- X
edizione Premio Letterario
Città di Melegnano 2005
-
La
Giuria della decima edizione del Premio Letterario
Città di Melegnano presieduta da Benedetto Di
Pietro per la Sezione Poesia e da Alessandra Crabbia
per la Sezione Narrativa, ha stabilito la seguente
classifica finale:
- SEZIONE
POESIA
Opera
1^ classificata: Passeggeri
in
metrò
di Pietro
Catalano,
Roma
Questa
la motivazione: "Il poeta Pietro
Catalano nella lirica "Passeggeri in
metrò", partendo dall'affermazione
che gli occhi sono lo specchio dell'anima,
pone un'importante considerazione che
mette a confronto la ricchezza materiale
con quella spirituale. Nel viaggio della
vita terrena, il tempo ci rende tutti
precari, così la carità
chiesta da due suonatori ambulanti in
metrò diventa "disturbo" per chi
non ha il coraggio di guardarli negli
occhi e, nel confronto con i due
questuanti, gli anelli ostentati dai
passeggeri privi di sensibilità
diventano "pesanti come l'aria", quindi
senza alcun valore. Il peso pende
più dalla parte dei due suonatori,
che se da una parte possono dare per
scontato che saranno in pochi ad allungare
qualche spicciolo, dall'altra hanno la
certezza che tornati tra le loro famiglie
potranno trovare il calore che manca
proprio a chi non li vuole degnare neanche
di uno sguardo. Sulla sponda opposta si
trovano i viaggiatori del metrò che
sono degli alienati, perché non
guardano mai gli altri negli occhi in
quanto hanno paura di essere scoperti
nella loro nudità dell'anima.
Un'alzata di scudi contro il razzismo e
tutto ciò che è
diverso". Benedetto Di Pietro
Vince la Pubblicazione di un libro di
32 pagine di cui gli verranno assegnate
100 copie gratuite - Targa di
riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori -
Pubblicazione su Internet www.club.it
Opera
2^ classificata: "Una
volta"
di Giampaolo
Merciai,
San Marcello Pistoiese (PT). Questa la
motivazione: "Giampaolo Merciai in "Una
volta..." coglie l'occasione per rigettare
in faccia ai potenti il progresso dei
nostri tempi che ha portato disagi
materiali e psichici. Il poeta si sofferma
sugli eventi terroristici degli ultimi
anni che continuano a generare un senso di
precarietà che in particolare si
manifesta nell'autolimitazione della
propria libertà. Così i
versi "Una volta, / c'erano le favole a
chiudere gli occhi dei bambini", nella
circolarità della lirica assumono
valore di rimpianto per la perdita
dell'innocenza infantile, ma vogliono
ricondurre anche a quel mondo inventato,
che diventa migliore di quello in cui
viviamo dove i soprusi consumati a danno
della gente superano le favole più
sanguinarie; ma queste se non altro dalla
loro parte hanno l'attenuante di possedere
un fine educativo". Benedetto Di
Pietro
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 50 copie
gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori -
Pubblicazione su Internet www.club.it
Opera
3^ classificata: Guida
i miei
passi
di Emma
Mazzuca,
Latina (Roma). Questa la motivazione:
"Emma Mazzuca in "Guida i miei
passi..." bene presenta, per metafore e
invenzioni, un costrutto poetico che
trascende il livello interpretativo di
episodi vissuti col padre, per assurgere a
momenti che, in maniera estensiva,
divengono la sua totale esistenza. Il
culmine, ma anche lo scioglimento, della
tensione poetica si trova nei versi
"...tra soffi di gelido tepore scivolai
lieve da chi / -pur se in vita - al mondo
tace", dove la contraddizione ossimorica
delle parole bene interpreta la situazione
di incertezza e di isolamento in cui oggi
l'uomo è costretto a vivere".
Benedetto Di Pietro
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 50 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet
www.club.it
Opera
4^ classificata: "Il
mare come una
stagione"
di Antonio
Capriotti,
San Benedetto del Tronto
(AP)
Vince
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet
www.club.it - Buono valido per 50 copie
omaggio in caso di pubblicazione in volume
con la casa editrice
Montedit.
Opera
5^ classificata: "Pensieri
orfani"
di Federico
Fieri,
Prato
Vince
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club degli
autori - Pubblicazione su Internet
www.club.it - Buono valido per 50 copie
omaggio in caso di pubblicazione in volume
con la casa editrice
Montedit.
Vincono
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori - Pubblicazione su
Internet - Buono valido per 50 copie
omaggio in caso di pubblicazione in volume
con la casa editrice Montedit i seguenti
autori:
Opera
6^ classificata: "Sunday
evening"
di Egidio
Belotti,
Fossano (CN)
Opera
7^ classificata: "Non
era un
canto"
di Stefano
Leoni,
Forlì (FC)
Opera
8^ classificata: "Dall'onda
di mezzo"
di Liliana
Paparini,
Bresso (MI)
Opera
9^ classificata: "La
bouganvillea"
di Giuseppina
Terranova,
Pontedera (PI)
Opera
10^ classificata: "Alma
madre"
di Vincenzo
Elefante,
Castellammare di Stabia
(NA)
|
- SEZIONE
NARRATIVA
Opera
1^ classificata: "Morirò di
primavera" di Carlo
Mieli,
Modena.
Questa
la motivazione: «L'autrice
descrive la fine della sua esistenza in un
racconto breve e intenso, quasi una
lirica, permeando le sue parole di
dolcezza, accettazione, amore mistico. Le
atmosfere sono rarefatte, quasi
impalpabili, ma incisive e
struggenti.
In
un mondo in cui la morte è uno
spettro da occultare e rimuovere, e
la
tanatofobia
è imperante, possiamo qui
raccogliere una voce che dà
conforto e poesia pura all'ultimo attimo
fuggente». Alessandra
Crabbia
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 100 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet www.club.it
Opera
2^ classificata: "Marie" di
Pasquale
Iannucci,
Cremona.
Questa
la motivazione: «Racconto
kafkiano, nel quale il narratore con
umorismo amaro rovescia gli archetipi
sociali che vorrebbero la donna angelo del
focolare, materna e passiva, e la investe
invece di una carica sottilmente ma anche
apertamente sadica. Donna che comanda, che
obbliga, che persino imprigiona
fisicamente il suo servile amante,
imponendogli di vivere dietro un
armadio.
Originale,
tagliente e ironico riesce a far sorridere
e meditare». Alessandra
Crabbia
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui le verranno assegnate 50 copie
gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su
Internet www.club.it
Opera
3^ classificata: "Bella e il rosso"
di Matteo
Favali,
Felina (RE)
Questa
la motivazione: «Un giallo
perfetto in una cornice decadente:
l'autore descrive un personaggio degradato
ma dolce e rassegnato. Tutto si muove sul
filo di un triste erotismo e del candore
sconfortante di una storia maledetta. E
sullo sfondo di questa storia dura,
c'è il rosso, rosso dell'abito e
dei capelli dell'amante assassina, rosso
delle lenzuola di seta, rosso del sangue
del protagonista, arreso e vinto da un
amore nero». Alessandra
Crabbia
Vince
la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 50 copie
gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori - Pubblicazione su
Internet www.club.it
Vincono
Attestato di merito - Pubblicazione del
testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet www.club.it
- Buono valido per 50 copie omaggio in
caso di pubblicazione in volume con la
casa editrice Montedit i seguenti
autori:
Opera
4^ classificata: "La falce del destino" di
Valentina
Pascarella,
Vignola (MO). Questa la motivazione:
«La sorte è in vendita:
l'autore in quest'opera surreale descrive
la mercificazione dei destini umani, la
vendita del "ciò che
accadrà":
Ma
l'acquirente, lugubre e di nero vestita ha
in mano la falce.
Con
umorismo noir si assiste al dialogo tra
venditore e cliente, nel quale la
burocrazia e gli apparati logistici sono
presi in campo, ma la nera signora il
destino non lo cambia. E' la falce il suo
strumento. E' la morte il suo
lavoro». Alessandra
Crabbia
Opera
5^ classificata: "L'agave" di
Sara
Iommi,
Fornovo di Taro (PR). Questa la
motivazione: «Può vivere
cent'anni l'agave. Ma la sua triste
bellezza è che quando fiorisce
è destinata a morire. E' su questo
filo conduttore che si svolge la vita di
questa vecchia donna. Il simbolo arcano
della sua esistenza dalla vita alla morte
è legato a questa pianta,
all'attesa quieta della sua fioritura.
Perché anche la fine è una
rivelazione e un salto nella
luce
della
consapevolezza spirituale».
Alessandra Crabbia
Opera
6^ classificata: "Alka Seltzer" di
Francesco
Troccoli,
Roma. Questa la motivazione: «Il
tempo non esiste, dice l'autore. E nei
suoi improvvisi e allucinanti salti negli
anni passati e a venire, si ritrova
inconsapevolmente sempre in posizioni
esistenziali diverse, fino all'ultimo
gradino, diventare un clochard. Solo
l'Alka Seltzer è sempre presente,
muta testimone dei suoi viaggi temporali.
L'impermanenza domina tutte le fasi della
vita.
Nessun attaccamento, per quanto grande
è destinato a durare».
Alessandra
Crabbia
Opera
7^ classificata: "Il Pepeu" di
Marco
Antonelli,
Bovisio Masciago (MI). Questa la
motivazione: «Il pepeu è il
personaggio out-sider del paese. E' un
diverso, perché ritardato e
solitario. La sua solitudine è
quasi disumana, e solo raccogliere rottami
e alluminio lo aiuta a sopravvivere. Ma
quale la sorpresa quando alla sua morte si
scopre un artista! Nella sua casa una
scultura erotica fatta di ciò che
raccoglieva per le strade è
scoperta e subito distrutta dai suoi
compaesani
benpensanti.
L'amore
e l'erotismo che non potevano essere
vissuti vengono concretizzati in
quest'opera di tutta una vita raminga in
una catarsi splendida e
azzardata». Alessandra
Crabbia
Opera
8^ classificata: Pensieri da un
cornicione" di Graziella
Ceccarelli,
Cervinara (AV). Questa la motivazione:
«Gli ultimi attimi di vita di un
alcolista uxoricida vengono qua narrati
con una lucidità sorprendente.
Pensieri puri e liberatori e quasi un
conforto e un sollievo rispetto una vita
disastrata dalla dipendenza. Tutto
è stato distrutto da questa
malattia dell'anima e del cuore, tutto
è perduto. Ma la passante che lo
vede, nulla sa della serenità con
cui quest'angelo nero si butta nel vuoto
per ritrovare la sua anima
perduta». Alessandra
Crabbia
Opera
9^ classificata: "Enigma" di
Luciano
Recchiuti,
Teramo. Questa la motivazione: «E'
qui descritta un'esperienza pre-morte,
dopo un incidente che porterà il
protagonista sulla sedia a rotelle. Magia,
terrore, oscurità, realtà
parallele, s'intrecciano in un racconto
che trova il suo epilogo felice nella
raggiunta comprensione dei valori
autentici di una vita che raggiunge
spiritualità attraverso il
dolore». Alessandra
Crabbia
Opera
10^ classificata: "Due parole" di
Elisa
Nunziatini
Salhi,
Domodossola (VB). Questa la
motivazione: «In un lungo
soliloquio attraverso una manciata di
anni, in un diario, si snoda la decadenza
mentale della protagonista, che assiste
impotente al suo declino psico-fisico, e
che resta consapevole della devastazione
finale di una malattia definita con due
terribili parole: morbo e Alzheimer.
Toccante e drammatico».
Alessandra
Crabbia
Risultano
segnalati dalla Giuria con Attestato di
merito i seguenti Autori:
"Il
dopocena di Phuket" di Giovanni
Carullo,
Avellino. Questa la motivazione:
«Una donna sconosciuta, bella come
una bambola di porcellana resterà
nella memoria del protagonista per sempre.
Lo tzunami falcerà quella giovane
vita. Il mare inghiottirà la sua
bellezza». Alessandra
Crabbia
"Il
futuro è nei tuoi sogni" di
Fabio
Favento,
Mediglia (MI). Questa la motivazione:
«Premonizioni oniriche e magia della
preveggenza femminile.
Questo
racconto entra nel vivo del paranormale e
svela una precisa connessione tra
sensazioni e avvenimenti. Nulla sfugge
alla mente sottile, né il bene
né il male». Alessandra
Crabbia
"Il
tempo sospeso" di Maddalena
Lonati,
Rho (MI). Questa la motivazione:
«Il distacco, il lutto e un amore
troppo grande fanno precipitare
Il
protagonista del racconto in una
prostrazione che nessun medico riesce a
guarire. Il tempo si è fermato. Non
esiste un ritorno. Una non-vita è
preferibile all'accettazione della perdita
irrevocabile dell'amore».
Alessandra
Crabbia
"L'angelo
di Samira" di Giovanni
Fabbri,
Firenze. Questa la motivazione:
«La guerra conduce ad ogni orrore, ad
ogni forma di mostruosità. La
protagonista entra in questa spirale con
l'uccisione di un soldato. L'angelo che
doveva salvarla o farla morire viene da
lei pugnalato alle spalle. Fuggire dal suo
inferno interiore non sarà
più possibile. La guerra la
inseguirà per tutta la
vita». Alessandra
Crabbia
"L'ombrello
giallo" di Gabriele
Leone,
Sant'Apollinare (FR). Questa la
motivazione: «Un incontro casuale
in un bar tra una ragazza giovane e
sbandata e un vecchio dalla vita
torturata. Un incontro tra due generazioni
che sfocia nella comprensione profonda
della giovane e la fa mutare. Solo
l'ombrello giallo che rotolerà tra
i binari in una giornata di pioggia,
farà capire la fine dell'esistenza
del vecchio». Alessandra
Crabbia
-
- La
cerimonia di premiazione si
è tenuta sabato 21 gennaio
2006 alle ore 15,30 a Melegnano
(Milano) presso il Salone
Predabissi in via Frassi, 2
angolo via Predabissi. Gli autori
premiati riceveranno
comunicazione a mezzo
lettera.
|
|
- Torna
all'inizio
|
SEZIONE
POESIA
|
- Pietro
Catalano - 1°
classificato
-
-
- Passeggeri in
metro
-
- Gli
occhi parlano di noi,
- nella
metro fissano depliant
- d'inutile
merce,
- o
leggono, o guardano
- l'orizzonte
allontanarsi
- e
ritornare lungo binari
infiniti.
- Non
fissano mai o quasi altri
occhi,
- il
timore della nudità
dell'anima
- è
sempre in agguato,
- paura
di svelare sentimenti
- antichi,
pane quotidiano
- che non
si compra nei freddi forni.
- Passano
venditori di canzoni
- suonando
una fisarmonica scordata,
- o
battendo tamburi di terre
lontane;
- i loro
occhi guardano le mani
- dei
passeggeri precari del tempo,
- imbottiti
d'anelli pesanti come l'aria,
- immobili
nella carità.
- Ma i
bimbi dei venditori
- d'emozioni
parlano con gli occhi,
- ringraziano
con un batter di ciglia:
- anime
nude
- senza
paura del buio,
- verrà
poi lo sguardo altrove,
- a
cercare altri occhi
- che
parlano d'amore.
-
|
- Giampaolo
Merciai - 2°
classificato
-
-
- Una
volta...
-
- Una
volta,
- c'erano le
favole a chiudere gli occhi dei
bambini.
- Emozionante
cammino su nuvole spolverate di
stelle.
- Montagne
di parole portate via dal fiume del
tempo.
- Ricordi
che scompaiono.
- Apro le
finestre, piove. Piovono brandelli di
vita
- sui
giardini di Luglio e farfalle azzurre si
fermano
- e i
silenzi si riempiono di dolore
- e rose
bianche diventano rosse di
sangue.
- Chiudo le
finestre, piango. Piango giorni senza
luce
- sui mari
dell'odio e no bastano Torri che
cadono
- e i treni
di Madrid e i muri di Beslan
- e il cielo
di Londra e le strade di Sharm...
- Strategia
della paura.
- Una
volta,
- c'erano le
favole a chiudere gli occhi dei
bambini.
- La luna
giocava a nascondino sul crinale
- e alla
sera, oltre i monti, le città
dormivano notti di pace.
- Perdo la
parola.
- E non si
ferma il mio pianto. Lacrime
- per la
musica di una chitarra che ci
univa
- e per i
rimpianti di un paese da visitare
- e per il
profumo di gelsomino che bagnava gli
oceani.
- Lacrime
che cadono sull'Amore per la
vita.
- Una
volta,
- c'erano le
favole a chiudere gli occhi dei bambini...
...
|
Torna
all'inizio
|
- Emma
Mazzuca - 3°
classificata
-
-
- Guida
i miei passi...
-
- Guida
i miei passi - ti chiesi
-
- fino
a che piegare io possa, con
l'anima
- libera
da rimpianti e vili
suppliche
- le
lunghe ali d'ombra, i contorni
perderne
- nella
dissolvenza dell'alba
- Presto
- ti chiesi - fai
presto
- le
lame del cancello
tagliano
- il
mare d'erba e il suo possente
smalto
- che
legati ci tenne, sì da
impoverire
- la
lista della sorte
- Travasa
il tuo respiro che l'aria
cruda
- infuria,
fá che dal lungo
torpore
- un
grumo di calore o la fiamma d'un
cero
- ravvivi
il bosco inquieto
- I
portatori trattenni con le mie mille
mani
- -
è tardi - mi
dissero
- (fradicio
giorno!)
- di
là del vano indugio, oltre il
passivo freddo,
- sopra
cunicoli e sull'ingorda
terra,
- (suprema
contraddizione)
- con
luccicanti scuse, si gloriò alto il
sole
- Col
viso nella polvere, passo su
passo,
- m'allontanai
- tra
soffi di gelido tepore scivolai lieve da
chi
- -
pur se in vita - al mondo
tace
- Al
tuo sguardo
- -
padre -
- che
l'infinita aurora
sfiora
- promisi...alcun
verme si nutrirà del bulbo di
asfodèlo
-
|
-
- Antonio
Capriotti - 4°
classificato
-
-
- Il mare
come una stagione
-
- Tempo
di mare ritorna
- a
me negli anni perduta stagione: il lido
rifiorito, l'onda
- battente
leggera - solcata, guizzata risacca - e il
vento
- salso
che s'invena; azzurrità e la curva
ascendente
- radiosa,
trasfusa in fitto brunire, oblivioso sulla
pelle
- canora
di sirene; blandizie all'ombra - parole rade
- e acceso
- palpitare
di narici: oh felicità
dell'ora
- che
irretiva ai trionfi iridati di
riviere
- -
vita nudata d'ansie se non
d'amore
- che
al limite oscillante di spume sulla
sabbia
- era
innocenza, abbandono a
edenica
- grazia
ritrovata.
- Declinò
per me - lentamente
- svaniva
in transumanze di sogni, di nuvole e gabbiani
-
- la
terracquea avventura, ed ora invano
riattendo
- voce
che lieta mi chiami ai convegni di sole,
all'arco
- di
luce e di brezze ormeggianti su effuso
lambire d'acque
- e
pulsioni. Tornano i giorni solstizii,
l'ansia
- salmastra
che sale, che invade, e mi
vince
- ancora,
ma ebbrezza alle sabbie
dorate
- è
inganno, facile gioco del cuore - lietezza
altrui
- a
me sguardo, vena
riaccesa
- di
nulla, memoria. A me, che in meriggi
gloriosi
- tardo
riaccedo alla riva, ora
d'ombre
- s'effigia
lontane e d'echi profondi
risuona
- dolente
il mare, concluso
- come
una stagione.
|
Torna
all'inizio
|
- Federico
Fieri - 5°
classificato
-
-
- Pensieri
orfani
-
- Seduto,
- sotto
il grande albero della mia
vita
- i
rami alti osservo...le foglie
numerose...
- La
brezza pungente di questa società
le schiaffeggia senza
tregua.
- È
il fruscio dei miei
pensieri,
- è
il sottofondo che svuota ogni
sussulto
- e
riempie una malinconia latente di musica
che nessuno ascolta,
- è
il destino mio che prilla viziato dalla
pena di esistere.
- Quante
instancabili vibrazioni può
partorire il vento della
vita
- nel
cuore di un seme che diviene
frutto...
- Resterò
qui,
- poco
sopra le mie tumide
radici,
- ad
attenuare i desideri più
ribelli,
- ad
ammansire le loro creste
ingombranti.
- Se
i miei pensieri volano a bassa
quota
- forse
potrò raggiungerli con piccoli
balzi.
- Resterò
qui,
- a
far da sfondo al panorama di questa
uggiosa età,
- in
cui la forza dei pensieri potrebbe fermare
il vento, il sole, il
tempo...
- ......resterò
qui, solo,
- a
pensare a ogni
perché,
- e
scusate se questa fessura a forma di
bocca
- custodisce
suoni a forma di
parole.
- Io
non farò altro
rumore
- se
non coi battiti del mio
cuore.
- Quando
un orfano diventa
adulto
- la
vita bisbiglia verità
assordanti,
- e
fra i rami maturano frutti più
succosi
- ...ma
più pesanti.
-
-
|
- Egidio
Belotti - 6°
classificato
-
-
- Sunday
evening
-
- Il
vento non precipita più in questa
domenica
- sospesa
sul mare di catrame dove anche le
foglie
- faticano
a respirare il sapore calmo
dell'autunno
- immaginato
- sommerse - e rondini zittite dalla
sera
- seguono
mute i nostri silenzi sui
petali
- che
pretendono l'aurora, così
indifesi
- come
palpebre di bambino ferito:
improvvisa
- cerca
di emergere l'anima
assediata
- strappata
a questi segreti di sale
- a
gole annegate nella ruggine dei
ricordi
- mai
sopiti, mentre il tuo sorriso
fiero
- risuona
ancora nelle sorde crisi di
coscienza
- come
fiore avvizzito nelle macchie
addormentate,
- quasi
un fuoco lento fissato per
ore
- nelle
brevi sere di primavera
taciuta
- senza
risposta immediata: e continuo a
cercarti
- al
di là del ponte oltre l'orizzonte
amaro
- che
odora di brace dove la tua
presenza/assenza
- delicata
accompagna ancòra questa
solitudine
- inesplorata
e rara: è cielo aspro
d'ottobre,
- e
ora non voglio più incidere il mio
tempo inquieto
- ma
coltivare questi silenzi carichi d'ocra e di
lavanda.
|
Torna
all'inizio
|
- Stefano
Leoni - 7°
classificato
-
-
- Non
era un canto,
capisco,
- l'abbraccio
che mi
rovesciò,
- sorridendo,
l'anima. Adesso
- curo
ancora questi graffi,
io
- che
non volsi altrove
l'occhio
- e
risposi, agguantando
l'ora
- che
parve rivelarsi. Non
era.
- Piccoli
frammenti e un tuono.
- Come
tanti. Anch'io
raggelato,
- stupimmo
dell'estremo vanto,
- e
mi scorse sul petto la
lama,
- ancora
e ancora più
fonda.
- Io
che non c'ero, tradito,
spesi
- ogni
riflesso di me su tali
onde
- e
morimmo. Allora netta
apparve.
- L'anima
vera e nuova,
urlando.
-
|
- Liliana
Paparini - 8°
classificato
-
-
- Dall'onda
di mezzo
-
- Questa
notte...
- dall'onda
di mezzo fatti rapire!
- Da
quella dei sogni caparbi
- che
non cedono alle lusinghe del
giorno
- qualunque.
- Ti
aspetto qui,
- alle
porte di un'alba
nascente,
- dove
il tempo
- che
ha fretta d'arrivare
- non
è mai nato.
- Qui!
Dove fiorisce il
pensiero
- come
l'occhio di un cielo
chiaro
- sgombro
da nuvole,
- e
si confondono stormi
- di
uccelli
- nell'oro
fuso dei tramonti.
- Dove
lo scrigno dell'anima
- è
sempre aperto in ogni sua
fibra
- allo
stupore della terra
- che
semina la vita.
- Terra
sulla quale posano passi
leggeri,
- e
sottovoce ci si parla
- per
non tradire un suono
d'aria,
- un
sospiro,
- un
battito d'ala,
- la
scheggia di un'eco
lontana.
|
Torna
all'inizio
|
- Giuseppina
Terranova - 9°
classificato
-
-
- La
bouganvillea
-
- Petali
di pergamena antica e
- di
porpora accesi,
- flessuosi
rami intrecciati
- dalle
verdi dita,
- giovani
e arditi
- incroci
di volute
- seguo
indolente
- sul
muro di rosa
sbiadito,
- che
al tempo non si
arrende
- e
agli ultimi bagliori
d'arancio
- voluttuoso
si protende.
- Il
lento piacere dello
sguardo
- bruscamente
si arresta
lassù,
- dove
invano brilla il tuo
- vermiglio
richiamo,
- ai
piedi di una piccola
finestra
- chiusa.
- Invano
intrecciasti la tua
chioma
- per
uno sguardo ignaro
- che
a te si nega...
- Al
tramonto hai
catturato
- una
fiaba del mio
pensiero
- e
in pochi istanti mi hai
raccontato
- il
tuo semplice mistero,
- quel
piccolo dolore che ti
punge
- quando
si fa sera...
- Nel
riflesso del mio umile
sguardo
- di
porpora e d'oro
t'incorono,
- mia
regina,
- e
solo per te voglio
rubare
- lo
smeraldo di uno spicchio di
mare.
|
- Vincenzo
Elefante - 10°
classificato
-
-
-
- Alma
madre
-
- Ho
raccolto una manciata di
terra
- e
l'ho chiamata madre. L'ho
baciata.
- Mi
ha detto: "Figlio, io ero
addormentata
- in
questo oscuro angolo di
terra,
- camminavo,
viaggiavo nella guerra
- delle
quattro stagioni. Mi hai
svegliata
- tu
- con un bacio! Come una
ventata
- di
marzo si addormenta nella
serra
- del
giardino dei giusti questa vita
-
- si
riempie, si svuota e
ricomincia:
- lascia
e prende la piena delle
rive."
- Guardai
il fiume, le acque
fuggitive.
- Sciolsi
il Nodo nel verso di una
cincia.
- Vidi
la madre mia
ringiovanita.
-
-
- Canto
indiano
-
- Ascolta,
figlio, come
- un
galoppo di indocili
cavalli
- se
ne andarono gli anni,
dileguarono,
- sui
sentieri di guerra.
- E
questi sono i segni degli
zoccoli
- nella
carne violata,
devastata.
- Adesso,
il Grande Spirito de
fiumi
- accende
i primi fuochi del
tramonto
- sopra
i monti dei padri,
- dove
ardono le cime della
sera.
- Non
ascoltare il grido di
battaglia
- che
sale dal deserto!...
- Bisogna
seppellire, ora, l'ascia di
guerra.
- Questa
è l'ora che tacciono i tamburi
-
- l'ora
di ripartire
- sulle
tracce del vento.
|
Torna
all'inizio
|
RITORNA
ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
mesi)
RITORNA
ALLA PRIMA PAGINA DEL CLUB
E-Mail:
clubaut@club.it
Agg.
28-11-2005
|