Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
- Antologia
Le più belle poesie del Premio
Il Giro d'Italia delle Pesie in cornice 2000
- INDICE
Prefazione, Emidio Agostini,Cinzia Ambrosio, Geltrude Antonazzo, Marino Antonelli, Antonietta Apicella, Alessandro Bacci, Giorgio Baldi, Marco Baldin, Marisa Baratti, Simone Barbato, Fabrizio Barbi, Paola Bavera, Massimiliano Bianchi, Domenico Bisio, Antonella Bonelli, Franca Bossi, Marzia Braglia, Maria Stella Brancatisano, Valentina Braun, Silvana Brigandì, Daniela Buzzoni, William Calvanese, Mariano Canò, Sara Capizzi, Simonetta Capponi, Simonetta Cariolato, Carlo Carrea, Lina Carrieri, Camillo Catarozzo, Alba Cavalli, Matteo Corghi, Giuseppe de Rosa, Silvestro de Simone, Paolo di Biagio, Stefania Di Loreto, Francesca Di Nola, Giuseppe Esposito Corcione, Linda Falcone, Antonio Favruzzo, Augusta Ferraris, Maria Francesca Ferraris, Immacolata Forciniti, Marco Galli, Sergio Gandini, Filippo Giganti, Davide Gorga, Anna Maria Granato, Vittorino Greggio, Camilla Jannacci, Maria Lasi, Bruno Lazzerotti, Fausta Genziana Le Piane, mariano Luccero, Alessandro Lugli, Antonio Maldera, Rosalba Masone Beltrame, Anna Matera, Francesco Mazzamurro, Paolo Milano, Loredana Minoliti, Alessandro Montaguti, Yvonne Moosmüler, Dino Valentino Moro, Roxana Morsella, Adriana Mosca, Giovanna Mulas, Elisa Nunziatini Salhi,Luisa Orlandi, Maria Luisa Orsi Sigari, Assunta Ostinato, Rino Passigato, Giuseppe Paternò, Claudio Perazzo, Giovanni Francesco Piano, Liliana Picchianti, Luciana Piccolroaz, Elisabetta Pieraccioni, Giuseppe Pietroni, Antonella Pizzolante Fanelli, Sonia Quintavalla, Maria Racioppi, Ermanno Raso, Vincenzo Rondelli, Antonio Rossi, Alessandro Rufino, Silvio Sallei, Massimiliano Sbarsi, Luciana Scaglia Grenna, Caterina Scalcione, Adriano Scandalitta, Giovanni Scribano, Luca Simbari, Francesca Simonetti, Snjeska Soucek, Paola Surano, Carlo Tavani, Giovanni Tavcar, Gianluca Testa, Piero Trapani, Enrico Trimarchi, Giovanni Elio Tropea, Adriana Valletta, Giorgio Vinzoni, Tiziana Zago, Piera Zangara, Michelina Zona,Zahoor Ahmad Zafar, Renata Rusca Zargar, Rita Canepa De Franchis.
- Probabilmente non è più necessario spiegare cos'è e come funziona Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice: giunto ormai alla settima edizione, questo originalissimo concorso letterario si riconferma come una delle manifestazioni culturali più vivaci e stimolanti che si tengono in Italia. Certo che la sua peculiarità, cioè l'esposizione delle liriche finaliste in varie località, non ha mancato di attirare qualche borbottio scandalizzato da parte di paludati critici per i quali la poesia è, evidentemente, una reliquia da custodire in luoghi di culto aperti a pochi eletti. Ma, d'altro canto, il crescente e innegabile successo di pubblico ci spinge a credere che la gente &endash; con tutto quello che di buono e cattivo comporta questo sostantivo &endash; ha davvero un gran bisogno e una gran voglia di trovare luoghi in cui comunicare in versi &endash; semplici o elaborati, dell'anima o del cuore &endash; la propria sensibilità e i propri pensieri. La propria vita, in una parola.
- La poesia è generosa: è di tutti e per tutti. Noi, almeno, ci impegniamo perché sia così; insieme a noi ci sono, importantissimi, tutti coloro &endash; organizzatori e partecipanti &endash; che attivamente si sono impegnati per portare le liriche nelle piazze e nelle sale. A tutti loro, e naturalmente alle centinaia di persone che quelle piazze e quelle sale hanno visitato, va il nostro grazie, e arrivederci all'anno prossimo. Nel frattempo, buona lettura.
- EMIDIO AGOSTINI
- Nel regno del caos
- Un boato squarcia la coscienza.
- La potenza assoluta
- è melliflua forza di volontà.
- I colori straziano la vista
- in un inferno di nervi.
- Drogata di illusioni
- è la mia giovinezza,
- che il latte di femmine belle
- non può disintossicare.
- I sogni sono tarpati
- dalla bellezza imbrattata
- di voluttà.
- I grattacieli crollano:
- I relitti sono io.
- mimmo ombra
- TORNA ALL'INDICE
- ANTONIETTA APICELLA
- Costiera Amalfitana
- Come la vita la costiera,
- è acqua azzurra con chicchi di luce,
- è sole che acceca
- sulla strada
- sinuosa e avvolgente.
- È l'infinito che sento
- guardando l'orizzonte,
- la buganvillea che dopo la curva
- incontro.
- È il sapore del sale
- e dei limoni,
- la gioia di un tuffo nel blu,
- la paura di cadere
- sugli scogli,
- e il dolore
- per le ferite profonde
- che, nude,
- bruciano di più.
- Il silenzio
- Il silenzio della paura
- urla dentro e fa male,
- il silenzio dell'avvilimento
- è rinuncia razionale.
- Il silenzio dell'appagamento
- è quello a cui aspira
- il corpo e l'anima
- ogni momento.
- TORNA ALL'INDICE
- GIORGIO BALDI
- Remember
- L'aspro odor del mare
- e della pineta.
- Il sapor del vento
- all'aria aperta.
- Quel borgo antico,
- quel crocicchio,
- quei rancori che non dico,
- le tue lacrime
- e i tuoi perdoni
- La chiesa e le case,
- le corse a perdifiato
- e tutte quelle cose
- che non ho scordato.
- Le canzoni
- che abbiam cantato,
- le grida, i lamenti,
- le belle ore trascorse
- e noi, contenti
- Questi ricordi uguali
- vivon ancora in me,
- con l'aria che li circonda,
- fresca e profumata.
- Il sussurrar dell'onda,
- e la mareggiata
- Osserva queste foto!
- Non trovi che il sentiero
- dove noi s'andava,
- or sia freddo e crudele?
- La mia memoria
- è di certo più fedele.
- Essa conserva le mie gioie
- e me le ridà
- quando voglio.
- Senza inganni,
- ma col sapor d'un tempo,
- quello dei miei vent'anni!
- TORNA ALL'INDICE
- MARISA BARATTI
- Lettere d'amore
- Nel tuo vecchio baule
- serrato da trent'anni,
- oggi ho trovato lettere d'amore.
- Di una donna,
- per te;
- per te che rispondevi,
- per te che alimentavi
- un'illusione per lei
- che non sapeva di me
- di me che mi cercavi,
- di me che ti aspettava,
- di me che non sapeva,
- di lei.
- Oggi lo scopro dopo tanti anni,
- lo leggo in queste lettere trovate
- e tutto il mondo
- addosso mi è crollato.
- Roba vecchia, è passato,
- rispondi ora davanti
- al mio dolore:
- remoto, antica cosa
- Certo, è lontano
- ma scopro ora soltanto
- che non sei tu che amavo.
- Terribile è scoprire,
- dopo trent'anni insieme,
- di avere amato tanto
- un uomo con due facce,
- un uomo che mentiva,
- che forse mente ancora.
- TORNA ALL'INDICE
- ANTONELLA BONELLI
- Avrei voluto
- Avrei voluto essere
- un piccolo puntino
- per osservare la vita
- che appare diversa
- da quella che credevo.
- Avrei voluto essere
- un letto di un fiume
- per portare via con me
- il ricordo più importante:
- "mia sorella".
- Scrivere
- Molte pagine bianche,
- ho cercato di riempire
- con i miei pensieri
- ed anche con i miei sentimenti.
- Ho lottato per dimenticare,
- ma ho sempre stretto a me
- quel piccolo spiraglio di luce
- che da lontano
- mi dava forza.
- E da quel foglio bianco
- mille parole
- per continuare ad essere
- sempre me stessa.
- TORNA ALL'INDICE
- MARIA STELLA BRANCATISANO
- Barboni
- Soli abbandonati
- sporchi, non lavati, con
- sudicie camicie, pantaloni
- sgualciti, capelli arruffati
- Siete come non siete
- Mai stati!
- Con gli occhi tristi il passo
- Stanco, senza nessuno al fianco,
- poveri barboni, sembrate così buoni!
- Vivete al freddo, al sole
- Nelle scatole di cartone, ogni tanto
- qualcuno muore !
- senza che nessuno lo sappia o
- gli pianga il cuore siete barboni!
- Gente che chissà cosa non ha avuto
- Nella vita mancanza d'affetto o d'amore
- O qualcuno che gli ha rotto tutto!
- I sogni un cuore il tetto! un letto !
- Poveri barboni miei avete il mio affetto!
- Siete l'anima peregrina del mondo,
- di questo mondo che più niente dà, di questo
- mondo che ti toglie tutto anche il rispetto!
- Emarginati, abbandonati, quasi mai
- Amati, vivete con le vostre ferite, che
- Vi portate nel cuore e il vostro dolore, che
- Nessuno vuol lenire!
- TORNA ALL'INDICE
- SILVANA BRIGANDÌ
- Alla Principessa Diana
- Altera avanza,
- il passo lento e sicuro.
- Dolce un sospiro si leva,
- e l'aria immobile
- ora si flette gentile,
- e un leggero, odoroso alito
- l'avvolge, effluvio del cuore.
- Ondeggiando i capelli d'oro
- lievemente carezzano il viso.
- Serio, chino lo sguardo
- si volge appena d'intorno,
- mentre, placida, una foglia
- sospinta dal vento la sfiora,
- e le coglie ora un breve sorriso.
- TORNA ALL'INDICE
- DANIELLA BUZZONI
- Il tempo
- Tutto col tempo va sistemato,
- se così non fosse i dolori che la vita
- ci riserva ci farebbero impazzire.
- Le cicatrici però restano, a volte sono
- peggiori del dolore immediato.
- Esso deturpatore di anima, sentimenti,
- pensieri.
- Madre
- Madre non piegarti come una spiga
- di grano al vento.
- Sii forte!
- Madre! Fa' che i tuoi occhi non siano
- fonte di lacrime ma fonte di gioia.
- Sii forte!
- Madre! fa' che il tuo cuore si apra
- alla gioia e non al dolore.
- Sii forte!
- Madre! allunga le tue braccia alle mie,
- guardami, scrutami,
- ed insieme
- percorreremo quella strada
- che ci porta alla gioia
- lasciando dietro noi dolore, amarezza,
- ingiustizia, per quel figlio che tu
- pensi morto. Madre, ci sono anch'io.
- Sii forte!
- TORNA ALL'INDICE
- SIMONETTA CARIOLATO
- Si conficca nel suo cuore come spina
- e come sole canceroso e malato
- si irradia lungo tutto il suo corpo
- nord sud est ovest
- fintanto ché
- con lamentoso e pungente movimento
- la vena scoppi
- fino ad uscirne sangue rosso e vermiglio
- del quale io possa dissetarmi
- e mangiare della sua carne
- fino a possederlo
- Viaggio degli occhi nei tuoi occhi
- e con giri concentrici
- inseguire i tuoi pensieri enigmatici
- solcare la tua mente
- tracciare linee rette
- su arti odoranti
- far scorrere le dita
- il cuore a cavarti
- penetrarti le viscere
- con le mani impastare
- sangue sperma e sudore
- e di tanto viaggiare
- annusare, strappare, azzannare
- brandelli di carne a sfamare
- questo immenso amore
- che cannibale s'è fatto
- per poterti sopravvivere
- TORNA ALL'INDICE
- LINA CARRIERI
- Il volto della guerra
- Vecchio è il volto della guerra,
- vile e intrigante,
- di antica memoria sulla Terra
- Il ricordo di esso, è lacerante!
- È spaventoso il volto della guerra così stanco!
- Ha lacrime amare
- che solcano il suo fianco,
- e la durezza di chi sa solo odiare!
- Il volto della guerra è senza pietà,
- spenti i suoi occhi di ghiaccio,
- immagine riprovevole dell'umanità,
- e l'unico che fa piangere pagliaccio!
- Fame e sete, sul volto della guerra e indifferenza,
- stordito da bombe micidiali,
- purtroppo ancora oggi semina panico e sofferenza
- Continua a far strage di mortali!
- "Che brutta faccia alla televisione,
- la guerra mamma, mi fa paura!",
- dice il figlio mio: "Mandiamolo in prigione
- quel volto che la vita di ogni bimbo oscura!"
- "Hai ragione, piccolo mio!" rispondo con voce tremante,
- "È molto triste da guardare!"
- "Ma solo quando tutti capiremo che ogni uomo è così importante
- e prezioso, allora quel volto orrendo, con la Pace si potrà cancellare!"
- TORNA ALL'INDICE
- GIUSEPPE DE ROSA
- Il grande sogno
- L'avventura del grande sogno
- a tratti diventa realtà
- continua come in un gioco senza fine
- S'alternano sensazioni ed emozioni
- a volte strazianti a volte esaltanti
- a volte di tutto straripanti
- L'archetipo siamo noi
- un sodalizio assoluto
- imprescindibile ed inscindibile.
- Un safari dell'animo e della carne
- su e giù per la savana della mente
- i sensi tutti attenti, una simbiosi irreale ma vera.
- Il cammino
- Onde maestose
- spumeggianti e fragorose
- sulla indifesa spiaggia
- senza tregua s'infrangono.
- Sentimenti contrastanti,
- forti e devastanti,
- sull'animo inquieto
- senza sosta s'abbattono.
- Spiagge chete,
- animi sereni,
- vite ignote, sussulto alcuno
- percorrono il cammino.
- TORNA ALL'INDICE
- STEFANIA DI LORETO
- Come un desiderio
- Fidente
- nel mio cuore
- anima mia perduta
- non andartene
- dai miei ricordi
- non divenire ombra
- muta
- confida nel sorgere
- del sole
- che sconfigge
- la nebbia
- la paura
- e come un desiderio
- fiducioso
- allunga il passo
- nel tedio
- dell'anima
- e riporta speranze
- perse.
- Al mio angelo
- Parlava
- con i miei silenzi
- Capiva
- il mio nulla
- Sussurrava al mio animo
- sillabe in carezze
- Padrone del mio cuore
- per sempre.
- TORNA ALL'INDICE
- LINDA FALCONE
- Leonardo
- Un giorno,
- prenderò un altro treno
- fino a quella piccola Vinci
- che ti allattò.
- Solo per vedere se anche lei
- porta un sorriso enigmatico.
- Tu,
- un altro giorno
- dipingevi un sentiero
- che la Saggezza poteva percorrere
- attraverso colline fiorentine.
- Con ogni tocco,
- il tuo pennello capriccioso
- dipinge un orizzonte sempre più alto,
- un paradiso in cui volare.
- E così invitare,
- con cordiale impazienza,
- il tuo uomo a cinque punte
- ad essere la prima stella.
- Quella che noi tutti cerchiamo
- per esprimere desideri.
- TORNA ALL'INDICE
- AUGUSTA FERRARIS
- Occhi ludici
a mio marito- Sento la tua dolcezza
- scivolarmi dentro
- silenziosa.
- Rasserena i pensieri
- e mi sussurra speranza.
- Grazie amore mio
- per quei tuoi occhi lucidi
- sul nostro altare,
- per quella tenerezza
- che profuma
- i nostri respiri
- Grazie perché i tuoi battiti
- mi esortano a trame di luce
- sempre nuove,
- serbandomi fedeli premure.
- Sei lo sguardo gentile di Dio
- su di me.
- Senza te,
- confesso,
- mi sentirei
- messaggio smarrito
- e sospeso
- nell'unisono scisso.
- Segno
- senza pieno significato.
- Semplicemente,
- intensamente grazie,
- amore mio.
- TORNA ALL'INDICE
- MARCO GALLI
- La vita è sogno?
- Se la vita è sogno,
- lasciatemi sognare.
- Se dolce sogno è la vita,
- lasciatemi vivere.
- Se immerso in morbido sogno
- posso estasiato respirarle accanto,
- non destarmi, mondo, dal mio sonno.
- Se vana illusione è la soave armonia
- della sua voce,
- o i caldi acquerelli ambrati dei suoi occhi,
- non destare, mondo, la mia mente,
- lasciala dormire,
- che non sia che col velo delle palpebre,
- anche le carezze di questo stato
- in un soffio svaniscano.
- Se sì seducente è vivere immerso
- in questa fluida bruma,
- non condannare me giammai ad arida
- morte, col ridestarmi.
- TORNA ALL'INDICE
- SERGIO GANDINI
- Cosa dicono i morti
- i vivi che potrebbero aggiungere
- si limitano a frasi superflue
- i morti hanno voce di foglie
- quelli ancora stretti al ramo
- quelli congiunti ormai alla terra
- quelli che schioccano sotto i passi
- quelli che brillano di colori
- prevale in tutti il legame antico
- l'occasione di vita
- Quando ascolto il Poeta
- temo sempre il termine
- mi angoscia lo spezzarsi dell'ala
- proprio quando più corrisponde all'Intimo
- dubito della forza di tensione
- prenderà la parola
- strade traverse lirica banale
- emozioni superflue di un altro
- ma il dire essenziale
- appartiene all'Altro.
- L'annaspare del Tempo
- rorida la Parola
- raggela proprio all'apice
- del Pensare non reca
- niente di essenziale
- è là fiore di ghiaccio che si screpola
- o squama di silenzio sul crinale
- laccio di sguardo
- che si allarga
- e si dissecca
- TORNA ALL'INDICE
- ANNA MARIA GRANATO
- Amare il mare
- Il mare non sa attendere
- e lambisce la sabbia, lei gli sfugge poi rotola
- e languida si adagia,
- lui la rincorre ansante,
- lei ritira un istante
- la sua tenera coltre,
- il mare scorre e rapido
- oltrepassa il confine del cedere e non cedere
- per la sabbia è la fine
- ma ancor tenta il ritrarsi,
- barriere di conchiglie proteggono i suoi lembi
- si adira il mare, alza le onde
- e nembi di argentei spruzzi gelidi
- cadono su di lei.
- La sabbia emette un sibilo
- quasi un gemito lieve,
- l'ode il mare ed inquieto,
- l'insegue, lei non cede.
- Ad un tratto si placa il turbinio del vento,
- il mare perde forza, appare stanco,
- lento nel suo agitarsi di perenne scontento,
- la sabbia segue piano ogni suo movimento,
- poi gli giace vicina, quieta, senza sgomento.
- Il tramonto infuocato
- stempera nel violetto di un crepuscolo arcano
- a scolorar le vele che ondeggiano lontano
- La sabbia e il mar si cullano
- uniti all'infinito,
- nel perenne ripetersi
- di un rituale antico.
- TORNA ALL'INDICE
- VITTORIO GREGGIO
- Emozioni e pensiero
- Nostalgia
- In un borghetto di campagna,
- nell'epoca ancor serena
- ed incontaminata,
- tra verdi prati in fiore
- e orti coltivati,
- un Habitat da fiaba,
- chiamato "Radusel".
- Una casa di ringhiera, cortile e giocobocce,
- una vecchia osteria,
- con bersò di uva nera.
- Di arbusti eran le siepi costellate nel cortile,
- di rose rosa e rose bianche
- e gladioli colorati.
- Solidale il rapporto tra la gente di quel luogo,
- cui regnava dignità,
- fratellanza ed armonia.
- L'allor valori della vita
- con rispetto si viveva e
- con dolcezza ed allegria
- si godeva quel che c'era.
- Ora tutto è mutato!
- L'esigenza del progresso
- col cemento ha fatto scempio;
- di quel semplice piccolo mondo,
- che natura ci donò.
- Ma in memoria della gente
- che ha vissuto in quell'ambiente,
- i bei ricordi di quell'era,
- in cuor per sempre,
- li vivrà.
- TORNA ALL'INDICE
- MARIA LASI
- O mia città
- Luccica il mare ai
- riflessi della luna,
- cullata dalle onde t'addormenti.
- Vecchia Ravenna,
- Ravenna del duemila, solenne
- è la tua storia,
- ovunque i segni della tua leggenda.
- Passa ogni giorno il turista
- per le antiche vie:
- Declama al Mondo l'onere
- a te dovuto.
- Ed io con umiltà davanti
- a te m'inchino,
- o mia città ricca di storia bizantina
- ove un dì Dante in esilio
- trovò dimora.
- Sommo poeta di un'alba
- che mai vide tramonto.
- Vigilano i cittadini con orgoglio
- la fonte di tanta maestria.
- La terra di Romagna lo respira,
- meravigliosa terra di genti
- laboriosa e allegra,
- terra dai boschi infiniti
- e di colline in fiore,
- campagne coltivate con sudore
- ove nasce dal cuore
- rispetto e cortesia
- o dolce, cara, amata, terra mia.
- TORNA ALL'INDICE
- ROSALBA MASONE BELTRAME
E sale con l'ascensore sale La sera (A tutte le ore) Chi sei? Nell'ascensore sale E sale E sale E sale Sale l'ascensore Fino dove? Dove? Un abisso vuoto e nero e &endash; nella forma del mio spazio &endash; l'inesorabile salire Ancora Ancora Un'ossessione forte come ombra cupa Nera come il volto di ciò che è e fa terrore Abisso Brividi che stordiscono Un brivido sull'anima tramortita. Morta. E sale. - TORNA ALL'INDICE
- ANNA MATERA
- Il Paradiso
- Chiudi gli occhi
- e immagina anche tu
- il mondo intorno a te.
- Come vorresti che fosse.
- E non così com'è.
- Violento, stolto, ingiusto, sporco
- Chiudi gli occhi e scopri com'è facile
- ottenere tutto e subito.
- Non è forse ciò
- un angolo di Paradiso?
- Tutto questo, è forse il Paradiso
- che si specchia?
- Ma allora, se esiste l'immagine del Paradiso
- è altresì vero che esiste il Paradiso.
- Ma forse è Paradiso
- proprio perché non è tangibile.
- Ma se invece si toccasse
- così come si sta tentando di fare,
- allora tutto svanirebbe, si dileguerebbe,
- si allontanerebbe, approdando in guerre,
- inciviltà, e barbarie varie.
- Ciò non è bello,
- ciò non è il Paradiso
- TORNA ALL'INDICE
- LOREDANA MINOLITI
- Tre Aprile
- Nel cimitero del mio paese,
- sulla sinistra, dopo tre gradini malandati
- c'è un piccolo prato
- con delle piccole croci infilate nella terra.
- Non ci sono nomi ma solo numeri progressivi
- Non ci sono marmi
- non ci sono foto
- non ci sono date.
- Solo terra.
- Nel cimitero del mio paese c'è un piccolo prato
- dove lei passa le sue ore
- attenta a non calpestare le zolle coltivate a morte
- attenta a non disturbare quel coro di piccoli angeli.
- Nel mio paese c'è un piccolo prato
- dove lei passa le sue ore
- e impasta la terra che vi ha tenuto lontani dal suo seno
- la terra che vi ha tenuto al riparo dalle favole cattive
- e accarezza quei fili d'erba nati da un sorriso mai nato
- e sente quel pianto che non ha avuto il tempo di piangere.
- Ah! Se lei fosse un fiore si nutrirebbe della vostra essenza.
- Vita!
- È tutta qui, la vostra vita.
- Malinconia
- È una fredda sera di gennaio,
- in una casa ci sono due mani malinconiche
- che si cullano lente,
- e buttano di tanto in tanto
- brandelli di noia nel camino.
- Donna di cuori
- Voi non avete un cuore signora mia.
- Bevete troppo ballate poco.
- Voi non avete gioco signora bella.
- Mischiate le carte
- ma
- barate coi cuori.
- TORNA ALL'INDICE
- ALESSANDRO MONTAGUTI
- Pescatore
- C'è sempre un pioppo
- o un'acacia
- che staglia l'ombra di sé
- sull'acqua increspata
- che si insinua
- confondendosi e mescolandosi
- nel suo grembo materno
- nella corsa verso il mare.
- Lì con i suoi problemi
- con le sue contraddizioni
- fuggendo la realtà
- anche se solo per un pugno di minuti
- c'è un uomo che rinasce
- stringe in mano una canna
- che volteggiando nel cielo
- disegna con linee e curve
- fantastiche fuggenti figure
- invidiate dai poeti del pennello.
- Lontano anniluce dal mondo moderno
- dalle sue tecnologie e dallo smog
- il pescatore
- timidamente si avvicina ai pesci
- confondendosi con la natura.
- TORNA ALL'INDICE
- DINO VALENTINO MORO
- Caino,
- subito dopo,
- con le mani
- lorde di sangue,
- cercò, tutt'attorno,
- un bonsai
- a cui impiccare
- i propri rimorsi.
- Non ce n'erano.
- Non ci sarà più nulla di dire
- quando nostro padre morrà.
- Il nostro, allora, sarà
- l'ultimo abbraccio.
- Piangeremo.
- Oh sì!
- Piangeremo
- e sarà fino
- ad avere gli occhi arsi
- e sarà pianto
- anche se non ci saranno
- più lacrime.
- Un giorno dopo l'altro, poi,
- saremo più lontani.,
- abitando uscio
- contro uscio,
- non ci saluteremo più,
- distanti.
- Vivremo vite su continenti
- diversi, senza scriverci
- neppure per Natale,
- fin quando un nuovo dolore
- ci riunirà.
- TORNA ALL'INDICE
- ASSUNTA OSTINATO
- Piccola bambina mia
- Piccola bambina mia
- sei un pargoletto di piuma
- nelle mie mani.
- Queste mani che ti sentono
- aumentare di peso
- giorno dopo giorno.
- Queste mani dopo il peso piuma
- poco per volta
- portandoti per mano poi
- fino a lasciarti sola.
- Piano piano staccandoti da
- queste mani però
- sentendone sempre il bisogno.
- Bisogno di una carezza.
- Una carezza fatta
- da queste mani sincere
- bambina mia.
- TORNA ALL'INDICE
- LILIANA PICCHIANTI
- Non sento mia la vita
- Uscii dal grembo
- materno, piccola
- ignara di essere
- nel ristretto spazio
- di tempo assegnatomi
- da millenni di avi.
- La mia sola possibilità
- per tutti i secoli a venire
- di vivere, passeggiare
- gioire, soffrire,
- sul bellissimo pianeta
- azzurro dorato dal sole.
- Non ho chiesto io
- di arrivare nel tempo
- di tante scoperte
- e innovazioni,
- dove l'uomo preso
- dal suo grande progresso
- non si accorge dei valori
- in lento continuo regresso.
- Non sento mia la vita
- che mi è stata donata
- gratuitamente con amore
- Vengo dall'infinito
- e cammino rapida
- verso il traguardo.
- La morte sorella della vita
- mi segue con passo felpato
- illudendomi sulla distanza
- ma altri continuano
- ad arrivare da molto lontano
- bisogna andare
- Non sento mia la vita.
- TORNA ALL'INDICE
- LUCIANA PICCOLROAZ
- Istantanea
- Fotogrammi di te
- e un'istantanea salverei
- mentre ti avvii con Scaglia, Velo e Replay
- e non ti ferma né l'ardere dell'aria che abbaglia
- né la tenaglia della neve e del gelo,
- quando sussulta la tua accumulata voglia di libertà
- e già programmi un balzo verso i monti.
- Fonti, ponti per altri orizzonti.
- Fotogrammi di te
- con la cascata forte dei tuoi capelli sciolti
- dove teneri fili di seta platinata
- rimbalzano di luce quando ravvivi la chioma spettinata
- e ne accarezzi le fiamme &endash; anguille &endash; tra le dita.
- Mi chiedo se, chissà perché,
- ti vedo più simile ad un "cavaliere
- della montagna" o ad un poeta
- con tutto il suo incalzante volere,
- col tuo vestito sempre nero, che ti avvolge come involucro di seta.
- Negli occhi ti esplode una spremuta di cieli
- di cobalto liquido come i laghi brevi
- lassù in alto, in fermento
- dopo i ghiacci lunghi dell'inverno.
- Guarda! È concentrata sul tuo nome e ne svela il cuore,
- anche l'antica leggenda ladina, che sai.
- Fotogrammi di te.
- Occhi, specchi, coppe pronte per essere versate
- quando, a fuoco sulle mie parole,
- divampano i tuoi silenzi.
- TORNA ALL'INDICE
- MARIA RACIOPPI
- Profumo di pane
- Profumo penetrante della mia
- infanzia ricca di sapori
- di echi affioranti da parole
- dissolte, di fuoco a legna campestre
- vivide le fascine ed acre il fumo
- imperioso a violentare i sensi
- nell'aria dorata di settembre
- pregnante il profumo del pane
- che lievita e alimenta la vita
- Pane caldo di forno a pinzimonio
- condito con l'appetito famelico
- degli anni di corse sfrenate
- di risa di canti e di letture
- profumo di oro denso dei frantoi
- esaltazione di fermenti vitali
- al domani protesi come braccia
- di angeli ad invocare il cielo
- Profumo di terra dai mille aromi
- sprigionanti dal mallo delle noci
- che anneriva la pelle come marchio
- dai rossi pomodori ad essiccare
- al sole e da corone di fichi
- trafitti come perle della zolla
- Profumo di vendemmia e primo mosto!
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- ANTONIO ROSSI
- La fata della notte
- Adesso lei si alza con grappoli d'uva sulla testa,
- è la fata della notte che sparge fiori di luna,
- è contenta di esistere e di vedere i granchi ridere,
- lei si alza e gioca a carte con la vita.
- Lei si alza con ali di rondine assopita,
- prende i bachi da seta e li trasforma in perle,
- vola con le farfalle in un dolce girotondo,
- lei vive in un mondo di sogno e di poesia.
- Lei è l'arcobaleno che attraversa la mia anima,
- la incita, la libera, la coccola,
- la riempie di sostanza generosa,
- la bacia sull'unghia del cervello.
- Lei ama le fiabe e le racconta al mare,
- ai giunchi affusolati che oscillano nel plancton,
- li piega, li spoglia, li strizza,
- li odia dal profondo della pancia.
- Lei porge l'altra guancia agli infelici,
- ha molti amici in cielo e fra le stelle,
- assaggia caramelle rubate agli ermellini,
- è ruvida e scattante come una gatta matta.
- Lei è la fata della notte che sparge fiori di luna,
- adesso lei si compra un mantello di velluto,
- è stufa di quel liuto che suona assurdamente,
- è stanca dei tramonti che oscurano la mente.
- Lei ama il sole rosso trasparente,
- le spose bianche ornate di mimose,
- le sbuccia, le mangia, le sputa,
- le butta nel secolo del sangue.
- Lei ama le gonne parigine,
- i fasti e le forze universali,
- lei cade dentro un sacco di farina,
- si agita, si corica, s'imbratta.
- Lei è la fata della notte che sparge fiori di luna.
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- ALESSANDRO RUFINO
- La solitudine
- Sensazione morente,
- del corpo e della mente,
- effetto allucinante,
- di una vita così presente.
- Inutile il formular parole,
- vaganti nell'aria da sole,
- l'eco di nessuna risposta fa male,
- repressa la gioia fuoriesce un'angoscia totale.
- Voglia di fare, cose da dire,
- con la gente discorsi solo da immaginare,
- persa la battaglia del presente per conquistare,
- la guerra futura sarà la sfida per continuare.
- Ombreggia l'ansia dentro,
- stato d'animo in fermento,
- dal più profondo dell'anima un forte lamento,
- tormento,
- per ogni represso sentimento.
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- LUCIANA SCAGLIA GRENNA
- Albero spezzato
- Avevi una verde, ombrosa chioma,
- eri situato in una distesa sconfinata,
- davi rifugio e protezione
- a migliaia di allegri uccellini,
- poi, un giorno,
- un arcigno tagliaboschi
- in cerca di fortuna
- si avvicinò a te
- e decise,
- con rapida sequenza,
- di tagliarti in due
- lasciandoti senza chioma
- e con un piccolo moncone
- in attesa di un futuro germogliamento
- che non avrà più modo
- di essere.
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- SNJESKA SOUCEK
- Il giovane Nicola
- Il giovane Nicola è scomparso
- e non vedremo più
- il suo limpido viso
- né sentiremo
- la sua allegra voce
- solo ci ricorderemo
- del suo cordiale saluto
- del suo bel sorriso
- Per ore
- per giorni
- al sole al vento
- le reti rattoppava
- sempre assieme al padre
- piegato lavorava
- Non rivedremo più quel timoniere sicuro
- portare al largo al sua barca
- non rivedremo più quel pescatore bravo
- tirare dal mare reti piene
- Ormai solo dalla foto
- posta sopra il timone
- sorride Nicola a suo padre
- Giovanissimo è scomparso
- Ma la sua vita rimarrà impressa
- nelle nostre
- come una promessa
- che la sofferenza sarà solo una breve sosta
- e poi al largo
- per sempre.
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- ENRICO TRIMARCHI
- A Sara
- Come quando fuori pioveva
- e giocavamo a carte nel salotto
- sotto una luce bassa
- di timido fuoco
- e di una lampada antica
- e ci accompagnava in altri mondi
- il roco blues di Louis Armstrong
- Ridevamo
- e sbagliavamo ogni mano
- armati di lontani pensieri
- stroncati da qualche bicchiere di vino
- tornavamo allor nel nostro buio
- a bagnarci nel fiume ininterrotto
- del piacere
- rompendo qualche cosa:
- una bottiglia, il quadro
- di un attivo mulo giovinetto
- un posacenere di cotto
- e fra le cose rotte e cotte
- Buona notte
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- GIOVANNI ELIO TROPEA
- L'amore è dono
- Perché sempre insoddisfatta sei?
- Perché non ti accorgi che intorno a te
- il mondo pulsa, vive, muta,
- s'illumina e s'oscura?
- Il sole ti bacia e non te ne accorgi,
- l'usignolo canta, il passero cinguetta,
- e non ti domandi se saltellano
- ancora tra i rami degli alberi!
- Al tuo risveglio ancora dimorano
- sull'erba brillanti di rugiada,
- tanti variopinti fiorellini l'adornano,
- insieme ti vogliono far ghirlanda,
- e tu? Tu non immagini più, che esistono.
- Non ti domandi più se le foglie muoiono
- e poi rinascono, non ti accorgi più
- dei profumi dei fiori che si susseguono.
- Affacciati ancora una volta sul mondo,
- mentre i tuoi occhi, finalmente,
- godono le bellezze del cielo e del mare,
- del sole cocente e della luna lucente,
- del verde chiaro dei prati,
- del verde cangiante degli alberi,
- dei variopinti colori dei fiori,
- e di frutti selvatici dai forti profumi;
- le tue orecchie ascoltino
- il cheto scorrere delle acque
- che nei loro letti, cantando,
- lentamente vanno verso il mare;
- immagina le care onde accarezzare
- le sabbie docili delle spiagge,
- mentre abbracciano il tuo corpo.
- Assapori il tuo cuore il loro amore.
- Sei come terra arida che dà linfa
- al seme d'amore che non sarà mai pianta.
- Abbandona la tua frenesia e lasciati amare,
- fai crescere il tuo amore e fammene dono.
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- ADRIANA VALLETTA
- Da qui
- Ho sognato di correre
- su un prato di viole.
- Nel sogno ho portato nel cuore
- il calore di terra, del suolo.
- Correvo nel prato fiorito,
- scalavo un ulivo nodoso.
- Gioivo e saltando e correndo
- la corsa non è mai finita
- Or guardo da questa stanzetta
- le cose che 'or' vorrei fare,
- le piccole cose del giorno:
- potersi da solo lavare!
- Il cuore che è pien d'energia,
- il corpo che più non risponde.
- La voglia di andare, venire,
- il sogno di correr nel vento.
- Che faccio di questa energia?
- Io posso soltanto sognare
- Scalare montagne, viaggiare
- ma solo con le fantasie!
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- MICHELINA ZONA
- L'attesa
- Appena nata era quest'anima
- quando abbacinata si rifugiò
- tra le pareti della nostra carne.
- Fu allora che cominciò l'attesa.
- L'andirivieni del tempo dietro
- i gabbiani, risacca estenuante
- che da un groviglio di galassie
- ci sospinse sulle perdute origini,
- ci ha solcato e levigato come sassi.
- Laggiù, tanto tempo fa noi bevemmo
- alla coppa che odorava di vita
- anche polveri biancastre d'ossa sfatte.
- Oltraggio sentire l'oscura presenza
- quando nell'incanto di verdi silenzi
- e azzurri spazi, ci pasce e ci matura
- il sole, come fichi gocciolanti miele.
- Oltraggio l'attesa che si fa fremito
- d'ali mozze, paura sulla pelle.
- Tempo è forse a scrollarci di dosso
- inutili ambizioni di immortalità,
- gusci vuoti sbavati da lumache.
- All'io nostro resta d'aver coraggio
- a reggere l'urlo delle creature
- quando lasceremo il nome sulla lastra
- a dir che fummo prima che il corpo
- sfranto fosse.
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