- È nato sulla divina
Costa d'Amalfi a Cetara, quarantadue anni fa. È
dirigente comunale nel settore della Finanza locale.
Attualmente, da laico, studia presso l'istituto superiore
di Scienze Religiose Amalfi/Cava per conseguire la laurea
in Teologia. Nonostante gli studi scientifici ha sempre
prediletto con smisurato amore le materie umanistiche che
lo rendono un poeta, un romantico e un passionale. Ha
scritto opere e saggi ancora inediti, numerose epistole e
articoli giornalistici. "Una nuova primavera" edito da
Bruno Cerino è la sua prima pubblicazione
ufficiale, candidata al premio letterario "L'Iride -
Centro d'Arte e Cultura" indetto dalla Città di
Cava de' Tirreni, nonché ad altri importanti
concorsi nazionali.
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- Abbandonarsi
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- Affannosa era la notte
- dal respiro d'aliti profondi
- quando la stella che sempre
- t'accompagna bussò alla
- porta dei miei pensieri.
- D'aurea luce brillava
- la scaltra luna e,
- giocando
- a nascondino con le stelle
- si tuffò nella culla della
speranza
- per tener compagnia alla mia angoscia.
- Come gelida morsa di pesanti catene
- mi sobbarcò il destarmi.
- Silenzio.
- Silenzio e poi silenzio ancora.
- Fuggire.
- Voler morire, morir nel nulla.
- Ma, quella luce era di fuoco e
- mi condusse per mano
- dove mai arriva la mente
- a conoscere verità
- mai conosciute.
- D'un sudore caldo vestito
- il vuoto riuscivo a vedere.
- Il solo pensarti mi rigenera.
- Rinasco
- e,
- se mi addormento è soltanto
- per aspettare il domani.
- Allora vorrei essere un bambino
- o fors'anche un vecchio.
- Ti cercai per trovarti e
- ti trovai,
- nel tuo gioco m'abbandonai
- per essere chi sono.
-
-
- Aspettando una nuova
primavera
-
- Calde e serene
- le sere regala
- il mese di Maggio.
- La pallida luna
- conta le stelle
- e insieme osservano
- il volo delle rondini,
- insieme ascoltano il canto
- degli uccelli migratori.
- Scorre il fiume
- senza far rumore.
- Il mare azzurro e verde,
- silenzioso e libero,
- calmo e sereno,
- infinito e immenso
- non si muove,
- non si scopre,
- si è nascosto
- unendo i suoi colori
- al cielo.
- I fiori nei campi
- profumano
- l'aria d'amore
- e svegliano
- il Gigante dal sonno.
- La rondine,
- prigioniera tra le mura
- del confine invalicabile,
- ha generato una nuova vita.
- Là,
- dove il mare
- si tuffa nel cielo,
- aspetteremo
- una nuova primavera
- che è già arrivata.
-
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-
- Costa d'Amalfi
-
- Piante selvatiche colorate
- spuntano a bocca aperta
- per la gran sete dalla
- roccia viva a dare il
- benvenuto a chi tra le tue coste
- incantato arriva.
- Alte e frastagliate baciano
- dolcemente il mare
- vogliose come ragazzine
- innamorate di non farlo
- fuggire dalla rete dei fitti
- e seducenti pendii,
- per non perdere il gusto soave
- del suo abbraccio.
- Sempre il mare birichino
- le schernisce con la
- furtiva carezza di un momento,
- poi lesto la mano ritrae e
- desolate le lascia a rimirar
- bagnati i piedi della bianca,
- lasciva, effervescente schiuma
- di sale che col rastrello i pescatori
- raccoglieranno nel mese d'Agosto.
- Grosse radici di pini secolari
- sollevano il terreno a zolle
- s'inerpicano con le immense fronde
- a ombreggiar il ciel sereno.
- Rigogliosi ulivi sempreverdi,
- secche carrube dal viscido sapore,
- spinosi fichi d'india che da bambini
- raccoglievamo coll'affilato coltello
- stretto con lo spago delle reti alla
punta
- della canna per tagliare le pacche,
- profumati limoneti dall'acre odor
- dell'acqua di mare che l'aspro sugo
- gli occhi fa lacrimar,
- son degni figli tuoi.
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