- IV
edizione Premio di Poesia
Città di Monza 2002
-
- Risultati
Sezione Poesia adulti
Risultati Sezione Poesia giovani
Il
comitato promotore dela quarta edizione del Premio
Intenazionale di Poesia Città di Monza 2002,
indetto dal Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e
Brianza con la collaborazione dell'associazione Il
Club degli autori, ha stilato la seguente classifica
finale:
- SEZIONE
POESIA ADULTI
1°
class.: Danila
Olivieri
di Riva Trigoso (GE) con Accosto
il volto alla tua
scorza.
Questa
la motivazione: "La vaga
indeterminatezza di un ricordo infantile
lascia trasparire nel prisma delle
immagini rinvenute l'intensità di
un rapporto famigliare come elemento
vitale essenziale".
Vince Euro 780,00 - Pubblicazione di un
libro di 32 pagine di cui le verranno
assegnate 100 copie gratuite - Targa di
riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori -
Pubblicazione su Internet per un anno.
2°
class.: Omar
Miccoli
di Marnate (VA) con ...a
Zeshan N..
Questa
la motivazione: "Versi sofferti in
bagliori di vita Pakistana che attestano
il valore di un'amicizia che valica il
confine tra i popoli".
Vince Euro 510,00 - Pubblicazione di un
quaderno di 32 pagine di cui gli verranno
assegnate 100 copie gratuite - Targa di
riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori -
Pubblicazione su Internet per un anno.
3°
class.: Antonio
Capriotti
di San Benedetto del Tronto (AP) con
Paese
nativo.
Questa
la motivazione: "Intensa rievocazione
del luogo natale con nostalgia e
considerato di un più universale e
trascendente ritorno".
Vince Euro 260,00 - Pubblicazione di un
quaderno autocopertinato di 32 pagine di
cui gli verranno assegnate 100 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno.
4°
class.: Umberto
Vicaretti
di Luco dei Marsi (AQ) con
Segretamente
i giorni.
Vince
la pubblicazione di un quaderno
autocopertinato di 16 pagine di cui gli
verranno assegnate 100 copie gratuite -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno.
5°
class.: Lorenzo
Carnevali
di Cremona con Per
il suo più fondo
sguardo....
Vince la pubblicazione di un quaderno
autocopertinato di 16 pagine di cui le
verranno assegnate 100 copie gratuite -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno.
Vincono
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno i seguenti autori:
6°
class.: Michela
Torcellan
di Siena con Astragali.
7°
class.: Bianca
Festino
di Marcianise (CE) con E
sussurrava il
mare.
8°
class.: Marilena
Rimpatriato
di Torino con Sussurri.
9°
class.: Giulia
Occorsio
di Monza (MI) con La
montagna
incantata.
10°
class.: Massimiliano
Floriani
di Trento con Ritratto
a
vent'anni.
Premio
Speciale della Giuria a
Clelia
Brambilla
di
Vimercate (MI) con Attesa.
Questa
la motivazione: "Il senso dell'attesa
si colora in un
ventaglio di
colori
e mitiga la sofferenza degli
abbandoni che la vita pone ogni giorno sul
nostro cammino. Il ricordo, la memoria,
sono incise nel cuore del poeta, come per
la famiglia Robiati il ricordo di augusto
a ci è dedicato questo Premio
Speciale".
|
- SEZIONE
GIOVANI
-
- 1°
class.: Giulia
Marcolin
di San Giorgio in Bosco (PD) con
I
colpevoli.
- Questa
la motivazione: "L'atmosfera allucinata
e malinconica di un notturno carcerario e
resa con l'azzardo di immagini conturbanti
e con una intensa pietà che
rivelano una maturità umana e
artistica non comune."
Vince Euro 260,00 - Pubblicazione di
quaderno autocopertinato di 16 pagine di
cui le verranno assegnate 50 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno.
-
- 2°
class.: Marina
Mastrangelo
di
Guardiagrele (Chieti) con Naufragio
della
vita.
- Questa
la motivazione: "La meditazione sui
mali del presente è anche un invito
a recuperare i valori del passato e a
sperare nel futuro: il messaggio è
espresso con intensità di
sentimento e calore umano."
Vince Euro 155,00 - Pubblicazione di
quaderno autocopertinato di 16 pagine di
cui le verranno assegnate 50 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno.
-
- 3°
class.: Guido
Pedroni
di Vignola (MO) Mandato con
Il
Mulino.
Questa la motivazione: "Breve idillio
reso con nitide immagini ed intima
nostalgia per un passato da
conservare".
Vince Euro 105,00 - Pubblicazione di
quaderno autocopertinato di 16 pagine di
cui le verranno assegnate 50 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno.
-
- Vincono
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet per un
anno i seguenti autori:
-
- 4°
class.: Daniela
Lefoer di
Roseto degli Abruzzi (TE) con
Ritornare.
-
- 5°
class.: Giorgia
Serena
Cipelli
di Pieve d'Olmi (CR) con Elegiaco
e
struggente.
-
- 6°
class.: Silvia
Angeli
di Verona con Mi
muovo entro i confini...
-
- 7°
class.: Elena
Lipari
di Arona (NO) con A
mia madre.
-
- 8°
class.: Maria
Giovanna
Napoletano
di Cosenza con A
mio padre...
-
- 9°
class.: Ketty
Amadio
di Arcade (TV) con Frutti
amari.
-
- 10°
class.: Paolo
Comella
di Novara con Solo.
|
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|
SEZIONE
POESIA ADULTI
|
- 1°
classificata
Danila
Olivieri
Accosto
il volto alla tua
scorza
Eco
di risa spensierate
e
pollini di tenerezza
sfuggono
al giardino di sole.
Tu
fiorisci nella memoria
e
rechi pensieri di viole:
- sono
per me
come
le tue ultime parole.
Soavemente
sorridi,
mi
porgi la mano e mi guidi
nell'incantato
silenzio del bosco,
dove
nell'azzurro del cielo,
tra
le farfalle e l'usignolo,
la
filosofia del semplice vivere
- m'insegnavi.
E
nell'effluvio dello spigo
e
della mimosa,
eri
radiosa come luce
- tra
le foglie,
mentre
il vento aleggiava
tra
il ciliegio e l'ulivo
e
l'agave moriva
donandosi
al suo unico fiore
Mai
più tenere dita
d'edera
s'arricceranno
intorno alle tue dita
- di
quercia.
Mai
più pettinerò con
mani
- fanciulle,
irrigate
da impetuosi ruscelli
di
liquida linfa,
il
manto lucente dei tuoi
capelli,
ravvolto
di quiete e forza
- infinita.
E
io, germoglio della tua
essenza
accosto
il volto alla tua
scorza
|
- 2°
classificato
-
- Omar
Miccoli
a
Zeshan N.
Pupille
abbacinate
- E
screpolano
dietro
un vetro-quasi un unghia
sul
marmo, sulle bocche lucide
dell'asfalto:
vapori d'una notte
così
lontana da quelle che s'incontrano
sotto
gl'architravi di tufo e le
ampie
cupole
calcinose d'Islamabad.
S'arrampicavano,
così, arrendevoli
tiepidi
di brina e di spavento
molli
larve di corteccia
risalire
verso gl'astri e i lunghi
minareti
delle
moschee che popolano le tue
terre
il
Pakistan, diceva, ha
strappato
l'ultima
parola dal suo cuore: e grida alto
sulle
alture il nome d'ogni volto, che da
sempre
scava
covi di miseria più profondi
che
le spele d'argilla fra le sue
montagne,
i
morti seppelliti sotto il fango
nelle
pozze fradice della
cancrena
o
di quelli che partirono
ammassando
focomelici
silenzi, sotto spaghi gualciti
e
stoffe di vesti pellegrine
Ti
mozza
il
labbro anche un respiro,
uno
sforzo di sillabe che un
giorno,
forse
sapranno amarti
e
più nulla ricorda questo cuore
anch'esso
vagabondo, straniero
nella
sua nazione, se non
d'un
forte gelo quella sera,
dalle
torri lamentare il Muezzin
e
il vento che di colpo si
solleva
dalle
buie gole del Palmir.
|
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|
- 3°
classificato
-
- Antonio
Capriotti
-
- Paese
nativo
-
- Case
aggruppate e torri, vicoli
- d'ombra
e intorno baratri
- di
luce, latitudini marine:
- paese
nativo
- e pur
effimeri si torna, tratti
- come in
sortilegio
- noi che
partimmo affabulati
- ora
tristi figli
- in
parabole di prodighi.
- Si
torna
- mutati
ai sentieri iniziali
- dal
tempo, a luoghi e cose
- che
hanno volti e nomi
- di
memoria, vene e respiro
- di
terra, di patria: fuggita
- nostra
Itaca che chiama-limite
- e meta,
enigma arenario
- di voli
e radici.
- E
un giorno infine
- caduti
a noi per sempre
- i gesti
e le parole
- approderemo
stabili
- all'altura,
ombre mansuete
- lassù
dove nacque l'ansia
- oggi
conversa in dolcezza
- di
abili ritorni: gli echi
- del
tempo, i passi e la memoria
- senza
più suono né ragioni
- -dissolti
- saliremo
nel vento, da ogni dove
- a
cercare lassù, nel grembo
- di mura
remote, le nostre libere
- strade
della Terra.
-
|
- 4°
classificato
-
- Umberto
Vicaretti
-
- Segretamente
i giorni
-
(A
mia madre)
-
- Segretamente
i giorni
- sfogliano
memorie
- Madre.
- Tenaci
risposte nostalgie
- sostano
alle porte
- sgrovigliano
ricordi
- dissolte
riannodano stagioni:
- scorrono
certezze luminose
- cieli
splendenti azzurri cieli.
- Finito
il tempo degl'inganni
- e dei
fatui arcobaleni
- Madre
dei sospiri
- ora
alla notte invano grido
- di
sogni creditore e di promesse.
- Più
non m'illude ormai
- la
malia delle sirene
- né
più mi confonde
- la
perfetta geometria del
girasole.
- Soltanto
a questa trepida parete
- arreso
torno
- stremato
dalla luce dei tuoi occhi
- e
dall'inconsumato tuo sorriso.
- Madre
dei silenzi e delle attese
- altre
memorie diradano le nebbie
- scoprono
il bambino che io fui
- confusa
dolce fibra naufragata
- negli
abbracci tuoi di seta.
- Madre
dei rosari e di dolcezze
- porto
sicuro approdo a un altro
Tempo
- segui
ti prego l'ultima mia rotta
- ché
spaurito alla deriva
- più
non si sperda il cuore.
- Mi
tenderai (lo so) le mani a
sciogliere
- la
tacita promessa del commiato:
- consumata
la mia fetta di dolore
- riconsegnarmi
a te per sempre.
|
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|
- 5°
classificato
-
- Lorenzo
Carnevali
-
- Per il
suo più fondo sguardo
- sui
miei giochi, in tanta timidezza
- sparpagliato,
ho ricreduto d'essere
- rapito.
Nel suo più fondo sguardo
- nell'incavo
pulito delle palpebre
- sentivo
la memoria e la coscienza
- del
futuro evaporare - e le sue
ciglia
- soggiogate
all'afflizione dell'incanto.
-
- Amore
lei si fece qui, rifece
- in me
più bello amore suo di quanto
- la vita
promettesse. Con le mani
- ricavò
la mia figura accanto
- allo
scorrere degli anni, dei motivi
- silenziosi
che serena interpretava-
- in una
Monza sempre più lontana
- dalla
sinfonia della sua voce.
-
- Madre,
il tuo precoce accorrere
- ad ogni
accenno di richiamo, il fiato
- mai
cresciuto in me traspira come
- io ne
fossi inconsapevole, io fossi
- l'idea
stessa del bene. Tu nel tuo
- ruotare
gravitandomi d'attorno
- in
leggerezza accogli il giogo
umano
- e
siderale dell'amore adulto
-
- disadorno.
-
|
- 6°
classificata
-
- Michela
Torcellan
-
- Astragali
-
- Di
fronte al mare falciato dal
vento,
- in
una grigia sera di
settembre,
- gettava
i suoi astragali
d'avorio
- la
rugosa Sibilla
millenaria.
- Ne
buio antro dalle voci
sparse
- a
bisbigliar pronostici funesti,
- continuando
il suo lavoro eterno
- vedeva
le onde frangersi sul
lido.
- Più
non scriveva sulle foglie
erranti
- il
bizzarro verdetto del
destino,
- ma
ripeteva di continuo il lancio
- di
pochi sassi dai graffiti
incisi.
-
- L'osservai
a lungo, accanto a lei
seduta,
- annotando
il ripetersi dei segni.
- Nonna-le
chiesi- a che mai ci
serve
- buttare
questi astragali
intagliati
- se
la scelta è già scarsa e
limitata
- solo
a ciò che vi è scritto in
precedenza?
- Rise
e rispose: poche son le scelte
- ma
ancor di meno ciò che ne
risulta.
- la
vita è breve e non ti lascia
avere
- che
due o tre magre
possibilità,
- però
ti prende sempre più di quanto
- con
parsimonia ti vorrà
donare.
- Ma
allora-dissi- la nostra libertà
- l'amore,
l'avventura, l'arte, il
sogno,
- ciò
per cui vivo, dove mai si
trova
- in
questa burla già
determinata?
-
- Non
disse niente la vegliarda
arcana
- avvolta
dal suo velo misterioso,
- solo
indicò l'ingresso del suo
antro
- da
dove si scorgeva il cielo e il
mare.
- Inarrestabile
poi riprese il gioco
- gettando
astragali con adunche
dita.
|
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|
- 7°
classificata
-
- Bianca
Festino
-
- E
sussurrava il mare
-
- Tagliano
il cielo raggi disperati,
- graffi
di rosso sugli occhi del
mondo,
- a
fatica tra ore accartocciate-
- s'apre
sconnesso il solco del
ricordo.
- Ai
piedi di rugiada arsi di vento
- correva
incontro il prato risvegliato,
- quando
all'alba ci si librava in volo
- a gara
con i passeri e il frumento.
- Dalla
ripa scoscesa alla radura
- era
tutto un rincorrersi di voci
- tra
centenari olivi e vecchi noci
- e sulla
pelle la cocente arsura
- degli
anni che hanno fretta di bruciare
- poi
cercavamo il mare!
- Bagliori
luccicanti alle pupille
- quando
l'onda s'offriva al nostro
abbraccio
- tra
abissi misteriosi di cristalli
- e
stelle vive perse sulle rocce.
- A gara
pescavamo l'ippocampo,
- trofeo
crudele nelle nostre mani,
- erano
streghe i ricci e le meduse
- con
fate dispettose eran confuse.
- Ancora
lì, levata verso il
cielo,
- la
melodia struggente di sirene
- come
allora si fa sogno e mistero
- spezzando
inesorabili catene.
- E
ancora muore dentro l'acqua il giorno
- come
quando la sera cantavamo
- la
scusa per scordarci del
ritorno.
- Finestre
illuminate ad aspettare
- e
sussurrava
il mare!
|
- 8°
classificata
-
- Marilena
Rimpatriato
-
- Sussurri
-
- Chiome
frastagliate
- inneggiano
al sole il loro sussurro di
vento.
- Ventagli
dorati rastrellano il
sottobosco.
-
- Un
ragno ordisce la sua
tela
- tra
le pervinche e l'erba freme intrisa di
rugiada.
- Presto
trafitta da spilli di
pioggia
- arrossirà
di gioia la terra
- e
l'erba sarà imperlata da gocciole
algide
- che
scorreranno in rivoli inquieti tra ciottoli
rotolanti.
-
- Cerco
le mie radici qui in questa campagna
friulana,
- arresa
alle onde dorate del
grano
- e
le memorie riecheggiano nella mia
mente.
-
- Formicai
di domande brulicanti
- attendono
risposte di vento sul
domani
- e
ampolle di utopie frementi mi tormentano
- come
le speranze sommerse dalla polvere degli
anni.
-
- Trovo
i miei sogni qui tra le
viole,
- tra
gerbide giunchiglie che annunciano nell'ombra
- l'incedere
delle stagioni della
vita.
-
|
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|
- 9°
classificata
-
- Giulia
Occorsio
-
- La montagna
incantata
-
- Valchiria
solitaria,
- le tue
possenti braccia
- circondano
la valle d'abbracci
silenziosi.
- Lungo i
tuoi fianchi dai tracciati
impervi
- pugnali
di cristallo feriscono lo
sguardo.
- Esseri
audaci, tentando
l'impossibile,
- s'appigliano
a tuoi puntuti seni di profido
azzurrato.
- Ma tu,
resisti e taci.
- Emersa
dalle acque come Venere
- mille
respiri spingi
- nel
lucido pulviscolo di ceneri
esalate.
- Massi
assonnati sospirano adagiati
- su
millenari pensieri pacati,
- conche
di pietra dorate
- battute
dal sole più antico del
mondo.
- Al Tuo
cospetto l'uomo si fa
granello!
- Difficile
diviene la preghiera
- dinanzi
alla magnificenza del Tuo
trono.
- Disarmi
il più agguerrito combattente
- e
l'urlo della sua pochezza cupo zittisce
- nelle
profonde viscere del tuo prezioso
scrigno.
- Diadema
della terra,
- curioso
copricapo di nuvole bizzarre,
- argine
invalicabile di mistero,
- fantasma
inafferrabile di pietra,
- fata
caritatevole e nemica ostile
- nessuno
ti possiede.
- Tu non
concedi e quando cedi
- con
riso leggero rimandi a valle
- lacrime
vanagloriose di smarrita
superbia.
- Sei la
montagna incantata e nel Tuo tempio
- l'uomo
sosta il tempo di un sogno.
- Tu hai
il sapore
dell'eternità,
- noi
invece, fragili passeggeri, andiamo
via
|
- 10°
classificato
-
- Massimiliano
Floriani
-
- Ritratto a
vent'anni
-
- Distorto
e severo, poeta
- dalle
indiscusse opinioni
- dalle
molteplici scelte
- abbandonate
a volte
- -nel
dubbio aerei dirottati-
- ai tuoi
sensi
- alle
tue intime sensazioni,
- poeta
entro il vetro
- d'una
finestra socchiusa.
- Ragazzo
carico di vita
- -che
bene Pier Paolo ti
disegnò-
- assoluto
bacio d'amante indeciso
- lascivo
ad ogni perpetuo pulsare.
- Per una
breve e veritiera scusa
- parola
dettata dalle stanze interne
- distendi
la tua forza in un foglio,
- assomigli
al tempo che tremulo
- le
scolpisce eterne.
- I tuoi
vent'anni, quelli sì,
- che
vicini alle terre della pace
- giostrano
i membri nascosti
- relitti
da coscienza e letteratura
- s'innamorano
del mondo sommerso,
- poeta
entro il vetro
- d'una
finestra socchiusa.
- Comprendi
poche volte
- l'audace
credere, il sepolto volere
- che in
noi vive e persuade,
- lo
comprendi poche volte e
- ne fai
pensiero mortale.
- Distorto
e severo, poeta
- -molti
lo dicono-
- fitto
di stranezze e capogiri
- avvolto
da labbra di speranza
- da
occhi d'impazienza
- sei
solo ventenne innamorato.
-
-
|
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|
- Premio
Speciale della
Giuria
-
- Clelia
Brambilla
-
- Attesa
-
- Sospesa
e remota si leva
- l'aria
limpida del mattino
- che
intreccia lo sguardo del sole.
-
- È
qui che rinasce il mio giorno
- e
s'accende il mio cuore
- nel
ventaglio di colori
- nel
profumo di viole
- che
sbocciano sul mio balcone
- condensato
nel sapore di casa.
-
- Amore
mio
- sei
fugace come il tempo:
- la tua
viva carezza
- acquieta
l'anima
- mi
scioglie le vene
- che
lenisce ferite e attese.
-
- Mi
abbandono
- nel tuo
fremito di ciglia
- che fa
battere il mio cuore
- nell'incanto
che espande
- un
lampo di luce
- e la
primavera si effonde
- alla
luna accesa
- sospesa
tra noi.
|
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|
SEZIONE
POESIA GIOVANI
|
- 1°
classificata
-
- Giulia
Marcolin
-
- I
Colpevoli
-
- La
nostalgia, come una barca dimenticata dal
sonno, trema nell'ombra;
- occhi
sbarrati -da dietro il buio coperto di
tende d'acciaio- si perdono nella distanza
che li lega alla finestra.
- Nello
spazio notturno interrogato dall'attesa,
anime cieche vagano
- tra i
bicchieri colmi di palpebre recise, e
cercano -sotto il sale del vino- il fondo
alla loro sete verticale.
- Le
notti sono madri che, nei mari e nelle
guerre intestine
- del
rancore, si vestono con coda e voce di
sirene.
- I
carcerati nutrono il buio con le parole ed
i nomi d'immagini orfane,
- appese
alle finestre nere e vuote -vestite a
lutto per l'onomastico degli
assenti.
- La
fredda ombra porta il colore dei loro
occhi, e si scalda con un silenzio senza
profondità, assopito nelle bocche
sanguinanti degli orologi, e nelle
invisibili spine
- di
stelle come chitarre nude, piene di
canzoni soffocate,
- mentre
vegliano il sonno che pettina i
ricordi.
- La rosa
fiorita sull'orlo dei loro occhi -in
contatto con lo sguardo e con la materia
dell'attesa- rischia di cadere e ferirsi
con le sue stesse catene,
- che si
nascondono nel buio e nella
distanza,
- forse
dimenticate tra le luci dietro la
finestra, dove risuona l'eco
- di
rumori ciechi, e ogni tanto, come un
tamburo suonato timidamente,
- di
passi che percorrono la notte deserta.
Bambini e donne addormentate mordono
l'ombra coi sorrisi, dalle fotografie
dalle crepe dei muri
- e dagli
angoli colmi di sonori
dettagli;
- e come
ricordi spezzati vagano tra i bicchieri e
le carte e le spine
- di
questa stratta geografia d'acciaio.
- È
questo lo spago, il legame, il
senso,
- questi
simboli, questi fuochi che si consumano
senza altare.
- L'umidità
è una clessidra che
batte
- la sua
sabbia intestina e sotterranea
- contro
le palpebre assetate di una notte che
continua ad attendere.
- Il
tempo si sottrae a se stesso. Orologi si
formano dietro ai muri
- e
sopravvivono agli istanti, scardinando le
lancette che sono la misteriosa
congiunzione
- tra
passato e passato, (le stagioni della
memoria che si susseguono
sovrapponendosi).
- Ma
fotografie e specchi dimenticano senza
rancore. I carcerati sono uomini esiliati
nel paese
- dell'attesa,
dove ci sono cuori e cronometri che
misurano la vita e la colpa-
- il
mistero di essere vivi, e di non essere
innocenti. Questo è il destino
compreso tra le sbarre ed i fogli dove sta
scritta la legge troppo umana
- della
paura.
|
- 2°
classificata
-
- Marina
Mastrangelo
-
- Naufragio
della vita
-
- Tu
superstite del naufragio della
vita,
- che
guardi dal monte
Salvezza
- con
occhi stracolmi di dolore
- la
parentesi infinita del mondo
- e
la profonda ferita dell'anima di questo nuovo
secolo
- che
sopravanza all'alba di una nuova
era,
-
- che
ascolti con orecchie tremanti
- il
duro clamore dei secoli
- e
le oscure grida delle nuove
generazioni;
-
- conosci
i figli del presente,
- spaventati
dai loro sentimenti e
dall'amore,
- conosci
i loro sogni spenti dalla gelida
paura
- e
il sonno che seduce i loro
occhi.
-
- Loro,
inesperti della Vita e giocolieri del
Mondo,
- cercano
di cancellare, annoiati, le parole del
Passato
- e
stracciare i fogli su cui il Tempo ha
impresso la Storia.
-
- I
loro Ricordi ormai sepolti nella
Mente
- e
morti nel Cuore, arrugginiti e resi
spazzatura
- dal
Presente, restano imprigionati
- tra
le sbarre infuocate del
"prima".
-
- In
questo mondo pieno di
stoltezza,
- sono
molti, tra i figli del
presente,
- i
pensatori, gli idealisti, i
poeti,
- che
vogliono almeno rievocare
- dal
passato ormai bruciato,
- il
re di tutti i sentimenti,
l'Amore.
-
- Ma
quanto sono fragili i loro Sogni
- impregnati
dalla porpora color
Paura!
-
- Di
tanto in tanto possiate
voi
- chiudere
gli occhi
- e
liberarvi sulle ali eterne della
Fantasia.
-
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- 3°
classificato
-
- Guido
Pedroni
-
- Al
mulino
-
- Sui
colli cosparsi di nuvole
- e
alcuni raggi di sole
- c'è
ancora un qualche mulino
- dei
paesi antichi,
- e i
sassi pesanti dove
- nell'oscura
alba si dimenava
- l'irrequieta
farina.
- Con le
mani unte di grasso
- un
mugnaio tirava la
- sobria
catena e libera
- la
ruota ballava nell'acqua.
- Oggi
una vecchia raccontava
- agli
animali della siepe
- il
sermone della gioventù
- guardandosi
allo specchio
- del
cielo, una tortora
- fuggiva
nel bosco stanca
- di
giorni accaldati
- e un
cane infame attendeva
- l'usignolo
cantaiolo.
- Vorrei
ricordarmi per sempre
- questi
colli cosparsi di nuvole
- e
sentieri nascosti nelle erbe.
-
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- 4°
classificata
-
- Daniela
Lefoer
-
- Ritornare
-
- Ritornare
- è
stringerti di nuovo
- nella
morsa del mio cuore,
- per non
piangere al ricordo di un tuo
sorriso,
- per
aver amato ogni tua carezza
- che
immaginavo ricevere.
- Ritornare
- è
un giorno nuovo,
- nostalgico
frutto d'assaporare,
- sbiadita
parola da ricalcare.
- Ritornare
- per
finire tutto ciò che avevo
iniziato,
- per
ricordare ciò che avevo
dimenticato,
- per
cercare me stessa smarrita in una
stanza
- tra
piccolezze
- indispensabili
e sopravvissute,
- per
ritrovare
- la mia
coscienza sul comò,
- quel
po' di umiltà nel
cassetto,
- una
foto di Denise;
- l'amicizia,
- granelli
di polvere,
- dispersiva;
- la
musica in uno scrigno,
- la
fantasia abdicata in una scatola
d'orecchini.
- Ritornare
- per
sapere quale bambina ho lasciato
tra bambole e trecce,
- per non
sentire l'affanno che
s'allontana,
- per
scoprire
- che
tutto ciò che
desideravo
- è
averti accanto.
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|
- 5°
classificata
-
- Giorgia
Serena Cipelli
-
- Elegiaco
e struggente
-
- Ora
- nel
simposio di stelle
- e
d'acqua di pianto
- cade
il giorno
- e
si rompe in mille
- diverse
briciole
- convertite
dal cielo
- in
schegge di silenzi.
-
- Non
muta l'anima
- né
la voce che strugge
- delusioni
immutabili
- schiudendo
le mani
- in
cerca di una sera
- dalla
fresca carezza.
-
- E
sgocciola fiera
- la
vita dalla pergola
- di
fiori appassiti
- cadendo
su un altro
- tappeto
verde
- di
nuove parole.
-
- Elegiaco
e struggente
- codesto
mio
- paradigmatico
pensiero
- che
si perde come altri
- negli
atomi tersi
- del
nulla.
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- 6°
classificata
-
- Silvia
Angeli
-
- Mi
muovo entro i confini
- spazio-temporali
che dischiudono
le immagini ingiallite
- e
sorridono della dolce pena
- di
quello che è stato.
- Mi
muovo a destra e a sinistra
- nel mio
vasto presente asciutto,
- e
sorrido di quello che vedo e di quello che
sento
- perché
sarà il mio passato:
- ogni
secondo veloce diventa
- un
immobile trascorrere.
- Mi
muovo piegata dall'attesa
- verso
il mio futuro illimitato
- e
sorrido mentre mi apro all'eventuale
- a al
possibile,
- curvata
sotto il peso di una risata che,
- fragorosa,
- esploderà
in ritardo.
-
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|
- 7°
classificata
-
- Elena
Lipari
-
- A mia
madre
-
- Una
così fragile forza
- Negli
occhi spenti di viva luce
- E
quell'aspetto consumato di giovane
donna
- Nei
consigli ingenui e maturi di un'amica
- Ed il
mondo ti ha voltato le spalle
- Tu,
punita per una colpa mai commessa
- Tra le
lacrime accetti il tuo destino
- Con la
speranza espressa dalla luce dei tuoi
occhi
- Di
veder crescere belle le tue
rose
- Vorrei
darti, regalarti la cosa più
preziosa
- Ma oh
madre!
- Il
cuore mio già ti appartiene
- Affido
al vento caldo queste parole
- E
quando poseranno lievi sul tuo petto
- Ascoltale
in silenzio,
- È
la mia voce che le sussurra.
-
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- 8°
classificata
-
- Maria
Giovanna Napoletano
-
- A mio
padre
-
- Sembra
una reggia
- questa
casa.
- Rido,
- ci sono
ormai troppi fantasmi
- Scrissi
poesia
- per
dare un corpo
- all'eco
di quell'onda
- che
porta quelle voci
- e le
rimangia.
- E non
ricordo più
Mi ribello ai pensieri degli altri
-che non cercano più il tuo
sguardo
- Mi
ribello a quella compassione,
- si
dice,
- ma
è gente che non sa che
dire
- E
quindi io
- Qui
- con
questo foglio
- che
grida il mio dolore,
- mi alzo
- precipitando
nell'abisso di una illusione
- che
ancora mi fa sperare
- di
trovarti seduto
- Lì
- su
quella poltrona rossa,
nel giardino dei miei
ricordi
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|
- 9°
classificata
-
- Ketty
Amadio
-
- Frutti
Amari
-
- Nel
crepuscolo si scorge odor di
frutta,
- maturata
dopo i fiori,
- dell'amara
primavera.
- quei
frutti del dolore
- hanno
un aspro sapore di
passato,
- di
un fiore mai sbocciato,
- ma,
- ucciso
dal vento,
- dal
tormento mai cessato,
dentro il corpo
inanimato
- La
morte sovrasta la vita,
- come
la notte nasconde il
giorno,
- come
il tormento fa ritorno,
- dopo
il finire della pioggia,
- non
lasciando scorger
- mai
- l'atteso
arcobaleno
- E
mentre il corpo muore,
- il
sole non può rischiarare
- il
buio nella mente,
- dopo
una lotta vana
- con
l'ignoto finire
- che
l'uomo non può
capire
- e
- non
può fermare
|
- 10°
classificato
-
- Paolo
Comella
-
- Solo
-
- Solo,
- posto a
disturbar la percezione
- di
un'alternativa dimensione,
- stavi,
- in
piedi fra i due immobili
specchi
- ad
osservar di quanto invecchi.
- Solo,
- verticale,
nel tuo silenzio perso,
- scrutando
ostinato il vetro terso
- rimani,
- perso
nella monotona immagine
di spazio assurdo a mille
pagine,
- per
sempre.
-
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ins.
15-11-2002
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