.
Vento impetuoso,
il vortice della tua forza
può lacerare
chi si ostina a resistere.
Non preoccuparti!
So che non mi puoi amare!
Non ti chiederò nulla, tranne...
la pazienza d'ascoltarmi.
Bevi le mie ingenuità,
fanne musica,
pane dorato per picnic
fra boschi magici e incantati.
Angelo nella natura
torna specchio...
forse un giorno
chi ti ha coperto
toglierà quel velo
e guarderà se stesso
senza paura.
 
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Franco Borracci

 
Tramonto a Cala Piccola
 
Guardo il sole
che si scioglie lentamente
e se non resisto d'amore
grido con l'anima al vento
che strapazza gli scogli.
Cerco invano i gabbiani,
par che siano fermi
in attesa fra i sassi
mentre il mare furioso
non s'acqueta stasera.
Morbida intanto la luna
osserva in silenzio
il quieto cammino del tempo.
Lontano una luce
di un faro ferisce
la notte che incalza.
Riempio le nari ai profumi
e, meditano vendette,
mi circondo d'infinito
che, come tenero manto,
lenisce gli affanni
e m'accompagna alla notte.
 

Marzia Braglia

 
Dolce Storia
 
È una dolce storia, nata in un momento,
il cui profumo si smarrì nel vento,
il suo ricordo nel tempo vibra ancora,
muore col tramonto, rinasce con l'aurora.
 
Lui aveva gli occhi color del mare,
lei come le notti di stelle trapuntate,
il loro romanzo son queste parole,
cenere spenta di un fuoco d'amore.
 
Era un incontro scritto nel destino,
due cuori, l'amore, e un solo cammino,
spuntavano allora le primule e le viole,
l'anima tua si inondò di sole.
 
Il suo sguardo limpido e profondo
rispecchiava la luce del tuo mondo,
e quest'amore, nato come per magia,
viveva d'arte, di sogni e fantasia.
 
Ogni notte vivevi in un magnifico castello,
e tu eri Cenerentola che si recava al ballo,
lui era il Principe Azzurro della fiaba
ma la bella favola si dissolveva all'alba.
 
Erano i tempi del vino e delle rose,
ma poi, come d'incanto, cambiarono le cose,
e in una notte di glicini fiorita
finiva il grande amore della tua vita.
 
Rose, anemoni, papaveri sbocciavano,
e lentamente i sogni tuoi morivano,
in un usignolo dal soave canto
riconoscesti l'eco del tuo pianto.
 
È una dolce storia, nata in un momento,
il cui profumo si perse nel vento,
è una dolce storia, è sentimentale,
ma non potremmo cambiare il finale?
 
 
 

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Miriam Brondani

 
Solo qui ti ritrovo
 
Solo qui ti ritrovo:
nel tenue sapore
d'una nebbia inattesa,
tra i raggi sospesi
d'un sole confuso,
quieto silenzio
tra le foglie d'ottobre.
Nel tenero abbraccio
di questo riparo
- nube discesa
mandata dal dio
degli anni perduti,
a compatire
il suo stesso compianto -
intendo parole
a lungo incomprese.
 
***
 
Sorriso
 
Ombre leggere nell'aria
nascosta fra vaghi pensieri.
È forse ancora quello strano dolore
inteso qualora sfioravo una mano ingiallita,
provando a capire chi stava dintorno,
tra piccoli gesti d'addio e inconsueta empatia.
Eppur c'eri ancora,
come quando offrivi pazienza di padre,
quando sognavi armonia e deluso
la cercavi tra i fiori,
o quando vedesti mio figlio una volta soltanto,
sul viso un fragile e dolce sorriso non tuo;
T'ho visto ancora in trasparenza nei giorni,
ma ora non sento più in me la tua voce.
Eppure un fioco sorriso morente ancora rimane:
istante in cui vidi la realtà della vita,
tra fragili sembianze mutate.
Non padre ed amico,
ma figlio dell'Uomo.
 
 

Clara Cafaro Caimi

 
Profonde radici controvento
 
Prima del tunnel l'intesa conduce a cifrati segni,
parole isolate che annullano ogni buia distanza.
Ci unisce il fiore spontaneo e consapevole
transitato nel vento che inseguiva il treno:
in un'intermittente combinazione di calme e turbinii,
non a caso si è fermato tra ortiche, e pietre, e poca terra
ad ascoltare la musica e le voci che mi son rimaste dentro.
E l'onda del fischio che si spegne all'orizzonte
porta lontano il prodigio di un colore improvviso e acceso
sul delicato, forte stelo ancorato all'anima
che resiste a ogni passaggio: oltre l'interruzione dello sguardo,
dove oscillano i papaveri e solo con te
i miei nomadi pensieri riescono a superare
la soglia dell'aritmia trovando una cadenza nuova.
 
***
 
Transitorie certezze
 
Sbiadiranno le stesse e sarà scuro,
quando verrà disteso il velo della notte
e il silenzio troppo pesante
riuscirà a devastare la parola
di un dialogo sempre più reclinato
ad ascoltare l'urlo sussurrato,
la rabbia che non ha più colore e sgorga,
come acqua tra le fessure
che nessun fuoco saprà asciugare;
impeto che, allontanando,
avvicinerà al centro del pensiero.
Ma è inutile chiedersi
quale cielo ci avvolgerà domani:
a volte è necessario un po' di buio
per riuscire a perdersi in uno squarcio;
e grigio da bagnare perché cada
in una danza di colori e vita,
soffiando note, alte, imprendibili,
per costringere i suoni a farsi ascoltare.
Forse servono solo transitorie certezze.
 
 
 
 
 
 
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Maria Rita Cardarelli

 
Perla
 
Scende la lacrima, singola, solida,
punto.
Ultima. Niente più.
Riga di pianto, linea dall'occhio al
mento,
curva,
andamento lento verso il collo.
Si è persa, si è sparsa.
Lenta la pelle l'asciuga.
Tutto torna come prima.
La seconda sgorga. No. Rientra.
Bilico. Scende.
Più grande perché trattenuta.
Macchia di sale cade sul foglio.
Diventa gonfio.
Metto la penna al centro.
È una piccola bolla di cielo.
 
***
 
Tensione
 
Forse dovremmo sederci,
parlare. Forse.
Parole che stentano
a uscire.
Sembriamo piloti
pronti a decollare.
Cinture di sicurezza.
Allacciare.
Di quello che penso
non ti ho detto niente,
immagino solo per giorni
e nottate,
ma poi quando provo a
parlare,
non esce che un suono,
distratto, frusciante.
È un disco che gracchia.
Buttarlo.
Andare a dormire.
 
 

Maria Rosaria Cau

 
La Fantasia
 
La fantasiaa
è la madre del genere umano.
 
La fantasia
è un foglio bianco
che a tratti anima
la mia stanza,
la mia esistenza.
 
Lavora fantasia, lavora
c'è tempo per dormire,
lascia che questo camice
sia l'abito bianco,
porgimi il velo di tulle
ed i fiori d'arancio.
Il soffitto sia un'immenso pergolato,
il mio letto un posto
di fresche vallate,
e fra le verdi colline
della mia fantasia
posa a dormire
questa mia malinconia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Iole Chessa-Olivares

 
Il tenero gesto
 
L'indice sul labbro
ammiccante al cuore
è tuo tenero gesto
che mi perseguita.
Adombra la solitudine,
la morsa che preme
anche nel sonno.
Non troverò il sentiero
per raggiungerti
anche se più volte
mi hai teso le mani
della tua calda giovinezza
e come fungo
nato all'improvviso
mi perderò
tra nidi di formiche
e l'erba disattenta
del grande prato.
 
***
 
Sono quei pochi passi...
 
Sono quei pochi passi
l'unico viaggio
il solo seme nel nostro esistere.
Tra le orme nascoste
brillio di fuochi fatui
aurore vaganti
per farsi PARADISO.
Lenta s'impiglia la libellula
ma pur straziata fila e disperde
casti languori, antiche malie.
E la vera festa?
Non è qui.
Abita un respiro sempre uguale,
non sa la risacca del cielo.
Marisa Chiozzini
 
Indefinibilità
 
Penso a noi e vedo qualcosa di indefinibile.
Cosa ci unisce? Me lo sono chiesto tante volte.
Mi sono domandata se in entrambi c'è un seme che sta piantando le radici
o se tutto è un fatto di comodo.
La serenità che nonostante il nostro modo opposto di essere, ci doniamo è vera.
La sincerità con la quale viviamo il nostro oggi
e quella con la quale ci raccontiamo il nostro ieri fa tenerezza.
Fa pensare che sarebbe bello se, nonostante tutto, fossimo qui anche nel nostro domani.
 
L'indefinibilità del nostro essere ci accompagna sempre.
Ed allora capita che veniamo presi dall'indifferenza,
che per paura di scoprirci diventiamo distanti.
Una storia senza impegno. La chiamiamo amicizia, non è amicizia. È di più.
È affetto misto a tante sensazioni che non si possono spiegare
perché fanno parte del mondo dei sensi. E la sensualità, si sa, si dimostra: non si spiega.
Un gesto, una coccola, uno sguardo, una canzone ed improvvisamente crolliamo.
 
Finirà, lo sappiamo. Prima o poi succederà che il timido germoglio verrà spezzato da un temporale o da qualcuno
che bruscamente strapperà quel filo d'erba.
E la paura, la sicurezza della fine ci fa essere ancora più reticenti
nell'ammettere quello che c'è.
Due corpi che si cercano, due menti che fuggono, due cuori che non capiscono...
...ed in tutto questo... la libertà.
La voglia di bere a piene mani quest'acqua fresca
che sgorga dalla fonte della giovinezza.
Il timore che quell'acqua, se non la sfrutti ora, finirà...
ed allora si ripiomba nell'indefinibilità.
Sapere dentro che non è vero,
ma continuare così perché è giusto, perché fa piacere, perché i vincoli uccidono.
 
Ed in mezzo a tutta questa decisione del nulla i nostri occhi parlano per noi:
ci fanno capire che comunque vada, siamo qui e ciò che abbiamo costruito
non finirà in una lettera ingiallita nascosta nel fondo di un cassetto,
ma continuerà a vivere scolpito dentro di noi.
L'indefinibilità resta un valore per il mondo,
ma non per chi sa che la vita, la libertà e la gioventù
vanno vissute pienamente senza condizionamenti e paure,
ma con il coraggio di andare avanti
guardando il futuro cercando il coraggio di essere se' stessi
sempre e nonostante tutto.
 
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Rolando Maria Cimicchi
 
Sei Apparsa
In questa terra
che ospitava silenziosa
gli umori nebbiosi del mio essere.
 
In questa terra
che straniera mi osservava
nei miei peregrinaggi,
 
sei apparsa tra le pagine
che sfogliavo lento,
sussurrando musiche
che non ricordavo.
 
In questa terra
dove il vento spirava
sulla mia pelle amara.
 
In questa terra
che ascoltava muta
i corridoi delle mie labbra,
 
sei apparsa senza chiedere
tingendo di gioia le mie mani,
da tempo ormai
dimentiche d'Amore.
(Dedicata a Christina)

Maria Luisa Cocchi
 
Magie
 
Nulla cercavo stamattina, alba d'un altro andare.
Procedevo convinta d'essere ancora tra le
cose impolverate, carceriere del cuore,
d'aver altre ore combattute
d'allucinazioni d'un fatuo pellegrinare...
eppure, ...nell'attesa del divenire improvviso,
...o vita, fruscio di zelante melanconia.
Nel freddo pungente d'inverno
in fretta annunciato, guardavo la brina
bruciare, indisturbata, i resti d'un piccolo prato,
poi... ecco,
lo sguardo s'è alzato sbirciando lassù, quella
scheggia di cielo superstite tra i tetti,
frammento d'universo cadutomi sul capo.
Un attimo... e l'impressione d'appartenere
al sole nascente corteggiato com'era, da
molteplici nuvole: rosate, dorate, infuocate.
Venivan avanti adagio, parevan angeli in volo
per chi serba fede, pronti ad aprir l'eternità
se vi fosse dubbio o sol desiderio.
Ho allungato la mano, quel tanto da sfiorar
col cuore per convincermi del fatto o foss'io
in altro mondo.
Tutto era lì, così vicino, così lontano.
In balia delle maree del cielo, degl'invisibil venti
che travolgon ragione, udii sussurri, chissà di chi,
parlavan d'altre passioni , d'altre essenze,
presenze... a dar calore ove non v'è.
Pensai vecchia storia per chi porta com'abito
il dolore, illusione ad ingannar... ma sorriso
illuminò il volto e l'anima si rasserenò.
Nulla cercavo, nell'alba d'un altro andare,
quando, improvvise magie, m'han ridato il giorno.
 
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Bruno Coen
 
Corona di latta
 
Perduto e lontano
è ormai il ricordo
illusa regina dell'amore
ora ti è rimasta una corona di latta
e vecchi polverosi specchi
che più non ami
 
***
 
Ho catturato la luce del cielo
per rischiarare le mie angosce
i miei pensieri
i miei sogni
sicuro che un giorno cambierà
e la luce splenderà
per sempre nel vento
delle mie nascoste speranze
 
***
 
Quando i giorni
non saranno più pesanti come pietra
mi vestirò di luce
e al principio della notte
verrò a bussare alla tua porta
ti porterò con me
nelle spiagge del tempo
in quel lontano mare
dove l'alba non soccombe alla notte

Manuela Corigliano
 
Storia di un'amicizia
 
Arrivasti.
Fu dapprima l'esigenza
di incontrarci per sfiorarci.
Fu più tardi l'utopia
di osservarci per capirci.
Fu infine la follia
di abbracciarci per salvarci.
 
Arrivasti.
Inventavo compagni, prima.
Inventavo nomi, volti, sguardi.
Ma poi arrivasti e
la realtà mi bastò
- inconsueta meraviglia! -
 
Arrivasti.
Qualcuno aveva inventato il tuo nome
perché io lo ripetessi notte e giorno...
Qualcuno aveva inventato il tuo volto
perché io lo incontrassi nel mio specchio...
Qualcuno aveva inventato il tuo sguardo
perché io lo inseguissi negli occhi dei passanti...
 
Arrivasti.
Avevamo progetti per riempire una vita.
 
Ma arrivasti
e passasti.
 
***
 
Emblema
 
La nostra debolezza è
non sapere
se una pistola che spara è
la fine o l'inizio
di una vita.
 
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Giuliano Corsi
 
Labili gioie
 
Labili gioie mi circondano
l'atavico buio ride di me
tra le altane la luce gioca
riccioli bruni piangono in silenzio
nel tortile cammino
spogli di risposte.
 
***
 
Oggi siamo noi
 
Rinnovare, rinnovarsi
Ogni mattina ci alziamo
Ci guardiamo allo specchio
E incontriamo noi stessi
Più o meno belli, più o meno giovani
E lo specchio ci riflette un'immagine nota
Familiare, rassicurante
Rassicurante ché sempre uguale
In un riflesso che non ci sorprende
Eppure questo nostro volto
Fortunatamente cambia
E quel bambino
Che cercava il colore dei suoi occhi
In un pezzo di vetro lucente
Oggi sono io
Quella ragazza che felice scorgeva
I primi segni dell'età adulta
Oggi sei tu
Quanti anni ci dividono da quell'immagine
Quante scelte, quanti errori
Quanti traguardi raggiunti con fatica
Oggi siamo noi
Aggrappati all'unica certezza
Il nostro amore

Franco De Giovanni
 
La Carezza
 
Il verde mi circonda,
la luna mi illumina
il pensiero sei tu.
 
Arrivi vicino e si vede l'ombra,
l'aria dolce che mi circonda,
sento una cosa che mi tocca,
è la carezza.
 
La carezza mai avuta,
ma solo vista.
Ti ho pensato sempre,
in tutta la vita,
ma mi sei sempre mancata.
 
Carezza materna,
di poco cuore,
ma di tanta immaginazione.
 
Ti sento a volte sfiorata
piccola lontana carezza amara,
portata via dalla tramontana.
 
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Franco De Seta
 
Se fossi stato un viaggiatore solitario
 
Se fossi stato un viaggiatore solitario
su quel battello da Venezia
tra militari e turisti di passaggio
e gabbiani e marinai
il tuo sorriso pudico e leggiadro
come le tue vesti
nella mia mente avrei annotato,
e,
preso e incuriosito dalle tue
movenze composte
senza parlare ti avrei guardato
per riconoscerti subito
se mai
ti avessi rincontrata.
 
Il vento nei capelli
e le tue mani tra essi
verso di me portava
il tuo profumo.
 
Irraggiungibile e mia.
 
Se fossi stato un viaggiatore solitario.

Arianna Del Treste
 
Maredinapoli
 
Il mare di Napoli
è lacrima ferma sul volto
che trova il suo posto e non cade
- il mare di Napoli giace -
sospeso e felice sul pianto
il mare di Napoli
...
è stanco
 
***
 
La Musa
 
Irrefrenabile insulto alla pace
singulto che giace nel moto
remoto e futuro all'istante
che cerca le fiamme e le trova
nell'epoca nuova
- del se' -
 
***
 
Vita
 
La vita è un collage di secondi senza fine
di vuoti di pieni appesi alle pareti
di momenti inconsueti mai lasciati
di regali mai scartati sotto l'albero a Natale
di silenzi mai ascoltati e di urli mai lanciati
di pensieri abbandonati in fondo al mare
di universi da incontrare senza senso
di naufragi senza vento e senza scogli
di partenze e di ritorni dentro il tempo
di un istante di un momento e dell'eterno
dell'estate e di un inverno nel camino
dell'ipocrisia del vino che s'allaga dentro gli occhi
nelle stasi e le rincorse per amare e per sentire
del requiem del dies irae
del nascere e morire in un sospiro
del falso e poi del vero
...
del Cielo, spero
 
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Debora Di Carlo
 
Autoritratti
 
Qui l'aria è sempre più rarefatta.
Il dialogo continua,
ed è sempre più un pietoso monologo.
Boccheggio, cerco di esalare quest'ultimo,
profondo respiro ma è inutile: questo veleno
mi sta intossicando.
Vedo una luce, quella che forse porta laggiù,
ad un paese chiamato salvezza,
fiori di qui, da questa ipocrisia a formato d'uomo.
Io sono provata, arranco, cerco di spiccare il volo;
le ali sono pronte ad abbandonare le miserie
che continuo a compatire.
Basta, preferisco cadere, farmi male,
precipitare,
che convivere con tanto male.
Non posso più nascondermi,
avere paura di me stessa, logorarmi.
Ho nostalgia di quando ero innocente,
quando credevo alle mie favole, ai sogni
impossibili ma grandi, di quei colori
palpabili, multiformi.
Ridatemi ciò che mi avete rubato:
il sole che acceca all'improvviso,
il vento repentino,
quel tremito che si dissolve
in un dolce battere d'ali.
 
"Quando quel male tanto comune a noi giovani
esplode,
allora è bello rifugiarsi nei sogni.
Solitarie pedine
sopra questa assurda scacchiera.
 
Basta, è giunta l'ora di cambiare
la nostra vita".

Claudia Di Martino
 
Silenzio...
 
Sentendo nell'aria quel silenzio,
mi accorgo
di quanto sia ovunque il pensiero,
vibrazione vera
di sensazione accesa,
che illumina la mente.
 
Pensiero perso - Pensiero scritto,
tra le anime e vocali
parole sempre uguali
 
Pensieri
Usati e guadagnati.
 
Nell'aria quel silenzio,
che acconsente il tutto
negando tutto
 
la rabbia mi incatena
 
scappo da quel silenzio vuoto che scatena la mia pena.
 
***
 
Un pugno di sale
 
Da qui al mare ci passa un filo di sale.
 
Quante volte ho pianto dentro;
oppure è piovuto e l'acqua che cadeva scivolava senza
bagnarmi.
 
Quante volte ho visto uscire sangue,
dalle anime che mi circondano
e quante volte ho raccolto il mio.
 
Quante spade nei cuori della gente,
quante anime sole;
 
prive di quel filo di sale per arrivare al mare.
 
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Stefano Di Monda
 
La mia sete
 
Cheto, immobile attendo
che si evolva lo spirito
della calma dolce
che la sera nel bosco
sa offrirmi.
 
Odo, osservo, avverto
la paziente esistenza
degli alberi
per il verde colore, per quella voce
che placa la mia sete... ed è pace.
 
Ma il buio della nuova notte,
complice di me, mi dice già
del malinconico ritorno
al dibattersi continuo
della mia confusa ordinarietà.
 
Salvo tornare
in un dì nuovo all'imbrunire
per riscoprire fiera,
pienamente accettata,
in apparenza immutata
 
dalle radici della terra, la verità:
più alto di un poco il ramo
più elevata l'essenza
meno confuso il dibattersi
meno arsa la sete.

Massimiliano Di Staso
 
Luna malinconica
Luna un sogno esplosivo
Sguardo di un'emozione senza poesia senza memoria
Poi lo sguardo verso il cielo si tinge di armonia
Luna profetica
Luna degli zingari
Luna degli innamorati
Luna dei disperati
Luna dei sognatori incalliti come me
Luna bianca pallida come la morte che insegue il mio destino
Luna dei licantropi
Luna dei giovani soldati
Luna dei silenzi
Luna sui carrozzoni che cigolando vanno via
Luna lassù le tue forme bianche come i pensieri dei bambini
Luna sentiero di presenze che percorrono la mia via
Luna adescatrice come una mignotta
Luna dei gatti neri
Luna degli ubriaconi
Luna un passo
Luna un sogno ad occhi aperti verso il futuro
 
***
 
Vorrei tornare a quel tempo che disarciona
Che non dà fiato
Vorrei tornare a quel tempo dolce dove catturavi anche una farfalla
La musica lieve diventa frastuono
Il sogno poesia di primavera
Vorrei tornare a quel mare azzurro a quel cielo blu cobalto
Ma non si può fermare il treno
Anche se poi ti ritrovi nell'oblio di una vita virtuale
Vorrei scaraventare il silenzio dalle scale
La noia ti sommerge ti avvolge e ti lascia senza respiro
Vorrei tornare a quel tempo che disarciona
Vorrei trattenere le lacrime e regalarle a chi ne ha più bisogno
Gli effetti speciali dei nostri sentimenti diventano tormenti angosce
Vorrei afferrare le nuvole ma il mio retino si è spezzato
Fa caldo l'afa la caligine e io qui con i pensieri in avaria
Vorrei tornare a quel tempo che disarciona
Ma il tempo è implacabile e non ha pietà

 

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Lina Diani
 
Il Cerchio della Vita
 
Un'isola verde risorge
dove il Fuoco del dolore
ha bruciato
la Terra di Dio.
Un'oasi d'Acqua
di Fonte.
Si sveglia innocente
la Vita.
Nel Cielo d'oriente
si chiude
un Cerchio incantato
un Cerchio di mani
che cercano, stringono mani.
Un nome, uno sguardo,
un sorriso.
Un fremito d'Ali vibranti
nell'Aria.
Al suono di musiche lievi
e brillanti
ti lasci portare.
Un'onda di pace
di gioia
sale a Spirale
s'innalza nel Sole
ricade sui volti
li inonda di Luce
...e scende la Notte.

 

Patrizia Durante

 
Sole
 
Un raggio di sole
si sta disfando
sui gerani del mio balcone,
impastando i colori
impastando le vite.
 
L'alchimista sapiente
mescola gli elementi
perché si ripeta ancora
la dolce magia
della tua anima fusa nella mia
 
***
 
Dedicata a te ladro di anime
 
Quella notte nella città di morte antica
e quotidiana speranza,
ti ho incontrato ladro di anime
e niente più è stato come doveva essere.
 
Lentamente, silenziosamente,
mi sono persa nei tuoi occhi verdi,
occhi puri e taglienti
e mi hai fatto innamorare dell'amore.
 
Come la nebbia mi ha avvolto la tua dolcezza
la tua voglia di vivere,
il tuo calore
e mi hai sciolto il cuore.
 
Il tuo sorriso poi,
ha infranto l'ultima sottilissima barriera
...e mi hai rubato l'anima.
 
Non c'è stata fisicità
ma molto di più hai di me
la mia anima è con te.
 
Io qui vivo a metà
in attesa di un segno che confermi l'esistenza
di questa realtà di così grande bellezza
da sembrare un sogno.
 
Non stavo cercando nulla di diverso da ciò che ho,
ma quella notte mi è sembrato
di avere camminato tutta la vita
per incontrare te, ladro di anime!
 
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Monica Evangelista

 
Pomodori
 
Un rettangolo di terra bruciato dal sole,
raggi caldi che filtrano tra foglie e ombre
mescolando colori
come nel più bel mosaico rinascimentale.
Natura viva, pulsante, che mi cirxconda,
mi fa parte di sé.
Il mio sguardo rapito
vorrebbe catturare ogni attimo
eternare rumori e sensazioni.
Il mondo
gira intorno ad una piccola donna.
Si ferma
solo quando, da file rosse di pomodori,
pregne di odore verdastro,
spunta una maglietta
non più bianca,
su pantaloni larghi da vecchio contadino
scarpe pesanti
cappello di paglia
e un sorriso sgangherato
con qualche buco qua e là tra i denti.
Ottant'anni di vita
rinati su un lembo di terra
in un pomeriggio di giugno,
fra solchi di pomodori.
 
***
 
Evasione
 
Ho sognato la libertà. Stanotte
ho sognato di fuggire.
E non c'erano ostacoli, nessuna
parete nella stanza
non più muri invalicabili. Follia e speranza.
Ho respirato
con la stessa forza di quando sono venuta
al mondo
senza che un'infermiera mi schiaffeggiasse,
né gemiti o lacrime. Libera. Fuori.
Lontana da un giorno che
mi perseguita,
distante, finalmente, da una morte che
sembra solo mia.
Ho aperto gli occhi. C'erano solo sbarre.

 

Fabrizio Famularo

 
Al Figlio
 
Ho visto
soffrire un uomo per amore
le sue lacrime erano di dolore
un dolore forte al cuore
tutto questo per amore
le sue lacrime
cadevan leggere sul mento
e dentro di lui c'era il tormento
il tormento dell'amor perduto
e mai vissuto.
Questo è il dono di un uomo
al proprio figlio
che mai
potrà capirlo
 
***
 
La Mente
 
Ho sentito la tua voce
e il mio corpo è rinato
la gioia di vivere è in te
e tu la trasmetti a me
due corpi uniti con niente
ma legati con la mente
che dice
uniti per sempre
 
***
 
Il Nome
 
A volte penso al mio nome
e mi chiedo
é bello
piace
poi un giorno lei mi chiama
e riscopro
che non è il nome che conta
ma chi ti chiama
 

 

 
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Nicola Fanini

 
Ribelle
 
Fra le fosche nubi della cenere,
vedo un bagliore che risplende
e si confonde con l'alba
di un giorno ormai andato
tra il pianto di una sconfitta
e la rabbia di un perdente.
 
L'attesa diventa impazienza
che urla il timore
di mille silenzi.
Solo un ribelle può abbracciare
il sole e non bruciarsi.
 
Il vento profuma di libertà,
nelle vene di un saggio
si respira il rispetto,
ma questa vita mi sta stretta,
devo lottare,
illuminare la mia strada.
 
Forse quel barlume
sarà la mia arma;
che stanca di aspettare
desidera abbagliarmi.
E più brilla
e più ho voglia
di sentirmi ribelle.
 
***
 
Perduta identità
 
Apparire ciò che non si è,
essere senza esserlo.
Vivere in apnea
respirando solo fumo.
Seguire il branco
senza mettersi in gioco.
Capire ma imitare,
marionette fatte in serie
limitate a recitare il solito copione,
scritto da mani troppo lisce
per essere umane.

 

Isotta Farnea

 
Malinconia
 
Oggi la malinconia si è chiusa nel mio cuore
e ha gettato via la chiave,
è proprio decisa a starsene lì,
credo che ci farà il suo angolo preferito.
 
Il vento mi alza i capelli e non mi permette di scrivere,
il cielo è tutto azzurro e va sulle sfumature bianco-blu,
di qua e di là c'è qualche buco profondo
illuminato da un raggio di luce,
il suono delle campane si fa sempre più forte
e sempre più piano...
 
Basta, è finito, ora c'è silenzio
il canto degli uccelli mi fa ricordare i campi.
 
Ora si sente la gente tossire,
il rumore delle chiavi e
il chiudersi delle finestre,
buio a destra e a sinistra
la luce scompare e io con lei...
 
***
 
La musica naturale
 
In un tempo lontano
quando non c'erano ancora
le orchestre con gli strumenti,
i violini erano i venti
e i cavalli che galoppavano nella prateria
i tamburi della batteria
e c'era in quella musica naturale
la grancassa del temporale,
il lamento della bestia ferita,
il canto del fringuello.
 
***
 
Acrostico della parola amore
 
Amore, cosa di
Molta importanza,
Oro splendente,
Ramo che tocca il tuo cuore
E ti lascia con gli occhi sbarrati.
 
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Stefano Ferrara

 
Coltre
come nebbia
la mente s'addensa confusa
e lascia riversa
distesa, sullo sterile suolo
una mano piangente.
 
Al tempo invincibile
io mi inchino e consegno la spada.
 
Respiro
fumo ghiacciato.
 
***
 
Il busto delle spighe curvo,
quel marrone acido e secco colora le campagne vicine.
Nel tentativo di haiku,
gli alberi che si piegano
al vento,
foglia aperta.
 
Immagini,
frammenti
di un inverno.
 
***
 
Piccola nube di polvere
 
cenere,
instabile superficie su cui aggredire
 
e questo che siamo?
 
pallido,
roseo, imbarazzo.

Elisa Filippini
 
Il tempo di cenere
 
Ed ora
che nelle vene
è tornato a scorrere
l'amore
che tagliò il cuore
e spezzò la mente
in miliardi di parole
in eterno riposo
mai pronunciate
rimosse ora
dall'apatia dell'immobile
ora, solo ora
era diverso destino
ritrovarsi
bruciandosi al caldo
della passione
ascoltando insieme
ardere
quest'odorosa legna
che s'amalgama
- ingannata -
al fuoco imperioso
facendoci l'amore
perdendo la consistenza
della vita.
Ora, ora, ora
il presente è troppo lieve
per non essere già
stato percorso e
la fisicità
del tempo
già è cenere.
 
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Teresa Formenti
 
13-1-'99
 
Mani stringono il vento
Lacrime premono gli occhi
Struggente questa malinconia
Senza ragione
Senza un perché.
 
***
 
Amica mia
 
Compagna del mio tempo
Ciarliera dolce amica
Nuvola
Respiro del mare
Bufera di montagna
Rimpianto, nostalgia
Refuso di un amore
Solitudine!

Umberto Fortunati
 
Se non rendessi bene
per il male...
Se non donassi a tutti
un bacio e un fiore...
Allora, il "nostro",
...non sarebbe "amore"...
 
***
 
Ha una ragione
...ha un senso...
questo tempo
d'asprezza.
È un dono star,
da te,
così lontano;
senza una tenerezza,
senza poterti stringere
...dolcemente... la mano;
ma ci prepara entrambi,
amore mio,
a riceverci, un giorno,
come Dono di Dio.
 
***
 
Esprimiamo opinioni infondate e parziali,
denigriamo la vita,
ed amiamo soltanto i soldi e i maiali.
 
"Et l'ésprit de finesse?"
"C'est fini".
 
Tutti dicono in coro, con la mano
al rimario:
"C'est la vie!... C'est la vie!..."
...e poi cala il sipario...
 
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Maria Grazia Franconi Fabbri
 
Fili d'erba
 
Fili d'erba nel vento
Fili d'erba in un campo di sangue
Fili d'erba nella corrente di fango
Fili d'erba come bandiere inutili
a seguire le voci più forti
Fili d'erba fragili, esili, immensi.
Quante volte amico, troppo volte
ci hanno sparato dritto nel cuore
e col coraggio di ieri
per mano come angeli stanchi
abbiamo ripreso il cammino
per poi cadere, per rialzarci ancora.
Il tempo dell'amore è finito
inghiottito dal pozzo del mai
dov'è il giorno che non tornerà.
Il cielo ha spento ogni stella
con una pioggia di lacrime amare
e noi soli poeti
sconfitti eroi delle stesse battaglie
abbiamo amato e riso, perduto e pianto.
Anche noi ci leviamo sporchi dalle macerie
delle nostre coscienze
trascinati dal gregge che corre
dal quel fiume di lana che va.
Ma i nostri occhi restano chiari
credono ancora che una storia ci sia
e cercano in ogni sasso, ogni parola
un esile filo che si faccia verità.
Verrà un giorno, il giorno che è scritto
e in un grande prato noi fili d'erba nel vento
fragili, esili, immensi ci chineremo a quell'albero in fiore
direttore di un'orchestra ormai silente
e nella pace di quegli attimi eterni...
...lo ascolteremo parlare d'amore.

Emanuela Fratto
 
Polvere
 
Polvere che avvolgi un sogno prepotente
nella nebbia frigida dai sapori incauti,
cresciuta nei campi delle folli illusioni
dal seme più perfido che mi ha incoraggiato.
 
Vigliacca menzogna!
Ripostiglio dei miei pensieri,
nascondiglio delle mie insoddisfazioni,
madre delle mie oscenità,
amica delle mie solitudini.
 
Ti ho cercata nelle notti metropolitane,
ho rubato, ho tradito, ho mentito,
per te ho venduto l'anima.
 
Schiavo di una passione senza eguali,
che ha affondato le sue radici
tenendomi legato ai confini dell'inimmaginabile,
nel mistero della vita che regala la morte,
ai margini di un amore che mi rende odioso.
 
Essenza che m'invadi,
i tuoi messaggi rapaci
mi hanno rapito.
 
Ma ora liberami!
Sono stanco del tuo abbraccio,
che mi stringe fino a farmi perdere il respiro
e che troppi amici ha già soffocato.
 
Addio, nemica della strada!
Inizio da solo a camminare
nel tremore dei miei primi passi
incerti nel rifiuto di una bugia,
ormai verità sulla pelle,
che lo specchio riflette.
 
Vergogna che ora il mio corpo espelle
nei residui del disgusto,
in una violenta ma testarda sofferenza,
che raccoglie le briciole delle mie forze spezzate
per gridare basta alle illusioni da dimenticare.
 

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Patrizia Fucci
Opera Segnalata dalla Giuria
 
Sono stata
 
Sono stata.
Monte contro vento
lune vigili contro spettri notturni
occhi troppo grandi sull'orlo di ogni nuovo giorno
e riposo ho disciolto
negli affanni
a disperdere il ricordo
con poca gioia nelle mani.
Sono stata.
Rivoli d'acqua trasparente
sul sale degli uragani
pioggia sul roseto
ed ho barattato orgoglio per umiltà.
Sempre,
nel reclinare il volto
verso il petto della memoria
ne ho bevuto naufragi
e raccolto ceneri
di volti sgretolatisi.
E di tutte le mani
ricomposto il tremore.
Ed è stato come
vivere.
 
***
 
Igor
 
Igor attento
acché il tempo non entrasse nei suoi occhi
non guardò più suo figlio.
Igor attento
acché l'orizzonte non divenisse un limite
non si librò una sola volta in volo
con i gabbiani.
Igor attento a spegnere le eco del mondo
cantò una canzone triste.
Igor senza amici, senza rimpianti, senza motivi.
Igor a pugni stretti
non si aggrappò
e scivolò via.

 

Stefano Fumagalli

 
Dolce Morte
 
Mi sono voltato un attimo
E Tu mi hai trafitto,
Con la Tua freccia
Il cui veleno ravviva il fuoco
Nel mio cuore,
Che pian piano mi annienta,
Perché mai Ti potrò amare,
Mai di nuovo Ti potrò incontrare.
 
Crudele, mi hai colpito alle spalle
Mentre io mi sperdevo, senza difese
In questa radura di sentimenti,
Assopiti come vecchie querce,
E che ora Tu, Desdemona,
Hai risvegliato;
E trasformato gli alberi in fiere,
E i miei pensieri lacerano la carne
Lacrimante
Del mio cuore ferito... dal Tuo sguardo fendente!
 
Non ho più stomaco,
Ma un mare in rivolta,
Sento dentro di me
Una folla in burrasca.
 
***
 
I miei pensieri
Si rimescolano,
Giostrati da una cascata dirompente
Di emozioni, freschissime
Esuberanti,
Sentimenti contrastanti,
Ferite consistenti.
 
Deponi ora il tuo arco e vieni vicino a me,
Col pugnale dietro la schiena,
A darmi un dolce colpo di grazia,
Con la fredda lama... Delle tue labbra...
Cosicché io,
mi abbandoni
Alla Tua dolce morte.

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Marco Galli

 
Notturno
 
Mille e mille volte tornai a perdermi
nel vasto mare della poesia diffusa,
sotto la suadente cupola gremita,
sordo al vociare garrulo del mondo.
Caduco l'autunno e brumoso riempiva
di fragile malinconia il viver mio.
 
E lì, nel sogno ovattato di un notturno
creava l'inconscia memoria un acquerello
morbido, confuso, languidamente
rimirante da quel vetro annebbiato
l'oppiaceo risaccare del vecchio mare,
fra i bianchi alberi della rimembranza.
 
L'Allegria, 19 Novembre 1999

 

Nicola Gasparri

 
La piccola croce del Monte Lieggio
 
Al giunger della sera
Il sole si distende e
si addormenta nel grembo
infinito del cielo,
dopo le cicale
le lucciole gioiose
tra il profumo dei mirtilli
coronano e accompagnano
il canto dei grilli.
Rasserenano l'aria
accarezzata dal tiepido vento
che nel giunger dal mare
tra Levante e Ponente
si eleva con l'animo e il sentimento
tra le cime dei pini d'argento.
Più in alto dei pini
i piloni di pietra,
quasi giganti e
guerrieri di un tempo,
sentinelle silenti del Lieggio,
osservano la valle dal viandante
e pellegrino del tempo.
 
Al brillar delle stelle
al chiaror della luna,
rivedo la Croce,
il ferro battuto che
nella luce eterna e
più forte del giorno,
illumina l'animo e
tutta la piccola terra.
 
***
 
Nell'ispirazione del poeta la valle è vista come la grande Arca di Noé, come l'Arca dell'Alleanza, mentre il Monte Lieggio, si presta a diverse simbologie. Sia la parte dell'imbarcazione nel cavone di poppa, per la fuoriuscita delle acque, sia il leggìo, supporto delle tavole di Dio. I piloni di pietra simboleggiano anche grandi Ceri Pasquali, illuminando il luogo di Maria, madre del Redentore e le scritture delle tavole sul monte, protette dalle poiane, dai falchi e dalle aquile. Il monte Lieggio, quindi, simboleggia "il luogo donde si parla" anche il Sinai dove Mosé si tolse i calzari quando Dio, unico Creatore, gli diede le Sacre Scritture impresse nella pietra.
 

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Silvana Gatti
 
Coscienza
 
Ti sento.
 
Tiepida voce che avvolgi la mia anima,
attenta ad ogni mio dove,
cosa o quando: sempre lì.
A volte voce amica
a volte insopportabile tortura.
 
In continua lotta con il mio essere sognatore,
tu così realista e razionale
hai spezzato le mie ali
prima ch'io potessi spiccare il mio primo volo,
ma oggi ho incontrato un angelo
e mi ha regalato le sue ricordandomi che
non è mai tardi per imparare a volare.
 
Ora lascerò che le mie parole
siano trasportate dal vento,
potrebbero colpire qualcuno
e il mio successo arriverà
quando almeno una delle anime
che avrò scontrato, mi capirà.
 
Voce, ancora qui, rassegnati, sono così.
Voce di una coscienza
manipolata dalla presenza
di un'aria materiale,
pesante, da non respirare.
 
***
 
Parole
 
Labirinti di idee. Muri di fobie.
Vittima di grandi follie
cerco di tenere a galla le mie piccole bugie.
Vittima di niente, vittima soltanto
di non essere in grado di raccontare il mio pianto.
Ascolto le tue parole, mi entrano dentro
per placare il mio tormento.
E rimangono lì, a cullare quell'idea,
l'idea di farti passeggero del mio pensiero.

 

Elisabetta Ghiglieri

 
Approdo
 
Un tintinnio di campanelle giapponesi
era il cuore
quando il tuo respiro
soffiava lieve
tra sguardi incantati
e calde carezze.
Sopiti e raccolti
nel cavo delle tue mani
riposavano i pensieri
non più sperduti
nella raffica impietosa
dell'ultima tempesta.
Ricordi? il baluginare d'argento
su lunghe onde
increspate da brividi
di brezza notturna,
ricordi? l'attesa
ed i silenzi vibranti,
emozioni nuove
solo sognate nelle notti
di un tempo già dimenticato.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Giorgia Giacone

 
Morte di un Clown
 
I guardiani della notte mi osservano mentre muoio in questo mare dell'orrore.
Si perde la voce nella valle.
Posso gridare quanto voglio, ma nessuno mi verrà a salvare.
Sono una maschera senza valore in questo carnevale infinito della vita
e sono le pietre che mi porto addosso ad uccidermi,
a trascinarmi in un buco nero che ha il mio stesso nome.
Niente luci per me, né altro; solo il silenzio che accompagna i colpevoli
nel giorno del loro giudizio universale
e una musica lontana; una voce muta che mi pugnala dentro,
che mi ricorda di non dimenticare perché il passato non muore mai.
Siamo noi il nostro passato, il presente e il futuro
Ciò che vedi ora è ciò che sarò,
nulla di più.
Non sprecate un momento per me: non mi sono fermata che per un attimo
e meno impiegherò per andarmene.
Nulla resterà del mio passaggio se non un po' di polvere di quest'inferno
che mi porto dentro e che brucia sulla pelle.
Ingoio le parole come fossero sassi.
Non vivo, sopravvivo, e ne sono consapevole.
Solo questo muro non più bianco.
e quest'angolo d'inferno dove aspetto in silenzio
mi divido dal nulla.
Luce dove sei?
Non mi bagni e non filtri più d'amore dalle fessure della finestra.
Non sei più qui, ma sento ancora l'eco dei tuoi passi.

 

Maddalena Giordano

 
Tu, acqua di fonte
 
Alla chiara fontana
che fa rabbrividire
ho gustato
il più insipido sapore.
 
Ghiaccio fuso
che cauterizza la gola.
Un sorso basta
a estinguere la mia sete
di insoddisfatti desideri.
 
***
 
La tua voce
 
Sommessa, profonda, vibrante,
la tua voce è oggi
la mia musa.
 
Indistinguibile, variante,
ricercata - diventa piena -
una nota sola,
nel sottofondo,
tradisce l'insicurezza della sensibilità.
 
Il suo mormorio afono, pacato,
ricorda il grigio piombo,
un grammofono rauco,
una chitarra stonata.
 
Se fosse acqua,
poserebbe sul fondo marino,
se fosse caverna
sarebbe irraggiungibile.
 
***
 
Estate
 
Il tiglio in fiore,
davanti alla mia porta,
mormora d'api
e di calabroni colorati.
 
Un ragno operoso,
tessendo la sua tela,
avviluppa anche me
- mosca silenziosa -
che osserva
i mille specchi del pioppo,
argentei di sole.

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Patrizia Giuliani

 
Il sogno nel suo divenire
trascina paure sopite.
La coscienza del ruolo
trasforma in preda
il cacciatore.
Il timore di venire stanati
impone degli schemi:
si fugge
per poi tornare
e deporsi sulla lastra di pietra
pronti al sacrificio.
 
***
 
Ho navigato
dietro uomini
inutili.
Ne ho percorso
i mari
per arrivare
fradicia
e immorale
a divorarne
i cuori.
 
***
 
Riesco
a mostrarmi inutile
quando vengo colpita
nell'unico angolo esposto
della mia maschera felice.
 
***
 
La disperazione
si nasconde dietro
queste giornate
tutte uguali
inutili e perseverante
sensazione di normalità
dove in agguato
ferocemente assopito
si cela il mostro
della speranza.

Sabrina Kalin
 
O notte
 
O notte...
sopra le vette d'antiche colline;
sopra i misteri d'antiche foreste
ti spandi leggera e porti questo mio canto
là, ove il mio sguardo non giunge.
In questo silenzio,
la coppa dei miei dolori è colma
ed io la salgo a te,
mia Signora e compagna.
O notte...
vedo giungere dal mare elleniche navi,
su di esse viaggiano i sogni e le speranze mie,
vele lontane in più lontano pelago,
che, forse, mai giungeranno alla terra.
Tra le ombre d'intricatissime trame
scorgo la Luna
che non si piega a raccoglier quest'offerta di pace...
pace con questa vita
che consuma il mio divenire...
...divenire,
capire,
morire.
Giaci con me, eterna parvenza di beltà,
custode di fragili carezze
e sconfinati laghi di lacrime.
Giaci tra queste foglie morte,
giaciglio bagnato del mio destino avverso...
...su falce di sospiri riposa la tua voce,
ch'io non oda il lamento
del più profondo esistere.
Perirò nell'attimo in cui
il primo filo di luce
trafiggerà il tuo seno.
Non mi destare più sole che bruci e non riscaldi,
lasciami supina tra le materne braccia
della materna notte!
 
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Patrizia La Rocca
 
Innocenza e riscatto
 
Quando a quattro, stesa per terra
una bestia umana - inumana -
chiamata donna o uomo non importa,
- non sono i nomi
a regalare alle cose la propria differenza -
si stenderà,
e presa di forte alle sole caviglie,
braccata da due soli
palmi di mano e null'altro,
farà salire un grido strozzato,
alto sarà il riscatto
degli angeli sgozzati
che nulla hanno mai chiesto al mondo
-almeno a quello degli umani viventi -
conoscendo nel loro dono dell'ignoranza somma,
di possedere il tutto: l'innocenza.
Buttata oltre il guado,
l'innocenza
cambia colore e si converte
e perduta,
come solo lei sa perdere,
cerca un riscatto: il proprio.
A malapena lo trova,
nascosto
affrastagliato,
in un luogo senza orpelli
battezzato da alcuni giudiziosi benpensanti
pornografia,
fasullo o vero che sia, non importo:
non sta qui la vera differenza.

Maria Lasi
 
Solitudine
 
Vecchi rinchiusi ove il tempo scorre lento,
ove la vita non ha più domani,
preme la nostalgia sulle menti
increduli e stanche,
affetti già perduti non
leniscono le loro pene.
Sguardi dignitosi fissi nel
vuoto aspettano il "giungere dell'ora".
 
Vecchi seduti sulle panchine
parlano ai passanti che s'affrettano.
Fiumi di parole si espandono al vento
e si perdono nei lunghi silenzi.
Una lacrima scende fra le rughe
dal loro viso stanco.
Nessuno se ne avvede,
poiché nessuno si ferma ad ascoltare
quell'umile poesia che hanno dentro.
 
Vecchi: che ogni sera a mani giunte
s'addormentano alle soglie delle chiese.
Vecchi malati di malinconia
soli sul ciglio della strada
quando li chiama DIO.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Daniela Lazzareschi
 
Stelle di vetro
 
Un bicchiere rotto...
migliaia di frammenti luminosi,
mi siedo a guardarli
finché il giorno
non se li rispazza via.
 
***
 
Spettacolo
 
Una finestra chiusa...
sipario che mi divide
da uno spettacolo che sta per iniziare:
lo annuncia un concerto
di voci e suoni diversi.
 
Ogni uccello ha una nota da offrire
per un sottofondo dolcissimo.
Ora si apre davanti ai miei occhi
la scenografia di un'alba
che non vedevo da tempo.
 
Le stelle si spengono piano piano
e ritornano nei loro camerini.
Il cielo si tinge di colori più chiari
che già mi scaldano il cuore...
 
Il sole protagonista indiscusso
arriva,
e sul palco della terra
dà inizio alla danza della vita.
 
***
 
Inestimabile valore
 
Un pregiato tappeto di foglie.
Un albero,
scultura lignea perfetta.
Un bellissimo soffitto blu e
il sole:
lampada vitale.
Noi due...
farfalle libere
in un arredo meraviglioso.

Stefania Lena
 
Tra il crepuscolo, un tuo sospiro
 
Più cresce l'erba e più mi manchi.
Più si infrange il mare sulla riva
e più il tuo ricordo si fa rumoroso.
Si schiudono le rose
e il dolore sboccia
tra il crepuscolo dell'autunno.
Più sospiri
e più tuona la solitudine,
in un cielo di stelle annoiato dal mare.
Più ti allontani
e più si avvicina il ricordo, i sospiri, i giochi,
che nelle tenebre degli anni,
fanno tremar d'infanzia
un cuore fermo ad ogni battito.
Più il cielo si fa blu
e più ricordo il tuo viso.
Il tramonto è uno sbocciar di risa
che si arrotolano come allora
tra il silenzio dei giochi.
Amore!
Ogni tanto nel mio cuore
c'è il silenzio.
La morte è stata un onda
che ha raschiato, avvolto, colpito, girato,
i ricordi e i sospiri.
Scagliandoli.
Frantumandoli.
Tra cuore e anima
con rabbiosa spuma,
od ogni batter d'ala.
Ad ogni sospiro di foglia.
Resto ferma
in questa notte di cicale,
dove in ogni cosa
si coglie te.
 

 

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Vincenza Leone
 
Il perdono
 
Gioia non piangere più!
Lo so che la tua mamma
non ha più latte per nutrirti,
che i tuoi fratelli
non hanno gambe per giocare,
che il tuo papà
avrà per te solo il volto
della foto che la mamma tiene in petto,
che la tua terra
è un campo di terra battuta,
la tua casa
una tenda,
e la tua culla
le ormai deboli braccia della mamma.
Lo so che nei tuoi sogni innocenti
c'è il caos del nulla,
che i tuoi occhi blu
stanno imparando a legger la storia
attraverso l'orrore.
Ma tu,
tu hai l'innocenza
di chi non sa ancora
esprimere la propria rabbia,
tu hai la speranza
che illuminerà il tuo futuro.
E quando
saprai capire
e il tuo pianto
si trasformerà in odio e desiderio di vendetta
verso quella razza
che ti ha, anzitempo, reso orfano
delle tue origini:
allora,
abbi sulle labbra
il sorriso del perdono.

Chiara Longo
 
Specchi invecchiati
 
Scavo in profondità
e come estensione estrema
di pensieri filanti
piovono dal cielo
cubi aperti
di fantasie represse
e viti
e chiodi
che hanno fissato al muro
idee nate così per caso
una notte di luglio
di una estate
finita al chiuso
di una cella.
 
La prigionia imposta
non conosce cauzioni
eppure pago
con valuta scaduta
il tempo,
lo spazio,
la vita
che vagano in un altrove
dove ombre
riflesse
su specchi invecchiati
non dicono mai
la verità su me.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Lidia Malinconico
 
Fiore di sale
 
Cuore gocciolante di dolore nuovo,
antico come me,
che fuggo dentro il tempo
sperando di danzare.
Pelle sdraiata su pietra,
lucente di sole,
baciata dal colore di ali di farfalla,
che solo il bello nota
nel suo giorno d'amore.
Occhi accesi sull'orizzonte,
protesti come mani,
sguardo che ne tocca l'infinita pienezza.
Mare nel cielo,
vita nella vita.
Ecco io;
"Fiore di sale".
 
***
 
Io...
 
Nel dubbio io continuo a camminare,
nel dubbio io insisto a domandare,
col dubbio, io sento l'universale mio escludersi,
da un mondo che di parte, ha solo l'ignoranza.
La pelle dell'universo è strati di menti,
che pensano che l'universo si senza pelle.
Esse, convinte di non esserne parte,
si distinguono da esso, creando così
un mondo con sole assolute incertezze.
E nel dubbio io continuo a camminare,
con passo silenzioso a volte vado a urtare
contro chi non è, e mi ricordo d'essere.
Essere nella nuova illusione di credermi viva.

 

Francesca Marchino

 
Speranza
 
Mi immergo in queste acque quiete
e la mia mente raggiunge apici
di dolcezze.
Accarezzo il profilo
che si compone innanzi a me
e un brivido mi pervade.
Sola, rifletto e sogno un mondo alternativo
dove i nostri pensieri si fondono
e le memorie naufragano.
Non sarà in questa vita incandescente
che i nostri destini
si potranno toccare,
ma sarà nel domani
che le mie sensazioni
saranno le tue.
 
***
 
Maternità
 
È l'infinito di luce
che sboccia nell'anima
sfiora l'essenza
accende il creato.
Sensazioni di forza nell'universo.
 
 
 
 
 
 
 

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Giammarco Marchionne
 
No
 
Emerge da una ferita mai rimarginata
- no -
Con la tristezza di una danza funebre
Sprofondata dentro il pozzo dell'amarezza.
La solita risposta all'ennesima versione
Della stessa domanda...
 
Si può ancora piangere
Davanti a un venditore si speranze
Vestito da pagliaccio,
Ridere
Di questo drappello di emozioni
Che sfidano il circo ancora una volta.
Tutto passa, Tutto scorre,
Tutto torna.
 
Momenti da ricostruire per abbatterli di nuovo?
Come un quadro multiforme il gingillo
Esprime le sue estreme poliedricità.
Carenza di sottili segnali di speranza
Oblio di una vita non vita
Addormentata sotto un albero di pesco
E stanca di risvegliarsi ad ogni cambiamento climatico.
Carta da giocare...
 
Nell'attesa... vive solo lei
Fiera condottiera di se stessa
Macabra terminatrice di compiti assegnati.
Un'altra croce,
un altro cuore,
un'altra macchia di sangue...

Alessandro Marziani
 
Barattolo
 
Conchiglie,
che cogliesti in riva al mare,
senza il minimo vociare,
fra i miei sguardi poco attenti
ai tuoi gesti,
ai tuoi frammenti;
quei tuoi gesti mai gridati,
come nubi di passaggio,
ora che cerco il messaggio
dei frammenti che tu hai.
 
Conchiglie,
come gocce piccolissime,
queste lacrime dolcissime,
fra parentesi d'amaro,
d'un tormento un po' leggero,
nel barattolo che chiude ciò che il mare ha modellato,
nei silenzi che mi hai dato,
oggi che tu non ci sei.
 
E un barattolo ho creato,
come quello che ho davanti,
per nasconder quelle perle nate da questi
occhi miei;
nessun altro potrà udire il suono che tu
m'hai lasciato,
di una nube di passaggio,
così libera che sei.
 
***
 
Tu amami e vedrai
 
Tu amami e vedrai:
io costruirò castelli in cui sostare
quando le gambe, stanche ormai del giorno
si fermano
...e gli occhi accendon luci da guardare.
 
Farò di noi ciò che si chiama "Amore"
e tu che mi amerai sarai il colore
di questo nostro magico disegno.
 
Lo appenderemo sopra ad una stella
che solo Dio lo possa contemplare,
critico d'arte senza mai parole.
 
Tu amami e vedrà... cos'è l'Amore.
 
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Silvana Mastrodonato
 
Vecchio Attore
 
Fedele servitore
degli uomini
umilmente s'inchina
al cospetto dei più,
grato dei loro consensi.
Annoverato tra i "grandi",
egli concede tutto
il suo essere
certo dell'esito ultimo.
 
Or mille piccoli segni
sul suo viso
come mille i suoi "volti"
nei lunghi anni trascorsi.
Stanco e pensieroso
accarezza con lo sguardo
ogni minimo spazio di
quel palco per infinite volte
dai suoi passi tracciato.
Or non più maschera
o voce o passione!
Sfuggono alla mente
i contorni immemori
dei volti altrui,
ma vivo è ancora in lui
il suono degli applausi.
Rapito in un turbinio
di ricordi lascia che
un'umida perla, rotolando,
solchi le piccole rughe
del viso.
Quando ancora una volta
uscirà di scena,
sarà per sempre,
dal teatro della vita.
Forse allora per davvero
parleranno di lui!

Maria Francesca Mazzei
 
Un mare di parole
 
Un mare mare mare
di parole parole parole
attraversa indenne le menti.
 
Risale dai recessi un'ossessione violenta
Odori
Rimbomba
Risuona
Urla
Richiama.
 
La risacca trascina
Ondeggia
ritorna
Scompare
Rapisce pensieri cristallini.
 
Fragile la mente s'impregna di voci.
 
La scia bianca del loro eco
scompare
al dilatarsi delle bollicine.
 
***
 
Senza titolo
 
C'è il tempo che ti scorre veloce sulle mani
come se non lo avessi mai
visto bambino giocare
con ali di farfalla.
 
Tormento, turbinio di pensieri abissali
assale angosciosamente le palpebre molli
che vorrebbero solo riposare
e non cercare
invano
risposte a domande mai fatte
per paura di sconfitte teatrali.
 
Non ci si muove.
 
Sfrutto il pendio facile
per non cadere
di nuovo
nella tentazione di pensare.
 
TORNA ALL'INDICE

Loredana Minoliti
 
Il lutto dei pensieri
 
Non ci saranno girandole né caramelle colorate.
 
Non ci saranno mangiatori di fuoco né lanciatori di coltelli.
 
Non ci saranno saltimbanchi né burattinai.
 
Non ci sarà la fiera,
perché festa non è.
 
Ci saranno solo croci che attendono il battere del martello.
 
Ci saranno solo vesti nere.
 
Si udirà solo il suono dei tamburi...
Tum..., tum..., tum...,
...soldatini di latta
scandiranno i passi... i miei
 
Sarà tutto come è già stato.
Solo polvere e puzza di sudore.
 
Non ci sarà, la fiera.
Perché oggi, festa non è.
 
***
 
Fogli bianchi
 
Fogli bianchi...
Pagine vuote dove rinchiudere i pensieri.
Parole incatenate che diventano sterili letture.
Spezzate le mie mani scrivono ancora e poi ancora.
Cosa non dovranno mai dire, spiegare,
perdonare o farsi perdonare.
Non c'è suono in me.
I colori sbiadiscono al rumore di inutili parole.
 
Come potrò spiegare il dolore dell'anima,
raccontare dell'amore e delle sue vene spezzate.
Descrivere la solitudine.
Inventarmi la felicità.
Dare un colore diverso a queste angosce.
 
Sorrido al mio folletto così triste...
...ed è già un altro foglio bianco.

Alessandra Mirabelli
 
Ci sono
eventi anche banali
che agiscono a mo' di cerniera
fra sponde di dolori che
passato e presente rendono vita.
 
***
 
E questa morte dunque?
Inaccettabile sempre,
comunque.
Il dolore è cieco, sordo,
ma non muto.
Il grido è lacerante,
profondo:
spacca ogni equilibrio.
La fede viene dopo,
accompagna la rassegnazione
nel silenzio.
 
***
 
Una nube plumbea mi sovrasta;
una squarcio luminoso lotta contro l'oscurità,
piove acqua pesante.
Il grande albero
non vuol cedere le foglie all'Inverno,
un po' d'azzurro, in fondo, ricorda
che anche questo passerà.
 
***
 
L'inquietudine del mio spirito
non si cheta nella solitudine dei luoghi
ormai noti ma non familiari.
La stanchezza vuol ristorarsi,
ma di sorrisi vissuti che aprendosi
dissolvano ogni mia angoscia.
 
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Maurizio Nascimbene
 
Guerriero di parole
 
dedicata ad un amico che scrive
 
Bianca sapienza di parole sognate,
sussurrate tra panchine
e prati verdi,
in stralci di foto
in bianco e nero
che dipingono il passato
di un bimbo
che ruba le stelle alla notte.
 
Il frangersi delle onde
sull'eterno scoglio
assomiglia ad una voce
che - dolcemente - pronuncia:
"Fratello!"
 
E simile al mare
- così dolce e forte -
trascina il proprio io
tra le stanze del tempo.

Sandro Nasta
 
Sergio
 
Ci siamo ancora quasi tutti
in questo sogno che non riesce
a prendere parola o azione, anche tu
che hai voluto in qualche modo precederci
come a volerne testimoniare l'urgenza.
Hai riunito per qualche attimo,
e non è poco,
bandiere diverse accanto ai tuoi sogni
imponendoci il coraggio di scegliere
quali rappresentare.
Luglio 1981
 
***
 
Il vecchio ammutolitosi in parole senza senso
reclama la paternità di tre figli,
attento a pane e gesti
il gatto ne indica soltanto due
sulle pareti di un amore esaurito.
Il terzo è stato, attimo prolungato,
un sogno quasi normale,
forse illusione o ennesimo esperimento
malamente fallito: insufficienti occhi
di un giorno di festa
inevitabilmente concluso anche per immeritate
ansia.
Ci consumiamo entrambi,
tu reclutando vecchi delusi
e raccattando usate speranze,
io odiandoti inconcludentemente.
Inutile accarezzare coi pensieri
"dialoghi inattesi" la cui sofferta verità
non potrebbe ricostruire
un affetto dimenticato,
più umano il silenzio, nube pesante,
sopra malinconici definitivi reticolati.
Nulla può restituire l'uno all'altro,
restano e restiamo isolate parole
del tutto casuali.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Gianluca Palomba
 
La pesca del pesce spada
 
Lassù, sul mare senza scampo
i naviganti,
a ritrovare la forza atavica,
a vincere la lotta con la fiera.
 
Lassù, sulla breccia schiumosa,
a riunire il tempo che ci è dato
negli ami calati al sole.
 
Crepe nella bruma spumosa
le barche aleggiano.
 
Colline si rinsaldano;
poche anime si stringono ferree.
 
Aguzze prore sfiorano i lembi martoriandosi.
 
Un pesce spada è già premio,
poi mille lame lucenti
si contorcono all'aria,
luci levate dal fondale più buio,
meno ricco di amore.
 
Sono soccombenti lacrime dei pescatori.
 
Essi amano le proprie prede.
 
Uomo a mare!
 
Laggiù è già scuro,
un manichino ormai,
rattrappito,
dondola verso il basso.
 
Affondano
le speranze di ritorno sugli altari,
affondano
i sogni di un uomo
dalla pelle del colore del sole.
 
Si stringono attorno a lui che dondola
vite che tremano. Laggiù, pare già muschio marino,
confuso tra le fronde.
 
Laggiù gli tien compagnia il corallo.
 
Ormai riposa, distesa d'amaranto.
 
Tra galere di romani e fondi di bottiglia, un uomo esplora i mari.

Rossana Palombi
 
 
La vita è n'gioco
e chi la vò giocà
non fa artro che copià
quer gioco
 
Ma quale gioco dite voi?
E si! Er gioco der poker
e il baro è il protagonista,
primo attore, mimo e fantasista. È il regista.
 
È lui che sa inventà e camuffà i propri sentimenti
e ar momento giusto... zach! V'ha rivortato tutto!
 
Eh, non è facile barà,
chi non sa inventà,
non sa recità e non sa dì bucie...
non sa vive la vita.
 
Ce so tanti modi de giocà,
ognuno sa la sua.
Ma chi sa barà c'ha creatività
e non c'ha paura de perde la partita;
sa giocà la vita.
 
È ar momento giusto che
Zack!
V'ha rivortato tutto
e se pija tutto.
 
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Anna Paradiso
 
La forza dell'amore
 
Morirò
Rinascerò
incontrerò di nuovo te
forse in aereo
o sopra una nave
forse int reno
o in riva al mare...
 
Morirò
rinascerò
amerò di nuovo te.
Con le mie mani
fra le tue
ricorderò un lontano amore
Che un mattino
lasciò dolore
a chi morì
dopo di te.

Carlo Pedretti
 
All'età nuova
 
S'è spenta la fatica
Dei baci
Che ci serrò
Le notti a fianco;
 
Fatica dura
Che ci fu cara,
Nell'ora tesa,
Sulla deserta spiaggia.
 
Racconto di tormento
E di speranza
Dell'età nostra
All'età nuova.
 
***
 
Beltà
 
D'intorno
La ressa
E dopo sempre
Una strada nuova.
 
Di gigli
Fiorì questa valle
E carezze
Il suo volto beato.
 
Passante
Volgi il tuo sguardo
Laggiù,
Al cimitero d'amore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Imelda Pellegrino
 
Sono un'anima persa
che cerca un eterno riposo
in quel mare
dove cadon le stelle la notte
quando stanche di splender da sempre
pongon fine alla vita
lor dolce
ma grave
 
***
 
Argento liquefatto
che scivola su un fiore
Lago che si arruffa
per un tremito di foglie
Bosco di misteri
che trafiggono l'aurora
Eco di bambini
che si spruzzan di sorrisi
Ricordo di campane
spezzate nella sera
Torre di cristallo
che si tinge della luna
Ombre di farfalle
Sulla spiaggia all'imbrunire
 
***
 
Nel mio cuore accartocciato
un mostro sbeffeggiante sta ridendo
Ride
della fenice che rinasce in me ogni giorno
per venir straziata ancora
Ride
dei miei occhi fissi sul tramonto
mentre l'alba sta nascendo alle mie spalle
Ride
crudele
Ride
indovino

Liliana Picchianti
 
Non è mia la vita
 
Uscii dal grembo
materno, piccola
ignara di essere
nel ristretto spazio
di tempo assegnatomi
da millenni di avi.
La mia sola possibilità
per tutti i secoli avvenire
di passeggiare vivere
gioire soffrire
sul bellissimo pianeta
azzurro dorato dal sole.
Non ho chiesto io
di arrivare nel tempo
di tante scoperte
e innovazioni
dove l'uomo preso
dal suo grande progresso
non si accorge dei valori
in lento continuo regresso.
Non sento mia la vita
che mi è stata donata
gratuitamente con amore.
Vengo dall'infinito
e cammino rapida
verso il traguardo,
la morte sorella
della vita mi segue
spesso devia giocando
illudendomi di dimenticarmi
Ma altri continuano ad arrivare
da molto lontano:
Bisogna andare…
Non sento mia la vita.
 
 
 
 
 
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Anna Pierobon Lacara
 
Futuro
 
Non vedevo nulla.
Ogni possibilità
era celata dietro cose
troppo incomprensibili.
Era un'assurda processione
di anime
e nessuno se ne rendeva conto.
Erano trasportati dalla corrente
come cadaveri squartati
a far rossa l'acqua del torrente.
Una macabra danza
intorno al centro.
Ma cos'era il centro?
A nessuno importava saperlo.
E continuava quell'orribile
danza assurda.
Un rito satanico
attorno a un fuoco gelido.
E viscidi serpenti a strisciare
fra i nostri piedi.
Cercavo la tua mano.
Dovevi trascinarmi
controcorrente.
Sola. I cadaveri erano
davvero troppi.
E il sangue mi soffocava.
Non era luce.
Il fuoco gettava ombre confuse.
Tutti ballavano
senza chiedersi perché.
Io non volevo più ballare.
Volevo entrare in quel fuoco.
Volevo conoscerlo fino in fondo.
Diventare con lui una cosa sola.
Anche se non lo conoscevo.
Tu eri al di fuori.
Non avevi mai ballato
attorno al fuoco del centro.
O forse l'avevi fatto.
Ora però mi guardavi
mentre anche il mio corpo
diventava un cadavere
nella corrente.
E la tua mano era
sempre più lontana.
Tu eri la luce
Io ero nel buio.
Ero sola finalmente.
Sola contro il mio fuoco.
Tu non potevi più aiutarmi.
Era la mia vita.
Dovevo riprendermi il mio corpo.
Allontanarmi da quel fuoco.
E fondere la mia anima
con la tua.
 
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Gabriele Radwan
 
Fantasmi
 
I fantasmi non sono
solo morti...
viviamo tra i fantasmi
ogni giorno camminando
su terra con piede umano...
fantasmi,
come il barbone,
disteso al sole,
sacco di stracci
senza più viso né parole,
come il lavavetri
quando chiede
riceve in risposta
un iroso rombo di motore...
come la vecchietta,
similmente ad un vascello naufragato,
dimenticata a marcire
davanti a un televisore.
Anche loro
sono fantasmi
sono li...
ma nessuno li vede e sente

Cecilia Resio
 
Rico Pelù
 
Qualche volte mi accorgo
del vento solo perché prendo il volo
e vado vado più in là
 
stando sopra le teste
gli umori
con gli occhi riprendo
cinquemila soldati da guerra
 
rifletto sull'aria malsana
di quest'universo canuto
 
sulle fosse stracolme di morti
su montagne di scarpe
sulle mosche negli occhi
sulle pance bambine
 
e sui topi padroni di case
 
Poi lascio che passi la bora
e torno ritorno al di qua
 
e mi sento lontano dal mondo
schiavo e marcito
addossato ad un muro sbrecciato
con la foto di un cane
Rico Pelù
che in zona Vittoria si è perso e smarrito
 
 

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Miranda Rigato
 
Destino
 
...Agosto '99
 
Posso chiedere al vento
di non soffiare?
posso chiedere al sole
di non sorgere
alla notte di rischiararsi?
Posso chiedere al destino
di non compiersi
al tempo di fermarsi?
Posso chiedere alle note
di non cantare
al cuore di non amare?
Schiudi le braccia
accogli la felicità
che un giorno verrà.
 
***
 
Perle
 
Settembre '99
 
Sguardi tristi
sorrisi vuoti
nel giorno passato
a raccogliere
le perle dell'anima
perdute lungo il cammino
di una vita vissuta
nel pieno del suo furore

Antonio Rossi

Opera Segnalata dalla Giuria

 
 
Ladri di caramelle
 
Nubi di ferro sulla collina dei cigni d'oro hanno deposto uova di cielo,
è l'era dei cani freddi impolverati di dolce rugiada,
è l'estasi di un sogno errabondo dedicato al vento,
è l'ora degli scogli senza buchi cosparsi di gabbiani.
 
Andiamo, siamo in tanti, arriveremo presto
e coglieremo i fiori freschi dell'amore;
il sole già risplende nel cuore dei cerbiatti,
è l'ora delle grandi meraviglie addormentate.
 
Andiamo, ragni gialli, carabinieri azzurri,
farfalle galoppanti, pistilli deliranti,
amanti di una luna che non si fa vedere,
amanti della neve di Natale.
 
Amanti di una notte senza stelle,
ladri di caramelle e di gelati,
bimbi affamati dalle pupille astute,
agnelli sacri squarciati dalle api.
 
Nubi di ferro nei corridoi della memoria hanno corroso arpe soavi,
è un suono ormai malato di corde intorpidite dai ricordi,
è l'alba di un'onda soffocata dagli squali,
è l'ora di una razza ariana mezzo ebrea mezzo cristiana.
 
Andiamo, siamo in tanti, arriveremo presto
e come cavalieri saranno sempre eroi;
il sole già risplende nei petali bagnati,
è l'ora di giocare con quelle vecchie trottole.
 
Andiamo, angeli dormienti, stelle cadenti,
cancelli spettinati, valvole di seta,
raggi di cometa, granchi senza denti,
lenti senza occhi, semi di ginestra.
 
Andiamo, rane bianche, corolle delle rose,
anemiche fatine, armoniche chitarre,
ruscelli di lenticchie, zampilli di leggende,
orrende tartarughe scaraventate in mare.
 
Andiamo, siamo in tanti, arriveremo presto
e coglieremo i fiori freschi dell'amore.
 
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Paola Schiaroli
 
Tempo che va
 
Quel pino ripiegato su se stesso
Canta al cielo l'immensità del tempo
Mentre i pensieri... intrecciano i ricordi
Tessendo la tela della vita.
 
***
 
Libertà delle piccole cose
 
Scivola lenta
Sul vetro
Una lacrima di pioggia
S'arresta
Continua poi indecisa il suo viaggio
Ecco!
Ora cambia direzione
Un soffio di vento
E spruzza leggera
Nell'aria la sua libertà.

Giovanni Sciarroni
 
La fossa comune
 
Si leva, dal canneto fresco, vento novello
e di verde nel cielo si odora.
Qui, nella fossa comune giaccio,
ai confini del ruscello allegro,
dormo, alcuni dicono, aspettando la luce.
 
Quanto fracasso per uccidere un uomo,
quanto poco tempo, per decidere di farlo a pezzi,
quando uccidere non basta, l'uomo, mio fratello,
è sempre presente, a rinnovare il rito arcaico
di Caino.
 
Ci hanno presi all'alba, all'ora di quando tutto nasce,
le nostre vite invece, si avviavano al tramonto,
inchiodate con raffiche di mitra sul cemento amico delle nostre case.
Neanche il tempo di svegliarci ci hanno dato,
l'attimo per una bestemmia, una preghiera o una maledizione;
forse già troppo lunghe, gli saranno sembrate le nostre vite.
 
I militari sono tutti uguali,
quando si schierano per formare il plotone di esecuzione,
rispondono all'ordine come cani,
che credono solo e ciecamente nel loro padrone,
abbaiano nel branco allo stesso modo,
mirano al destino del condannato a spezzare il filo teso della sua vita.
 
Qui nella fossa comune, da tempo giaccio, come altri che mi hanno preceduto,
io, che ero vicino al duemila, pensavo magari di morire in altro modo,
non so! una malattia legata al benessere,
un incidente automobilistico
o, nella peggiore delle ipotesi, un rapinatore.
 
Nulla di tutto questo mi è accaduto,
sono morto per l'ingiusta sentenza decretata,
nulla è cambiato,
la spada, la gogna, il fucile e l'atomica
la stessa identica mortale ferita
nulla, nulla è cambiato;
solo il numero dei condannati.
 
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Serenella Scipioni
 
Anche tu vivi
 
Nel fruscio
ora sottile, ora squillante
di animaletti che instancabili
lottano per districarsi da intrecci vegetali,
così,
inglobate le tue risorse
da chi ha voluto farti credere
di non averle possedute mai,
risollevati
dai cumuli
di impietrite distorsioni,
riversate a piene mani
se i rovi della vita
si aggrovigliano contorti su di te.
Riappropriati
della tua dimensione unica
e gridalo al mondo intero,
sovrastandolo di stupefacenti,
colorate, multiformi libertà
 
 

Giovanni Scribano
 
Impresso nel fuoco
 
Frammenti di conchiglie nel fulgore della morte,
illusione di qualcosa di netto,
corpo imperturbabile, rigide palpebre, collo d'antilope, seni di pietra.

Un serpente nel fumo si consuma, nella cenere scura.

Linee oblique alla finestra, scritture geometriche nel sole;

d'oro é dipinto lo spigolo vuoto.

Bianca rassegnazione sulle labbra le cenere imprime;

respirando illusione, sul corpo un' impronta di rigidità

guscio di morte, tronco d'agonia, freddo similacro d'angoscia.

Bruciano le lettere al bordo del letto; vedi, palme nel cielo dorato bruciano.

Nel calora un'ombra imprime la sua esteriorità in fine rilievo.
***
 Una vita per sempre
 
Sorridi.

La marea lascia la grotta.

Temi la vita?

Sii solamnte te stesso, troppe lacrime intorno a te .

Scegli il coniglio volante e al tempo sorridi.
La tua vita dimentica ; vivi, grida, respira.

Nell'aria una corrente, nel sole vivi e dimentica

***
 
Tempo d'usignoli
 

Tremano i rami sopra il fiume,

secche le tue labbra, nude,impossibili.

Il cielo mi chiama, il mondoé addormentato.

I giunchi tristi e perduti aspettan nell'ombra.

Andiamo, puri usignoli voglion vederti con l'abito delle nuvole

***
 
Infanzia
 

Un fiume in piena in terra ovattata,

dei petali di tenero argento in estasi dorata,
un cuore sommerso nella sabbia, questo é l'infanzia
 
 
 

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Angela Torta
 
Mare
 
Ho visto le anime
sollevar le onde
liquido sudario
vivo e palpitante,
mare crudele,
di fascino malefico
amante mortale.
 
Nelle voraci spore,
nelle valve iridate
la nuova vita di chi l'ha perduta
tutte le perle di Dio
finiscono e nascono in te,
mare.
 
***
 
Polvere
 
Di tralci spinosi
ho cosparso la mia vita
il buio, il silenzio,
mi sono intorno.
 
La notte, mia amica,
mi guarda silente
m'acceca dall'alba
il freddo candore.
 
La mia anima è un deserto
dove vaga senza meta
ho perduto la strada della vita
ed il sole appare sempre più alto e ardente
 
Non c'è più la fonte dove attingere la tua linfa,
ovunque c'è polvere
e nella polvere mi trascino.
 
 
 

 

 
Simona Vecchini
 
Non aprirti porta
 
Non aprirti porta,
maniglia non girare,
almeno per questa volta,
almeno per questa notte,
fa che possa addormentarmi
dalla parte del cuore,
fa che possa muovermi
senza fare rumore.
Tieni lontano
quel fantasma crudele
che bussa piano
senza farsi vedere,
che è tra le lenzuola
e mi prende l'anima
senza farmi respirare
aria pulita.
S'impossessa di me
senza difese,
s'impadronisce di me
senza guardare
lacrime copiose
che solcano il viso,
mani aperte
in cerca del paradiso.
Nessun grido,
nessun gemito,
tutto soffocato
da un dolore muto
che niente può liberare,
che tutto assorbe.
Non aprirti porta,
tienilo lontano
questo padre padrone
che la vita mi ha dato
togliendomi il respiro.
 

 

 

 

 

 

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Lilia Verri
 
Esci dai tuoi gusci pietrificati
Respira il cielo
La forza del tuo sogno
urla dentro al tuo silenzio
Nell'altro serve
se non ascoltarti
 
***
 
Succede a volte
nel cuore della notte
di sentire un suono lontano
par di cembalo
par di violino
S'invola nell'aria
come nuvola chiara
un'immagine azzurra
Sei tu, madre mia
avvolta in veli di neve
col tuo pallido sorriso
di angelo stanco
 
***
 
Metamorfosi
 
Erano i giorni sonnolenti dei freddi inverni
e delle estati afose.
Trasparenti le pigre acque del fiume
Smaglianti i colori della bella stagione
Scorreva la vita su binari consueti
Poteva spezzarsi quel ritmo di buio e di luce
in quel piano fluire di minuti, di ore?
Non lo credeva la bambina forestiera
Perduta nei giochi correva correva,
nel verde nel sole.
Confabulava con le nubi, la luna e le stelle
in uno spicchio di cielo velato d'argento
Rientrò tardi anche quella sera
Trovò la porta spalancata, la casa vuota.
Non capiva, non capiva!
Oltre i pioppi, vide il sole tramontare
Una smorfia di dolore. Moriva l'infanzia
Non più libere ore
non più giochi in un evanescente vaneggiare.
Rimaneva la vita
a capo chino, verso l'erta salita.
 

 

 

 

Maurizio Vivaldi
 
Sogno come d'ormeggio
la quiete
e lieve danza d'acqua
ai raggi vivi sui solitari intarsi.
 
Eccoti, dove posa il vento
e l'occhio s'acquieta
traversando la pioggia volatile
d'emersi, (irrequieti) gabbiani.
 
All'adagio del salino,
la posa dei dolci colori
raggelano d'inverno le pose
sul filo di uno scheletro legnoso,
le prore nelle carezze d'onda
ed un riflesso immerso in poche ore.
 
Se non per la vaghezza che sfiora
i fianchi come un fiore di velluto,
non suona alcun rumore
tranne il cuore
e l'anima sovrana è il
suo silenzio.
 
***
 
Strali di notte d'assenza ventosa.
Calma e calura d'un intreccio umano,
volge, tra approdi di risacche,
a incidersi la cute di una estate indenne.
 
Di palpebre si aggrava nella veglia
la luce di scintille e di levante
un volo delle astratte stelle a mare
d'imperbole impossibile di seta.
 
Al grido d'ogni carne che richiama
s'eleva, bianco acceso, il volo invaso
d'odore e di stupore permanente,
un cuore a fondo d'una bassa nube.
 
Sussultano le sagole rapite,
errore o divergenza della terra
nel fondo d'uno spigolo e d'un soffio,
espansa lontananza che non trema.
 
TORNA ALL'INDICE
Massimiliano Zaccarotti
 
Colorami gli occhi
sezionami il cuore
ascoltami suonare controvento
La luna è una sfera informale
che rotola nel nero surreale dell'inconscio
Sciogli le mie mani
libera la lingua
muoviti in sedicesimi sopra di me
Moltiplica i miei punti di vista
inducimi a dedurre
...traccia linee astratte
e rappresentami
Lo spazio è il tuo corpo
la luce il tuo volto
il tempo è la tensione indomabile
Vincimi respingimi
violentami abbandonati
...respira lentamente
Il sole futurista
infrange i vetri della notte
mentre tu ti alzi
ed esci dalla stanza
si riflette
dal dorato specchio che oltrepassi

l'enigma metafisico

 
Cesare Zinato
 
Il Matrimonio
 
Ed alla fine cosa rimane?
Un'aurora affilata.
Ed il tuo sorriso dov'è?
È rimasto a rincorrere
un pensiero latente: il nulla!
E non mi serve respirare
se poi ineluttabilmente si cade.
Ridi... ridi di me...
Silenzio avvolto nell'ombra,
le tue piume sono belle,
intrecciate d'oro e d'argento,
ma guardati allo specchio
e prova pietà del tuo ghigno.
Ogni battito è agonia
sull'orlo del baratro,
cadrai risucchiata nel sospiro:
il vuoto di un desiderio!
E le mani si sgretoleranno
in piccoli granelli di sabbia
difficili da capire.
Apoteosi nella mente perché
la fine non è lontana...
ci spia vigile!
Ci batteremo per arrivare
ad un unico traguardo.
l'unica via d'uscita:
la morte di un pensiero.
Accorrete gente, accorrete
oggi si celebra il matrimonio
tra il danno e la beffa:
...la vita.

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Antonio Zocchi
 
Mia immagine allo specchio
 
3/2/99
 
Mai pago,
il mio senso di ricerca,
che tenta confini
anche solo con lo sguardo.
E se riluce,
per aprire uno spiraglio,
lo fa con timidezza
e con pauroso sfogo.
Essere sempre in cammino.
Allora la mia rabbia mi fa scrivere
e creare infiniti incastri,
che compongano un'immagine,
che respiri, che sia viva,
o per lo meno veritiera.
Ed anche se i fantasmi
dell'irreale intrecciano trame,
tuffandomi nel fantastico
e nell'astratto del mio sogno,
tu sei sempre avanti,
mia immagine allo specchio.
 
 

Marcella Zucchelli
 
Parlerò alla luna
 
Questa sera parlerò alla luna.
Le dirò di una bimba
che raccontava i sogni
per poterli credere,
ed imprigionava la luce nelle mani
per potersela tenere.
E parlerò al vento di deserti lontani,
dove il sole fa piccoli gli occhi
e gli orizzonti sono sempre uguali.
E parlerò al mare,
quando le onde vanitose
si pettinano i riccioli
sotto riflessi d'argento.
Socchiuderò gli occhi
e sarò ancora quella bimba,
cresciuta con i sogni
stretti nei pensieri.
 
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