Home Page di Giuliana Galimberti
- Giuliana Galimberti, nata il 17 aprile 1948 Tradate, abita in una cittadina del Comasco, Mozzate, e dall'età di diciotto anni ama scrivere in versi ciò che pensa e che sente. Ha partecipato a diversi concorsi ottenendo buoni risultati tra i quali il 10° posto, al concorso Premio letterario nazionale Cesare Pavese -Mario Gori di Chiusa Pesio dell'anno 2005, premiata con medaglia d'argento e diploma. Ha ottenuto il 9° posto al concorso Centro Culturale TAMTAM di Roma premio letterario Elsa Morante -VI Edizione. Ha partecipato al concorso premio letterario Città di Monza 2005 classificandosi al 9° posto premiata con attestato di merito. Ecco perché scrive, ed è proprio grazie alla sua vena artistica, sempre viva e vibrante, e anche grazie a Noi, che si sente incitata a proseguire su questa strada fatta di rime, punteggiature e incredibili emozioni.
- A te madre
- Se madre fosse così semplice parola,
- il divenire di uomini
- da fanciulli svezzati con lacrime di sale cadenti
- su un manto odoroso d'erbe umide, fresche di rugiada.
- Inutile sarebbe avanzare con passo stanco
- da un cammino compiuto ad altro da compiere,
- se non aggrappati a mani tese e tremanti
- per il tempo che sovrasta penose certezze
- di anni che rincorrono anni
- e aspirando la linfa vitale del corpo di madre,
- l'anima pura e sacra come immagine divina,
- proteggere le orme mosse da troppi conseguenti errori,
- combattere la fame d'amore con raggi di luce di donna madre,
- unica creatura nata per amare
- e difendere i bianchi gigli accovacciati e stretti a se'
- in struggente e vigoroso abbraccio.
- E le paure nascono spontanee là dove i fiori appassiscono
- Ma le speranze ritornano a fiorire una ad una
- dal bocciolo che si schiude
- in un'alterna danza di profonde emozioni.
9° posto al premio Elsa Morante TAMTAM, Roma
10° posto al premio poesia Cesare Pavese e Mario Gori, Chiusa di Pesio (Cn)
- Morte a "Beslan"
- Singhiozzi e lacrime di madri senza più storia,
- se non ricordi brevi e intensi abbracci,
- al seme, che ognuna, ha sol portato, con voglia,
- nel grembo, sussulti di bimbi appena nati;
- vagabondo quel grido disperato,
- al sopportar l'ombra del sacro dono,
- braccia tese, ad aspettar la sorte
- e in grembo, ahimè, un trastullar di morte,
- greve ed incredula, come mani di sangue avvolte
- e dita, che accarezzar vibranti seguono il viso,
- ceruleo in ogni dove
- e baciate le guance ancora calde,
- s'alza nell'aria, un urlo soffocato di dolore.
- Han perso tutto ed ogni cosa tace,
- sono orfane di figli,
- madri senza più pace
9° posto al premio poesia Città di Monza 2005
- Uomo antico
- Quale paura t'insegue uomo antico
- dal grande passato?
- Quale sgomento nuoce al tuo risveglio?
- Pensieri lontani, troppo lontani da cogliere!
- Non tremare ora,
- l'alba porta con sé i tuoi respiri,
- ansimanti ma vivi,
- ritmicamente estesi
- nell'immensità dell'aria,
- ascoltati, cercati,
- sei ancora nella luce del mattino.
- Godi questi attimi,
- e non perderti più,
- nel tuo destino.
11° posto all'Inedito Anziano &endash; premio poesia anno 2004
- Poesia e musica
- Poesia e musica...
- nel vuoto del silenzio,
- s'alza un sospiro...
- serenità agognata,
- tanto mi mancasti,
- nel cuore e nella mente,
- quanto ora,
- mi basti a rasserenare,
- pensieri di speranza.
- Poesia e musica...
- cantami la gioia nel dolore,
- forgiami la pace nella guerra,
- inibisci la paura nelle certezze,
- circondami d'emozioni intense
- e rinascerò alla vita.
- Olocausto
- Vento di ricordi...
- nel turbinio di paure,
- folate di sguardi
- nevicano gelo.
- Menti intorpidite e morte,
- nei silenzi,
- gridano terrore
- mentre dal fumo denso dei camini
- s'odono voci.
- Son bimbi, sagome di madri, padri
- e vecchi senza nome,
- sciancati dallo stesso male.
- S'apron le fosse
- per richiudersi in un attimo,
- nei tempi
- che resteranno tempi.
- Chiare memorie di croci,
- sparse ed invisibili.
- Si ricompone
- "L'Olocausto".
- Anno dopo anno
- l'odio si fa dolore,
- il dolore vuoto,
- il vuoto pensiero,
- il pensiero amore.
- Amore eterno,
- che nel cuore
- ancora sanguinante,
- smossa la terra sacra,
- un dì lontano
- piantò, per sempre,
- le sue radici.
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Ins. 22-10-2006