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Aldo Ardetti
Aldo Ardetti, giornalista pubblicista, è nato a Mesa di Pontinia, in provincia di Latina. È presente nel 1967 ne IL Lauro d'Argento, un'iniziativa editoriale per far conoscere giovani poeti italiani. Pubblica nel 1971, Colloquio poetico, una raccolta di poesie giovanili con prefazione di Giacomo Lauri-Volpi. Pubblica su l'ABC di Madrid e su l'Alforjas para la Poesia Espagnola-Primera Antologia. Nel 1975 inizia a collaborare, coordinare e dirigere redazioni di periodici (La Città e la Regione, La Città) ed emittenti radiotelevisive. Si è interessato di promozione culturale e periodicamente è ospite di testate giornalistiche e radiotelevisive. Ha ottenuto consensi e meriti in manifestazioni letterarie ed è presente in numerose antologie. Alcune sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo e russo. Nel dicembre 1994 ha pubblicato la raccolta L'odore del tempo. È Direttore Responsabile dell'Accademia Artistica Pontina San Paolo e, recentemente, ha ricevuto il secondo premio assoluto nel Vallesenio di Riolo Terme.
- Perché poesia
- Il dolore, i danni della vita ci hanno fatto incontrare
- O forse già predestinazione vaginale
- Il guardare il mondo con occhi diversi
- Il soffermarmi sulla riva di un fiume
- E ascoltare la voce dal suo alveo
- Fissare la vastità del mare
- L'acqua cheta e appena increspata dei laghi
- Aver trovato il tempo per osservare tramonti
- I perigliosi percorsi e gli amori
- Che hanno per sempre trafitto il mio cuore.
- Amore mio, compagna mia
- Il giorno ha poche ore
- Amore mio.
- La notte ancora più breve
- Amore mio
- Nel respiro corto della vita
- Non ti ho saputo parlare
- Amore mio
- Compagna mia,
- sii paziente al mio tempo.
- Il sole del bambino
- Allora il sole non nasceva a levante
- lo regalava un paese su di un monte
- e non andava a nascondersi a ponente
- ma a riposare oltre lo stagno, tra le canne
- dove migravano palline nere di girini
- che a mani unite raccoglievo
- con l'acqua che tra le dita si scioglieva.
- Questi erano i giochi dei bambini
- l'usar pezzi di legni abbandonati
- armi di radici per una guerra sui declivi
- placata dal fischio del nonno che chiamava
- per la zuppa fumante che aspettava.
- Rifare poi la strada conosciuta
- prati divisi da arterie di terra battuta
- luoghi di origine sempre memore
- dove l'animo selvaggio risvegliava
- il correre tra erba d'ortica nei luoghi del raduno
- attenti a residui di vagabondi Argo
- per poi ad uno ad uno
- tuffarsi nel fiume che scorreva.
- All'Astura
- È ricordare quella salsedine
- che sentivamo e odoravamo
- sulla nostra pelle respiravamo
- quell'aria di latice di pineta
- quel mare di conchiglie calpestate
- nella moria di alghe sulla riva
- l'inciampare in ciottoli romani
- ormai antica creta consumata
- levigata da clessidra salina
- che conosce lo scorrere del tempo
- la perenne voce di risacca.
- All'alba
- All'alba finiscono i sogni,
- dopo la pioggia finiscono i sogni.
- Poi, affamati e assetati,
- aspettiamo la prossima notte,
- desideriamo la prossima pioggia.
- si è classificato 6° p.m. nel Premio Age Bassi 1996 con questa poesia:
- Il sole del bambino
- Allora il sole non nasceva a levante
- lo regalava un paese su di un monte
- e non andava a nascondersi a ponente
- ma a riposare oltre lo stagno, tra le canne
- dove migravano palline nere di girini
- che a mani unite raccoglievo
- con l'acqua che tra le dita si scioglieva.
- Questi erano i giochi dei bambini
- l'usar pezzi di legni abbandonati
- armi di radici per una guerra sui declivi
- placata dal fischio del nonno che chiamava
- per la zuppa fumante che aspettava.
- Rifare poi la strada conosciuta
- prati divisi da arterie di terra battuta
- luoghi di origine sempre memore
- dove l'animo selvaggio risvegliava
- il correre tra erba d'ortica nei luoghi del raduno
- attenti a residui di vagabondi Argo
- per poi ad uno ad uno
- tuffarsi nel fiume che scorreva.