- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
|
-
Antologia
del premio letterario
Il CLUB dei Poeti 2002
|
- Nota introduttiva
di Gianmario
Lucini -
Rocco Angelo Accoto - Benedetta Aleotti - Paola
Ambrosio - Antonio Amenta - Michele
Ammirati -
Emanuela Ballotta - Michele Battaglia -
Maria
Luisa Beck-Peccoz
Spanò
- Andrea Bellini - Mauro Bertozzi - Giorgio
Bolla - Alba
Filomena Bove - Marta Brunetti - Emiliano
Bruzzese -
Valentina Bufano - Giuliana Buratti - Marco
Buzzetti -
Massimo
Caddeo -
Enrico Calenda - Carlo
Campeti -
Eugenio
Cancedda -
Danilo Canepa - Giuseppe
Carnabuci -
Marzia Carocci - Carlo Carrea - Daniela Ceccon -
Antonella Cigliana - Marco
Colombini -
Francesca Colombo - Cristiano
Comelli -
Wilmer Comin - Alessandra Crabbia - Franca
Cravino -
Giovanni
David -
Antonio De Lucia - Florinda Del Bianco -
Roberto
Del Duce -
Ester Deplano - Paola
Donadelli -
Francesca
Fazio -
Alessandro
Fiordi -
Barbara Fleres - Davide
Forgione -
Riccardo
Fumagalli -
Simone Galurchi - Gian Battista Gallotti -
Marimilia
Gastone -
Matteo Ghirardi - Luigi Gonano - Milena Grelli
Chiocchetti - Paolo Guido - Maria Gurreri -
Generoso
Iorio -
Matteo Kettmaier - Leonardo
Lastilla -
Maria Cristina Latorre - Carlo Leoni -
Valentina
Lipari -
Annalucia Lorizio - Mariano Luccero - Alessandro Lugli
- Enrico Magrini - Valeria Maiorano - Ezio Marinoni -
Giorgio
Mereu -
Ruggero
Monti - Lia
Navarotto - Gabrio
Neri -
Martino Orecchioni - Massimo Orsi - Fernando
Ariel Palacios
- Ilaria
Palmosi -
Alberto Pegoraro - Antonio Piana - Francesca
Piazzolla Vitobello
- Speranza
Porcheddu -
Natalia
Proietti Refrigeri
- Antonio
Pucciarelli
- Laura Ranzi - Emilio Ranzoni - Ermano Raso -
Giancarlo Remorini - Katia
Paola Elena Righini
- Marilena Rimpatriato - Luciana Riva - Maurizio Rizzo
- Nicoletta
Rolla -
Giovanni Roma - Edoardo
Roncatti -
Roberto
Roveda -
Fausto Sala - Silvio
Sangiorgi -
Alessandra Santini - Mariano Saturno - Adriano
Scandalitta - Andrea
Scano -
Francesco Schiavon - Linda Scuizzato - Simone Secci -
Gabriele Serpe - Matteo Tabacchini - Alessandro Toni -
Federico
Topa - Nadia
Trotta - Daniele
Vaira -
Mario Vecchione - Zilli Willer - Maria
Zabban -
Tiziana Zago
|
-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Nota
introduttiva
- La Giuria del
Premio Il Club dei Poeti 2002 è lieta di
presentare una scelta di testi che, nell'edizione di
quest'anno, mostra una progressione qualitativa degna
di rilievo. Non si sta certo affermando che nelle
edizioni passate i testi siano stati di qualità
scadente (è sempre bene precisare...), ma
soltanto che in questa edizione gli elementi positivi,
il numero delle poesie che ci hanno convinto, sono
state di un buon numero superiori, tanto che si
è avuta una qualche difficoltà a
scegliere il terzetto dei premiati e la classifica
delle prime dieci. Purtroppo, la regola vuole che si
faccia una scelta, e in coscienza abbiamo cercato di
premiare le poesie che - ovviamente a parere
soggettivo - ci sono sembrate migliori. Ma, per
seguire il ragionamento iniziale, la qualità
dei testi meritava in più occasioni un
riconoscimento che non si è potuto dare e
cerchiamo pertanto, anche per mezzo di questa
raccolta, di ovviare all'inconveniente.
- I poeti
dell'edizione 2002 hanno inoltre dimostrato
sensibilità non soltanto ai temi più
frequentemente affrontati nella poesia emergente
(l'amore, il sentimento filiale o paterno o materno,
l'inquietudine esistenziale, il sentimento religioso,
ecc.) ma non poche composizioni si sono soffermate
anche sugli avvenimenti sociali e politici, come ad
esempio la vicenda dell'11 settembre 2001 - che,
credo, molti artisti hanno ripreso, in ogni cultura e
in ogni campo dell'arte.
- La poesia di questa
edizione insomma, così almeno ci pare, sembra
anche più decisamente proiettata in una
dimensione sociale, con non rari cenni di poesia
civile. Scema la vena intimistica piegata sul proprio
"io" e si fa sempre più corposa una ricerca di
sentimenti condivisi, un "noi" più corale,
come a ricercare, anche in questo comportamento, di
stringersi in una solidarietà sociale
più profonda e più matura.
- Eppure, dirà
qualcuno, il terzetto dei premiati non ha scritto
poesie sociali, ma poesie d'amore. E questo è
vero. Ma, a ben vedere, il pregio di quelle poesie non
sta nel tema trattato, ma nel come è stato
trattato, alludendo e mai dicendo esplicitamente, con
spontaneità e bandendo la retorica, attingendo
a un'ispirazione sentita e non a costruzioni
artefatte. Paradossalmente (ma non tanto) in tutte e
tre le poesie d'amore, non è mai scritta la
parola "amore" o il verbo "amare" o sinonimi, ma
è chiaro che non si può scrivere poesie
del genere senza essere innamorati.
- Abbiamo accennato
alle poesie vincitrici - per arrivare al dunque - per
significare che quanto abbiamo trovato nelle poesie
premiate, e cioè quella prerogativa
dell'allusione, questa attenzione alla
genuinità dell'ispirazione, questa maggiore
attenzione per la lingua e la prosodia, sono la nota
generalizzata nei testi di tutti i partecipanti che
giustifica la nostra affermazione di essere di fronte
a testi di buon livello, che non lasceranno deluso il
lettore.
-
- Gianmario
Lucini
- Presidente
della Sezione Poesia del Premio Il Club dei
Poeti
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Michele
Ammirati
-
- Silenzio
-
- Ad ogni
rintocco
- nel
silenzio
- due
parole
- a fior di
labbra
- nel
singulto
- dell'assenza.
- Le urlerò
al ritorno.
- Le urlai in
altre vite
- su prati
fioriti,
- tra cespugli di
rose
- nell'alone
rosarancio
- delle albe e dei
tramonti.
- Nell'immemore
vivere
- di
allora
- fummo fiori
dell'anima,
- polline
traslato
- al chiar di
luna
- nel segreto
dell'oggi.
- Violo il
silenzio
- con linguaggio
nuovo
- inusitato
- lungo bianche
corsie
- verso tende di
raso
- là
- nel folto del
roseto.
- E se la voce
infuria
- nella vertigine
del vento
- ritrovo poi il
silenzio
- nel sorriso di
una rosa.
-
|
- Maria
Luisa Beck-Peccoz Spanò
-
- Segnalibro di
vita
-
- Quella strada
buia
- rischiarata
- appena
- da quattro
lampioni
- nella
notte.
- Qui,
- forse solo
qui
- freme
ancora,
- incosciente,
- una cenere di
stelle,
- un'occhiata di
luna.
- Ala
d'angelo
- segnalibro di
vita
- orma di
solitudine
- vinte.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Giorgio
Bolla
-
- Bianca roggia
- della tua
acqua,
- e paese di
temporali
-
- Ancora
vederTi,
- gocce della tua
pelle,
- sulle strade
nascoste
- di un
pensiero;
-
- per averTi nel
sogno,
- come bianca rosa
- di perla.
-
|
- Emiliano
Bruzzese
-
- Pelle
-
- si
arrampica
- passi di
danza
- si muovono i
suoni
- odori;
- il sorriso della
tua lacrima
- bolle di
gioia
- respiro
- osservo le tue
labbra
- accolgo i tuoi
baci
- carezze
- parole
- infinite
frasi...
- pianta
oscura
- grido di
guerra
- inno
all'armonia
- vento di rose
cadenti
- ti
tocco
- come fossi la
mia pelle
- come fossi la
mia vita
- come fossi
rugiada di pianta cerea
- grano
- come il mio
respiro
- intimo
- il mio pianto
felice
- mio dolore
perenne
- sogno di
morire
- muoio dalla
voglia di pulsare
- vivo di
sogno
- della tua
pelle
- vivo.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Marco
Buzzetti
-
-
- Vento
che sospinge
- a striscio
lento
- sulla curva di
una schiena
- il prodigio che
sospende
- e rende inerme
volontà
-
- Controvento
che frusta
- a raffica e a
sferzata
- che asciuga
occhi e pianto
- al tempo che
sorprende
- e regala breve
fragilità
-
- Contrasto e
rombo
- in cui appare
tenace
- disperso un
bagliore...
- ...felicità
-
-
|
- Massimo
Caddeo
-
- Opera Segnalata
dalla Giuria
-
- Maturità
-
- Maturità,
stagione calda di giorni uguali,
- mai estremi, mai
violenti,
- dolce ripetersi,
senza stanchezza, di consuetudini;
- la intravedo nei
tuoi occhi, nel tuo viso,
- nelle ferite che
il sole ha inciso,
- come bianche
ragnatele,
- sulle tue
tempie.
- La sento nella
tua voce ora lenta,
- alba senza
rumore,
- pace per le mie
inquietudini,
- sereno messaggio
che torna ogni giorno
- come un nuovo
miracolo
- di tenerissima
continuità.
- Sei svanita
giovinezza,
- tempo di
illusioni, di ardore, di fede,
- regno
dell'assoluto senza errore;
- come un bene
perduto,
- una carta
già giocata,
- dovrei
rimpiangerla per te,
- se obbedissi
alle leggi non scritte
- che rendono
obbligo il rimpianto,
- la litania dei
"se" e dei "sarebbe stato".
- Non sarà
così.
- le tue sicure,
pure idealità giovanili
- sono ramo
secco
- che ha
già seminato per terra
- il poco frutto
prodotto.
- Ora è
giusto non chiedere più.
- Viviamo la
nostra maturità:
- è
così breve, rapido il nostro
cammino
- per interrogarci
sulla nostra sorte.
- Insieme
avviamoci verso l'autunno
- della vendemmia
e dei colori che incantano,
- lungo un
dolcissimo declivio
- da cui è
scomparsa ogni asperità.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Carlo
Campeti
-
- I.
- Del
17/12/02
-
- Ti ho dato
le perle
- Dato le
perle
- Dato le
perle
- Dato le
perle
- Ferma la
sabbia il vento via
- Afferrerei
quest'istante
- Colla
pioggia che cade
- La pioggia
che cade
- La pioggia
che cade
- Così
quando ti dovrò dire ciao
- Perché
non sei più dentro a quegli
occhi
- Ricorderò
ogni istante in cui ti avrei dovuto
amare
- Marcisco ad
ogni respiro
- Svanisco
come polvere
- Muoio ad
ogni atto
- Strappo
morsi di vita per non sentire la
disperazione
- Finisco,
cedo, cado
- Scusami se
chiedo
- Perché?
- (Tutto il
bene che non ti ho dato)
- Perché?
- (Le volte
che mi hai perdonato)
- Perché?
- (Non
abbiamo appena cominciato)
|
- Eugenio
Cancedda
-
-
- Morti selettive
-
- Incombono forme
di sentenze.
- Decoriamo con
ghirlande
- di petali di
smeraldo
- interpreti
teatrali nostrani
- anche se offrono
scialbe performances.
- E trascriviamo i
loro poemi
- su lapidi di
diamante.
- Altre sono le
taverne
- ove gli insetti
si inebriano di nefandezze
- e il diluvio
della Nemesi
- li muta in
detriti.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Giuseppe
Carnabuci
-
- Opera Segnalata
dalla Giuria
-
- Abissi
-
- Accessi di
salvezza
- tra combustioni
avvenute
- dove sono
bruciati respiri,
- sospiri, idee di
grandezza,
- ansie
d'eterno.
-
- Dio è
grande:
- vede indulgente
crogioli
- dove s'azzerano
miti,
- minuscoli dei
crepitano
- nelle fiamme
dell'infinito,
- si
ridimensionano
- assurde
battaglie,
- in un'equazione
chimica
- con risultati
scontati.
-
- Piccoli aliti di
eternità
- prendono la via
degli abissi,
- entrano nei
frammenti del tempo,
- sormontano
vagiti
- che hanno
creduto
- di conquistarsi
uno spazio
- tra regni
smisurati
- lontanissimamente
perfetti,
- che non hanno
bisogno di niente.
-
- Dio tutto
osserva,
- nulla
distoglie.
- Ogni palpito
consumato aspetta,
- nella
sintonia
- del suo
immenso.
-
(A
mio padre, 26.11.2001)
-
|
- Marco
Colombini
-
-
- Non ti
vedo
- ma ti sento
nello stomaco,
- come una
calamita
- che attira la
mia anima
- ...verso di
te.
- È duro
resisterti
- sento il tuo
respiro che passa
- accarezza il mio
viso...
- triste...
- per non sapere
che fare
- pieno di
desiderio.
- Non te ne
andare.
-
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Cristiano
Comelli
-
-
- Mano di
soldato,
- rosso di sangue
raccolto
- dalle
labbra
- di uno
sconosciuto nemico.
- Mano
intinta
- in un barattolo
di vernice,
- per
rimuovere,
- impronte
d'indicibile vergogna.
-
- Ma il rosso
sangue,
- già
colonizza le vene,
- germi di
inimicizia,
- si insinuano per
sempre nei respiri.
-
- Aprire la
finestra,
- e restare
accecati,
- dal bagliore di
una stella.
- La vita del
nemico ucciso,
- bagliore di
perdono,
- su una terra che
ha scelto di graffiarsi.
|
- Franca
Cravino
-
- Paese
Calabro
-
- Aria
immobile,
- immutabile
tutto.
- Sbrecciate
case di pietra,
- ripide
viuzze
- d'acciottolati
fangosi.
- Qualche
gallina
- a chiocciar
nella via.
- Poche donne
vestite di nero.
- Curve le
schiene,
- raggrinzite
le mani,
- rugose
d'anni e fatica,
- piantonan
le soglie
- sedute su
logore sedie
- un tempo
impagliate.
- Raglio
d'asini intorno,
- legati a
tronchi riarsi,
- dimenticati
nel torrido sole.
- Vita
grama
- di uomini e
bestie
- in un
paradiso terrestre.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Giovanni
David
-
- Schegge di
vita
-
- Schegge di legno
sulla terra
- volavano con il
vento,
- era
spazzatura,
- avanzi del tempo
che fuggivano.
- Il rumore fece
un inchino
- prostrandosi ora
disponibile,
- lì
attendeva al gelo.
-
- I loro visi
capirono il segnale,
- era fantasia
nella realtà,
- lo sentivano
parlare:
- sì,
dialogava con il vento.
-
- Si
ammutolirono
- sorpresi si
guardarono,
- quella scatola
faceva rumore,
- chiusero gli
occhi
- e capirono che
la loro corsa
- era
finita.
- Quei visi
avevano corso,
- corso, solo
corso
- senza
tregue,
- senza capire lo
spirito di ogni esistenza,
- ed ora per la
prima volta
- si trovavano di
fronte alla follia,
- privi di
coscienza e conoscenza,
- privi di senso
del dovere,
- immobili davanti
al loro destino.
-
|
- Roberto
Del Duce
-
- Opera 3a
classificata
-
- Se in punto di
morte
- ti avessi
accanto
- soffierei la mia
settima vita
- sui tuoi lunghi
baffi
- di
gatta
-
- poi chiuderei
gli occhi
- sui tuoi
luminescenti
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Paola
Donadelli
-
- Come
d'autunno
-
- Esile sussurrare
di pallida
- e fragile foglia
nel vento,
- non potrai tu
scordare
- il bagliore di
vivere,
- che l'umana
natura
- non poté
accogliere
- ma appena
sfiorare... E
- fu come correre,
obliando
- la fine
opprimente del fiato;
- o essere in
volo, ignorando
- l'imminente buia
caduta...
- Fu il semplice
vivere,
- scordando quello
che siamo.
-
- Liberi d'una
libertà minore
- in queste nuove
spoglie
- - dove, per
apparire,
- la Parola deve
farsi l'eco
- che sfinisce se
stessa,
- e il Gesto
mascherarsi
- in vacui
arabeschi,
- e ogni Intero
smembrarsi
- in avulsi
frammenti -,
- qui, in questo
nostro sembiante
- forse troppo
mutato,
- snaturato e
stravolto,
- non più
familiare a noi stessi,
- osiamo, talora,
sognare il Ritorno.
- Ma noi, quanto
abbiamo perduto,
- non so né
posso immaginare
- - sospira una
foglia cadendo.
-
-
-
|
- Francesca
Fazio
-
- Amore
-
- Cos'è la
paura,
- di non avere
più confini?
- Tu arrivi
profondamente in me,
- nel corpo e
nell'anima,
- ti lasci andare,
mi lascio andare,
- e mi sento
persa...
- Sono in mare
aperto,
- cullata dal
dolce fragore delle onde
- tenui ed
esuberanti,
- accudita dal
caldo tepore che mi avvolge
- e mi manda in
estasi.
- Dov'è il
cielo, la terra, i fiumi e i laghi?
- Dove sono le
spiagge assolate, gli alberi
schiamazzanti
- di vento giocoso
tra le foglie?
- Dove sono i miei
pensieri, le mie certezze,
- i miei desideri,
i miei rifugi?
- Tremo di gioia e
di sperdimento
- a questo
dilagare di emozioni
- che mi porta in
terre sconosciute,
- affascinanti e
segrete.
- Quanta forza e
dolcezza chiedo per conoscerle!
- Quanta gioia
pura e fiduciosa avvicino a me
- per progredire
nel cammino!
- Ho bisogno di
giorni, di tramonti,
- di notti di
stelle cullate dalla luna,
- di ore che mi
diano conforto
- nel loro
ripetersi.
- Ho bisogno di
una piccola casa intorno a me,
- costruita di
fiducia, affetto,
- e vita che
scorre.
- Così le
mie emozioni avranno un posto dove
riposare,
- così,
dolcemente,
- imparerò,
ogni giorno, a convivere
- con il mio
immenso
- amore.
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Alessandro
Fiordi
-
-
- Venatura
purpurea
- solca il cuore
del marmo,
- va da destra a
sinistra
- con riflessi
d'argento.
- Quante ore a
fissare
- quei disegni
sgualciti,
- modellati con
cura
- dai riflessi del
tempo.
- Ogni giorno che
passa
- il ricordo
sbiadisce,
- sensazioni
confuse,
- frasi perse nel
vento.
- Riflessioni
nervose,
- solo tempo
buttato,
- ma una cosa
rimane:
- il tuo volto nel
marmo
- (sembra quasi
scolpito).
-
-
-
|
- Davide
Forgione
-
- Le ombre di
Damasco
-
- È
ritornato lo spirito danzante!
- Con il suo carro
d'avorio dipinto nel cielo
- e l'eco della
speranza nelle mute valli.
- Mai ho visto
polvere di stelle
- sfamare le
nostre bocche,
- ne anime
bruciate sulle sponde d'un lago.
- Il grande freddo
ha baciato la terra
- prima di
coprirla con un bianco mantello,
- solo il vento
può nascondere
- le lacrime sulla
spiaggia,
- sulla collina
degli olivi pendono le maschere
- legate alle
croci,
- le mura di
Damasco colano d'oro nelle coppe
d'argilla.
- È
ritornato il cavaliere che alza il
vessillo
- della nostra
coscienza,
- quell'ombra
fuggente che cammina con gli uomini,
- colui che
accende il fuoco e
- vi arde
dentro,
- il grande albero
dove noi ritorniamo a essere fiori...
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Riccardo
Fumagalli
-
- Paesaggio
-
- Guardo le grandi
colline
- coperte da una
bianca foschia
- con varie
tonalità di grigio.
-
- Una bianca e
caparbia nuvola
- giace tra le
braccia imponenti
- dell'impassibile
montagna.
-
- Una bambina
gioca con una fontana
- Felice
- Noncurante dei
dolori che l'attendono
- dietro le porte
del tempo:
- quale mente
malata può aiutarla?
-
- La maschera nera
di un cigno
- fissa per un
attimo la mia
- poi torna a
tuffarsi nelle acque plumbee
- lievemente
increspate.
-
- Invisibili gocce
d'acqua
- mi accarezzano
guidate
- da un freddo
vento mentre
- spengo
un'inutile sigaretta.
-
- Sembra
Poesia.
-
-
|
- Marimilia
Gastone
-
- Bella
quest'aria...
-
- Bella
- quest'aria
- che
soffia
- tra
- le
insenature
- del
mio
- cuore.
- Soffio
- che
filtra
- tra
- gomitoli
- e
- grumi
- d'amore.
- Brezza
- timida
- e
- lucente.
- Vita
- distesa.
- L'anima
- ancora
- oltre.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Generoso
Iorio
-
- Schegge di
pensieri
-
- Sghegge di
pensieri
- impazziti
- in mente in
balia
- di malefiche
onde
- bugiarde
ingannevoli rabbiose.
- Una pietra di
ghiaccio
- t'ha sepolto il
cuore.
- Tua madre con
gli occhi
- sbarrati,
increduli
- ed ancora
innamorati
- ha cercato di
fermare
- un coltello che
le ha tolto la vista
- ed il
respiro.
- Sangue
innocente
- su mani
assassine
- e sul deserto
dei tuoi occhi annebbiati.
- Ragazza tra le
sbarre
- un giorno
piangerai
- e perderai per
sempre
- il tuo
sorriso.
- Nelle notti
turbolenti
- vedrai il tuo
angelo caduto
- e chiederai
perdono
- sbattendo i
pugni sul muro.
-
- Ritrova la
coscienza
- smarrita
nell'odio
- e forse capirai
il senso
- della tua
giovane vita.
-
-
|
- Leonardo
Lastilla
-
- Opera Segnalata
dalla Giuria
-
-
- Zwischen Himmel und
Erde
-
- Solo tu resterai
a testimoniare
- la violenza di
un volo
- che ha portato
via tutti.
- E cosa potrai
dire
- se sei soltanto
una voce anonima
- messa lì
tra altre immagini fredde e lontane?
- Dicono che ti
attaccherai di più alla vita
- ma come, se essa
si è staccata da te
- trascinando
corpi come lampi di cielo?
- Hai vissuto
cento anni
- ma ne
racconterai sempre soltanto uno
- di come cercasti
di rimanere aggrappata a qualcosa
- anche solo a un
capello;
- ma nei capelli
abita il vento
- e se non sai
volare
- tutto diventa
nostalgia.
-
- Solo voi
resterete a testimoniare
- il massacro
umano votato all'abitudine
- spensierato
accenno di fraternità,
- nella morte
l'unione,
- nel tempo
l'inganno,
- piccoli corpi
addolorati che non guarderanno
più
- oppure
cercheranno l'assoluto della
distruzione
- che porta al di
là, troppo lontano.
- Anche noi
abbiamo un dovere,
- essere quel viso
straziato,
- stringere quella
mano maciullata.
- Siamo forse
diventati scaglie di sapone?
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Valentina
Lipari
-
- Equoreo
-
- Elise le
insidie
- Dei mari,
resta
- Spoglio il
sentiero
- Cruento.
- L'alga
bluastra
- S'insinua fra le
dita
- Cingendo le
spire di
- Medusa ed in
petto
- Una rosa dal
fioco
- Cromo si erge
ai
- Primi
splendori
- Dell'alba
nuova.
- In verni
remoti
- Come
galassie
- Le lune si
celano
- Dietro
noumeniche
- Isole ma il
pescatore
- Di pensieri,
abile trapezista,
- Valica la
transenna
- E di era in era
porta
- Seco gli anni
rubati.
-
-
-
|
- Giorgio
Mereu
-
-
- Vieni con me,
dolce colomba...
-
- Vieni con
me, dolce colomba
- Vieni a
tubare sui tetti di tufo
- Sopra le
case addormentate
- Sopra la
gente comune
- Liberi come
le nuvole
- Ascolta il
canto del vento,
- Ed insieme
voliamo
- Sulla
campagna riarsa
- Fino al
nostro ruscello
- Di fresca
acqua di montagna
- Beviamone
la trasparenza
- Semplici
nel nostro candore
- Non
ritorniamo al nido
- Ti prego,
non torniamo al nido
- Diventiamo
gabbiani, albatros
- Su tutti i
mari, e sulla natura
- Portiamo la
nostra gioia
- Non
stancarti di volare
- Uccellino
mio, compagna di viaggio...
- Sarò
io la tua casa
- Per quando
vorrai riposare
- In volo.
Torneremo sulla terra
- Solo dopo
la morte.
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Ruggero
Monti
-
- Chiudi la
porta
-
- Chiudi la
porta
- quando uscirai
di qui,
- quando anche le
ultime parole
- avranno fatto
breccia nel dolore,
- nel dolore del
distacco.
- Chiudi la
porta
- non fermarti a
pensare
- ogni piccolo
pensiero allora sarà vano,
- i sentimenti
sono foglie al vento,
- ed il vento
soffia forte oggi.
- Chiudi la
porta
- così la
luce starà fuori,
- mi
aspetterà forse,
- ma ora resta
fuori.
- Chiudi la
porta
- e non voltarti
indietro
- non si vive di
ricordi
- non si muore per
amore.
- Chiudi la
porta
- e non sentirai
il mio sospiro
- che
accompagnerà i tuoi passi.
- Vola verso il
tuo domani
- corri verso la
tua chimera,
- ma chiudi la
porta,
- pensami ancora
un poco,
- non voltarti non
merito tanto,
- non voglio occhi
solo per me,
- non illusioni
del momento,
- esci piano, non
ti fermare,
- ma, per
favore
- chiudi quella
porta.
-
-
|
- Gabrio
Neri
-
-
- Il
poeta
-
- In poche parole
riuscire ad esprimere
- i suoni, i
colori, i paesaggi meravigliosi
- che ci
circondano e i molteplici paesaggi
- dell'umore
umano.
- Tristezza,
gioia, dolore, amore.
-
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Fernando
Ariel Palacios
-
- Opera Segnalata
dalla Giuria
-
- Danza in
punte
-
- Danza,
ballerina, danza
- leggermente
che i tuoi piedi leggeri
- volano
sollevati in punte.
-
- Ballerina
sogna sempre
- che la tua
danza ti porta
- e ti
mantiene sospesa
- nelle punte
della vita.
-
- Respira
l'aria ballerina
- dove si
è fusa la musica
- ed il tuo
corpo parla
- come
parlano le mani
- con
romantica dolcezza.
-
- E danza,
respira e sogna,
- leggera,
che i tuoi piedi leggeri
- volano
sollevati in punte
- e la vita
leggermente
- ti mantiene
già sospesa
- nelle sue
punte danzanti.
-
-
|
- Ilaria
Palmosi
-
-
- Piccolo
uomo
-
- Piccolo uomo
dalla corazza lucente
- solo ti avvicini
a passi lenti.
- Ti trovai nel
tuo cammino
- nella notte dal
sole splendente.
-
- Indugiavi,
solo
- un viso grigio
era offuscato
- dai raggi
lunghi
- tu guardavi
sofferente.
-
- O Piccolo uomo
dalla corazza lucente,
- ricordi quando
ti domandai la tua direzione?
- Tu rispondesti
senza parole, alzasti lo sguardo
- lo sguardo verso
il sole.
-
- Un brivido
sentivi che attraversava il tuo metallo
- un brivido
grigio senza audacia e senza fallo.
- E quando vedesti
rispecchiata la tua espressione
- lentamente,
- ti
voltasti
- per andartene
senza ragione.
-
- O Piccolo uomo
dalla corazza lucente
- se nella strada
dovessi rincontrarti per chiederti la
via,
- in un giorno con
le stelle che lanterne ridono
lassù,
- non
temere
- non
indugiare
- segui la tua, io
andrò per la mia.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Francesca
Piazzolla Vitobello
-
-
-
-
- A mio
padre
-
- Ti
cerco,
- padre,
- nel
silenzio
- infinito
- della tua
assenza.
-
- Piene
- le
ore
- di
lunghi
- muti
- colloqui,
- di
interminabili
- ossessioni
- che
affuscano
- il mio
io.
-
- E
lieve
- passa
- il
tempo
- che
più
- non
torna.
-
- Come
- la tua
vita,
- padre.
-
-
|
- Speranza
Porcheddu
-
-
- Dietro il
velo
-
- Voi, povere
ombre perse e poi rinate,
- come segreti
amati
- rendete il
vostro palpito
- massimo di
quelle perle che restano,
- adesso in
tempesta
- di fronte al
mare,
- incantate dai
vostri stessi giochi
- a gara
malinconiche reliquie,
- quando la luna
assottiglia il margine
- del suo condurre
alla terra
- il primo suono
di sole.
- E restate
molteplici
- come conchiglie
dense
- della
marginalità del poco essere,
- per amare al
volto
- tutto ciò
che rende
- poco restie alla
veglia del cielo.
- E percorrete le
vie di Kandahar,
- con il viso
rivolto all'aurora,
- scoprendo
l'incontro di strade
- pervenute alla
stessa innocenza
- di cambiare
dentro e fuori
- la mutevole
realtà degli specchi,
- riflessi dal
bisogno di essere libere
- nei volti, nei
cuori
- e
libertà,
- purezza di
vittoria di spirito
- come un vento
assoluto
- che respira il
suo volo,
- di una leggera
brezza
- e una ferma
volontà di crescere
- che ricostruisce
il tutto
- e riafferma che
i veli nei visi
- non esistono
più.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Natalia
Proietti Refrigeri
-
- Terra
-
- Dentro la terra
calda,
- nell'acqua
fresca di torrente
- che sgorga dalle
rocce,
- dal centro della
terra
- scoppia nel
vulcano in eruzione,
- e i lapilli e le
scintille
- e il rosso magma
arroventato
- illuminano la
notte.
-
- Bevo quell'acqua
di sorgente
- fresca di roccia
di montagna
- ma bollente dal
centro della terra.
-
- Scende la notte
dal giorno
- la mattina dal
meriggio...
- la primavera si
frappone all'inverno
- e l'estate cala
nell'autunno
- schiacciando le
foglie secche per terra
- ma verdi sugli
alberi ancora,
- il cielo si
tinge e si scolora.
-
- Discendo tutte
le vallate e le stradine sterrate
- colme di sassi
rotondi
- sgattaiolando
come un'indiana
- che danza
leggera sul tuo cuore.
-
|
- Antonio
Pucciarelli
-
- Opera 7a
classificata
-
- Invettiva
-
Che
giova ne le fata dar di cozzo?
Dante
Alighieri
(Inf.
IX, 97)
-
- O fato,
mostruosa imperitura potenza ineluttabile e
beffarda,
- tu che da
chissà dove noi inermi, candidi e miseri
mortali,
- marionette
imperfette, ma superbe ed illuse di scegliere la
via,
- qual salami
appesi in bella mostra ai ganci d'una
drogheria
- tieni mani e
piedi legati ai tuoi ben saldi e invisibili
fili,
- che dall'alto -
si dice - muovi e manovri come meglio ti
garba,
-
- tu, alma forza
divina, implorata energia arcana ed
invincibile,
- che
sull'universo domini e impietoso governi uomini e
cose,
- ed in questa
imperscrutabile farsa tragica che è l'umana
vita,
- nella quale, ahi
noi!, in poche ore ci giochiamo la
partita,
- decidi se il
cammin nostro cosparso sia di spine o di rose
- e stabilisci
perfino ciò che a noi deve restare
inconoscibile;
-
- tu che per noi
fissi e decidi la parte che sulla terra ci tocca
recitare
- e di ciascuno
fai un eroe o un buffone, un peccatore o un
santo,
- e non solo
pretendi d'indirizzar le nostre più
recondite intenzioni,
- ma ti diletti
financo a rovesciare beate e già consolidate
situazioni,
- senza poi
considerare che a un dài poco o nulla e a un
altro tanto,
- uno lo colmi
d'amore e consumi un altro dalla voglia
d'amare;
-
- io mi ribello al
modo iniquo e arbitrario con cui gestisci il tuo
potere,
- e con tutto me
stesso ti maledico e con odio contro di te covo
vendette.
- Sì, so
bene che per tua natura sei così potente che
le puoi schivare,
- anzi che sei
così malvagio ed empio che ti potresti a tua
volta vendicare,
- raddoppiando la
mia dose di sciagure o tagliandomi addirittura a
fette...
- Ma,
finché campo, dallo scagliarmi contro di te
non mi puoi rattenere!
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Katia
Paola Elena Righini
-
- Opera 9a
classificata
-
- Gli
aquiloni
-
- Vola alto e nero
il mantello che portiamo
- a fare ombra al
nostro cammino
- a oscurarci la
vista del cielo e
- degli aquiloni
in aria librati.
- La corrente del
fiume trascina con sé le nostre
canzoni
- mentre dalla
sponda, in elegante grigio vestiti,
- stiamo a
guardare.
- In file ordinate
siamo pronti a marciare
- il futuro in
tasca in una bibbia già scritta
- e nessuna
incertezza sulla via da seguire.
-
- Vola alto il
mantello e nero
- sul cerchio
delle nostre vite
- ormai
spezzato
- sulle nostre
intenzioni
- abbandonate al
vento
- come un
palloncino
- sfuggito in un
baleno
- dalle mani di un
bambino.
-
|
- Nicoletta
Rolla
-
- Se...
-
- Se il dio del
cielo smettesse di parlare
- Se dai suoi
occhi smettessero di sgorgare
- Lacrime di
sangue
- Vedrei il giorno
e la sua luce
- E la feroce
paura del buio resterebbe senza voce
- E non più
lacrime insanguinate
- Cadrebbero sulla
terra senza pace
- Resterebbe
nell'aria una rosea atmosfera
- Leggera
- Coprirebbe con
il manto della sera
- I nostri
occhi
- Per calarci in
un mondo che non si può toccare
- Il mondo del
Sognare
- E avremo di
fronte i nostri desideri,
- le nostre
fantasie le nostre perversioni in un turbinio di
emozioni
- e riapriremo gli
occhi scaldati dal sole...
- Se il dio del
cielo smettesse di parlare
- Se dai suoi
occhi smettessero di sgorgare
- Lacrime di
sangue
- Vedrei il giorno
e la sua luce
- E nel risveglio
sottovoce
- Sentiremo la sua
voce
- Martire incapace
di tradire
- Pronto a
soffrire
- E tornerebbe
già sera prima di capire
- Seildiodelcielosmettessediparlaresedaisuoiocchismettessedisgorgarelacrime
- disanguelacrimedisangue
lacrime di sangue
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Edoardo
Roncatti
-
- Dea di
Luce
-
- La Dea
colorata
- danzò
nuda
- sulla
polvere.
-
- La sua
pelle,
- vivida
luce,
- divenne
emozione.
-
- Segno
- che invase
l'Universo.
- Canto
- che pervase
l'Immenso.
-
- Sguardi
liberati,
- spazi
illuminati.
-
- Luce
- sull'infinito,
- oltre il
tramonto.
-
- Luce
propria
- di
vita,
- matura
messe.
-
- La
Dea
- donò
lacrime eterne,
- incantato
sorriso.
-
|
- Roberto
Roveda
-
-
-
-
-
- Il mio
amore è acqua...
- Purifica,
allaga, annega.
- Inumidisce
e fa germogliare
- poi
sommerge fino a soffocare.
- È
acqua, linfa vitale
- poi
naufragio mortale.
- Il mio
amore è come sono,
- punto e
riferimento
- unico
istante in tutto il tempo.
- È
solitudine e compagnia
- Sussurro,
fremito, pianto, allegria.
- È
continuità di due estremi
- poi gli
estremi stessi...
- Ha volto,
colore, odore
- il mio
amore...
- mi avvolge
piano
- e non sono
solo.
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Silvio
Sangiorgi
-
-
- E
ricordo
-
- Ogni
tanto,
- ritrovo allo
specchio,
- un vecchio segno
fatto con il dito.
- ...E
ricordo.
-
-
-
- Senza
titolo
-
- Apro il
giorno
- nell'uguale
mattino
- di traballanti
certezze
- di gesti
rituali.
-
-
-
- Cuore
- E
pur,
- lì...
- Silenzioso
batte,
- incrollabile
l'amore.
-
-
-
|
- Andrea
Scano
-
-
- Ricordi
lontani
-
- Vecchio ti sei
coricato
- chiudi i tuoi
occhi
- pensi ai tempi
andati
- torni indietro
con i ricordi
- ti rivedi
correre in quel prato ormai scomparso
- pensi ai
frutteti
- a quando eri
bimbo allegro e felice
- pensi agli
amici, al mare azzurro, al sole
- che riscaldava
il tuo cuore.
-
- Tutto è
scomparso
- i tuoi occhi
vorrebbero aprirsi ma
- hai paura di
vedere ciò che è rimasto
- e così ti
lasci andare nei ricordi
- volando verso
l'aldilà.
-
-
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Federico
Topa
-
-
- Twin
Towers
-
- Il sogno ed il
gioco
- di un bambino
del mondo,
- colpito,
- vacilla
- sotto le
sferzate
- di un
vento maligno.
- Volti di
vetro
- si
sbriciolano
- nel
cielo,
- tra gioie e
tristezze
- di
calcestruzzo e ferro.
- È
stato
- stravolto
- il volto
innocente
- nella quiete di
un mattino
-
-
-
|
- Daniele
Vaira
-
- Mattina umida a
Torino
-
- La pioggia unge
di grigio le strade
- i freni
friniscono tra il fumo
- la gente si
schiava e si sposta
- come secchi
impazziti
- in un mare
senz'acqua
- la mia stanza
profuma di burro
- mentre io sul
letto friggo parole
- parole croccanti
con echi lontani
- come uno chef
tra i più bravi
- e senza pentola
né fuoco
- intingo il mio
dolce nell'inchiostro.
-
-
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Maria
Zabban
-
- Pluto
-
- Ti guardo
dormire al sole,
- ma tu
sogni?
- Dentro di te
c'è mai un sorriso
- che noi non
riusciamo a capire?
- Sei felice,
guardi noi e sei felice!
- Ci ami
tanto!
- Perché?
- Tu non chiedi
niente in cambio
- del tuo amore ed
ogni nostra carezza
- ti colma di
gioia.
- Lo sai? l'amore
è anche egoismo,
- il tuo amore
è solo amore.
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Se
non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
numero 0298233100
|
-
-
RISULTATI
DEI CONCORSI
- RITORNA
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mesi)
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CLUB
E-Mail: concorsi@club.it
-
- Ins.
02-12-2002
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