Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice 2005

 Sommario
 
Presentazione di Massimo Barile - Ringraziamenti - Albo d'oro dell'edizione 2005 - Massimo Agnolet - Carlo Albertario - Luca Allaria - Roberta Amendola - Marco Angella - Sandro Angelucci - Davide Apollonio - Emanuela Arcangeli - Andrea Aterini - Elena Auddino - Paul Bacosca - Alessandro Barison - Giuseppina Barzaghi - Maurizia Basile - Maria Biscetti - Emma Biscetti - Vincenzo Bolia - Rina Eugenia Bonanomi - Davide Bono - Luigi Buonaiuto - Marco Buzzetti - Maurizio Cafaggi - Daniela Camardese - Danilo Canepa - Roberto Capasso - Barbara Caprari - Giuliano Cardellini - Sara Cardinali - Antonella Carosini - Camillo Catarozzo - Sara Cazzaniga - Carmelo Chiofalo - Sabrina Cimò - Rosa Maria Corti - Giuseppe Corva - Maria Costanza - Edvige Cuccarese - Gaetano Cugno - Giuseppe D'Agrusa - Antonio De Rosa - Maria Patrizia De Rose - Domenico De Ruosi - Lilia Derenzini - Jean-Claude Dubail - Giovanna Faro - Gianni Fassina - Claudio Fazzino - Giacomo Ferretti - Marino Festuccia - Valentina Fonte- Antonietta Forte - Giacomo Fumarola - Susanna Galimberti - Vincenzo Gammieri - Maria Rosa Gelli - Salvatore Generoso - Sergio Ghio - Giovanni Ghirga - Mario Giugovaz - Rita Giurastante - Claudio Giusti - Simonetta Gravina - Carla Guerriero - Annamaria Immesi Smorto - Liliana Immesi Nava - Pamela Lodato - Mariano Luccero - Alessandro Lugli - Domenico Maccarana - Marco Managò - Rosanna Mancini - Giovanni Mariotti - Barbara Martiri - Giuseppa Masilla - Giampaolo Merciai - Katia Moi - Domenico Giuseppe Nava - Luigi Nosenzo - Pietronilla Notarantonio - Elisa Nunziatini Salhi - Cinzia Nuvoli - Luisa Orlandi - Maria Luisa Orsi Sigari Armando Ortolani - Nicola Pace - Stefania Donatella Paron - Diego Pavan - Maria Pellegrino - Marco Piserchia - Ermano Raso - Matteo Rolleri - Saverio Rollo - Nicola Rosti - Daniela Rusconi - Nino Russo - Vincenzo Russo - Luisa Sala - Domenica Sammaritano - Angelo San - Iago - Vincenzo Santopietro - Concetta Santoro - Michela Scabbio - Luciana Scaglia Grenna- Adriano Scandalitta - Daniela Sias - Luca Vincenzo Simbari - Mario Sirotti - Rosalia Stellacci - Ombretta Suardi - Maurizio Tantillo - Vincenzo Taranto - Carla Tedde - Luisa Tedesco - Stefano Tonelli - Piero Trapani - Ivan Vicenzi - Pietro Vitelli - Leonardo Vitto - Maria Roberta Ziglioli - Rita Canepa de Franchis - Paolo Carniello
 
 

 
Antologia del Premio Il Giro d'Italia delle Poesie in Cornice 2005 - formato 14x20,5 - pagg. 136 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-052-3

 
Come avere l'antologia
Prefazione

 
La poesia deve essere sentita, vissuta, mostrata e non rinchiusa o nascosta in ambiti accessibili a poche persone.
 
Solo così diventa un patrimonio comune al quale attingere nuova linfa vitale come succede per «Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice»: un concorso letterario giunto alla decima edizione. Forse è questo che spiega il continuo e crescente successo incontrato da questa manifestazione culturale che avvalora tale idea.
 
Non importa se qualcuno critica tali manifestazioni perchè la poesia sprigiona la sua forza in ogni caso. Non importa se il luogo è deputato alla declamazione della poesia: l'importante è che esista un luogo, uno spazio dove poter esprimersi. Il mondo disvelato nella poesia, a volte, è quello celato nella realtà e le sensazioni ed i desideri diventano espressione della sensibilità dell'animo di un poeta che rende partecipi gli altri.
 
Inconfutabile è l'impegno di tutti coloro che hanno organizzato e partecipato a questo viaggio delle poesie nelle piazze ed è doveroso un grazie sentito a coloro che hanno letto queste poesie col cuore.
 
Massimo Barile
 

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Carlo Albertario
 
 
Dachau
 
Vola il mio pensiero con il vento
fino a Dachau nel cielo di quel campo.
Quante le vite che lì hanno strappato
in un modo che può non sembrar vero?
 
Baracche vuote. Piazzale deserto,
ma tutti li sento. Sono ancora lì.
In piedi, con fame, freddo e paura,
vestiti con il male e i patimenti.
 
Il mio pensiero si mette lì accanto
a uomini, donne e ai bambini
trattati peggio del peggior dei cani,
morti e gettati nelle bocche dei forni.
 
Ci sono fiori davanti ai crematori,
sotto il camino dove son passati.
Messi per rimorso o per ricordo
dove tutto è intriso di dolore?
 
Il mio pensiero ancora lì a Dachau
è sopra quel campo come per magia.
Un nodo mi stringe ora la gola.
Resta lì e non vuole andare via.
 
 
Da un treno per il Brennero, 13 gennaio 2005

Maurizia Basile
 
Sogno di una donna mai
diventata mamma
 
Ho visto il tuo viso nei miei sogni,
emanava dolcezza e serenità,
ho visto i tuoi occhi che cercavano i miei,
con amore e abbandono.
Abbracciavo il tuo corpicino con fermezza e protezione,
mentre tu mi guardavi, mi cercavi,
trasmettendomi una pace e una amore immenso.
Eri bellissima, solare,
il tuo sguardo era fisso sul mio viso,
quasi in cerca di un consenso.
La mia paura nei tuoi occhi spariva,
trasformandosi in un profondo e sconfinato amore.
Eri forte, sicura, e certa di me,
mentre io timidamente ti stringevo.
È durato un attimo,
ma senza parole tu mi hai detto
che mi vuoi bene, che vuoi proprio me,
e che sarai la persona più importante
della mia vita,
sempre e nonostante tutto.
Ma era solo un sogno,
così reale e colmo di trasporto,
che ha lasciato un vuoto incolmabile,
e quella lacrima
che ha annebbiato i miei occhi
e che ha solcato il mio viso,
era l'unica cosa che mi restava di te...
Il tuo sguardo che non dimenticherò mai mi ha detto
che ti vedrò, ti abbraccerò, e ti amerò per tutta la vita.
Non ti conosco, ma non importa perché già ti amo,
io so che ci sei, che sei in me,
ed entrambe non aspettiamo altro
di poterci amare oltre il confine del tempo.
Pazienta ancora, piccola mia,
la mamma forse arriverà, ma ti amerà comunque.
 
(Dedicata ad una bambina mai nata)

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Danilo Canepa
 
 
Visione
 
Disseminati
nella mia notte
calici di cristallo,
alti a scontrarsi come coppe
d'altri tempi,
retrogusto legnoso:
insolenza di sensi.
Nettare di follia trabocca
dal mio ego scosso.
Anima d'artista stremata,
sforzo di richiamo al genio
per ciò che brutta grafia
non riesce ad abbracciare.
La ragione dorme.
Sonno di puro istinto,
del cane che attende scondinzolando
un boccone che cade,
un sorso di quelle coppe
da leccarsi il muso.
Lacrima bagnata di vino
se guardo in alto,
gocce d'un pensiero fisso e sfuggente
che non mi è dato sfiorare fuori da te,
dall'umore di quella fonte calda
a cui mi disseto, quando le tue mani
senza controllo mi premono forte, oltre.
Piove stanotte.
Tintinnii violacei brillano
dal mio cielo di sbandato,
parole ubriache danzano
sui miei fogli bagnati.
 
 

Roberto Capasso
 
 
Il Dolore
 
Fisico, morale è come una spada che
al cuore e alla mente colpisce in modo mortale.
Come una morsa ti stringe in vita,
pian piano ti porta via la gioia della
vita, quando te ne accorgi lui ti ha già
consumato il dolore in te si è
identificato e del tuo corpo ti ha
frodato e deturpato.
Che colore ha il dolore, che del tuo
corpo si è appropriato, e come
gramigna in te si è radicato, nero,
rosso o viola lui ti ha rubato tutto
anche la gioia.
Solo il tempo è suo nemico perché
prima o poi in viso risboccerà un bel
sorriso.
Il dolore.
 

 
La sigaretta
 
La sigaretta è lunga e stretta eppur
si consuma in fretta.
Dopo aver desinato per il palato è
un gusto prelibato ma per i
polmoni è peggio di una scarica di
neutroni.
La gente corre e va di fretta ma
non rinuncia alla sigaretta, eppur si
sa che è una droga che ti porta via
pian piano ma nonostante tutto il
fumatore si fa prendere per mano,
e senza fretta si fa portar via la vita
dalla spagnoletta.
 

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Antonella Carosini
 
 
Tenebre
 
È uscito improvvisamente
mentre calavano
le ombre della sera.
Un'ombra più scura
mi è sembrato
lo chiamasse.
L'ho cercato
ma era inghiottito
nel nulla.
E il Nulla
mi è piombato addosso.
 

 
Tradimento
 
Stupidamente invaghito
affonda nel corpo di un'altra
mentre lacrime amare
solcano il mio viso.
 
 
 
 

Giuseppe Corva
 
Il treno
 
Ricordi di noi,
ti ricordi di noi,
tra giardini e treni che perdo,
tra ascensori che partono e il sole,
tra ultimi piani e le nuvole,
tu che ridi di me.
Ricordi di noi,
quando corro e ti rincorro,
quando corri e io che scappo.
Tu ricordi noi,
quando incontrerai il nulla e la tua
mente cercherà i miei pensieri.
Ricordi noi,
quando ricordi noi.
 

 
Musica e magia
 
Il mare che si scontra con gli scogli,
poi la schiuma che ritorna senza sosta,
il tuo viso che mi cerca nell'aria,
poi il mio sorriso che ritorna nel tuo ventre.
Il mare che si scontra con gli scogli,
poi la schiuma che ritorna senza sosta.
Musica e magia,
i tuoi occhi che mi cercano tra i riverberi del sole,
poi le mie mani su di te,
sulla tua bocca.
Il mare che si scontra con gli scogli,
poi il mio cammino che riprende senza sosta.
 
 

Guardandomi
 
Determinante,
predominante,
nel tuo sguardo,
riflesso nei tuoi occhi,
determinante preda di te.
Predominante nel tuo sorriso,
preda di me.
Determinante,
predominante,
tu.
 

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Giuseppe D'Agrusa
 
Ricordi
 
Fantasmi di un lontano passato
che con suggestive immagini
sfocate di loro fan parlare.
 
Fantasmi svolazzanti che senza
volto s'aggirano in borghi di pietra
di un tempo che fu.
 
Fantasmi che prigionieri nel tempo
tengono con invisibili mani memorie
di parole vuote e ricordi perduti.
 
Fantasmi che in un silenzio irreale
sospesi nel nulla svaniscono al
riaccendersi dei colori dell'alba
tornano ad essere ricordi del passato.
 
 

Il poeta errante
 
Tu poeta errante, poeta del mondo,
espressione del presente e del passato,
maestro del linguaggio e delle emozioni,
pittore in versi che colori mischiando
magie e fantasie regalando sogni ed al
cuore emozioni.
 
Come un cavaliere viaggi in fantasie
e sogni mai vissuti, canti versi d'amore
e desideri prigionieri in memorie passate.
Canti versi che disegnano figure vibranti
e ricordi di gioie d'amanti che si elevano
in sogni che all'alba svaniscono, lasciando
muti sospiri e lacrime di dolci desideri.
 
Non lasciare che qualcuno spezzi i tuoi sogni
che entri nel tuo mondo fatato circondato da
atmosfere sognate in cui si intonano sospirate
melodie in forti emozioni.
 

Antonio De Rosa
 
 
Un bacio
 
Un bacio, solo un bacio
e poi dimmi addio.
Lasciami prendere la tua mano
con la forza e la dolcezza con cui
si tiene un bambino,
lasciami sentire sulle labbra
il tocco dell'amore,
lasciami piangere lacrime che
conoscono la loro strada ma che
sono sempre nuove,
e poi dimmi addio e prepara
il mio sorriso di domani
sulla tristezza di oggi.
 
 

Dove sei
 
Ho camminato nel tempo
per allontanarmi da te,
il sentiero era stretto e desolato,
i miei passi segnavano i giorni,
rami secchi e terra intorno a me.
So di non poter tornare indietro
perché il giardino che ho lasciato
non era per me.
Non so quanta strada devo fare,
troppi ricordi ritornano in mente,
dove sei?
Mi sono perso.
 
 
 
 
 
 

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Maria Patrizia De Rose
 
I colori dei sogni
 
Dedicata al progetto "Adricesta"
 
Nel giardino di Stefy è sempre primavera.
Ma i fiori dell'innocenza cercano carezze
calde e rosse come brace nella fiamma
riflesso della luce che non manca.
Su quel muro i colori dei sogni
ricreano l'attesa per qualcosa d'immenso.
Pur se astratto ci appartiene dipinto dall'artista
sulla bianca tela dell'anima e del silenzio
rotante che desidera gridare più forte,
nel vento, quell'intima speranza.
Amico, stringi la mia mano, nell'incompiuto attimo
aiutami a sorridere, dammi la forza che mi manca,
conducimi lontano fuori di questa stanza.
Portami a giocare nel bosco di Merlino
negli spazi sconfinati della verde fantasia
dove posso trapiantare nuovi sogni da sognare.
Amico, anima di cera, dammi ciò che manca,
sciogli il dolore dal filo della vita che mi annoia.
Voglio essere bambino! Per me, solo per me,
fai volare alti sempre più alti gli aquiloni
leggeri come zucchero filato nel girotondo veloce
che arriva fino al centro là, dove la dimensione
del tempo trama la sua tela come il ragno.
Amico, non negarmi la tua mano
per amore del mio amore trasparente
"fai Un buco nel muro", e sentimi!
Amore solo amore e portami a rivedere il sole.
Amico, nel tuo cuore è acqua che non sai,
ma insieme ad altra acqua la gioia scorrerà.
Nel giardino di Stefy il colore preferito è il rosso.
Ma i fiori hanno sempre il volto dei bambini,
fresco profumo d'innocenza, sorrisi di stelle cadenti.
Mentre i sogni hanno il colore del cielo
e delle immense distese dei girasoli innamorati della luce.
Ognuno segue il suo raggio al sorgere del sole.
 
 

Giacomo Ferretti
 
Dimensione
 
In una notte in cui nel cielo si scatenò l'inferno
desideravo venire da te; bisognavo di pace, di chiarore.
Lo volevo come quando il fiore volle donarsi alla farfalla
come quando dalla roccia soffiò il primo vento bianco
che improntò la tua immagine di creta, e come
in ogni foglia che è desiderosa di luce: mi nutro di te!
 
E quando passeggiando indagherò sul come nacquero,
nel come si manifestano, e di cosa si alimenta la particella
di ogni cosa scoprendo la verità sulla rosa ..., allora
solo io potrò passare senza essere visto.
 
Il tuo nome sarà il nome di tutti, le tue mani
saranno quelle di tutti, così i tuoi piccoli piedi;
e la tua voce intonerà tutte le voci in una musica
che si diffonderà per il mondo intero.
 
A te donerò l'acume dell'essere o mia Maddalena ...
Nessuno più potrà combatterci, interi popoli ci
acclameranno provocando un'eco soave tramite
cui svaniremo per altri mondi, non più finiti ...,
ma infinitamente grandi, dove l'amore
ci benedirà: bimbi, bimbi di sola luce.
 
 

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Antonietta Forte
 
 
Mobbing
 
Sordida ribolle l'ipocrita palude.
Esala miasmi. Sprofondi e risali,
imbrattato e di putrido odor schifato.
Scuoti il capo, sbatacchi, ti aggrappi.
Dell'abisso, acuto il dolor
ti punge al basamento,
di chiodi e spine equipaggiato,
e sangue sprizza nella plumbea melma.
Ai fetidi vapor, sghignazzano beffardi,
e sabbie mobili t'inghiottono infingarde.
Dal segreto nido, in su la dirupata roccia,
si leva il pipistrello dal lugubre pastrano,
a tracciar voli ed a sfarfalleggiar, inviso,
nel sinistro aere, di vicine sciagure foriero.
I muridi padiglioni inutilmente tende,
i denti digrigna a sbigottir gli oppressi,
e pernicioso stride la sua caduca vittoria.
Infìdi strali sfrecciano, affilati,
da celati anfratti saettati,
e fortuiti attacchi paiano,
benché a ferirti deputati.
Ti iberni al gelo di cuori di ghiaccio,
nel petto serbati da demoni togati,
dal sommo Dio negl'inferi cacciati,
e urlar non puoi al sordo orecchio
che lemma e gemiti uman non ode.
Salvo sarai solo se fuggir saprai
in dolci sogni ove l'anima involerai.
 
 
 
 
 

Giacomo Fumarola
 
 
Il mio film
 
Cosa andrà in onda stasera?
Lo chiedo alla mia testa, abile
professionista del montaggio. Elabora
immagini catturate per strada ed in Tv
mentre io cammino a testa bassa, urto
mi accomodo, leggo. Penso...intanto
gli occhi osservano. Quale mondo
se non il cast di un film?
Ieri una bambina correva tra i filari
di un vigneto, porgendo a sua madre
palline corvine. Oggi su una sabbia
livida un ragazzino ha fermato
la sua corsa dinanzi ai soldati.
Un solo giorno separa una felice
campagna del Mediterraneo
dalla polvere di Hebron. Due fotogrammi
con cui ho montato un cortometraggio
intitolato l'urlo. Di gioia il primo
di disperazione il secondo.
Pochi anni dividono
la bimba dal ragazzino eppure
l'urlo me lo immagino così diverso.
Quanto fiato in gola ha un piccolo
kamikaze che rinuncia a farsi esplodere
alla concitata intimazione di ALT?
Appena sospirata è la libertà
che gli appare ormai spacciata.
Stasera concludo la mia pellicola
con l'immagine di corte braccia alzate
e tremanti, con occhi arrossati e grati.
Non ci sono esplosioni né proiettili
mortali nel mio film.
Ma la realtà, ahimè, avalla
e premia altri registi...sanguinari.
 
 
 
 

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Sergio Ghio
 
 
Dissolvenze
 
Cosa sia poi quel respiro
il riflusso delle acque, o fiato di gente,
scaturito dall'allumacare delle ombre
di mare, di rocce, di luce che muore
un pomeriggio inzeppato dal temporale
non so dirlo.
Le compiacenze lasciate sole per poco
tacciono, ci guardano
ingoiano un veleno. Come
le esizie travature non esposte per intero
sul presente, sul passato
tutte le immagini colloquiali infrante
nella scarna natività del tuo respiro.
Resto lì a guardare nell'irrequietezza vaga
delle forme intorno al crepuscolo
la tua gonna di velluto. I fiori
che sono dove sono, dove pensavo.
Perfino il narratore principale che allude
quale muta attività di circostanze
ora alla poesia d'una voce che sale
nell'immobilità della memoria
la sua immortale fragilità nell'attesa improvvisa.
Già al tempo d'una chiara trasparenza
come l'acqua d'una gora antica
scendevano in moltitudini di versi
insospettabili parole spante in dissolvenze.
 
 
 
 

Claudio Giusti
 
 
 
 
Vecchi giochi al sol d'estate
 
Ho noia che mi investe
ho noiosa nostalgia
dei tempi passati
a giocare tra i meli
e fieno seccato dal sole.
Un gioco poi una parola e
un bambino piangeva
senza mostrar agli altri lacrime
ma solo una vergogna
mascherata da un volto
incompreso e poi voltando
le spalle agli altri
tutto finiva.
 
 
 
 
 

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Giovanni Mariotti
 
 
Luce dei nostri occhi
 
Sguardi a caccia di sorprese,
o di prede che temono solo chi li sostiene,
niente conoscono dell'altrui essere:
da cose senza voce affascinati,
da sorrisi genuini e buffi accecati.
 
E dita delle mani senza presa
che frugano tra labbra coperte di saliva,
stringendo la curiosità cullata
in attesa di una vita meno beata.
 
Gesti scoordinati che parlano senza parole,
per far sentire la propria voce
che ancora non ha suono né tuono.
 
Aneliti di gioia che desiderano carezze,
e frasi sussurrate nelle orecchie
soffiano coccole sulle guance paffute e lisce:
per impedire che scendano lacrime
a dar forma a paure senza viscere.
 
Sorrisi come cinguettii senza ali
che mettono a nudo bocca e lingua,
con timidezza ammantata di conquista.
 
Profumo d'anima candida
che chiede solo affetto e calore
in cambio di una presenza splendente d'amore.
 
Pianto disperato del corpo intrappolato
tra il giaciglio solitario, ancora sconosciuto,
e il sonno avvolto dal silenzio premuroso,
che riflette il paradiso senza spiccare volo.
 
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Katia Moi
 
 
Nuovi orizzonti
 
Suoni, accavallati
sfiorano, il Mare,
ventilati accompagnano
il musicante fruscio di onde
e sprizzano dolcemente
gocce d'acqua sul mio viso.
Vento, in sopravvento
accarezza, ciò che sento,
e danzano sogni, con tuoni di tempesta
come nuvole in lacrime
di anime ritrovate.
Aperture, audaci, e accattivanti,
conservate, ritornano,
dove resta
l'orizzonte, sempre a monte
di ogni fonte.
Avanzano i miei occhi
alla vista nuovi orizzonti,
entusiasmanti ed amanti
innalzano il mio cuore,
e un fascino esaltante
acutizza cieli stellati.
 

Ritorno
 
Caparbio sogno sei con me,
scavalchi le mura di un ritorno...
Sorge il Sole, è splendido giorno,
tenui sensi, propagano idee
che risalgono
al calare della notte;
luna raccoglie, fantasiose doti,
abbondanti grazie pacifiche
sono veci di gratitudine;
una sottile, cadenze sonora
svelano
tracciano l'intuire
e certezze divine ascoltano
canti, nati, dal reverire.
 

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Maria Pellegrino
 
 
Sotto l'ulivo
 
Un albero rugoso in forma antica
ligneo e tortuoso come un sentiero
in mezzo l'erba.
Vestito di rade foglie argentee,
di frutti verdi e marroni
come la terra su cui appoggia
le sue radici.
Nell'aria estiva e silenziosa
all'ombra del suo tronco
lievi, riposano i pensieri
nell'ascolto dei giorni lunghi e penosi
che passano silenti a scandir
la vita, che lenta alle spalle
già si abbandona.
 

Raggio di sole
 
Alzare gli occhi al cielo azzurro
incontro all'infinito...
Addormentarsi al calore
di un tenue raggio di sole
che scalda l'erba del prato.
Sognare una vita eterea
e volare lontano
al breve soffio di un vento leggero.
Salire su un raggio di sole
e, felici, raggiungere il cielo
ed essere luce per sempre!
 
 
 
 
 

Nino Russo
 
 
Il fiume
 
Con nenia sempre uguale il vago fiume
assopisce, cullandoli, i pensieri;
dolcemente nel sogno li trasfonde
e ferma il tempo. Ora - intorno - è quiete.
 
Laggiù, cadendo, ai raggi si confonde,
alza polvere d'acqua iridescente,
che fluisce, pur essa uguale sempre,
nell'assorta visione della mente.
 
Sensazione profonda dell'eterno!
Ma l'acqua che trascorre si dilegua:
uguale sempre ma non mai la stessa,
come fugaci gli uomini nel mondo.
 

 
Il verde
 
Tenero questo verde appena nato
rabbrividisce al soffio
algido della notte, esita tremulo
al primo albore, sale
indi tacito e lieve
lungo il solco del fiume
limpido, e splende
sopra i monti a raggiera
e nell'aria soffusa,
ché, tenace, già sfiora
le tenui cime ancora bianche e quasi
confuse al cielo.
 
 

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Luisa Sala
 
Se sei un uomo
 
Se sei un uomo non temere l'inganno,
la maldicenza più ardita di menti sacrileghe,
sarà la tua imperiosa sete di giustizia, di probità,
a far ardere in te la speranza per la loro redenzione.
 
Se sei un uomo non temere l'afflizione,
quando prorompente come un fiume in piena,
spezza gli argini del tuo cuore e pare annullare
le restanti e minute forze del tuo agire,
sarà il credo "nell'esistenza", che tenendoti
dolcemente per mano,
ti condurrà sulla strada del risorgere.
 
Se sei un uomo non temere il pianto,
quale mirabile espressione di coraggio, ancor più di
un fante in guerra,
saranno le tue lacrime con il loro arcano fascino,
a sublimare la virilità del tuo corpo.
 
Se sei un uomo non temer la "fatal quiete",
distacco terreno da veementi passioni,
sarà la "Grande Luce" che si prenderà cura
di te e di chi ti ha amato,
volteggiando con la soavità più eletta di una libellula,
nel profondo di queste povere anime frali.
 
 

Concetta Santoro
 
 
La memoria
 
Noi che sognavamo
come te
Noi che speravamo
come fai tu
Noi senza dignità
rispetto
siamo divenuti
legni d'ardere al fuoco
dell'odio
dello sterminio
Noi
siamo passati per i cammini del dolore
del tragico silenzio
Noi siamo
ora
e per sempre
nello spazio
nel tempo
in attesa che
davvero
si scriva nei cuori
nelle anime
nelle menti...
MAI PIU'
 
 
 
 

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Luciana Scaglia Grenna
 
 
...Esperienza...
 
Con passo lento
la vita si apre,
giorno dopo giorno,
come le pagine
di un vecchio libro...
ingiallito.
Incespica, rotola,
si ferma, riparte,
timorosa, rigida
ma incurante
di ciò che si presenta
e...si lascia prendere,
per mano,
da Esperienza
che la condurrà
fra le assonnate righe
del vecchio libro
...ingiallito e sfrangiato
...chiamato Vita.
 
 
 

Luisa Tedesco
 
Partire - Tornare
 
Nel buio mattutino prende forma la prima vita e in silenzio
ogni genere d'animale esce dalla tana sbadigliando un buongiorno assonnato.
Le luci della notte illuminano un panorama invisibile,
le nuvole del cielo hanno preso dimora sulla terra
e ancora la luna è il faro per i pescatori all'alba.
Lentamente
il buio della notte si fa azzurro
e il cielo diviene rossastro inondato da una pioggia di stelle;
ma...ancora le nubi nascondono l'orizzonte alla vista
ed il panorama diviene una favola sormontata da monti e castelli.
D'improvviso tutto sparisce, compare la gioia del sole
ed ormai ognuno apre gli occhi alla vita
per partire o tornare nel mondo.
 

 
Un dolce pensiero
corre davanti ai miei occhi,
mentre il cielo blu
si copre di nuvole nere
che corrono insieme al vento
gustando la libertà:
lo colgo come fosse un fiore
e d'improvviso diventa luce viva,
fuoco incandescente e sangue zampillante.
Il mondo si copre di meschinità, sofferenza ed opere di bene celate nel buio.
L'uomo piange e non sa che fare,
vorrebbe scappare ma tutto è sempre uguale;
allora decide di gridare a squarciagola
piangendo amore;
o decreta la sua morte in un letto di piume d'oca
tendendo le mani verso l'atteso infinito.
Eppure quel dolce pensiero oggi galoppa con me:
non è una favola a lieto fine, è soltanto
la vita vista con gli occhi di un bambino.
 
La vita è un'avventura, e non c'è miglior avventura
che quella vissuta da un bambino quando gli si racconta una favola.
 
 

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Stefano Tonelli
 
 
Tempo d'inverno
 
Nuvole di grigio ghiaccio
eclissano la mia anima e
un oscuro veleno forma nel mio cuore
una palude, che divora ogni raggio di luce.
 
Mi poso, sfiatato viandante,
su un freddo ed umido sasso.
Il ricordo m'assale d'altra stagione,
quando il sole accarezzava la mia pelle
e forte riscaldava i miei
sensi ed affetti turbati.
I gabbiani volavano sul mare,
e io con loro odoravo il sale
che di sé vibrava l'aria,
e vagheggiavo nubi bianche e rosse
galleggiare in accecante bagliore.
 
Ah non mai abbastanza
rimpiante baie marine!
Imparaste ben presto a raccogliere
- generose di tempo - le mie speranze,
i miei discorsi, i miei pensieri.
 
La vostra memoria mi trafigge inesorabile
e io non reggo a tanta ambascia.
Raccolgo i frantumi delle mie lacrime
e le ricaccio in gola.
 
Ora nevica. Solo rivolgo
al mio mite compagno fedele
- non umano, o forse fin troppo:
"Avanti Toby, avanti senza posa,
in queste tenebre bianche..."
 
 

Pietro Vitelli
 
 
1
 
Non saprei vivere grappolo d'uva
e bosco di fioriti rosmarini
fiume tempestoso di latte e miele
mare infinito che tutto contiene.
 
Non saprei vivere senza luce
che tu giglio di topazi, regali
a tutte le terre stanche e crudeli
ed al morbido volo degli uccelli.
 
Non saprei vivere pane integrale
lievito di parole d'amaranto
sapore profumato di Sicilia.
 
Non saprei vivere sale marino
tessuto che connette cielo a terra,
non saprei vivere senza il tuo amore.
 
 

2
 
Verranno ancora altri giorni d'amore
andranno come fiumi verso il mare
porteranno i cristalli della terra
porteranno il frumento per il pane.
 
Verranno i giorni amari del dolore
continenti di garofani tristi
praterie verdi d'anni consumati
e strade lastricate di memoria.
 
Non avrò paura dei futuri giorni
dei segni del tempo sul mio volto
del pane insaporito di carbone
 
e non avrò paura dei freddi inverni
o del piombo duro nelle mie gambe
fin quando avrò aroma dalla tua bocca.
 
 
 

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Agg. 08-01-2006