- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice
2005
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- Sommario
-
- Presentazione
di Massimo Barile - Ringraziamenti - Albo d'oro
dell'edizione 2005 - Massimo Agnolet -
Carlo Albertario
- Luca Allaria - Roberta Amendola - Marco Angella -
Sandro Angelucci - Davide Apollonio - Emanuela
Arcangeli - Andrea Aterini - Elena Auddino - Paul
Bacosca - Alessandro Barison - Giuseppina Barzaghi -
Maurizia
Basile -
Maria Biscetti - Emma Biscetti - Vincenzo Bolia - Rina
Eugenia Bonanomi - Davide Bono - Luigi Buonaiuto -
Marco Buzzetti - Maurizio Cafaggi - Daniela Camardese
- Danilo
Canepa -
Roberto
Capasso -
Barbara Caprari - Giuliano Cardellini - Sara Cardinali
- Antonella
Carosini -
Camillo Catarozzo - Sara Cazzaniga - Carmelo Chiofalo
- Sabrina Cimò - Rosa Maria Corti -
Giuseppe
Corva -
Maria Costanza - Edvige Cuccarese - Gaetano Cugno -
Giuseppe
D'Agrusa -
Antonio
De Rosa -
Maria
Patrizia De Rose
- Domenico De Ruosi - Lilia Derenzini - Jean-Claude
Dubail - Giovanna Faro - Gianni Fassina - Claudio
Fazzino - Giacomo
Ferretti -
Marino Festuccia - Valentina Fonte- Antonietta
Forte -
Giacomo
Fumarola -
Susanna Galimberti - Vincenzo Gammieri - Maria Rosa
Gelli - Salvatore Generoso - Sergio
Ghio -
Giovanni Ghirga - Mario Giugovaz - Rita Giurastante -
Claudio
Giusti -
Simonetta Gravina - Carla Guerriero - Annamaria Immesi
Smorto - Liliana Immesi Nava - Pamela Lodato - Mariano
Luccero - Alessandro Lugli - Domenico Maccarana -
Marco Managò - Rosanna Mancini -
Giovanni
Mariotti -
Barbara Martiri - Giuseppa Masilla - Giampaolo Merciai
- Katia
Moi -
Domenico Giuseppe Nava - Luigi Nosenzo - Pietronilla
Notarantonio - Elisa Nunziatini Salhi - Cinzia Nuvoli
- Luisa Orlandi - Maria Luisa Orsi Sigari Armando
Ortolani - Nicola Pace - Stefania Donatella Paron -
Diego Pavan - Maria
Pellegrino -
Marco Piserchia - Ermano Raso - Matteo Rolleri -
Saverio Rollo - Nicola Rosti - Daniela Rusconi -
Nino
Russo -
Vincenzo Russo - Luisa
Sala -
Domenica Sammaritano - Angelo San - Iago - Vincenzo
Santopietro - Concetta
Santoro -
Michela Scabbio - Luciana
Scaglia Grenna-
Adriano Scandalitta - Daniela Sias - Luca Vincenzo
Simbari - Mario Sirotti - Rosalia Stellacci - Ombretta
Suardi - Maurizio Tantillo - Vincenzo Taranto - Carla
Tedde - Luisa
Tedesco -
Stefano
Tonelli -
Piero Trapani - Ivan Vicenzi - Pietro
Vitelli -
Leonardo Vitto - Maria Roberta Ziglioli - Rita Canepa
de Franchis - Paolo Carniello
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-
- Antologia del Premio
Il Giro d'Italia delle Poesie in Cornice 2005 -
formato 14x20,5 - pagg. 136 - Euro 18,00 - ISBN
88-6037-052-3
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-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
-
- La poesia deve
essere sentita, vissuta, mostrata e non rinchiusa o
nascosta in ambiti accessibili a poche
persone.
-
- Solo così
diventa un patrimonio comune al quale attingere nuova
linfa vitale come succede per «Il Giro d'Italia
delle Poesie in cornice»: un concorso letterario
giunto alla decima edizione. Forse è questo che
spiega il continuo e crescente successo incontrato da
questa manifestazione culturale che avvalora tale
idea.
-
- Non importa se
qualcuno critica tali manifestazioni perchè la
poesia sprigiona la sua forza in ogni caso. Non
importa se il luogo è deputato alla
declamazione della poesia: l'importante è che
esista un luogo, uno spazio dove poter esprimersi. Il
mondo disvelato nella poesia, a volte, è quello
celato nella realtà e le sensazioni ed i
desideri diventano espressione della
sensibilità dell'animo di un poeta che rende
partecipi gli altri.
-
- Inconfutabile
è l'impegno di tutti coloro che hanno
organizzato e partecipato a questo viaggio delle
poesie nelle piazze ed è doveroso un grazie
sentito a coloro che hanno letto queste poesie col
cuore.
-
- Massimo
Barile
-
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-
|
- Carlo
Albertario
-
-
- Dachau
-
- Vola il mio
pensiero con il vento
- fino a Dachau nel
cielo di quel campo.
- Quante le vite che
lì hanno strappato
- in un modo che
può non sembrar vero?
-
- Baracche vuote.
Piazzale deserto,
- ma tutti li sento.
Sono ancora lì.
- In piedi, con fame,
freddo e paura,
- vestiti con il male
e i patimenti.
-
- Il mio pensiero si
mette lì accanto
- a uomini, donne e
ai bambini
- trattati peggio del
peggior dei cani,
- morti e gettati
nelle bocche dei forni.
-
- Ci sono fiori
davanti ai crematori,
- sotto il camino
dove son passati.
- Messi per rimorso o
per ricordo
- dove tutto è
intriso di dolore?
-
- Il mio pensiero
ancora lì a Dachau
- è sopra quel
campo come per magia.
- Un nodo mi stringe
ora la gola.
- Resta lì e
non vuole andare via.
-
-
- Da un treno per
il Brennero, 13 gennaio 2005
|
- Maurizia
Basile
-
- Sogno di una donna
mai
- diventata
mamma
-
- Ho visto il
tuo viso nei miei sogni,
- emanava
dolcezza e serenità,
- ho visto i
tuoi occhi che cercavano i miei,
- con amore e
abbandono.
- Abbracciavo
il tuo corpicino con fermezza e
protezione,
- mentre tu
mi guardavi, mi cercavi,
- trasmettendomi
una pace e una amore immenso.
- Eri
bellissima, solare,
- il tuo
sguardo era fisso sul mio viso,
- quasi in
cerca di un consenso.
- La mia
paura nei tuoi occhi spariva,
- trasformandosi
in un profondo e sconfinato
amore.
- Eri forte,
sicura, e certa di me,
- mentre io
timidamente ti stringevo.
- È
durato un attimo,
- ma senza
parole tu mi hai detto
- che mi vuoi
bene, che vuoi proprio me,
- e che sarai
la persona più importante
- della mia
vita,
- sempre e
nonostante tutto.
- Ma era solo
un sogno,
- così
reale e colmo di trasporto,
- che ha
lasciato un vuoto incolmabile,
- e quella
lacrima
- che ha
annebbiato i miei occhi
- e che ha
solcato il mio viso,
- era l'unica
cosa che mi restava di te...
- Il tuo
sguardo che non dimenticherò mai mi ha
detto
- che ti
vedrò, ti abbraccerò, e ti amerò
per tutta la vita.
- Non ti
conosco, ma non importa perché già ti
amo,
- io so che
ci sei, che sei in me,
- ed entrambe
non aspettiamo altro
- di poterci
amare oltre il confine del tempo.
- Pazienta
ancora, piccola mia,
- la mamma
forse arriverà, ma ti amerà
comunque.
-
- (Dedicata
ad una bambina mai nata)
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-
|
- Danilo
Canepa
-
-
- Visione
-
- Disseminati
- nella mia
notte
- calici di
cristallo,
- alti a scontrarsi
come coppe
- d'altri
tempi,
- retrogusto
legnoso:
- insolenza di
sensi.
- Nettare di follia
trabocca
- dal mio ego
scosso.
- Anima d'artista
stremata,
- sforzo di richiamo
al genio
- per ciò che
brutta grafia
- non riesce ad
abbracciare.
- La ragione
dorme.
- Sonno di puro
istinto,
- del cane che
attende scondinzolando
- un boccone che
cade,
- un sorso di quelle
coppe
- da leccarsi il
muso.
- Lacrima bagnata di
vino
- se guardo in
alto,
- gocce d'un pensiero
fisso e sfuggente
- che non mi è
dato sfiorare fuori da te,
- dall'umore di
quella fonte calda
- a cui mi disseto,
quando le tue mani
- senza controllo mi
premono forte, oltre.
- Piove
stanotte.
- Tintinnii violacei
brillano
- dal mio cielo di
sbandato,
- parole ubriache
danzano
- sui miei fogli
bagnati.
-
-
|
- Roberto
Capasso
-
-
- Il
Dolore
-
- Fisico, morale
è come una spada che
- al cuore e alla
mente colpisce in modo mortale.
- Come una morsa ti
stringe in vita,
- pian piano ti porta
via la gioia della
- vita, quando te ne
accorgi lui ti ha già
- consumato il dolore
in te si è
- identificato e del
tuo corpo ti ha
- frodato e
deturpato.
- Che colore ha il
dolore, che del tuo
- corpo si è
appropriato, e come
- gramigna in te si
è radicato, nero,
- rosso o viola lui
ti ha rubato tutto
- anche la
gioia.
- Solo il tempo
è suo nemico perché
- prima o poi in viso
risboccerà un bel
- sorriso.
- Il
dolore.
-
-
-
- La
sigaretta
-
- La sigaretta
è lunga e stretta eppur
- si consuma in
fretta.
- Dopo aver desinato
per il palato è
- un gusto prelibato
ma per i
- polmoni è
peggio di una scarica di
- neutroni.
- La gente corre e va
di fretta ma
- non rinuncia alla
sigaretta, eppur si
- sa che è una
droga che ti porta via
- pian piano ma
nonostante tutto il
- fumatore si fa
prendere per mano,
- e senza fretta si
fa portar via la vita
- dalla
spagnoletta.
-
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|
- Antonella
Carosini
-
-
- Tenebre
-
- È uscito
improvvisamente
- mentre
calavano
- le ombre della
sera.
- Un'ombra più
scura
- mi è
sembrato
- lo
chiamasse.
- L'ho
cercato
- ma era
inghiottito
- nel
nulla.
- E il
Nulla
- mi è
piombato addosso.
-
-
-
- Tradimento
-
- Stupidamente
invaghito
- affonda nel corpo
di un'altra
- mentre lacrime
amare
- solcano il mio
viso.
-
-
-
-
|
- Giuseppe
Corva
-
- Il
treno
-
- Ricordi di
noi,
- ti ricordi di
noi,
- tra giardini e
treni che perdo,
- tra ascensori che
partono e il sole,
- tra ultimi piani e
le nuvole,
- tu che ridi di
me.
- Ricordi di
noi,
- quando corro e ti
rincorro,
- quando corri e io
che scappo.
- Tu ricordi
noi,
- quando incontrerai
il nulla e la tua
- mente
cercherà i miei pensieri.
- Ricordi
noi,
- quando ricordi
noi.
-
-
-
- Musica e
magia
-
- Il mare che si
scontra con gli scogli,
- poi la schiuma che
ritorna senza sosta,
- il tuo viso che mi
cerca nell'aria,
- poi il mio sorriso
che ritorna nel tuo ventre.
- Il mare che si
scontra con gli scogli,
- poi la schiuma che
ritorna senza sosta.
- Musica e
magia,
- i tuoi occhi che mi
cercano tra i riverberi del sole,
- poi le mie mani su
di te,
- sulla tua
bocca.
- Il mare che si
scontra con gli scogli,
- poi il mio cammino
che riprende senza sosta.
-
-
-
- Guardandomi
-
- Determinante,
- predominante,
- nel tuo
sguardo,
- riflesso nei tuoi
occhi,
- determinante preda
di te.
- Predominante nel
tuo sorriso,
- preda di
me.
- Determinante,
- predominante,
- tu.
-
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|
- Giuseppe
D'Agrusa
-
- Ricordi
-
- Fantasmi di un
lontano passato
- che con suggestive
immagini
- sfocate di loro fan
parlare.
-
- Fantasmi
svolazzanti che senza
- volto s'aggirano in
borghi di pietra
- di un tempo che
fu.
-
- Fantasmi che
prigionieri nel tempo
- tengono con
invisibili mani memorie
- di parole vuote e
ricordi perduti.
-
- Fantasmi che in un
silenzio irreale
- sospesi nel nulla
svaniscono al
- riaccendersi dei
colori dell'alba
- tornano ad essere
ricordi del passato.
-
-
-
- Il poeta
errante
-
- Tu poeta errante,
poeta del mondo,
- espressione del
presente e del passato,
- maestro del
linguaggio e delle emozioni,
- pittore in versi
che colori mischiando
- magie e fantasie
regalando sogni ed al
- cuore
emozioni.
-
- Come un cavaliere
viaggi in fantasie
- e sogni mai
vissuti, canti versi d'amore
- e desideri
prigionieri in memorie passate.
- Canti versi che
disegnano figure vibranti
- e ricordi di gioie
d'amanti che si elevano
- in sogni che
all'alba svaniscono, lasciando
- muti sospiri e
lacrime di dolci desideri.
-
- Non lasciare che
qualcuno spezzi i tuoi sogni
- che entri nel tuo
mondo fatato circondato da
- atmosfere sognate
in cui si intonano sospirate
- melodie in forti
emozioni.
-
|
- Antonio
De Rosa
-
-
- Un
bacio
-
- Un bacio, solo un
bacio
- e poi dimmi
addio.
- Lasciami prendere
la tua mano
- con la forza e la
dolcezza con cui
- si tiene un
bambino,
- lasciami sentire
sulle labbra
- il tocco
dell'amore,
- lasciami piangere
lacrime che
- conoscono la loro
strada ma che
- sono sempre
nuove,
- e poi dimmi addio e
prepara
- il mio sorriso di
domani
- sulla tristezza di
oggi.
-
-
-
- Dove
sei
-
- Ho camminato nel
tempo
- per allontanarmi da
te,
- il sentiero era
stretto e desolato,
- i miei passi
segnavano i giorni,
- rami secchi e terra
intorno a me.
- So di non poter
tornare indietro
- perché il
giardino che ho lasciato
- non era per
me.
- Non so quanta
strada devo fare,
- troppi ricordi
ritornano in mente,
- dove
sei?
- Mi sono
perso.
-
-
-
-
-
-
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|
- Maria
Patrizia De Rose
-
- I colori dei
sogni
-
- Dedicata al
progetto "Adricesta"
-
- Nel giardino di
Stefy è sempre primavera.
- Ma i fiori
dell'innocenza cercano carezze
- calde e rosse come
brace nella fiamma
- riflesso della luce
che non manca.
- Su quel muro i
colori dei sogni
- ricreano l'attesa
per qualcosa d'immenso.
- Pur se astratto ci
appartiene dipinto dall'artista
- sulla bianca tela
dell'anima e del silenzio
- rotante che
desidera gridare più forte,
- nel vento,
quell'intima speranza.
- Amico, stringi la
mia mano, nell'incompiuto attimo
- aiutami a
sorridere, dammi la forza che mi manca,
- conducimi lontano
fuori di questa stanza.
- Portami a giocare
nel bosco di Merlino
- negli spazi
sconfinati della verde fantasia
- dove posso
trapiantare nuovi sogni da sognare.
- Amico, anima di
cera, dammi ciò che manca,
- sciogli il dolore
dal filo della vita che mi annoia.
- Voglio essere
bambino! Per me, solo per me,
- fai volare alti
sempre più alti gli aquiloni
- leggeri come
zucchero filato nel girotondo veloce
- che arriva fino al
centro là, dove la dimensione
- del tempo trama la
sua tela come il ragno.
- Amico, non negarmi
la tua mano
- per amore del mio
amore trasparente
- "fai Un buco nel
muro", e sentimi!
- Amore solo amore e
portami a rivedere il sole.
- Amico, nel tuo
cuore è acqua che non sai,
- ma insieme ad altra
acqua la gioia scorrerà.
- Nel giardino di
Stefy il colore preferito è il
rosso.
- Ma i fiori hanno
sempre il volto dei bambini,
- fresco profumo
d'innocenza, sorrisi di stelle cadenti.
- Mentre i sogni
hanno il colore del cielo
- e delle immense
distese dei girasoli innamorati della
luce.
- Ognuno segue il suo
raggio al sorgere del sole.
-
-
|
- Giacomo
Ferretti
-
- Dimensione
-
- In una notte in cui
nel cielo si scatenò l'inferno
- desideravo venire
da te; bisognavo di pace, di chiarore.
- Lo volevo come
quando il fiore volle donarsi alla
farfalla
- come quando dalla
roccia soffiò il primo vento bianco
- che improntò
la tua immagine di creta, e come
- in ogni foglia che
è desiderosa di luce: mi nutro di
te!
-
- E quando
passeggiando indagherò sul come
nacquero,
- nel come si
manifestano, e di cosa si alimenta la particella
- di ogni cosa
scoprendo la verità sulla rosa ...,
allora
- solo io
potrò passare senza essere visto.
-
- Il tuo nome
sarà il nome di tutti, le tue mani
- saranno quelle di
tutti, così i tuoi piccoli piedi;
- e la tua voce
intonerà tutte le voci in una
musica
- che si
diffonderà per il mondo intero.
-
- A te donerò
l'acume dell'essere o mia Maddalena ...
- Nessuno più
potrà combatterci, interi popoli ci
- acclameranno
provocando un'eco soave tramite
- cui svaniremo per
altri mondi, non più finiti ...,
- ma infinitamente
grandi, dove l'amore
- ci benedirà:
bimbi, bimbi di sola luce.
-
-
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|
- Antonietta
Forte
-
-
- Mobbing
-
- Sordida ribolle
l'ipocrita palude.
- Esala miasmi.
Sprofondi e risali,
- imbrattato e di
putrido odor schifato.
- Scuoti il capo,
sbatacchi, ti aggrappi.
- Dell'abisso, acuto
il dolor
- ti punge al
basamento,
- di chiodi e spine
equipaggiato,
- e sangue sprizza
nella plumbea melma.
- Ai fetidi vapor,
sghignazzano beffardi,
- e sabbie mobili
t'inghiottono infingarde.
- Dal segreto nido,
in su la dirupata roccia,
- si leva il
pipistrello dal lugubre pastrano,
- a tracciar voli ed
a sfarfalleggiar, inviso,
- nel sinistro aere,
di vicine sciagure foriero.
- I muridi padiglioni
inutilmente tende,
- i denti digrigna a
sbigottir gli oppressi,
- e pernicioso stride
la sua caduca vittoria.
- Infìdi
strali sfrecciano, affilati,
- da celati anfratti
saettati,
- e fortuiti attacchi
paiano,
- benché a
ferirti deputati.
- Ti iberni al gelo
di cuori di ghiaccio,
- nel petto serbati
da demoni togati,
- dal sommo Dio
negl'inferi cacciati,
- e urlar non puoi al
sordo orecchio
- che lemma e gemiti
uman non ode.
- Salvo sarai solo se
fuggir saprai
- in dolci sogni ove
l'anima involerai.
-
-
-
-
-
|
- Giacomo
Fumarola
-
-
- Il mio
film
-
- Cosa andrà
in onda stasera?
- Lo chiedo alla mia
testa, abile
- professionista del
montaggio. Elabora
- immagini catturate
per strada ed in Tv
- mentre io cammino a
testa bassa, urto
- mi accomodo, leggo.
Penso...intanto
- gli occhi
osservano. Quale mondo
- se non il cast di
un film?
- Ieri una bambina
correva tra i filari
- di un vigneto,
porgendo a sua madre
- palline corvine.
Oggi su una sabbia
- livida un ragazzino
ha fermato
- la sua corsa
dinanzi ai soldati.
- Un solo giorno
separa una felice
- campagna del
Mediterraneo
- dalla polvere di
Hebron. Due fotogrammi
- con cui ho montato
un cortometraggio
- intitolato l'urlo.
Di gioia il primo
- di disperazione il
secondo.
- Pochi anni
dividono
- la bimba dal
ragazzino eppure
- l'urlo me lo
immagino così diverso.
- Quanto fiato in
gola ha un piccolo
- kamikaze che
rinuncia a farsi esplodere
- alla concitata
intimazione di ALT?
- Appena sospirata
è la libertà
- che gli appare
ormai spacciata.
- Stasera concludo la
mia pellicola
- con l'immagine di
corte braccia alzate
- e tremanti, con
occhi arrossati e grati.
- Non ci sono
esplosioni né proiettili
- mortali nel mio
film.
- Ma la
realtà, ahimè, avalla
- e premia altri
registi...sanguinari.
-
-
-
-
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|
- Sergio
Ghio
-
-
- Dissolvenze
-
- Cosa sia poi quel
respiro
- il riflusso delle
acque, o fiato di gente,
- scaturito
dall'allumacare delle ombre
- di mare, di rocce,
di luce che muore
- un pomeriggio
inzeppato dal temporale
- non so
dirlo.
- Le compiacenze
lasciate sole per poco
- tacciono, ci
guardano
- ingoiano un veleno.
Come
- le esizie travature
non esposte per intero
- sul presente, sul
passato
- tutte le immagini
colloquiali infrante
- nella scarna
natività del tuo respiro.
- Resto lì a
guardare nell'irrequietezza vaga
- delle forme intorno
al crepuscolo
- la tua gonna di
velluto. I fiori
- che sono dove sono,
dove pensavo.
- Perfino il
narratore principale che allude
- quale muta
attività di circostanze
- ora alla poesia
d'una voce che sale
- nell'immobilità
della memoria
- la sua immortale
fragilità nell'attesa improvvisa.
- Già al tempo
d'una chiara trasparenza
- come l'acqua d'una
gora antica
- scendevano in
moltitudini di versi
- insospettabili
parole spante in dissolvenze.
-
-
-
-
|
- Claudio
Giusti
-
-
-
-
- Vecchi giochi al sol
d'estate
-
- Ho noia che mi
investe
- ho noiosa
nostalgia
- dei tempi
passati
- a giocare tra i
meli
- e fieno seccato dal
sole.
- Un gioco poi una
parola e
- un bambino
piangeva
- senza mostrar agli
altri lacrime
- ma solo una
vergogna
- mascherata da un
volto
- incompreso e poi
voltando
- le spalle agli
altri
- tutto
finiva.
-
-
-
-
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|
- Giovanni
Mariotti
-
-
- Luce dei nostri
occhi
-
- Sguardi a
caccia di sorprese,
- o di prede
che temono solo chi li sostiene,
- niente
conoscono dell'altrui essere:
- da cose
senza voce affascinati,
- da sorrisi
genuini e buffi accecati.
-
- E dita
delle mani senza presa
- che frugano
tra labbra coperte di saliva,
- stringendo
la curiosità cullata
- in attesa
di una vita meno beata.
-
- Gesti
scoordinati che parlano senza
parole,
- per far
sentire la propria voce
- che ancora
non ha suono né tuono.
-
- Aneliti di
gioia che desiderano carezze,
- e frasi
sussurrate nelle orecchie
- soffiano
coccole sulle guance paffute e
lisce:
- per
impedire che scendano lacrime
- a dar forma
a paure senza viscere.
-
- Sorrisi
come cinguettii senza ali
- che mettono
a nudo bocca e lingua,
- con
timidezza ammantata di conquista.
-
- Profumo
d'anima candida
- che chiede
solo affetto e calore
- in cambio
di una presenza splendente
d'amore.
-
- Pianto
disperato del corpo intrappolato
- tra il
giaciglio solitario, ancora
sconosciuto,
- e il sonno
avvolto dal silenzio premuroso,
- che
riflette il paradiso senza spiccare
volo.
-
- 2 1
2
|
- Katia
Moi
-
-
- Nuovi
orizzonti
-
- Suoni,
accavallati
- sfiorano, il
Mare,
- ventilati
accompagnano
- il musicante
fruscio di onde
- e sprizzano
dolcemente
- gocce d'acqua sul
mio viso.
- Vento, in
sopravvento
- accarezza,
ciò che sento,
- e danzano sogni,
con tuoni di tempesta
- come nuvole in
lacrime
- di anime
ritrovate.
- Aperture, audaci, e
accattivanti,
- conservate,
ritornano,
- dove
resta
- l'orizzonte, sempre
a monte
- di ogni
fonte.
- Avanzano i miei
occhi
- alla vista nuovi
orizzonti,
- entusiasmanti ed
amanti
- innalzano il mio
cuore,
- e un fascino
esaltante
- acutizza cieli
stellati.
-
-
- Ritorno
-
- Caparbio sogno sei
con me,
- scavalchi le mura
di un ritorno...
- Sorge il Sole,
è splendido giorno,
- tenui sensi,
propagano idee
- che
risalgono
- al calare della
notte;
- luna raccoglie,
fantasiose doti,
- abbondanti grazie
pacifiche
- sono veci di
gratitudine;
- una sottile,
cadenze sonora
- svelano
- tracciano
l'intuire
- e certezze divine
ascoltano
- canti, nati, dal
reverire.
-
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- Maria
Pellegrino
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- Sotto
l'ulivo
-
- Un albero rugoso in
forma antica
- ligneo e tortuoso
come un sentiero
- in mezzo
l'erba.
- Vestito di rade
foglie argentee,
- di frutti verdi e
marroni
- come la terra su
cui appoggia
- le sue
radici.
- Nell'aria estiva e
silenziosa
- all'ombra del suo
tronco
- lievi, riposano i
pensieri
- nell'ascolto dei
giorni lunghi e penosi
- che passano silenti
a scandir
- la vita, che lenta
alle spalle
- già si
abbandona.
-
-
- Raggio di
sole
-
- Alzare gli occhi al
cielo azzurro
- incontro
all'infinito...
- Addormentarsi al
calore
- di un tenue raggio
di sole
- che scalda l'erba
del prato.
- Sognare una vita
eterea
- e volare
lontano
- al breve soffio di
un vento leggero.
- Salire su un raggio
di sole
- e, felici,
raggiungere il cielo
- ed essere luce per
sempre!
-
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-
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- Nino
Russo
-
-
- Il
fiume
-
- Con nenia sempre
uguale il vago fiume
- assopisce,
cullandoli, i pensieri;
- dolcemente nel
sogno li trasfonde
- e ferma il tempo.
Ora - intorno - è quiete.
-
- Laggiù,
cadendo, ai raggi si confonde,
- alza polvere
d'acqua iridescente,
- che fluisce, pur
essa uguale sempre,
- nell'assorta
visione della mente.
-
- Sensazione profonda
dell'eterno!
- Ma l'acqua che
trascorre si dilegua:
- uguale sempre ma
non mai la stessa,
- come fugaci gli
uomini nel mondo.
-
-
-
- Il
verde
-
- Tenero questo verde
appena nato
- rabbrividisce al
soffio
- algido della notte,
esita tremulo
- al primo albore,
sale
- indi tacito e
lieve
- lungo il solco del
fiume
- limpido, e
splende
- sopra i monti a
raggiera
- e nell'aria
soffusa,
- ché, tenace,
già sfiora
- le tenui cime
ancora bianche e quasi
- confuse al
cielo.
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|
- Luisa
Sala
-
- Se sei un
uomo
-
- Se sei un uomo non
temere l'inganno,
- la maldicenza
più ardita di menti sacrileghe,
- sarà la tua
imperiosa sete di giustizia, di
probità,
- a far ardere in te
la speranza per la loro redenzione.
-
- Se sei un uomo non
temere l'afflizione,
- quando prorompente
come un fiume in piena,
- spezza gli argini
del tuo cuore e pare annullare
- le restanti e
minute forze del tuo agire,
- sarà il
credo "nell'esistenza", che tenendoti
- dolcemente per
mano,
- ti condurrà
sulla strada del risorgere.
-
- Se sei un uomo non
temere il pianto,
- quale mirabile
espressione di coraggio, ancor più
di
- un fante in
guerra,
- saranno le tue
lacrime con il loro arcano fascino,
- a sublimare la
virilità del tuo corpo.
-
- Se sei un uomo non
temer la "fatal quiete",
- distacco terreno da
veementi passioni,
- sarà la
"Grande Luce" che si prenderà cura
- di te e di chi ti
ha amato,
- volteggiando con la
soavità più eletta di una
libellula,
- nel profondo di
queste povere anime frali.
-
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- Concetta
Santoro
-
-
- La
memoria
-
- Noi che
sognavamo
- come te
- Noi che
speravamo
- come fai
tu
- Noi senza
dignità
- rispetto
- siamo
divenuti
- legni d'ardere al
fuoco
- dell'odio
- dello
sterminio
- Noi
- siamo passati per i
cammini del dolore
- del tragico
silenzio
- Noi
siamo
- ora
- e per
sempre
- nello
spazio
- nel
tempo
- in attesa
che
- davvero
- si scriva nei
cuori
- nelle
anime
- nelle
menti...
- MAI
PIU'
-
-
-
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|
- Luciana
Scaglia Grenna
-
-
- ...Esperienza...
-
- Con passo
lento
- la vita si
apre,
- giorno dopo
giorno,
- come le
pagine
- di un vecchio
libro...
- ingiallito.
- Incespica,
rotola,
- si ferma,
riparte,
- timorosa,
rigida
- ma
incurante
- di ciò che
si presenta
- e...si lascia
prendere,
- per
mano,
- da
Esperienza
- che la
condurrà
- fra le assonnate
righe
- del vecchio
libro
- ...ingiallito e
sfrangiato
- ...chiamato
Vita.
-
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- Luisa
Tedesco
-
- Partire -
Tornare
-
- Nel buio mattutino
prende forma la prima vita e in silenzio
- ogni genere
d'animale esce dalla tana sbadigliando un buongiorno
assonnato.
- Le luci della notte
illuminano un panorama invisibile,
- le nuvole del cielo
hanno preso dimora sulla terra
- e ancora la luna
è il faro per i pescatori all'alba.
- Lentamente
- il buio della notte
si fa azzurro
- e il cielo diviene
rossastro inondato da una pioggia di
stelle;
- ma...ancora le nubi
nascondono l'orizzonte alla vista
- ed il panorama
diviene una favola sormontata da monti e
castelli.
- D'improvviso tutto
sparisce, compare la gioia del sole
- ed ormai ognuno
apre gli occhi alla vita
- per partire o
tornare nel mondo.
-
-
-
- Un dolce pensiero
- corre davanti ai
miei occhi,
- mentre il cielo
blu
- si copre di nuvole
nere
- che corrono insieme
al vento
- gustando la
libertà:
- lo colgo come fosse
un fiore
- e d'improvviso
diventa luce viva,
- fuoco incandescente
e sangue zampillante.
- Il mondo si copre
di meschinità, sofferenza ed opere di bene
celate nel buio.
- L'uomo piange e non
sa che fare,
- vorrebbe scappare
ma tutto è sempre uguale;
- allora decide di
gridare a squarciagola
- piangendo
amore;
- o decreta la sua
morte in un letto di piume d'oca
- tendendo le mani
verso l'atteso infinito.
- Eppure quel dolce
pensiero oggi galoppa con me:
- non è una
favola a lieto fine, è soltanto
- la vita vista con
gli occhi di un bambino.
-
- La vita è
un'avventura, e non c'è miglior
avventura
- che quella vissuta
da un bambino quando gli si racconta una
favola.
-
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|
- Stefano
Tonelli
-
-
- Tempo
d'inverno
-
- Nuvole di grigio
ghiaccio
- eclissano la mia
anima e
- un oscuro veleno
forma nel mio cuore
- una palude, che
divora ogni raggio di luce.
-
- Mi poso, sfiatato
viandante,
- su un freddo ed
umido sasso.
- Il ricordo m'assale
d'altra stagione,
- quando il sole
accarezzava la mia pelle
- e forte riscaldava
i miei
- sensi ed affetti
turbati.
- I gabbiani volavano
sul mare,
- e io con loro
odoravo il sale
- che di sé
vibrava l'aria,
- e vagheggiavo nubi
bianche e rosse
- galleggiare in
accecante bagliore.
-
- Ah non mai
abbastanza
- rimpiante baie
marine!
- Imparaste ben
presto a raccogliere
- - generose di tempo
- le mie speranze,
- i miei discorsi, i
miei pensieri.
-
- La vostra memoria
mi trafigge inesorabile
- e io non reggo a
tanta ambascia.
- Raccolgo i frantumi
delle mie lacrime
- e le ricaccio in
gola.
-
- Ora nevica. Solo
rivolgo
- al mio mite
compagno fedele
- - non umano, o
forse fin troppo:
- "Avanti Toby,
avanti senza posa,
- in queste tenebre
bianche..."
-
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|
- Pietro
Vitelli
-
-
- 1
-
- Non saprei vivere
grappolo d'uva
- e bosco di fioriti
rosmarini
- fiume tempestoso di
latte e miele
- mare infinito che
tutto contiene.
-
- Non saprei vivere
senza luce
- che tu giglio di
topazi, regali
- a tutte le terre
stanche e crudeli
- ed al morbido volo
degli uccelli.
-
- Non saprei vivere
pane integrale
- lievito di parole
d'amaranto
- sapore profumato di
Sicilia.
-
- Non saprei vivere
sale marino
- tessuto che
connette cielo a terra,
- non saprei vivere
senza il tuo amore.
-
-
-
- 2
-
- Verranno ancora
altri giorni d'amore
- andranno come fiumi
verso il mare
- porteranno i
cristalli della terra
- porteranno il
frumento per il pane.
-
- Verranno i giorni
amari del dolore
- continenti di
garofani tristi
- praterie verdi
d'anni consumati
- e strade lastricate
di memoria.
-
- Non avrò
paura dei futuri giorni
- dei segni del tempo
sul mio volto
- del pane insaporito
di carbone
-
- e non avrò
paura dei freddi inverni
- o del piombo duro
nelle mie gambe
- fin quando
avrò aroma dalla tua bocca.
-
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- Agg.
08-01-2006
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