- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
|
-
Antologia
del premio letterario
Francesco Moro Sartirana Lomellina
2003
|
- Sommario
- Prefazione
a cura di Umberto De Agostino - Marco
Angella -
Franca Antonini - Magdalena
Aparta -
Marco Arlati - Guendalina
Armenti -
Elena Auddino - Alessandro Bacci - Paul Bacosca -
Adele Ballarini - Cristina Balzaretti - Fabrizio
Bertolacci - William
Bertucci -
Paola Boffelli - Dorotea
Bonanno -
Bertilla Bortolon - Mario Broglia - Franco Brusa -
Enza Calcagno - Anna Calossi - Claudio Calzolari -
Maddalena Capalbi - Ermanno
Carbonini -
Franco Casadei - Marco
Casula -
Wilmer Comin - Elisa Contardi - Angelo Coviello -
Alessandra Crabbia - Ioan
Daniel Cuculiuc
- Luigia Cuia - Manuela Cuia - Cesidio D'Amico -
Francesca
Fazio -
Massimo
Fiocchi -
Samuele Frasi - Maddalena Gabaldo - Nadia Gambino-
Paola Garuti - Maria Rosa Gelli - Giacomo Giannone -
Giulia Maria Giardini - Armando Giorgi - Carlo
Grigioni - Fernando Iannozzi - Fabio Ilacqua -
Gianfranco
Isetta -
Luca Lamaro - Diego
Laurenti -
Calogero
Lauria -
Marcello Lazzeri - Marco
Lojacono -
Luca Lolli - Laura Lunardi - Raffaella
Magliocca -
Umberto Marzolla - Gianluca Miccolis -
Elisa
Molinaro -
Adriana Montemartini - Laura Morelli - Claudio Moruzzi
- Emiliano Occhetta- Danila Olivieri - Simona
Pagliari- Nicola Perasso - Martha Maria Perez Leon -
Giorgio
Pinna -
Maurizio Pivatello - Caterina
Pulita -
Paolo Ranghino - Laura Ranzi - Ermano Raso - Andrea
Ricupito - Luigi Righi - Marilena Rimpatriato -
Gianpaolo Ripamonti - Massimiliano Romanello - Edoardo
Roncatti - Francesco Russo- Adriano Scandalitta -
Andrea Scano - Adriana Scarpa- Danilo Tabacchi -
Maurizio Tantillo - Tiziana Zago - Leonardo Zanin -
Sabina
Zingerle
-
-
- Antologia del Premio
Francesco Moro Sartirana Lomellina 2003 - formato
14x20.5 - pagg. 96 - Euro 18,00 - ISBN
88-8356-596-7
- Risultati
del Premio Francesco Moro Sartirana Lomellina
2003
|
-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
- Nella lirica
vincitrice si parla di uno «schianto con l'auto
condotta dal destino»: «Potevi dirlo, madre
mia/Avresti alleggerito/un poco questa pena». Il
tema, si desume, è quello di un tragico
incidente stradale che ha strappato la vita di una
persona cara. Viene subito in mente «Canzone per
un'amica» di Francesco Guccini: la
fatalità di una corsa spensierata in
automobile. Oppure «Il sorpasso», film di
Dino Risi con l'istrionico Vittorio Gassman che porta
alla morte, evitando l'impatto con un camion, il
timido e impacciato Jean Louis
Trintignant.
- Il concorso
nazionale di poesia intitolato a Francesco Moro,
studioso e linguista locale, è andato alla
poetessa genovese Danila Olivieri. L'autrice di Riva
Trigoso è stata prescelta grazie alla lirica
«Potevi dirmelo» ed è stata premiata
in occasione della cerimonia in agenda domenica 20
luglio 2003, nella Pila del trecentesco castello.
Giunto alla sesta edizione e organizzato dalla
biblioteca civica «Francesco Moro» con il
patrocinio di Comune e Provincia, e la collaborazione
tecnico-letteraria de «Il Club degli
autori», il concorso è stato animato da
autori provenienti da tutta Italia, come conferma il
podio. Al secondo posto il torinese Umberto Marzolla
con «La protesta di un uomo», seguìto
ancora da una genovese, Paola Garuti, con «Il
lago di Loz».
- Ecco gli autori dal
quarto al decimo posto: Claudio Moruzzi di Senago
(Milano) con «Terra mia», Adriana Scarpa di
Treviso con «Un involto di nebbia», Giacomo
Giannone di Mazara del Vallo (Trapani) con «Vento
di scirocco», Franco Brusa di Borgo Panigale
(Bologna) con «Sopra due vallate», Anna
Calossi di Sant'Andrea (Siena) con «Il fiore
della notte», Danilo Tabacchi di Carpi (Modena)
con «Noia» e Mario Broglia di Corridonia
(Macerata) con «Davanti al
mare».
- Alle loro spalle
dieci poeti «segnalati» dalla giuria:
Armando Giorgi (Genova), Franco Fiorini (Sant'Angelo,
Frosinone), Ivan Noris (Caselle, Torino), Fabio
Piacqua (Fogliaro, Varese), Edoardo Roncatti (Bondeno,
Ferrara), Alessandra Crabbia (Caerano San Marco,
Treviso), Franco Casadei (Cesena), Angelo Coviello
(Cuccurano, Pesaro), Maria Rosa Gelli (Arezzo) e
Giuseppe Marotta (Milano).
- Anche quest'anno la
giuria, composta da Luisa Denari, presidente della
biblioteca civica «Francesco Moro», Giuseppe
Castelli, Severino Di Candia, Felice Martinotti e
Umberto De Agostino, non ha avuto un compito facile.
Decine e decine i componimenti validi, degni di un
riconoscimento: la giuria ha comunque effettuato una
scelta, convinta di «pescare» in un pozzo
ricco e prosperoso, fatto di cultura e di
sentimenti.
-
- Umberto De
Agostino
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Marco
Angella
-
-
- Sum
-
- Un
assordante silenzio
- invase la
mia mente
- Sulle ali
della memoria,
- sentinelle
del tempo,
- ritrovai me
stesso
-
-
|
- Magdalena
Aparta
-
- Il
carnevale
-
- Quale
maschera indosserò
- Per il
carnevale del presente anno
- Ne ho
misurate tante
- Nessuna si
adatta a me
- Non so
essere nessun altro che Io
- E non
conosco neanche il mio viso
- Che
è solo conosciuto
dall'Infinito
- Che da
qualche parte in paradiso
- Conta il
numero dei falsi sorrisi
- E degli
impegni non realizzati
- Il numero
di persone che avevano fiducia in
me
- E sono
state beffate
- Non a tutti
i traguardi sono stata la prima
- Forse non
sono una grande sportiva
- Oppure non
mi sono allenata bene
- O forse si
è prosciugata la mia sete di
vittoria
-
- Per Te o
caro mio Signore
- Quale
vittoria è migliore
- Sui palchi
dei teatri di tutto mondo
- O questa
con l'umiltà nel cuore.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Guendalina
Armenti
-
- Aneste
sia
-
- Eco
lontanissima
- di
chiacchiericci strazianti
- giunge ai
padiglioni
- come biglia su
muri di gomma.
-
- Immoto fuggire
di idee
- dal ballatoio e
poi giù
- fino ai
cunicoli
- dell'anima
inconosciuta.
-
- Sia
torpore
- su tagli
fiottanti,
- immaginario
dormire
- su ferite
imbastite
- a fare neri
ghirigori.
-
- Sia
sogno
- di derma
infantile,
- piccola sfera di
vetro
- a
rotolare
- nelle discese
del gioco
-
- dove ogni
caduta,
- graffio e
ferita
- presto si
mutano
- in
sorriso.
-
- Sia
risveglio,
- salubre visione
dell'intorno
- a
rischiarare
- viole di
atrocità
- nel campo
abbandonato,
- profumato di
oggi.
-
-
|
-
William
Bertucci
-
- La vita è
legata al mistero,
- accettalo
uomo!
-
- Voce e
silenzio
-
la mia
voce e il silenzio di Dio.
- Oh! Potessi
sapere dove trovarlo
- o almeno
sentirlo.
- No!, cosa sto
dicendo?
- Possa Lui almeno
ascoltarmi
-
guardo
avanti
- ed Egli non
c'è,
- indietro e non
lo sento,
- allora mi volto
a sinistra
- e con gli occhi
frugo nel buio,
- ma niente
e a destra?
- nulla.
- Un
momento
-
il mio
cuore Lui lo conosce
- e se sceglie
Lui, chi lo fa cambiare?
- Io non posso far
altro che inginocchiarmi
- e davanti alla
Sua immagine pregare,
- no!,
- io non sono
perduto per colpa delle tenebre
- o
dell'oscurità,
- ma lo sarei se
la fede non ci fosse
- e più
oscuro è il mistero,
- più
grande è la mia fede.
- Lui è la
speranza,
- Lui è la
vita.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Dorotea
Bonanno
-
-
- Anna
-
- Inattesa ti ho
visto mia bella
- apparire al mio
fianco tranquilla
- vegliare i miei
passi indecisi
- guidare il mio
io offuscato
- discutere eventi
sospesi
- dare soluzioni
immediate
- finire decisioni
già prese
- donare notizie
felici
- ricevere nel
cuore la pace.
-
-
-
- Tu
-
- Del mio cuore ne
hai fatto uno straccio che
- con il tempo
sbiadisce e si disintegra
- Il mio straccio
per te è già vecchio
- sì,
vecchio perché è da
buttare
- Dei miei occhi
ne hai fatto furore ed
- io cieca non
posso vedere.
- Tu che parli di
gesti d'amore
- Tu che ridi alle
spalle degli altri
- Tu che studi
momenti d'amore
- Tu che vivi
senza rancore
- Ti sentivo
quando tu mi parlavi
- ora proprio non
posso sentire perché
- parli con gesti
ed il mio sguardo nel vuoto si muove
- Tu che beffi uno
straccio di cuore
- Tu che ridi per
un'ora d'amore
- Tu che parli con
tante persone
- Tu mi hai fatto
morire
- I miei occhi
furore non hanno più visto la luce
ed
- il mio straccio
di cuore si è fermato a soffrire
- per un'ora
d'amore.
-
-
-
-
|
- Ermanno
Carbonini
-
-
- Ti rispondo
sì
-
- Non so eppure
d'amore
- io
piansi
- Mi amavi e ti
turbavi
- Ma se la
prova
- fosse il mio
cuore
- Batterebbe solo
parole per te
- Ieri sera
d'amore abbiamo parlato
- ho tradotto in
musica le tue parole
- Sono certo
sarà una canzone solo per me
- ho inciso un
disco nel mio cuore
- così
potremo comunicare
- Quando mi
addormento
- sia la tua voce
a svegliarmi
- e le tue parole
siano quelle
- incise nella mia
anima
- Hai detto vorrei
tanto dirti!
- Ti guardai
aspettando fremendo
- Elisa una cosa
che vale tanto
- vorrei tanto se
tu vuoi
-
-
-
- La tua
isola
-
- Il mio respiro
è il vento della tua scogliera
- le mie mani sono
i gabbiani
- che ieri hai
visto e t'hanno salutato
- i miei occhi
sono le nuvole che passano veloci
- che guardi senza
vedere.
- Io sono
quell'isola che vive in te
- anche quando
è sera.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Marco
Casula
-
-
- Illusione
-
- Come ogni notte
bussi alla mia porta, illusione.
- Stasera ti ho
convinta a restare da me,
- con le mie
cortigianerie d'un venditore di pentole
- per poche
briciole di tramonti da guardare,
- per adularti tra
i velari rosa di qualche stella
assente.
- Sogno.
- Provo a
camminare nudo per i sentieri nudi del
desiderio
- e apro la
finestra ad un cielo lieve:
- ci sei tu,
accanto
- che mi veli
gl'occhi di pristino incanto.
- Visione.
-
- Ricordi cara,
leggera come l'ali d'una falena
- sulle mie anche
risiedi, resisti ad un immoto cielo
notturno,
- ghermito ad una
melodia di carezze.
- Come spettro
vagante nella notte non è il
sogno
- ridesto nelle
potenze sue trionfale,
- ché
chinati gli occhi le membra tue poni sulle mie
ginocchia.
- Quando
già mi siedo ad una fonte
- e nell'acqua
vedo il volto tuo, un sogno nelle mie
mani.
- Quando
già mi accompagna il profumo tuo ch'offusca
gli occhi stanchi,
- senza ch'io
possa guardarti passare, dolce
apparizione.
-
- Sogno.
Illusione. Vacuità.
- Sì, io
sogno. Tutto è un sogno. Solo ombra di
eternità.
- Sogno. Sogno.
Sogno, illusione.
- Promesse che
dondolano su tacchi a spillo;
- promesse che
s'affacciano sulle sponde del mare, i tuoi
fianchi
- che danzano su
onde di stile
- che
s'imbiancano
- alla luce di
lampioni accesi a caso sulla via.
-
- Il tuo corpo non
vedo come un aereo corpo
- sulle mie
ginocchia come cuor vago di ricordi
- Come ogni
notte,
- così ogni
notte lasci il mio letto freddo.
Illusione.
-
-
-
|
- Ioan
Daniel Cuculiuc
-
-
- S'innalza
l'anima
-
- S'innalza
l'anima,
- finalmente
libera,
- scagionata da
ogni vincolo
- che la
legava
- alla vita
terrena.
-
- Vola
- sopra la gente,
assaporandone
- effluvi
d'intensi sentimenti,
- e sopra gli
alberi e le piante
- dagli infiniti
aromi.
-
- Corre sopra i
mari,
- nelle quali
misteriose profondità tuffa
- le sue
emozioni,
- e tra le cime
nebulose dei monti
- volteggia.
-
- Vola
- verso le
brillanti stelle
- ed a loro si
fonde
- per concepire
l'infinito
- e
l'eternità.
-
- Instancabile,
- si ricongiunge
poi
- al Spirito
primordiale,
- a
meditare,
- nel tempo
immobile.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Francesca
Fazio
-
- L'alba
-
- È
l'alba,
- mi sveglia
e mi conduce nei ricordi di
fanciulla
- il canto
degli uccelli frementi di vita gioiosa, la lenta danza
della luce tenue e radiosa,
- il fresco
abbraccio dell'alito di vita
mattutina.
- Bambina mi
accostai un mattino al sogno sconosciuto dell'arrivo
del giorno,
- e ancora
questo sogno alberga, intatto, in me,
ancora,
- la fragile
purezza dell'allegro stormire
dell'aurora
- accompagna
i giorni del faticoso cammino.
- Ma ora,
come allora, il tradimento del dolore, del basso
sentire,
- dell'allegro
mentire, del triste giocare,
- spezza
l'incanto del fanciullo
abbandono
- Ancora,
come allora, l'oceano che culla i sogni più
antichi,
- la musica
vestale dei segreti del cuore, le tinte ardite dalla
fantasia vivace
- interrompono,
a tratti, il ritmo ardente e
incalzante.
- Non
esistono parole per spiegare, frasi per parlare, versi
per descrivere
- Non si
inventano regole, schemi per difendersi, formule per
decidere.
- Sarò
sempre irriducibile a tutto
ciò
- L'immensità
dell'alba nascente e carica di dolci promesse
calde
- riempirà
sempre il mio cuore.
- È
l'immensità dell'amore che, nel pianto, mi
è stato dato copioso,
- è la
semplicità genuina del costante e stabile
affetto timido e presente,
- è
l'intensità dolorosa e forte dell'amore che
ebbi poco più che bambina.
- Così,
amore e dolore si intrecciano nel mio
sentire,
- così,
gioia e paura, si invischiano nel mio
sognare.
- Ma, a
questo canto antico,
- come dolce
sirena,
- non posso
ormai rinunciare,
- ad esso,
esausta, mi abbandono,
- in esso,
smarrita, mi ritrovo ancora
- come
scrissi un giorno,
- nei versi
adolescenti
- che mi
videro
- fiore
trasparente,
- abbandonato
alle acque antiche della vita
- che chiede,
ancora, ragion d'essere.
-
-
-
-
|
- Massimo
Fiocchi
-
- Acqua
-
- Calda si
insinua
- e
placida
- e nelle flebili
macchie
- s'accendono vivi
colori
- che
guizzano
- uno
nell'altro
- e
guardano
- un lampo di
sole
- dall'alto.
-
- Narciso il
cielo
- e la sua palla
d'avorio
- si
volgono
- avidi
- all'umido
specchio
- cercando un
riflesso
- che è
sempre uguale
- e mai lo
stesso.
-
- Poi d'un
tratto
- il torrente
divampa
- t'avvolge,
sconvolge,
- t'afferra con
rabbia
- e
quell'ira
- che già
fu di Marte
- riparte,
- arte,
- arma di
morte.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Gianfranco
Isetta
-
-
-
- Istantanea
-
- Istantanea
- di un corpo ben
portato
- ed il passo
studiato
- a blanda
velocità
-
- allora pensi
alla
- sincerità
degli
- storpi lo
sguardo
- piegato sulle
scarpe
-
- e subito ti
arresti
- un po'
impacciato
- agli occhi degli
altri
- che ti
osservano
-
- passando a
lato.
-
-
-
- Pioggia
-
- Nel
gocciare
- Della
pioggia
- C'è il
dolore
-
- Di un altro
mondo
- Che non si
cura
- Di noi
eppur
-
- Giunge pietoso
a
- Mondare il
nostro
- Anche solo di
poco
-
-
|
- Diego
Laurenti
-
-
-
- Sopire il
tempo
-
- Sopire il
tempo
- si
può
-
- che ancora
indugia
- all'amore
-
- volando
sopra
- verdi
ricordi
-
- lieve e
dimentico
- degli
inganni
- vissuti
-
- ora che
siede
- ogni giorno di
più
-
- sulla riva del
fiume
- ad
aspettare...
-
- e nere
barche
- vede
solcare
- il silenzio
degli anni
-
- che dentro si
rinchiude
-
- eppur
stregato
- s'illude.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Calogero
Lauria
-
- Aria
-
- Assaporo la
vita
- Respiro per
vivere
- E tu sei
aria
-
-
-
- Vecchia
quercia
-
- (Al padre mio
diletto)
-
- Chiudo gli occhi
e riappari
- Vetusta
maestà
- E per sempre ti
vedrò
- La mia vecchia
quercia
- Piegata dal
vento
- Che guarda la
vita
- Dall'alto del
cielo
- Coi rami
intrecciati
- Avvinghiati al
mio cuore.
-
-
-
- Specchi
d'acqua
-
- L'onda
procace
- Maestosa
s'avventa
- Contro lo
scoglio
- E lo
invade
- Lo
domina
- Poi
s'arrende
- All'apice si
scema
- Scivola
via
- Priva di
forza
- Rimangono
chiazze
- Specchi
d'acqua
- Che riflettono
il cielo
- Paesaggi e
miraggi
- La speranza che
vive
- Come perla
fuggita
- Da un'ostrica
ferita.
-
-
-
|
- Marco
Lojacono
-
-
- Un sogno
soltanto
-
- La fulminea
afflizione
- di un sogno
soltanto
- che inonda i
vuoti oscuri
- dell'inconscio
- per un solo
ricordo,
-
- l'amena fatica
per rivivere
- i segni, i
limiti
- di una trama
già vissuta,
-
- l'ingenua gioia
o tristezza
- per le sequenze
attese
- apparse dal
vuoto,
-
- lo spazio
incantato
- delle confuse
visioni
- sulla soglia del
sogno,
-
- il brivido delle
sensazioni
- lungo i
fremiti
- di un copro
inerte, predisposto,
-
- il sollievo
inatteso
- di una mente
disturbata
- da foschi
ricordi
-
- alla sublime,
leggera
- realtà
del risveglio
- che riconduce al
vero normale
-
- già
oscurato
- dall'onirica
fantasia
- di
quel
sogno soltanto!
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Raffaella
Magliocca
-
-
- Parole
d'acqua
-
- Quando la voce
è l'eco
- di aride
labbra
- la pelle della
parola
- affonda
annega
- nella
gola
-
- che
ingoia
- bucce di
vocale
- squame di
consonante
- residui di
niente.
- E resta il
vuoto.
-
- Nel
profondo
- l'eco della voce
ormai muta
- balza balza
salta
- e si adagia
sulle pareti dell'io.
- Ma dalla
finestra aperta
-
- sulla pianura
del pensiero
- ascolta la
goccia che cade
- dall'orizzonte
del suo sorriso
- e ruba i colori
alla pioggia.
-
- E la voce
diviene pioggia:
- ha occhio ha
volto
- ha
identità ha conoscenza
- ha la potenza
dell'individualità.
-
- E con pelle
rinata
- respira il fiato
della rugiada
- e beve dalla
bocca
- parole
d'acqua.
-
-
-
|
- Elisa
Molinaro
-
- Dopo la
stasi
-
- Dietro la
finestra spio me stessa
- All'interno
della stanza:
- vedo pelle
oramai vecchia che
- si stacca dalle
membra
- Scelgo di
entrare nella stanza,
- ora
vuota:
- ammasso di pelle
sul pavimento.
- Atmosfera
inquieta ma rivelante:
- Brama,
- Tentativo,
- adempimento
successivo al
- Mutamento.
-
-
-
- Decadenza
-
- Credo che il
Sogno sia svanito,
- oramai il
desiderio affievolito,
- il dolore
cristallizzato;
- penso che le
immagini di te al mio fianco,
- siano disegno
riflesso sull'acqua di un
- lago che
risplende di una
- fredda luce
invernale
- per me catarsi
del rimpianto.
-
-
-
- Il traghetto
notturno
-
- Corpi.
- Esistenze
chiuse
- ognuna nel
proprio
- segreto.
- Il Tempo, è,
qui, l'unico
- Artefice, il solo
governante
- che ci tiene
accorpati
- nel mistero di
questa nostra
- Discesa al
Mondo.
- Ed è presa
di coscienza.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Giorgio
Pinna
-
- Limite
-
- Quanta fame ha
l'uomo di vendetta,
- quanta pace
rivendicata nell'ipocrisia
- quanta melma
sgorgherà dal cuore dei
tumultuosi
- quanto vino
servirà per dissetare i guerrieri
gioiosi.
-
- Quanta aria
basterà a chi ha troppa
libertà
- Quanto buio
vorrà il prigioniero senza
volontà
- Quanto cielo
servirà per chi crede in
Gesù
- e quanta terra
ci vorrà per chi non ci crede
più.
-
-
-
- Genesi
Poetica
-
- Nasce una poesia
scrivendo con un dito sul tuo viso
- sognando
ardentemente un paradiso;
- Logorando grazie
ai demoni tuoi interni,
- i tuoi sogni
ormai eterni;
-
- E nasce una
poesia da una chiesa che sogno mia,
- ma che mi sazia
di malinconia,
- da un dipinto
senza tempo
- che declina il
sentimento.
-
- Nasce una poesia
contemplando l'inusuale mare
- che tumultuoso e
tempestoso pare,
- da un vecchio
col capello
- che sogna un
mondo ancor più bello.
-
-
|
- Caterina
Pulita
-
-
-
- L'apatia
fluisce
-
- L'apatia
fluisce
- oh arcana
sventura
- il mio animo non
riposa
- impazzito di
confusione
- grida una
preghiera
- per passare
notti
- tra solitudine e
agonia
- stipulando un
patto con il Signore
- che l'indomani
sia migliore.
-
- Momenti di
nostalgia
- isolati con te
stesso
- sentendosi
schiavi
- soltanto di
illusioni.
- Oh venti
d'inverno
- portate via
questo silenzio
- e sulle pareti
del mio cuore
- donate solo
amore.
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Sabina
Zingerle
-
- Nevicata
-
- Nella bianca
distesa
- ch'ai miei
occhi s'espande
- sospiri
ritrovo lievi
- ch'estasiati
si squagliano
- tra un fiocco
di neve
- e una stella
di gelo;
- di sogno e
pudore
- ancora
leggeri sospiri
- e giri lunghi
di cuore
- tra luci
bianche e scie
- che segnano
un inverno
- di sorprese
vestito
- e di
mutamenti ornato.
- Solitudine
scheggiata
- dentro
silenzi amici
- Qualche
briciola raccolgo
- dello stanco
mio pensare
- mentre un
sacco trascino
- che presto
svuoterò.
-
- La
quercia
-
- Silente gioia
antica
- d'una quercia
amica
- che allo
spazio stende
- di un mondo
di beccamorti
- che la non
comprende
- le ampie sue
folte
- braccia
forti.
-
- Fulmine
-
- Così
ora un fulmine
- il sole
incatena
- ad una frotta
di nubi
- che
dispettosamente già
- sulla terra
una lotta
- improvviso
mette in scena.
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09-12-2003
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