- Claudio Perillo è
nato a Napoli il 21 gennaio 1957 e risiede a Casalnuovo
di Napoli
- Perito chimico, lavora in un
laboratorio di analisi chimiche-merceologiche della sua
città Scrive dall'età di 16 anni e non ha
mai tralasciato questa sua grande passione Dopo una
«forzata» assenza dagli ambienti letterari,
è da circa un anno che ha ripreso a partecipare a
concorsi di poesia riportando diverse segnalazioni e
significativi riconoscimenti É presente nelle
antologie «Preghiera del duemila» e
«Documento poetico» entrambe edite dalle
edizioni UAOC di Napoli
- Attualmente collabora con
diverse Associazioni culturali e riviste letterarie della
sua città; la sua, è una poesia di ricerca,
di studio, osservazione che tocca i temi più
attuali del momento erigendosi a monito per un ritorno a
valori antichi, purtroppo dimenticati, non disdegnando
nel contempo, un'analisi profonda di tutta la
precarietà del momento che caratterizza questo
fine millennio
- Attualmente sta completando
un libro di poesie che presto pubblicherà per le
edizioni UAOC di Napoli
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- La voce
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- Se quella voce
- che odo nell'aria,
- potesse raggiungere altra gente,
- potremmo tutti noi
- davvero essere contenti
- e non cullarci
- in quella solitudine lunare
- e in trame elegiache;
- in liturgie di simboli
- e sovrapposizioni
- in cui transitano
- riflessi e mosaici
- d'ombre solitarie
- Quella voce, adesso è un grido
- che travalica il vento
- in questa patria provvisoria
- di relitti assopiti
- e di sentimenti che una volta
- avevano altra voce.
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- Dubbio
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- Mi perdo
- nel gioco delle ombre,
- nell'ultimo respiro
- di cose trasognate
- Non sento l'eco infranto
- (il dubbio è ancora grande),
- né voci trasandate
- eppure, piango...
- Che cosa ho vinto
- e cosa ho perso ancora,
- l'ennesima incertezza
- che nuovamente affiora.
- Chi tace, non mi fa capire...,
- chi blatera, solo mi confonde
- Da questo duplice confronto,
- comprendo che tutto ciò
- non può così finire
- e resto in piedi
- per medesime sequenze.
- Il dubbio:
- è lui che mi tormenta.
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- Sassi nel
cuore...
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- Sassi dal cavalcavia,
- pugnate al cuore
- che riportano
- un'angoscia antica
- Petali di anime appassite...
- nella dicotomia di un'estasi,
- confuso negli anfratti
- di disattese speranze
- e tormentosi affanni.
- Anch'io riesco a confondermi
- in questo degrado
- tra cadenze e preghiere,
- come volessi perdonare,
- atti che non trovano
- respiri d'anima,
- ma desolazione di un mondo
- che non offre nulla
- ma che è pronto a colpire...
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- Bambini
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- I figli del progresso
- ci rubano il sonno e la
libertà.
- Li vorremmo sempre buoni, invisibili;
- sono invece sempre là
- che gridano, piangono,
- reclamano il loro spazio vitale,
- il nostro tempo
«prezioso»...
- Si disperano
- per la nostra assenza,
- ci costringono ad assumere
- grandi responsabilità.
- E noi, siamo costretti
- a combattere la nostra indifferenza
- di adulti immaturi.
- Questi bambini sono angeli
- che ci volano intorno
- reclamando solo un po' d'amore.
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