LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Gianluca Serra
È nato il 18 ottobre 1979 a Partinico (Pa) dove risiede e frequenta l'ultimo anno di liceo classico. Coltiva energicamente l'interesse per la letteratura. Da poco meno di un anno ha deciso di partecipare a concorsi letterari. È risultato menzionato speciale al XIII premio plurinazionale e multimediale di poesia "Nosside" (Reggio Calabria) ed è stato inserito nell'omonima antologia. È stato selezionato per l'antologia "Le più belle poesie del premio Città di Melegnano 1997". La casa editrice Lo Faro di Roma lo ha selezionato fra 439 partecipanti ed incluso nella ristretta cinquina dei finalisti del premio "Colosseo d'oro" per il romanzo "I pazzi" di prossima pubblicazione.
 A Nosside
 
E piace ascoltare i gemiti
e palpare gli umori
degli anfratti reconditi
della carne delle muse.
Viene da questa terra
antichissima, misteriosa,
il richiamo dell'amore.
Qui, in sale vaste
coi pavimenti coperti
di tappeti lanosi,
accesi appena dalle luci
di fuochi sospesi a mezz'aria,
dentro vasi lucenti,
qui dove l'arpa
e il flauto piegavano
l'orchestra del mare
e il pianto degli armenti,
qui i greci si amavano.
Corpi dalle nudità bianche,
spumose di gioventù,
lasciavano senza timori
le vesti lunghe: seni caldi e sodi
si liberavano dal giogo
delle fasce, e si davano
ai petti degli uomini.
Le anche abbondanti,
sinuosi manici
di ceramica, stagliavano
le loro ombre sulle pareti
tufacee. Fiammelle oscillavano
mentre già i primi occhi
si chiudevano e le prime
bocche mormoravano piaceri.
Le coppie si incoraggiavano.
E c'erano donne e fanciulle
appena in fiore, tutte odorose di
carne liscia
umidita da rugiadosi sudori
di insenature cocenti,
ove mille peluzzi, come erbette
di primavera, ondeggiavano
alle care brezze ioniche.
E si amavano tutti insieme
e si guardavano di tanto in tanto
nel voltarsi e rivoltarsi
sui tappeti che rubavano
le essenze divine
dei seni delle vagine
Si muovevano lente
le donne abbracciate ai guerrieri
dai corpi scultorei.
E i deltoidi e le braccia in argento,
forti dello scudo pesante
e del gladio,
le tenevano quando la forza
del piacere le abbatteva e, disfatte,
piene di malinconica felicità,
le donne lamentavano da dentro il
grembo.
Erano orge di grazia
su cui Dionisio sempre vegliava.
Tutto avveniva come in un tempio.
Un tempo.
Oggi, resta in bagli abbandonati
la paura di un misfatto rubato alla
decenza.
 
 
Versi (A sera)
 
A sera mi vengono in testa
versi gonfi e dilatati
come varici livide
di bigotte in processione
e li scarico come mucchi
di ossa in questa bara
che è la mia penna.
 
 
L'alba
 
C'è ancora quell'aria notturna,
lunare, piena di religiosità
e mistero, alla prima luce,
quando il sole lancia
dalla sua segreta
lo sguardo paterno, gelido,
sui tetti del borgo,
i quali rispondono coi loro colori
tenui, addormentati, indistinti…
allora ognuno è poeta!
 
 
Non chiedermi perché io sia poeta
 
Non chiedermi perché io sia poeta.
Questo libro non è un Vangelo
e nulla, neanche un verso,
può insegnarti la vita,
mostrarti l'Eterno.
Solo, qui, tra queste righe
immediate, brusche, trovi
un'altra formula
del Mistero inspiegabile della Poesia.
Non chiedere perché scrivo.
È il segreto sorriso di qualche Musa
che mi fa parlare.
Accetta questo. Lo accetto anch'io!

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Aggiornato il 25-05- 1998