- La Giuria della nona
edizione del Premio di Poesia I Poeti dell'Adda
2004, presieduta da Massimo
Barile, dopo
attenta valutazione delle opere pervenute ha decretato la
seguente classifica:
-
- 1° classificato:
Giampaolo
Merciai, San
Marcello P.se con "K102403".
Vince targa Poeti dell'Adda - Pubblicazione di un libro
di 32 pagine con assegnazione di 100 copie gratuite -
Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato
sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet.
-
- 2° classificato:
Roberto
Silleresi,
Baganzola (PR) con "Piloti".
Vince la
pubblicazione di un libro di 32 pagine con assegnazione
di 50 copie gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet.
-
-
- 3° classificato:
Adriana
Scarpa,
Treviso, con "Entra
un fiato di magnolia".
Vince la
pubblicazione di un quaderno di 32 pagine con
assegnazione di 50 copie gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet.
-
-
- 4° classificato:
Paola
Urso, Seregno,
(Mi) con "Stanchezza". Vince
la pubblicazione di un quaderno di 32 pagine con
assegnazione di 50 copie gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet.
-
- Vincono
Attestato di merito, pubblicazione dell'opera vincitrice
su Il Club degli autori e su Internet più 10 copie
in omaggio della rivista sulla quale viene pubblicata
l'opera premiata:
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- 5° classificato:
Cristiano
Comelli,
Legnano (MI) "Imprigionato"
-
-
- 6° classificato:
Paola
Dall'Olmo,
Cremona, con "Urlo
di vita"
-
- 7° classificato:
Emma
Mazzuca,
Latina, con "Viandante"
- 8° classificato:
Marialba
Fasolo, Lenola,
(Lt), con "Io
e il mio sogno"
- 9° classificato:
Giuseppina
Terranova,
Pontedera (PI) con "Via
da me"
- 10° classificato:
Carlo
Carrea,
Stazzano (AL), con "Interiora"
-
-
- Sono Segnalati dalla
Giuria con Attestato di merito i seguenti
autori:
- Domenico
Bisio,
Fresonara (AL) con "Lascio al vate"
- Franco
Mosca, Copparo
(Fe) con "Noi siamo"
- Giulia
Rinotti,
Genova, con "Luce di luna"
- Liliana
Paparini,
Bresso (MI) con "Pilastro di fede"
- Marco
Galvagni,
Milano, con "Il mendicante"
- Miranda
Rigato, Mels
Colloredo di M.A. (UD) con "Le notti"
- Giovanni
Grifa, San
Giovanni Rotondo (Fg) con "Felicità"
- BandoleroNero,
con "Millennium"
- Filippo Di
Giovanni,
Montedivalli (MS) con "Vieni, o dolce
vita...!"
-
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-
- Giampaolo
Merciai
Opera 1^ classificata
K102403
-
- Mi tuffo nei
ricordi
- e brucio semi di
tempo.
- Fuggo disperata
dalla luce nera
- di notti
insonni
- dove strade
d'ombre
- sembrano non
finire.
- Ti vedo ancora
su quella panca
- dove posasti i
tuoi stracci
- sotto gli occhi
di uniformi criminali.
- Il burattinaio
sterminatore
- abbassò
il sipario
- sul tuo torbido
destino.
- Madre,
dov'è quel tuo bel seno
- che mi nutriva
da bambina?
- Dove sono i tuoi
occhi
- che sapevano
parlare agli uomini?
- Il tuo petto
è piatto come un lago,
- le tue pupille,
mute senza più parole.
- Le tue ossa,
sporgono
- come un rumore
nella notte,
- il tuo cuore,
è diventato uno specchio rotto,
- un libro
strappato,
- una grotta nuda
nel deserto del Sinai.
- Lacerante
è il tempo!
- Una mattina di
dicembre
- ti facesti
trasparente.
- Sulla neve
bianca che nascondeva la vita
- la tua quercia
liberò le ultime foglie;
- lontana dalla
tua terra
- abbracciasti una
nuvola.
- Il vento
restò paralizzato, il cielo
- non pianse
sangue.
- Il tuo
nome
- rimarrà
impresso per sempre
- in quel cielo
grigio come la tua cenere:
- K102403, cielo
di Auschwitz!
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
- Roberto
Silleresi
Opera 2^
classificata
Piloti
-
- Sono fatti di
una scorza speciale
- che imbroglia il
destino
- e hanno facce da
poker
- per accorciare
il tempo
- sopra le strade
senza cigli
- nell'estatica
sintesi della velocità.
- Battezzati nella
solitudine
- di un guscio di
carbonio,
- trascorrono i
giorni
- ad azzeccare la
traiettoria.
- Per loro parlano
le mani
- che mai si
incrociano
- nell'intreccio
del vento.
-
- E ci vuole
coraggio
- a strofinare la
paura dalle suole,
- ad infatuarsi di
un sogno che punta
- diritto il muso
cieco nella "esse",
- a lasciarsi il
motore dietro le spalle,
- come un tabarro
forgiato,
- dove dilatano i
rintocchi del cuore.
- Quando le vie di
fuga
- si fanno brevi e
definitive,
- rimane una
cresta di cenere
- che la macchina
ha tracciato
- ammutolendo
nell'asfalto.
-
- Qualcuno ha
risposto
- ad un invito
superiore,
- riposando gli
occhi
- e sbalzando in
curva,
- per tramutarsi
in petalo da consegnare
- - in questa
pagana liturgia -
- all'eterna
corrente del fiume.
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
- Adriana
Scarpa
Opera 3^ classificata
Entra un fiato di magnolia
-
- Entra un fiato
di magnolia dalla finestra,
- sfiora
l'orecchino pendente della lampada.
- Le frange delle
tende, come bambini
- si agitano in
gaio girotondo,
- gli sguardi
sulle pareti corrono.
- Poi, improvvise,
le voci nella penombra
- scoppiano come
monete d'oro.
- E portano i
ricordi. Di quando
- con due biglie e
un temperino
- ci si sentiva
padroni di un tesoro
- e i giunchi
erano spade per battaglie.
- Noi si chiedeva
allora
- dove nascesse il
mare
- ed era dentro
l'argenteo sguardo
- di un gatto
misterioso o nella trasparenza
- di un vaso di
cristallo. Oggi son muti
- gli occhi, la
boccia è frantumata
- e il mare entra
a far parte delle storie
- per l'esser
stato testimone dei naufragi.
-
- Gli specchi, gli
orologi alle pareti
- son testimoni
adesso di altre sconfitte,
- di altri
disinganni: fu tentativo inutile
- fermare il
libero istante e di un volto,
- di un sorriso.
Oggi qui vengono
- i fantasmi ad
incontrarmi.
- Bussando ai
vetri con le nocche d'ossa
- mendicano
epiloghi alle irrisolte storie
- e bramosi di
luce tenteranno
- di depredare gli
occhi delle stelle.
- Stelle che a
notte scendono a incontrarmi.
- Silenziose
esplorano gli angoli, sfiorano
- le venature
azzurre del respiro. Tra i capelli
- mi resta il
sigillo d'una cometa. Alchimia
- diventa allora
districare la matassa
- dei pensieri dal
nido rugiadoso dei sogni.
-
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
- Paola
Urso
Opera 4^ classificata
Stanchezza
-
- Sento la mia
stanchezza come
- immense
cattedrali che l'anima
- sovrastano, e
luci soffuse infondono
- gemiti
attraverso sconfinate vetrate.
- Ho attraversato
arcate ove
- il tempo si
è fermato, ove i secoli
- si ripetono
sempre uguali, senza fine,
- ignorando ogni
vagante passo;
- cerco ovunque il
sogno di me,
- e rincorro onde
passate perché
- ritrovino quel
denso mare, oltre ciò
- che sono stata,
nei sonnolenti ricordi.
- Ma altro non
vedo che la mia
- stanchezza, come
suono morto di
- stremate acque
che i sogni allungano
- in infiniti mari
di nebulose speranze
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
- Cristiano
Comelli
Opera 5^ classificata
-
- Imprigionato
- tra i tentacoli
infuocati
- di un'ombra
impazzita
- mendico con voce
tremebonda
- la carezza di un
filo di vento
- sola
alleata
- per vincere la
suprema guerra
- con la spada di
un tempo
- che fende
impietoso
- i miei ricordi
di calzoni corti.
- L'incanto
annega
- in un torrente
ricolmo di illusioni
- il volto privo
di forma
- di un fascio di
luce
- addormenta il
mio sguardo
- i colori di un
mondo Arlecchino
- sono divorati
dal silenzio
- mentre la sera
sbadiglia
- sul mio cuore
che batte stancamente.
-
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
Paola
Dall'Olmo
Opera 6^ classificata
-
- Urlo di
vita
-
-
- Il
freddo
- Il
buio
- Il nulla
improvviso
- come lampi di
dolore
- nel mio cuore
straziato
- Il mio corpo non
sa
- più di
carne
- i miei occhi
abbagliati
- dal
vuoto
- non carezzano
più le eterne
- infinite
- magie del
mondo
- le mie gambe
sganciate da terra
- galleggiano
immobili
- nell'aria
opprimente
-
- Sto
respirando
- di
falso
- e di
illusioni.
- BASTA!
- ai
coriandoli
- e alle stelle
filanti
- di un carnevale
ridicolo e stanco
- di maschere
senza volto
- e sorrisi di
burro
-
- Voglio spiccare
il salto
- giù
nell'inferno
- dei senza
limite
- coi draghi
infuocati
- e paure di
zinco
- sconfiggere il
grande artiglio
- risalire
rinata
- di forza e
verità
- verso la
cima
- di un punto di
sole
- abbagliarmi di
vita
- e
morire
-
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
Emma
Mazzuca
- Opera 7^
classificata
Viandante
-
-
- Trascino
faticanti passi lungo strade affollate
- da figure
emaciate prive di volto
- dipinte da
grigiore di piombo...
- fossili...
- che rimbalzano
tra calura e vento...
- respiro rancido
gas
- che assopisce
festosi spasimi d'aria...
- ...furioso il
tempo passa, consuma...
- cammino...
cammino...
- viandante
- di un mondo che
trasuda menzogne
- traslato da
illusorie felicità
- spacco il dolore
per trovarne il perché...
- Sulla mia ombra
riflessa su un manto d'asfalto
- batte un sole
che brucia... ferma..
- alzo gli
occhi... detergo il viso... mi osservo... scopro
che vivo...
-
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
Marialba
Fasolo
Opera 8^ classificata
-
- Io e il mio
sogno
-
- Il tempo ci
avvinghia
- come chioma
alitata dal vento.
- Beviamo al suo
calice
- mentre una luna
polverosa
- imbianca le vele
delle nostre vite.
- Le abbiamo tinte
di rosso,
- dirette a nord
per seguire una rotta.
- Ci cinge come la
vite i tralci d'autunno,
- strangolando i
frutti che riposano nella conchiglia
- che tenevamo tra
le dita.
- Ora tutto
è colmo.
- Siamo in due -io
e il mio sogno-
- Abbiamo giocato
all'amore su lame affilate.
- Abbiamo spremuto
acini d'oro
- dalla stanza
vuota del presente.
- Ora è
tempo.
- Adesso il tempo
ripiega su se stesso senza rimorsi.
- Ci lascia
soli
- e il prato si fa
deserto.
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
Giuseppina
Terranova
Opera 9^ classificata
-
- Via da
me
-
-
- Lame di luce da
stelle lontane
- trafiggono
l'oscurità che mi avvolge
- e nel silenzio
del mondo accendono
- la mia
immaginazione.
- Chiudo gli occhi
e finalmente vedo
- forme e colori
di nuova bellezza
- che il palpito
del mio cuore riconosce.
- Solo un istante,
un brivido ignoto,
- un impeto
irruento mi strappa via da me,
- dallo spazio che
non mi contiene,
- dal tempo che
non si concede al mio lento vagare,
- al mio sguardo
ingordo.
- Nel vuoto
disperdo atomi di passato,
- ricordi
sigillati di polvere e lacrime,
- lettere consunte
che rileggo, di tanto in tanto...
- Il presente
è un respiro sospeso tra petali di
sogno,
- un frammento di
vita proteso verso l'infinito,
- la luce di un
astro che brilla altrove...
- Una goccia di
eternità sulle mie labbra
tremanti
- rivela il sapore
del mare cosmico
- dove
scioglierò la mia attesa
- quando il
silenzio per sempre mi porterà
- via da
me.
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
Carlo
Carrea
Opera 10^ classificata
Interiora
-
- Ora è
venuto il tempo
- di rimuovere
poco delicatamente
- tutte le remore
che rendono confuso
- il fondo che
solo in ben poche circostanze
- venne violato e
subito coperto.
- Ora è
venuto il tempo
- che prenda aria
la mia oscura segreta
- se ne diffonda
il lezzo o il profumo
- e possa io
respirarli entrambi ricordando.
- Ora è
venuto il tempo
- di guardare bene
anche sotto l'impiantito
- laddove so
celarsi
- oltre la soletta
dell'inconsapevole
- silenziosi
terribili inquilini
- che in punta di
piedi percepisco aggirarsi
- nei miei piani
infimi.
- Troppo spesso
nei passati anni
- giunsi a negare
di tutto questo l'esistenza,
- ma ora è
venuto il tempo di eseguire
- questi ed altri
compiti impietosi
- affinché
dall'introverso scavo
- sia portato alla
luce finalmente chi io sono.
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