Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Il Club degli autori 2005-2006

Sommario
 

Maria Afa Tiranti - Massimo Agnolet - Angela Aprile - Elena Auddino - Sergio Baldeschi - Sergio Balestra - Giuseppe Bambino - Nicoletta Berliri - Federica Bernardini - Marco Nicolò Besana - Oreste Biacca - Giulio Biano - Mariateresa Biasion Martinelli - Fabrizia Bientinesi - Carlo Bignami - Aurelia Bogo - Vincenzo Bolia - Stefania Borza - Elena Bossola - Giovanni Breda - Sara Brillanti - Valentina Calderaro - Mauro Candiloro - Franca Cannizzaro - Roberta Licia Capodiferro - Barbara Caprari - Rodolfo Casella - Iliaria Castelli - Maria Grazia Catanzani - Claudia Cefalì - Renata Ceravolo - Gilbert Cerbara - Giuseppa Cernigliaro - Maria Francesca Cherubini - Silvia Cipollina - Valerio Cùcaro - Gaetano Cugno - Paola Curagi - Mario D'Alise - Luciana Da Lio - Vincenzo De Crecchio - Marisa Degrandi - Elena Di Cunzolo - Silvio Di Fabio - Valeria Di Felice - Filippo Di Giovanni - Elio Di Nunzio - Jean-Claude Dubail - Vincenzo Ercole - Luca Falchi - Giovanna Faro - Chiara Ferrara - Francesco Floresta - Walter Fornesi - Emilia Fragomeni - Giacomo Fumarola - Egidio Fusco - Giuliana Galimberti - Susanna Galimberti - Rosario Galipò - Emanuele Gargiulo - Giovanna Garzia - Marcello Gatto - Agostino Giannini - Giacomo Giannone - Yvonne Girardello - Rino Girolimetti - Davide Gorga - Marco Gottardi - Maria Greco - Massimo Guercio - Elena Guidi - Maria Gurreri - Pellegrino Iannaccone - Maria Antonia Iannantuoni - Andrea Ingemi - Daniela Iovine - Nour Eddine Khaidoune - Patrizia La Rocca - Margherita Teresa Lasso - Leonarda Letterato - Renata Ileana Limarzi - Pamela Lodato - Sabrina Lorenzoni - Tiziana Mainero - Luca Mainini - Maria Teresa Malacarne - Chris Mao - Carmela Marino Mannarino - Giosuè Marongiu - Demo Martelli - Giuseppa Masilla - Gabriella Masoni - Concetta Laura Mauceri - Cinzia Mauri - Emma Mazzuca - Giovanni Meistro - Gemma Merli - Katia Moi - Gianluca Mollo - Eros Nava - Emanuela Nicosia - Massimiliano Nucci - Elisa Nunziatini Salhi - Cinzia Nuvoli - Anna Rita Orsi - Federico Panetti - Silvia Papazzoni - Donato Pascetta - Walter Passaro - Diego Pavan - Maria Pecchioli - Mario Pellegrinetti - Silvana Penna - Lorenzo Perego - Franca Petriccione - Maria Teresa Piccardo - Annamaria Pieralisi Da Lio - Fabio Pinna - Sabina Pollet - Barbara Presicce - Luca Previato - Ermano Raso - Luciano Recchiuti - Roberto Reggiani - Valentina Reggiani - Stefania Sabrina Rifici - Anna Rizzardi - Dario Roman - Licia Roveri Galli - Noemi Rupil Del Forno - Alberto Russo - Nino Russo - Giovanni Sale - Domenica Sammaritano - Antonio Sangervasio - Alessandro Sanscritto - Luciana Scaglia Grenna - Adriano Scandalitta - Filomena Schettino - Sabrina Sciani - Francesco Sciortino - Ida Scioscioli - Rita Claudia Scordino - Anillo Sezzi - Angela Sias - Daniela Sias - Patrizia Sparacia - Antonino Stampa - Filomena Stanziale - Maurizio Tantillo - Francesco M.T. Tarantino - Nicola Tarasco - Luisa Tedesco - Marco Giuseppe Toma - Clelia Tomaselli - Stefano Tonelli - Piero Trapani - Serena Trentin - Claudia E. Turco - Michele Vaccaro - Lenio Vallati - Gian Claudio Vassarotto - Mario Vecchione - Silvia Veleno - Mario Vierucci - Sergio Viglione - Manuela Vincenti - Antonio Visconte - Leonardo Vitto - Nadia Zanini - Scheda di votazione

 

 
Antologia del Premio letterario Il Club degli autori 2005-2006 - formato 14x20,5 - pagg. 180 - Euro 15,50- ISBN 88-6037-192-9

Risultati del Premio
 
Come avere l'antologia
 


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 ELENA AUDDINO
 
 
Incredibili riflessi
 
Accoccolata sulla riva,
al fievole sciacquìo come musica lene,
fra i raggi dell'ultimo sole
che incendia il mare calmo della sera,
mi beo dei colori bizzarri del tramonto
che tingono il cielo sopra l'orizzonte.
Incredibili riflessi d'oro e viola
avvolgono l'attorno,
ed è un incanto.
Fisso nella mente la grandiosità
che ho di fronte,
inspiro piano e trattengo un po' il respiro,
quasi timorosa di far sparire
il magico momento.
Chiudo gli occhi e penso e sogno.
E rimango così,
con la sola compagnia
di impercettibili onde.
Piano piano il cielo trascolora,
ogni riflesso svanisce
e l'orizzonte lentamente sfuma.
 

Terra di nessuno
 
Uomini uccisi.
Bambini schiavi.
Ragazze prostitute.
Delinquenti e criminali
vomitano sulle spiagge
gente disperata;
e altri falchi predatori
affonderanno gli artigli
sui lacerati prigionieri
in questa felice terra di nessuno.
 

 
 NICOLETTA BERLIRI
 
 
Strade Statali
 
Croci polverose occhieggiano
dal ciglio della strada statale
rimandando
reminiscenze atipiche di morte.
Morte
Morte che veglia la striscia d'asfalto
arsa dalla calura
molle come il destino tragico
di tante vite umane.
Schiocca quel nastro viola
stringendo steli secchi
percosso dalla brezza
d'auto che se ne vanno.
Passano in fila indiana
sfrecciano indifferenti
tanto, chi non lo tocca,
non sa cos'è il dolore.
 


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 CARLO BIGNAMI
 
 
Improvviso e magico da visione ad un tratto
è quel momento dal verde nascosto significato. Solo senso
di primaverile favola nuova ideata da luminoso scherzo
posso dare all'interno turbato aperto evento
che accarezza leggero il mio pensiero allegro. Ora reagisco
consapevole e al senno riportato. Ho trascurato pigro e ingeneroso
la tua sottile elegante persona alata da tempo non vedevo e forse non volevo
perché a comprendere ero restio per naturale friabile difesa
e seguivo per strada diversa e deviante.
Da subito con certezza è per te chiaro affetto.
Colpito anche solo per un istante sei apparsa raggiante
naturale negli occhi nascosti e per me nuovi e luce.
Trasfigurata nel viso parvente severità dolce.
Ravvicinato il tuo corpo per incanto bersaglio
raggiunto da uno sguardo di impudico desiderio.
Quale inquietudine a me derivata. Incredulo a scoprire
pensiero e chiaro intendimento nascosto fuorviante
nascondimento. Hai fatto graziosa risuonare di te qualcosa
di armonioso e rivelato a me ingenuo la sordità ottusa
della mia attenzione velata di sole giallo. E ti ho visto
e nuova e nuda e indifesa. Non più dietro i tuoi ingenerosi
ipocriti occhiali. Limpida d'alchimia d'amore e ariosa vita.
Sei mutata come crisalide a farfalla colorata.
Cambiata come modella vanitosa trasformata come cellula
impazzita che si accinge a scoprire curiosa le segrete bellezze
del male amoroso. Sei raro essere incerto
ora spiritualmente divisa. Etereamente lacerata
e fisicamente leggera. La tua ambiguità celeste bizzarra eccentrica
come mosaico bizantino dorato e pietroso
generoso ma troppo velato è come l'azzuffarsi feroce e impazzito
delle creature di tutta una specie. Non capisco la tua fresca nudità.
Nelle vanesse ahi loro c'è invidia e fiele io qui appaio frastornato
aiutami ti prego cirenea Simon'angelo crudele fiore mughetto profumato.
 

 
 ELENA BOSSOLA
 
Luci notturne da un treno
 
Luci, luci, luci,
corrono a fianco indifferenti,
non scostano il tavolino, i sedili
e le tre giovani accoccolate in un sonno
annoiato.
Corrono veloci,
non hanno e non lasciano tempo
solo la luna entra, esce, gioca, vaga
e ritorna, intrisa di innocenza.
Non distingue il falso dal vero
ma uguale, allegramente,
rischiara divertita ogni cosa.
 

In due
 
Occhi chiari, grigio azzurri,
liquidi di speranze precise,
li sovrasta una frangetta in fuga da un cuffia
che dice: "guardami, guardami"
 
Lo dice a lui,
elettrico e mai disperso inseguitore di una preda
che, riconosciutolo, lo attende.
 
Parlano con parole in libertà,
da un picco ad un altro
in una tensione che solo i corpi conoscono
e che soluzione non ha...
sul vagone di un treno che corre!
 

Onda
 
L'onda rotola veloce e carica d'urgenza
rovescia il suo fardello su coste impazzite e inermi.
Rivolta, come un cucchiaio la farina,
il sotto e il sopra e a testa in giù galleggiano,
strappate alla voce,
milioni di forme orgogliose, solo un attimo prima,
di esser viventi.
Placata, poi, l'acqua non chiede scusa
e lenta si ritrae a recuperare il confine usurpato
per lambirlo di nuovo, calma e indifferente,
sotto la luna delle mille speranze.
 


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 MAURO CANDILORO
 
 
 
 
 
 
Pensavo al tuo cuore lontano
 
Pensavo al tuo cuore lontano
mio piccolo amore catartico,
tu che sei sentimento sincero
vero, forte
come la morte.
 
Pensavo al tuo sogno lontano
il mio cuore sul palmo della mano,
tu che hai la redenzione
in ogni sguardo
io, il male in ogni gesto.
 

 
FRANCA CANNIZZARO
 
 
A mio padre
 
Padre mio,
troppo presto te ne sei andato via!
Nel mezzo della tua gioventù,
appena sfiorita,
ma ancora piena di vita!
Ricordo
quando ritornavi stanco dal lavoro,
ed i tuoi figli, ancora tutti fuori.
Ti dirigevi a piedi, a cercar loro,
fra i vicoli del nostro vicinato,
anche se arrabbiato,
una sberla, non ce l'hai mai data!
Ci prendevi per la mano,
e ci conducevi a casa tutti insieme.
Mentre la mamma preparava,
la misera cena,
mi sedevi sulle tue ginocchia,
davanti al caminetto.
Ti divertivi tanto babbo mio,
a farmi leggere le poesie,
dicevi ch'ero brava.
Hai più di cento anni ormai!
e ciò che mi hai trasmesso,
ha finalmente preso il suo possesso!
Voglio fare presto,
è scrivere per te una mia poesia,
per diverti ancora babbo mio!
 


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 ROBERTA LICIA CAPODIFERRO
 
Lo so che è dura parlar con l'orgoglio e tornare indietro...
... mettere a tacere gli impulsi frenetici iniziati con l'ira,
pensar di scendere ancora a compromessi difficili e inopportuni,
ma se nel tuo cuor ancora qualcosa pulsa per il perduto amor,
ascolta il mio pianto per te!
 
Nel trattar male siamo entrambi colpevoli, ma nell'amare se siamo i responsabili!!!
Nessuno ci ha condotti vicini, siamo stati presi da un'unica scelta...
 
Ho colpe da espiare e ne sono consapevole, ho ferite non ancora rimarginate che fan male e
Bruciando rinvigoriscono solamente il ricordo della sofferenza..
... ma nonostante ciò imploro di nuovo il tuo perdono perché non c'è nulla in tutto questo dolore
paragonabile all'assenza del mio dolce Principe fedele...
 
Uomo forte e leale, paragonabile solamente alla luce di una maestosa spada...
Mio grande amore, mio solitario amore...
Sento tra le lenzuola il tuo affascinante profumo mistico,
vedo la tua sagoma vivere ancora nella casa con me e non mi capacito della tua reale assenza...
È rimasto un vuoto incolmabile il rammarico della tua voce sempre negata...
 
Non riesco a pensar di farmi scaldare dal calore di un altro corpo,
di condividere le gioie e anche i dolori con un altro uomo
ed ho paura ad immaginarti ad abbracciare un'altra regina!!!
 

 
 BARBARA CAPRARI
 
 
4 aprile 2005
 
Passa sotto sguardi ancora increduli
di temerari pellegrini
e del mondo intero tutto
 
di velluto rosso vestita
la tua salma
Oh Papa nostro!
Pare un sorriso
la smorfia di dolore tuo ultimo
 
e placido sonno il tuo carnale abbandono
Della tua grandezza
ancora una volta
ci invadi
 

2 aprile 2005
 
Nasce dall'anima quella tremula esplosione di brividi
che la carne invade
Miracolosa è la preghiera sincera
che nasce da dentro
 
le lacrime si tingono dei tuoi ricordi.
Ci stai abbandonando
 
Mi stai abbandonando
una parte di me agonizza con te
E si prepara a morire
Orfana io, di quella fede tua grande
che ugualmente mi abbraccia
e cattura il mondo mio dentro
il dolore inconsolabile assaporo
di sentirmi già meno amata
al mondo ora, manca la tua fetta
di misericordiosa bontà
quella primavera di speranza
che legava nel profondo l'intera umanità.
 


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GILBERT CERBARA
 
 
L'amore Ortogonale
 
Non respingo il ricordo che mi inonda
e lo sento attimo per attimo
mentre il desiderio di te mi spacca i sensi
come il sole fuori dalle mie sbarre
 
E come può bastarmi
un già lontano sapore
che vorrei ancora
mille altre volte ancora?
 
Per effetto di tuoi sguardi
e dei miei sensi impazziti
io non posso dimenticare,
che in questa vita
così spesso troppo amara
 
vivendo qualche attimo di estasi rubata
sono comunque felice
 
perché il mio attimo di tutto
l'ho vissuto
 

 
 MARIA FRANCESCA CHERUBINI
 
 
Al nostro antico sorriso...
(Primo amore)
 
Ali candide
era il nostro sorriso
il giorno in cui legai
i miei occhi ai tuoi
... e il Sogno ...
... fasciava le braccia...
Non gravavano gli anni
sulle fronti di perla,
fulgide rose
i volti levigati.
Ora il Tempo ha
spalle più curve,
lento stentato
vacillante il suo incedere...
L'orologio dell'anima
non ha più ore
da battere:
sul polveroso quadrante
i rintocchi d'allora
sono eco lontana.
Le conosciute mani
un tempo allacciate,
si rinnegano ormai.
E il nostro amore
antico
ora è solo scarto di pane
risecchìto (1)
rugoso e stantìo
... dimenticato...
in solitaria madia...
... abbandonata...
 
... nelle ragnatele dell'oblìo...
 


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 MARISA DEGRANDI
 
 
Catena d'Amore
 
Ora
Che, il tuo
Sguardo
Affaticato
E assente
Più
Non riconosce
Ciò che
Ti fu caro.
 
Ora
Che
La mente Tua
Tra
Ricordi vaghi
Si trastulla
E cammina.
 
Mamma ora
Sei Tu
La mia bambina.
 

 
 VALERIA DI FELICE
 
 
Polvere sulla tua immagine
 
Ho letto i tuoi occhi
mentre brillavano nella penombra
della stanza chiusa a chiave.
Ero lì ferma ad aspettare
che la tua mano sicura
mi portasse via con sé.
Ho visto solo la tua paura
confondersi con la cenere
della sigaretta accesa
e la tua timida tenerezza
bagnarsi di lacrime amare.
Seduta sulla sedia
davanti alla tua immagine
di cera
mi sembra di rivivere quell'istante
ma soffio sulla
polvere
e improvvisamente
tu sparisci.
 
Sono sola
nella stanza
chiusa a chiave.
 


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 FILIPPO DI GIOVANNI
 
 
Quanti... è lo stesso
 
La sodica luce gialla è il progresso
ma mi specchiava, cruda, sul sofà.
Meglio la rutile spirale edisoniana
gemente ombre più calde, più lievi
e bui teneri dove accarezzarti
fino al singhiozzo lungo del mattino.
Eppoi, sul verde sfondo di strada,
sorgeva, in fioco rochìo, la voce
di un'Eva dal fango appena emersa:
sperduta, esigente dei miei brevi,
astrali giorni di licenza marzia.
Infinito l'assorto sfogliarsi delle sere
naviganti su etilici fumi
tra echi di samba e cha-cha-cha.
Giorni vaghi di liscio raso scuro,
inestricabili trine spiegazzate,
apparizioni perlate di scorci epidermici,
rosei, erti aggetti ondeggianti
sul tuo corpo pallido, accasciato.
Fremente, ritmico espiro di notti
illuni, una e poi l'altra diverse,
dove l'essere ciò che siamo
era l'unico peccato capitale.
Su, fuggi dalla tua selvaggia Thule!
Rendimi ancora immolato consenziente,
prigioniero dei tuoi sguardi, morto
insetto nell'ambra immemore,
per altri eoni. Quanti... è lo stesso!
 

ELIO DI NUNZIO
 
Magico volo
 
Piogge d'estate
e burrasche silenti
tracciarono il mio percorso
quella sera...
Il candido pianeta avea il cipiglio,
e scoscese dirupi
ne angustiavano scenari
e ansimante poesia..
Presi così
a seguir lo strano volo
senza ricercar sentieri e misure
come l'eroico antenato
che ne avvide la fine sua...
La deliziosa creatura
dalle ali spiegate
svolazzava senza prender respiro
e preferiva sfiorar i presenti
per non incappar in velenosi deterrenti..
In modesto servir
provai a porgere
un sano bocciuolo ricco
e dalle certe tinture,
ma ne seguiron coraggiosi presagi,
voli impazziti
e deleterie impennate..
Forse a tal costume
ne regalai meritata pace
e articolato rivangare,
come quell'antenato
ebbe a meritar dopo l'incauta corsa
e la pregiudicata battaglia..
Augurai mille di quei voli e..
medaglie al valore per le vincenti battaglie...
e numerosi rifugi in quel tristo abdicar!


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 VINCENZO ERCOLE
 
 
L'alba del 20 novembre
 
Come una tempesta
investi e sollevi tutto all'istante,
svelando il sospiro di un cuore ansante,
chiuso in cerca di fanciullesca festa.
 
Resta la polvere al tuo passaggio,
scivola via rigandomi il viso,
memore del dolore ancora caldo.
 
Ma nella lacrima nasce un miraggio,
l'animo è avvolto in un sorriso,
fra le tue mani sogna d'esser saldo.
 
Di questi versi son l'ingenuo araldo,
in essi finisco per naufragare
e come la luna al sole scompare,
mi perdo all'alba della tempesta.
 

 
 CHIARA FERRARA
 
Nata nell'eternità.
Chissà quanto tempo.
In una cattedrale
nel mondo disperso.
La tua aurora non è troppo chiara,
non è troppo scura.
Ti liberi da mille chiavistelli.
Vai nel pallido azzurro sotto il tempo.
Fai i tuoi miracoli.
Le montagne nel cielo,
che solo i tuoi occhi sanno vedere,
la marea che è di ogni cosa
il vento che non conosce nulla
fai fiorire.
Giungi nella grande piazza,
dopo aver fatto il fuoco,
dopo aver dato la vita a ciò che era immortale,
dopo aver regalato l'indeterminato alla folla,
dopo aver rinunciato alla parola.
Ed ora devi conoscere la solitudine,
Uno sguardo che perde equilibrio.
L'immanenza delle mura.
Non si sprecheranno tutti i colori degli uccelli
nell'universo della terra,
la rondine finita va per l'illimitato.
 

Vestita di cenci
la tua realtà è il cielo assoluto
e la candida pietra che se ne va in rovina.
Il cuore dell'uomo.
Provi incanto.
Provi pena.
La tua esistenza si strappa
e traluce il bagliore
della sera che cade sul mondo.
E tu non riesci a dire se è giusto.
 

 


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 EMILIA FRAGOMENI
 
 
Ritorneremo ancora
 
Ritorneremo ancora,
nell'autunno del cuore,
per riprenderci la nostra primavera.
Ricorderemo gioie, abbandoni e incroci
di emozioni, con gli occhi umidi di pianto...
Ritorneremo ai sussurri d'erba, tra le rughe,
per ritrovare l'incanto di quei giorni.
E sentiremo i nostri passi senza tempo,
le mani indurite che stringono gli anni.
E scriveremo ancora sogni
su cieli tracciati da solchi di luna,
sulle crepe dei muri anneriti
dal fumo di ricordi appassiti.
Ritorneremo all'innocenza di allora,
avvolta da bianche ragnatele di silenzio,
quando è più dolce il vento che ci spinge
e il tempo si è posato sulle tempie
e muta già il colore dei nostri giorni...
Certo il ricordo avrà un gusto nuovo,
come di sorbe aspre nella bocca,
ma noi ricorderemo il nostro amore,
teneramente, come luce d'alba
e sentiremo sciogliere nelle vene
note struggenti di nostalgia,
nella luce fioca della sera,
nella brezza marina leggera.
Respireremo essenza d'infinito,
d'incompiuto...
Cammineremo a piedi nudi
sulla spiaggia, abbracciati
da un soffio di dolore,
prima di riperderci per sempre,
noi giovani vecchi amanti...
come allora.
 

GIACOMO FUMAROLA
 
 
Goccia d'acqua
 
Invano le reti
tentano di intrappolarti
tra le loro strette maglie.
Credono che tu sia
un pezzo di roccia,
bella ma inerme,
in balia delle correnti.
Le reti sono i tuoi nemici.
Le reti non ti avranno mai
perché non sanno chi sei!
Gli amici ti apprezzano
come una regale goccia d'acqua.
Ti vedono sgusciare via
da ogni situazione che
possa renderti opaca.
Non c'è canale
che riesca a contenerti.
Non c'è bicchiere
che riesca a trattenerti.
Non c'è sostanza
che riesca a diluirti.
Non c'è nulla
che riesca a sostituirti.
Se solo tu lo desiderassi
potresti arrampicarti sugli specchi
e scivolare verso l'alto.
Continua a stupirci, ma...
fermati dinanzi ad un calice vuoto.
Probabilmente sarà giunto
il momento di riporre le tue più fervide
speranze sull'orlo di quel calice: non
vorrai perdere l'opportunità
che labbra tanto attese
possano inumidirsi di te?


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AGOSTINO GIANNINI
 
 
 
 
 
L'autunno
 
Foglia e fogliame
tu che vedi all'orizzonte,
il freddo,
e tremi,
e poi scemi,
dov'è?
la tua rigogliosa e vede, cromatica clorofilla,
che regalavi al mondo.
E tu natura la tradisci,
poi tutto finisce,
e come una società,
si perde e arde,
tutto si trasforma in fronde,
impazzite al vento che li spande,
senza un segno né direzione alcuna,
al cui solo un ghiro vi si accorge,
nella sua tana calda e fiera.
Foglia cadente senza meta,
sento il tuo fruscio nella selva.
Luce ti riduce al lumicino,
la muffa arriva pure al fieno,
che fu un verde di multicolori,
ora solo cibo ai stercorari,
alberi; non sentite
più neppure i passi.
 

RINO GIROLIMETTI
 
Nostalgico adriatico mare
 
Potessi come i gabbiani in alto volare, vorrei
librarmi sopra quest'azzurro Mare che Tramonti
non vede, e tornar su questa renosa amata spiaggia,
che fin dall'infanzia ancor m'è cara.
 
Nella vastità del silenzio, appresso l'albor,
che a Levante appare, stupefatto guardo l'alta
e la bassa marea, gli azzurri e i verdi colori del mare,
dove l'orientale costa italica da sempre si rispecchia.
 
Nella bonaccia, immagino nuotar nel mare liscio
come l'olio, come fosse immensa tavola, che dalla
battigia al largo giunge, fin dove l'apparente linea
dell'Orizzonte col ciel si confonde.
 
Nella burrasca, i tempestosi flutti, agitati dalla Bora,
mi riportano agli impetuosi venti, scatenati da
Nettuno, contro la zattera di Ulisse e i suoi compagni,
mentre stavano per raggiungere la terra dei Feaci.
 
Sopra l'umida sabbia, mi siedo fra grancelle morte
e conchiglie vuote e nella solitudine per diletto,
rivivo ricordi della gente di mare, rude, ma generosa,
dalla pelle adusta, per lo iodio e il sale dell'acqua marina.
 
S'avvia dopo la mezzanotte, il Capobarca sulla strada
del mare, adocchiando nuvoli per la previsione del tempo,
e lungo il cammino chiama un collega, poi un altro e un altro
ancora, fino a completar la squadra di Sciabicanti.
 
Parte dalla riva, al lume della Luna, la barca con la prua
alzata e la poppa sommersa per il peso della rete, collegata
con due corde, formate da diverse "reste" di cento metri
fra lor legate, poi calate nel tratto di pesca in curvilinea a "U".
 
I pescatori, con i pantaloni rimboccati fino al ginocchio
e sorretti da uno spago al posto della cintola, il "crocco"
agganciano alla "resta" e indietreggiando a cadenzati
passi, la fune tiran dalla riva al termine della spiaggia.
 
Ad ogni "resta", che dal mare a terra ritorna, urla
il Capobarca il numero di quella, infin la rete
strascicando arriva, con saltellanti pesci, che a poco
a poco, dall'aria affogati, senza più vita ormai si fermano.


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 ELENA GUIDI
 
 
Chimere di una vita
 
Le barche mute sono ferme
sull'acqua greve dello stanco fiume
che separa il domani dall'oggi, i sogni dalla realtà.
Il grigio cielo mesto mi riporta al presente,
su questa ferrovia chiassosa
sento il soffuso chiacchiericcio dei viaggiatori
da mille mondi e di mille colori
e la nauseabonda puzza dei corpi accalcati
sul treno delle illusioni e dei perché.
Il mio fine olfatto percepisce l'acre odore
di cibo riscaldato e di sudore,
degli umori umani
che risaltano sull'apatica folla
insonnolita e malinconica.
Musiche lontane spezzano la nebbia pesante
che avvolge il turbinio delle mie emozioni
ed il monotono rullare delle rotaie
culla la mia anima indolenzita
e le mie braccia dolenti.
Ed ancora il mio spirito ribelle crede nei sogni
ed ancora l'illusione dà forza al mio domani
e le voci fanciullesche dei miei bimbi
illuminano l'impervio sentiero
che costella la mia esistenza.
Gli spruzzi di neve
coprono caldamente la terra
ed i ciuffi verdi del grano
risalgono a nuova vita
dall'abisso sconosciuto ed oscuro.
E la morte è gia dolore...
e le chimere riportano nuove speranze,
mi fanno abbracciare nuovamente
la vibrante risplendente esplosiva appassionante
vita...
 

 
 MARIA GURRERI
 
 
 
 
 
 
Silenzio della notte
e del giorno
silenzio della solitudine
silenzio dell'attesa
silenzio dell'addio
silenzio della meditazione
silenzio eccitante dell'amore
silenzio gelido dell'abbandono
silenzio voluttuoso
un secondo prima
del tuo cercarmi
nella folla...
 


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 ANDREA INGEMI
 
Come un buco nero
nell'universo,
lasciato
da una stella morente.
La tua lontananza
lascia
un vuoto nella
mia esistenza
e nulla
potrà mai colmarlo
perché
già pieno di te
 

Danzerò per te
nel chiarore
di uno specchio di luna
sorgiva
di mille colori,
danzerò per te
e per tutti gli amori
che la vita feconda regala
e nel sonno sognante
danzerò
come una piccola ala
che impalpabile
ti sfuma davanti
 

Una sola volta
l'amore
ci incontra,
una sola volta
la sofferenza
ci strugge
una sola volta,
e dopo
non siamo
più gli stessi
 

 
 RENATA ILEANA LIMARZI
 
Il mare
 
Sublime anelito di vita
spuma chiara che deterge il pensiero
il tuo vento asciuga le lacrime.
 
La pace dell'animo
è ciò che colgo nel guardarti.
Al tuo cospetto mi siedo
timida e grata
rincorro la risacca con dita di desiderio.
 
Mia è la tua immensità
di colori prodiga
mente e cielo a toccarsi
in un punto imprecisato di me.
 
T'appartengo
anche quando non posso vederti
e sono allora conchiglia di suoni
perduti e lontani
mai dal cuore distanti.
 
Come l'amore mai amato
sfuggi al tocco e poi ritorni
e si fa speranza la mia
di raggiungerti
e certezza di ritrovarti.
 
Dentro di me.
 

Sogno
 
Accusa dell'inconscio
cullata dall'oblio
specchio profondo
dell'anima.
 
Il crudo risveglio
è gelida sferzata.
 


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 GABRIELLA MASONI
 
Poesia alla poesia
 
A volte un profumo mi chiama,
lo ricordavo di rose...
è di mughetto, stamane, e mi ama!
E non posso scappare, mi sento chiamare.
È la poesia che sto per creare!
È una poesia, un pregiato profumo,
un regalo inatteso, da qualcuno.
Un pensiero da portare, un mistero da svelare.
E con lei riesci a viaggiare,
nel bene e nel male, e riesci anche a volare,
nello spazio e nel tempo,
nel più grande e piccolo sentimento.
Dentro me, prende forma e colore, s'ingigantisce in fragore,
si gonfia, e poi esplode in bagliore.
Brividi e bellissimi attimi, fatiche, sospiri e calore,
per dargli forma, consistenza e vigore,
Universi di parole, con nuovi significati,
diversi, profondi, svariati.
Mi distoglie, ancora un attimo il cane,
ma non mi posso fermare, le interferenze son vane!
E di nuovo riesco quasi a ricominciare,
correttamente a respirare.
Strana sete, incredibile fame,
impossibili da placare o calmare,
finché tutto, su carta, non riesco a svuotare.
E sola, non sono mai sola!
Penso e sento, con me, chi come me, in simile situazione,
prova la stessa emozione.
Poesia... che nasce improvvisa, inattesa,
con nulla che possa aiutare la resa.
Ma una magica attrazione,
rende facile l'ispirazione.
E non servono elogi nel vento.
L'importante è trovar poi, nel tempo,
qualcuno a cui la dedicare, la sappia apprezzare,
qualcuno che riesca a farla volare!
 

 
 GEMMA MERLI
 
 
 
 
Mani
 
Un soffio di brezza leggera.
Che riporta il tuo profumo.
E mi da un brivido.
Di gioia, tristezza, autentico terrore.
 
Immobile e scalza, al centro di un verde prato umido.
 
Pensare alle tue mani.
Desiderare la pioggia per lavarle.
Un lavacro sacro.
 
Sfilare via le vene.
Disarticolare le cartilagini.
Sciogliere le ossa.
 
Trovarmi in mano mani come guanti di plastica trasparenti.
Le indosserei poi le tue mani.
 
Mani. Due.
 
Mani. Tue.
 
Due mani di carta velina.
Prendere due mollette e stenderle ad asciugare.
Appese ad un filo.
Ad ondeggiare nel vento.
 
Bianco. Vento. Triste. Fresco.
 


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 KATIA MOI
 
Bambina mia
 
Amore, gioia,
espressioni vivaci giocose
di una bambina adorabile, bella, meravigliosa
che corre, che salta, che si arrampica
che sorride dolcemente a tutti.
Bambina mia,
benvenuta nei miei pensieri primari,
sei nel silenzio dei tuoi ricordi preziosi,
dove correvi per strada a giocare con gli altri bambini,
dove ti guardavi allo specchio,
e sorridevi a te stessa e cercavi
di schiacciare con l'indice la tua guancia
per creare una fossetta
che non c'è mai stata.
Bambina mia,
sei a me davvero preziosa,
sei come un gioiello luccicante
che illumina il mio viso nei momenti più tristi.
Ti guardo in fotografia mentre sorridi
abbracciando i tuoi amici di scuola
e sorrido ai tuoi occhi che guardano attraverso me.
Bambina mia, ti sento ti vedo
ed accolgo la tua delicatezza
così creativa che ricorda a me
la gentilezza meritevole
della gioia universale amorevole divina.
 

Mio pezzo di Mare
 
Nell'angolo di una strada, un pezzo di mare porto con me.
Vedo le onde, che si spingono l'un l'altra fino a dissolversi
spumeggianti, fresche, libere e assennate.
Pezzo di mare all'avanguardia
amato arieggi, su nel sentiero mio sempre fiancheggi:
il sole concreto avanza nella mia mano destra!
La stella più grande del mondo, fiduciosa, alimenta
efficace piano del tempo creativo.
Oh sole, incalzi l'ordine perfetto.
Mio pezzo di mare dai forma al mio cielo.
 

 
 GIANLUCA MOLLO
 
 
Notte di città
 
Riverso sul selciato
l'ubriaco
congiunge stelle
con la penna
della fantasia,
delirando fanciulle
col capo reclino
sul suo grembo;
la città deserta
non regala che scie
di luce riflessa
sull'asfalto bagnato,
banchi di nebbia
per confondere i sensi
anche agli astemi
e donare
facile rifugio
agli amanti d'una notte,
automobili sperdute
in anfratti remoti
a celare amori fugaci
che ti squassano dentro
come un bacio d'addio,
come un semaforo rosso
all'orizzonte...
Nella pioggia sottile
attraversi il fumo
che sgorga dai tombini,
scavalchi un ubriaco
intento a congiungere stelle
per tessere la trama
del giorno che verrà.
 


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MASSIMILIANO NUCCI
 
 
Ombre
 
Sento a me vicino la tua ombra,
e nel pensier l'amore m'asseconda,
ma viver senza te mi pare vano,
così mi stringo forte al dolce suolo.
 
Per ore ti sognai fra le mie braccia
io che vedevo in te la vera faccia,
la sabbia che bruniva i tuoi capelli
che non desiderai esser più belli.
 
Firenze in me lasciò grande dolore,
ma del tuo corpo sento ancor sentore
e ritornar vorrei per dirti che
io viver non potrei senza di te.
 
Il gesto, il vago rito, la tua pelle,
son cose che ricordo ancor più belle.

 
CINZIA NUVOLI
 
 
Specchio del tempo
 
I colori del tramonto
s'aggrappano lentamente
alla luce tremulo della notte
Illumina la luna con lacrime di cera
occhi assorti, posati chissà dove.
Come lampi dal cielo
s'incrociano e si srotolano
sullo specchio del tempo,
immagini rivestite di patina antica.
Specchio,
che hai fatto della mia giovinezza?
quale magia nascondi nel volto
d'un tratto polvere fra le mie mani.
Palpitante nell'intimo buio,
ti affanni a tradire il nobile segreto
cuci in sottili tele di malinconia
l'infinità delle rughe,
altro non sono che ricami del cuore.
Sfiori l'affacciarsi incredulo di argentei capelli,
gomitoli di ricordi stesi al sole.
Scruti occhi che da soli più non vedono,
ove danza libero il pulviscolo dorato del tempo.
Infliggi ogni giorno nuove profonde delusioni
in questo spartito oramai ingiallito.
Dipingi un palcoscenico che non esiste,
ti nascondi dietro cornici di velluto
distratto non cogli lo splendore della mia Anima,
libera su vortici di vento
leggera come piume di uccello.
Oso liberarmi,
non più tornerò ciò che ero
ombra nuda sarai senza me,
sei riflesso che leggiadro
io porto come schermo al mondo,
sei solo Specchio,
appeso al muro dell'Eterno.
 


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 ANNA RITA ORSI
 
 
Foglie al vento
 
Sibilano agitate
le fronde nella tempesta,
ostaggio di intemperie fatali,
bersaglio indiscriminato
di agenti bendati.
 
E tu, gelido vento invernale,
turbinoso e sferzante,
quante foglie
trascini lungo il viale?
 
Non mi impediscono gli occhi velati
di osservarle
attraverso i vetri della mia finestra.
 
Vento impetuoso e impietoso
molte
in un vorticoso e caotico turbinio
le disperdi;
troppe
in dolorose pieghe
le accartocci;
tutte
in umidi pozzetti
le conduci
perché si ricongiungano
alla nuda terra.
 

 
 FEDERICO PANETTI
 
 
La spruna
 
Il contadino
Al freddo di Dicembre
Spruna le olive verdi
Ad una ad una
Dai rami addolciti
Della primavera
Che verrà.
 
La donna
Prona nel ponte raccoglie
E torna alla terra che l'avrà,
Il mulo bruca d'intorno
I pochi rovi freschi,
Aspettando la sera
E la fatica che farà.
 


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 SILVIA PAPAZZONI
 
 
Estuari
 
Sgretoli argini
a restituirmi volume
cosciente, peso
liquido di spazi.
Ora che mi riconosco
estuari sciolgo le mie
cere, che non
mi soffocano piogge.
Ancora assorbo e
sgorgo palpiti
tra noi a (con)fluire.
 

VIII Luglio
 
Inconsistenti
fluttuiamo in bilico
su notti spalancate,
e nulla ci appartiene e
a nulla apparteniamo
in questo limbo chiassoso,
terra di mete che
omette princìpi.
Infiniti i varchi,
ma ci lasciamo cullare
dal buio nuovo del
nostro suolo franco
bazar dai mille
mercanti d'attese,
a spogliarci e
misurarci volontà.
 

 
 MARIA PECCHIOLI
 
A Marco Luche
 
Pensando, intrecci ombre
nelle anse della solitudine,
mentre sui tuoi occhi profondi,
il crepuscolo muore.
D'amore si tingono
le tue parole, ma
l'anima non si rassegna
all'oblio del corpo e della mente.
La tua vita prima di tutto,
la tua vita, Marco,
che grida straripante
davanti al mare.
Come campo seminato
d'inverno,
la tua primavera ancora aspetti.
Sulla sfida della vita
t'interroghi e
risposta non trovi, ma
Dio non si può dimostrare.
Ogni forza umana
la tua stanchezza batte.
Riposa, Marco, tra verdi palmizi
e cerca la fonte del vento
ché sulle sue ali
ti porti alla consapevolezza
del Sé.
 


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 MARIO PELLEGRINETTI
 
 
Me n'andrò solo
 
Me n'andro solo
Non avrò bagaglio
Non avrò casa
Non avrò Marisa
Lascerò il cielo, il mare, le montagne
Senza libri né carta né matite
Sarò leggero
Non avrò timore
Ma porterò con me le mie ferite
 

La fatica di vivere
 
E sarà giorno
E tornerà la vita
La barba nello specchio
Il caffè forte
il cielo alla finestra
se sorride
 
Con trepido coraggio rassegnato
aprirò l'uscio
e mi uscirà un sospiro
 
Sentirò freddo
e non sarò felice
Le mani in tasca e il bavero rialzato
Mi tufferò nel mondo che conosco
 
E sarà sera.
 

 
SABRINA RIFICI
 
 
Il risveglio
 
S'aprono, incerti, gli occhi
dopo un lungo sonno...
L'animo confuso vagheggia nell'eterno
l'ultima illusione.
L'ombra della sera
scompare nell'oscurità della notte.
Non più un rumore, non più un silenzio...
solo, la muta voce del risveglio.
 

Ritorno a casa
 
Era tutto buio
e il vivere era come cadere nel vuoto
e il parlare era come un'eco nel silenzio...
Ma, quando guardai nei tuoi occhi
ogni dubbio, ogni timore, ogni dolore,
d'improvviso svanì. S'alzò il vento.
Ero di nuovo a casa.
 

L'eterno sorriso
 
Cristalli di lacrime
tagliano il viso,
granelli di parole
scuotono il cuore
come sabbia che sbatte
sul mare.
 
Si è spento il Sole.
L'anima, stanca,
compone l'ultimo sorriso...
 
"Così - sussurra il vento -
dolcemente, si muore!"


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 NINO RUSSO
 
 
 
L'attesa
 
Vasta serenità d'aria e di cielo,
sui bruni colli digradanti al mare,
nell'ora mite trepida di luce.
 
Colma d'attesa ormai l'anima stanca,
delle rondini segue il lento addio.
Batte il sole, leggero, sulla fronte.
 

La lentezza
 
Nel silenzio sospeso della luna,
al soffio lene della dolce sera,
trasognata lentezza della vita!
 

Insieme
 
Sei la sete e sei l'acqua, donna mia,
e la guerra e la pace: o quando scende
la notte e accieca, o quando al sole splende
tenera nei colori l'armonia.
 
Tra forre oscure scava la sua via,
o tra verdi vallate si distende
il fiume errante, e l'anima sospende
incerta nell'alterna correntia.
 
È - il mio fluire - pure la tua vita;
è la mia vita l'onda che sommuovi:
vite intrecciate intensamente, inquiete
 
nel tempo agro, ma aperte a spazi nuovi
sol che affiori una luce, e a nuove mete,
prima che l'ora estrema sia fuggita.
 

 LUCIANA SCAGLIA GRENNA
 
 
... Quid...
 
Quel qualcosa in più
che evidenzia la differenza,
la superiorità.
La voce calda,
un po' arrugginita
è musica suadente,
le parole sono brezza
leggera,
le labbra morbide
sono note piene di brividi.
Quel quid in più
nasce e trasforma
ogni momento
in sensazioni melodiose
che ti fanno volare
su un nero stallone
cavalcando all'impazzata
per inseguire qualcosa
che... non puoi afferrare.
 


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ANILLO SEZZI
 
 
Ipocrisia
 
A volte ti trasformi in giorno,
donando illusione di chiarezza.
Altre diventi notte,
oscurando le altrui menti.
Eccedi ancor di più
facendoti dolce crepuscolo.
Ma infida sei e mini
tutto ciò che incontri.
Dici falsità,
ma spesso sai essere ammaliante.
Come possono
l'ingenuo e il puro comprenderlo?
Ascoltare si deve il cuore,
che solo sa
distinguere tra verità e illusione.
L'amante non s'inganna,
desto è il sentimento,
solo se s'adorna di verità.
Perciò ti ripudio
e d'amor m'adorno,
vestendomi di verità.
 

 
NICOLA TARASCO
 
 
Disincanto del cercatore
 
Ascolta l'angustia
del tempo che muore,
sussurra l'angoscia
dell'uomo che fugge.
 
Scampoli di vita
mendica turbato
dai candidi fogli
che attendono quieti.
Evade saggiando
le asprezze del vacuo;
si scopre beffato
dal tempo e dall'uomo.
Remote illusioni
cercavano il vero;
ma il corpo han tradito
col lento degrado.
Lontani desii
speravano il tutto;
ma un pugno di niente
han stretto nel palmo.
Pagine pregiate
or son divenuti
quei fogli che in tanti
il poeta consuma.
 
Errante va mesto
su strade di carta
portandosi addosso
quel tempo che fugge.
 
(Un attimo è eterno
per chi lo cattura,
effimero e oscuro
per chi lo rincorre).
 


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LUISA TEDESCO
 
 
Notte d'amore
 
Un prato di stelle aleggia fra le nubi
e la luna si specchia nelle gocce di pioggia
che questa notte scrosciano sulle città
in una musica di celeste armonia.
Mentre i nostri copri, caldi di sensualità
si avvinghiano in una stretta di calore.
Il fuoco del camino scoppietta scintillante
e noi due, sdraiati sul tappeto del mondo,
ci coloriamo di dolci fantasie.
Le mani sfiorano il seno
e come cristalli iridescenti brillano al buio
minuscoli capezzoli d'eterna bellezza.
Languidi baci carezzano la pelle
di rosa vellutata e di muschio profumata
nell'iridescente frescura di rugiada.
Labbra s'incontrano
nella tenue passione
di un attimo senza tremore
ove l'anima sboccia
come un fiore di loto al sole.
L'aria sfiora i capelli
che inermi, scendono su un viso
ammantato di purezza
e, lenta, brucia di furore
nel momento estremo dell'amore,
quando la parola non conosce voce
per raccontare i fremiti della passione.
Gli occhi guardano l'infinito
ed un sorriso riluce, appagato,
nel caldo abbraccio del giorno
che su di sé assapora ancora
gli ultimi effluvi della notte.

 
LENIO VALLATI
 
 
Altalene
 
Ricordi ancora
le altalene di Perm?
E il cielo azzurro?
E il vento che accarezzava
i tuoi capelli,
rossi papaveri
tra le spighe gelide
di un bianco mare?
La mia mano ti spingeva
lenta
mentre tu gridavi parole
di una lingua sconosciuta.
Ci sono ancora sai
quelle altalene,
e bimbi appesi
a dondolare al vento.
Nessuna mano, però,
li spinge via
dal loro triste
destino d'abbandono.


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SILVIA VELENO
 
 
C'è forse un mondo sopra di noi?
C'è forse un mondo
Sopra questo grigio cielo?
quale presenza?
È materia
è pensiero
è anima
è spirito
è reale o fantasia?
Questo cielo
che custodisce bene i suoi segreti
che nasconde bene le sue armi
resta lì sopra di noi
senza rispondere
rigido, quasi sarcastico
lasciandosi osservare
senza spogliarsi del suo potente velo.
 

Come magia la luce si spegne
come fantasia la folla si ferma
come pazzia i suoni spariscono
come follia ti vedo arrivare
così ansiosa notte mi sfidi
notte mi struggi
notte mi avvolgi
notte mi ascolti
notte mi appartieni
e con te ascolto il mio galleggiare.
 

 
MANUELA VINCENTI
 
 
Ladro di sogni
 
E socchiudo gli occhi
contro una realtà
che continua a vendicarsi sulla poesia.
In un fugace brillio
a caccia di stelle
scorgo palpebre vezzose
che sanno farsi notare
portando a spasso aneliti capogiri
seguo la scia del tuo fascinare
per ungermi in mali
stillanti miele:
ampolline piene di nettare di cuori e crudeli fiumi dispettosi
gocciolano sull'anima
che brucia più di quanto illumini.
Ladro dei miei sogni
senza testimoni
ti sei intromesso nella biografia del mio strazio
per scoprire
che ahimè...
l'armonia continua a dannarmi!


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Agg. 02-10-2006