- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
Marguerite Yourcenar 2002
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- Sommario
- Prefazione
Prefazione a cura di Maria Organtini -
Michele
Ammirati -
Fosca Andraghetti - Alessandro Bacci - Gianni
Balduzzi - Emanuela Ballotta - Maurizio Banino -
Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò - Pietro Bellomo
- Mauro Bertozzi - Valeria Binda - Domenico Bisio -
Maria Antonietta Borgatelli - Fiorella Borin - Alba
Filomena Bove - Gabriella Braglia Luciani - Marta
Brunetti - Vittoria Caiazza - Fabio Caironi -
Enrico Calenda - Giuseppe
Carnabuci -
Maria Francesca Cherubini - Marco Chiavistrelli -
Giovanni Ciraolo - Cristiano Comelli - Alessandra
Crabbia - Franca
Cravino -
Giovanna
De Capitani
- Dino Dorsi - Jennifer
Fabris -
Giovanna
Faro -
Alberto
Fazio -
Claudio Fichera - Ilaria Fondelli - Samuele Frasi -
Raffaella
Frese -
Giusy Frisone - Massimiliano Fumera - Marimilia
Gastone - Paolo Gherardi - Anna
Maria Ghibaudo
- Elisabetta Ghiglieri - Alessandra Giannelli -
Carlo Gnolfi - Luigi Gonano - Michele La Nave -
Antonio Longhi di Maggio - Annalucia Lorizio -
Mariano Luccero - Alessandro Lugli - Enrico Magrini -
Claudio Michelazzi - Adriana Mosca - Raffaello
Nardella - Federico
Nardi -
Francesco
Nardini -
Angelo
Nicolò
- Francesco
Pastorelli -
Fernanda Pieretti - Mauro Piermarini - Riccardo
Porzio - Nicola Pragliola - Maria
Stella Pucci
- Ermano Raso - Luciana Ratto - Marilena Rimpatriato
- Daniela Rizzo - Deale Robiano - Viviana Rocca -
Annunziata Romeo - Sabrina Salina - Micaela
Sansevero - Francesco Sassetto - Maria Grazia
Savonelli - Adriano Scandalitta - Eros Schiff -
Giovanni Scilio - Giovanni Scribano - Emiliano
Serapiglia - Ananieva Slavka - Donato Tamborrino -
Antonella Timpano - Federico
Topa -
Simona Tuena Omodei - Antonella
Turrini -
Cristina Unterberger - Marco
Vaccarino -
Cosima Zanni
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-
- Antologia del Premio
Marguerite Yourcenar 2002 - formato 14x20.5 - pagg. 96
- Euro 18,00 - ISBN 88-8356-489-8
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-
- Come
avere l'antologia
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- Prefazione
- «L'uomo
è un essere essenzialmente curioso.
- Non
solo il bambino, a cui la capacità di
stupore
- conferisce
una quasi illimitata vitalità e forza
evolutiva»
- (Giambattista
Torellò)
-
- È con questo
stupore, ricco di fantasia che il poeta scrive le sue
esperienze, le sue emozioni sempre nuove e molteplici.
La decima edizione del Premio Marguerite Yourcenar ci
ha riservato la sorpresa di testi poetici nuovi
ispirati alla quotidianità degli eventi come
quello delle «Torri Gemelle» di Cosima
Zanni, un evento tragico di cui tutti siamo stati
testimoni; ma il senso della scoperta di cui parlo
riferendo le parole di Torellò, è comune
a diversi testi che voi stessi avete sapientemente
classificati a cominciare dalla poesia di Marilena
Rimpatriato Scrigno di silenzio vincitrice di questa
edizione. L'originalità del verso che si affida
a «Dita di carta...» per scendere nell'anima
che trasmette la sua emozione «...D'un desiderio
/ confidato alla stella cadente di una sera...»
ci parlano della ricerca estetica del verso come
elemento portante del tutto.
- I sentimenti
giocano con «Le ruvide mani parlano / segnate da
zolle cullate da pietre / nascoste alla luce del
sole» è il messaggio di Alba Filomena
Bove, terza classificata.
- Spesso
c'interroghiamo sulla fonte d'ispirazione dei poeti,
ma non è facile rispondere perché da
sempre l'uomo cerca di tramandare le proprie
esperienze attraverso la scrittura come possiamo
leggere nei Testi Sacri.
- In quale momento
gli uomini hanno cominciato a parlare di poesie o di
racconti come immortali? Non esistono date precise, ma
ciò che sappiamo fa parte dei nostri ricordi di
scuola e ci parlano di grandi Poeti come Omero,
Petrarca, Dante e Shakesperare fino ai giorni
nostri.
- Noi cerchiamo la
nostra realtà in ciò che leggiamo e
riusciamo a testimoniarla scrivendo sul foglio bianco
la nostra ansia «estetica» riconoscibile nel
verso poetico.
-
- Maria
Organtini
-
- Presidente della
Giuria Sezione Poesia
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Michele
Ammirati
-
-
- Poesia
-
- Tu vivi
radiosa
- nel verso di un
sorriso.
- La tua favella
arpeggia
- riverberi di
sole.
- Incerto, a capo
chino
- io varco la tua
soglia
- e luce colgo
ascosa
- in mistici
sembianti
- in ombratili
querceti.
- Dietro cancelli
aperti
- ai sogni
dell'attesa
- io trovo i tuoi
colori.
- M'appari senza
veli
- svelandomi i
segreti.
- P o e s i
a.
- N u d
a.
- Nascosta tra i
tuoi fiori,
- adombrata di
mistero,
- è tremula
la tua mano
- che tende alla
mia mano,
- è tremula
la voce
- che vuole me
poeta.
- Tardi mi
denudo
- in sempiterni
voli.
- Entro nel tuo
sorriso
- e vi trasfondo
il mio.
- Langue ormai la
sera
- al canto
ondoso
- della lirica
voce
- da Te in me
profusa.
-
-
-
|
- Giuseppe
Carnabuci
-
-
- Incertezza
-
- Non so chi m'ha
guidato
- quando deluso
vagavo
- tra sentieri
sconfitti,
- sotto cento
miliardi
- di stelle
impassibili,
- ma vivi e
palpitanti echi
- d'armonie
sconosciute,
- e cercavo una
strada sicura
- nell'agonia
d'un'attesa
- ormai spenta, di
cose lontane.
- Tracce di
parole
- frugavo nella
lanugine del buio,
- nell'ora in cui
si svegliano i fantasmi
- e le memorie
incidono nel dubbio
- costruendo sogni
a rovescio.
- Sciami di nuvole
sbavagliate
- correvano in una
fresca brezza:
- io mi chiedevo
chi ero e dove andavo.
- Fragili
occhieggi di ristoro
- sparivano sotto
nembi
- che trapelavano
tempesta:
- un accavallarsi
di pace instabile
- in un mondo
tranquillo.
- Nel chiarore
soffuso della luna,
- ho frugato un
assenso,
- nell'alone
iridescente del sole,
- una promessa da
trapiantare,
- che è
rimasta dipinta
- come l'ombra
d'un dubbio
- in un pensiero
vissuto
- d'incerte
speranze,
- nate nella
mente
- a protezione da
un enigma.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Franca
Cravino
-
-
- Estate
mia
-
- Pigre
albe
- perdute a
sonnecchiare
- rimuginando
i sogni della notte
- ormai
svaniti,
- ascoltando
il miagolio selvaggio
- delle gatte
in calore,
- dell'instancabile
cuculo
- il monotono
verso,
- i latrati
lontani,
- il fischio
del treno
- laggiù
nella valle.
- Pomeriggi
assolati
- trascorsi
sull'acqua tiepida e azzurra
- a
picchiettare
- con placido
ritmo
- la
superficie cangiante
- pei mille
riflessi del sole.
- Sere
incantate
- a scrutar
Cassiopea,
- Andromeda e
le altre sorelle,
- a sentire
frinire cicale,
- a osservare
fragili lucciole
- danzanti e
ammiccanti
- sui
viottoli bui
- e nei campi
di papaveri e spighe.
- Notti di
intensa emozione,
- sola,
- nel buio
trafitto e squarciato
- da rari
lampi di caldo,
- nel
silenzio
- rotto
soltanto
- da un
sinistro gufare,
- meditando
- che ogni
istante che passa
- non torna
mai più.
-
-
|
- Giovanna
De Capitani
-
- Opera 10a
classificata
-
- Venezia
-
- Merletti
sorgenti dall'acqua, Regina del mare,
- realtà di
un sogno, musica e passione;
- un tango risuona
nell'ampia piazza,
- volute di pizzo
svettano al sole.
-
- Il leone alato e
glorioso, impera dall'alto,
- tra voli di
colombi, stendardi e campanili;
- tra calli
tortuose, come vene al cuore,
- campielli
solitari e case antiche
- dai portoni
austeri.
-
- Palazzi superbi,
dove dame e cavalieri
- sfilano regali
in velluti e morbide sete.
- Sotto ponti e
canali stupiti,
- gondole nere,
eleganti, trastullano il cuore.
-
- Maschere d'oro e
d'argento, sole e luna riflettono,
- canti e follie,
in mostra messaggi d'autore.
- Bifore e trifore
occhieggiano sulla laguna,
- cristalli
sinuosi, perle e rubini, smeraldi di
luce.
-
- Le sfingi, dal
Lido, scrutano all'orizzonte
- il mistero del
giorno che muore,
- poi rinasce col
sole una nuova Venezia,
- più calda
e preziosa, ma ahimè, più
antica.
-
- Non affondare
mia bella Signora
- sotto il peso
degli anni, ti prego,
- il mondo ti
cerca, il mondo ti vuole.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Jennifer
Fabris
-
-
- Le lacrime del
cielo
-
- Mi affaccio al
balcone
- E riesco a
vedere la linea
- In cui il
passato e il presente
- Si
intersecano.
- Rivedo momenti
delle passate stagioni
- E li paragono
alla presente,
- riscopro
sensazioni ormai sconosciute,
- le mie tristezze
e le mie allegrie
- che riscaldano
il mio cuore.
- Comincia a
scendere
- Una dolce
pioggia,
- la stessa che
scorre sul mio viso:
- anche il
cielo
- piange.
-
-
-
-
-
|
- Giovanna
Faro
-
- La
rondine
-
- Era una sera
d'estate.
- Ombre d'ametista
nel cielo
- solcavano
l'azzurro,
- le finestre
erano aperte.
- Ero molto
stanca.
- Ad un tratto una
rondine
- sfrecciò
all'interno della stanza.
- Era
bellissima!
- Rimasi attonita
per la sorpresa.
- Portava tra le
piume
- i riflessi blu
notte
- nella luce della
luna.
- Cosa sei venuta
a dirmi
- piccola rondine?
Pensai.
- "Dimmi tu che
conosci
- le verità
del cielo,
- dimmi -
cos'è l'amore? -"
- "L'amore
è un magico talismano lucente
- contro ogni
dolore, il suo potere è
infinito.
- Ricordalo.
Custodiscilo sempre nel tuo cuore."
- La rondine
descrisse un cerchio
- ed
uscì.
-
Da
"Direttamente dalle nuvole"
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Alberto
Fazio
-
- Il
richiamo
-
- T'ascolto. Lo
so. È tardi.
- Ma lascia ancor
ch'io guardi
- le notti con
sguardi d'allora,
- anche se pure
già è l'ora.
-
- Aspetta! Lascia
ch'io colga un fiore,
- che ricordi un
perduto amore,
- ch'oda dolce e
gioioso un canto,
- che degl'occhi
m'asciughi il pianto.
-
- "Vieni! È
tardi!" - tu dici -.
- Ma lascia ancor
che gli amici
- riveda, che
ritorni al passato,
- che gusti un
amore solo sognato.
-
- Che ascolti per
poco ancora,
- sol per poco nel
volger d'un'ora
- dell'usignol la
nostalgia del canto
- e che di nuovo
asciughi il pianto
-
- della mia vita.
Che l'amarezza
- e il dolor muti
in tenerezza.
- Poi
verrò. Già son pronto. Ma
lascia
- che il respiro
del vento l'ambascia
- del cuor si
porti lontano.
-
- Vengo! Tendimi
pure la mano.
- Portami in alto
tra nubi d'argento,
- portami in alto
sull'ali del vento,
- portami stretto
nella Tua mano!
-
-
-
|
- Raffaella
Frese
-
- La
quiete
-
- Un dì;
con agio mi porrai,
- lungo il viale
delle costellazioni,
- ed io spersa
bacerò il sentiero sconosciuto.
- Porrò
mille, e mille illusioni
- tra rabbia e
profondo sapere,
- mentre il mondo
ergerà sublime
- le limpide ali
della disperazione.
- Un
dì;
- parlerò
con te di mille silenzi
- di calde e
struggenti emozioni,
- mentre l'eco del
profondo nulla
- innocente
intingerà
- il nero
infernale
- nell'aria
filtrata della speranza.
- Scriverò
alla mia dimora
- ove il cielo
dorme nel mare,
- e le carezze
d'onde spumose
- destano le
guance mie
- di mille
benedizioni!
- Scriverò
nel vento con piume d'angelo,
- l'intingerò
nell'inchiostro di luce
- mentre la tela
dell'universo
- sosterrà
il possente manoscritto.
- Il silenzio
eterno bagnerà la mia anima,
- mentre mi
porrà risposta,
- liberandomi da
esso
- e come
atomo
- respirerò
nell'infinito spazio
dell'eternità,
- dove stupita e
magica
- m'abbandonerò
alle sfumature dell'ingegnoso Dio
- nella musica
soave dell'immensità.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Anna
Maria Ghibaudo
-
- Preghiera
dell'uomo
-
- Signore,
- non ti chiedo la
luna
- e nemmeno il
sole
- ma non farmi
mancare un gatto.
- Il suo splendido
sguardo
- illumina le mie
ore più buie,
- come la candida
Luna.
- La sua radiosa
presenza
- riscalda le mie
ore più fredde,
- come il fulgido
Sole.
-
-
-
- Preghiera dei
gatti
-
- Signore,
- sono il gatto di
casa
- e un amico
sincero
- vicino
vorrei.
- Ricco o
povero,
- bianco o
nero,
- anche un po'
strano,
- ma Umano
"umano"!
- Non ti scordar
di mio fratello,
- il gatto
libero.
- Fagli trovare un
angolino
- perché
possa ripararsi
- e un buon
bocconcino
- perché
possa sfamarsi.
- Non far mancare
il solleone
- perché
possa riscaldarsi
- e nemmeno
l'acquazzone
- perché
possa dissetarsi.
- Bastano ogni
giorno un bel topino
- e ogni sera un
caldo camino
- al gatto di
campagna, mio cugino!
- Grazie,
infine,
- da tutti quanti
noi,
- micetti e
micine.
-
-
|
- Federico
Nardi
-
-
- Triste
Carname
-
- Sopraffatte
luci
- Da onde
buie
- Addensano
incognite
- Proiettate dalla
notte
- - segreta dei
segreti -
- Avulso
- D'essenza
filosofica
- Sottraggo
- Belle rose alla
gramigna
- Un setaccio le
mie mani
- A questa
terra
- Triste
carname
- ...già
fanghiglia
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Francesco
Nardini
- Luce
-
- Ho bisogno della
luce
- del suo carnale
contatto,
- del caldo
sapiente dell'energia
- che apra le vene
e tagli
- come lama
nervosa le carni
- Sino all'umido
cuore,
- al nerbo dei
sentimenti,
- alla
profondità sbrigliata dei sogni.
- Ho bisogno di
qualcosa
- che produca
amore.
- Vorrei che la
nostra stagione
- avesse della
luce l'impronta,
- avesse
l'ingegnevole forza
- della
sopravvivenza
- ai segni ed al
decomporsi delle età
- che ci fanno
antichi.
- Avesse ancora la
luce.
- Una luce che non
tramonti
- che vinca le
lusinghe di streghe
- la condizione
instabile del divenire,
- che uccida la
paura insensata dell'attesa.
- Entrare lucenti
nel declino
- come stelle
cadenti che accendano
- l'immutabile
notte.
-
-
-
-
|
- Angelo
Nicolò
-
- Al sud del
cuore
-
27
febbraio 2002
-
- Giura
fedeltà... in un abbraccio eterno il
sole
- che dipinge
devoto
- con un rimmel di
fuoco
- quel cielo
innamorato...
- che splende e
riflette
- in punta di
stelle la sua vanità
- e in un batter
di ciglia... flette i suoi occhi blu
- un inchino e va
giù
- un tuffo... e il
mare si specchia e sbuffa...
- una carezza nel
tocco di una brezza
- soffia la
felicità...
- s'alza la
marea... corre la luna e crea
- l'incanto di un
anello...
- nel piatto
d'argento...
- oh... il
matrimonio è urgente
- l'onda
s'increspa
- e sul cavallo
monta
- batte la
spiaggia e l'inonda
- la sbatte con
devozione
- schiuma...
bianca la trasgressione
- e nell'ultimo
bacio di passione
- scioglie il suo
sogno d'amore
- pioggia di
sentimenti sull'aspro monte
- la terra
trema... lacrima l'onore
- freme l'arancio
all'ombra del faggio
- scende lo
scialle sul paesaggio
- fulmini...
tuona... il vecchio saggio
- e un lampone
punge... fa coraggio
- un fico attacca
la spina... e fugge
- infilza il
viandante e lo distrugge
- casca il
bergamotto
- e la vite si
strugge... al tramonto
- civetta la
notte
- ulula il lupo...
al peccato
- la lucciola
ricama alla mezzanotte
- scompare la
magia... buonanotte.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Francesco
Pastorelli
-
- Ode
all'albero-fanciullo
-
- Luci di vulcano
e silenzio del cielo
- infiammano i
rami della foresta
- dormiente, della
foresta sulfurea.
- Aria immobile e
polveri sollevate,
- presagio di un
incendio imminente
- con lunghe mani
che offrono oro fuso.
- Questa è
una visione che è rassegnata
- a rimanere
giovane. Passeggia
- nella folla
degli alberi. Ricopri
- con le tue
foglie le vergogne del mondo
- nudo, ma per
quanto l'ombra si elevi
- per incontrare
il giorno, il tuo fusto
- rimarrà
sempre più spoglio. Questo è il
punto
- più
debole. Vai incontro alle fiamme
- perché se
brucerai, brucerai per te,
- per gli altri.
Ed è altra luce. E i pensieri
- sono radici e le
parole sono
- fiori. Pensa
profondamente. Parla
- dolcemente. Per
cogliere un giorno anche
- un solo frutto.
Perché basta amare
- un'unica persona
per amare
- tutte le altre.
Perché se sai crescere
- ancora
più in alto nonostante
- i rami spezzati
dal vento, solo
- in questo modo
potrai dire che l'uomo
- è un
albero. Ma è un breve istante.
- Il sole si
ritira mentre un fuoco
- si spegne sempre
in questa ora che mai saprò
- se è alba
o tramonto. Io ti conosco,
- e ciò che
prima era sembrata lava
- fusa, ora
diventa la pietra di sempre.
-
|
- Maria
Stella Pucci
-
- Il gigante di
pietra
-
- Giace lì,
spettatore del succedersi dei giorni,
- tra i ruderi del
suo tempo,
- un gigante di
pietra!
- Fu dimenticato
lì dal suo tempo, o forse si
perse
- nella
contemplazione del cielo di quella
valle,
- tanto da non
sentirne lo scorrere: il volto rivolto al
cielo,
- al trasmigrare
degli uccelli e al succedersi delle
stagioni,
- pioggia e vento
o freddo pungente,
- nulla lo
distoglie dal suo mirare l'infinito oltre i
tempi!
-
- Milioni di passi
lo sfiorano di giorno in giorno,
- di anno in
anno,
- e la luce dei
flash cerca di cogliere il segreto del suo immoto
mirare!
- I mandorli e i
resti di un istante del mondo, sono silenziosi
compagni
- di un gigante di
pietra
- rimasto
incantato e incatenato per sempre
- in una valle
senza tempo!
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Federico
Topa
-
- Opera 7a
classificata
-
-
- Lontano una
casa
-
- Cerco
- nell'intimità
- della luce d'una
lontana finestra,
- il profumo di
uno sguardo di pane
- ed il sorriso di
una carezza di legno;
- rubo qualche
attimo di confidenza
- da una
tremolante candela di parole;
- accarezzo
- il precoce
vagito
- di un
bimbo.
-
|
- Antonella
Turrini
- 21
marzo
-
- Tu non
sai
- non puoi
sapere
- la tempesta in
fiamme.
- Non puoi
sentirla scalciare
- soffocarsi,
- gridare
imprigionata in una campana
vitrea
di quieto vento.
- Eppure
incontrasti il lamento
- del palmo che si
chiude
l'illusione
- che non sa
morire, nemmeno alla fine.
-
- Tornasti al mio
invito
- con
sguardi
- colmi di
lontananza
- ed io non
sapevo
- non potevo
sapere
- che eri partito
in quella stessa fine
- che ora non
sa,
- concedere dubbi
a chi resta.
-
- Non v'è
conclusione
- più
vera
- del non dirsi
addio,
- per noi ai
confini del mondo
- come l'ultima
estate
- e
germoglio.
- Decade il verde
che foglie non ospitano
e
le parole
- sempre
più spoglie
- sempre
più sole,
- coprono
- i silenzi che
Amore vuole
- che oggi non
sanno tacere,
perché
non hanno nulla da dire.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Marco
Vaccarino
-
- Incontro
-
- Eccomi
qui,
- ce ne è
voluto di tempo,
- ma eccomi
qui.
- Tra gli altri
cipressi
- e le bianche
casette...
- ce ne è
voluto di tempo.
- Su un filo di
lana,
- tra
presente
- e
passato,
- come risacca di
mare
- nel tuo
porto
- ho trovato
dimora
- ...ed eccomi
qui.
- Tra i viali
lontani,
- perduto nel
tempo
- è l'eco
delle nostre voci.
- Su un filo di
lana,
- tra
presente
- e
passato,
- mollo gli
ormeggi
- e ti dono il mio
tempo,
- dolce amico
mio.
- Perché
quando il cielo piange
- la mia mente si
racconta...
- e tutto
intorno
- è
azzurro.
|
|
|
- Se
non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
numero 0298233100
|
-
-
RISULTATI
DEI CONCORSI
- RITORNA
ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
mesi)
RITORNA
ALLA PRIMA PAGINA DEL
CLUB
E-Mail: concorsi@club.it
-
- Ins.
16-05-2003
|