LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
I grandi poeti contemporanei
Attilio Bertolucci
- Da: Fuochi in novembre
La rosa bianca
- Coglierò per te
- l'ultima rosa del giardino,
- la rosa bianca che fiorisce
- nelle prime nebbie.
- Le avide api l'hanno visitata
- sino a ieri,
- ma è ancora così dolce
- che fa tremare.
- E' un ritratto di te a trent'anni,
- un po' smemorata, come tu sarai allora.
- Paese d'inverno
- Che il sole dopo la neve
- appaia, e le nuvole si tingano di rosso
- come schiave: la neve sui tetti
- un rossore colorirà, guancia di principessa.
- S'alzi un leggero vento
- e spenga l'acqua, che s'era addormentata,
- con assonnata voce di pastore;
- escano fanciulle con scialli,
- lampeggiando gli occhi neri,
- e improvvisamente corrano punte dall'aria
- simili a uccelli che s'alzino a volo.
- E gli zingari rubino ragazzi.
- Da Viaggio d'inverno
- Portami con te
- Portami con te nel mattino vivace
- le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato
- al tuo fianco di donna che cammina
- come fa l'amore,
- sono gli ultimi giorni dell'inverno
- a bagnarci le mani e i camini
- fumano più del necessario in una
- stagione così tiepida,
- ma lascia che vadano in malora
- economia e sobrietà,
- si consumino le scorte
- della città e della nazione
- se il cielo offuscandosi, e poi
- schiarendo per un sole più forte,
- ci saremo trovati
- là dove vita e morte hanno una sosta,
- sfavilla il mezzogiorno, lamiera
- che è azzurra ormai
- senza residui e sopra
- calmi uccelli camminano non volano.
Ritratto di uomo malato
- Questo che vedete qui dipinto in sanguigna e nero
- e che occupa intero il quadro spazioso
- sono io all'età di quarantanove anni, ravvolto
- in un'ampia vestaglia che mozza a metà le mani
- come fossero fiori, non lascia vedere se il corpo
- sia coricato o seduto: così è degli infermi
- posti davanti a finestre che incorniciano il giorno,
- un altro giorno concesso agli occhi stancatisi presto.
- Ma se chiedo al pittore, mio figlio quattordicenne,
- chi ha voluto ritrarre, egli subito dice
- "uno di quei poeti cinesi che mi hai fatto
- leggere, mentre guarda fuori, una delle sue ultime ore."
- E' sincero, ora ricordo d'avergli donato quel libro
- che rallegra il cuore di riviere celesti
- e brune foglie autunnali; in esso saggi, o finti saggi, poeti
- graziosamente lasciano la vita alzando il bicchiere.
- Sono io appartenente a un secolo che crede
- di non mentire, a ravvisarmi in quell'uomo malato
- mentendo a me stesso: e ne scrivo
- per esorcizzare un male in cui credo e non credo.
- Lasciami sanguinare
- Lasciami sanguinare sulla strada
- sulla polvere sull'antipolvere sull'erba,
- il cuore palpitando nel suo ritmo feriale
- maschere verdi sulle case i rami
- di castagno, i freschi rami, due uccelli
- il maschio e la femmina volati via,
- la pupilla duole se tenta
- di seguirne la fuga l'amore
- per le solitudini aria acqua del Bràtica,
- non soccorrermi quando nel muovere
- il braccio riapro la ferita il liquido
- liquoroso m'inorridisce la vista,
- attendi paziente oltre la curva via
- l'alzarsi del vento nel mezzogiorno, fingi
- soltanto allora d'avermi udito chiamare,
- entra nella mia visuale da un giorno
- quieto di settembre, la tavola apparecchiata
- i figli stanchi d'attendere, i figli
- giovani col colore della gioventù
- esaltato da una luce che quei rami inverdiscono.
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