Benvenuti sulla home page di Eleonora Scroppo
- Eleonora Scroppo, nata a Torino il 14/12/64, svegliatasi un mattino didicembre di tanti anni fa, dopo essere stata studentessa, studentessascappata di casa, cameriera barista, commessa, gelataia, segretaria,cassintegrata, universitaria modello, corista demenziale (una veraKaramella, per chi sa e per chi non sa e` troppo lungo da spiegare),cantante soul, maestra elementare, consulente psico-pedagogica, casalinga
- perfetta, moglie esemplare, cantante gospel e moglie non esemplare, si e`resa conto che l'unica cosa che aveva fatto praticamente dalla nascita erascrivere poesie. Come dire "ti scopri poeta quando capisci che non c'e`niente altro che faresti per piu` di due anni, tre al massimo (minimo cinque mesi, pero`). Dall'infant-sit le dettava alla nonna (le poesie), poiha iniziato a scriversele da se`. A 15 anni ha iniziato a dar loro dei titoli e 4 anni fa a mandarle ai concorsi. Ora fa l'operatrice di credito (per quanto?) e sta imparando a scrivere in prosa.
- Pubblicazioni:
- M. Nicolis, P. Mela, E. Scroppo, Esperienze di Indovazione nell'I.P.S.I.A.
- per Sordomuti "A. Magarotto" - Scuola Coordinata di Torino - Indovazione e
- Sordità, In "Atti del Convegno Nazionale 14-15 Ottobre 1994 - L'Handicap
- nella Scuola Secondaria Superiore - Un Incontro tra Insegnanti e Clinici",
- Torino, Facoltà Di Medicina e Chirurgia, 1994;
- E. Scroppo, Lievi parole da niente nel diario del sonno e degli anni miei,
- Edizioni Tracce, Pescara, 1995;
- A.A. V.V., La poesia contemporanea - Scrittori Italiani del II Dopoguerra,
- Guido Miano Editore, Milano, 1997;
- Riconoscimenti:
- Secondo posto per la poesia singola Elena s'addormenta guardando le navi all'orizzonte e una menzione d'onore per la raccolta Sfumando al concorso "Simposio dei poeti 1993" della Pubblinova Edizioni Negri (MI).
- Menzione d'onore per la raccolta edita di poesie "Lievi parole da niente nel diario del sonno e degli anni miei - 1995" al Premio nazionale dipoesia "Pablo Neruda" 1995 di Pinerolo (TO).
- Menzione d'onore per la raccolta inedita di poesie "Sonetti d'amica morte -Novembre 1996" al Premio nazionale di poesia "Pablo Neruda" 1997 diPinerolo (TO).
- Gli altri premi (4-5) non sono andata a ritirarli, quindi me li hanno tolti.
- Per leggere SONETTI D' AMICA MORTE
- Per leggere alcune pagine del racconto DREAMS OF CONSCIUOSNESS (o flash-back di un amore immane)
SONETTI D' AMICA MORTE
Novembre 1996
INDICE Intro Dannazione dei poeti Imperfezioni d'autunno (I) Imperfezioni d'autunno (II) Morte parla all'orologio e al morente immortale L'ultima notte di nozze Sogno di poetica (I) Sogno di poetica (II) Sonetto di palude e di fiori Sonetto del "Cave diem" Sonetto del mio vile nocchiero e di me Epitaffio
- Ogni tua piccola piega amica morte
- voglio scrutare
- comprendere il tuo enigma spiare il tuo passo
- E` grande ciò che togli
- tu ombra antica
- mistero è ciò che doni
- a noi mortali
- TORNA ALL'INIZIO
- Ologramma sfocato di sempre
- il nostro vile destino mortale
- ed esplode il mattino dal niente
- sopra un cielo di nuvole amare
- Senza fretta ci attende la noia
- nel suo miele ci lascia affogare
- non ci dà che rimpianti la gioia
- l'indolenza ci induce a sperare
- L'amarezza si spegne nel languido
- trascolore di giorni sprecati
- e il destino ci illude che il morbido
- sonnecchiare ci abbia salvati
- quando un grido ci sveglia dal torbido
- e ci dice "Voi siete dannati!"
- TORNA ALL'INIZIO
- Ortensia che triste annunci l'autunno
- disfatta da piogge e soli impietosi
- il mio cuore di fango si chiude ormai muto
- s'intona con l'ocra dei fiori tuoi lisi
- Ricordi l'estate? Sembrava immortale
- il suo manto ridente di verdi creature
- nascosto tra i rami il suo soffio infernale
- ci ha illuso e ha lasciato soltanto grigiore
- E affondano insieme stringendosi al vento
- il cuore tuo e mio, stranieri ora amici
- non c'è più l'ebbrezza che sfida anche il tempo
- ma solo amarezza e pensieri nemici
- Sarai solo cenere, tu fiore imperfetto?
- Sarò io Didone, Arianna infelice?
- TORNA ALL'INIZIO
- Settembrine celesti impazzite
- si nascondono all'ombra del bosso
- tra le timide erbette avvizzite
- dall'autunno ormai tinto di rosso
- Non c'è vita che sfugga alla falce
- falce greve che monda ogni affanno
- settembrine impaurite e testarde
- ormai il freddo ha commesso il suo danno
- Si addormenta la vita ormai vinta
- nell'inverno che annienta chi è lieve
- spente come un'aurora dipinta
- massacrate dal vento crudele
- settembrine dai fiori ormai morti
- torneranno a fiorire i più forti?
- TORNA ALL'INIZIO
- Triste orologio che uccidi i minuti
- la tua musica stanca si accorda ai miei vuoti
- dolce lamento il tuo canto infernale
- per me che catturo solitudini amare
- Io sono la morte, raggiungo chi chiama
- e aspetto chi indugia, aggrappandosi forte
- alla vita con unghie che ha grandi chi ama,
- ma nulla mi sfugge, io sono la morte!
- Il tempo di dire frettolose preghiere
- tra il veleno del sonno e cuscini d'amore,
- tu, anima sola, addormenta i pensieri,
- non serve la mente, io arrivo dal cuore
- per te che impazzisci al pensiero di avere
- un giorno sognato di durare nel sole
- TORNA ALL'INIZIO
- Sorridevi allo sguardo del nulla
- mentre lei ti chiedeva di stare
- ma tu sorda e ostinata farfalla
- avevi deciso oramai di volare
- L'hai lasciata attonita e spenta
- impotente a guardarti morire
- quella notte la fine tua lenta
- ha diviso quasi fino a impazzire
- Poi ha sentito la tua anima stanca
- riposare su rami sicuri
- finalmente la pelle tua bianca
- si accendeva di calmi sospiri
- mentre tu ti spegnevi per sempre
- lei asciugava la tua muta febbre
- TORNA ALL'INIZIO
- Cornacchia allegra sul tetto d'agosto
- aspetta il regalo di un gatto crudele
- metafora triste rimpiange il suo posto
- tra pagine buie di un poeta infedele
- Sfiorisce anche il tempo nonsenso e ammalato
- di chi si lamenta ed infine ha stancato
- cornacchia ora triste, metafora allegra
- la pagina è mondo, il poeta si piega!
- Enigma insolente di un giorno di sole
- il poeta è impazzito, fa purée di parole
- ma il topo tra i denti del gatto assassino
- non ride, non scherza, il suo mosto è ormai vino!
- L'uccello si libra a rubare il suo pasto,
- la metafora è salva, il poeta un impiastro!
- TORNA ALL'INIZIO
- Dolce amara compagna la morte
- scialba amica di mille poeti
- è ormai stanca di rime contorte
- d'invecchiare su fogli incompresi
- Ma il fascino greve del buio
- che accompagna parole segrete
- incatena la morte al suo ruolo
- di dolente sorella fedele
- La bellezza ha sapore di morte
- fiore segno di antico dolore
- e l'amore si nutre di morte
- brucia vinto dal cieco furore
- musa triste che riempi la notte
- ai poeti il tuo dono è colore!
- TORNA ALL'INIZIO
- Che dire di me, nostalgica musa?
- Sfioro rive di terra melmosa ed oscura
- come un torrente che cerca il suo fiume
- ma giungo per sempre a bocche ormai chiuse
- Non c'è corrente che possa tornare
- il mondo è in discesa, per me non c'è mare
- per me solo livide paludi aliene
- e il vento che soffia, infuria e geme
- Ma tra salici e canne, zanzare ed aironi
- la vita m'incanta, mi offre i suoi doni
- a me che son acqua, son terra, son cielo,
- son goccia d'eterno e oceano di sole.
- Non c'è esistenza sprecata davvero
- nell'universo anche il nulla dà un fiore!
- TORNA ALL'INIZIO
- Dolce allegria non scordarti di me
- ho pianto già tanto e più tempo non c'è
- adesso è il momento di ridere e amare
- è il tempo di cuocere il caldo tuo pane
- Ubriaca mattina che svendi il dolore
- strappiamo ora al giorno il suo allegro candore
- il mondo è un poema di rime azzeccate
- chi è allegro ora colga le mele dorate
- Se il tempo ci ruba i momenti migliori
- e tinge di scuro i più vivi colori
- rubiamo ora al tempo ciò che ci appartiene
- cantando e gridando "Il tempo non teme
- chi è allegro e sicuro del proprio coraggio
- di amare il suo sole fino all'ultimo raggio"
- TORNA ALL'INIZIO
- La mia nave ora dorme in bonaccia
- non c'è remo che possa spostarla
- cielo limpido mi offre una breccia
- ali forti per volare e lasciarla
- Ma il mio vile nocchiero si sveglia
- questa volta non vuole scappare
- "Legno forte e catene ha la chiglia
- getta l'ancora, possiamo aspettare"
- E io aspetto serena il mio vento
- vento forte che gonfi le vele
- che mi porti alla spiaggia del tempo
- alla foce che spegne ogni sete
- ma il nocchiero è volato e son sola
- lenta notte pian piano mi sfiora
- TORNA ALL'INIZIO
- la morte annuncia l'anima
- nello spazio
- multiforme
- dell'universo
- la sua aura piena di speranza
- ci rincontreremo
- TORNA ALL'INIZIO
- ©1996 Il club degli autori
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