Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Città di Melegnano 2002

Sommario
Prefazione a cura di Benedetto Di Pietro - Marisa Arena - Francesco Tommaso Armenti - Alessandro Bacci - Paul Bacosca - Marco Barone - Clara Bartolini - Claudia Basciu - Paola Basso - Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò - Egidio Belotti - Vincenzo Bolia - Luca Bolognesi - Maria Rita Bozzetti - Marco Briano - Marco Buzzetti -Ombretta Calderoni - Giuseppe Carnabuci -Cristiano Comelli - Felice Conti - Antonella Coppi - Angelo Coviello - Alessandra Crabbia - Franca Cravino - Laura Cuboni - Andrea D'Alfonso - Antonio De Lucia - Domenico De Palo - Francesca Di Castro - Carla Di Mattia - Dino Dorsi - Enrico Emelli - Francesca Fazio - Antonio Fiore Miglietta - Riccardo Forfori - Alessandro Franceschetto - Giovanna Gelmi - Emiliano Gennaro - Nando Giangregorio - Alessandra Giannelli - Giulia Maria Giardini - Amedeo Giordani - Simonetta Gravina - Andrea Giuseppe Graziano - Ines L'Erario -Simonetta Ladu - Maria Lasi - Mariano Luccero - Rita Luciani - Enrico Mancini - Floriano Mangiantini - Pietro Manzella - Louise Mast Rossetti - Donatella Merlin - Laura Morelli - Cati Motea - Nina Nasilli - Danila Olivieri - Silvia Pannocchia - Francesco Papapicco - Umberto Parentini - Carlo Pedretti - Arianna Pegorin - Leonardo Pellegrini - Cinzia Poloni - Andrea Pozzali - Riccardo Prencipe - Ermano Raso - Alessandro Regazzoni - Gabriella Rolli Fantini - Micaela Sansevero - Francesco Sassetto - Ida Scioscioli - Michele Succio - Sara Tassan Mazzocco - Giovanni Teresi - Antonia Torchella - Valeria Tovo - Marisa Trivella - Claudia Turco - Luigi Vento - Alfredo Vestrini - Manuela Vitrella - Simone Zanchin
  

 
Antologia del Premio Città di Melegnano 2002 - formato 14x20,5 - pagg. 92 - Euro 18,00 - ISBN 88-8356-546-0

Risultati del concorso Città di Melegnano 2002
 
Come avere l'antologia
Prefazione
Il poeta, di fronte a fatti contingenti importanti, prova emozioni forti ed è portato a fare un'analisi e in genere a prendere posizione in uno degli schieramenti pro o contro. Il più delle volte è una posizione contro e in questo caso lo fa per scritto, affinché resti chiara la sua dissociazione. I fatti di quest'anno, almeno quelli imputabili all'uomo e da come i mass media ce li hanno presentati, sono stati meno pesanti di quelli del 2001. Ne viene fuori che i testi poetici inviati a questa edizione del Premio di Poesia, sono testi più introspettivi, riflessioni su questioni universali, ricerca di momenti di serenità e di evasione dall'ordinarietà. Non mancano cenni di accusa alla moderna civiltà tecnologica, ma viene fatto con la consapevolezza che è impossibile tornare indietro, essendo questa l'espressione del nostro tempo.
Coglie nel segno della vecchiaia e della solidarietà, Egidio Fossano che attraverso il concitamento verbale che viene dall'esterno riesce a immaginare una continuità tra il vivere terreno e l'aldilà: "…si ascoltano, si parlano ancora / nei cortili sotto casa questi tenaci / testimoni aggrappati a giorni residui / senza turbamenti, il loro frutto / non è dolore ma anticipo d'eternità…" (Ancora voci sotto casa). Riccardo Forfori in maniera didattica ci ricorda di non prevaricare la giusta scala di valori della vita umana e che nelle "antinomie delle nostre consuetudini" il ricordo serve poco: bisogna reagire. Il suo interlocutore è un "tu" esterno, ma a volte è il proprio "doppio". E alla fine, di fronte alla propria coscienza, diventa imperativo categorico fare una scelta "…potrai scegliere se tirarti indietro / o naufragare nel ricordo." (Un giorno avrai) Ciò in virtù del fatto che le azioni degli uomini non sono governate dagli uomini, ma è lasciata loro la libertà di azione. Giovanna Gelmi, partendo da uno stato ipnotico causato dalla movimento altalenante dell'onda sulla battigia, opera un viaggio a ritroso che attraverso il liquido marino riporta al grembo materno, come luogo sicuro di protezione e di libertà. Non mancano i versi ironici e Silvia Pannocchia prende spunto da un oggetto comune del nostro agire quotidiano: il telefonino. Coglie nei messaggi che ci sommergono uno svilimento della parola scritta dietro alla quale si suppone un minimo di sentimento, e invece "ti abbraccio / mentre clicco /con un altro / tanto è uguale…/ siamo ormai essemmesse / plastica opaca…" (S.Valentino.com)
In conclusione questa volta la poesia è un richiamo all'ordine, a prescindere che tratti di questioni personali o universali.
 
Benedetto Di Pietro
Presidente della Giuria della Sezione Poesia

TORNA ALL'INDICE
FRANCESCO TOMMASO ARMENTI
 
A ridosso del confine
 
Sgomenti della luce che trapassa
i nostri sguardi stretti
vestiti di reticenza e pudori,
quasi antica innocenza,
nei mattini taglienti del nostro inverno
quando il moto del cuore
più debole si fa,
ci consegniamo ad un altrove ignoto
sul filo di fumo che si spegne
a ridosso del confine
tra due rive di silenzio.

I luoghi dell'assenza
 
Je t'en prie, mon amie,
laisse te trouver
nei luoghi dell'assenza ove più punge
l'angoscia del tuo non essere
hic et nunc.
O se ti piace
cherche-moi sugli orli del ricordo.
L'eco mi giungerà del tuo pensarmi
meno acuta sarà la mia pena.

Le radici del vento
 

A Malù

 
Altrove non cercare, amica mia,
le radici del vento.
Prigioniere del cuore
alimentano flutti di passione
nei labirinti del sangue.
 

 
MARCO BARONE
 
Spiraglio
 
Sui vetri non batte una goccia di pioggia
E il vento è confusa farfalla ch'ovunque si poggia
E sfoggia
Ventagli d'orecchi e di pieghe sui libri che sfoglia
La mia stessa voglia, il mio umore stesso:
ha un'ala sola il sogno che
sbilenco
mi porto appresso.

Tramonto
 
Basso tramonto
In grembo al mondo posa il pesante passo
E lasso e morbido sul piano vasto cala
E lava
La sua pesante ala nel pallido mare
Con l'apatia più calma di chi non risale più
E in questa lava blu oggi si placa,
dolore lenito dal pianto
di un manto che non scalda, di un canto che non s'alza,
lamento assopito dal mio e dal tuo vagabondare
pacato e mite come il fondo lunare s'accascia
così ci lascia questo tramonto.
 


TORNA ALL'INDICE
CLARA BARTOLINI
 
 
Ancora una volta la primavera…
 
Come un cavallo di Mongolia
la primavera galopperà di nuovo
l'alato fuoco volerà ancora
insieme alle sacre rondini incontaminate
Ancora una volta l'albicocco e il susino
sposeranno le membra amanti
ancora l'onda curiosa
lambirà l'ombra d'un piede
candido precipitoso
ninfa spumeggiante
cercando d'essere inseguita
L'alba sirena chiamerà
per cogliere la rugiada sulle dita
ancora una volta l'ingenua diffusa luna
inseguirà le nuvole capricciose
cielo complice rumoroso
d'intrighi e trabocchetti delle stelle
Ancora una volta sospeso il desiderio
la disperata mano sempre tesa
coglieremo la sorpresa del vento fugace
che lambirà ogni scorrevole vena
ancora una volta vicoli sorridenti
accoglieranno battendo rumorosamente
l'eco dei passi sulla pietra antica
Ancora le finestre si offriranno
a mostrar chiome affacciate
squarciando l'implacabile nebbia
di visionarie sigarette
Ancora una volta gettando l'orbo tempo del dolore
frantumando il corpo distante
che non conosciamo
sollevando sempre più alto
quel Dio sporto verso il mistero che siamo
con un sorriso leggero
ancora una volta… ritentando… la primavera vivremo…


OMBRETTA CALDERONI
 
 
Inaccessibile
 
Se il mio principe tu,
sei la mia libertà.
Sei la mia carne che brucia
come il mio corpo nudo
sulla sabbia
nelle sere tiepide d'estate.
Coi riflessi cerulei dei tuoi occhi
Tu,
alto e fiero
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso in cui ti afferro.

Silenzio
 
Fitto silenzio
Immagino il tuo sguardo
vuoto di gesti.
Frantuma il respiro il ricordo
dei tuoi ti amo
dei tuoi baci, delle tue mani che sfiorano i miei seni.
Sobbalza il mio cuore.
Dove sei? Che fai amatissimo principe?
 

Lontani
 
Il pensiero di te stupì la distanza
Penetrò le mie braci di desiderio
Avvampò il silenzio
lambendo lontananza
che mai fu più vicina



TORNA ALL'INDICE
GIUSEPPE CARNABUCI
 
Esiti
 
Di paura si nutre
un sogno iniziato
quando tra vertigini di silenzio
s'aprì una strada,
sull'onda d'un ricordo
rivissuto, insaziato.
Errano parole inutili
nel rammentare
i suoi contorni imprecisi
che alla definizione
chiedono confini decisi,
attimi risoluti di cesello.
Finte soluzioni
sovrastano l'ansia
d'uscire da una terra di nebbie,
per ricostruire
una vita com'era,
vivida, lontana, indeformabile.
 

Foglie
 
Lettiere di foglie
un manto stendono
su una quieta distesa di vita
che brulica assorta
nella sommessa rinascita
di mille respiri.
Nascoste creature
un ciclo preparano
per il nuovo bosco.
Dormono tappeti di funghi
dove piccoli organismi
la vita accendono
in gallerie invisibili,
tutto mineralizzano,
tutto inventano.
Nel buio d'una notte perenne,
creano il verde.


ANTONELLA COPPI
 
Pace
 
In quel verde
Vorrei trovare la mia dimora,
nei limiti indistinti
di quel verde la mia essenza
e negli slanci sicuri
di quel verde
il mio spirito libero
poi negli scuri perdermi,
nei tenui trovarmi,
nei forti sollevarmi
e nell'unico fiore bianco,
riposarmi.
 

Libertà
 
Afferro la spinta
Verso l'alto,
la notte,
nella confusione onirica
di immagini,
di voci,
senza odori e profumi,
sfuggente
e rapida.
 

Fiocca
 
Fiocca… fiocca,
fiocca sulle pozzanghere,
fiocca sulle foglie,
fiocca sui miei passi dispettosi
che calpestano la brina,
fiocca sulle mie corse sfrenate,
fiocca sulle mie ombre,
fiocca sul muschio,
sulla terra e l'erba bagnata.
Coperta di neve,
mi annullo nel luminoso candore
e mi sciolgo tra i cristalli,
indistinguibile.


TORNA ALL'INDICE
ANGELO COVIELLO
 
Leopardi
 
Per riguardo a te scriverei "more,
vetustà e beltà", ma il pianto… m'assilla
e non vorrei ricascarci. Affondo
nel tuo pensiero alto e sogno. Gridò
con te, scottato dagli inganni, contro
il fato e la natura matrigna
per le inutili promesse d'amore
nell'ora delle attese felici.
Lei non fila, dov'è la donzelletta?
Coi diserbanti il passero non vola
e non c'è nessuno sulla piazzola.
Ma dietro al colle e sulla siepe secca
s'inerpica la luna, e qui al bivio,
a modo tuo, chiacchierasti con Dio.
 

Asia Sofia nostra nipote
 
Nel tuo indecifrabile stare
è il piglio che l'istante
m'incide sulle mani
a somiglianza del bello.
Così mi accosto
al tuo disco invisibile
e non sento i suoni del nascere,
i trilli festosi del nido.
È presto. E pure mi prende
un'aria di festa
ora che entro nel tuo informe presente,
dove componi gesti indistinti
che registro negli occhi
per portarli a fiorire
sulle nostre lame del freddo
ancora lucenti.
Anche tua madre è in quest'aura.
Potesse in te riassumersi lei
e curarti steli allegri
nel vero che l'assilla.


FRANCA CRAVINO
 
Poeta
 
Vedi che torno
vicino al palustro
coi soliti rami d'acanto.
Ricordo che risa,
insieme,
d'estate,
sul verde bagnato…
Non pare più quella la vita:
traspare un sentore
di nuovo
che fa un po' morire.
Ma se ancora
ti guardo,
ritrovo
quel gioco ridente
di versi,
di ieri
di oggi
di sempre.
E vengo
vicino al palustro
con nuove foglie d'acanto.
 

Terzo
 
Arroccati sul tufo
a strapiombo sul fiume,
il campanile, la torre
e poche case nel mezzo.
Le luci,
che spuntano fioche
appena la sera scolora,
mutan l'oscuro paesello
in luogo incantato.
 

 


TORNA ALL'INDICE
ANDREA D'ALFONSO
 
Portatemi alla mia terra
 
Portatemi alla mia terra,
dove il sole splende di notte e la luna è compagna dei miei giorni,
dove la pioggia cade e non ti bagna,
dove la neve ricopre i manti erbosi dei pensieri
e non scioglie mai.
Portatemi alla mia terra,
dove il lupo e lo scoiattolo s'affacciano sulla strada
e ogni volta che sto passando, il loro saluto m'accompagna;
dove l'aquila e il falco volano bassi, e sembra, come volessero fermarsi
sulla mia spalla.
 
Portatemi alla mia terra,
dove il fanciullo è un uomo che m'insegna,
dove il vecchio, seduto sulla scala, salta giù
e comincia a saltare come un bimbo,
vedendomi passare.
Portatemi alla mia terra,
dove il grano biondeggia sui sospiri dell'inverno,
dove il pesco fiorisce al chiarore delle stelle
e la rugiada scende sul mio viso, quando
dai suoi respiri mi debbo allontanare.
 
Portatemi alla mia terra,
che allarga le sue braccia come una madre,
e come una madre accoglie i suoi figli
che da tempo non vede, la mia terra gioisce, sentendomi arrivare.
Portatemi alla terra, la mia terra,
su cui le ossa un giorno vorrò riposare, su cui lentamente mi lascerò morire,
per divenire seme e poi fiore che la terra vedrà germogliare:
io, la terra e la storia che quel fiore saprà raccontare,
per chi come me alla terra, alla sua terra,
è sempre voluto tornare.


FRANCESCA DI CASTRO
 
OPERA 7a CLASSIFICATA
 
 
È sempre il maggio dei miei pensieri
il maggio ricco dal cuore buono
non c'è medicina migliore
al mio vivere
che entrare a piedi scalzi
dentro il bosco
Subito il fresco mi dà ristoro
e quel profumo denso di muschio
Un'unica cincia pigola e bacchetta
e sa svolare come elfo al mio orecchio
Non c'è canzone migliore
che il fresco sciamare di foglie
il loro pigolare in crescendo
come chiacchierino di bambine
a prendersi gioco della vita
e cresce la voce come d'uno solo
del bosco la roca voce senza tempo
che sa farsi sentire anche in bisbigli
e larghi richiami in pigri sbadigli
&endash; dimmi il tuo nome…&endash;
invita con l'incanto d'un barbaglio
di sole, con un cupo manto d'ombra
e poi ti strizza l'occhio aprendosi
improvviso con un vento più gaio
in un largo sorriso
&endash; eccomi a te, benvenuto &endash;
e ti stringe leggero
e ti accarezza muto
&endash; ti riconosco &endash;
Il vento ti conosce e t'apre il passo.



TORNA ALL'INDICE
FRANCESCA FAZIO
 
OPERA 9a CLASSIFICATA
 
La valigia
 
Porto ancora con me, nei viaggi per le strade del mondo,
la mia antica valigia.
Vorrei lasciarla lì, in una piccola stazione di un posto lontanissimo,
abbandonata tra i binari di un treno di un altro tempo.
Vi trovereste, aprendola, lacrime e poesie,
parole nel cuore, parole nella testa.
Ancora, cogliereste, canzoni passate, estasi e tormenti,
sorrisi e pianti, solitudini e rabbia.
E poi questa invadente nostalgia che si mescola ai ricordi e che,
insieme al dolore di perdite ancora sanguinanti,
mi impedisce di spiccare il volo oltre le vette innevate.
Certe sere la mia valigia è troppo pesante,
certe notti è troppo piena,
e mi toglie la luce della luna, il brillìo delle stelle,
il canto delle cicale nelle sere d'estate.
Per portarla devo lasciarla, per lasciarla devo aprirla,
per aprirla devo piangere ancora.
Ma sono stanca di piangere. Quanto tempo dovrò ancora farlo?
Vorrei accendere d'incenso questa notte stellata
e danzare fino al mattino, a piedi nudi nella sabbia.
Vorrei abbracciarti, e sussurrarti parole d'amore
cantando la gioia e l'estasi del mio cuore.
Vorrei alleggerire il mio cuore di ogni vana paura,
salire sul mio cavallo fremente, e galoppare al tramonto,
con la forza e il tremito dei miei pensieri e del mio cuore.
Tremito forte, ardente di coraggio,
forza dolcissima, di chi ha solcato le valli del dolore,
e ha ritrovato il diamante puro della gioia.
Vorrei poggiare il capo sul tuo braccio, e raccontarti le favole della mia vita.
Dovrei forse appoggiare la mia valigia lì, in quell'assolato solaio di campagna.
Un giorno, i sogni e i dolori che la riempiono,
saranno racconti inebrianti di vita piena e sincera,
la vita che porto dentro al mio cuore,
con coraggio e forza di autentico sentire.


RICCARDO FORFORI
 
OPERA 2a CLASSIFICATA
 
Un giorno avrai
 
Avrai un giorno forse l'ansia del successo
e la consolazione di un amore.
Avrai il coraggio di guardare avanti
e scoprire che ci sono ancora le stelle,
che le strade si separano e potrebbero non coincidere,
e le mie distese innevate saranno allora per te
ostili e freddi ghiacciai;
le mie nuvole solari
ti appariranno nembi carichi di grandine.
Avrai il tempo di capire, un giorno,
che ogni cosa ha una sua ragione,
che ogni amore ha una sua stagione
e che ogni espressione risponde ai perché della vita
senza motivo, talvolta senza sosta.
Un giorno avrai la forza di volare più in alto,
di perderti oltre il tempo,
di recidere il filo magico che ci lega
e di rompere il vetro che ti rende diafana
e impalpabile adesso, così fredda e riflessa e lontana.
Avrai il ricordo della luna e vegliare le tue notti:
le solite notti e la solita luna
e ti scorderai, un giorno, il piacere del mio sole:
la cortesia e la disperazione, la condivisione e la paura,
la gioia urgente e appagante e sempre straripante,
anche nella sofferenza.
Avrai un giorno di che ricordare:
le antinomie delle nostre consuetudini,
le tristezze dei silenzi in attesa dell'indulto.
Allora capirai forse le ragioni del sentimento
e la consapevolezza inconscia dei miei gesti assurdi.
Avrai un giorno il testimone dell'assenza
stretto nelle tue mani e allora soltanto
potrai scegliere se tirarti indietro
o naufragare nel ricordo.



TORNA ALL'INDICE
SIMONETTA GRAVINA
 
Oltre la vita
 
Non costringermi,
nel limite delle parole.
Leggi oltre,
i miei sorrisi spenti,
nel libro dei miei occhi,
nei recessi del mio pensiero.
Naviga nel fiume
della mia anima,
e ferma il tuo respiro,
oltre i fantasmi tremuli,
del desiderio,
nella dimora dei miei sogni.
Va oltre la vita,
ruba il libro del Creato,
e disegna di nuovo, per me,
la mappa del nostro destino.

ANDREA GIUSEPPE GRAZIANO
 
Condizione
 
Parlami
 
Ma io non posso.
 
Guardami
 
Ma io non so vedere.
 
Non sono io?
 
Non so stare
non so più fare
non so ricordare
non so più camminare
 
Tutto quello che so
è che non so più
distinguere
se esserci
o disparire
 
Mi mancano i tuoi baci
figlio mio
e sono i soli baci che io so
 
Un pesce
in vasca da riproduzione
il vivere
libero dall'impegno
di padre,
amara acquacoltura
dirimente l'amore
in ansie da diporto
disadorno.
 


TORNA ALL'INDICE
MARIA LASI
 
Ruderi
 
Uomini ruderi
nati all'ombra di ruderi
vissuti per distruggerli
 
Terre prive di ruderi
prive di ombre
prive di fiori
 
forse un giorno
ricresceranno fiori bianchi
su terre di rose nere.
 

Non più colombe
 
Impietose aquile nere
solcano cieli lucenti
di stelle e aquiloni
 
Il vento più non espande
polline di fiori
su prati fertili
 
ma soffia tempeste di morte
sulla pace
che scivola via
come sabbia fra le dita
 

LOUISE MAST ROSSETTI
 
Stagioni
 
In Primavera
chi porta al largo
gli alberi maestri
e di foglie li copre
vivide di verde sangue?
 
L'infaticabile avanzar delle stagioni
li adorna di candidi fiori rosa.
Alate voci si annidano.
L'Estate incantatrice
genera deliziosi frutti
ed imporpora il fogliame.
 
Subdolo l'Autunno
con aria di giovincello
seduce Flora, l'accarezza
ed ella impallidisce…
 
Il duro vento d'Inverno
addenta e scheggia i gambi.
In un vortice, le foglie svaniscono
e tornano alla terra vorace.
 
Sotto i miei passi incerti
sento stridere il loro gemito
e mi sforzo di pensare
alla futura primavera.
 

 
L'abbraccio
 
O Amore,
la nostra civiltà delle scienze,
come barbaro, ti frusta, ti banalizza, ti prostituisce!
Dove riposa il menestrello delle stagioni felici?
 
Prestami la tua voce sempre vibrante,
quella che passa attraverso i millenni;
così canteremo pienamente l'amore,
risusciterà il suo primigenio valore!



TORNA ALL'INDICE
LAURA MORELLI
 
Pensieri
 
Un cinguettare di uccelli all'orizzonte,
un raggio di sole che illumina una finestra aperta sul mondo;
un mondo d'amore, d'odio, di gioia, di rancore…
Una pagina da riempire con le parole.

NINA NASILLI
 
Tempesta
 
Solo
una quieta tempesta
s'abbatte ogni giorno
sulle membra
affaticate
dal respiro vitale
che conta se stesso,
stupisce e si pensa.
In quel punto costante,
s'allenta
coerente
la forza vivace,
decedendo
al passo potente
della rinuncia
giallastra.
Benemerito
chi non sa che il pragma
ostinato
e ambisce per terra
alla gloria,
peritura comunque.
 

I cocci
 
I cocci e-vocano
dentro le cose
fuori dagli spiriti attorti e spaventati,
aggrovigliati e stanchi:
così un piccolo vaso rotto
sa urlare forte
intimissimo, e sempre
(più di un segreto amoroso
che col tempo sbiadisce).


TORNA ALL'INDICE
SILVIA PANNOCCHIA
OPERA SEGNALATA DALLA GIURIA
 
S. Valentino. Com
 
Vu vu vu
San Valentino
Puntocom
Clicco sul cuore
Ti mando
Essemmesse
Asettiche
Frecce disinfettate
Di un amore
Non amore
Virtuale
Dimensione
E altrove
Sono
Con la testa
Altrove
Non raggiungibile,
non prendo,
non do…
E ti abbraccio
Mentre clicco
Con un altro
Tanto
È uguale
Non è colpa nostra
Non fa bene né male
Siamo
Ormai essemmesse
Plastica opaca
Sulle labbra
Se ti bacio
Non usa più
Amore
San Valentino
È un sito.
L'amore è denutrito
Il santo crocefisso
A te ho immolato
Per te ho
Ucciso.
Vu vu vu
Vuoto
Solo vuoto
Punto com;
Punto e com.


ARIANNA PEGORIN
 
Notte di ricordi
 
Notte di quiete
distesa sul morbido letto
(riposo, abbandono),
libera la mente,
senza un pensiero, vaga
lontani ricordi e vicini, e di ieri,
di un passato appena trascorso.
E si ferma a rivivere.
Una nascosta emozione ravviva la notte
e, presto, cattura il cuore.
Frugo silenzio e pace,
nel buio della notte,
interrotto dallo schiamazzo delle cicale.
Rilassa.
Lingue di pallida luna
cercan aprirsi un varco
riflettendo sul muro chiaro
della nostra stanza.
Volanti eterei spiriti
come serpenti dell'est
di profumi orientali ed essenze romantiche
ci avvolgono.
Ombre sinuose
tra affannosi respiri
in questo gioco di trasparenze
e chiaro scuri:
noi in questa notte di mezza estate.


TORNA ALL'INDICE
ANDREA POZZALI
 
 
Erano quelle, lo so, non vi fu inganno.
Lo sento come sento la mia stessa carne,
è certo come è certo, in questo preciso istante,
il battito del mio cuore che pulsa,
tenendomi aggrappato al mondo.
Furono loro, le parole a lungo serbate,
che da tempo tremolavano sulle labbra,
le parole che pure tante volte, prima di allora,
avrebbero potuto essere dette.
Furono loro, furono le nuove parole d'amore,
le parole tanto gelosamente custodite,
tenute al riparo da ogni assalto esterno,
fu la tenerezza ingenua e preziosa
ciò che ti recai in dono quel giorno
quando, vestita solo delle tue emozioni,
venisti da me per farmi uscire da un
lungo inverno di neve e ghiaccio.
Credevo fosse la fine eterna della mia solitudine.
Ingenuo, mi ingannavo: ancora non sapevo
che pazzo è chi sostiene che l'amore
più di un'ora possa durare.
Come sia successo ancora non riesco a capire:
solo questo so, che portavo un cuore
quando entrai tremante nelle tue stanze.
Uscito da esse, non possedevo più nulla.
E come la tempesta più tremenda non riesce a
distruggere il mondo, ma solo a sconvolgerlo,
frantumando in mille pezzi le apparenze dell'ordine,
allo stesso modo il mio petto ora porta i frammenti
di quello che un tempo fu un cuore puro ed unito.
Adesso, con ciò che rimane di me,
posso ancora scegliere, desiderare e adorare.
Ma dopo un tale amore certamente non posso più amare.


ALESSANDRO REGAZZONI
 
Omaggio ad Ernest Hemingway
 
Graffio questo foglio
come unghia
la carne.
 
Graffio questo cuore
come aratro
la terra.
 
Invano.
 
Ma non c'è più vita
nei miei gesti
ne pubblico
in questa arena.
 
Non ha dimora
ne sapore
il dolore
che consuma il mio corpo
ed il mio gin.
 

 
11 Settembre
 
Carosello infernale
sotto gli occhi del mondo.
 
La vita
equivoco irrisolto
 
vale il tempo
di uno scoop.
 


TORNA ALL'INDICE
GABRIELLA ROLLI FANTINI
 
Sosta in Sicilia
 
Le vecchie, capo chino sui rosari,
il sole è calce viva sopra alla memoria di cactus,
sangue e rancore antico,
abiti neri,
dolce rosso come le arance in lunghi filari
che dividono le famiglie.
Ragazzi in piazza contro la mafia
tra i palazzi fatiscenti,
ricordo di nobiltà perdute,
voglia e paura di ricominciare.
Sorrisi allegri su occhi tristi,
caldo torrido e granatine fresche,
biancheria nel vento come una bandiera,
mare che assedia l'isola da ogni parte
ed essa, orgogliosa, non gli cede mai.
Terra lontana eppure così vicina
ed ai miei occhi di "straniera" è cara
e non compresa.


SARA TASSAN MAZZOCCO
 
Tra le radici di un noce
mi fissa incerto un bocciolo.
Gli rimbocco la coperta di foglie
e lo rassicuro:
non sono Primavera!
 

 
Nelle ultime ore di luce
si allungano le braccia di gelo
di una lunga notte invernale.
 
Anche gli occhi del lupo,
macchiati d'oro e di corteccia,
cedono all'oscurità
nel silenzio del bosco.
 

 
Calano come strisce di notte,
lunghi capelli scuri
sul mio viso addormentato.
 


TORNA ALL'INDICE
GIOVANNI TERESI
 
La mia donna
 
Sento che la mia donna è tratta dal mio costato.
Nell'oblio della vita ricordo un unico fiato.
Sento un'attrazione all'essere dipartito,
che gioisce alle carezze, ai baci con giocoso rito.
Il vento insemina il polline su d'un campo fiorito,
al tenero sbocciar delle corolle in un'alba radiosa.
O gentil donna, hai in te la fertilità e l'odor della mimosa!
Due bianche colombe portan la pace,
desiderio di continuità, di canto e d'amor che dice:
"donna! Il tuo sorriso, i tuoi gesti, la tua voce
sono felicità all'occhio dell'uomo, che t'ama e brama.
Il tuo mondo è distinto dal mio, ma al sole siamo un'unica
trama".
Nello sguardo dei tuoi occhi e perpetrato il simbolo della vita
che vola,
ed io uomo che lotto e corro col segno nella mia gola,
porto il seme ed il palpitar del cor che sempre geme.
 

ANTONIA TORCHELLA
 
Un giorno qualunque
 
Buttata lì
quasi senza volerlo
timida, una carezza
sarà raccolta
oppur si scioglierà
nell'inedia
di un giorno qualunque?
Oh, i giorni
uguali
tutti
normali, persino!
Tu, concreta
abile nel nasconderti
saprai davvero scacciare
ogni moto del tuo cuore?
Ogni guizzo del tuo pensiero?
Ogni tremito del tuo corpo?
 

 
Resto
 
Provo a capirti
ma ormai, ho
la voce rotta.
Piccoli passi
e questa rete sottile,
resistente
mi prende
nonostante il mio no.
No,
non voglio entrare
nella tua
tarda nebbia.
Voglio fuggire
dai rintocchi delle ore
che mi battono le tempie.
Mi fermo
nei lenti pomeriggi,
dietro i vetri
con le tendine sollevate
e la voce roca
di un cantautore mediocre.
Resto.



TORNA ALL'INDICE
CLAUDIA TURCO
 

Tre poesie tratte da

Frecce di luce

 
Lontane le solitudini volute,
cerco un luogo capace di farmi dimenticare,
ma i ricordi, oro e ruggine,
graffiano, inchiodano, ritornano,
si avvinghiano all'ultima rosa.
 

 
All'infuori di me,
nessuno ascolta
questi passi.
Attraversano le stanze dell'anima,
fluiscono in fiumi di pensieri inespressi,
furoreggiano in danze demoniache.
Un orlo di follia
per scavare fosse
che resteranno vuote.
Il bene e il male
si intrecciano
in una fitta trama,
ma non si confondono.
E io sono salva.
 

 
Poesia, raccontami!
Solo in brevi sprazzi,
affinché tu possa rendere sopportabile
il dolore che nutre questa bellezza
composta da infinite e sottili sfumature
e da profonde e calde ferite,
allargate dal ricordo di Catone
e dalle mie stesse mani.



TORNA ALL'INDICE
Se non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al numero 0298233100
 

RISULTATI DEI CONCORSI
RITORNA ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei mesi)
RITORNA ALLA PRIMA PAGINA DEL CLUB
E-Mail:
concorsi@club.it
 
Ins. 28-08-2003