Giuseppina Epifanio risiede a S. Vito dei Normanni (Br) ha
quarantasei anni, pensionata da alcuni, ha ripreso la sua vecchia
passione riposta per anni in un cassetto a causa del suo impiego nel
settore sanitario. Sposata, ha tre figli maschi. Dallo scorso anno ha
sentito impellente il bisogno di fermare sulla carta i suoi pensieri
e i suoi sentimenti come le capitava di fare a quindici-sedici anni.
Il suo sogno segreto è quello di avere un riconoscimento
pubblico da un grande critico per poter dimostrare che anche una
donna «qualunque» riesce a farsi sentire.
Nel 1995 ha conseguito il primo posto al concorso di poesia Santa
Maria di Crepacore svoltosi nella provincia di Brindisi; mentre nel
gennaio 1996 si è classificata al terzo posto al premio
internazionale Città di Brindisi.
Corpi disintegrati
21 febbraio 1994
Ieri sera ho pregato.
Ho pregato
per il sangue innocente,
per tutti i sorrisi che han rubato
ho pregato
per la pace nel mondo!
Basta, basta, basta!
Sentite le madri che piangono,
sentite i bambini che cercano,
sentite il dolore del mondo!
Guardo le scene violente
sembrano un gioco di colori,
leggo le storie di guerra
e il cuore mi grida e mi piange.
Oh, gente di tutti i colori,
guardiamo il sorriso di un bimbo,
dimentichiamo ogni guerra,
ogni odio
e preghiamo
per la pace nel mondo.
Mi manchi, madre!
Non trovo mai parole
per descrivere il vuoto
che sento nel cuore
quando la tua nostalgia
mi strazia l'anima.
Quando cerco dentro di me
la carezza del tuo sguardo,
la dolcezza del tuo volto,
il conforto della tua voce.
Quanto mi manchi
nei giorni felici!
Quanto mi manchi
nei giorni di tristezza!
Ti cerco,
nel buio della notte.
Ti parlo,
nel silenzio di una Chiesa.
T'invoco,
nei momenti di dolore.
Mi rifugio
nel tuo dolce ricordo.
Ho nostalgia
perché non ti ho saputo dare
l'amore ch'era dentro di me.
Sconosciuto
Ho visto
il corpo di un bimbo
giacere,
sulla misera terra!
Quali colpe
doveva scontare?
Perché
gli é stata negata
la vita?
Una mosca,
ignara,
svolazzava ingorda.
Non c'é
un cuore di madre
vicino,
a ridargli la vita.
Una lacrima
mi solca furtiva.
Un grido d'orrore
si spezza, impotente,
nel cuore.
Amica solitudine
Rifugiata
nella mia voluta solitudine
penso
al mio Io egoista,
che rifugge il mondo
e me lo fa cercare
attraverso immagini
amorfe e spente
di giornali e televisori.
Gioco con la memoria
per ricercare
sapori di vita
senza fardelli.
Anelo
spazi celesti
senza macerie
o corpi vaganti.
Desideri
che s'annullano
nella nuda realtà.
Aleggia nella mente
una nenia lontana
e nelle ombre della sera
si culla solitaria
la mia malinconia.
Vivo
Vivo racchiusa nel mio mondo,
ho paura di guardare
un'alba tremula,
e restia a spuntare;
un sole freddo
che non riscalda il cuore.
Orizzonti lontani
con grida di dolore,
senza più sorrisi,
senza più amore!
Non si vedono più nel cielo
stormi di rondini in volo.
Non s'odon più, per strada,
le bande dei bambini
fra giochi innocenti
e grida birichine.
I volti dei giusti
si copron per l'orrore
lottano e s'affannano
perché risplenda il sole!
Al vento
Offro, impavida
il mio viso al vento.
Soffia leggero
sfiorando i capelli.
Strappa pensieri
li trasporta lontano.
Culla le foglie
rubate alle madri.
Vorrei volare
nello spazio infinito,
in cerca della genesi
e del mistero della vita.
Nella notte
Nell'incoscienza del sonno
vagano liberi i segreti pensieri
tra sformano in sogni
i nostri desideri.
Tra sportano le nostre paure,
danno vita
alle nostre illusioni,
ai mille fantasmi
che accendono di lucciole
la lunga notte.