-
- È nato a
Genzano di Roma, dove risiede, lavora come tecnico nei
laboratori di ricerca presso una nota casa farmaceutica.
Ha sempre amato l'arte in generale, in particolar modo la
pittura a cui si dedica da trent'anni. È
appassionato di fotografia e di poesia. Ha pubblicato per
la prima volta nel 1996, con la Montedit la silloge dal
titolo "Sentimenti: I colori dell'anima". La sua arte
riflette la necessità di creare, capire e
comunicare, cercando di penetrare la verità nella
relazione tra consapevolezza umana e ciò che ci
circonda. Esprimere in versi semplici le sue emozioni, le
sue passioni e le sue idee, verso i temi più
profondi, che da sempre hanno interessato l'uomo,
è stata sempre una sua debolezza ed è la
coordinata per l'aspirazione ad un mondo migliore, a
misura d'uomo. È stato segnalato al premio
letterario Marguerite Yourcenar 1995.
|
- Uomo, fermati un poco e
rifletti
-
- Uomo sforza l'udito per poter sentire
- se hai coscienza di esistere,
- afferra con tutti i tuoi sensi la fede
- che è posseduta da chi in Dio si
è perduto.
-
- Uomo tralascia del mondo le materiali
cose
- che non sono trascendenti ed eterne
- come il libero spirito creatore,
- frutto della luce infinita che
illumina.
-
- Uomo non aver paura del silenzio e della
solitudine
- per immergerti in colloquio da solo con il
Solo,
- senza parole che non servono in un intimo
dialogo,
- in cui Lui si fa capire dissipandoci i dubbi
dal cuore.
-
- Uomo, fermati un poco e rifletti.
- Donne di
Spagna
-
- Ardito poema, descriverti, oh donna
- che da secoli concimato hai
- con la tua anima di sirena
- la calda terra di Spagna.
- Quante cose ho visto attraverso te,
- quando fiera, sul vertice della notte
- all'incalzante ritmo di
castañetas*,
- con corvini capelli sciolti al vento
- accendi l'ebbrezza dei sensi
- e a cupidi occhi d'uomini
- t'offri con movenze sinuose.
- Con inceder lento entri ricoperta
- di drappi e veli trasparenti,
- che scoprono alla vista
- curve dolci d'anche tornite
- con ventri accennati appena
- e tiepide cosce di nero velate.
- Donne ambrate con riflessi d'opale
- cantano e ballano
- al dolce e vibrante suono
- di chitarre e sitar.
- Fanciulle dai grandi occhi castani,
- dolci sono le notti
- che avranno i vostri occhi,
- con mani e caviglie tintinnanti
- accendete con languida
sensualità
- frenetici voli di fantasia.
- Nei cuori di turisti gitani
- immagini da sogno e
- acerbi impulsi nelle vene
- provocate, come rapidi
- torrenti verso il mare.
-
- *nacchere
- E il gioco è
fatto
-
- Altri giorni ancora da lavorare,
- altri frammenti di tempo,
- luci ed ombre in fuga.
-
- Sogni di amicizia,
- condivisioni di pensieri,
- processi inconsci maturati.
-
- Travaglio e mutazioni,
- sintesi di opposti,
- sogni sognati e dimenticati.
-
- La solita logica di vittima
- si scontra con la passiva
- remissione dell'agnello.
-
- E il gioco è fatto.
-
- Ancora una volta ha vinto il potere,
- ai lavoratori un fardello di speranze,
- ai ricchi un sacco di certezze.
- Goccia
-
- Sembrava viva
- trasparente e brillante,
- su un ramoscello sottile
- sospesa sull'erba bagnata.
-
- Sembrava una perla
- ed a tanta bellezza
- lui s'inchinava
- sottile, sottile.
-
- Sembrava vibrare
- come in un sogno irreale
- e al colmo della gioia
- la vide nella terra cadere.
-
-
- Tra i cementi della
fabbrica
-
- È primavera. L'erba è cresciuta
dappertutto,
- in tutta la fabbrica, ovunque
- abbia trovato un po'
- di terra.
-
- La più verde e la più luminosa
è venuta su
- tra il cemento e le gettate grigie e
nere,
- la più ostinata ha messo fuori
- l'orgoglioso capo.
-
- Tra scorie, asfalto e materiali di
risulta,
- i giorni chiari di marzo han portato
- con tutta la forza, la gioia della
vita.
-
- Poi è venuto l'omino con la piccozza
nera,
- l'ha strappata, pestata a morte,
spezzata,
- il padrone la vuole solo nei giardini
all'inglese,
- bella, rasata e in ordine.
-
- La donna del
mercato
-
- Buon Natale e grazie.
- Questo gli disse la donna bruna,
- porgendo dal pianale del chiosco
- l'involucro di cèllofan gonfio a
metà.
-
- Fiori, vendeva e quel mattino
- la piazza radiosa sembrava tutta sua.
-
- L'indomani anche lui avrebbe offerto
- quel dono, con ansia pacata
- alla donna amata, scontando l'attesa
- della festa perduta.
|