Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
- Antologia del premio letterario
Poesia a Chiaromonte 2001
- INDICE
- Prefazione-Ringraziamenti-Vittoria Aceto-Francesco Antonio Arleo-Adriano Barghetti-Simone Barsanti-Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò-Carmen Bertozzi-Anna Bor-Silvana Brigandì-Vasco Brondi-Marta Brunetti-Serena Caciolli-Sara Cagnani-Enrico Calenda-Simona Capodanno-Silvia Cappiello-Chiara Castellani-Elena Cenacchi-Donato Cerullo-Alessia Cervelli-Raffaella Ciovi-Alessandra Crabbia-Erico Cristaldi-Enzo Cursio-Pasqualino Cutolo-Filippo Giuseppe Di Bennardo-Chiara Di Emidio-Concetta Di Nardo-Antonina Di Noto-Paola Donadelli-Aldo Renzo Duranti-Simone Fagioli-Carmine Ferrara-Marco Galvagni-Marco Gambuti-Maria Garau Guadagnini-Gianpietro Ghislandi-Salvatore Giuppa-Simonetta Gravina-Gianni Guglieri-Addolorata Laera-Simona Lambertini-Maria Cristina Latorre-Carlo Leoni-Eugenio Lucci-Bruna Luciani-Stefano Mallardi-Elisabetta Meli-Dino Valentino Moro-Michela Musatto-Caterina Oddenino-Gualtiero Palermo-Marco Palma-Carmine Palmieri-Liliana Paparini-Stefano Patruno-Maria Pellegrino-Stefano Pennacchi-Massimo Petruziello-Domenico Piccirillo-Maurizio Pivatello-Laura Ranzi-Ermano Raso-Raimondo Rocchetti-Annunziata Romeo-Stefania Santarsiero-Maria Laura Satta-Luciana Scaglia Grenna-Maria Francesca Schito-Jolanda Serra-Piera Spiller-Clelia Toso-Francesca Ulisse-Stefano Valeri-Silvana Varotti-Rebecca Vella-Engel Von Eiche-Filippo Secondo Zito
- Nel presentare ai lettori il prezioso volumetto edito da "Il Club degli
- autori" collana "Le schegge d'oro", riguardante le liriche dei
- poeti che hanno concorso al Premio letterario "Poesia a Chiaromonte", alla sua quarta edizione, chiudevamo il nostro breve scritto di prefazione formulando l'auspicio di una nuova e perciò quinta edizione del premio per l'entusiasmo che la poesia riesce ancora a suscitare in ogni stagione della vita, per il rispetto, la serietà e la consapevolezza con cui ci si accosta a questa intramontabile espressione artistica, sconfiggendo ogni velleitarismo, pur nel tentativo di percorrere nuovi territori attraverso un sano sperimentalismo, segno di vitalità culturale, di ricerca e di testimonianza.
- Malgrado nuove paure e nuovi pericoli attraversino la civiltà occidentale, c'è sempre voglia di pensare, in termini poetici, la realtà e la propria vita interiore. È presente negli "Eterni adolescenti", la volontà di produrre testi scritti, di liberare la propria creatività con l'intento di scalare l'Elicon e il Parnaso.
- Poiché, personalmente, non crediamo alla eclissi dei "maestri" né al declino dei modelli culturali del Novecento, è onesto riconoscere chee questo concorso, alla sua quinta edizione, ha mostrato in quale misura i poeti abbiano imparato la lezione, non restando legati a quella o a questa scuola né a questo o a quel maestro, ma vivendo un processo di faticosa, lenta e preziosa liberazione. In una parola, un naturale, necessario e progressivo distacco.
- Nei componimenti presentati emergono due tendenze fondamentali: la prima, ad una discorsività più aperta fino alla provocazione; la seconda, alla narrazione o alla recitazione, alla confessione e all'autoanalisi. Persistono ancora, non sappiamo se con merito o demerito, forme radicate della disciplina del verso, quanto piuttosto come ingenua e fanciullesca invenzione tendente al filastrocchismo aritmico.
- Alcune liriche, tra le più belle, ricadono, nel campo della scrittura visiva, tutta dominata dallo sguardo non completamente impersonale: il poeta dismette la penna per brandire il pennello. L'effetto raggiunto è di un realismo oggettivo in cui le cose, le persone e gli eventi sono visti immersi nella loro essenza, tutti uguali solo a se stessi, apparentemente privi di pathos, ma non esenti da forte capacità allusiva, destinata a tracciare un orizzonte che va oltre il quadro "descritto" e che appartiene alla sfera affettiva.
- Facendo riferimento alla "poesia giovane" e precisamente alla sezione C del concorso, ci vien fatto di dire che si va in direzione di una maggiore incisività del verso. Rispetto agli anni precedenti diminuisce la tendenza ad enfatizzare e a banalizzare la realtà, attraverso toni declamatori, mentre si avverte un lavoro più impegnato più sulle parole e sui testi, alla conquista di una consapevolezza tecnica e linguistica, una sincera ispirazione.
- Pochissimi sono coloro che hanno raggiunto, fino a questo momento, un linguaggio asciutto, sbaglio ridotto all'essenziale, privo in apparenza di appelli emotivi, ma teso ad approdare alla scrittura epigrammatica.
- Una speciale menzione va riservata alla poesia femminile.
- A differenza di quella maschile, è più ricca di freschezza e aggressività verbale, sa di maggiore concretezza, presenta sempre un senso vivo del corpo ed è caratterizzata da una comunicazione rapida del messaggio.
- Al di là della selezione imposta dalla liturgia dei premi letterali in genere che esigono una precisa classifica, per cui una poesia viene valutata più valida di un'altra, (le motivazioni sono d'obbligo e fanno parte delle regole del gioco) la Giuria ha inteso promuovere quelle liriche più vicine alla sensibilità moderna, ricche di profonda umanità e di spessore morale non disgiunti da un linguaggio poetico che, impegnando nuove tecniche ed incisivi strumenti compositivi, assicura chiarezza d'ispirazione, immediatezza di stile e identificazione di contenuti.
- Infine, il successo di questa quinta edizione del premio va ascritto alla capacità gestionale del signor Massimo Sassano, che ha saputo tenere le fila di un discorso organizzativo con vivo senso di responsabilità, utilizzando le esperienze degli anni precedenti. Non va sicuramente ignorato il lavoro "multa cum cura" dei membri della Giuria, che non hanno mai inteso operare una meccanica e brutale selezione, bensì recuperare, quanto più possibile, le espressioni, gli accenti e le voci più autentiche della poesia.
- Francesco T. Armenti
- Presidente della Giuria del Premio
- Vittoria Aceto
- Opera 1a classificata - Sezione C
- Tramonto
- O, dolcissime,
- meravigliose utopie
- perdute
- che gioia
- ritrovarvi, in quei teneri
- raggi di sole
- scarlatti
- Un sogno
- vola via dalle mie mani
- come una farfalla
- dalle ali dorate,
- e la speranza
- non mi abbandona
- Resta nel cuore,
- casta, pura, inviolata
- Ti vedo sbocciare,
- o rosa
- I tuoi petali candidi
- mi accarezzano
- e quale magica ebbrezza
- donano
- alle mie guance
- Voglio rivedervi,
- o visioni eteree
- del tramonto
- domani, forse,
- o stanotte?
- Soltanto se è possibile
- Perché la notte
- non giungerà mai
- Maria Luisa Beck-Peccoz
- Spanò
- Opera 5a classificata - Sezione A
- Ostinata primavera
- Sotto l'ombrello nero
- la tua faccia chiara
- di ragazzo
- - una faccia da figlio -
- ha incrociato
- il mio sorriso
- spavaldo, allegro,
- incredulo, per nulla materno
- sotto il mio ombrello
- denso
- di grandine gelida di primavera.
- Il mio sfrontato sorriso
- privato
- ha contagiato
- i tuoi denti giovani
- la tua bocca fresca
- i tuoi occhi
- malandrini.
- Ed io, fradicia di gratitudine
- ho continuato
- ad attingere
- alla tua fonte mattutina
- dandoti solo, in cambio,
- questa mia tarda,
- ostinata primavera.
- Simona Capodanno
- Il percorso di una lacrima
- Una lacrima nasce dal cuore
- quando il cervello la concepisce.
- Poi va alimentata:
- ella si nutre di dolore.
- Impara a camminare
- e vaga nei tuoi visceri.
- Cresce e diventa forte
- finquando è pronta a uscire.
- Diventa un messaggero
- lì, sotto i tuoi occhi
- ammicca
- luccica e si riflette,
- orgoglio di chi la generò.
- Pensate a quanta strada,
- pensate a quanta storia
- eppure spesso accade
- che vada si sprecata.
- Scende su un petto ansante
- cade su un foglio bianco
- intride una tela fine
- dalle belle cifre intrecciate.
- Ma nessuno sa quel che ha in sé
- se non chi la pensò.
- Una lacrima nasce dal cuore
- ed è sempre ad un cuore che torna.
- È tempo di curarsi
- Polmoni sgonfiatevi
- occhi oscuratevi
- sangue fermati
- cuore riposati
- cervello addormentati.
- L'amore è andato
- e non si può
- soffrire oltre.
- Altro non posso offrirvi
- se non l'oblio.
- Silvia Cappiello
- Avari di amore
- Sono avari di parole.
- Ma una parola mi può guarire.
- Sono avari di gesti.
- Ma un gesto mi può salvare.
- Non mi ascoltano. Mi feriscono.
- E non c'è nulla per la mia disperazione:
- non solidarietà, non amore.
- Io, a loro nulla chiedo.
- Ma tu, signore, folgorali,
- rendendoli d'improvviso consapevoli
- dello squallore della loro anima
- con un rimorso
- devastante e crudele.
- Ti puoi salvare
- Ti puoi salvare:
- se leggi nello sguardo di un bimbo misero
- il suo bisogno di nutrimento
- e nelle pupille opache di un cieco
- il suo dolore per non vedere il mondo
- e sul volto di un ammalato
- i suoi appelli inespressi,
- la sofferenza per il tradimento
- di chi amò
- e che, immemore, lo trascurò
- Porgi tu la mano agli ignorati,
- a chi soffre, agli ammalati,
- perché a quello sguardo,
- a quelle pupille,
- a quella stretta di mano,
- il signore ha legato al dolore
- il suo immenso amore.
- Alessia Cervelli
- Passione
- Rami di pesco intrecciati
- in un giardino di rose fiorito
- di passione e di peccato intriso
- in cui giovani amanti, rincorrendosi
- si lasciano andare a risa gioiose.
- Rami di pesco intrecciati
- in un giardino di rose fiorito
- spettatori silenziosi di un passionale ardore
- rimembrano baci rubati alla luna
- nel candore della sera.
- Rami di pesco intrecciati
- in un giardino di rose appassite
- che con il capo chino al terreno
- piangono tristemente il tempo passato,
- tempo di giovani amori.
- Antonina Di Noto
- A mia sorella
- Il sole dell'estate incipiente
- non scaldò le tue gracili fredde
- mani, il viso atteggiato a un lieve
- dolce sorriso. Tutto era immoto
- Un vuoto nel cuore, nell'animo
- un subbuglio! Son trascorsi anni
- ritornano in mente pensieri, dolci
- ricordi di un animo eletto.
- Eventi non più palpabili son
- diventati evanescenti! Da poco
- anche l'amata gatta non è più:
- nell'ultimo stento, forse, bramava
- che al fine potesse raggiungerti
- nell'infinita beata dimora!
- Paola Donadelli
- Di fuoco e di cenere
- E giunse un uomo a portarla via
- con un biglietto per la vita,
- promessa taciuta d'offrirle
- quello che solo lei poteva offrirgli.
- Oltre lagune umane la condusse
- dove tramonta il tempo;
- e dove nessuno dimora
- furono così grandi
- da salvare se stessi e tutto
- dalla solitudine.
- E giunse il tempo a portarla via
- ancora stretta al biglietto scaduto,
- eppur rapita nel volteggio
- che trasforma ogni fiaba in storia.
- Oltre legami umani la condusse
- dove tramonta il mondo;
- e dove nessuno rimane
- l'inchiodò nel vento
- e trafisse la sua voce.
- Di lei s'ode soltanto l'aria fina
- che a lui va recitando il segno
- dell'antica promessa
- &endash; non posso più parlarti,
- ma mi hai tra le mani &endash;,
- come in un rito
- di fuoco e di cenere.
- Salvatore Giuppa
- Respiro
- Occhi, labbra,
- cuore, mani,
- piedi,
- respiro.
- Voglia di toccare il cielo
- e sentire l'ebbrezza dell'infinito
- e sentirmi vivo per sempre.
- Capire, comprendere,
- chiedere, ascoltare
- scendere nei fondali del cuore,
- scendere e risalire
- e poi respirare.
- Silenzio, toccare,
- osservare, sorridere,
- continuare a respirare
- durante e dopo la vita.
- Vorrei dormire profondamente
- su quel prato sempre in fiore,
- là,
- dove lo spazio e il tempo
- cedono il posto all'amore.
- Vorrei correre sul quel prato
- come un bambino che corre
- per abbracciare la mamma,
- e sentire nel cuore
- il fuoco innocuo dell'amore
- e la freschezza della Libertà.
- Simonetta Gravina
- Il piccolo mondo
- Nel piccolo mondo, la vita è più lenta.
- La gatta sonnecchia sotto la panca.
- Fumante sul tavolo c'è un po' di polenta.
- Nel tino ribolle il vino, e fermenta.
- L'aroma di brace e il profumo del mare,
- il vento confonde in un matrimonio d'amore.
- La gente piccina si leva col sole,
- e con le galline va presto a dormire.
- La porta socchiusa mi invita ad entrare.
- Si scalda il mio cuore, al tuo focolare.
- Ti sento Amor mio, ritrovare l'Amore.
- Se tu sei in pace, sereno è il mio cuore!
- Addolorata Laera
- Rapita dalla luna
- Cullati!
- La bianca amaca
- in cielo sospesa
- attende il tuo sogno.
- Ricordi?
- Serafica, rubò lo sguardo antico
- di te bambina che, immobile,
- restavi a fissarla
- nella magica oscurità.
- Misteriosa
- silenziosa,
- su quel muro di pietra bianca,
- eri sfinge e musa,
- complice della notte,
- figlia dell'eternità.
- La tua fronte
- lucida e perlata
- (specchio di lei!)
- il naso in su, a toccar le stelle
- eri vera ed eterna
- dolce e impalpabile
- bianca e azzurrina:
- creatura della campagna lunare.
- Incantata, seguivi la scia luminosa
- che ti chiamava a salire
- tra quelle curve materne
- e lenta scivolavi
- nelle sue maglie di seta
- (oh! Sonno quèto e rotondo)
- Rapita dalla luna!
- Carlo Leoni
- Inverno
- Le candide nuvole piangono sul mondo
- le lacrime di un passato ora presente.
- Le ultime foglie d'autunno
- danzano tra freddi venti d'inverno.
- Il sole di ieri sembra così lontano
- quando le gocce, come cristalli, toccano terra.
- Senza dissolversi si uniscono a festa,
- tutto si colora di bianco.
- Il gelo ricopre il mondo assonnato
- le prime luci dell'alba
- saluteranno l'inverno.
- Anita
- Viso di donna scolpito nel cuore
- di un sogno lontano
- che non conosce l'amore.
- Sei nata un istante
- dietro un sospiro
- ora vivi solo di questo sorriso.
- Di un pianto sincero
- sai bagnare il tuo viso
- dolce compagna
- del mio infinito.
- Il mio cuore
- ora sente la voce
- come eco in valle
- ripete amore.
- Stefano Mallardi
- L'amo di più
- Ogni notte
- vieni nel mio silenzio,
- dolce spirito dei ricordi.
- Mi prendi per mano
- e mi porti lontano,
- in quel mondo incantato
- che il tempo mi ha rubato.
- Rivedo le persone care,
- e poi contemplo tutto quello
- che mi apparteneva.
- Erano mie quelle notti magiche
- con le stelle che parlavano.
- Era mio quel mare azzurro
- con i gabbiani che salutavano,
- alla foce del Bràdano.
- Era mia quella giovane donna,
- e lo è ancora;
- e l'amo, l'amo di più:
- amo anche i segni del tempo
- che hanno mutato il suo viso.
- Gualtiero Palermo
- Dal cielo alla terra
- Un velo di nebbia
- offusca la grande giostra.
- Da lontano sagome
- di casette vuote.
- La bionda luce
- gira intorno.
- Grandi esseri adornati
- portano regali di felicità.
- Chiudi il carillon!
- Il suon sereno
- rimane un ricordo.
- Il ricordo di tempi nascosti,
- ormai lontani.
- Polveri di ghiaccio
- si infrangono docili
- sul tuo bel viso.
- Nascondono l'ombra
- di un misterioso sorriso.
- The real art
- Entrate, vedete e giudicate.
- Non importa chiunque voi siate.
- Si abbandona violenza,
- non c'è goccia di sangue,
- è qualcosa possibile a tutti
- come un cesto di fiori e frutti.
- Strategie, schemi, azione
- diplomazia, furbizia e passione.
- Si ambienta in ogni luogo,
- percorre spazio e tempo,
- e non è fantasia o magia
- ma solo un momento di pura follia.
- Siamo giunti all'ultima scena
- impervia, ardua e non oscena.
- Di energia ne ho tanta,
- mi rimane una sola vita
- ma la mia mente ormai è stanca
- è giunta l'ora di farla finita.
- Il tempo si fa via via più blando
- ed una domanda sorge spontanea.
- A che gioco stiamo giocando?
- Carmine Palmieri
- Poco importa che il sole
- Poco importa che il sole
- non sappia d'esser sole,
- o il giorno d'esser giorno, Signore.
- L'importante è che ci siano,
- l'uno e l'altro a testimoniare
- il tuo amore per l'uomo e per la vita.
- Poco importa che mani solidali
- di sconosciuti non sappiano
- cosa sia la solidarietà.
- L'importante è che ci siano,
- ad emarginare la povertà
- e situazioni di disagio,
- mentale ed affettivo.
- Poco importa che tu, Signore,
- abbia disseminato di dubbi
- e di difficoltà la strada
- che allontana dalla morte.
- È incomparabilmente importante
- che tu esisti, per te stesso
- e per tutti noi, deliziandoti
- e deliziandoci di eventi
- prodigiosi. E di Eternità.
- Liliana Paparini
- Dolcissimo enigma
- Possiedo occhi da gatta
- scruto anime
- e sottoboschi.
- Piccola gioia, tu dici:
- «Salvami dal
- nero artiglio».
- Nascondi la tua
- e la mia radice.
- Tienile lontane
- dal cinismo, dalla rabbia
- e dalle menti sterili.
- Sii la mia formichina
- e la mia lucciola
- d'inverno
- Sii pesciolina della mia follia
- e albicocca che
- mi tiene sveglio.
- "Dolcezza"
- se è questo che tu
- mi chiedi;
- come posso
- rifiutare?
- Sarò anche la tua
- fata turchina,
- se lo vorrai.
- Uscirò dal libro
- delle favole
- (a volte capita)
- i sogni potrebbero
- diventare realtà.
- Maria Pellegrino
- Sola!
- Una corrente di emozioni
- attraversa l'aria
- e porta immagini felici con sé.
- Un vento opprimente
- avvolge il mio fisico
- e mi fa ricordare che al mondo
- non c'è nessuno per me.
- Sola! Sola col caldo
- che opprime la terra,
- col vento che sferza le fronde,
- con la pioggia che bagna la vita.
- La notte richiama alla mia mente
- istanti perduti.
- Nel sogno, che lento scorre via
- rivedo albori di felicità
- troppo presto sbiaditi.
- La casa, le strade, il giardino
- ricordano tutti le stesse persone
- che ora, dal mondo, ormai son lontane.
- E tutto mi parla di loro
- e aspetto, col fiato sospeso
- che vengan da me.
- E basta! Io devo andar via!
- Lontano dal posto felice
- che fu dei miei cari.
- E sola, vivrò la mia vita
- nel sogno e nel ricordo
- di chi fu con me!
- Domenico Piccirillo
- Sul Fiume
- Vorrei gridare forte il mio dolore,
- ma qui non posso;
- andrò sulle care rive,
- camminerò tra salici argentei
- e frondosi pioppi,
- ricordano giorni felici,
- dolci momenti di ore liete;
- sono stati muti testimoni
- di un grande amore.
- Là, tra le sabbiose sponde,
- lo scorrere del fiume,
- lo stormir di foglie , i canti di uccelli,
- griderò forte il mio dolore;
- la natura amica capirà,
- con le sue voci
- ed i suoni
- mi sarà compagna;
- quieterà del mio animo il dolore.
- Stefania Santarsiero
- Sei come pioggia
- Che cade in un momento
- E in un momento va
- Poi arriva il vento
- E spazza via le nubi
- E quindi
- Un po' di sole
- Che scalda lì
- Dove il mio cuore duole
- E ancora
- Un po' di vento
- Ma questa volta tiepido
- Lo sento
- E con il suo tepore
- Riporta la speranza
- Dentro il cuore
- Ed io
- Che son qui sola
- A respirar la brezza
- Della sera
- Odo la tua parola
- Lontana
- Poi vicina
- Quasi vera
- Mi stringo nelle spalle
- Per portare al mio corpo
- Più calore
- Un brivido
- Mi corre sulla pelle
- È un'emozione
- Che fa bene al cuore.
- Luciana Scaglia Grenna
- Uomini (numeri)
- Siete stati raccolti
- a tradimento,
- lanciati in piccole scatole
- di latta,
- sigillate,
- e portati in luoghi grigi
- e sudici
- per il continuo ricambio
- non richiesto.
- Numeri innocui
- con la sola speranza
- di essere cancellati
- in fretta
- per non assistere
- al doloroso calvario
- imposto da menti
- subdole,
- minate,
- assetate solo ed esclusivamente
- di caldo sangue.
- Silvana Varotti
- Il tam-tam delle donne
- Parlano, parlano
- parlano.
- Raccontano, raccontano
- si raccontano.
- Due donne affiancate
- hanno sempre le labbra
- spalancate ai loro discorsi:
- mutui soccorsi.
- Il loro parlarsi è
- un innato aggrapparsi
- le une alle altre
- nella vita.
- Si scambiano confidenze,
- raccontano esperienze.
- Non temono il confronto
- nel reciproco racconto.
- Gli scambi di esperienza
- sono reciproca esigenza.
- Ti ringrazio bella signora
- sconosciuta.
- Ignara, nel racconto
- di una tua espezienza,
- mi hai di colpo risolto
- un'emergenza.
- Tam-tam-tam-tam.
- Il loro parlare non è
- sciocco né vano.
- Tam-tam. Il tam-tam
- delle donne che si danno
- una mano.
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E,Mail: concorsi@club.itins. 8 febbraio 2002