Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
- Antologia del premio letterario
Ottavio Nipoti 1999
Ferrera Erbognone
- INDICE
- Prefazione a cura di Umberto De Agostino, Maria Matilde Abrile, Julian Alvarez, Cinzia Ambrosio, Pierina Barbieri, Annunziata Bartolotta, Paola Bavera, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Paola Bellavite Gandolfi, Pino Bernardoni,Antonio Capriotti, Camillo Catarozzo, Bruno Cavallari, Mihaela Cernitu Biffi, Lorenzo Civinelli, Chiara Maria Pia Colli,Maria Luisa Cozzi, Milena De Giusti, Umberto De Vergori,Fabrizio Del Re, Donatella Destro Fontana, Franca Di Matteo, Guido Diamanti, Emanuela Facchinetti, Alessandra Finocchio, Franco Fiorini, Marilena Forlino Oppizio, Tina Fornari, Angela Fullone, Marco Galli, Carlo Gerasimo, Giorgia Giacone, Sandra Graciela Lawrie, Carlo Grigioni, Antonio Koch, Matteo Lolli, Bruna Luciani, Silvestro Luisi, Maria Cristina Malagoli, Giancarla Marini , Polzoni, Katia Marionni, Rino Masotti, Alessia Massari, Donatella Mecca, Nicola Montagner, Rosa Moraschi, Fiorella Nardinocchi Landi, Pierino Nervo,Tonino Paliotta, Carlo Pedretti, Enzo Pepi, Giovanni Francesco Piano, Emily Pigozzi Vaga, Sonia Quintavalla, Ermano Raso, Luigi Respigo, Enrico Rossi, Antonio Rossi, Sara Rota, Maria Rosaria Rotilio, Anna Maria Sabini, Luciana Scaglia Grenna, Adriano Scandalitta, Giovanni Scribano, Myriam Vittoria Sebastianelli , Fausto Serpagli, Virginia Spadoni, Claudia Stivanello, Stefano Valeri, Lucio Maria Valletta, Maria Santina Venditti, Luca Maria Vicamini, Franca Vinazzani, Antonio Visconte, Tiziana Zago, Majkic Zoran
- Quattro anni di liriche toccanti, quattro anni di un circolo di affezionati autori, quattro anni di premio "Ottavio Nipoti" che continua a mietere preziosi riconoscimenti da tutto il Bel Paese e anche da diversi paesi europei. Anche questa edizione è stata salutata da un centinaio di verseggiatori, che ormai si possono considerare i "fondatori" del concorso tanta è l'assiduità di firme celebri in tutto il panorama poetico nazionale che ricorrono ogni anno. A onor del vero la giuria si era già preparata a dover valutare opere di un certo spessore qualitativo, per cui il lavoro è risultato particolarmente gravoso, ed entusiasmante allo stesso tempo. Penetrare nell'animo di autori che spaziano con disinvoltura fra brume leggere, scintille di luce, incantesimi, nostalgie e tramonti non è stato un compito decisamente agevole e la scelta finale si è rivelata più ardua del previsto. La vincitrice dell'edizione 1999 è Fiorella Nardinocchi Landi, di Civitavecchia, con la poesia "Quadri": la sua assenza alla cerimonia di premiazione non ha comunque sminuito il valore dei versi che rimandano a un dipinto "magico", capace di smuovere le fantasie e l'assoluto dell'autrice. Alle sue spalle si è classificata Matilde Maria Abrile, di Castellazzo Bormida (Alessandria), con "Scintille di luce", seguìta dal romano Stefano Valeri con "L'arca della salvezza".
- Svoltasi nell'ex palazzo nobiliare di via Roma, ora sede della Biblioteca comunale, la premiazione ha poi reso onore e gloria anche agli altri sette classificati, le cui composizioni sono state introdotte dal professor Carlo Pusineri, membro della giuria, e declamate con notevole spontaneità da tre giovani ragazze di Ferrera Erbognone. La quarta autrice premiata dalla giuria, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, arriva dalla cittadina tedesca di Kuebach ("Fragrante nostalgia"), mentre il quinto è Camillo Catarozzo di Capaccio Scalo, Salerno, autore di "L'anello più grande". Al sesto posto Franco Fiorini di Sant'Angelo in Villa, Frosinone, con "Terra ciociara", al settimo Paola Bellavite Gandolfi di Parona Lomellina, Pavia, con "Incantesimo", all'ottavo Adriano Scandalitta, di Mortara, Pavia, con "Tramonto", al nono posto Antonio Capriotti, di San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, con "Foglie", e al decimo Carlo Grigioni, di Tromello, Pavia, con "Nostalgia di un mondo perduto". In sintesi, anche questa volta, dunque, il concorso "Ottavio Nipoti" ha saputo conquistarsi la fiducia e la stima del popolo di autori che affollano di mese in mese i premi nazionali, forse con l'intima consapevolezza che la giuria non nutre altro scopo spassionato che l'elevazione dello spirito umano e l'amor per la poesia.
- Umberto De Agostino
- OPERA 4° CLASSIFICATA
- MARIA LUISA BECK-PECCOZ SPANÒ
- Fragrante nostalgia
- Hai catturato
- le sfilacciature
- più lucenti
- delle mie ali
- d'angelo.
- Le più remote.
- Avvolto
- nel mio stesso sudario
- di pena
- lo hai trasformato
- in tunica iridescente
- di sogni non vissuti,
- di emozioni immaginate.
- Ti sei impadronito
- di tiepide fantasie segrete,
- tessendone una trama
- di possibilità lontane,
- ma soavi e incantevoli.
- Smuovendo,
- con un sussurro di vento,
- i miei rami immobili.
- Baci lievi di rugiada
- sulle distese assetate
- di questo odore palpitante,
- sempre in agguato.
- Nella mia vita,
- intrisa di suoni autentici,
- hai inventato
- una accordo inusuale,
- un sorriso della mente,
- una fatata,
- fragrante nostalgia.
- MIHAELA CERNITU BIFFI
- Mia musica
- Mia musica, la canna-il nevischio,
- fra gli oggetti d'argilla
- un sentimento timido da te.
- Ti spia una nota maggiore,
- ti tradisce il movimento,
- le cellule disperse per diverse emozioni.
- Non posso schiacciare il tramonto nella mano.
- Ritirata su una riva di oggetti perduti
- cerco l'inutile tradito.
- Mia musica, la canna-il nevischio,
- perdo la mia identità,
- cerco cose da nulla fra il secolo.
- Ripeto gli anni con i suoi alberi.
- La musica mi frange nel mezzo
per un sorriso perfido.
- UMBERTO DE VERGORI
- Girasoli
- Luglio, ora canicolare,
- tra i campi assetati di periferia
- una distesa abbagliante di giallo,
- una miriade di granuli d'oro.
- Dalle aride zolle è miracolo
- il sorgere di tanto rigoglio.
- Umili ma dignitosi girasoli,
- cari al genio inquieto di Arles,
- voi sdegnate il confronto
- con la rosa purpurea
- e con la selvaggia orchidea.
- Nessuno vi apprezza,
- nessuno vi coglie per ornamento,
- ma voi vivete per un atto d'amore;
- quale amante l'amata
- desiderate così tanto il bacio del sole
- da seguirne insieme il percorso
- per l'intero arco del giorno,
- beandovi della sua luce e calore
- per voi divenuti vitali.
- Al tramonto con sguardo smarrito
- seguite l'astro che scompare pian piano,
- l'imbrunire vi accoglie già tristi
- col capo ormai reclinato.
- Ma in fretta trascorre la notte,
- sorridente il primo raggio vi desta
- per un nuovo incontro d'amore,
- finché pienamente maturi
- falce egoista di uomo
- al vostro tempo fine porrà.
- Luminosi frammenti di sole
- rubaste al cielo luce e calore,
- or lasciate le zolle deserte,
- ma donaste al mio sguardo rapito
- momenti d'ineffabile gioia
- ed immagini di eterna beltà.
- ALESSANDRA FINOCCHIO
- Specchio
- fenomeno soglia
- attributo di giovinezza
- e castigo del tempo
- archivio emozionale
- e conoscenza imperfetta
- che guida la ricerca nei gesti
- degli atti estremi della vita
- varcare la soglia
- al limite della lucidità
- per tradire la coscienza del sé
- arrivare a non porvi rimedio
- se il gesto si fa
- importante più della parola
- segni di mutamento:
- corpo e movimento
- rifrazione dell'anima
- oscuro segnale di ripresa
- assenza del desiderio
- se non come presenza riflessa
- prassi mondana o esecuzione quotidiana
- lavacro
- suggerito dell'esperienza.
- MARILENA FORLINO
- La stagione del cuore
- Si cara al mio cuore
- la stagione calda dell'oro
- e dei rampicanti intrecciati
- in abbracci d'amore
- si frizzante e gaia
- l'aria lieve della sera
- e perdersi nello smalto grigio
- di una strada.
- La percorsi più volte
- con passo sicuro, austero
- nell'abito leggero, di rose dipinto
- le caviglie nude
- sull'asfalto, scure
- tinte dal sole.
- La percorsi con lo stupore
- dei giorni lievi
- con la gioia e le pene
- dell'età matura.
- Mai terminasse quella strada
- si amata e cara
- e la stagione calda del cuore
- si fermasse a porgermi
- lo scrigno di quell'oro.
- MARCO GALLI
La sabbia
- Scivola la sabbia lenta fra le dita scarne,
- impalpabile, inappellabile,
- scivola la sabbia e si deposita,
- sulle pareti esangui
- di questa nostra malinconia,
- si deposita, laconica, e invecchia,
- sorda al proprio greve
- decadimento.
- Poi un refolo vortica, e solleva, e smuove,
- e la sabbia breve sui fogli smunti
- carezza un tocco i lievi versicoli.
- SANDRA GRACIELA LAWRIE
- Il tempo
- Fumo, aria
- vento
- inafferrabile
- è il tempo.
- Vorrei fosse sabbia
- che scivola tra le dita,
- ma qualcosa rimane
- quasi a testimoniare
- il suo passaggio
- Inesorabile
- trascorre la vita
- è un miraggio
- l'attimo che gioisco.
- Poi niente resterà,
- neanche il tuo sorriso
- il vento lo porterà
- con se come il tempo.
- GIANCARLA MARINI
- È un sussurrar
- di speranze
- tra i fili d'erba
- a primavera
- Vestirei
- ogni ora
- di un colore
- per fare
- di ogni giorno
- un bellissimo
- arcobaleno!
- Penetreremo il buio
- come veli deformi
- su fantasmi
- e poi rapiti dalla luce
- ci dilegueremo
- come bolle di sapone.
- Che resterà
- dopo di noi?
- Forse
- solo un grillo
- nell'intercapedine
- a consolare
- la casa buia
- in lacrime!
- Cesserò di sperare
- solo quando
- supina
- sentirò su di me
- sigillare il coperchio.
- RINO MASOTTI
- La poesia come musica della vita
- Un sussurro quanto ascendi ai dolori e un canto quando crei ebbrezze
- dialogando puramente con tracce di spiriti che cantano nelle grandi chiese
- da dove prendo spirito pulito sostituito
- con sporco spirito, macchiato ma forte nel cambiamento di ogni istante
- in cui apro tutte le mie porte ritrovo il fratello distante
- a ritmo incalzante come puledro galoppante
- arbitro è la vita, artistica, senza rinchiudere gli artisti in statistica
- lo cerco libertà e fedeltà pensiero e parola e azione sono in coerenza
- fra loro, spirito d'oro.
- Arriviamo all'ombra della valle
- Fessure luminescenti si intrecciano con tridenti taglienti
- e l'uomo senza scarpe che cammina sulle corde dell'arpe
- sodalizio spinoso, nell'ombroso antro spinoso, nel verso difficoltoso
- eppure l'uomo alla luce si ferma e scrive qualche parola eterna
- dall'ispirazione paterna dall'affettuosa spinta materna
- che come luce ha solo lanterna e profondo è l'andare e l'ardire
- con tutte le parole che ci sono da dire non si ferma il creato né il creatore
- e non manca certo l'aiuto del pittore: Amicizia tra diverse arti
- si odono sussurrare da tutte le parti
- e i capelli d'oro biondo del bambino nudo sull'erba di questo giardino,
- l'ombra si spegne e nasce di pietre e petali il mattino.
- Attentato all'amore
- Una bomba nel cuore
- Combattere con se stessi per essere se stessi
- è il paradosso dell'uomo senza errore
- povera vita portata al patibolo per punire che orrore! E le maledizioni
- del tempo della terra dell'energia di spirito incarnato.
- Ti ho visto da MURO diventare siepe, da siepe tenda sottile di trina la mattina e poi ho potuto vedere te AMORE/SPIRITO
- eri trasparente come vetro POLITO.
- ALESSIA MASSARI
- Sei spazio corrotto
- di mente sanissima,
- nascosta vergogna di bravi partiti
- ma merito grande di spiriti malsani
- squallido volto e smunto che mi palpita in testa
- che oscura il passato
- che riemerge dal buio,
- che domina il buio
- falsa inquietudine ti ammorbidisce lo sguardo
- e vecchia promessa mi parla dei tuoi sorrisi
- acido sogno e pianto dolce
- sensazione violenta che liberi le parole
- nasce un racconto
- lontano
- conciso
- banale
- nasce un'idea
- fragile
- bellissima
- nuova
- nasce un brivido
- istantaneo
- ostentato
- celeste
- muore una donna
- bambina
- confusa
- malata.
- CARLO PEDRETTI
Sera d'addio
- Quando i cieli squarciati pronunciarono la sua condanna
- Ed il nero corvo tranquillo lo rasentò con presago volo,
- Ruggì alle foreste remote dove innumeri alberi
- Giacciono nel sonno disseminato di stranezze;
- Sognò lontani monti dissepolti dalla neve,
- I campi verdi e gialli di grano maturo ed
- Il sole lucente artefice di quello splendore.
- Trepida memoria ove non giunse il canto del grillo
- E la sera dell'estate nell'immensa prateria
- Che ci portò sul suo sentiero all'ultima conoscenza.
- La tarda sera che ci sorprese in duri pianti
- E su cammini aspri rivolse magnifici consigli,
- Ma le anime in pena ardono e non ricordano,
- Quantunque grande il loro sforzo, non riflettono.
- Oh i fiori, i fiori si che ci comprendono!
- Quanto alla tristezza, essi sono troppo belli.
- EMILY PIGOZZI VAGA
- Gocce sul mio volto
- Immota
- sono rimasta
- finché le lacrime
- non mi hanno tolto la vista
- delle care mura
- poche parole
- d'augurio
- hanno acceso
- disperazione e amore
- nel mio cuore
- oggi sono una donna
- ma oggi sono bambina, più che mai
- sperduta e smarrita
- dentro me
- la pioggia bagna scura
- lava via l'estate
- mi è compagna
- nella via vuota
- e complice di questo attimo
- di infantile paura
- del domani
- camminando verso il futuro
- chiudendo quella porta insieme al mio passato
- piove su me
- e tu non capirai mai
- s'è pioggia
- o un doloroso senso d'amore.
- ENRICO ROSSI
Ode d'ottobre
- Non alla fine, piano, a Settembre
- del pre-fine un colpo in canna vagola
- sommesso
- nel bailamme delle auto
- blindate tutte, familiari incluse. La rabbia
- implosa da una vita può saldare i conti
- di una tassonomia stupida e volgare:
- ecco un mattino carente d'umbratile
- cielo spazzare il gran piazzale delle tenzone
- imminente; s'aggiungano poi il fragile
- vinco a riposo, la lama che percorre una vena
- al contrario, così, per farsi più male
- del male che impervio soccorre
- nessuno
- Facciamo basta.
- Basta
- con i prodighi elenchi vergati per noia. Ottobre
- è già oggi. Me ne accorgo per ciò che scorgo indefesso
- sgorgare nell'anima uguale a se stessa. Siamo
- alla fine, e stop a soccorsi di versi imbolsiti
- a dire per sempre
- che un mese l'altro vale, possente traitore
- di quel colpo in canna
- nel caricatore.
- ANTONIO ROSSI
- Notte di fortuna
- Notte di fortuna nella pancia della luna,
- orme di anime bianche sulla neve chiazzata di rosso,
- sapore antico d'amore nei comignoli scoperti;
- notte scura, impenetrabile, soffusa.
- Legna da ardere bagnata di sogni stupendi,
- castagne ridenti imbrattate di talco,
- ricordi soavi sbranati da un falco,
- nette di bambole magre vestite da sposa.
- Notte di romantiche libellule dalle ali d'argilla,
- paradisi immensi pullulati di grasse pernici,
- gocce di miele dolce sui mandorli morenti,
- voce della speranza ingoiata dai serpenti.
- Voce del Creato e della Vita,
- sangue prelibato nel fiume delle more,
- calici di bronzo mansueto decorato,
- olio trasparente di asino incornato.
- Notte di fortuna negli occhi della luna,
- gambi di girasole sulla schiena di Van Gogh,
- latte scremato donato ai custodi del tempo,
- notte di vento gelido e rapace.
- Legna da baciare inumidita di rugiada,
- succo di uva passa incipriato di elefanti,
- angelo sognante confuso fra i clochard,
- notte di carnevale patetica e coriacea.
- Notte di mele cotogne e di noci triangolari,
- crocevia dei principii e dei rimorsi crudeli,
- lingue di capinere arrotolate nel fango,
- voci di lussuriosi avvinghiati nel tango.
- Voce del Creato e della Vita,
- ciglia spuntate di lupo solitario,
- inni di gloria nel cielo ricamato,
- carne di innocente flagellato sul Calvario.
- Notte di fortuna nella pancia della luna.
- MARIA ROSARIA ROTILIO
- Anime
- Sui cenci dispersi
- sopra il muro di cinta
- giaceva riverso, informe
- un cappello piegato in avanti,
- come a chiudere fuori
- i brandelli di luce rimasta.
- Tu, passando,
- lasciasti scivolare uno sguardo,
- sempre attento ai bagliori
- e alle luci guizzanti,
- ma veloce e sbadato
- per un quadro cadente
- &endash; è un uomo &endash;
- Sussurrasti, però,
- e nel vento quel cappello tremò!
- Suggestioni di estate
- Il profumo di Estate è in agguato:
- intenso, da rubarmi il fiato.
- Mi sorprende ancora una volta
- portando con sé
- ricordi di bimbo,
- spreranze di uomo.
- Lasciarlo non vorrei mai
- o almeno, quel giorno,
- mi sia compagno,
- quale fedele amico
- che resta a vegliare.
- Ma insieme alla notte,
- Estate mi reca l'amore
- forte, sicché d'improvviso
- svanisce il timore.
- ANNA MARIA SABINI LIBERATORE
- Solitudine
- Solitudine immensa
- il tuo silenzio mi attrae e mi atterrisce
- la disperatante certezza
- di vastità inconsumate
- trafigge un nucleo incontaminato.
- In un nuovo secolo, forse,
- in una, dieci, cento altre vite,
- forse,
- si svelerà il mistero
- che la fede non sa più spiegare:
- perché la vita, perché il mondo?
- E tutti i perché che sempre
- instancabilmente ci chiediamo.
- L'Universo ha sete di risposte
- ed io, piccola creatura frastornata,
- ho sete solamente di Te.
- Voglia di nascondermi
- Ho voglia di nascondermi al mondo
- alle ostinate ombre del passato
- ai trabocchetti del presente
- al puntuale inganno
- di sogni che non si avvereranno
- e con brandelli d'anima
- costruirmi un bozzolo
- dove il frastuono s'allontana
- e il cuore finalmente tace.
- Nel solitario nascondiglio
- non porterò l'immagine di te
- né l'ossessione dei miei giorni
- e delle notti in tumulto
- rintaglierò solo per me
- un tappeto di silenzio
- e una porzione di stelle.
- LUCIANA SCAGLIA GRENNA
Lacrima
- Piccola goccia di cristallo,
- intagliata magnificamente,
- con sfavillanti movimenti colorati,
- spunti faticosamente da un piccolo forellino,
- rimani immobile,
- poi lentamente, scivoli lungo la gota
- vellutata e fresca
- come una dolce rossa pesca,
- delicatamente accarezzi ciò che incontri
- lungo la tua discesa.
- Ti fermi e ti accorgi
- che non la tua presenza
- una mano cerca di scacciarti
- stropicciandoti energicamente
- perché gioia e dolore si alternano
- per rendere la vita
- meno arida di quanto sia.
- GIOVANNI SCRIBANO
L'orologio
- Ad ogni uomo è stata affidata memoria metallica.
- Al suo polso voce di tarlo: ricorda!
- Nel fondo, spaventosa impassibile legge.
- L'ora muore vergine e il tempo, ad ogni colpo, scema.
- Ti diranno: è un perenne divino padrone e ogni cosa trasforma in
- sabbia; i dolori più non vincono.
- Ricorda!
- Il baratro ti divora, muori, vecchio giocatore, è tardi.
- La pillola
- Si muove gaia giù per la bocca,
- potrebbe scivolare facilmente ancora un po',
- con una minima spinta di felicità potrà scomparire, piccola,
- avvizzire per l'eternità.
- Sensazioni
- Nell'azzurro, a volte, piramide di luce, linee contorte e
- neri cerchi;
- emozioni e respiri nell'ombra.
- FAUSTO SERPAGLI
- La Fede
- Pur se l'io è triste come tenebra
- dal cuore sale sempre la speranza
- nell'immenso amore del suo Dio
- pel sospirato domani migliore.
- In verità la vita corre e va
- verso ciò che più spaventa
- Ma anche verso quella verità
- che germoglia in fondo al cuore.
- È quella speranza verità, che dà
- senso all'esistenza dell'umanità
- la forza per superar difficoltà
- a chi non è sereno serenità.
- Aforisma
- Non si vende né si compra
- non s'impone ma si sente
- è la forza più potente
- fortunato è chi ce l'ha.
- CLAUDIA STIVANELLO
- Gocce-gocce-gocce
- sull'asfalto
- sulla pelle
- sul lucernario
- danzano
- tamburellano
- rotolano via
- gocce-gocce-gocce
- trasparenti
- brillanti
- gonfie
- colme
- come lacrime:
- inutile umidore
- goccia-goccia-goccia
- e non resta di te
- che una bagnata emozione.
- E sbarre vidi io
- e catene
- e leggi calpestate
- e vani bisogni
- e vidi il buio
- il cemento fuso
- e povere genti
- la parola soffocata
- e vidi vanità
- guerra e miseria
- schiavitù e tirannidi
- vidi le teste chinarsi davanti a ciò
- e solo allora ebbi paura.
- LUCIO MARIA VALLETTA
- Riscoperta
- Sali dal mio cuore
- alla mente
- come una cara melodia,
- un profumo familiare.
- Il mio orecchio era sordo
- e quasi respirava il mio naso.
- A stento contengono i versi
- la sostanza di te.
- Seduta sull'uscio di casa
- il vento con le foglie e
- le altre creature
- ti accarezza i capelli,
- docili al suo cullarti.
- Calmi i tuoi occhi
- guardano lontano
- sul far della sera,
- ed il cielo sembra
- offrirsi felice
- a te che lo guardi.
- Divieni parte viva
- della intatta natura.
- Miracolosa armonia.
- Sarai ancora li, domani?
- Forse domani sarai
- seduta sull'uscio
- della mia anima,
- a consolarmi
- l'inespressività
- della vita.
- OPERA SEGNALATA DALLA GIURIA
- MARIA SANTINA VENDITTI
- Kossovo, Kurdistan
- Il fuoco è spento
- vuote le mani
- le coppe ricolme di sabbia
- per il brindisi
- con melodie, paure, impotenza
- mentre l'ira sorda
- a ogni richiamo coscienziale
- si scaglia su innocenti
- gioco di potenti
- colmando ore di angosce.
- Cunicoli congiunti, comunicanti
- trapassano l'intero globo
- Ora giacciono sulla terra
- che li ha accolti
- quale ultima dimora
- sosta breve, orrenda
- di un male sordo incommisurabile.
- Il grande cuore hanno sfidato.
- Occhi increduli
- non vedono
- lo stuolo di angeli
- che drappi volanti
- che traslano le angeliche spoglie
- mentre sciami di bimbi
- martiri di millenni
- in processione
- li congiungono a Te.
- ANTONIO VISCONTE
- "Completamente scoprendosi indifeso,
- tornando d'Assisi nella notte fonda,
- con notevole velocità un'automobile,
- fulmineamente nella curva l'investì,
- dei rumori inimico e di ogni motore,
- rovina Iddio chi rovinerà la natura,
- non seguiva di Francesco un esempio,
- ruvido l'autista gravemente ferito."
- "Ottenne così Salvatore il permesso,
- di potergli arzillo andare incontro,
- lo trovava ben presto a metà strada,
- con sonde sparse per la stratosfera,
- tra le ultime vittime verso il cielo
- non stava solo in una folla immensa,
- diventando Gesù una grossa calamita,
- i martiri afferra col suo martirio."
- "Poté perciò facilmente individuare,
- poiché i giornali n'avevano parlato,
- ovunque esposta nei negozi a Napoli,
- la candida figura di Marilyn Monroe,
- con Giorgiana Masi gli altri ignoti,
- seguitando Elia sull'infocato carro,
- andavano esclamando ai quattro venti
- la vittoria di Pirro per l'omicida."
- "Per essi giunta la Pasqua aspirata,
- il mare Rosso potevano attraversare,
- non essendo morti serafici a Cristo,
- d'un aiuto avevano assoluto bisogno,
- approfittando del presente tragitto,
- una pergamena Jahvé affidava a Tore,
- per consegnare allo sciovinista Sim,
- fondatore dell'umanità in avvenire."