Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
- Antologia del premio letterario
Age Bassi- Città di Castiraga Vidardo 2001
- INDICE
- Prefazione, Cristina Allodi, Paola Ambrosio, Antonio Amenta, Armando Arietano, Maurizio Balbiano,Monica Balestrero, Alessandro Michele Basso, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Egidio Belotti, Margherita Biondo, Domenico Bisio, Massimiliano Brilli, Enrico Calenda, Claudio Capponi, Rosaria Carcione, Giuseppe Carnabuci, Davide Clemente, Alessandra Crabbia, Salvatore Cucca, Silvestro De Simone, Luigi Delle Donne, Diego Fantin, Andrea Folli, Marco Galvagni, Simonetta Gravina, Daniela Grifoni, Carlo Leoni, Antonio Maldera, Floriano Mangiantini, Mario Meola, Dino Valentino Moro, Domenico Parlamenti, Alessandro Puletti, Ermano Raso, Daniela Rizzo, Dalila Danila Roccetti, Annunziata Romeo, Antonio Rossi, Lorenzo Rovere, Chiara Salomoni, Adriano Scandalitta, Adriana Scarpa, Jolanda Serra, Andrea Subrini, Giovanni Tavcar, Gianni Vavassori
- Ogni volta che il sole si alza cadenzando il passare dei giorni e degli
- anni il nostro mondo attorno si svela con forme uguali o nuove
- per gli eventi accaduti...
- Nuovi oggetti o immagini costanti e immutabili, piccoli mutamenti, importanti costruzioni e improvvise drammatiche devastazioni.
- Sul palcoscenico illuminato dal sole prende realtà lo scenario dove noi viviamo. E questo scenario affascinante, uguale o variato dall'accadere dei fatti sembra avere una vita, una importanza un significato proprio; ma non ci appartiene o non rivela poi così' tanto del n nostro io perché' è fuori di noi.
- Ciascuno di noi si muove sul palcoscenico e dentro lo scenario nascondendo a tutti quello che il sole non può illuminare: le nostre emozioni profonde e il modo di prendere ogni giorno il frammento di vita che ci viene riproposto di vivere.
- Vi sono angoli dell'umano dove il raggio non arriva e lo sguardo non penetra. La visione che ciascuno di noi ha della vita, del vivere, dello scenario che ci circonda può essere svelata solo da una manifestazione dell'animo che unisce come un respiro il nostro io col mondo esterno, ponte tra realtà fisica, col tempo che scorre, e il nostro sentire e rivivere dentro di noi i riflessi di quanto accade fuori.
- La poesia è parte di questo respiro dell'uomo che rivela all'esterno il suo essere vivo, la sua vera e segreta posizione di fronte alla apparente realtà esterna; ponte tra fatti fisici e intima vita che si cela dietro gli occhi di ciascuno di noi.
- Le immagini e i sentimenti che la poesia ritraduce nelle parole del poeta illuminano l'animo dell'uomo creando un nuovo scenario immateriale dove l'umanità è parte dominante sugli oggetti fisici e arricchisce così di spessore umano quello scenario solo fisico che il sole vede al mattino.
- Poesia strumento di rivelazione che attraverso il lavoro del poeta e di chi con cura e mestiere come Il Club degli autori ne raccoglie il sofferto creare permette a ciascuno di vedere gli scenari più veri e più autentici del nostro mondo.
- Un lavoro fatto assieme tra poeti, editori e tutti gli amanti della poesia di Castiraga Vidardo: con il Circolo Incontro e il concorso Age Bassi si aggiunge ogni anno un piccolo ma importante frammento che domani avrà il suo raggio di sole.
- Loretta Pieri
- Membro della Giuria del Premio
- L'anima fugge verso la valle,
- c'è ancora nebbia.
- L'aurora sbircia dal suo giardino e disegna il giorno imminente.
- Il volto è stanco da un lungo pensare,
- una fanciulla intreccia i suoi capelli,
- lo sguardo cade.
- È il tempo.
- 19 febbraio 2000
- TORNA ALL'INDICE
- S'attardano
- le ore della memoria
- in un ridestar
- vigile
- di mille
- rimpianti.
- Nella quiete
- che ristora
- di silenzio,
- pensieri
- relegati
- tornano
- a raccolta.
- Tempo
- è passato,
- tra luci
- ed ombre,
- in una giornata
- senza fine:
- orpelli
- caduti
- in disuse,
- spariscono
- alla rinfusa.
- Sono rimasti
- solo gli schemi
- di disegni
- perduti,
- mai raccolti,
- mai approfonditi,
- tracce
- d'un passato
- scomparso
- che ritorna
- a chiedere
- chi sono.
- DAVIDE CLEMENTE
- Un solo istante
- Sono uscito nella notte,
- porte chiuse e aperte,
- cose che conosco
- provvisorie nonostante tutto...
- ora abito qua.
- Fumo di sigarette nell'aria,
- nessun futuro,
- nessun passato,
- sono qua
- e da solo completo l'universo intero.
- Quiete
- Ti ho osservata dormire
- nella mia stanza
- fra i riflessi che il sole
- rubava alle tendine
- dipingendoti il viso
- con tutti i sorrisi di cui sei capace.
- Ti ho osservata riposare
- nella savana immacolata dei sogni
- coi piedi scalzi fra i capelli del mondo,
- frammenti del pomeriggio
- fra le schegge della mia vita.
- È il tuo carattere
- piccola lupa
- che spesso mi confonde,
- ma credo ne valga la pena.
- Ho raggruppato i miei sogni
- affinché non si disperdessero,
- li ho uniti l'uno all'altro
- ben fissi
- e li ho guardati a lungo,
- scrutati, chiamati per nome.
- Poi mi sono alzato
- ed in punta di piedi
- sono sceso sul prato
- punteggiato di fiori.
- Ho guardato a lungo
- i colori del prato,
- ho guardato a lungo
- i miei sogni tremanti,
- con molta attenzione
- li ho poi legati alle ali
- di una farfalla che rapida
- è partita
- portandoli in volo con sé,
- lontano.
- Ho legato i miei sogni
- alle ali di una farfalla, poi
- ho chiuso gli occhi
- e li ho ascoltati volare.
- Una goccia d'acqua,
- una goccia di vino,
- cadono sulla tavola imbandita,
- fra briciole di un pane
- appena consumato.
- Fissano i miei occhi
- due minuscoli laghetti,
- l'uno di vita,
- l'altro di gioia, di ebbrezza.
- Gli occhi di un uomo
- sospendono lo sguardo
- sullo stesso scenario,
- due perle tra breve distrutte,
- due luci fra poco spente,
- da un assassino di nome Legge,
- per le cui vesti rosse di sangue
- l'ignorante volgo lo chiama giustizia.
- Secca è la pianta,
- la foglia ingiallita.
- Sanguinano i rami
- della tua vita.
- E lei vivrà,
- chiusa in tristezza,
- la solitudine,
- al posto della tenerezza.
- Va cieco il vento,
- scompigliando le fronde,
- senza riguardo,
- per quello che rompe.
- Marionette volteggiano,
- la vita è in malora.
- Domani il sole,
- sorgerà ancora.
- Il mio cuore gonfio,
- detta ora un saluto,
- a Te amico caro,
- che non ho più veduto.
- Secca è la pianta,
- la foglia ingiallita.
- Si sgretola a pezzi,
- la fragile vita.
- Nel cielo il tuo sguardo cerca il confine,
- tra quello che vedi e quello che provi.
- Ti perdi, ti confondi, ti senti così niente,
- dal cielo guardi il mondo e vedi tanta gente,
- sei uno di loro, uno dei tanti,
- ma quale tra tutti quanti
- Siamo tutti uguali visti da lontano.
- Siamo tutti uguali dietro una maschera.
- Siamo tutti uguali nei nostri discorsi.
- Siamo tutti uguali nei nostri sogni.
- Diversi ci scopriamo solo quando amiamo,
- la maschera cade, i discorsi son fatti,
- i sogni son vivi e non siam più come tanti.
- Ora siamo diversi, unici e rari,
- per chi ci accompagna nei nostri passi,
- per chi ha trovato nel suo cuore
- il posto migliore per il nostro amore.
- Ti ho cercato su pendii di montagne scoscese
- Ti ho cercato nel profondo silenzio del mare
- Ti cerco nelle parti più nascoste dell'anima
- Ti cerco negli affetti mai sopiti del mio cuore
- Ti troverò un giorno fra le stelle.
- Notte di luna
- Sotto il tuo bagno d'argento
- O luna, tutta s'acquieta
- Questa mia logorante angoscia
- E nella notte stellata e serena
- Mi conforta la tua luce
- Che mi sfiora così leggera
- Come una mano di fata
- Mentre il cri cri del grillo
- Mi culla in una ninna nanna;
- Non sopito e dolce ricordo
- Di un'infanzia lontana.
- Tiepida sera
- S'allungano scure ombre fugaci
- eterei fantasmi nella tiepida sera
- sulle nostre aride vite fallaci
- in questo rantolo di primavera.
- Di fronte all'evanescente scenario
- ove mi consuma un amaro calvario
- mi consola una carezza di vento
- con leggero massaggio sul mento.
- Passa in volo radente un gabbiano
- agitando le ali dalle bianche piume
- lo saluto assorto oscillando la mano
- mentre ignaro scompare sul fiume
- e mi bacia nell'incerto tramonto
- un morente sole arancio vermiglio
- che scende ormai senza cipiglio
- ad accoglier la notte ormai pronto.
- Attraverso i tuoi occhi infrangendo
- Ogni barriera del tempo e dello spazio
- Entrerò in te.
- Lambendo gli angoli più reconditi
- Della tua mente, troverò la tua anima
- E m'inebrierò del suo umore.
- Avrò la forza di protendere le mie mani
- e accarezzare i tuoi sogni e spaziando
- godrò delle tue radiose albe.
- Mi culleranno i tuoi infiniti tramonti
- e mai pago mi disseterò alla fonte
- della tua gioia.
- Sublimerò le tue angosce, le tue paure,
- i tuoi ricordi e allora ogni tuoi pensiero
- sarà inevitabilmente mio.
- Scioglierò i nodi dei tuoi desideri
- E delle tue inibizioni, forzando
- Ogni tuo più intimo istinto.
- Varcherò la soglia della
- Tua stessa essenza e sarai
- mia per sempre...
- Eri piccola gioia
- quando sei nato,
- con la luce del sole
- eri già solo.
- Piccolo cuore di
- vetro infranto,
- nessuno al mondo
- sembra udire il tuo pianto.
- Piccolo bambino - soldato,
- perché ti hanno abbandonato,
- perché io ti ho abbandonato
- al tuo destino!
- Come posso ignorare
- l'urlo straziante
- di un bambino
- mai nato
- subito diventato
- cecchino.
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E,Mail: concorsi@club.itins. 8 febbraio 2002