- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
|
-
Antologia
del premio letterario
Comune di Candia Lomellina 2003
|
- Sommario
- Prefazione del
Sindaco Carmen
Bortolas -
Silva
Alba -
Stefano Alberini - Marco Alloni - Arianna Baldoni -
Paola Basso - Lisetta Borali - Maria Antonietta
Borgatelli - Bertilla Bortolon - Giusi Bugia - Anna
Calabrese - Claudio Calzolari - Loriana Capecchi -
Silvia
Cappiello -
Marco Casula - Valeria Cerasoli- Antonella Cigliana -
Giorgio Cigliana- Maria Grazia Coianiz- Cristiano
Comelli - Elisa
Contardi -
Luigia Cuia - Mauro De Luca - Vanna
Dini D'Arezzo
- Dino Dorsi - Diego Fantin - Gianni Fassina - Elisa
Ferrari - Filippo Finardi - Massimiliano Floriani -
Vladimiro
Furlan -
Rusz
Garofita -
Piera Giordano - Daniele Graci - Paolo Guerriero -
Gianfranco
Isetta -
Diego
Laurenti -
Calogero
Lauria -
Marcello Lazzeri - Daniela Lefoer - Emiliano Lonati -
Chiara Loseri Chiereghin - Raffaella
Magliocca -
Andrea Manara - Claudio Manes - Anna Mantovani -
Donatella Merlin - Claudia
Modena Burattin
- Umberto Monaci - Laura Morelli - Cristina Morello -
Mauro Moretti - Dino
Valentino Moro
- Federico Nardi - Carla
Parodi -
Donato Pascetta - Gustavo Petti - Maria
Grazia Pietroletti
- Sara
Pinelli -
Sonia Polacci - Alfonso
Pollice -
Marta Pugno - Gianluca Puzzo- Ermano Raso- Marilena
Rimpatriato - Elisabetta
Rizzo -
Edoardo Roncatti - Annunziata Romeo - Luciano Rossi -
Armando Rudi - Michele
Rutigliano -
Camillo Sangiovanni - Michela Scabbio - Adriano
Scandalitta - Andrea Scano - Giuseppe
Sorrentino -
Maurizio Tantillo - Camilla Targa - Silva
Tenenti Giorgi
- Rosella Valbonesi - Carmine Valente -
Roberto
Velardi -
Vidoni - Tiziana Zago - Germano Zanghieri - Liliana
Zinetti - Sabina
Zingerle
-
-
- Antologia del Premio
Candia Lomellina 2003 - formato 14x20,5 - pagg. 96 -
Euro 18,00 - ISBN 88-8356-626-2
- Risultati
del Premio Candia Lomellina
2003
|
-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
- Il sesto premio di
poesia Comune di Candia Lomellina è un premio
che è diventato la quotidianità annuale
nel nostro centro lomellino.
- Quest'anno in modo
predominante emergono i sentimenti più
profondi, in particolare i ricordi dei propri cari: il
padre, la madre, un figlio perso o lontano, che si
susseguono in forme più o meno espressive, ma
volutamente sentite vicine, infatti il ricordo
è vissuto come una forma di incontro. La
capacità dell'individuo di mettersi al giudizio
di un estraneo, esternando e quindi in modo estroverso
esporsi agli altri, è indice di una profonda
maturazione interiore che ti permette di metterti in
competizione, questo emerge dal notevole numero di
partecipanti.
- I sentimenti sono
la nostra anima nascosta, la poesia è l'arte di
espressioni del sentimento colto nella sua pienezza e
nella sua irripetibilità. Le parole dicono,
sono eterne, ma se si scrivono si ha la consapevolezza
della loro eternità. Nella poesia è un
susseguirsi di sentimenti, di gioie e di dolori che
può divenire fonte di saggezza per incantare i
cuori e le menti. In conclusione vorrei esprimermi
sottolineando i sentimenti relativi ai propri cari,
emersi nella sezione adulti, per dedicare una poesia a
mio padre da poco scomparso.
-
- A
papà
-
- Il tuo
ricordo
- nel passato
così recente
- è come
il tuo raccolto:
- i campi di
riso devastati dalla grandine.
- Il tuo
ricordo papà
- è
infisso
- nel
cuore
- come la spada
nella roccia.
- Il tuo
ricordo
- è nel
nome d'un fiore
- Narciso,
- ovunque lo
vedo,
- ovunque sei
tu,
- quel
profumo
- e quella
vista
- emettono
messaggi cerebrali
- di vita...
nella morte.
-
-
- Carmen
Bortolas
-
- Poetessa
e Sindaco del Comune di Candia
Lomellina
-
-
Prossimamente
su questa pagina le poesie
dell'antologia
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Silva
Alba
Il tempo
passa
Passa il tempo,
la vita si accorcia,
viviamola felice,
ma sempre non si può!
Una sera triste
mi trovai a passeggiare
sulla riva del mare
- in cerca di
un sorriso.
Al chiaro della luna
- che
brillava sui miei passi
- vidi una
ragazza
col viso triste che si avvicinava.
Allungai la mano
- e una
carezza su quel viso scivolava,
lei, alzò gli occhi e un bel sorriso
con quella bocca mi salutava.
"Prendiamoci per mano
- con gli
occhi fissi guardiamo il mare"
le belle onde azzurre ci stavano a guardare
sembravan sussurrarci amatevi.
Ma lei correva sulla spiaggia
- con i
capelli al vento
sembrava un uccello
che volasse con tantalibertà.
Ma il suo sgiardo era sempre
verso il cielo
come se lassù ci fosse stato
chi la guidava sempre più lontano.
Amore non guardare lassù
amore non andartene
non lasciarmi mai
i tuoi occhi dolce come un angelo
- non li
scorderò mai.
-
|
- Silvia
Cappiello
-
-
- Amarti
ora
-
- Il calore del
sole
- non è
pari
- all'ardore dei
nostri corpi
- inesorabilmente
attratti.
- il mio urlo
- squarcia il
torrido silenzio
- e, fendendo
- il tempo
assopito,
- coglie
- attimi di
eternità.
-
-
-
- Richiamo
-
- Il sangue
brucia
- e in un onda
calda
- percorre il mio
corpo.
- Forte, il tuo
richiamo
- pervade il mio
essere.
- Il rito
dell'amore
- è
estenuante
- nella sua
dolcezza:
- bello è
amarti
- e
saggiare
- a che punto
- sai essere e far
essere!
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Elisa
Contardi
-
-
- Autunno
d'amore
-
- Cosa sai del mio
amore per te,
- quale leggenda
ha mai narrato il mio sentimento,
- quale saggio ha
potuto raccogliere
- le mie lacrime
sparse al vento.
-
- I tuoi occhi non
vedono il mio dolore,
- il mondo
è invisibile al mio patimento,
- le mie labbra
sussurrano il mio tormento,
- ma le tue
orecchie odono solo le parole senza
senso.
-
- Brucia la fiamma
della mia passione
- senza riuscire
ad illuminare
- la tua triste e
solitaria esistenza.
-
- Vorrei
stringerti in un eterno abbraccio,
- gridando la mia
rabbia nascosta,
- la mia
meraviglia di fronte al tuo splendore,
- la mia
umiltà di fronte alla tua
grandezza.
-
- In questo grande
volo ho perso le ali,
- durante il mio
viaggio la strada del ritorno,
- della notte i
sogni più belli.
-
- Conservo ancora
la tua voce,
- e avverto un
brivido gelido,
- quando riaffiora
nella mia mente
- la dolcezza
della tua prima carezza.
-
- Una rosa sta
sfiorendo,
- i suoi petali
profumati si arrendono.
-
- È
l'autunno della mia vita.
-
|
- Vanna
Dini D'Arezzo
-
-
-
- Eventi
-
- S'infrangono le
onde sulla roccia,
- lacerano,
ingobbiscono.
-
- Il silenzio
rotto dall'incupirsi
- rapido e
incessante dell'acqua.
-
- Eventi si
susseguono,
- sovrappongono
uno sull'altro
- incessantemente
senza ritmo.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Vladimiro
Furlan
-
-
- 21 marzo 2003: primo
giorno di primavera.
- Povera pace dei
Popoli
povero me.
-
- Giorni, questi,
di sole spento, di nuvole sfrangiate,
- la falce,
lucida, s'agita su arpe e trombe
sconvolte,
-
- sull'altra riva
le cavigliere non tintinnano,
- come gufi
impagliati è stordito il consorzio
umano;
-
- ali intrise di
dolore, e di speranza, sognano,
- sul bordo
ultimo, sogghigna un destino strano,
-
- i nostri spiriti
anemici, quasi trasparenti,
- capiscono poco
degli attuali, crudeli avvenimenti,
-
- come foglie, e
rami sfiniti, ci lasciamo annientare,
- e Dio, che ci
sta a osservare, di più non può
fare.
-
- Ma,
- in questo
camposanto, ogni dì, mi siedo con me
accanto,
- e ride il mio
sangue quando legge 'l'altro' tormento;
-
- affamate api a
maggio solo voi potreste comprendere,
- penne leggere
degli occhi e del cuore venite a
vedere.
-
- Le mie pupille
annegano nell'oro dei tuoi fianchi;
- hanno sete di
libertà di movimenti le mie ossa
ardenti,
-
- bacio il tuo
nome sospeso, a ogni minimo respiro,
- come acqua
nell'acqua, fuoco nel fuoco, a te
m'ispiro,
-
- e per
comunicarti di più non intono altra
parola,
- felicità
di allodola, cielo sbarrato, sei la favola, la
sola;
- noo, non
agguantar la tua gomma per cancellarmi,
- se puoi,
non ferirmi,
-
- sono l'onda
d'amore aggiogata,
- m'infrango sulla
porta del tempio ognor serrata.
-
-
|
- Rusz
Garofita
-
-
- Il
senso
-
- Arrabbiato, il
senso piange.
- Scivola sulla
sveglia
- esplosa nel
respiro
- Attenta,
raccolgo le colpe
- cadute a
terra
- e mi diverto
- e farli
ridere.
- Adagio, stendo i
brividi
- sulle
labbra.
- Il significato
- si abbassa piano
a guardarmi
- Ancora una volta
la vergogna
- sgrida i nostri
desideri.
-
-
-
- Nella corteccia
- si parole
povere,
- trovo il
verso.
- Lo
spoglio.
- Dentro di lui,
- il futuro seduto
che mi guarda.
- Stupito, stringe
in mano
- i miracoli
umiliati.
-
-
-
- Se dovessi
morire
- sul tuo
respiro,
- ti ringrazierei
- La notte
balla
- nei pensieri
assetati di gioia,
- e tu conti
- i tradimenti
traditi,
- dal loro
successo.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Gianfranco
Isetta
-
-
-
- Proprietà di
parole
-
- Sgusciata dal
tuo nome
- come lampo
feroce
- sei accaduta ed
ora
- a raccogliere
tutti
- i brandelli
per
- ricacciarti
indietro
- nella parola
inerme
- che già
ti dava senso.
-
-
-
- Lieto
evento
-
- Bussa all'inizio
- l'istante
piegato
- della tua
partenza
-
- (ed altri come
te)
-
- materia matura
- fuoriesce
insicura a
- dilatare il
mondo.
-
-
-
- Ripartenza
-
- Sorprendi col
tuo delirare &endash; in avanti
- reclinante il
capo scorrevole e non menti
- se scende un
buio immemore ai tuoi capelli
-
- ti lascio una
tenerezza che non voglio
- sia cortese al
tuo sguardo &endash; da me nasca
- e con me resti
per te ma non ti tocchi
-
- Dunque non
invocando nulla che per il tuo
- dica di
rinsavire cerco come se acqua
- il mio, da un
pozzo risalendo, mi risolva.
-
-
|
- Diego
Laurenti
-
-
-
- Per te
bambina
-
- Non mi posso
distrarre,
- devo
vegliare...
-
- devo ascoltare
- i battiti
leggeri
-
- del tuo cuore
piccino
- di
bambina
-
- mia fiamma
ardente
- e
piccolina
-
- che bruci in
questo
- petto
solitario.
-
- Pur tanto
attesa
- ed ancor prima
amata
-
- piccola bimba
adorata...
-
- e mentre cresci
bella
- e ti fai
grande
-
- nel divario
degli anni
- che
smarrisce
-
- ogni giorno che
passa,
- s'avvilisce in
me
-
- l'età
novella
- e i suoi
trascorsi amori...
-
- Tanti, i ricordi
restano,
- ma fuori
-
- preme assidua la
sera
- ad
imbrunar.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Calogero
Lauria
-
-
- Vite
violate
-
Arbeit
macht frei
-
- Anime
immote
- di un popolo
fiero
- travolto
dall'odio
- dall'ignoranza
divina
- immagini crude
- violenza alla
vita
- bambini del
mondo
- non fate
schiamazzi
- solo
silenzio
- per
ricordare
- col cuore
sgomento
- cogli occhi
inebriati
- di lacrime
accese
- per non
dimenticare
- solo silenzio
- austero
silenzio.
-
-
-
- Classe
'96
-
In
memoria degli "Angeli di S.
Giuliano"
-
- Li vedo
giulivi
- disegnare
balocchi
- nell'aula
bunker
- andar sui
ginocchi
- Mangiafuoco
è lontano
- s'ode solo un
boato
- sulla testa
mattoni
- s' ode un gemito
vano
- ogni luce
è sparita
- una lacrima
fiorita
- s'assopisce la
vita.
-
-
-
|
- Raffaella
Magliocca
-
-
- L'erba è
sulla nuda pelle
-
- La pelle
è sulla terra nuda
- e ascolta la
parola della zolla
- che racconta
il suo viaggio
- verso la
radura del profondo.
- Nel grembo
della mente
- ascolta
l'angoscia
- ne ascolta il
fiato
- mentre
fugge
- in cerca di
una guancia
- su cui posare
la propria guancia.
- Ma è
soffio di solitudine
- che,
ghiaccio,
- attraversa la
fronte dell'orizzonte
- e posa un
sospiro sull'occhio
- dell'angoscia.
- La mano
scioglie il nodo
- che lega lo
stelo della zolla
- alla radice
della sua terra
- offre un
bacio e muore.
- La terra
dell'io
- percorre ora
la radura
- del presente
- anche se non
sa
- dove il
sentiero porterà.
- L'erba
è sulla nuda pelle
- e beve
l'incertezza del passo
- e si piega al
vento del giorno
- perché
non sa
- dove il passo
germoglierà
- e intanto
attende
- che il grano
del sole
- sia tagliato
- e sia
mangiato
- come
pane
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Claudia
Modena Burattin
-
- Opera 1a
classificata
-
- L'approdo
-
- Il dolore ha
rotto gli argini
- e il vento
dell'anima spinge le vele.
-
- Non so se sono
Ulisse oppur Penelope
-
- Sconosciuto mi
è l'approdo
- e quando vi
giungerò,
-
- ma non sono
più,
- prigioniera di
un sogno.
-
-
|
- Dino
Valentino Moro
-
- Una
fiaba
-
- Avevi il mare
nelle tue mani
- e come vita
è scivolato via.
- S'è
bruciato sull'ultima onda.
- C'è una
storia nuova all'orizzonte
- la storia di
nessuno. Sull'archetto
- scorre, di uno o
mille violini,
- per dire
"è qui è là
- è acqua
che cade e và
- disperata e sola
- violata e
amata".
- Se posso la
racconto ed è già fiaba
- passato di
qualcuno ch'è andato
- che il belletto
in volto ha trasfigurato
- e appartenere lo
fa ad un azzurro
- nascosto oltre
le nuvole lise.
- Fiaba che va con
l'onda
- l'accoglie il
mare,
- poi la rilascia
di nuovo
- perché
sà, tornerà.
-
-
- Il
prezzo
-
- Se non fosse per
questo
- parlarci
addosso, forse,
- avremmo
più energia
- per contrastare
paura
- che frattura il
silenzio
- di paludi che
avanzano.
- Ciò in
nome del denaro
- che compra il
cuore
- e la mente
dell'uomo
- e ne distrugge
gioia.
-
-
-
- È tardi.
La candela ha appagato
- il desiderio di
luce del buio.
- Falena insonne
sulla fiamma muoio.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Carla
Parodi
-
- In sogno un
di'....
-
- In sogno un di'
a me venne Erato
- con un'ampolla
cristallina in mano:
- "Bevi!" mi
disse. "Alla fonte Castalia
- per te io la
raccolsi".
- Così da
quell'istante i sentimenti che celavo in
me
- dal cuore
scaturiron e dal cervello mio,
- come fonte di
vita in mezzo a un prato,
- e dettero il via
allo stupore che,
- con diverso
sguardo e novello interesse,
- ad asservare il
Mondo si iniziò.
- E tutto agli
occhi miei divenne Poesia,
- dalla brezza
gentile che fa stornir le foglie
- al sibilo del
vento che tutto via si porta.
- Poesia il suono
lontano di campane
- che interrompon
le parole del silenzio.
- Poesia le grida
gioiose dei bambini
- intenti agli
antichi e pur attuali giochi.
- Poesia il ronzio
degli insetti che tra i fiori volano
indefessi
- Poesia la luce
dei colori che dipingono il Creato
- e Poesia Sublime
esprime quella donna
- che nel tiepido
meriggio l'infante dolcemente culla
- accompagnando il
lento movimento
- con un'antica
nenia per farlo addormentare.
- Il vago andar di
una nuvoletta
- nell'immensità
del cielo è Poesia
- e lo sono il
canto del grillo e di un uccello
- e l'improvviso
fruscio che dall'erba scaturisce
- dal veloce
passaggio di un minuscolo sauro
- che altrove il
sole va a cercare.
- Oh se l'Uomo a
quella Fonte si potesse ancora
abbeverare!
- Pensa Erato, di
magia vivrebbe, e non d'affari
- che tutto ci fan
desiderare
- e alla fine
rendon vuoto lo scopo della vita.
- Erato, figlia di
Giove e Musa della Poesia,
- io supplice ti
chiedo:
- "Per quella
Fonte, allor, insegnaci la via!"
-
-
|
- Maria
Grazia Pietroletti
-
-
- Testamento
-
- Un fiore
rosso
- a chi ha
cuore
- di
fratello...
- un fiore rosso
- a chi sente
forte
- la
libertà....
- un fiore rosso
- a chi
ricorda
- il sangue
- di chi
lottò....
- un fiore rosso
- come il
fuoco....
- un fiore rosso
- come il
tramonto....
- un fiore rosso
- come la
vergogna....
- un fiore
rosso
- come
l'amore...
- A un fiore rosso
- un vento forte
- i petali
rubò...
- Un fiore rosso
- nelle tue mani
- non
morirà....
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Sara
Pinelli
-
- 3fari
ortogonali-2mani
- -1ora e 30
minuti
-
- Dietro il
sipario
- Respiri.
- Fuori, sui
palchi,
- Pensieri.
- 3 fari
ortogonali
- piovono
olio giallo.
- Variazioni
Goldberg.
- Innumerevoli
dita
- Come
salmoni in scalata.
- Punti
interrogativi
- Oltre la
cortina di pupille.
- "Sarà
già a casa mia figlia?"
- 2mani,
pianoforte a coda lunga
- Bach
- E
già lo spazio si sfonda.
- Gocce,
velluto, aghi.
- "Mi
ama?"
- Velluto,
- Velluto in
abbondanza, velluto tantissimo, velluto
troppo,
- Qualche ago
lo margina.
- Variazioni
Goldberg, Bach:
- Tutto
troppo romantico, sennò.
- "Che noia
questo plim plin, qualcuno mi vede se
dormo?"
- Aghi,
- Aghi in
caduta libera, aghi senza sosta e
pungenti.
- Variazioni
Goldberg, Bach:
- agopuntura
collettiva.
- "A quando
rimando la depilazione?"
- Gocce,
- Gocce
grandi come padelle, fitte come Tokyo, gocce
inarrestabili.
- Bach:
variazioni Goldberg.
- Platea,
prim'ordine:
- espugnati.
- Ancora, per
poco,
- Salva
- La
galleria.
-
-
-
|
- Alfonso
Pollice
-
-
- Appello
-
- Un
appello;
- liberatemi
- da queste
catene;
- fatemi uscire
- da queste
strette mura,
- fredde e
putride;
- lasciate che
percorra
- a piedi...
lentamente
- lunghi
corridoi
- che non siano al
chiuso,
- per
guardare
- finalmente
- il creato
- non più
da queste sbarre
- dietro le quali
son rinchiuso
- e dalle quali
- questo mondo
- m'appare a
scatti...
- Ma non sono
io,
- libero!
- È
qualcosa...
- dentro di me
- che reclama,
- che si sente
imprigionato
- e che pretende
di uscire.
- Maledetta
timidezza!
- Riuscirò
mai
- a
vincerti,
- per
liberare
- questo io
- che ancora non
conosco!?
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Elisabetta
Rizzo
-
- Ricordo
-
- Silenzio. Tempo.
Promesse. Parole.
- Sogni.
Illusioni. Speranza. Paura.
-
- Il suono ritmato
dei miei passi
- nella notte del
viale
- si espande
intorno a me.
- Nel silenzio
della luce dei lampioni,
- un suono,
soffocato dal concerto giornaliero,
- ora è
l'unica vita che batte.
- Cammino avvolta
dall'irrealtà
- eppure immersa
nel mondo,
- in
me.
- E in te,
- come silenziosa
notte,
- mi circondi in
ogni cosa,
- inconsapevole e
muto.
- E tutto quello
che sento
- sono i miei
passi,
- alla ricerca
senza meta.
- Tu non mi
ostacoli,
- ma non mi
guidi.
- Tu non mi
oscuri,
- ma non mi
illumini.
- Tu non ti
nascondi,
- ma non ti
mostri.
- Io
cammino.
- Da
sola.
-
3
luglio 2001
-
-
|
- Michele
Rutigliano
La sfera
La
sfera fu inventata da una strega
(ed
era trasparente), negli anni in cui la
Terra
aveva
garbo quasi di schiacciata e si
svagava
il Sole trotterellando
come
un arlecchino Poi la maliarda fu
pedinata
ed arsa
al
rogo, con l'accusa di spionaggio.
Ai
giorni nostri vuoi anche per
rispetto
del
Compasso, la Geometria Nazionale
te
l'appoggia come una mandrina
sopra
il Piano Orizzontale e la passa
e
la ripassa con l'inchiostro di
china.
A
parte però qualche sovrano
antico,
cui
gli resta ancora il vaneggio del
potere,
e
preferisce agguantarla
con
un colpo di mano, gran parte della gente
vuole
sia fatta di gomma per riprenderla a
calci
in un campo da gioco.
Che
cos'è una linea curva
La
linea curva
è
quella creatura dai lineamenti
gibbosi,
senza il chiodo
del
copione, con il complesso
dello
zerbinotto.
Si
rifiuta di esser serva
di
un righello tra rette
e
segmenti inquadrettati, perché non le va
di
fare il borghese.
Per
non essere dannata,
le
vien poi la smania di strusciare
ai
piedi di un compasso
come
un pivellino
e
far salamelecchi.
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Giuseppe
Sorrentino
-
-
- Vorrei...
-
- quando il
mio pensiero
- vaga nello
spazio alla ricerca di te
- vorrei
- assumere le
sembianze dell'Alba per
- svegliarti
dolcemente e sfiorare le mie
- labbra
sulle tue.
- Vorrei
- mentre
cammini per strada assorta
- dai tuoi
pensieri
- assumere le
sembianze del vento per
- accarezzare
e sfiorare i tuoi capelli.
- Vorrei
- assumere le
sembianze della pioggia per
- bagnare i
tuoi bellissimi e stupendi occhi,
- con piccole
e delicate gocce a forma di cuore, per
- donarti un
sorriso
- nei momenti
di tristezza e solitudine.
- Vorrei
- vorrei che
tu fossi felice ma
- non lo
sei,
- perché
io non sono vicino a te,
- al tuo
fianco e il mio cuore piange.
- Piange
calde lacrime perché
- sa di
essere colpevole delle tue sofferenze
e
- solitudini
che stupidamente ti procurai
- in un
attimo di smarrimento.
- Vorrei...
- vorrei
semplicemente essere vicino a te
- e
dolcemente sussurrarti
- con un fil
di voce:
- "Ti Amo,
mio dolcissimo Amore!"
-
-
|
- Silva
Tenenti Giorgi
-
-
- Giano
-
- Mi hai
regalato
- il flusso
creativo
- assopito da
sempre,
- dalla
nascita,
- chiuso in
uno
- scrigno di
ferro
- la chiave
nuova
- arrugginita
- fatta
sparire chissà
- da
chi.
-
- Da una vita
precedente
- arrivi;
- ti
presenti;
- mi porgi la
chiave
- invisibile.
-
- Con
semplicità
- hai
dissolto la ruggine,
- con un
incanto
- hai unto la
serratura ferruginosa,
- senza
forzarla.
-
- L'attesa
è stata lunga,
- me ne sono
accorta,
- Santo del
Giano Bifronte.
-
-
-
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|
- Roberto
Velardi
-
-
- L'addio alla
Lira
-
- La vecchia, cara
lira è ormai in pensione,
- sfrattata dal
governo con la scopa,
- che ha preso,
illuminata decisione,
- di livellar
l'Italia con l'Europa.
-
- L'Euro che ci
vien ora propinato
- che del suo nome
ancor non siamo avvezzi,
- per molti il
maneggiarlo è complicato
- pel numero
elevato dei suoi pezzi.
-
- All'uopo, per
sveltir le operazioni,
- per toglier
degli errori a noi il timore,
- il nostro
presidente Berlusconi
- ci ha rifornito
di un convertitore
-
- Occorrerà
del tempo, questo è certo,
- ma ognuno
finalmente avrà la quiete
- quando
senz'altro diverrà un esperto
- anche sulle
minuscole monete
-
- Chiamarlo lira,
Euro, oppur Francesco
- non fà
cangiar la vita al poverello
- che, come prima,
disadorno ha il desco
- e in più
deve anche spremersi il cervello
-
- Seppur, quando
dall'Euro conquistati
- sono sicuro che
una volta tanto
- pensando di
riviver gli anni andati
- rimembrerem la
lira con rimpianto.
-
|
- Sabina
Zingerle
-
-
-
- Sirena
approda
-
- Nuvole di onde
- sconquassano la
riva
- che s'anima e si
ravviva;
- portan luce
all'ombre amare
- che persone
derlitte
- han seminato in
riva al mare.
- Sirena approda a
notte fonda
- sulla spiaggia
desolata,
- mentre a squame
il corpo esile
- sferza impavido
la cresta
- delle onde sue
ancelle;
- alghe brune i
suoi capelli
- celan seni alti
e snelli.
- Madreperle e
miti luci...
- fiera balza in
superficie
- ad incantare
mondi vili
- ed ogni sogno
maledice
-
- di chi ascolta e
ignaro cade
- nella trappola
del canto,
- che fatale si
diffonde
- ed esiziale a
sé funesto lega,
- mentre Orfeo
invano tenta
- con la lira di
Bitonto
- di ridestare gli
Argonauti;
- Ulisse invero
cera impone
- e di sé
il corpo lega
- ad un albeo
maestro.
-
- Così
narrano leggende
- che portan nomi
a noi noti
- eppure volti
ancora ignoti;
- ma noi bene
conosciamo
- i foschi volti
di chi arreca
- dolore e danno
invano.
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al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
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- Ins.
09-12-2003
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