- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
Comune di Candia Lomellina 2006
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- Indice
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- Prefazione
- Albo
d'Oro dell'edizione
2006 -
Antonino
Arcidiacono
- Ranieri
Barghigiani
- Loredana
Bertolaccini - Giuliana
Bertolusso - Roberto
Borghetti - Stefano
Botticella - Rosa
Maria Corti Terragni - Ylenia
Crosta - Mario
D'Alise - Silvia
D'Antonio - Fabio
De Mas - Andrea
De Palma - Mario
De Rosa
- Silvio Di
Fabio - Cristina
Di Loreto - Federica
Fabbriciani - Francesca
Fancoli - Maria
Paola Fantaguzzi
- Davide
Ferrari
- Loredana
Ferrigno
- Filippo
Finardi - Franco
Fiorini - Giovanni
Formaggio - Alberto
Gasperina Geroni - Antonio
Giordano - Massimo
Guercio - Antonello
Guerrera
- Francesca Lisi
- Iacopo
Liviabella - Domenico
Maccarana - Giuseppe
Marrone - Rosa
Mazzoleni - Luigi
Micheloni
- Serena
Muracchini - Comaisa
Nitti - Filippo
Noto Campanella
- Cinzia Nuvoli
- Danila
Olivieri - Simona
Pagliari - Donato
Pascetta - Fabrizio
Pilotti
- Gianfranco
Pinzone - Maria
Prestia
- Carlotta
Veronica Puccetti - Ermano
Raso - Fabio
Riccardi - Federica
Robustellini - Chiara
Rolla - Lorenzo
Romoli - Licia
Roveri Galli
- Ivan Ruccione
- Antonio
Sangervasio - Adriano
Scandalitta - Natascia
Secchi - Fabio
Serafini - Jolanda
Serra - Anna
Sidoti - Alba
Silva - Rosalucia
Simonato - Annamaria
Talia - Carla
Tedde - Marco
Giuseppe Toma - Stefano
Tonelli - Claudia
E. Turco - Barbara
Vallerin - Gian
Claudio Vassarotto - Manuela
Vincenti - Stefano
Vitale - Leonardo
Zanin - Paola
Zanoia
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- Antologia del Premio
letterario Comune di Candia Lomellina 2006 - 14x20,5 -
pagg. 80 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-332-8
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-
- Come
avere l'antologia
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- Prefazione
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- Indubbiamente
Candia Lomellina mantiene un rapporto speciale con
l'arte e la cultura, tanto che in Lomellina riesce
sempre a distinguersi grazie a una sensibilità
spesso assente, o quanto meno carente, in molti altri
paesi. Basti pensare a Narciso Cassino, scultore di
fama nazionale e instancabile paladino della
classicità, incarnata con suprema maestria sia
in madonne dall'impronta materna sia in stilizzate
mondine erette a simbolo della Lomellina risicola. Il
ricordo dell'artista, scomparso nel 2003, è
ancora vivo nei cuori di chi ama l'arte e la
vita.
- Avvicinarsi ancora
una volta, anno dopo anno, alla poesia rappresenta uno
stimolo a presentarsi di fronte alle sfide del futuro
con le spalle coperte, sicuri di contare su un
retroterra culturale ricco e valido. Nel riproporre il
concorso nazionale di poesia, aperto ad adulti e
ragazzi, la biblioteca comunale «Pietro
Maggi» ha scommesso ancora una volta sul
desiderio di far vibrare le corde dell'anima: ci
è riuscita.
- Alla nona edizione
del concorso nazionale di poesia «Comune di
Candia Lomellina» hanno partecipato centotrenta
autori adulti, senza contare le decine di piccoli
Leopardi che hanno accettato di confrontarsi in un
agone così impegnativo.
- L'edizione 2006
è andata a Bologna: la sezione "adulti"
è stata vinta da Filippo Finardi, autore della
lirica «Piazza San Donato». Al secondo posto
Paola Zanoia di Pallanza (Verbania) con «Quando
mio nonno vide il mare»: terzo posto per Adriano
Scandalitta di Mortara, con «La pioggia».
Questi i poeti classificati dal quarto al decimo
posto: Danila Olivieri di Riva Trigoso (Genova) con
«La sera del libeccio», Ivan Ruccione di
Vigevano con «Il tuo campo», Rosalucia
Simonato di Fara Vicentina (Vicenza) con «Il
risveglio del mare», Franco Fiorini di Veroli
(Frosinone) con «Perdono», Giuseppe Marrone
di Foggia con «23 maggio», Fabio De Mas di
Belluno con «Pensieri di notte» e Paola
Fantaguzzi di Pavia con «Massaie». Quattro i
segnalati: Piera Ariotti di Asti, Serena Muracchini di
Pavullo nel Frignano, Stefano Tonelli di Milano e
Antonio Giordano di Palermo.
- La sezione
"ragazzi" è andata a Chiara Chiti di
Castelfiorentino con «Nonno», davanti a
Verdiana De Luca di Rocca di Papa (Roma) con
«Fermando il tempo» e a Innocentia Onuoha di
Candia Lomellina con «Casa».
- La biblioteca
comunale «Pietro Maggi» dà
appuntamento a tutti i poeti d'Italia per l'edizione
del decennale.
-
- Umberto
De Agostino
- Giornalista
e Segretario del concorso
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-
Albo d'oro
dell'edizione 2006
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- La Giuria della
nona edizione del Premio di Poesia Comune di
Candia
- Lomellina composta
dal presidente Giuseppe Castelli, membri:
Anna
- Vanoli e Luciana
Pregnolato, e Umberto De Agostino, pubblicista e
segretario del concorso, dopo attenta valutazione dei
testi pervenuti ha stilato la seguente classifica
finale:
-
- Opera 1^
classificata «Piazza San Donato», di Filippo
Finardi, Bologna
-
- Opera 2^
classificata «Quando mio nonno vide il mare»
di Paola Zanoia, Verbania
-
- Opera 3^
classificata «La pioggia» di Adriano
Scandalitta, Mortara (PV)
-
- Opera 4^
classificata «La sera del libeccio» di
Danila Olivieri, Riva Trigoso (GE)
-
- Opera 5^
classificata «Il tuo campo» di Ivan
Ruccione, Vigevano (PV)
-
- Opera 6^
classificata «Il risveglio del mare» di
Rosalucia Simonato, Fara Vicentino (VI)
-
- Opera 7^
classificata «Perdono» di Franco Fiorini,
Veroli (FR)
-
- Opera 8^
classificata «23 maggio» di Giuseppe
Marrone, Foggia
-
- Opera 9^
classificata «Pensieri di notte» di Fabio De
Mas, Belluno
-
- Opera 10^
classificata «Massaie» di Maria Paola
Fantaguzzi, Pavia
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- OPERE SEGNALATE
DALLA GIURIA CON ATTESTATO DI MERITO:
-
- «Buio» di
Piera Ariotti, Asti
-
- «Città
d'inverno» di Serena Muracchini, Pavullo nel
Frignano (MO)
-
- «Epitaffio a
Dian» di Stefano Tonelli, Milano
-
- «La linea
della vita» di Antonio Giordano,
Palermo
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- PREMIAZIONE - La
premiazione si è tenuta il 30 settembre 2006
alle ore 15,30 presso la Scuola Elementare di Candia
Lomellina (PV).
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- Antonino
Arcidiacono
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- Chiaramente
sapete il giusto
- e competete
"malgrado"
- (simpatizzando
con Odisseo)
- a costruire
cavalli di legno.
-
- Ignorandoli
sorridete gli
- stabiliti divini
con arroganza,
- elargendovi
illecite benedizioni,
-
- ma
nell'annotazione delle stelle
- il vostro segno
è di lutto.
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- Ranieri
Barghigiani
-
-
- Aspettando
-
- La vita ho
visto
- tra pianti e
sospiri,
- tra
urla
- senza un
domani.
- Percorro un
sentiero infinito,
- nel
buio,
- tra il
fango,
- col dolore che
attanaglia il petto.
- Esile
speranza
- mi
sfiora
- nell'attesa di
un giorno
- che mai
verrà!
-
-
-
- Tra le strade
di fango
-
- Tra le strade di
fango
- i tuoi passi
scomodi;
- sospiri
- nella notte del
mondo
- che in sé
conduce
- vanità
dell'essere.
- Dorme
così
- tranquillo
riposo
- che sa di morte
e d'abbandono!
-
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-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
Mario
De Rosa
-
- Ritorno
d'emigrante
-
- Né
fanfara né folla
- accoglie il tuo
ritorno,
- ma il cuor
pietoso
- dell'antica
madre,
- che dai
decrepiti muri
- dalle erbacce
invasi,
- t'esàla
giochi remoti
- di
fanciulli.
- Le case,
diroccate e vuote,
- ti richiamano
dentro
- tante sembianze
note;
- ma nell'antico
borgo
- troppe case son
vuote!
-
-
-
- Angoli
-
- Angoli
strani,
- assenti...
- non so se
sospesi
- fra passato e
presente.
- Angoli
unici,
- angusti...
- con
emozioni
- di mondi
vetusti.
-
-
-
- Per
mano
-
- Il tempo che
scorre
- trattienilo,
- lo senti e
già corre lontano,
- il bimbo che
ieri giocava,
- ora stringe una
piccola mano.
-
- I luoghi che son
sempre quelli
- forse un
dì ti sembravan più
belli,
- li percorri non
rapido
- e
snello,
- come quel
gioioso monello.
-
-
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-
- Maria
Paola Fantaguzzi
-
-
- Opera
10a classificata
-
-
- Massaie
-
- Qui la donna
è laboriosa:
- in campagna,
sopra l'aia,
- nella casa, la
massaia
- non la trovi mai
oziosa.
-
- Qui non vedi la
comare
- cicalare in
capannello;
- tutt'al
più dell'orticello
- sull'erboso
limitare
-
- ci si dice
qualche cosa
- del ragazzo
ch'è soldato,
- del Tonino
ch'è al mercato,
- della Lena che
si sposa,
-
- delle oche, del
maiale
- che s'ingrassa,
delle spese
- che s'accrescono
ogni mese,
- del pollame che
va male...
-
- Si salutano.
Ciò detto,
- il parlare lor
s'arresta.
- L'una va e
l'altra resta;
- si raggiusta il
fazzoletto
-
- e ripassa sopra
l'orto
- la sua ruvida
carezza.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Davide
Ferrari
-
-
-
-
- Silenziosa
-
- Silenziosa apri
gli occhi e se i miei schiudi
- l'immagine
riflessa senza tempo
- si espande dalle
lacrime al tramonto
- con gioco di
riflessi opachi e muti:
- confondo
vanità e sogni preclusi
- con
verità immutabili e concrete
- di questa mia
esistenza ad occhi chiusi
- rimangono i tuoi
sguardi uniche mete.
-
-
-
-
|
-
- Loredana
Ferrigno
-
-
- Rincorsa
-
- Vasti orizzonti
di ghiaccio
- tumultuosi si
inseguono
- tra infiniti
silenzi...
- Palpitano i
candidi Astri
- nel purpureo
manto incantato
- ladro
instancabile
- di fugaci
sorrisi.
- Nudi rami
argentati
- attraversati da
ignote brezze
- fieri
contemplano
- la tremula fuga
del verde
- nel denso oro
autunnale...
- Siamo povere
foglie
- in balia di
alterne correnti,
- eroici intrepidi
cacciatori di mete
- tra dimensioni
vane senza meta,
- lì dove
ogni voce è solo
- trepidante
rincorrersi di frantumi illogici
- nel ciclico e
inesausto mutare dei tempi."
-
-
-
-
- Il
Cigno
-
- Libera l'anima
mia
- nuota in
orizzonti di quiete,
- dolcemente
protetta
- dal raso della
coscienza
- ubbidiente allo
spietato andare dei venti...
- Ma lo sguardo
è fisso verso il sole,
- ineffabile
guerriero,
- che consuma e
prosciuga
- l'antico pianto,
nel sublime
- struggente
desiderio di vita...
- Il tempo si
è fermato,
- tutto ora
è pace, incanto, luce.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
Antonello
Guerrera
-
-
- Profumo di
pietra
-
- I bambini
corrono sulle piazze
- e lasciano
coriandoli di ricordi
- tra le dita del
mondo.
-
- Oggi tutto
è alto
- meno delle
colombe
- che osservano
esseri in folla
- su un pensiero
colorato.
-
- Gli amori della
mia vita
- mi guardano e se
ne vanno
- Il fossato del
cuore
- ha
Parlato.
- Cori e vicoli
sono giunti
- e non vedo
più lettere
- di carta ferente
e profumata.
-
- Le scritte sono
ora libere
- e lo specchio
del tempo
- ha disegnato un
anziano tempio
- che mi ricopre
di rose.
-
-
-
|
-
- Luigi
Micheloni
-
- Portaceneri
- ...ripercorrendo
una strada.
-
- Tutto
cominciò
- quando
Martina,
- seduta sotto
l'albero delle albicocche,
- decantò i
miei versi in prosa
- e trovò
belle le mie filastrocche.
- Non le dissi mai
che l'amavo,
- e che a lei
dedicavo
- tutto quanto
scrivevo.
- Gli anni
scomparvero
- ad uno ad
uno,
- sul mio
schiaffeggiar i fogli,
- sul "fuor"
dell'usuale.
- Rimando e non
rimando
- il pensiero mio
rimane uguale.
- Ora riscrivo gli
stessi versi
- pensando ad un
bel finale.
- L'aria intorno
è tiepida e serena.
- Domani,
forse,
- rincorrerò
un ricordo
- che valga la
pena di ricordare.
-
-
-
- Fortuna
-
- ...durante un
viaggio.
-
- Sui bordi di
un'aiuola,
- trovai un
giorno, una moneta.
- Guardai attorno:
era la sola,
- su di un lato un
anonimo aveva scritto:
- ti
arriverà la fortuna.
- Sull'altro, tra
puntini e virgolette,
- "un giorno,
chissà".
- Girai e rigirai
la moneta tra le dita.
- Guardai avanti
ed indietro,
- pensai a chi
l'aveva smarrita,
- e come
quell'oncia di metallo
- potesse
cambiarmi la vita.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Filippo
Noto Campanella
-
- L'etera
campagnola
-
- Ha fatto la
servetta - penose levatacce mattutine -
- l'etera di
campagna ha mantenuto
- l'odore fresco -
profumo di sambuco -
- e sentimenti
ingenui da fanciulla
- anche se in modo
più crudele si trastulla.
- Guarda
distratta, di là dalla veranda,
- il
nulla.
- Il corpo appare
oggi più sgraziato
- dagli anni
lievemente sfigurato.
- Ispira
compassione
- labbra a forti
tinte
- guance
rubiconde
- sradicata dalla
sua campagna
- disperata eroina
venduta al marciapiede
- più non
odora di cucina casalinga di paese
- nell'universo
cittadino ove agonizza
- sotto un cielo
buio
- l'astratto
incenso umanitario
- del magistero
piccolo - borghese.
- L'infanzia
provinciale è sudaticcia
- senza enigmi il
suo semplice ricordo
- ricama sul
passato - povero surrogato di poesia -
- il campo del
discorso è limitato
- accumula denaro
sopporta forzosi slittamenti
- verso esperienze
che non le sono pertinenti.
- Seduce ancora
quel suo corpo - un mix -
- di stravaganti
attrazioni porno-kitsch.
- Consola la
passione più morbosa e
teorizzata
- per un carisma
erotico è fruita
- lei che per
natura e vocazione
- avrebbe amato
solo Garibaldi
- oggi soccorre le
afflitte membra frementi
- arse di
cupidigia e lusingate
- da insonni
tradimenti
- come un barbiere
placa l'infiammata pelle
- e ben rasata,
somministrando pannicelli caldi.
-
-
|
-
- Fabrizio
Pilotti
-
-
-
- Donna
-
- Il tuo
animo fragile come ali di una
farfalla
- e con il
tuo spirito di mille colori
- voli
verso l'orizzonte straniero,
-
- ti fermi
sulla collina in fiore come un disertore
tradito
- osservi
il sentiero smarrito.
-
- Gli
occhi cristallini illuminano il profilo dei tuoi
giovani seni ritti e fieri
- come un
soldato in festa che brinda al suo
vissuto.
-
- Il tuo
batter d'ali così fragile compone l'inno che
accompagna la battaglia
- del
futuro rigoglioso d'esser
donna.
-
- Con le
tue pallide mani saluti il fiero
soldato.
-
- I tuoi
ricordi ti accompagnano lungo il campo di grano in
fiore
- il suo
onesto amare fiorisce nel tuo gentile
corpo
- l'ombra
del suo seme ti accompagna e
riscalda
- i tuoi
neri capezzoli
-
- tra la
giovane vita
- e
l'immenso dono d'esser donna.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Maria
Prestia
-
- Prenderò
un cantuccio del terzo
millennio
-
- Dov'è il
luccichio dorato del grano
- il silenzio
dell'aria serena
- il brivido di
foglie tremanti
- il singhiozzo
del giorno pieno di lampi
- da una finestra
la vista dei passanti
- uno tra loro con
lo sguardo ti cerca
- per dirti che
sei importante.
-
- Prenderò
un cantuccio del terzo millennio
- per raccontare
la mia vita
- a chi non ha
più tempo di ascoltare
- né voglia
di ritornare ad amare
- il semplice
aprirsi delle stelle
- lo scorrere
dell'acqua di un ruscello
- il dolce
scivolare della lumaca dal suo velo.
-
- Io vivrò
finché s'aprono i fiori
- e nasce l'erba
sui prati?
- Finché
posso, resterò qui guardare
- le chiome di un
albero, e poi il volo
- del gabbiano, la
barca che va al mare,
- cose che hanno
un secolo o forse di più
- o forse solo un
anno, mentre le nubi
- in cielo in
cerca del sole vanno.
-
- Finché
posso, resterò qui a guardare
- dentro il mio
cuore, dentro il mio passato
- per cercare un
abbraccio o un bacio che non ho dato.
- Mi
basterà un cantuccio del terzo
millennio
- per dire cose
che non ho detto
- per mostrare
all'uomo il mio affetto
- ricordargli la
mia vita
- che ha avuto un
grido di meraviglia.
-
-
-
|
-
- Licia
Roveri Galli
-
-
- Dove
finisce
-
- Dove finisce la
gioia del mondo?
- Nel cielo rosso
di sera
- nel profumo del
prato
- nell'aria
leggera
- nel cuore
occupato.
- Nel cielo
profondo di stelle
- nelle parole
belle
- nella risata
argentina
- nel mio piede
che cammina.
-
- Dove finisce la
passione del mondo?
- Quella nascosta
perché non osi
- che non credevi
perché non sapevi
- che ti ritrovi
una sera
- pensando a due
occhi
- pensando a
visioni
- nascoste
nell'ultima piega?
-
- Dove finisce il
calore sprecato
- che sta sulla
bocca tappata
- di calce
imbiancata?
- Dove vanno a
finire
- quelle che non
apri la via
- che ti lasci
andare e puoi volare
- che non
fioriscono di stelle e profumi
- e il mondo
intero cambiare colore?
-
- Finisce nel
dolore del mondo
- quello che
taglia a fette il cuore
- lo spalma di
sale
- e lo mette a
seccare.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Se
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direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
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-
RISULTATI
DEI CONCORSI
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mesi)
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- Ins.
11-05-2007
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