Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Città di Monza 2005

Sommario
 

Prefazione di Annalisa Bemporad - Prefazione di Maria Organtini - Elisabetta Bosisio - Ringraziamenti - Giulio Cesare Accattatis - Ida Acerbo Rossi - Carmela Agosta - Carlo Albertario - Mario Aliprandi - Anthera Antheri - Donato Angiolillo - Apollonia Angiulli - Simone Antolini - Corrado Antonucci - Mariarosaria Apicella - Angela Aprile - Rita Argento - Elena Auddino - Carla Auxilia - Angelo Azzolina - Sergio Baldeschi - Sergio Balestra - Alessandro Barison - Ilaria Battolla - Irene Belloni - Jan Bencini - Carola Benedetto - Federica Bernardini - Francesco Bertolino - Romano B. Bianchi - Vincenzo Bianco - Sophia Virginia Biffi - Vincenzo Bolia - Lara Bondanini - Rita Bonifazi - Giulia Borroni Cagelli - Bertilla Bortolon - Giuliana Bosusco - Ilaria Bovolato - Carlo Angelo Brambilla - Gianni Brambilla - Argeta Brozi - Anastasia Bullo - Angelo Cabiati - Giuseppe Caione - Anna Caldara - Marialfonso Caliandro - Laura Calvi - Pietro Cammarata - Valentina Cangemi - Alex Cangini - Massimiliano Cantone - Cesare Cantù - Gastone Cappelloni - Antonio Capriotti - Carlo Carraro - Antonino Caruso - Celestino Casalini - Titta Casati - Giovanni Caso - Domenico Cassese - Mirko Castellan - Alfonsina Caterino - Fabio Causio - Valentina Cestra - Alma Chiment - Antonio Colella - Valentina Corsano - Angelo Coviello - Daniele Crepaldi - Maria Luisa Crippa - Giuliana Cucchiella - Gaetano Cugno - Vincenzo De Crecchio - De Mola - Andrea De Palma - Elisa De Pirro - Geltrude De Rose - Tommaso Denti - Ester Deplano - Benedetta Di Cola - Simona Di Dio - Paride Di Federico - Valeria Di Felice - Filippo Di Giovanni - Alice Dorattiotto - Veronica Fabbri - Laura Fagnani - Giuseppe Falzone - Francesca Fanciullacci - Agnese Fanelli - Diego Fantin - Giulia Farinella - Tony Ferrario - Maria Luisa Ferroni - Ilaria Fojadelli - Umberto Fossati - Emilia Fragomeni - Giacomo Fumarola - Giuliana Galimberti - Giorgio Galli - Emma Garzaroli - Giovanna Garzia - Riccardo Gasperina - Gianna Gatti - Michela Gelati - Diana Giliberti - Giuliana Gilli - Amedeo Giordani - Giuseppe Gittini - Sara Goldoni - Franco Gollini - Matteo Gozzi - Nirvana Granata - Gianfranco Grasso - Piera Grimoldi - Pellegrino Iannaccone - Piero Imbrogno - Salvatore Incarbone - Susy Infanti - Filippo Inferrera - Stefano Lanci - Patrizia Landi - Alessandra Lentini - Marco Leonelli - Michele Lichinchi - Vera Lipreri - Francesca Lisi - Pamela Lodato - Stefano Lodi - Manuela Lombardi - Alessandro Lucente - Domenico Maccarana - Tiziana Mainero - Joséphine Sophia Mairate - Lena Maltempi - Chris Mao - Ivana Marangon - Donata Marangoni - Moreno Marani - Francesco Marano - Valentina Marongiu - Enrica Marrelli - Demo Martelli - Antonella Mascolo - Giuseppa Masilla - Rita Maurizi - Emanuele Mazzoni - Gerardo Melchionda - Tiziana Meloni - Giampaolo Merciai - Marco Mezzetti - Elena Miltiadis - Andrea Mina - Silvia Monguzzi - Dino Valentino Moro - Roberto Morpurgo - Michele Mutti - Barbara Nava - Mariangela Nava Gallo - Flavio Nimpo - Filippo Noto Campanella - Cinzia Nuvoli - Antonia Oggioni - Daniela Ori - Maurizio Orsi - Giovanni Paladino - Giuseppe Palma - Liliana Paparini - Silvia Pappalardo - Graziella Parma - Lorenzo Perego - Marzia Persi - Giuseppe Petitti - Franca Petriccione - Anna Pezzuti - Maria Teresa Piccardo - Aura Piccioni - Annamaria Pieralisi Da Lio - Luciana Pigaiani - Maria Piras - Angela Rosa Maria Pistone - Roberto Piva - Tanino Platania - Andrea Polini - Chiara Polita - Sabina Pollet - Franco Porrera - Nunzia Ragonesi - Ermano Raso - Roberta Raso - Michela Ravelli - Luciano Recchiuti - Alessandro Regazzoni - Paolo Rendini - Fabio Riccardi - Gianpaolo Ripamonti - Daniela Rizzo - Luca Rossi - Diego Rossi - Alfio Rottoli - Nino Russo - Daniele Sannino - Alessandro Sanscritto - Micaela Sansevero - Paola Sarcià - Roberta Sartor - Francesco Sassetto - Maria Lidia Saturno - Adriano Scandalitta - Giovanni Vittorio Scavino - Rita Claudia Scordino - Fabio Serafini - Carla Signorelli - Roberto Silleresi - Silvia Silleresi - Ambrogina Sirtori - Carla Spinella - Diego Stefanelli - Elsa Stephan - Alice Strali - Rosanna Strozzi - Germano Tarea - Carla Tedde - Luisa Tedesco - Giovanni Tempesti - Giacomo Teofilo - Giovanni Teresi - Giuseppina Terranova - Gino Tigano - Stefano Tonelli - Alessandro Trentini - Claudia E. Turco - Flavio Vacchetta - Gabriele Valore - Luciana Vasile - Cassandra Venturini - Olivia Villa - Roberta Villani - Antonio Visconte - Leonardo Vitto - Giuseppe Volpe - Laura Volpi - Tiziana Zago - Andrea Zanuso - Michele Zappa - Clelia Zarbà - Susanna Zoccolini - Anna Zucchinali - Vanna Zuelli

 

 
Antologia del Premio letterario Città di Monza 2005 - formato 14x20,5 - pagg. 260 - Euro 18,00- ISBN 88-6037-152-X

Risultati del Premio
 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
Il Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza, in collaborazione con
il Club degli Autori di Melegnano, ha organizzato la VII edizione del
"Premio Internazionale di Poesia - Città di Monza 2005" che si è concluso con la cerimonia di premiazione al Teatrino di Corte della Villa Reale il 17 dicembre scorso.
Un appuntamento che si rinnova da anni, sentito e atteso, che arricchisce lo scenario culturale della nostra città.
L'interesse per questo concorso letterario è testimoniato dalle adesioni che, sempre più numerose negli anni, provengono da tutta Italia.
Buono il livello qualitativo, sia per forma che per contenuto, secondo la giuria di esperti chiamata a vagliare gli oltre 500 testi pervenuti. I più raffinati dei quali veicolano, anche attraverso l'intensità del sentimento, un messaggio profondo, intimo e ricco di sfumature.
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Monza è lieto di sostenere questa iniziativa e esprime un sincero ringraziamento a quanti si adoperano per permetterne la completa realizzazione. Congratulazioni a tutti i partecipanti e in particolare agli autori de "La città del Sole" e "Lacrime" , primi classificati della sezione Adulti e Giovani.
 

Annalisa Bemporad

Assessore alla Cultura del Comune di Monza

 


Il Poeta vive e ascolta la natura, ne parla perché sente che è nella
natura che ogni termine è un principio nel senso di una evoluzione
continua perenne verso l'Assoluto.
La consapevolezza del sacro, del divino è privilegio dello spirito dell'uomo, è speran-za profetica rivelata dalla natura.
Singolarmente, ogni partecipante alla settima edizione del Premio Internazionale di Poesia "Città di Monza 2005", ha fatto sua questa definizione donandoci poesie ricche di contenuti umani, sociali dove l'Uomo ritrova se stesso percorrendo sentieri di Pace come per la poesia 1° classificata della sezione adulti: "La città del Sole" di Carmen De Mola.
Ma, ogni singolo testo si rifà all'aspirazione dell'Assoluto che alita nelle case della Natura a cui la parola del poeta obbedisce come il pennello del pittore o lo scalpello dello scultore che incide l'oggetto. Noi troviamo questo elemento anche nella poesia di Giuliana Gilli "Fotogramma di leggenda" classificatasi al 2° posto che partendo dalle immagini suscitate dai ricordi agresti, ci narra del suo filiale sentimento.
Tante sono le visioni esaltanti racchiuse nei versi di questa particolare edizione che anche tra i giovani ha saputo suscitare emozioni e "Lacrime", non a caso la poesia vincitrice di Giovanna Garzia ha proprio questo titolo,
Citando Goethe:"Come Adamo nell'Eden l'Artista ridà il nome ad ogni cosa, invita gli uomini ad uscire dal tempo lasciandoli ancora nella vita del giorno, celebra le forze spirituali per animare il nulla e superare paure e meccanicismo."
Leggere tutte le vostre poesie, non importa se alcune non sono state premiate, è a mio parere un esercizio che fa bene al cuore perché in esse si evidenzia quel desiderio di bello e di buono che ognuno di voi sa trasmettere.
La poesia sa donare la parte più belle degli uomini:li rende unici, fratelli al di sopra di ogni dogma e ogni differenza di nazionalità. Il poeta è "grande" sotto ogni latitudine.
 

Maria Organtini

Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza

 

Nel ricordare la VIIª Edizione del Premio Internazionale di Poesia «Città di
Monza 2005» e la bellissima serata di premiazione svoltasi sabato 17 dicembre 2005 presso il Teatrino di Corte della Villa Reale si ringraziano:
 
 
 
IL COMITATO PROMOTORE
 
Arch. Michele Faglia, Sindaco di Monza
dr.ssa Annalisa Bemporad, Assessore alla Cultura
Maria Organtini, Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza
Umberto Montefameglio, Presidente de «Il Club degli Autori» di Melegnano (Mi)
Luigi Losa, direttore del settimanale «Il Cittadino»
arch. Francesco De Giacomi, Presidente della «Pro Monza»
prof. Pier Franco Bertazzini, critico letterario
Banca di Credito Cooperativo di Carugate, Agenzia di Monza
 
LA GIURIA
 
Presidente Onorario: dr. Vincenzo Consolo, romanziere - saggista
Presidente: Beppe Colombo, già direttore della Biblioteca Civica di Monza
Maria Organtini, presidente del Cenacolo P.A.M.B.
Anna Robiati, vice presidente del Cenacolo P.A.M.B.
arch. Elisabetta Bosisio, pittrice
Mario Biscaldi, pittore-poeta
prof. Sergio Gandini, poeta
Antonello Sanvito, giornalista caposervizio de «Il Cittadino»
Rita Corigliano Nobili, segretaria
 
GLI SPONSOR
 
Bisettimanale «Il Cittadino» di Monza
Banca di Credito Cooperativo di Carugate Agenzia di Monza
Studio rag. Gianluigi Scotti di Monza
Associazione Mondiale Bahá'í
Famiglia Robiati di Monza
Floricultura Brambilla Cesare di Vimercate
CO.ME.T. di Edoardo e Fabio Fossati di Monza
Fototecnica Casati di Monza
 
E INOLTRE
 
Maurizio Parma, violinista
Carla Dell'Acqua, dicitrice
Mario Bramati, attore
 






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 CARMELA AGOSTA
 
 
A volte la realtà non va abbraccio con la
fantasia e quante volte chiediamo a Dio
perché ci troviamo di fronte alle ingiustizie,
alle sofferenze, alle guerre sbagliate,
alle malattie non curatee anche
di fronte alla morte.
Così ci rifugiamo nella fantasia
per poter sperare ancora...
 
Galoppando con la fantasia
 
Sulla sella di un cavallo bianco
ho messo la mia fantasia
per vivere la vita giorno per giorno
non sono ancora stanca
vorrei poter girare il mondo
<<Va cavallo>> portami via.
Insieme abbiamo tagliato il vento,
attraversato monti, percorso spiagge calde
dormito sotto un cielo di stelle.
E quando ci sorprende la tempesta
ci rifugiamo fra le grotte di quei monti.
Mangeremo il pesce che il mare ci offre
e la verde insalata di questi boschi.
E alla fine di questo percorso ci sarà un castello
e conoscerò il principe azzurro.
Se avrò freddo mi coprirà con il suo mantello
e danzeranno per noi le più belle fanciulle.
Mentre la dura realtà e sempre più vicina.
<<Che succede cavallo bianco?
Perché ti fermi?>>
Forse è meglio che la fantasia adesso scende.
Io mi fermo qui vicino a te,
non potrei mai lasciarti.
Domani saremo ancora insieme
adesso dobbiamo solo riposarci.
 

 
 ANTHERA ANTHERI
 
 
La forza della solidarietà
 
Impronta lieve su impalpabile sabbia
leggera è il viver terreno di umana
progenie spazzato dal freddo di vento
che intride, dell'acre di angoscia
alienante, l'animo scabro per duro lottare
furioso contro muri d'ombra, infida
minaccia al cammino del Giusto
che, impavido, avanza nel caos di un mondo
braccato dal tetro di un tempo malvagio
che fugge, instancabile, nel nero di morte...
Ma ecco, il cristallo iridato di un raggio
di luce fende, deciso, il grigio pigro
del cielo indifferente all'umana discordia...
E il giorno caduco si accende di vita
nuova, dissolve il buio dell'odio
e del pregiudizio, aprendo i cuori
dei popoli al Bene comune...
E tutto si ammanta di Pace...
Le mani di ogni colore si tendono,
le dita si intrecciano nell'azione
del Giusto...
Risuona, all'unisono, la magia
di una sola parola: Solidarietà!
 

Poesia dedicata a colore che, in tutto il mondo, operano a favore

dei popoli nel nome della Pace e della Solidarietà.

 


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 SIMONE ANTOLINI
 
 
Un minuto nell'oceano
 
Ore 12, 21 minuti, 30 secondi
Oceano.
Là dove pattina l'anima sui ricordi
 
Stelle inzuppate di sale
vedo
 
L'alito che viene da lontano
profuma d'eterno
 
Il vento porta mani di velluto
incartate a festa
 
Le voci del silenzio
sento
 
Rapito dalla disperata necessità
di ritrovare me stesso
 
Gioco di luci e illusioni
Oceano.
Ore 12, 22 minuti, 30 secondi.
 

 
 MARIAROSARIA APICELLA
 
 
Per mia figlia
 
Quello che sei per me...
Un angelo venuto dal cielo per illuminare le mie giornate
Una virtù esasperata dalla giovinezza
 
Tenera, ingenuamente mi guardi
Raccogli il mio viso con un sorriso e la
Tua mano che mi sfiora lentamente.
 
I tuoi occhioni mi dicono che sono importante
Ed essere importante per che così piccola vivi
Mi rende più fiera che mai
 
Guardi la mia mano che ora sta scrivendo
Ma non sai ancora che lo sta facendo per te.
 
I tuoi piccoli abbracci, le tue grida, il tuo dormire...
Cose così semplici e comuni ma così intensi per me che ti osservo.
 
L'unico sogno per me e tuo padre è di morire
Un giorno con te accanto rendendo la morte un dolcissimo riposo...
 

Non servono molte righe per dirti che quello sei stato
Sei l'argine di una vita vissuta
Sei l'ombra del mio respiro
Ora che sei mancata nei miei giorni sei presente
Nei miei pensieri
Cara nonna quanti momenti ricordo
Sei l'anima di un cammino che ancora vive
Sei la mia anima.
 


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 RITA ARGENTO
 
 
Dedicato a te...
 
Ti ho amato forse troppo... nella mia vita,
fugace hai sfiorato il mio cuore,
portandomi lontano nel cielo più limpido,
tra le stelle che brillano di più...
 
corre il tempo, portando con sé la nostra storia
... gli occhi miei nei tuoi...
l'emozione più grande, quando vicini sotto la pioggia,
ci stringevamo per trovare posto sotto l'ombrello.
 
La tua voce, la tua allegria erano i complici inarrestabili,
che prepotenti... mi hanno conquistato il cuore.
 
Si dividono le nostre strade,
ma, anche se oggi siamo lontani,
il tuo ricordo è vivo ed acceso,
custodito nel portagioie del mio cuore.
 
Parole commosse corrono nel percorso celestiale
che decise vengono portate lontano
Per arrivare forse... da TE.
 
Allora, saprai che sei stato l'amico più caro
Al quale non ho mai avuto il coraggio di dire
............ TI AMO.........
 

 
CARLA AUXILIA
 
 
Dolore
 
Una lunga lama
mi si sta infilando
nel cuore,
lentamente.
Il dolore, lancinante,
nasce quando
il metallo muore
nella carne.
Ho come una nausea,
sento il sangue
salirmi nella bocca,
ma non muoio.
I colpi sono duri,
mortali,
eppure non sono morta;
non ancora.
 

Il gelo dentro
 
Ferma,
davanti ad una tomba.
La tua.
Immobile,
annientata dal dolore.
Per te.
Confusa,
persa nei ricordi.
I nostri.
Distrutta,
soffocata dal rimorso.
Il mio.
Vuota,
smarrita nel buio.
Il tuo.
 


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 SERGIO BALESTRA
 
 
Figli di Lomellina
 
I figli di questa terra
imparano presto
cos'è la vanga,
l'aratro e il trattore.
 
Prima ancora di usarli
li hanno visti fremere
in mano al padre,
alla madre ed ai nonni
e i calli
li hanno già sentiti nelle carezze.
 
I figli di questi fiumi
hanno un po' di nebbia nelle vene
ché nella nebbia
sono stati concepiti:
il sole
non concedeva tempo.
 
Quando parlano
hanno suoni densi e inafferrabili
che come nebbia sfumano
lasciando voce al cielo.
 
Ma si accanisce il ferro
e il cemento, e la concia
a stremare i figli
- da queste parti -
cresciuti dalle risaie
e asciugati al granoturco.
 

 
 CAROLA BENEDETTO
 
 
 
 
 
 
 
Ti volli ad indicarmi il passo
lucernario stanco per una donna sola.
Ho atteso le ombre per vedere l'alba
ma la notte è rimasta qui dentro
irrimediabilmente.
Come si perde il filo dell'oggi
indagare la vita è illusorio come perdere la fede.
Sono solchi che qualcuno ha scavato
con coltelli e lame di pregio
e non c'è sconforto che le pieghi
né coscienza che le liberi.
Rimpiango la pagina quando era bianca,
il mio corpo intatto ride ad una mente non più vergine.
Peccai nell'ingordigia di purezza
giglio bianco che crede di essere il centro della sfera.
Piccola superbia che mi valse un duello con gli occhi
dove perdere il coraggio di tornare
e finire le ore contando le dita.
 


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FRANCESCO BERTOLINO
 
Occhi di bambina
 
Occhi di bambina
Che mi osservano in una foto ingiallita
perduta nel tempo
che mi trasmettono la spensieratezza
e la bellezza della vita
che combattono il grigiore e la tristezza del presente
catapultandomi in un mondo pieno di colori
dove non sono schiavo delle mie paure.
Dialogo con te
come si fa con gli uccelli
sereno,
libero,
come l'aquila nel suo regno incontrastato
e dall'alto del mio volo ti osservo,
incantato dalla tua semplicità e dalla tua innocenza.
Vorrei fermare quell'attimo e trasportarlo dentro me
per proiettarlo nel tuo animo
e farti ricordare la bellezza del mondo
che hai lasciato tanti anni fa.
Di te mi rimane questa immagine,
più viva che mai
perché trasmette il tuo animo
bello come allora,
quando si avvicinava alla vita
e si chiedeva
come sarebbe stato il suo futuro
e non sapeva
che un giorno avrebbe incrociato il mio.

 
 RITA BONIFAZI
 
 
A mia madre con amore
 
Mamma cara,
con tenerezza infinita
osservo il tuo sguardo
disperso nel vuoto.
 
E una forte amarezza
pervade il mio cuore,
vorrei un istante
tornare bambina
per sentirmi avvolta
dai tuoi caldi abbracci.
 
Ma ora sei qui Mamma
come una rondine
dalle ali spezzate
che più non sorvola
i suoi cieli stellati.
 
Mentre accarezzo
La tua debole mano
Vorrei che sentissi
Quanto ti amo.
 


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ILARIA BOVOLATO
 
 
È sceso il freddo
tutto è immobile.
C'è un sospiro inascoltato,
lieve, dolce,
di una fanciulla dall'animo inquieto.
Una timidezza che nasconde
uno spirito selvaggio.
Ma tutto è ghiaccio;
il calore del cuore non basta.
Ormai c'è solo lei,
costretta ad arrestare il passo,
vinta dall'avanzare degli eventi.
Una ballerina nel vento gelido
danzante una melodia sconosciuta
che non si compone di note
ma delle vibrazioni dell'anima.
Ben presto tutto sarà finito,
e lei scomparirà
così come è comparsa:
nessuna parola,
nessun gesto,
una scia di buone speranze
e celate intenzioni.
Il gelo non durerà in eterno
e prima o poi
un altro sospiro animerà una nuova danza.

 
 MARIALFONSO CALIANDRO
 
 
Venere
 
Tornavo da Firenze
e tu eri lì
con le fossette allegre
sulle tue gote bianche.
Ero il tuo Botticelli
e tu non lo sapevi.
Lasciasti negli Uffizi
una conchiglia vuota.
Oggi
di questo quadro penso
che manchi sempre tu.
Dimenticai passioni,
sogni più non dipinsi.
Tutto è fuggito.
Filipepi non diventò
Botticelli.
Tu non fosti Venere
mai più.
 


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 LAURA CALVI
 
 
Piccola isola
 
Mare in tempesta
Pensieri alla deriva
Il mio cuore naufrago
In cerca di una rotta
Tu
Piccola isola
Smarrita tra le lacrime
"Un giorno tornerò"
Ed eri sempre più lontana
Sprofondavi oltre il limite
Del mio pallido orizzonte
Tu
Spuma di mare
Portasti
Vita
Alla mia vita
La tua candida luce
Ancora lambisce
Ogni mio pensiero
Il dolce ricordo
Delle tue rive sorridenti
Riemerge all'orizzonte
Piccola isola
Porto felice
Del mio vagare
Punto d'incontro
Dei miei sogni
Dimora segreta
Di un amore senza confini
 

ALEX CANGINI
 
 
Umida essenza
 
Nuvole livide
cariche di vapori,
nemmeno una goccia
liberano su terre assetate
che gridano di silenzio.
L'aria umida e greve
si appiccica
su ideali indeboliti
intenta a soffocarmi.
No...
Il mio sofferente respiro
non viene sopraffatto
e nel suo affanno,
è ancora capace
di appannare d'emozione
la scivolosa superficie
dello specchio esistenziale.
Sul velato riflesso scende
ora, lenta una lacrima,
tracciando una linea,
ove scorgo chiaramente
solo millimetri della mia natura,
il resto è un'ombra
di colori non definiti.


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 DOMENICO CASSESE
 
Goccia di fragola
 
Come il vento a noi la voce piega
della colomba l'ala, dal disio mossa, sparge dolce il mio grido per l'aere.
Ai piedi una foschia
e fresca la rugiada mi cinge.
Per diletto li occhi il verde stringe
il viso da amor né mai ne fu diviso.
Questi e poc'altri dei tempi i più felici...
un bacio di vita e sulle labbra goccia di fragola.
 

Nel giardino la luce
 
Già l'ore distendevano il core e lei s'avvicina.
Ascolto naufragio de'sensi.,
dolce l'attesa,
e di notte la vita colora.
T'ascolto.
Raccolto in me, nel giardino di fiori, aspetto che pace dal cielo s'esala.
Ha calici aperti e fiamme per petali
bramo l'aurora figlia del tramonto,
mi faccio polvere quando sento una luce che muore e poi nasce e
io insieme a lei perdutamente...
 

Una musica in fondo
 
Come la brezza marina e lo sciabordio dell'onde
mi resa un ultimo sorso in fondo al bicchiere.
Corro al suo cospetto
eppur sorseggio veloce come uno stupido ingordo
l'infinità più dolce.
 

 
 MIRKO CASTELLAN
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Amico morto
 
Sento aria calda sul viso come se qualcuno la soffiasse sulle mie
guance.
 
Sei scomparso pochi mesi fa amico mio e oggi è il tuo compleanno.
 
Lo so!
 
Auguri!
 
Riprendo a camminare pensandomi una fiammella di candela che
brucia sulla tua torta.
 
Auguri amico mio.
 
Questo anno ti regalo solo il mio pensiero.
 

 


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 FABIO CAUSIO
 
 
Una carezza nel vento
 
Alla finestra dei ricordi,
nella serenità della sera,
ho sentito sul viso
la tua carezza materna.
Tra le stelle, dal cielo,
il vento l'ha portata a me.
 
Per un attimo, ho riascoltato
eterna la tua voce sicura
e l'amato sorriso,
radioso e pieno di vita,
ha riempito di fiducia
l'inerte nostalgia.
 
Mi manchi, angelo mio!
Insieme a te, in un solo istante,
è fuggita via la giovinezza,
son svaniti i giorni più belli,
l'antica allegria, gli ingenui sogni.
 
Nel cuore, per sempre,
rimarranno impressi i tuoi occhi,
ogni sguardo finanche l'ultimo,
quello più dolce e fatale,
stretta tra le mie braccia.
 
Mi hai fatto il regalo più grande,
salutandomi così,
in quel pomeriggio di novembre.
Ti voglio bene, luce del mio cammino!
Vieni a trovarmi, quando vuoi!
 

ALMA CHIMENT
 
 
Chiamami per nome
 
Son conosciuto
con mille e mille
soprannomi
talvolta dolci
talora colorati
sempre profumati.
 
Al mio comparire
morbide labbra
al sorriso si schiudono
incerte dita mi sfiorano
soavi parole mi salutano
teneri sguardi mi ammirano.
 
So rompere i più gelidi ghiacciai
so incrinare i più aridi cuori
so spezzare le più cupe lame
e cantori, poeti e pittori
di mie lodi
il firmamento colmano.
 
Di tenerezza, amore
orgoglio e vanto
sono il messaggero
e se talvolta
stupisco al buffo titolo
che questo o quello mi rifila...
 
in ogni angolo del mondo,
ovunque io nasca o muoia,
sul fronte di mia umile dimora
sempre il nome di famiglia
- altero e fiero -
compare: Fiore.


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 ANTONIO COLELLA
 
 
Aquila
 
Fu danza e tormento l'aquila,
nervosa all'altitudine,
accanto alle rovine
di nuvole insipienti.
E poi implorando il fascino
delle maree dei venti,
che in foga cospirarono,
inutili trionfi.
Ora singulto e fango,
incenerite ali,
esuli specchi d'alba,
lungi i convulsi voli.
 

Dai mari di luna
 
Fluttuante sull'ombra di cieli di miele
spingo nel viaggio l'aratro dei sogni di carta.
E vibro di suoni, di pallidi albori
di avidi sguardi, tiepidi abbracci
al vento che morde.
Leggera e immediata,
confusa alla ruggine che tinge la fiaba,
mi stringi influente
seduci l'assenzio dell'erebo stanco.
Ti accolgo gioioso nel canto dei giorni,
distratto e invaghito dai mari di Luna.
 

Respiro
 
Adesso sono le tenebre
e in questo adesso stringi,
tra i seni caldi e soli,
ombre e profumi vaghi del sole addormentato.
Mi coglie di avvertire, nella mia quiete stanca,
l'intensa leggerezza del tuo respiro bianco,
dell'unico tepore per questo freddo affanno.
 

GIULIANA CUCCHIELLA
 
 
Undiciletteredidolore
 
Passi ed io muoio
dentro perché ti voglio
e non posso
che rassegnarmi all'evidenza
ed ogni tuo sorriso è rabbia
ed ogni tuo sguardo è violenza-ancora
nonostante la clessidra sia capovolta
da tempo e ferma ad un inesorabile
verdetto
che porto scritto sul corpo
nel punto massimo
dove venere s'addensa
dove ricolmo cresce bellissimo
il fiore velenoso del mio desiderio
umiliato
deriso.


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SIMONA DI DIO
 
Oscuro ma vivo
 
Svelare il proprio essere
è come recitare i versi
di una fervida poesia.
In molti preferiscono
evitare questo incontro
con la disperazione dell'io.
Il nostro essere esulta
delle divinazioni della lirica,
con fiato felice e illuminato,
il proprio essere vita,
sopra la terra
che si calpesta
e sotto il cielo
il nostro superbo pensiero
dell'io oscuro ma vivo.
 

Grembo nascere
 
Per chi pensa che la poesia sia solo triste e lacrimosa, io
affermo che si
sbaglia.
La poesia è una grande divinazione, ogni giorno che passa,
nasce un germoglio di parola.
Sono lettere mai spedite ai nostri segreti tormenti.
La poesia è anche felicità, è attraverso la sofferenza che nasce
un sorriso di
poesia.
È la lacrima primordiale, un indefinito al pianto dolore e le
parole
veleggiano nel
buio tra il sapore e la morte fino al pieno risveglio.
La vita è racchiusa in essa nel suo grembo nascere, al pianto
felice crescere
del poeta.
 

 
 VALERIA DI FELICE
 
 
Spegnersi dolcemente
 
L'immagine di una lacrima
che scivola dolce
sulla tua guancia
mentre sei disteso
su un letto di fiori.
Il vento soffia sul tuo viso
accarezzando quei ricordi
che diventano lontani
e piano piano te ne vai
senza saperlo.
 
Ti stai addormentando
mentre aspetti di saltare
in quel lungo sogno
che non ricorderai mai
ma penserai di viverlo
sempre.
 
Stringo la tua mano
ferma
e guardo i tuoi occhi
stanchi
che mi parlano
di una bambina
tra le braccia
del suo nonno
mentre le dice
"non avere paura".
 


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 VERONICA FABBRI
 
 
Non-senso
 
Passa per quel non-senso che blasfemo seduce,
senza senso la vita attrae, per quell'oscurità materna puttana...
fin in fondo, finché il dolore è tradotto in amore, dolce dolore..
E ne segua l'esistenza che precede l'essenza:
ragionevole, consapevole, pura,
senza scuse, incorrisposta, fine a se stessa
e al cogito, all'"Io sono".
"Io sono"
indiscutibilmente, a prescindere dal pensiero e dalle costrizioni.
"Io vivo
in quanto indissolubile essenza, che al momento respira,
che edonisticamente vuole,
è voluta e voluttuosa si pasce del mondo
e seppiù ingorda più è umana e vitale;
sennonché unita a spirito effimero
gioisce pur nel dolore, anche se:
richiama alla purezza delle vette di ciò che indaga
sul sapere stesso che per saper vive nell'inconsulto emblema dell'Io
che uno e molteplice indaga su tutto e su se.
Tornando da capo,
e passando per il giallo maggio in fiore
rivedo l'infanzia, la vita e la morte di un fiore di crocus,
e mentre piove, nel Brumaio di sole,
mi sento libera e viva; mai sola.
In tempesta noctis balena il fuoco
... quel fuoco d'amore e passione che brucia il dolore.
Ne consegue
che la violenza scaccia il dolore
mentre il dolore è causato dalla stessa violenza.
Senza senso dipano la matassa,
seduta s'una maestosa spada di Damocle
e mentre canticchio allegre ballate
dal nulla riemerge quell'Io misterioso
che mi osserva pensoso arrivando finalmente a capire
che sono solo la sua esterna proiezione.
 

 
 GIUSEPPE FALZONE
 
 
 
 
 
Ricordi di un tempo passato
 
Ricordo quand'ero bambino. Vestito da grande.
Pensatore da uomo.
 
Osservavo la gente con grande stupore,
capivo quel dramma, dramma comune.
 
Dagli alberi sentivo il cinguettio degli uccelli,
la luna piena al calar della notte,
i bimbi giocar sotto le stelle,
il fuoco acceso e la gente a chiacchierare.
 
Le stagioni sempre piene:
foglie gialle, verdi, campi in fiore,
pioggia, neve, sole cocente.
 
Bastava poco per essere felice:
ore di silenzio, ore di dolore, ore d'amore,
scuotevano il tempo come il vento
scuote le foglie.
 
Il mondo trasportava la mia mente,
sola, insicura, vergine.
 
Nelle strade di terra battuta,
i passi forti di un bambino innalzavano
una nuvola bianca, carica di rabbia,
di speranza.
 
Lei mi guardava con gli occhi bassi,
una lacrima scendeva dal suo dolce viso.
Io in silenzio l'amavo dentro.
 
Il treno correva, correva lontano:
lacrime, solitudine, rabbia,
sedevano insieme, senza saperlo.
 
Il cielo sereno perdeva il suo bianco,
la notte triste spegneva quel pianto.
 


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 ILARIA FOJADELLI
 
Al di là del sogno
 
Dolce è il cammino di un sognatore:
lento il suo passo e lieve il suo respiro.
 
Il suo mondo ha colori sbiaditi
d le ombre incombono.
 
Il suo ballo è incantato
e il suono della sua voce falsato.
 
La sua richiesta è forte
ed esasperata.
 
Grande è il sogno di un sognatore,
ma incidentato il suo percorso:
 
alti sono gli ostacoli
e le parole...
 
Ma il suono del suo passo
rimbomba.
 
Dolce è il cammino di un sognatore:
 
mai addormentato,
mai risvegliato,
 
lento il suo passo e lieve il suo respiro.
 

 
 GIORGIO GALLI
 
 
La tristezza
 
La tristezza è come una mela verde
come il quaderno di cartone rilegato, appoggiato sulla tavola
senza sapere che scriverci dentro
come il bicchiere che riempi d'acqua per una medicina
che prenderai fra poco
come la borsa di tela in cui non sai cosa infilare.
È come una giornata da malato
nella tua stanza ch'è diventata un letto d'ospedale
come rivedere una ragazza che t'ha detto di no due anni fa
e trovarla ancora più meravigliosa.
La tristezza è calcare queste strade senza una ragione
leggere un libro di cui non t'importa niente
è stare seduto ad aspettare, aspettare, aspettare
è non aver voglia di rivedere il mare
non aver voglia di rivedere amici.
È stare seduto davanti allo schermo indifferente di un computer
a constatare che nessuna mail arriva.
La tristezza è inondata di sole
t'avvolge tutt'intorno quando in città s'affaccia primavera
e ti rode fra i pensieri di una notte senza profumi.
La tristezza è dolce come una bambina
è ambigua come la fortuna
alle volte ti è cara, poi d'un tratto
ti ha piantato radici nel cuore
la tristezza è un'erbaccia
è la gramigna che non si sradica mai
è l'edera fedele e stramaledetta
è la tua migliore amica.
La tristezza è il fantasma di un amico morto
è il suo teschio in cui è scomparsa l'amicizia
la tristezza è il bicchiere alzato fra le lacrime
fra quelle lacrime che tu nascondi dentro
perché quel giorno devi ridere per forza.
La tristezza è una sinfonia di Mahler
è il bruciore di Majakovsky.
La tristezza.
 


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 EMMA GARZAROLI
 
 
 
 
Costa azzurra
 
Mare bicolore:
celeste serenità,
azzurro cupo, dolore.
Per l'ultima volta ti guardo:
devo andare.
Come vele leggere
scivolano i pensieri:
felicità spruzzi di schiuma leggera
sulla calda pelle,
mentre, sdraiati sulla sabbia,
guardavamo l'aereo
lasciare nel cielo la sua scia.
"Vorrei essere lassù" dicevi,
presagio di lontananza.
Come onde che si rincorrono
si succedevano i sogni,
come le onde s'infrangevano
sugli scogli.
Come le onde anche l'amore
viene e se ne va,
forse potrà tornare,
e questo mare ancora potrò guardare.
 

 
 GIANNA GATTI
 
 
OPERA VINCITRICE DEL PREMIO
AUGUSTO ROBIATI
 
 
Pianeta terra
 
(Inquinamento Ecologico)
 
Nero è il fiore
colto dalla grigia terra,
nero come il colore della morte
triste presagio al pianeta calpestato,
tormentato, eppure, amato...
La terra soffre
piange sugli alberi morti per le piogge acide,
sulle città nere per lo smog,
nell'aria resa irrespirabile dai gas,
nei mari inquinati dall'egoismo umano;
Saprà in avvenire un piccolo bimbo
cogliere ancora un fiore rosso?
 


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 FRANCO GOLLINI
 
 
OPERA 8A CLASSIFICATA SEZ. ADULTI
 
Quel domani
 
È come un fremito, la caparbietà
del futuro nel farsi, e per magia,
attimo presente scavando duro
nella carne profonde sofferenze.
Io lascio il pensiero, già ubriaco
d'infinito, ad evocarmi un domani
incerto per data, se nel frattempo
tramonterò nell'ombra del silenzio.
Non m'importa se il cuore, il passo
fuori tempo fermerà come statua.
Distratto il mondo alla mia sorte
camminerà spedito a rendere
la terra fertile e confortevole.
Verranno i figli, uno dopo l'altro,
a vincere l'ignoto delle stelle.
Poi le tante cose strappate al buio
saranno lo stupore d'esistere,
e tutto ciò che fu di gran mistero
parrà, ai più, semplice abitudine.
Razze diverse, fili di passione,
intrecceranno forza, pace, arte,
in un'unica società d'eguali.
Io sarò con loro, in quell'alba
dipinta a spatola dal primo sole,
e tinta dalla risacca del mare.
E me ne starò quieto fra la folla,
con tutta l'innocenza d'un bambino
mascherato da nota musicale
sul carro principale della festa,
per spartire quell'impeto di gioia
coi passati millenni di fatica.
 

 
 NIRVANA GRANATA
 
 
 
 
 
L'impossibilità
 
Questo foglio bianco davanti a me,
il desiderio impellente di scrivere,
buttar giù parole, lasciarle fluire come pioggia
torrenziale in un temporale d'estate ma,
come in un cielo grigio gonfio di nubi,
resto in sospeso,
senza trovare un linguaggio comprensibile per
ciò che vorrei dire.
Quindi mi fermo qui,
sospesa tra il giorno e la notte,
lasciando fluire in me quest'alba antartica che
non riesco ad esprimere a parole.
 

Lanterne
 
Alchechengi, come lanterne cinesi,
traboccano dal vaso sul mio tavolino.
L'intenso colore di mille soli al tramonto,
dondolanti in questa brezza serale,
mi conducono altrove.
In paesi dal sapore di spezie e cieli smeraldo.
 


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PIETRO IMBROGNO
 
 
Mediatori del piacere e del desiderio
 
Pompa il cuore nelle arterie,
senza fermarsi, fluisce il sangue,
accelera e rallenta il polso
scorre così veloce e caldo nel petto
infiamma l'anima, si ferma, innonda e brucia.
 
Così tu mi riempi lentamente come lava
e poi veloce fuggi e mi raffreddi
mi lasci senza forze, ansimante, pallido
con le membra instabili, tremante.
 
Le cellule nervose divorano affamate
e liberano i mediatori del piacere e del desiderio
endorfine compensatorie pervadono ogni parte del mio corpo
quando sei vicina, presente.
Attendono le cellule, altro nutrimento
serotonina, ossigeno, glucosio, dopamina.
 
Pensavo, avvicinandomi, di guarire
di rinnovare il sangue nelle arterie.
Bloccato invece è il battito
troppo accelerato
non riesce a spingere il fluido vitale
soffocato nelle vene.
 
Mi allontano allora,
figurando un valzer indifferente
conservando una giunzione dendritica
sul tuo fianco scoperto
come un elastico teso, chimicamente dipendente.
 

 
SALVATORE INCARBONE
 
 
A sera
 
Mentre m'addormento
non vedo quel firmamento
che sereno, maestoso,
il senso amoroso
 
immenso custodiva
e nelle tremule stelle
lucenti e belle
la gioia gradiva
 
delle anime amanti
e le ombre e i canti
e ogni carezza condivisa
e i bisbigli e le risa.
 

Balocchi del cuore
 
In silente solitudine,
 
serrando gli occhi,
ognun di noi
sorride beato
ai suoi balocchi,
 
ricordi di splendore,
passioni e luci, e poi
a quel tanto amato
in voluttà di cuore
 
presaga beatitudine.


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 PATRIZIA LANDI
 
 
Disperazione
 
Ho imparato da poco a sorridere
da ancora meno a parlare;
mi sono voltata con la fiducia di un bambino
mentre affondavi la lama nella mia carne
all'improvviso,
con spaventosa precisione,
con agghiacciante violenza.
L'offesa mi ha straziato
Perché inaspettata,
risoluta, audace, meditata.
Lo stordimento mi ha colpito
perché imprevisto,
profondo, indomabile, impensato.
Soltanto il dolore mi consola:
mi impedisce di pensare, di ragionare e di capire.
La ferita è netta, precisa, senza incertezze;
sanguina copiosa e pulsa disordinata;
l'ho cosparsa di sale,
così, il bruciore insostenibile
rende più facile l'oblio, la disperazione e l'abbandono.
Sgomento, umiliazione,
oltraggio, prostrazione,
offesa.
Annichilita penso
che il fango e la vergogna,
la solitudine e il dolore,
l'amarezza e l'indifferenza,
la freddezza e il distacco,
la paura e la frustrazione
saranno i compagni che mi stringeranno le mani,
le dighe che mi difenderanno dagli affetti,
le pareti che mi proteggeranno dalle intimità,
le barriere che mi ripareranno
dalla dolcezza di una illusione
che non ho ancora vissuto.
 

 
 ALESSANDRA LENTINI
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Rosso & Nero
 
Fronde smeraldine frusciano schive nel severo oblio.
Alzo il capo verso la distesa azzurra del cielo privo di nubi.
Sorge una Palla di Fuoco tra quella infinita beatitudine,
una rossa, fiera Palla di Fuoco.
Tossisco e si spezza quel silenzio illusorio.
Mi mette timore sapere di dipendere da una palla.
Mi mette timore sapere che ad un suo indugio
le foglie si acca4rtoccerebbero affamate su se stesse,
per abbandonarsi,
a poco a poco,
al Lungo Sonno.
Mi mette timore sapere che farfalle, api, zanzare
sbatterebbero affannate le alucce,
senza però sfuggirGli
e rovinerebbero al suolo
per addormentarsi tra la selva ormai inerte.
Mi mette timore pensare a linci, cavalli, uomini
che navigano in un mondo privo di futuro
coscienti che la Macchia Nera accarezzerà presto anche loro.
 
Sorge ancora una Palla di Fuoco tra quell'infinita beatitudine,
una rossa, fiera Palla di Fuoco
 


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 MANUELA LOMBARDI
 
 
Trascorrere del tempo
 
Sono vivo
Mi domando
Cosa c'è di più bello
Di alzarsi vedere il cielo
Perché il cielo?
Giusto perché è l'unica cosa che
Non ha confini
Si può spaziare essere in ogni dove
 
Poi Respirare
Un'azione che si fa sempre
Ma...
Al mattino ti entra l'aria nei polmoni
E comincia il tuo organismo a prendere vita
Ed in sincronia
Sale dal cuore alla testa
Un'emozione
Diventa un circolo vizioso
E ti senti felice.
 
Sembra poco
Eppure c'è un'intera giornata che ci aspetta.
Noi e il mondo
Progetto
Farlo più bello più vivibile
E rispettarlo
E dobbiamo rispettare il nostro corpo.
Così abbiamo sempre qualcosa da fare.
Non ci si può annoiare.
 
(02/08/05)
 

 
 ALESSANDRO LUCENTE
 
 
Quadro alla Hopper
 
Dalla mia finestra
Verso gli opposti balconi
Sprazzi di luci e magoni.
 

Dall'alto di un ponte
osservavo una sera
il guizzo dei flutti del fiume.
Divisi in plotoni allo sbando
dai saldi piloni calcarei
di quel crocevia di esistenze,
potevano poi riabbracciarsi,
trascorso quel tratto obbligato.
E, come festosi cuccioli,
descrivere assieme un vortice
di nuova vita e gioia .
Giocare di nuovo a inseguirsi
su e giù per le pietre del fondo,
emergere con un gran balzo
e fare la doccia ai compagni
... ne vidi uno voltarsi d'un tratto,
sfiorato da un dubbio insolente.
Rivolto a cercare un destino
mai sopraffatto o ingannato,
ancorarsi a una riva sabbiosa.
Solo per pochi istanti...
E già mollare la presa recente,
e riprendere la deriva,
per non doversi mai pentire
di aver solo ristagnato.
 


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DONATA MARANGONI
 
 
A Silvio
 
A te il palcoscenico
Sarai giullare esuberante
Maschera di pioggia e lustri arcobaleni
A te il palcoscenico
Sarai figura impenetrabile
Storia intrigante
Giornata uggiosa
A te il palcoscenico
Sarai artista senza artigli
Creatività compiuta e insofferente
Diario di parole
Chiuse a chiave
Dagli occhi pronunciate
A te il palcoscenico
Sarai musicalità nomade
Uomo randagio
Candido lineamento
Da lusinghe sfamato
A te il palcoscenico
Sarai risata d'acciaio
Incendio purificatore
Suadente condottiero di sibille
A te il palcoscenico
Sarai vanità audace
Universo di giochi
E labirinto di conquiste
A te il palcoscenico
Sarai blocco di cemento
Sarai piuma che svolazza
Sarai bianco marmo da scolpire

 
FRANCESCO MARANO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Segmenti di inchiostro
 
Fila di essenza di anima,
questi segmenti di inchiostro sono una lucente lamina,
dove mi specchio e mi innamoro,
né di un bel volto, né del luccichio dell'oro,
ma di ciò che è nascosto dentro,
che dell'attenzione mai è il centro,
adagiato sui soffici cuscini dell'infinito,
niente può toccarti nemmeno con un dito,
e per un attimo non sono più invidioso,
mi lascio cullare dal tempo ozioso,
il cuore canta melodie tranquille,
dolci sorsi di profumate camomille,
calmano un eterno dolore,
che dalla nascita fa da tutore,
e i pensieri diventano più leggeri,
alti si librano a volar nei cieli,
come stormo guizzante e armonioso,
tracciano nell'aria dipinto suntuoso,
che io... bramoso
tento di copiare sui miei fogli stropicciati,
... altre lettere e segmenti di inchiostro... sbavati...


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 DEMO MARTELLI
 
 
Se tanto amore
 
Quando il vento di maremma
tingeva gli olivi in due colori,
sotto a un solo cappotto
militare, ricordi mamma,
andavamo a fare carbonella.
Poi mi davi una mela
e una canzone,
e nelle pause oscure,
raccontavi che a tanti poverelli
mancava la salute.
Eri sotto i trent'anni
e già da tempo,
avevi perso l'amore
e chi ci dava il pane.
Son passati trent'anni
e un altro amore trovi,
(eh mamma, ti adegui ai tempi!)
e come ragazzina mi arrossisci,
e gli auspici son buoni:
se tanto amore
tanta sofferenza chiede,
tu mamma, è una vita
che paghi anticipato.
 

Quando trovi un tesoro
 
No! Non è vero che piango,
queste lacrime non sono bagnate,
sono schegge del tempo passato
che scalfiggono ora le guance indurite:
quando trovi davanti un tesoro
e più tardi ti sfugge di mano.
 

 GERARDO MELCHIONDA
 
Degrado
 
Che ci sei nato a fare in un paese, se poi, quando ci torni,
ti guardi in giro e non vedi nemmeno uno straccio di verde tra una casa e l'altra.
Case basse e palazzi, case abusive, case venute su in fretta senza intonaco,
con i mattoni di tufo ad asciugare come panni al sole.
Capannoni abbandonati, container souvenir del terremoto.
Lo chiamano degrado ma è solo una buona parola per tutti gli usi.
Per chi ci è nato in mezzo è una specie di imprinting,
un colpo d'occhio che impari a riconoscere soltanto quando te ne sei separato.
Lo senti sul tuo corpo
Lo vedi nelle strade dissestate,
nei cornicioni pericolanti,
nelle viuzze scure e strette tra file di palazzi in bilico,
nei cortili sterrati trasformati in paludi alle prime gocce di pioggia,
negli sterpi e nelle erbacce che aggrediscono indisturbati le pareti e le scale.
Lo senti sul tuo corpo.
Lo scorgi nell'assenza di un qualunque senso civico,
nella volgarità invadente di una ricchezza guadagnata male.
Un tempo c'era la campagna e ti potevi almeno rotolare giù dalle scarpate
o raccogliere le nespole sull'albero.
Lo senti sul tuo corpo.
Quella è la tua montagna sono le tue radici,
ma hanno male, e tanto.
Sono parenti ad un sonnacchioso morbo tropicale,
che va e viene, aggrappato ai più perfidi ricordi
quelli che tornano improvvisi al passato.
Lo senti sul tuo corpo.
Vivi come se fossi sempre in transito per i tuoi spiccioli di mondo,
finché capisci che laggiù non ci ritornerai mai per davvero
che sarai sempre in viaggio fra la tua vita e un ricordo pasciuto di speranza.
Ti tocca questo, e non è peggio di tanti altri destini.
Basta saperlo.
Non si fa finta con il tempo, mai.
 


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ANDREA MINA
 
A mio padre
 
Ti trovo in montagna, in una passeggiata sotto il sole, ti trovo in
una stella alpina, che raccolgo e conservo.
Ti trovo nei festanti tifosi del toro, nelle loro urla di gioia dopo
la promozione, ti trovo in quel libro che ne racconta le gesta.
Ti trovo in quelle medaglie d'oro, conservate con cura, ti trovo
in un campo da bocce e su un tavolo da biliardo.
Ti trovo nei miei pensieri, negli atteggiamenti, ti trovo nei modi
di fare e nei ragionamenti.
Ti trovo in ospedale, nella sofferenza di una corsia, ti trovo
nelle fiamme che riscaldano e che inceneriscono.
Ti trovo in ogni ricordo, in ogni parola, in ogni singhiozzo della
mamma, in quella casa troppo vuota, troppo silenziosa.
Ti trovo nei miei progetti, nel desiderio di un figlio, nell'amore
per la famiglia, ti trovo nella dedizione per il lavoro.
Ti trovo ogni volta che mi arrabbio, che urlo, che sono disilluso,
ti trovo, purtroppo, in ogni sigaretta che fumo.
 

Son felice
 
Son felice perché la mia vita si muove velocemente,
son felice perché la mia vita si muove nella direzione giusta,
e se così non fosse, comunque la mia vita si muove.
Son felice perché quando sto bene riesco ad andare avanti,
son felice perché quando sto male e striscio a terra,
comunque vado avanti.
Son felice perché ho tanti sogni e lavoro tanto,
son felice perché sto bene, posso lavorare tanto
e lottare per realizzare i miei sogni.
Son felice perché sono stato sconfitto e grazie a questa
sofferenza posso migliorarmi e crescere.
Son felice perché ho vinto e grazie a questa gioia posso
aiutare qualcuno nella sua lotta.
Son felice perché ho una famiglia che mi ama sempre,
son felice perché ho la fede che mi sostiene sempre.
Son felice perché ho un maestro che m'indica la via,
son felice perché son vivo,
son felice di essere felice.
 

MICHELE MUTTI
 
 
Solitudine
 
Potrei averti in un attimo
se solo lo volessi,
potrei lasciarti a terra col cuore a pezzi
e poi sorprendermi
a ridere di nascosto.
 
Potrei svelare i sogni che nel profondo celi
come fiori in sottobosco, confusi
nel dolore dell'esistenza.
 
Potrei convincerti
che di te non posso fare senza,
che la follia stuzzica la mente
più della luna il mare,
che il nulla è meglio del poco.
 
Ti porterei per mano
negli infiniti corridoi dell'anima, lontano
da questo mondo troppo umano, percorso
da un eco squallido,
guardare solo il tuo viso pallido,
ridarti la vita
o toglierti il fiato.
 
Ti racconterei
di silenzi inascoltati, di prati
fatti di voci distese, arrese
all'inganno del tempo
ma so che capiresti a stento,
e crederesti ancor meno
perciò attendo sereno
senza aspettare nulla.
 
Irrimediabilmente immobile taccio,
stupidamente inane giaccio
per non dovermi accorgere un giorno
d'aver amato nuovamente.


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BARBARA NAVA
 
 
La dama del sogno
 
Due mani affusolate
accarezzano una bianca brocca
da cui, lente e leggere,
zampillano gocce
di acqua trasparente
e pura.
 
Vanno a infrangersi
sulla fredda roccia
e da quella
con un piccolo salto
incontrano il suolo.
 
Da esso sarebbero spuntati
fiori e piante.
Anno dopo anno,
millennio dopo millennio,
la dama continuò
a camminare silenziosamente
per la foresta,
osservando l'acqua
e la stella.
 
Un giorno andò
a ovest,
e da allora
di lei più nessuno
parlò.

MAURIZIO ORSI
 
 
Le stelle di quella notte...
 
Come gocce di luce
le stelle di quella notte...
 
Dietro le scie...
... a leggere nostre esistenze
su quel "Passato",
note disperse
su vecchi spartiti...
 
Oltre le scie...
... a scrivere nostri destini
per quel "Futuro",
lampi improvvisi
per nuove tempeste...
 
 
Dentro le scie...
... a parlare coi nostri silenzi
di questo "Presente",
sorrisi e lacrime
di unica madre...
 
 
Come gocce di luce
le stelle di quella notte
in quella notte di scie...
... che il tempo accarezza
come gocce di vita,
che la vita accarezza
come gocce di tempo...
 
Gocce di "Nostra" luce...
... le stelle di quella notte!


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GIOVANNI PALADINO
 
 
OPERA 6A CLASSIFICATA SEZ. ADULTI
 
 
Mia nonna: in morte di mia madre.
 
Era d'ottobre quando ci spartì
la morte: a lei la figlia, a me la madre
tolse: unico concetto del suo seno,
certezza generosa del mio credo.
Di lei fece una belva il crudo evento.
E come belva, a tratti
ruggendo, annusa e s'agita
nelle orme dei suoi piccoli
rapiti e dei fuggiaschi, e mille volte
intorno al covo ripercorrere i passi...
E stanca siede in lungo
immobile lamento:
così la forsennata
si torse e si compose.
Acerbo desolato immenso il pianto:
a sterminati affetti m'educò
quel pianto e l'eco ancora mi dipinge
con toni amari e linee graffianti.
Dal suo ritiro aperto sul sentiero,
di marmo gli occhi scalfiti di sangue,
fissava... Senza passione, senza
più lagrime, fissava quel sentiero,
che sale alla contrada, dove giovane
andò mia madre sposa.
Questa contrada, in vista all'altra sponda,
con tante croci in alto si presenta:
mia madre sotto un marmo qui riposa.
Qui, da lontano, fissava fissava:
mia nonna aveva in casa il cimitero;
vegliava il sonno della figlia morta.
 

GRAZIELLA PARMA
 
 
Incontro d'estate
 
Lontana l'isola
 
Arsa dal sole
nasconde la vita tra rami piegati dal vento
e scogli rocciosi quali bastioni di fortezza
a difesa dell'immutato esser della sua bellezza.
 
Incontro d'estate
tra profumi speziati
in voluttuosa maestosità di mare
alla volta di un'impalpabile presenza di cielo.
Riflessa al chiaror di luna
ho lasciato che mi cingessi a te
quanto il mare imprigiona l'isola
per tenerla a sé.
Rispondenza a necessità
e desideri
inconsci e mai dichiarati
neanche ai propri pensieri.
 
Sono partita lasciandoti all'isola.
 
Ho portato con me
un ramo piegato dal vento
sotto il quale ora vive la mia vita
il suo miglior momento.


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MARZIA PERSI
 
 
Monologhi molesti
 
Dentro me c'è tutto
uomini popoli secoli millenni
e uomini ancora e Uno su tutti
e nomi di città antiche
leggi arcaiche e vasi di unguento
mentre parli
- e uomini e popoli e Lui su tutti mi percorrono la mente -
e mi tocca ascoltarti
 
una canzone comincia
triste e bella
con parole aspre
perfino tu le senti
taci
stridono
 
Ma è un attimo. Niente importa.
Solo le tue chiacchiere, che mi avvelenano.

 
GIUSEPPE PETITTI
 
 
Se le sofferenze lasciassero
segni sulla pelle
sarei ormai consumato
come uno scoglio
eroso dal continuo infrangersi
delle onde su di esso.
Se i problemi scavassero dentro come
un enorme tarlo
sarei ormai fragile
come un mobile antico
bello fuori e vuoto dentro.
E invece no,
tutte le sofferenze,
tutti i problemi,
non fanno altro che alimentare
l'enorme vulcano che c'è in me
e come il magma lavico anch'io brucio
e faccio la mia forza di tutto ciò che mi ostacola.
 
La forza che rinasce.


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FRANCA PETRICCIONE
 
 
 
 
 
 
 
 
Là dal vulcano
 
Innocenti pargoli vissero nell'oscura cantina
al di sopra del dosso che ora giace
senza arresa e pentimento.
Gl'irti giacigli, sommovendo la scura terra,
nacquero ed al tepore dell'alba si aggiunse
il gemente caldo.
Fremeva la terra,
scuotendo il sasso si ruppe;
quanta lava scese da quell'attonito cielo.

 
ANNA PEZZUTI
 
 
Non dipingere la luna
 
Non dipingere la luna
dipingi me,
mi sento tela vergine
alla mercé delle tue mani,
disegnami con profili colorati
ornami con i tuoi sogni,
sottolineami con il tuo sorriso,
firmami ad opera finita,
con forza vibrante e pennello intriso.
 

Apnea
 
Mi immergo in un mare
di desiderio
tocco il fondale
denso e avvolgente
della tua voglia
annaspo, boccheggio
gorgoglio, sparisco
nel turbine nero
mi sciolgo
risalgo felice
e mi asciugo
con un tuo sorriso.
 

La panchina sul lago
 
Mi è rimasto
il tuo respiro fra i capelli
negli occhi il planare
di quel cigno
bagliori sull'acqua
e il silenzio intorno
mai scenario migliore
son ricami d'oro
le tue parole d'amore
con le quali mi avvolgo
per sentirmi felice
il tempo è fermo lì
e io col tempo.


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LUCIANA PIGAIANI
 
 
Nuova atmosfera
 
Si fa strada il sole deciso
in un'aria di tigli
nuova atmosfera mi coglie
tra il fresco dei viali
mi chiedo quand'è che ho lasciato
così
proprio stupidamente
nel mare cadere pian piano
tutte le stelle
per pescarle
andrò come bimbo a cercare
le mie nuove conchiglie
 
ma i bianchi fiori di loto
non crescono su questo lido
la bassa marea ridisegna
lasciandoli nudi
i vecchi pensieri
l'amara salsedine lenta
corrode nei fianchi il veliero
non salperà mai la mia barca
non sa più scherzare
coi flutti raminghi del mare.
 

 
ANGELA ROSA MARIA PISTONE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Epifania
 
L'anima si avvitava
come lignea ballerina di un antico carillon
Nell'iride speculare
caleidoscopiche fioriture d'arbusti irriverenti
Il morbido fluire
depose petali color lavanda sull'epidermide avvizzita
Ridestano il ricordo
Effluvi di emozioni riecheggiano al risveglio
Riecheggiano...
al risveglio...
che mi sorprese donna


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TANINO PLATANIA
 
 
La parola incontra il poeta
 
Non bado alle vesti
né all'idiozia dei sangui,
 
ma alla parola
 
che come batter d'ali
riecheggia
in un blatero vuoto silenzio,
esplode
come luce crescente
nella chiassosa prodigalità.
 
... Primo vagito
per la dizione divina.
 
... Me ne sazio
si fa sangue
e me ne vesto.
 

L'ultima balza di sole
 
M'illude,
eppur s'abbruna,
l'ultima balza
che protende alla luna.
 
Ieri,
saltavo fossati e muri
per bagole e anuri.
 
Oggi,
mi vesto di ricordi
per affrontare il futuro.
 
Domani,
è già un pensiero
di quel che era ieri.

 
FRANCO PORRERA
 
 
Amo di te i tuoi silenzi
amo di te il profondo dei tuoi occhi
il tuo splendido sorriso
Amo di te le tue infinite parole
che non lasciano spazio alle mie
che parlerebbero solo di te
Amo le tue affusolate dita
che accarezzano i tuoi capelli
come un alito di vento
Amo ogni cosa di te
Amo ogni singolo particolare
del tuo corpo che diventa
linfa vitale per me
Amo la tua idea
Amo il tuo sogno
Amo il tuo tempo che
rimane senza tempo
al di fuori di me
Amo l'essenza che lascia
il profumo della tua pelle
Amo ogni particolare di te
che non sarà mai
parte di me.
 

(venticinque marzo duemilacinque)



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ALESSANDRO REGAZZONI
 
 
 
 
 
Sulla soglia
 
Sulla soglia
sereno
attendi il tuo momento.
Sulla soglia
muto
cerchi preghiere
tra i sussulti della memoria
ed i tremori di quel corpo
che tenace, in queste ore vive.
Per asciugare le lacrime
di chi smarrito
ti piange
Tu preghi.
Su quella soglia
orgoglioso antico atleta
scruti le risposte
a noi ancora taciute
e sereno
attenti il tuo momento.

 

(a Karol Wojtyla 1 aprile 2005)

 
 

 
ALFIO ROTTOLI
 
Cento per cento o nulla
 
Fedele ad un patto lontano
mi scostai dal blu
per gettarmi nel rosso mare
increspato di dorate fiamme
e sprazzi arancione.
 
Epoche in cui
I Poeti erano per il tutto
o per il nulla
Amore o Odio
nessun compromesso.
 
Tempi infami, il nuovomillennio
di turpi compromessi.
 
Vite di un grigio
inanimatamente spento.
 
Vieni e vai
e ancora
e ancora
rincorri.
 
Ma ciò che non sai
è che
il nulla tra le mani
è più vuoto
del tuo
arido Cuore.


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NINO RUSSO
 
 
L'autunno
 
Tra le fragili fronde lieve vento,
brevi battiti d'ali nel silenzio:
calma la mente si raccoglie, ascolta
la vita occulta che passa, che muore.
 

La presenza
 
Nel pallido silenzio della luna,
fievole come l'ombra del pensiero,
la presenza di sempre, china e muta.
 
Aceri - intorno - spogli, secchi pruni,
non orme, non bisbigli: solo intatta
la chiusa solitudine del cuore.
 

La riva
 
Come è intatto il silenzio sull'estrema
deserta riva, e come è gemmeo il mare
che riscintilla quanto l'occhio spazia!
 
Candido, là, tra nuvole leggere
come sospeso tace assorto l'Etna,
serrando il fuoco che gli ruma in petto.
 

DANIELE SANNINO
 
 
Grigio (città in pioggia)
 
Ho visto gente
in vicoli neri
chiedere elemosine
d'amore
con occhi freddi.
Ho ascoltato
le grida delle speranze,
il rumore della noia
affollarsi nella calca
della pioggia.
Ho sentito la mia casa
Lontana
ed il vento Rendeva
la disperazione
asciutta di lacrime.


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PAOLA SARCIÀ
 
 
Di un silenzio di stelle
ascolterò il segreto
di una pioggia
gravida di dolore
di occhi smagriti
in un cielo di sabbia.
 
Ascolterò il mio stesso canto
eco
di un'anima beduina
in cerca d'oasi
 

Ancorati
a gesti rituali
restiamo
ostaggi
di noi stessi.
 

Cammineremo
ancora
per le vie
allegre
di racconti
futili
leggeri
veri
calcheremo
i cappelli nel vento
e guarderemo
coriandoli di risa
rincorrersi
gridando
i-r-r-i-l-e-v-a-n-t-e
 

 
GIOVANNI VITTORIO SCAVINO
 
 
Solitudine n. 3
 
Calore molle, colore che apri
alle stelle, tenue miele del rosso
più amaro, a volte ti mostravi
nella bonaccia infinita sul mare
come una svista del tempo, eri
una lusinga, la promessa grande
alla mia solitudine stretta
fra la fiducia, la speranza; eri
uno sguardo modulato e voce
consolante, la sottana antica
cui s'aggrappava l'attesa guizzante
del fanciullo. Dovessi dirti chi sei,
ora, quale tenaglia e mordace affanno
al cuore mi avventi, non avrei che
dolciastre parole di spalancata
solitudine, quando ti chiudi nel
ricamo vuoto delle stelle.


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CARLA SPINELLA
 
 
Le voci sepolte
 
Sopravvissuta al brulicare
di giovani sogni
dissipata da occulti conflitti
sul muro di quotidiane rinunce
vedo affiorare crepe
e devastanti ferite.
 
Inseguendo il gemito roco
della voce sepolta
col brivido lungo
del corpo ancora ribelle
scivolo sulla sbavatura
dell'ultima luce
verso l'approdo alla riva
deserta ove l'onda
impietosa cancella
ogni duna e nuvole
di gelo avvolgono
il pensiero calcificato.
 

Vanamente cerco
 
M'accarezza lieve il vento
con incerte promesse di sole
mentre vortico inquieta
in cerca di me.
Sprofondo talora
nell'anima selvaggia
e sfioro l'Inferno
cogliendo scintille di follia
e sanguinanti serpi
aggrovigliate. Pure
attendo il fiato primigenio
che svegli speranze in letargo.
Ma non rinasce l'Io
e vanamente cerco
nell'oscuro pozzo
l'acqua filtrante
da pure scaturigini

ELSA STEPHAN
 
 
Le ore
 
Le ore trascorrono lente senza te
al mio fianco,
come lumaca che trascina la sua infanzia
per il cemento.
L'orologio si petrifica raccogliendo statue
di marmo rancido,
ed invecchio senza rendermi conto
che il tempo penetra nei metalli.
 
Comincerò a contare le ore, i secoli i ricordi,
la mia testa diventa pellegrinaggio numerico,
e non trovo la formula per cambiare la
dimensione del tempo.
 
Ti penso così tanto, che la tua immagine
si distorge come figura riflessa
per mille specchi.
Allora...,
ricorro ad abbracciare le tue parole di "ritorno"
e le pianto come radici di terra e di fuoco,
di campane e silenzio.
 


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LUISA TEDESCO
 
 
Buongiorno vita!
 
L'amore nasce, lentamente,
come i petali di un fiore
che sopito dal riposo della notte
amorevolmente si schiudono
al primo raggio di luce del mattino,
gli occhi scrutano stupefatti leggiadre nubi
che cantano la storia d'una purezza senza tempo,
galleggianti in un azzurro mare tiepido e calmo
come il cuore in un dolce risveglio,
ed in lontananza ancora lì resta fissa la luna
ad osservare una terra di fuoco
ed un'umanità impaziente che sorride al sole,
nel dolore del sangue e nella putrefazione della carne,
mentre il vento trascina via con sé tutte le parole
e delle onde mosse dalle prime urla
nella sofferenza più inaudita
squarciano l'orizzonte
mostrando ad occhi increduli della vita
un disegno che si colora d'indole nefasta,
di necrosi senza più quiete per la morte imminente
sempre alle spalle, sempre vigile
nel barlume dell'indifferenza
lungo un viaggio che sembra eterno
fino al ciglio di un burrone
nel sangue del dolore,
nel sorriso dell'amore,
nell'incredulità di un'esistenza
fatta di gemiti e lacrime,
mentre ogni uomo riporta i suoi piedi sulla cruda terra
ed ogni capo si solleva in cerca di una consacrazione
nell'eternità del tempo di un oggi che non conosce domani
e verso una strada che conduce in un ignoto mondo
ove all'ulivo si abbraccia la vite, in un'intimità folgorante d'amore e morte
all'apice dell'esistenza.

 
GIOVANNI TEMPESTI
 
 
Colpevole!
Agglomerato di proiezioni compensative.
Affanno silente
di una ricerca perduta
per un sorriso di sempre.
Cade l'elmo dell'eroe che fu
così nasce e sconvolge
il naturale sentire.
È la rabbia ridondante
che tinteggia il viso innocente.
È la vibrazione instabile
del parlare riferito
che fomenta la tensione
nel cercare un senza tempo
e colmare il vuoto dentro.
 

Sono la stupida difesa
del mio essere ribelle.
Sono il vento e spiro contro
il mio ego che si dissolve.
Sono quello che non vedi
di una storia che è già ieri.
 

Corrente d'oltremare,
inciampo sull'onda,
il baluardo d'estate
è un dipinto marino.
Salsedine sulla pelle,
granelli luccicanti
come tempere di sabbia,
ironie di falò
come centri dell'universo.


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GIOVANNI TERESI
 
 
Pellegrini
 
Vagano nell'umida sabbia
le orme e scompaiono nel nulla...
tracce di storia emergono dall'onde;
cocci d'antichi ricordi.
Bianca bambagia in spuma
tra le rocce s'addensa e poi...
si disintegra nel peregrino vento.
Bianche nuvole anch'esse
si diluiscono nell'immenso
azzurro etereo e si dipingono
in forme strane o conosciute.
Così vagano nell'irripetibile
momento i pellegrini voli,
la voce, lo sguardo,
gli umori di quei passi.

GABRIELE VALORE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Parole d'Amore
 
Parole d'amore sonanti e vibranti,
son esse pacate dolci e suadenti,
io dedico a te in quest'istanti;
trepida l'animo quando le senti.
 
Auree e briose elevano una melodia,
alla tua bellezza s'inchinano or
con adulazione e vigoria,
spandon sempre emozioni d'ardor.
 
Non si consumano ma un riso danno,
nessun turbamento, solo letizia
avulsa alle angustie d'ogni dì.
 
Vogliono essere parole d'amore
per nulla effimere, espresse col
cuore che batte ognor solo per te.
 


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LUCIANA VASILE
 
 
Lui
Lei
 
L'uno riflesso dell'altra
Portavano lo stesso nome
 
Magia di puro pensiero
Lei si bagnò di Lui
di Lui permeò il suo corpo
di Lui nutrì la sua anima
Alle sue parole di vento
liquida si perdeva
calda evaporava
 
Lui e Lei nell'aria
battito d'ali
profumo di gelsomino
carezza di musica
alito di Vita
sorriso di fanciullo
allegria del Nulla
luce d'Amore
 
Qualcuno proibì le loro parole
Lui sparì con "buon senso"
La voce del silenzio di Lui
urlava ora nel cuore di Lei
Vuoti i giorni dell'anima nuda
Lei piangeva
e si chiedeva
- Perché? -
 

 
OLIVIA VILLA
 
 
Avvolta
 
Avvolta nel colore grigio della noia,
attraverso un bosco gli alberi giovani e secchi.
La foschia avvolge le gambe quasi a volermi tenere
legata a quella terra arida.
 
I miei animali seguono il passo, silenziosi,
avvolti per metà dalle nebbie del mattino.
In quel crepaccio oscuro li nascondo, proteggendoli,
troppo violenti perché la valle possa accettarli.
 
Colpi forti e diretti con i rami intorpiditi dal gelo.
uno dopo l'altro nel terreno che non avrà mai la sua primavera.
 

Corri
 
Corri.
Non scivolare lungo il desiderio che le cose rimangano stantie.
Corri.
Nonostante il cambio delle stagioni
non si può rimanere ancorati al ricordo di un attimo.
Corri.
Non sei solo. Non sarai mai solo.
La tua carne, le tue ossa sono fatte con i frammenti dell'esistenza.
Corri.
Lascia che il senso oscuro dell'abbandono non ti raggiunga.
Più lontano. Verso l'alto. Verso il cielo.
Corri.
Libero come il torrente.
Disegnando il letto dove le tue acque possono diventare rapide gelide o calde anse.
Corri.
Raggiungi il tuo mare.
E solo allora potrà sentire l'abbandono.
Mescolato tra altri liquidi non troverai più la tua vera identità.


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LAURA VOLPI
 
 
12 giugno
 
Non ho niente da dire
ma mi colano parole
goccia a goccia
rimbalzandomi sul naso
scivolando sul mio foglio.
 
Non ho niente da dire
e nel grigio del mio sole
il gomito si appoggia
sul libro aperto a caso
sulle ali che io voglio.
 
Sgranocchio la mia vita
sprecando più che mai
le briciole che dopo
dovrò lasciare a traccia.
 
Sul treno sono salita
e tu quando tornerai?
Gatto e insieme topo
cambio la mia faccia.

ANDREA ZANUSO
 
 
Diafana pianura
 
...hougueras palidas revolvièndose al borde de las noches corren humos difuntos invisibles...
 
Si inquieta il mio vivere di terra
tra artificiose introspezioni della memoria
inghiottita da sogni di creta.
E nella bava secreta dai giorni della vita
s'attorcigliano le prede che nutrono il mio cuore.
Smemorato il tempo che ingoia i suoni
delle campane che si perdono nel cielo
come vetrosi temporali che si frangono sui tetti rossi e rosa.
L'aspro grido di una fuggitiva tortora
zittisce il ciarlare dei passeri tra l'alito di smarriti tigli,
e l'inconsistenza della vita brucia fotogrammi
oltre l'annullarsi dell'utopica libertà e dell'anelata giustizia
che turba e accheta la mente rapita da fuggenti voli.
Erranti uccelli ritmano i muggiti del mare
che invano addenta una piccola barca che naviga tra muri d'acqua
selvosa. Un uomo in piedi la guida con antichi gesti di seminatori
di frumento e granoturco, attraverso incantate onde di araucarica bellezza.
Ma chi mai si schiude al pianto al calar del sole che affonda l'orizzonte
tra le viscere del mare ? E come possono i poeti rubare i sogni
alle stelle tra le grida di questa terra violentata e soffocata?
Com'è diafana questa pianura di pioggia e nebbia
dove le radici dei platani anelano il silenzio smarrito
e il cuore degli uomini si ammala senza gridare !
Come
è bella la vita quando la chitarra canta l'alba
e allontana lo sguardo della morte !
E nella bava secreta dai giorni della vita
s'attorcigliano le prede di erranti spigolatori di sogni
nascosti nell'afosa brezza di questa diafana pianura
dove muoiono in silenzio minacciosi temporali.
 
Tenidos sobre el pasto mi corazon està triste la luna azul arana trepa inuda..."


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SUSANNA ZOCCOLINI
 
Le parole che non ti ho detto
 
Sento mormorare
parole nascoste
pulsare di vocaboli
come vetri taglienti
strofinati sul cuore.
 
Voglio gridare
parole proibite
infrangere
universi di silenzi
cuciti sulla pelle
accartocciata
nei brandelli delle illusioni
frante
alla carezza ruvida
della realtà
 
e ancora
non dico le parole
troppa la paura
per le tue ferite.
 

Amica mia
 
...difficile ignorare
il sotterraneo compagno
che ghermisce l'anima
raggomitolata nei brandelli
di ricordi affilati
e si presenta in frangenti
scoscesi appuntiti
mentre scioglie
in lacrime amare
i cupi occhi appannati.
Ma il riflesso
rilascia
la dolcezza di mano tesa
che stringe il non vuoto
di chi ti vuole bene.

 


 


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Agg. 02-10-2006