L' arresto
-
- Il carabiniere
Terenzi Mauro -vestendo abiti borghesi- stava rientrando
in caserma, al termine di tre sospirati giorni di
licenza. Per prolungare la permanenza il piùa
lungo possibile, aveva deciso di viaggiare di notte;
sarebbe arrivato a B. -sua sede di servizio- la mattina
seguente alle sei, appena in tempo per presentarsi a
rapporto. Il treno viaggiava in perfetto orario,
facendosi compagnia -di tanto in tanto- con un fischio
lacerante. Le carrozze erano quasi vuote: d' inverno, in
un giorno feriale, poca gente occupa, di notte, un
convoglio non rapido.
- Sdraiato sul sedile -era solo nello
scompartimento- si sforzava di dormire: sapeva il
maresciallo non sarebbe stato comprensivo nell'affidargli
gli incarichi che gli competevano, la mattina seguente,
in considerazione della notte insonne. Contrariamente a
quanto accadeva ad altri, il dondolio del treno non gli
conciliava il sonno ed il rumore degli scambi e delle
saldature dei binari alle curve non gli cantavano alcuna
ninnananna: gli davano solo fastidio!
- Trascorse una ventina di minuti, rigirandosi su
quello strano materiale che solo le ferrovie osavano
definire 'pelle', senza mai riuscire a chiudere occhio.
La posizione sdraiata, lungi dal rilassarlo, gli
procurava l' ulteriore disagio di percepire più
intensamente il nauseante, caratteristico odore delle
vetture ferroviarie.Alla fine decise di alzarsi e
passeggiare per il corridoio.La maggior parte degli
scompartimenti era buia e deserta; solo due -adiacenti-
erano aperti ed illuminati. Si avvicinò a quelle
luci, non per curiosità, solo per noia. In uno,
sedeva un giovane sulla trentina, nell'altro, una ragazza
sui venticinque, ambedue soli. Abituato a guardarsi
attorno con l' occhio del carabiniere, cercò
-sempre per uccidere la noia- di ricavare qualche
informazione sul conto dei suoi compagni di viaggio.
- La ragazza doveva essere una studentessa: era
carina, vestiva in maniera pratica -un maglione largo ed
accollato e dei jeans- e sedeva compostamente, leggendo
un libro, probabilmente un testo universitario.
- Non sembrava preoccupata di viaggiare da sola, di
notte, in una vettura semivuota: segno che c'era
abituata. Anche quando lui si fermò, appoggiandosi
alla parete del corridoio, fuori del suo scompartimento,
non si irrigidì, come fanno le donne per far
capire che non gradiscono eventuali avances; non che lo
incoraggiasse, semplicemente lo ignorava. Terenzi
notò -come non notarlo- un neo sulla guancia
sinistra che la rendeva particolarmente attraente.Il
giovane lo interessò in maniera
piùprofessionale: non gli piaceva affatto, aveva
l' aria di un mezzo balordo. Vestiva una casacca lurida,
dei pantaloni dalle tasche gonfie e un berretto di lana,
che portava stranamente calcato in testa, nonostante la
temperatura nella vettura riscaldata fosse molto alta.
Non sembrava occupato in qualche modo, né sembrava
aver voglia di riposare,
- ma appariva piuttosto nervoso. 'Non é un
delitto portare un cappello e sedere in treno senza far
niente', si disse, rimproverandosi di voler cercare
delinquenti dappertutto.Il giovane si alzò, senza
badargli, e tirò fuori qualcosa da una borsa che
aveva accanto sul sedile, lasciandola aperta. L'involto
che ne aveva estratto conteneva un toast ed una birra.
Terenzi rise di se stesso: anche i delinquenti avevano
fame.Ad un tratto però la borsa cadde per terra,
con uno strano rumore metallico che gli piacque poco.
Nuovamente si rimproverò: non tutti gli oggetti di
metallo pesante sono armi da fuoco. Tuttavia il sospetto
continuava ad inseguirlo, impedendogli di ritornare al
suo posto. Come fare per sincerarsi della verità?
Certo quell'uomo non gli avrebbe permesso di curiosare
nelle sua roba, né avrebbe accettato di mostrargli
i documenti.
- Non poteva imporglielo, perché non era in
divisa, non aveva alcun
- mandato, né -soprattutto- qualche elemento
che giustificasse un atto di forza. Attaccare discorso?
Non sembrava un tipo socievole e poi, se davvero era un
poco di buono, non gli avrebbe certo dato corda,
né -in ogni caso- raccontato o soltanto lasciato
trasparire alcuna verità. Lo aveva visto da appena
un quarto d' ora, eppure l' identità di quell'uomo
era diventata un'ossessione per lui.'Se lasciassi
perdere?' si domandò. Non era in servizio e stava
soltanto inseguendo un' idea senza fondamento. Si
spostò nuovamente verso lo scompartimento della
ragazza; lei questa volta lo notò e, alzando gli
occhi, gli rivolse uno sguardo quasi smarrito. Non poteva
lasciarla nella mani di quel balordo. Si decise: doveva
trovare il modo di bloccarlo o di sincerarsi della
infondatezza dei suoi sospetti. E l' occasione
arrivò: Il tizio, finito di mangiare, ebbe
evidentemente necessità di soddisfare un diverso
bisogno naturale. Si alzò richiuse accuratamente
la sua borsa da viaggio ed uscì dallo
scompartimento diretto verso la toilette, non senza aver
dato uno sguardo molto attento al movimento del
corridoio. Mauro era naturalmente scomparso, tornando a
sedersi al suo posto e fingendo di dormire. Lo vide
passare, contò fino a dieci, si alzò, corse
per il corridoio fino alla porta della ritirata -per
sincerarsi che fosse chiusa- sperando che realmente l'
individuo vi fosse entrato. Poi, sempre di corsa, si
recò
- nello scompartimento del sospettato. Stava ben
attento a non farsi notare dalla ragazza: avrebbe dovuto
darle delle spiegazioni e temeva scene di panico nel caso
la situazione fosse degenerata. La cerniera resisteva un
po'. La aprì nervosamente... e vide ciò che
temeva di vedere: una mitraglietta, quasi un' arma da
guerra, di quelle che spesso i malviventi utilizzano per
le rapine. Non c' erano più dubbi: nessuno porta
in giro, in valigia, giocattoli del genere in modo
regolare. Aveva visto giusto: era un poco di buono.
Richiuse il tutto accuratamente e si catapultò
fuori -maledicendosi per non essersi mai deciso ad
acquistare un cellulare- alla ricerca di un ferroviere.
Camminò nervosamente nei corridoi delle vetture,
finché non incontrò il conduttore. Tirando
fuori la tessera, si qualificò e gli spiegò
l'accaduto. Il poveretto, morto di paura, si mise in
contatto, -tramite il telefono di servizio- con la
stazione seguente e il locale posto di polizia
ferroviaria. Terenzi assicurò ai colleghi che
avrebbe tenuto d'occhio il balordo fino al loro arrivo,
poi congedò il ferroviere, raccomandandogli di non
creare panico. Tornò al suo posto di osservazione:
si domandava se doveva allontanare la ragazza con un
pretesto. Dopo aver riflettuto, decise che non era il
caso: c'erano solo loro tre nella vettura, il movimento
avrebbe
- potuto allertare il malvivente, che quasi
certamente non sospettava nulla. Tutto era tranquillo,
l'individuo si era addirittura appisolato e la ragazza
continuava a leggere con la solita noncuranza; vedendolo
ripassare gli rivolse nuovamente uno sguardo quasi
cordiale. 'Non immagini nemmeno il favore che ti sto
facendo' pensava intanto Mauro.
- Quando il treno cominciò a rallentare, la
sua agitazione crebbe: doveva essere all'altezza della
situazione. Aveva concordato con la polizia che si
sarebbe fatto trovare sulla piattaforma posteriore
della
- vettura. Si avvicinò lentamente all'uscita;
dal finestrino della portiera vide due agenti ed un
maresciallo apparentemente occupati in altre faccende.
Appena il convoglio fu fermo, con uno scatto salirono sul
treno, uno davanti, due dietro. Mostrando la sua tessera
al maresciallo, Terenzi gli indicò -senza parlare-
lo scompartimento. Si svolse tutto molto
velocemente:-Polizia, documenti. Il sospettato, che
dormiva, non ebbe neanche il tempo di reagire. Un agente
aveva aperto la borsa e si era sincerato della presenza
dell'arma-Venga con noi. Scesero tutti e quattro ed il
treno ripartì.Il carabiniere, contento e
sollevato, passò nuovamente davanti allo
scompartimento della ragazza, che sedeva, con la testa
appoggiata allo schienale, senza più leggere,
pallidissima.Si era spaventata, poverina. Preferì
lasciarla tranquilla, contento di aver fatto il suo
dovere.Il maresciallo, già al corrente di tutto,
lo accolse cordialmente:
- -Bravo, Terenzi. Sei stato bravo; meglio di
Megré.
- -Signorsì, grazie, signor
maresciallo
- -La ferroviaria lo ha identificato: hanno
telefonato dieci minuti fa. Non
- immaginerai mai di chi si tratta...
- -Di chi?
- -Il rapinatore delle Banche piccole
- -Non é possibile. erano mesi che..
- -..che lo ricercavamo. E tu lo hai fatto
arrestare; Vedrai che il comando non si
dimenticherà di te.
- -Si sa niente dei complici?- disse
Terenzi
- -No, purtroppo. Ma qualcosa sperano di ricavare
dall' interrogatorio. Intanto cercano la sua donna:
é schedata, anche lei, un bel "pitigrì."
Questa é la foto che hanno mandato. Fanne fare
delle copie e distribuiscile alle pattuglie. Non dovrebbe
essere difficile identificarla, con quel neo sulla
faccia......
- -Muoviti, Terenzi. Che fai, dormi?
- -S..signorsì, s..signor
Maresciallo}
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