- La
pecora e il lupo
-
- (storia
di un amore possibile)
-
-
- Questa, è la
storia di una pecora nata e cresciuta in gregge, dove
regnava l'obbedienza, la sottomissione e
l'umiltà.
- Le pecore, si sa,
non sono animali molto interessanti e spesso, passano
inosservate, perché la vita le ha destinate a
ben poco, e non conoscono altro che l'erba di cui si
nutrono ogni giorno e la paura di perdere il gregge,
fuori dal quale, per loro, sarebbe la fine. Ma questa
storia, appartiene ad una pecora un po' speciale, che
non si sentì mai pecora fino in fondo e non
volle arrendersi all'idea di morire, senza aver
conosciuto mai nulla fuori dal gregge. La vita per lei
non poteva essere solo questo.
- C'era un senso alla
monotonia di quei giorni? Cosa dava valore alla vita
di una pecora? Chinare ogni giorno il muso sopra un
pezzo di prato senza conoscere nessun altro profumo e
senza posare lo sguardo su nessuno altro orizzonte?
No! Qualcos'altro doveve esserci!
- E verso l'ignoto
s'incamminò: con un po' di incoscienza e con
tanta paura, perché in fondo era pur sempre una
pecora!
- Si lasciò il
gregge alle spalle, stupita che fosse proprio lei a
farlo, ma oramai non poteva più essere
trattenuta: c'erano boschi fantastici, colori
incredibili, suoni mai uditi e profumi nuovi
nell'aria. Verso questo era diretta! La ribellione
nata dentro di lei, la spinse lontano ed
inaspettatamente si addentrò all'interno del
bosco, con circospezione, ma estasiata dal senso di
libertà che quella natura selvaggia, ma
incantevole, le offriva.
- Ed è proprio
qui, tra il timore e la quiete, tra la sorpresa e
l'incanto, che la pecorella incontrò un lupo,
senza saperlo.
- Sussultò per
lo stupore, vedendolo comparire all'improvviso, ma non
ne ebbe paura e non lo riconobbe come pericolo. La sua
ingenuità forse la salvò. il lupo
avrebbe potuto divorarla in un istante, ma non lo
fece, perché la sorpresa della pecora, fu un
po' anche la sua, ed allora attese, ma ricambiò
il suo saluto.
- La pecorella,
notò i suoi occhi profondi e fieri. Il suo
sguardo da ribelle, nascondeva un po' di tristezza, e
lei se ne accorse. Gli si avvicinò e
cominciò a parlargli. Parlò a lungo con
lui e lo fece per giorni e giorni.
- Il lupo non
riusciva a capire come una pecora potesse avere una
simile audacia nell'avvicinare un tipo come lui; nella
sua vita aveva visto di tutto e spesso aveva cambiato
opinione su tante cose, ma mai, si sarebbe immaginato
un incontro del genere! Era una situazione nuova, a
cui non era preparato. Si assillò la mente per
giorni, ma poi, si quietò. Gli incontri furono
più semplici, furono persino piacevoli.
Talvolta ridevano e capitava di darsi qualche pacca
sulla spalla. Passò del tempo. Furono i giorni
più pieni e più intensi nella vita della
pecorella.
- Qualcosa ben presto
però cambiò.
-
- La pecorella si
accorse che, al risveglio, il suo primo pensiero
andava al lupo, e fremeva di impazienza fino a quando
avveniva l'incontro, e la sera, era a lui che
tornavano i ricordi, le sensazioni e le emozioni
più profonde. Stava nascendo qualcosa di
diverso nel cuore della pecorella, qualcosa che ben
presto non riuscì più a contenere e che
un giorno rivelò al lupo. Egli rimase
sbalordito. La guardò incredulo e riuscì
a dire: "Io sono un lupo. lo sai questo?" La pecora
ricambiò l'intensità del suo sguardo e
rispose: "Questo... ha importanza?" Beh, non aveva
davvero importanza perché i due si amarono
senza riserva, e fu qualcosa di bello, e fu qualcosa
di autentico, e non ci fu più niente di
così vero nella vita della
pecorella.
-
- Il lupo
insegnò alla sua nuova compagna di viaggio,
ogni sentiero di quel bellissimo bosco, le
insegnò a destreggiarsi tra le insidie e gli
imprevisti di ogni giorno, a difendersi dagli agguati
a cui la pecorella, per sua natura, sembrava
così facilmente esposta. A volte la
rimproverava per la sua ingenuità, a volte ne
rideva divertito e a volte fingeva di lasciarla sola
per misurarne il coraggio.
- Di coraggio, la
pecorella, non ne aveva tanto ma sapeva che lui, era
lì, non poteva desiderare veramente di
abbandonarla in quel modo, perché lei, ora,
sentiva di appartenergli, e a lei apparteneva il suo
lupo, il suo odore, il suo calore, il suo temperamento
fuggevole e passionale, la sua natura brillante ed
imprevedibile, e l'amore per lui (e non il coraggio)
le permetteva ogni volta di ritrovarlo, accolta
dall'abbraccio più forte e amorevole che
potesse desiderare.
-
- La pecorella,
qualche volta, si ritrovò a pensare al suo
gregge e a chi aveva lasciato. La sua vita, quei
giorni addietro, era sicuramente più facile.
Poteva non farcela a volte: qualcuno ce l'avrebbe
fatta per lei. Poteva essere triste e rimanere nel suo
silenzio, ma se avesse voluto, avrebbe potuto chiedere
conforto e veder tesa una mano. Le giornata non
brillavano, ma talvolta, poteva rifugiarsi nella
quiete delle piccole cose di sempre, dove l'abitudine
e l'ordine regnavano sovrane. Ma ora era lì,
accanto ad un lupo, a cui un giorno per caso, disse
"Buongiorno" e ne rimase affascinata. La vita ora era
precaria.
- Niente era sicuro.
Il suo futuro, la sua vita stessa, nemmeno l'ora
successiva a quel momento poteva darle qualche
certezza. C'era un lupo accanto a lei; si voltò
e lo vide dormire al suo fianco, e poteva ascoltare il
suo respiro, ma "forse niente è per
sempre".
- A questo
pensò quella notte, mentre una lacrima le
brillò negli occhi.
-
- Il giorno dopo, il
lupo si accorse della tristezza della pecorella e ne
chiese le ragioni. Dapprincipio, ella si
schernì, ma poi, ne parlò, perché
non c'era niente, nel suo cuore, che volesse veramente
nascondere al lupo. Le dispiacque mostrare la sua
esitazione e confessare i pensieri cupi che la tennero
sveglia quella notte, ma abbandonò ogni
scrupolo speranzosa di trovare comprensione ed
affetto.
- Furono invece
parole dure, quelle del lupo, che così rispose
"Sai quello che hai lasciato. Nessuno ti ha obbligata
a farlo del resto. E non sono io, quello che si
è avventurato nel bosco per venirti a cercare.
Sei libera di andartene e di scegliere la tua strada.
Nessuno ti trattiene!" La pecorella, lo guardò
sbalordita, poi provò per quelle parole, una
grande rabbia, ma quelle parole erano pronunciate da
qualcuno, e trasferì la sua ira all'amico e
compagno di giorni indimenticabili. Cominciò a
tremare e si sedette, ma con lo sguardo non lo
abbandonò. Lui stesso, la guardava con
atteggiamento di sfida e poi, inaspettatamente si
voltò, andandosene. Questa volta, non faceva
parte del gioco. Non aveva preso la rincorsa ridendo,
cercando nascondiglio dietro qualche cespuglio
appartato, e lei non lo aveva inseguito divertita
smarrendosi per qualche minuto, ma certa di
ritrovarlo. Il passo del lupo, era lento e solenne,
senza esitazione, e l'immobilità della
pecorella, era timore ma anche risolutezza, rabbia e
orgoglio.
-
- Cosa c'era stato di
così sbagliato nel denunciare la propria
debolezza, il proprio smarrimento, rispetto a quanto
le stava accadendo? Un solo giorno aveva sconvolto la
sua vita, le certezze in cui aveva ovattato la sua
mente, erano ora dubbi sui quali riflettere con occhi
diversi; nemmeno l'idea di se stessa con la quale era
cresciuta, era più motivo di identificazione.
Era ora necessario scavare dentro il proprio animo e
farsi spazio tra vecchi ricordi e vecchi principi:
fare propri quelli più veri, accantonare ogni
ipocrisia e respirare a pieni polmoni i sentimenti
più intensi a cui restituire tutta la
libertà.
- Questo le diceva
una voce dentro di sé, alla quale non osava
rispondere, ma che, incalzante, l'aveva accompagnata
nel susseguirsi di quei giorni memorabili. Ed ora era
lì, accovacciata e timorosa, in preda al
panico. Cosa doveva a se stessa? E cosa doveva agli
altri? Doveva qualcosa a qualcuno, poi?
- A volte, dentro di
lei, prendeva il sopravvento il senso di gratitudine,
verso coloro che l'avevano cresciuta e comunque
amata.
- Perché aveva
voltato le spalle al gregge che l'aveva sempre
sostenuta, addirittura lodata, per la sua
umiltà, per il suo senso del dovere?
Perché, ad un certo punto, qualcosa le strinse
la gola, e perché tutto, introno a lei,
diventava opprimente ed irrespirabile?
- Perché
quest'impeto di andarsene, e scommettere qualcosa con
se stessa, ignara di quale evento potesse
travolgerla?
- Mentre ripeteva a
se stessa, una frase che accompagnò sempre la
sua infanzia "Io non ce la farò.", ce la fece
invece ad andarsene dal gregge, a percorrere tanta
strada da sola; ce la fece ad addentrarsi in un bosco,
ce la fece a sconfiggere la paura del silenzio ed il
senso di smarrimento di fronte ad una natura
sconosciuta. Ce la fece a non voltarsi indietro ed a
ricacciare indietro qualche lacrima. Caspita! Ce la
fece persino a conoscere un lupo!
- Questa poi! Era
veramente troppo! Già il lupo! Dov'era adesso?
Perché l'aveva trattata così duramente?
Non poteva aver detto qualcosa di così
tremendamente sbagliato per...
-
- No, infatti! Non
aveva detto niente di così tremendamente
sbagliato. Il lupo, lo sapeva bene, mentre non troppo
distante dalla pecorella, aveva cercato un'ombra dove
adagiarsi e sbollire un po' la sua rabbia. Cosa in
fondo aveva acceso tanta colera in lui? Cercò
di andare in fondo ai suoi pensieri, di ascoltare un
po' il suo cuore, perché sentiva che aveva da
sussurragli qualcosa: ma ai lupi, si sa, occorre del
tempo in più, perché credono di avere il
cuore un po' indurito dalle lotte e dalla loro dura
vita. non voleva ferire la pecorella, ma così
era successo! Perché aveva detestato gli occhi
tristi e la voce tremante della sua cara amica?
Perché sentì dentro di sé un male
fisico, nell'udire del rimpianto in quelle parole?
Perché la voleva forte, accidenti!
Perché la voleva senza esitazioni, sicura di
sé, pronta ad affrontare il domani.
- Coraggiosa e
padrona della sua vita!
- ma perché,
Un giorno, la pecorella, gli disse guardandolo
amorevolmente negli occhi "Io rispetto la tua natura
sai?" Ed ora? Ora lui stava rispettando quella della
pecorella? L'aveva aggredita e se ne era andato,
incurante delle ferite che aveva lasciato.
- Pensò alla
sua vita passata, e la vide come una lunga battaglia,
in cui si era sempre imposto con fermezza e
dignità. Guardingo con il nemico e sospettoso,
talvolta, persino con gli amici. Capobranco: temuto ed
amato, cercato ed evitato, bramato per la prole,
affrontato nelle varie contese, vittorioso sul molti
fronti. Lui, il lupo.
- Fiero di esserlo
nel bene e nel male, come vuole la vita che ci ha
generati. Ed ora, proprio lui, per la prima volta, si
trovava a non comprendere quello che gli stava
accadendo. Aveva conosciuto una pecora, ed
incredibilmente, non l'aveva divorata! Anzi, ci
parlò e la trovò simpatica:
coltivò la sua amicizia, ma solo per
curiosità. Era un'esperienza che gli mancava
nella sua vita, ed all'inizio lo trovò
divertente. Poi osservò meglio la sua nuova
compagna di viaggio e si accorse che diceva cose
interessanti ed aveva gesti gentili. Rideva facilmente
e trovava bella ogni cosa. Si commuoveva davanti ad un
tramonto, si fermava ad ascoltare il canto degli
uccelli e rimaneva immobile, talvolta, per respirare
la brezza del mattino che la faceva "sentire libera"
diceva. Lo abbracciava con trasporto e qualunque cosa
ne era un pretesto. Cercava di atterrarlo nelle loro
furiose ma innocue lotte, mentre lui, timoroso, si
guardava attorno per scorgere che altri lupi non
assistessero alla scena. La pecorella era premurosa
con lui. Si preoccupava che stesse bene: creava il
giaciglio più confortevole e riusciva ad
ascoltarlo per ore nei racconti delle sue
vicissitudini. Lo ammirava e ne era orgogliosa.
Rispettava i suoi umori e talvolta, anche i suoi
silenzi. Era tutto il suo modo di amarlo.
-
- E mentre questi
pensieri gli occupavano la mente, cominciò
finalmente a pensare che forse, veramente, la
pecorella lo amava e lui, doveva dare qualcosa di
più a questo amore che per giorni lo aveva
nutrito. La natura degli altri, non può essere
sempre in sintonia con noi stessi.
- I sentimenti, gli
animi, cambiano, perché la vita non ha gli
stessi percorsi e non segue le direttive che noi
vogliamo, non possiamo innalzarci a giudici ed
emettere sentenze in nome di qualche ideale a cui non
vogliamo rinunciare. Non possiamo condannare la
sensibilità e talvolta la debolezza del
prossimo, perché prima o poi, ne resteremo a
nostra volta coinvolti e a nostra volta, cercheremo
comprensione e tolleranza. Perché la vittoria
è più grande se si è conosciuta
qualche sconfitta! La quiete è una manna dal
cielo se si è stati sorpresi dalla tempesta e
l'amore è più vero quando ha percorso il
sentiero del dolore. E se la pecorella, ora sta
soffrendo, è perché tutto vive in lei:
il passato, il presente, il bello e il brutto, i
ricordi più cari e quelli più
struggenti, l'amore e l'odio, la morte e la vita e non
c'è debolezza in tutto questo, ma ragione,
amore e realtà. Nella vita di ognuno di noi,
c'è posto per tutto: ogni emozione trova
ragione di esistere nel nostro cuore ed è solo
quando questo cuore si lascia aperto per metà,
che nasce la paura e la debolezza che ci confonde e ci
fa credere forti ed invincibili. Il lupo, non senza
timore, aprì completamente la porta del suo
cuore e fu investito da una grande luce, che gli fece
vedere nettamente un sentiero, breve e senza ostacoli
che lui conosceva bene perché lo aveva percorso
per allontanarsi dalla sua pecorella.
- Adesso, era ora di
tornare!
-
- Fu una sensazione,
o fu la speranza, a far presagire alla pecorella
l'arrivo del lupo, un istante prima di vederlo.
Scattò in piedi ed incrociò il suo
sguardo, che, nonostante poca distanza li separasse,
vide buono ed incoraggiante. Incapace di rancore, si
lanciò in corsa (una goffa corsa a dir la
verità) lasciandosi andare ad un lungo e tenero
abbraccio, che restituì ad entrambi l'amore e
la pace che non volevano perdere.
-
- La pecorella non
chiese mai spiegazioni riguardo all'episodio quel
giorno accaduto, perché assecondava quello
strano "codice d'onore" del suo lupo, senza
comprenderlo appieno, è vero, ma
rispettandolo.
- In fondo essere
tornato, era forse un modo per avvicinarsi alla
tolleranza ed all'umiltà e non segno di
compassione per lei come per un attimo aveva pensato.
La lealtà che un giorno aveva letto negli occhi
del lupo, non poteva essere un abbaglio così
grande da offuscargli la vista per tutto quel tempo!
Ed era possibile poi, che il suo cuore amasse talmente
invano? "No, non amerò invano questo lupo"
pensò la pecorella. "L'amore è forse
l'unica cosa che ha allo stesso tempo il potere di
finire e di rimanere. Ed io, nel suo cuore sono
entrata per starci. Mi accuccerò nell'angolo
più nascosto e sarò quasi invisibile.
Occuperò lo spazio che lui vorrà e
talvolta sopporterò la pena di essere
dimentica, ma lì vorrò rimanere,
perché l'amore mette radici nel suo cuore
più caro e può crescere rigoglioso se vi
trova lo spazio che vuole o può vivere come
semplice germoglio in un piccolo angolo quasi
sconosciuto. Il lupo continuerà la sua vita.
Affronterà altre battaglie. Porterà a
termine quelle lasciate in sospeso. Non sarà
una vita facile! Perché la libertà si
paga a prezzo di tanti sacrifici, così come
talvolta l'orgoglio e la dignità. E questo
lupo, un po' sprezzante e un po' temerario avrà
ancora tanta strada da percorrere: oggi vicino a me,
domani chissà, ma talvolta dovrà
certamente riposare i passi solleciti della sua vita,
lasciar respirare l'amore che è dentro di lui e
decidere se far crescere quel germoglio che ha messo
radici nel suo cuore". A questo pensò con tanto
sentimento la pecorella, perché qualcosa dentro
di lei le diceva che presto le loro strade si
sarebbero divise e doveva assolutamente far sì,
che il lupo credesse alla sincerità del suo
amore.
- Poi, tutto poteva
finire e tutto rimanere.
-
- Il lupo, dal canto
suo, aveva ora, piena convinzione, che la pecorella,
lo amasse veramente ed aveva abbandonato l'esitazione
iniziale, quando la giovane amica, gli confessò
quel che aveva nel cuore e lui, ebbe il sospetto che
fosse più matta che temeraria.
- Tuttavia, non ne
parlò apertamente e non rivelò né
alla pecorella, ma in fondo, nemmeno a se stesso,
ciò che gridava dentro di lui e che veniva
garbatamente messo a tacere, per timore di esporsi a
viso scoperto, e cadere definitivamente nella
trappola.
- (Trappole, qui, in
realtà, non esistevano, ma il lupo, era per
natura, guardingo e malfidato e i sentimenti lo
potevano spaventare più di uno scontro in
battaglia). Continuarono a scherzare tra loro in quei
tiepidi giorni di primavera, e tutto era lieve,
qualsiasi cosa, diventava un pretesto alla
felicità, alla risata ed al buonumore. Il lupo
non perdeva occasione di canzonare bonariamente
l'ingenuità della pecorella che non riusciva
mai a simulare un'arrabbiatura per più di
qualche minuto, per poi scoppiare a ridere gettandosi
su di lui con un abbraccio dal quale non avrebbe mai
voluto separare. Il lupo abbandonava ogni resistenza,
perché in fondo, amava quei momenti di gioco e
di tenerezza che aveva conosciuto da cucciolo,
divenuto adulto troppo in fretta.
-
- Un giorno, reduci
da scherzi e corse estenuanti, si avvicinarono da un
ruscello per placare un po' la loro sete. Era talmente
limpida l'acqua sotto di loro da potersi specchiare.
Fu il lupo a commentare per primo. "Cosa ne dici?
Strana coppia eh?" "Beh, non male! Certo, lui è
più slanciato, muso più interessante,
esteticamente più bello direi, però
anche la tipa li a fianco, per essere una pecora si sa
difendere abbastanza bene. Si mi piacciono quei due.
Stanno proprio bene insieme!" Così
scherzò la pecorella, che, girando la testa
verso il lupo, proseguì, come colta da
ispirazione "Ma tu non ululi mai?" Sorpreso dalla
domanda, e dal tono solenne, egli rise fragorosamente,
ma rispose a quel quesito che pareva più un
dilemma.
- "Ululo nel momento
del pericolo, in modo intenso ma breve, magari a
più riprese. Ed ululo..." Esitò un
attimo, addolcendo lo sguardo. "Ululo ance per amore.
Una volta sola, ma molto, molto a lungo".
- Gli occhi della
pecorella erano fermi su di lui, amorevoli ed
indagatori, tanto da avere la sensazione che il cuore
le scoppiasse in petto. Così si affrettò
a concludere "Ora, però, non posso farti udire
nulla, perché potremmo attirare il nemico e non
sarebbe il caso, giusto?" Finirono col riderne e, la
pecorella, non chiese altro, non forzò i tempi
dell'amico, né i suoi silenzi, né la sua
volontà. Gli aveva fatto la promessa di
rispettare la sua natura e l'avrebbe mantenuta anche
nei dubbi dell'amore.
-
- Il giorno dopo,
esplorarono nuovi sentieri, partendo all'alba,
nonostante la pigrizia della pecorella, che quella
mattina, aveva deciso di coccolarsi al suo lupo, senza
volersene staccare ed accucciandosi al suo fianco ogni
volta che ne percepiva il minimo spostamento. La
brezza del mattino, (oltre a farla sentire '"libera")
le lasciò del freddo insistente addosso e non
si scostò di un passo dall'amico, da cui
cercava tepore "Ehi, cos'hai stamattina? Ti si
è irrigidita la lana pecorella?" Lei sorrise,
ma era distratta, forse un po' impensierita
perché stavano percorrendo sentieri
sconosciuti, o forse, perché aveva un leggero
senso di malessere; ma tacque, ricordando un po'
timorosa, quello che era successo pochi giorni prima.
Lui, le fece notare dei fiori bellissimi, cresciuti ai
margini del bosco e la invitò a sentirne il
profumo. Si allontanò, attirata da quella
meraviglia e da quei colori giallo arancio che
brillavano tra l'erba ancora umida di
rugiada.
- Si sporse con il
muso su di loro, quando la terra franò
leggermente e la pecora cominciò a ruzzolare
tra gli alberi appena più sotto. Il lupo si
affrettò a soccorrerla, anche se era più
divertita che spaventato. "Tutto bene
batuffolo?"
- Tra il terriccio e
qualche ramoscello, si tirò su un po' dolorante
e malconcia, la pecorella, che fece uno sforzo a
trovare ancora così splendidi quei fiori che la
guardavano a capo chino tra le zampe del lupo. Ad un
tratto, qualcosa l'attirò. Un leggerissimo
suono appena percettibile, ma a lei così
familiare. Si voltò di scatto e cercò di
individuare da dove provenisse. Fece ancora qualche
passo in avanti, superò ancora qualche albero
che le impediva di vedere laggiù all'orizzonte,
qualcosa che pareva muoversi. E finalmente, ne fu
sicura. Non c'erano dubbi. Quella che si vedeva in
fondo alla vallata, era una massa quasi uniforme, che
diventava però, ora, sempre più
distinguibile. Le si fermò il cuore e credette
di morire... Perché quello, era il suo
gregge!
-
- Il tempo si era
improvvisamente fermato, e tutto, era in tensione
dentro di lei: il suo cuore, il suo pensiero e
certamente il suo respiro, tanto da mancarle il fiato.
Sembrava così lontano, il tempo in cui lei, era
una di loro! Una del gregge! Ma ora, lo specchio, le
restituiva l'immagine e non c'è fuga da se
stessi! Sobbalzò all'improvviso, quando si
sentì affiancare dal lupo, che, preoccupato,
l'aveva raggiunta. Ci fu un lungo silenzio, mentre i
loro occhi non si staccavano da ciò che avevano
di fronte, sebbene a chilometri di distanza. "È
la che abiti?" La scosse una voce ferma ma gentile.
"Si" disse "Quello è il mio gregge!" "Hai
nostalgia di loro?" proseguì il lupo. Silenzio.
Gli occhi della pecorella cominciarono ad inumidirsi,
"Vorresti tornare?" Silenzio. "Forse è giusto
che tu rifletta seriamente su questa
possibilità". Gli costò tanto
pronunciare quelle parole, ama aveva il dovere di
farlo, aprendo il suo cuore alla generosità,
che aveva imparato a conoscere dentro di lui. Ormai il
pianto aveva preso il sopravvento sulla pecorella, che
così rispose "Non so, non so cosa sia giusto,
non so quale strada percorrere. Là c'è
la mia vita di sempre, il mio gregge e la mia
famiglia, da dove, forse, non avrei mai dovuto
allontanarmi, ma qua ci sei tu. io non voglio
immaginare quanto soffrirei senza di te, perché
so che non ti ritroverò in nessun posto ed in
nessun altro, perché tu sei un lupo e dio una
semplice pecora, ma se anche agli occhi del mondo
questo può sembrare incredibile, io... ti
amo!"
- Lo abbracciò
con un tale impeto, che il lupo, vacillò,
perdendosi nell'abbraccio di lei e piangendo a sua
volta, perché ormai era giunto il momento di
fare uscire dal silenzio il suo amore, intorpidito
dalle catene a cui era stato trattenuto. Ci fu una
lunga pausa tra i due, ma poi fu il lupo a dire
qualcosa, a cui avrebbe preferito mille battaglie e
mille rinunce: ma questa, è anche la storia di
un lupo un po' speciale, che , in fondo, anche lui,
non si sentì mai lupo, sino alla fine. "Torna
al tuo gregge, pecorella. La vita qui nei boschi, non
è vita per te. La sorte è stata generosa
con noi, ma non sarà sempre così. Anche
piccoli pericoli, possono divenire temibili, per te.
In inverno, la vita, diventerà una lotta alla
sopravvivenza, ed io, purtroppo, non sarò
sempre in grado di proteggerti e per te qua, sarebbe
la fine, se ciò accadesse. Pensa alla tua vita!
Non è giusto rischiare tanto!" Provava dolore
al cuore, ma impiegò tutte le forze che aveva
per dare a se stesso un po' di padronanza e
soprattutto della credibilità. "Non voglio
perderti" Disse sottovoce la pecorella, non riuscendo
a staccarsi dall'amato compagno. "Non mi perderai
agnellino! Io, sarò qui e ti veglierò
dall'alto. Ora so dove pascola il tuo gregge. A volte
ci rivedremo, sai? Ci sarò ogni mattina, nella
brezza che respiri, ci sarò ogni sera, nei
tramonti che ami, e ci sarò persino in quei bei
fiori profumati, che ti hanno fatto ruzzolare sin
quaggiù!" Scherzò il lupo, tirando su il
muso della pecorella, schiacciato ancora contro il suo
petto "Ehi, pensa che fortuna! Sarò l'unico
lupo che rinuncerà ad un pranzetto così
succulento, pur di starti vicino e poterti incontrare
ancora!" Riuscì a far sorridere l'amica, che
aveva lo sguardo perso chissà dove. Sul suo
gregge? Sul suo futuro? Sul suo destino? "È poi
giusto che io torni? Quanto sarò infelice senza
di te?" Disse questo quasi sottovoce, come lo
chiedesse a se stessa. Ma il lupo, udì. "Vai
piccola. È giusto così. Non rimandare.
perché i dubbi di oggi, saranno anche i dubbi
di domani. È ora che anch'io rispetti la tua
natura e posso farlo solo dicendoti di tornare
là, al tuo gregge, dove hai sempre vissuto e
dove la tua vita non sarà mai in pericolo. Vai,
ora. io ti seguirò da qui, sino a quando non ti
vedrò a valle". "Io, forse, rimpiangerò
per tutta la vita questa scelta, o forse, domani,
sarò ancora qui a cercarti, senza preoccuparmi
più della mia sorte. Ma tu, amore mio, non
dimenticarmi e tienimi sempre un po' con te,
perché è a te che voglio appartenere"";
"Non ti dimenticherò!" Fu il bacio più
dolce e struggente che la natura regalò quel
tiepido giorno di primavera e di tutte le primavere a
venire.
-
- La sera stessa,
prima di rientrare all'ovile, la pecorella, si
attardò nell'incantevole tramonto che dipingeva
il cielo di colori infuocati, quando ad un tratto,
qualcosa inondò la valle, il bosco soprastante,
le colline tutt'intorno, ma soprattutto, il suo
cuore.
- Era un amato,
intenso, lungo, lunghissimo ululato...
-
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