- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
Ottavio Nipoti - Ferrera Erbognone
2005
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- Sommario
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Prefazione
- Albo
d'oro - Carlo
Albertario - Carla
Auxilia - Paul
Bacosca - Simonetta
Badin - Sergio
Baldeschi - Lerri Baldo - Marino
Basso (Orus 54)
- Anna
Bellon -
Maddalena
Bergamin -
Oreste Biacca - Matteo Bianchi - Carlo
Bignami -
Emanuele Bonelli - Franco Callegaro - Anna Maria Cardillo
- Oriene Castaldini Bratti - Maria
Rosaria Cau -
Claudia Cefalì - Gilbert
Cerbara - Anna
Cerisola - Piera Maria Chessa - Alma
Chiment -
Silvia Cipollina - Rosa Maria Corti - Rosalia
D'Ambrosio -
Eusebio Dalì - Vincenzo De Crecchio - Ugo De
Santis - Silvio Di Fabio - Vincenzo
Ercole - Luca
Falchi - Paolo Falcioni - Emanuele
Fameli -
Massimo Fazzari - Angelo Feggi - Riccardo Fiacchini -
Franco Frittella - Giovanna Garzia - Massimo Guercio -
Pellegrino Iannaccone - Giovanni Lamberti - Pamela Lodato
- Tiziana Mainero - Lena Maltempi - Ivana Marangon -
Francesco
Marcotuli -
Demo Martelli - Gennaro Matino - Emanuele Mazzoni - Luigi
Merati - Marco Mezzetti - Katia
Moi -
Domenico
Mungo -
Pietronilla Notarantonio - Cinzia Nuvoli - Alessia
Olivieri - Maurizio
Orsi - Walter
Passaro - Franco
Paternò
- Maria
Pecchioli -
Franca
Petriccione -
Maria Piras - Giovanni
Piroli -
Giacomo Prandi - Luca Previato - Ermano Raso - Daniela
Rizzo - Iulia Margareta Rotaru - Antonio Sangervasio -
Giacomo Sansoni - Silvana Santoro - Adriano Scandalitta -
Sabrina Sciani - Angela Sias - Roberto Silleresi -
Francesco M.T. Tarantino - Carla Tedde - Raffaele Testa -
Stefano Tonelli - Luigi Trisolino - Michele Vaccaro -
Luciana Vasile - Silvia
Veleno - Mario
Vierucci - Paolo Villa - Antonio Visconte - Leonardo
Vitto
-
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- Antologia del Premio
letterario Ottavio Nipoti - Ferrera Erbognone 2005
14x20,5 - pagg. 94 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-256-9
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-
- Come
avere l'antologia
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- Prefazione
-
- La poesia
è la forma d'arte più sublime: in
essa le componenti razionali e irrazionali
dell'uomo si fondono e si amalgamano in modo
ideale. La poesia nasce istantaneamente e si
cristallizza subito dando vita all'opera d'arte,
contrariamente ad altre forme artistiche, come
l'architettura, dove al processo creativo è
affiancato un duro lavoro di produzione e
realizzazione dell'opera. La poesia ha la grande
capacità di sintetizzare perfettamente
emozioni, sentimenti, concetti, ma anche
realtà oggettive creando una sorta di
fotografia della realtà interiore del
poeta.
- Nel XVIII secolo
nel «Discorso sopra la poesia» Giuseppe
Parini sosteneva che il fine dell'arte poetica
consiste principalmente nel produrre diletto, ossia
piacevoli sensazioni. Inoltre, a proposito della
sua utilità, Parini sostiene che la poesia
non è necessaria come il pane, né
utile come l'asino. Tuttavia, se usata bene,
può rendere felice l'uomo, poiché
anche il piacere estetico contribuisce alla
felicità pubblica e privata. Inoltre,
può avere un'utilità morale: infatti,
come per la religione, la legge e la politica, alla
poesia si può attribuire un valore etico, di
impegno civile e sociale. Nella nostra
civiltà tecnologica, materialistica, arida,
che spinge ognuno di noi alla ricerca spasmodica di
un tornaconto economico, la poesia assume
più che mai un ruolo centrale, volto a
consentire all'uomo di riappropriarsi della sua
dimensione spirituale, creativa.
- Scrivere versi
poetici rappresenta anche l'esigenza di comunicare
e la necessità di emanciparsi da uno stato
di solitudine interiore. Questi sono gli stimoli
che hanno spinto la biblioteca comunale di Ferrera
Erbognone a proseguire sulla strada intrapresa
dieci anni fa. Un lungo cammino fatto di liriche e
di autori che hanno deciso di partecipare a un
concorso letterario ormai noto a livello nazionale.
Ne è una conferma la provenienza del
vincitore del decimo concorso nazionale di poesia
«Ottavio Nipoti»: Franco Callegaro arriva
da Adria, in Veneto. Sua la lirica «Il bambino
soldato», che parla del triste fenomeno dei
minorenni che in varie parti del mondo sono
costretti a imbracciare un fucile.
- La giuria
presieduta dal professor Carlo Pusineri ha poi
premiato Luca Previato di Legnano
(«Chissà tra mille anni») e la
poetessa romana Anna Maria Cardillo («No, non
chiamarle lacrime»). Questi i classificati dal
quarto al decimo posto: Rosa Maria Corti (Lenno,
Como), Ugo De Santis (Castel Gandolfo, Roma),
Gennaro Matino (Napoli), Anna Cerisola (Savona),
Maria Rosaria Cau (Cesano Maderno, Milano), Ermano
Raso (Racconigi, Cuneo) e Lena Maltempi (Falconara,
Ancona).
- Dieci i
segnalati dalla giuria: Carlo Albertario di Milano,
Ivana Marangon di Padova, Angela Sias di Lavena
Ponte Tresa, Maurizio Orsi di San Donato Milanese,
Claudio Bellini di Valenza, Antonio Sangervasio di
Roma, Maria Rosa Gelli di Arezzo, Andrea Ingemi di
Messina, Sabrina Sciani di Poggiridenti e Maurizio
Pivatello di San Pietro di Legnago.
- Come succede da
dieci anni, la cerimonia di premiazione si è
svolta durante la sagra di San Giovanni Battista,
sabato 24 giugno 2006. Il nostro paesino immerso
fra le risaie, le rogge e i filari di pioppi della
Lomellina ha accolto i vincitori e i loro
familiari. È un appuntamento ormai fisso
della programmazione culturale di Ferrera
Erbognone, che negli ultimi tempi si è
incamminata con determinazione sulla strada della
pubblicazione di libri a carattere storico e
dell'organizzazione di serate teatrali.
-
-
-
- Umberto De
Agostino
- presidente
della Biblioteca Comunale di Ferrera
Erbognone
- e
segretario del concorso «Ottavio
Nipoti»
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Carla
Auxilia
-
-
- Amore (in)
eterno
-
- Quando qui
distesa mi avrai trovato
- e il tuo viso di
pianto sarà rigato,
- non cercare
spiegazioni altrove
- tu sai il
quando, il come e il dove
-
- Cerca di non
farti intimidire
- e non credere di
inorridire
- quando le mie
labbra viola saranno
- e i tuoi sensi
di colpa esploderanno.
-
- Non è
questo l'amore che ho agognato
- né
così è la morte che avrei
cercato,
- ma tu che adesso
vuoi scappare
- avresti di
più e meglio potuto amare.
-
- Di tutto
ciò che tu chiamavi amore
- si è
sempre nutrito il mio cuore,
- ma il giorno in
cui tutto si è spento
- la mia vita
è volata via nel vento.
-
- Per questo mio
gesto estremo
- Non cercare un
motivo supremo,
- prova invece di
riuscire a capire
- la differenza
tra ascoltare e sentire.
-
- Le ultime frasi
che abbiamo scambiato
- sembravano solo
un discorso educato,
- ogni parola di
passione ed amore sincero
- è finita
consumata proprio come un cero.
-
- Il tempo perduto
non si può recuperare,
- ma almeno tu
riprova ad amare
- ormai il mio
momento era arrivato
- sapevo che mai
più avrei amato.
-
-
|
- Simonetta
Badin
-
-
- Perle
-
- Certe perle sono
come gli uomini,
- simili ad una
perfetta creatura forgiata dal mare nel proprio
guscio,
- sublimi
creazioni della natura,
- singolari e
uniche nel loro genere,
- candide come la
neve o scure come la notte,
- rosate come
l'amore,
- crescono
innocenti nella loro piccola conchiglia ignare del
mondo e della sua ostilità,
- abbracciate dal
calore della pelle sopravvivono,
- o nel gelo
periscono,
- irregolari e
uniche nel loro genere,
- imperfette e per
questo diverse da ogni altra.
- Certe perle sono
come gli uomini,
- cresciute in
luoghi artificiali al riparo dalla forza della
natura,
- deboli e false
come il peccato,
- guidate nella
loro perfezione sintetica da mano
egoista,
- sorelle
simboliche,
- eternamente
legate da un mondo recintato,
- lucenti come
specchi al sole,
- certe perle sono
come gli uomini,
- dimenticate nel
buio delle loro belle scatole.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Marino
Basso (Orus 54)
-
-
- Mare
d'autunno
-
- Le mani
affondate tra le tasche profonde
- il naso un po'
rosso battuto dal vento
- in silenzio
ascolto il dolce andare delle onde
- nessun altro
rumore... neppure un lamento.
- Cammino
sull'umida striscia di sabbia
- dove unico
evento... è il mare aggrottato
- un piccolo
granchio uscito da una gabbia
- va trovare
rifugio sotto un tronco inondato.
- Passo dopo passo
ascolto raccolto il mio respiro
- uno dopo l'altro
aleggiano liberi i miei pensieri
- ormai sgombra la
mia testa si risveglia in me il corsaro
- consegnando al
mare tutto ciò che era ieri.
- Pochi
malinconici gabbiani calano il volo
- a sfiorare
talvolta la mia testa coperta
- mentre lo
sguardo all'orizzonte si fissa sul molo
- unico prode
testimone di quest'isola ormai deserta.
-
-
-
|
- Anna
Bellon
-
-
- La fine del
giorno
-
- In occulto
silenzio,
- ecco,
- si fa
sera.
- Cala il
crepuscolo
- tra le grida
degli uccelli;
- cala il
crepuscolo
- ed illanguidisce
il cuore.
- Sorge la bella
Venere
- ed il Vespro
s'innamora.
- Rosso di sangue
l'ultimo Sole
- fa l'Amore con
la nostra Terra.
-
-
-
- Terra di
nessuno
-
- Solitudine
freme
- al flessuoso
incanto della luce;
- tremule
armonie
- bisbigliano
canti al crepuscolo;
- singulti
d'immenso
- s'acquietano sui
clivi dorati.
- Terra di
Nessuno:
- solo dinanzi
all'Occhio di chi Vede
- danza.
-
-
-
- La
Via
-
- Volti che
ritornano,
- danze che si
sfiorano.
- I giorni si
illuminano,
- ma è una
nuova luce?
- Fidarsi
- o non
fidarsi
- della
vita...
- Sulla via del
ritorno,
- rossa di sangue
e d'amore,
- mi tengo in
equilibrio
- pregando i miei
passi.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Maddalena
Bergamin
-
-
- Hai mai
ripensato all'odore verde
- scuro e
brillante del muschio strappato
- e alle tue mani
impazienti, luride
- come diceva tua
madre? Io oggi
- ho visto per la
prima volta le foglie
- staccarsi,
volare e cadere giù.
- Il profumo di
questa terra densa
- ruvida, umida
dentro la sera
- d'autunno, se
ancora esiste l'autunno.
- Esiste ancora
l'autunno? Che cosa
- ricordi di
quando scendeva il mezzo-
- buio delle sei e
mezza? Che cosa c'è
- ancora, rimasto,
sopravvissuto
- o vivente della
paura che noi
- avevamo di
niente? Le bambine
- che amiamo
camminano in equilibrio
- lontano da
tutto, dentro la pietra
- che calpestano
piano, mentre noi, io
- mi siedo e
ascolto l'odore pulito
- della terra,
tutti i verdi offuscati
- dal quasi-buio
delle sette.
-
-
-
|
- Carlo
Bignami
-
-
- Dai spazio alla
fantasia
-
- Dai spazio alla
fantasia e alle emozioni sei il calore della
festa
- a vivace tinta
lacustre tocca a te eclettica canapa
elegante
- intrecciata a
colore di sacco ordito di giochi futili
d'effetto
- filo conduttore
percorso scandito segno verticale prono
- leggero in
movimento il corpo sensuale supino i nostri
corpi
- da te scapezzati
come a scalpello lavorati scultrice di
glutei
- e floride fonti
di carezze percezione fluido percorso
luce
- scandito
sapiente comando d'equilibrio. Non ha segreti
è senza veli
- pinocchio teso
longilineo nel pensiero almeno il naso
- ascolta musica
gira per caso garbato. Per noi ozio
attivo
- nostra maestra
legame di pensieri davvero individuati
fiscali
- lavori di
restauro del soma e dell'anima.
- Petunia mestolo
campione gaietto infondi fiducia di zaffiro il
minuetto
- dell'umore cambi
e il garretto la forza e la tinta per
sognare.
- Vibrano e si
animano d'un tempo le ragazze quasi a ricerca
tattile
- e gelosa nei
sensi messe a dieta. A rigare dritto
- sostiene aiuta i
miei passi lenti incerti mai più senza
ciabatte.
- Portatore
d'acqua sul capo l'anfora brocca di
serenità
- abita qui seduta
corretta la vanteria veste il letto
- piumino leggero
fantasia morbida porta il caldo dove
serve
- e serve nel
cuore fragranza amaro arancio.
- Godo di giusta
ora di sole tra gelidi piatti cuori
- cartongesso
della distanza falsa confidente come
collocato
- in fila
libertà di movimento grande festa quadra
pedule a disposizione
- energia di
animate creature. Gaia divina saettatrice
ercolina
- della caccia
Diana dell'arco prestigiosa hai ricevuto
talento
- e doni e
volitività. Nella boscosa foresta nera sei
la danzatrice
- che sa trarre
gioia con occhio limpido vedi e
colpisci
- precisa il
bersaglio ch'è il cuore.
- Sei degl'infanti
la via giusta ch'educa e forma
caratteri.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Maria
Rosaria Cau
-
-
- Opera 8a
classificata
-
- Perdonami
-
- Perdonami
- se prima di
nascere
- ti ho raccontato
tante favole
- sai, ero
così felice!
- Mi sentivo in
piena estate
- con
te
- che vivevi nel
mio ventre.
- Passeggiando pei
viali alberati
- fra il
pigolar
- dei passeri
implumi
- ti
mostravo
- un fantomatico
castello
- immerso in
giardini opulenti.
- Ti sentivo
batter le manine
- ora aperte, ora
chiuse,
- volteggiar
- simili a
farfalle fra le rose.
- E nel mio ventre
ondulante
- ti nominavo
Reggente
- dei miei averi,
dei miei pensieri.
- Respiravamo
uniti pelle a pelle,
- il sapore
dell'estate e delle viole.
- Figlio,
perdonami
- quando
scoprirai
- una casa
angusta
- ed un camino
spento.
- Perdonami
- se ti
scalderò
- ninnandoti sul
petto.
- Perdonami
- se per Infinita
Tenerezza
- ti ho
presentato
- un mondo di
favole.
- Ed ora, mentre
urli il tuo primo vagito
- non ti ho dato
un castello
- Figlio mio, ti
ho dato la Vita.
-
-
|
-
- Gilbert
Cerbara
-
-
- La maschera
dell'estate
- (vita da
risvegliato)
-
- Semplicemente
- puoi
aspettare
- quel po' d'amore
che volevi
- ancora un altro
giorno.
-
- Sopravvivi
- per
coprire
- il castello di
carte
- dei bisogni
più immediati
- uscendo dalla
tomba
- della tua
adolescenza;
-
- svincolando
dogmi
- e quello che
raffiguravi
- come lurido
presente
- cammini sugli
spilli
- con la pelle
dura.
-
- La strada prende
quota
- da un lato un
muro
- dall'altro un
vuoto senza fine,
- troppo avanti
per tornare indietro
- troppe cicatrici
per ricominciare.
-
- A volte
sorridi
- alla partita; ai
giocatori
- alle carte; ai
tuoi tre sette,
- non lasci
più, devi giocare:
-
- Avvilito
sì, ma non vinto;
- bevi sangue, ma
ne sei costretto.
-
- Col peso dei
tuoi errori
- allontanato da
te ogni dubbio
- e
sorridendo:
- umilmente vai a
morire.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Alma
Chiment
-
-
- Dolci i miei
Sogni...
-
- Ah, se aver
potessi
- d'arcobaleno la
chioma
- di fonte chiara
il canto
- di soave brezza
il respiro
- di rondine il
volo!
-
- ... e
poi
- se ancor
avessi
- di profumato
asfodelo il corpo
- d'argenteo
trillo la risata
- di fresca
rugiada la carezza!
-
- Oh, come
potrebbe allor
- l'Amore mio -
distratto -
- ignorare la
piccola falena
- che - scolorita
e timida -
- accanto ogn'or
gli palpita?
-
-
|
- Rosalia
D'Ambrosio
-
- Ghirlande di
musica
-
- Sono ghirlande
di musica
- le pagine non
scritte
- che ho
magnificato per te;
- sono danze su
assi rotanti
- i solchi
profondi che l'amore
- ha
scavato;
- sono taciti
segni di giardini in fiore
- le mani che
rischiarano il volto
- e, carezzevoli,
i capelli sfiorano;
- sono scala
reale, gemme di primavera,
- gli arcobaleni
ribelli
- che gli azzurri
pensieri dei figli
- racchiudono;
- son caldarroste
d'autunno
- i castelli di
sogno
- che nel cuore si
annidano
- e che serbo con
cura.
-
-
-
- Ciuffo di
stelle
-
- Un ciuffo di
stelle arruffato
- negli inesplosi
meandri
- dell'universo
- sfugge alla
matrice precostituita
- e
affluisce
- nel microcosmo
di un cuore
- disperato.
- Qui, lo denerva
dei suoi egoismi
- ne sostiene lo
sguardo
- impavido
- lo cura da
attacchi
- perversi
- e mentre germina
un fermento
- nuovo
- un'armonia di
voci
- solfeggia in
coro.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Vincenzo
Ercole
-
-
-
-
-
-
- Mare
d'inferno
-
- Placido fluttua,
il mare d'inferno;
- un pianto
perenne, d'uomo, lo sfama.
- Odo il piacer,
del gustare l'inverno
- d'un pensiero
che travagli ricama.
-
- Un corpo
ramingo, ora discerno,
- su l'onde a
solcar una sorte grama:
- in acqueo torpor
si caglia in eterno,
- reo di spirito
che ragione brama.
-
- In tal'arse
alme, lo infer si verga,
- eppure, smarrito
echeggia il memento,
- del reietto che
il ventre gli alberga:
-
- "Il feto, che
spezzerà il lamento,
- nell'increspato
specchio presto s'erga
- a goder,
dell'umano suo tormento".
-
-
|
- Emanuele
Fameli
-
-
-
- Indulgenza
-
- Nella stanza,
controvento, avanza
- Fiotte di
sangue, d'un esangue ormai pensiero
- Trito
- Impertinente
- Incalzante
- Indecente...
- Pene, cuore e
tempie riempie
-
- Ora! Non
ora!
-
- Inadempiente e
senza sfocio
- Ahimè!
Sul divano, invano
- Membra mie da
solo associo
-
- Al tempo
infine
- Di sincopato
battito
- Sull'onda
urgente geme il seme
- Cola e
scende
- Svilito
- Mesto e fiero
insieme.
-
-
-
- Artista
-
- Consuma
l'argomentare nella festa
- A un tratto una
chitarra
- D'avvinazzate
note intorno
- All'udir dello
strumento
- Che rapito
s'è tutta una vita
-
- Nella
moltitudine di quei canali
- Un'ora, o un
paio, l'eccentrico ruba
- La sua vita
appena accenna
- Nell'accesa
notte allegra
-
- L'artista
triste
- Nei sorrisi che
strappa
- Dispiaceri
affoga
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Francesco
Marcotuli
-
-
- Senza
fine
-
- Libertà
- del tutto
concesso
- del benessere
goduto
- del vivere la
notte
- dell'io
so
- dell'io
faccio
- dell'io
vado
- Il non ritorno
al mattino
- casualità,
- destino,
- disastro
annunciato?
- Dura
realtà
- lacrime senza
fine.
-
-
-
- E non
solo
-
- Gioca il
rione
- ruolo di gabbia
e di fossato
- fede di gruppo e
di mano tesa.
- Marchio di
strada
- via segnata al
suolo
- e non
solo
-
-
|
- Katia
Moi
-
- Il valore di ogni
singolo giorno
-
- Nella
penombra
- un raggio di
luce, la mia ombra insegue,
- raggiante
luccicante cantante dei miei azzurri
laghetti.
- Ferma come un
albero
- assesto con i
miei occhi un ardore fiorito.
- A spruzzi
d'acqua leggeri nei prati,
- un arcobaleno
nel cielo mi avvolge sempre più.
- Dal diaframma
respiro, la forza del mio petto.
- A passo
veloce
- con i colori del
sole e dell'acqua nel cielo,
- calpesto il
vanto altrui,
- spedisco
indietro l'apparente retro
- di un continuo
risaputo eco.
- Un fluido mi
accarezza di setosa sollecitudine
- davvero
consistente. Attraversa la mia anima.
- Confido in me;
allargo le braccia e sorrido al Sole.
-
-
-
- Mio pensiero
misterioso invisibile
-
- Verde
smeraldo
- nell'ebbrezza
primaverile
- vedo boschetto
solitario,
- lentamente
vago
- alla
vista...
- Meraviglie
Amorevoli
- del lago in
fronte a me.
- Verde visuale a
sé stante
- avanzi con
me
- catturi il
rituale
- cinguettar dei
canti
- mi calzano in
avanti.
- Compari mistico
luogo
- e ti plasmi con
me,
- una sottile via
segue
- una dolce
fotografia, che scia
- nella freschezza
dell'acqua:
- mio pensiero
misterioso invisibile.
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Domenico
Mungo
-
- Va' Samurai, va'
alla vita
-
- Lento lento lo
scoprir del vero
- mi accompagna
nel rumor del mondo,
- eppur anch'io,
come tutti,
- parte di cotanto
frastuono e di oscillar di onde,
- mi accorgo della
finitezza del ricercar umano;
- e scorgo, da
lontano,
- il fragile agir
dell'uomo
- con i suoi occhi
tremuli
- verso la brezza
del conoscer l'essere.
- Ancor più
vedo però,
- la sua fortezza,
come dono di Dio,
- in quello
sguardo fiero del samurai
- che sa il dover
morire con dignità
- e con
necessità il tornar al Signore.
- Questo ardivi oh
Frate Sole,
- tu che rimani il
più grande Samurai
- del coraggio e
dell'amore.
-
-
-
- Questo voglio
dirti
-
- Io sono la
poesia
- e al di
là del tempo
- arguisco
l'assoluto,
- oltre lo spazio
e la sintassi
- oltre il mondo e
la grammatica mi spingo;
- e non sento e
non vedo
- e non voglio
veder legge alcuna,
- canto l'amor e
il dolor,
- siedo sull'orlo
dell'abisso
- e in quella
profondità intuisco l'esser.
-
-
-
- Mi porterei con
te
-
- Sentirai il
vento e ti ricorderai di me,
- quando il sole
scenderà rosso all'orizzonte
- ascolterai il
mio canto
- e mi porterai
con te;
- su quel monte di
Gubbio
- io ti
aspetterò.
-
-
-
|
- Maurizio
Orsi
-
-
- Opera
Segnalata dalla Giuria
-
-
- Nel giardino dei
cinque sensi
-
- Attraversare la
vita...
- e, con volo
improvviso,
- nel giardino dei
cinque sensi assopito,
- al crepuscolo
andare...
- per coglierne il
senso.
-
- Di quella rosa
appena sbocciata
- "respirare"
- il profumo del
Nascere.
-
- Di quel pane
appena sfornato
- "assaporare"
- il gusto del
Crescere.
-
- Di quel silenzio
appena avvertito
- "ascoltare"
- la ragione di
Esistere.
-
- Di quel suo
sguardo appena abbozzato
- "osservare"
- il bello di
Amare.
-
- Di quel tuo
corpo appena sospeso
- "accarezzare"
- la forza di
Essere.
-
- Attraversare la
vita...
- e, con volo
improvviso,
- dal giardino dei
cinque sensi destato,
- al mattino
tornare...
- per Nascere,
Crescere, Esistere, Amare ed Essere!
-
-
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Franco
Paternò
-
-
- L'Innocente
-
- Inerme e senza
dignità. Nudo!
- Simile ai
Prigionieri di Auschiviz
- attendi il tuo
destino ignaro.
-
- Tu bussi! Bussi
in ogni istante.
- La Porta della
Vita
- È
chiusa.
-
- Così
senza la tua volontà
- Così
senza la tua libertà
- Così
senza una tua scelta
-
- Rimani
prigioniero dell'egoismo
- E della violenza
del tuo simile.
- Ti
uccide.
-
-
|
- Maria
Pecchioli
-
- Passione
-
- Discreta notte.
E somma di pensieri.
- È la luce
dei lampioni il dardo
- che in essi
fruga ed evoca il passato.
-
- È fuoco
lo stupore:
- d'amore un solo
attimo,
- consumato tutto
quella notte.
-
-
-
- A mia
Madre
-
- Le trame
oscure
- che la tua
vita
- hanno
segnato
- si tingono
ora
- nella luce delle
stelle.
- Veli
azzurri
- aprono i
cieli
- per
accoglierti
- nel seno
dell'eterno
- la luna bacia i
tuoi occhi
- spenti dal
dolore.
- Il vento gira
nella notte
- e canta per
te
- una
canzone.
- Come rugiada sul
prato
- scendono le mie
lagrime,
- ma non basta il
mio amore
- a fermare la
morte.
-
-
-
- Laghetto
Pertini
-
- Al lago di
Agliana
- è dolce
il vento sulle balze
- echi di
cielo
- bontà di
spigo,
- l'erba del
prato,
- nel prato,
appena chiusi gli occhi.
-
-
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-
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ALL'INDICE
|
- Franca
Petriccione
-
-
- Sulle vette di
Paderno
-
- Quassù,
davanti a quelle provate vette,
- tanta solidale
comprensione
- della natura mi
avvolge.
- Là
nell'azzurro cielo passa qualcuno, ma
- è
lontano,
- lontano come i
miei pensieri
- veloce come i
miei dolori.
- Quanti tiepidi e
secchi colori il tempo muta,
- mentre nel mio
cuore,
- amore speranza e
morte
- sempre scure
rimangono.
- Vorrei che
questa luce e quel profumato sole,
- fondessero
questo mio eterno male spirituale
oscuro.
- Solo con Dio
smuovo queste rocce
- che s'incrostano
dentro di me;
- soltanto il nome
che Lui porta,
- mi fa pensare e
sentire che per me
- qualche cosa
ancora c'è.
-
-
-
- Gocce di
vita
-
- Gocce di
rugiada,
- gocce di pioggia
si posano
- sulle
sempreverdi foglie e
- lemmi lemmi
cadono
- su quella terra
che le attende.
- Così come
la vita
- si posa sulla
pelle e lieve scende,
- scende fino
all'agra ed arcana terra.
-
-
|
- Giovanni
Piroli
-
-
- La mia
terra
-
- La
mia,
- non è
terra
- di
poeti
- e di
chimere,
- la
mia,
- non è
gente
- che
canti
- o che
sogni.
- La mia
gente
- dissoda
- la
terra
- con la fronte
china
- e
conta
- il suo
sudore
- coi
centesimi.
-
-
-
- Luce
-
- Luce!
- Che
farebbe
- l'uomo
- senza di
te?
- Già
miope
- s'inoltra
- a
tastoni,
- cieco
- morrebbe
- di
pigrizia.
-
-
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-
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|
- Silvia
Veleno
-
-
- È
ira
- che brucia al
sole
- è
acqua
- che spazza via
la terra
- è
vento
- che priva gli
alberi delle loro vesti
- è
lacrima
- che porta via il
dolore
- è
anima
- è
carne
- che si
mescolano...
- in questa
misteriosa e tormentosa arte...
- che è la
vita.
-
-
-
- Domande risposte
pensieri
- scorrono
tormentosi e intransigenti
- si scontrano
delicatamente
- riposano
dolcemente
- nella mente
della gente
- nel cuore di chi
li sente
- nel freddo di
chi li esclude
- nel buio di chi
li ignora
- aspettando di
essere notati
- aspettando di
essere vissuti
- aspettando di
essere parlati...
- ... o
semplicemente di essere
-
-
-
- Come magia la
luce si spegne
- come fantasia la
folla si ferma
- come pazzia i
suoni spariscono
- come follia ti
vedo arrivare
- così
ansiosa notte mi sfidi
- notte mi
struggi
- notte mi
avvolgi
- notte mi
ascolti
- notte mi
appartieni
- e con te ascolto
il mio galleggiare
-
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- Ins.
09-01-2007
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