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- È nato il 19
aprile 1986 ad Andria. Frequenta il Liceo Classico C.
Troya di Andria. Vincitore di due concorsi di poesia;
uno, organizzato dal Movimento Consumatori con la
poesia "Innocenza", il secondo, organizzato
dall'associazione culturale Urania Lombardia,
classificandosi primo nella sezione giovani con una
silloge intitolata "Vita nuova". Ha partecipato a vari
laboratori e concorsi teatrali, scrivendo testi
teatrali.
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- Innocenza
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- Invisibile
innocenza,
- nel funesto
lago traspare.
- Tutt'intorno
rossi papaveri
- in campo di
grano
- consunti
arborei aride
- spoglie unte
di miele.
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- Un fatal
grido
- in liete
trame.
- Di un tristo
fanciullo
- le caviglie
possiedi,
- le palme sue
di ferro
- fra brave
tenaglie.
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- Aura
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- Violento e
lieve soffio,
- in cielo
conduci.
- Tu stesso coi
funesti buoi dell'eroe corri.
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- Lavoro per le
armi dei celicoli,
- scuotiterra
possente
- della
tenebrosa notte
- in
accampamenti deserti.
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- Dolce canto
di cetra,
- sbocciato
- con profumo
di giglio.
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- Vita
nuova
-
- Doloroso
cammin di vita,
- in un'altra
oasi vissuta.
- Memoria del
felice e grave
- trapasso dopo
il meriggio.
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- Fedel
promessa,
- del
sorgere.
- Un consacrato
forgia
- nelle
fiamme.
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- Essenza del
cosmosotera.
- Nave in
cerca
- di pacifici
approdi
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- Celebre
gladiatore
-
- Su la sabbia
di un'arena
- lotta, un
celebre gladiatore,
- il cui nome
ignoto
- nelle grotte
della devozione,
- per attendere
l'aurora dell'imperio.
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- Come il vento
le foglie disperde,
- così
egli con agile passo
- la feroce
fiera abbatte.
- Come il lago
il cielo riflette,
- così
alla luce del sole
- la sua lama
risplende.
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- Dal profondo
grido fanciullesco,
- indifeso e
protetto, sorse
- l'illustre
canto di vittoria.
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- La
stagione
-
- Perché
un barcaiolo anela
- alla
sospirata costa?
- Dove di
ruggine sono
- le foglie, i
rami di
- alberi
invecchiati nei secoli.
- Stanco, sotto
la calura
- lavora,
instancabilmente
- irrigando le
zolle.
- Canta senza
fine
- lentamente
una cicala,
- annunciatrice
della
- vecchia
stagione.
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- Cecità
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- Nella reggia
gremita di pompe festose,
- un
uomo,
- da nebbiosa
coltre
- accecato, la
scena
- del teatro
non vede.
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- Non vede il
riflesso
- del sole
sulla pallida luna.
- Non ode la
voce esortante
- di un
aedo,
- che canta la
nuova e antica legge.
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- Un orbo, la
mano armata,
- trafigge con
il pugnale
- le
tavole
- macchiandole
di sangue.
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