Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Ottavio Nipoti - Ferrera Erbognone 2005

Sommario
 

PrefazioneAlbo d'oro - Carlo Albertario - Carla Auxilia - Paul Bacosca - Simonetta Badin - Sergio Baldeschi - Lerri Baldo - Marino Basso (Orus 54) - Anna Bellon - Maddalena Bergamin - Oreste Biacca - Matteo Bianchi - Carlo Bignami - Emanuele Bonelli - Franco Callegaro - Anna Maria Cardillo - Oriene Castaldini Bratti - Maria Rosaria Cau - Claudia Cefalì - Gilbert Cerbara - Anna Cerisola - Piera Maria Chessa - Alma Chiment - Silvia Cipollina - Rosa Maria Corti - Rosalia D'Ambrosio - Eusebio Dalì - Vincenzo De Crecchio - Ugo De Santis - Silvio Di Fabio - Vincenzo Ercole - Luca Falchi - Paolo Falcioni - Emanuele Fameli - Massimo Fazzari - Angelo Feggi - Riccardo Fiacchini - Franco Frittella - Giovanna Garzia - Massimo Guercio - Pellegrino Iannaccone - Giovanni Lamberti - Pamela Lodato - Tiziana Mainero - Lena Maltempi - Ivana Marangon - Francesco Marcotuli - Demo Martelli - Gennaro Matino - Emanuele Mazzoni - Luigi Merati - Marco Mezzetti - Katia Moi - Domenico Mungo - Pietronilla Notarantonio - Cinzia Nuvoli - Alessia Olivieri - Maurizio Orsi - Walter Passaro - Franco Paternò - Maria Pecchioli - Franca Petriccione - Maria Piras - Giovanni Piroli - Giacomo Prandi - Luca Previato - Ermano Raso - Daniela Rizzo - Iulia Margareta Rotaru - Antonio Sangervasio - Giacomo Sansoni - Silvana Santoro - Adriano Scandalitta - Sabrina Sciani - Angela Sias - Roberto Silleresi - Francesco M.T. Tarantino - Carla Tedde - Raffaele Testa - Stefano Tonelli - Luigi Trisolino - Michele Vaccaro - Luciana Vasile - Silvia Veleno - Mario Vierucci - Paolo Villa - Antonio Visconte - Leonardo Vitto

 

 
Antologia del Premio letterario Ottavio Nipoti - Ferrera Erbognone 2005 14x20,5 - pagg. 94 - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-256-9
 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
La poesia è la forma d'arte più sublime: in essa le componenti razionali e irrazionali dell'uomo si fondono e si amalgamano in modo ideale. La poesia nasce istantaneamente e si cristallizza subito dando vita all'opera d'arte, contrariamente ad altre forme artistiche, come l'architettura, dove al processo creativo è affiancato un duro lavoro di produzione e realizzazione dell'opera. La poesia ha la grande capacità di sintetizzare perfettamente emozioni, sentimenti, concetti, ma anche realtà oggettive creando una sorta di fotografia della realtà interiore del poeta.
Nel XVIII secolo nel «Discorso sopra la poesia» Giuseppe Parini sosteneva che il fine dell'arte poetica consiste principalmente nel produrre diletto, ossia piacevoli sensazioni. Inoltre, a proposito della sua utilità, Parini sostiene che la poesia non è necessaria come il pane, né utile come l'asino. Tuttavia, se usata bene, può rendere felice l'uomo, poiché anche il piacere estetico contribuisce alla felicità pubblica e privata. Inoltre, può avere un'utilità morale: infatti, come per la religione, la legge e la politica, alla poesia si può attribuire un valore etico, di impegno civile e sociale. Nella nostra civiltà tecnologica, materialistica, arida, che spinge ognuno di noi alla ricerca spasmodica di un tornaconto economico, la poesia assume più che mai un ruolo centrale, volto a consentire all'uomo di riappropriarsi della sua dimensione spirituale, creativa.
Scrivere versi poetici rappresenta anche l'esigenza di comunicare e la necessità di emanciparsi da uno stato di solitudine interiore. Questi sono gli stimoli che hanno spinto la biblioteca comunale di Ferrera Erbognone a proseguire sulla strada intrapresa dieci anni fa. Un lungo cammino fatto di liriche e di autori che hanno deciso di partecipare a un concorso letterario ormai noto a livello nazionale. Ne è una conferma la provenienza del vincitore del decimo concorso nazionale di poesia «Ottavio Nipoti»: Franco Callegaro arriva da Adria, in Veneto. Sua la lirica «Il bambino soldato», che parla del triste fenomeno dei minorenni che in varie parti del mondo sono costretti a imbracciare un fucile.
La giuria presieduta dal professor Carlo Pusineri ha poi premiato Luca Previato di Legnano («Chissà tra mille anni») e la poetessa romana Anna Maria Cardillo («No, non chiamarle lacrime»). Questi i classificati dal quarto al decimo posto: Rosa Maria Corti (Lenno, Como), Ugo De Santis (Castel Gandolfo, Roma), Gennaro Matino (Napoli), Anna Cerisola (Savona), Maria Rosaria Cau (Cesano Maderno, Milano), Ermano Raso (Racconigi, Cuneo) e Lena Maltempi (Falconara, Ancona).
Dieci i segnalati dalla giuria: Carlo Albertario di Milano, Ivana Marangon di Padova, Angela Sias di Lavena Ponte Tresa, Maurizio Orsi di San Donato Milanese, Claudio Bellini di Valenza, Antonio Sangervasio di Roma, Maria Rosa Gelli di Arezzo, Andrea Ingemi di Messina, Sabrina Sciani di Poggiridenti e Maurizio Pivatello di San Pietro di Legnago.
Come succede da dieci anni, la cerimonia di premiazione si è svolta durante la sagra di San Giovanni Battista, sabato 24 giugno 2006. Il nostro paesino immerso fra le risaie, le rogge e i filari di pioppi della Lomellina ha accolto i vincitori e i loro familiari. È un appuntamento ormai fisso della programmazione culturale di Ferrera Erbognone, che negli ultimi tempi si è incamminata con determinazione sulla strada della pubblicazione di libri a carattere storico e dell'organizzazione di serate teatrali.
 
 
 
Umberto De Agostino
presidente della Biblioteca Comunale di Ferrera Erbognone
e segretario del concorso «Ottavio Nipoti»
 

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 Carla Auxilia
 
 
Amore (in) eterno
 
Quando qui distesa mi avrai trovato
e il tuo viso di pianto sarà rigato,
non cercare spiegazioni altrove
tu sai il quando, il come e il dove
 
Cerca di non farti intimidire
e non credere di inorridire
quando le mie labbra viola saranno
e i tuoi sensi di colpa esploderanno.
 
Non è questo l'amore che ho agognato
né così è la morte che avrei cercato,
ma tu che adesso vuoi scappare
avresti di più e meglio potuto amare.
 
Di tutto ciò che tu chiamavi amore
si è sempre nutrito il mio cuore,
ma il giorno in cui tutto si è spento
la mia vita è volata via nel vento.
 
Per questo mio gesto estremo
Non cercare un motivo supremo,
prova invece di riuscire a capire
la differenza tra ascoltare e sentire.
 
Le ultime frasi che abbiamo scambiato
sembravano solo un discorso educato,
ogni parola di passione ed amore sincero
è finita consumata proprio come un cero.
 
Il tempo perduto non si può recuperare,
ma almeno tu riprova ad amare
ormai il mio momento era arrivato
sapevo che mai più avrei amato.
 

 Simonetta Badin
 
 
Perle
 
Certe perle sono come gli uomini,
simili ad una perfetta creatura forgiata dal mare nel proprio guscio,
sublimi creazioni della natura,
singolari e uniche nel loro genere,
candide come la neve o scure come la notte,
rosate come l'amore,
crescono innocenti nella loro piccola conchiglia ignare del mondo e della sua ostilità,
abbracciate dal calore della pelle sopravvivono,
o nel gelo periscono,
irregolari e uniche nel loro genere,
imperfette e per questo diverse da ogni altra.
Certe perle sono come gli uomini,
cresciute in luoghi artificiali al riparo dalla forza della natura,
deboli e false come il peccato,
guidate nella loro perfezione sintetica da mano egoista,
sorelle simboliche,
eternamente legate da un mondo recintato,
lucenti come specchi al sole,
certe perle sono come gli uomini,
dimenticate nel buio delle loro belle scatole.
 


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 Marino Basso (Orus 54)
 
 
Mare d'autunno
 
Le mani affondate tra le tasche profonde
il naso un po' rosso battuto dal vento
in silenzio ascolto il dolce andare delle onde
nessun altro rumore... neppure un lamento.
Cammino sull'umida striscia di sabbia
dove unico evento... è il mare aggrottato
un piccolo granchio uscito da una gabbia
va trovare rifugio sotto un tronco inondato.
Passo dopo passo ascolto raccolto il mio respiro
uno dopo l'altro aleggiano liberi i miei pensieri
ormai sgombra la mia testa si risveglia in me il corsaro
consegnando al mare tutto ciò che era ieri.
Pochi malinconici gabbiani calano il volo
a sfiorare talvolta la mia testa coperta
mentre lo sguardo all'orizzonte si fissa sul molo
unico prode testimone di quest'isola ormai deserta.
 
 

 Anna Bellon
 
 
La fine del giorno
 
In occulto silenzio,
ecco,
si fa sera.
Cala il crepuscolo
tra le grida degli uccelli;
cala il crepuscolo
ed illanguidisce il cuore.
Sorge la bella Venere
ed il Vespro s'innamora.
Rosso di sangue l'ultimo Sole
fa l'Amore con la nostra Terra.
 

 
Terra di nessuno
 
Solitudine freme
al flessuoso incanto della luce;
tremule armonie
bisbigliano canti al crepuscolo;
singulti d'immenso
s'acquietano sui clivi dorati.
Terra di Nessuno:
solo dinanzi all'Occhio di chi Vede
danza.
 

 
La Via
 
Volti che ritornano,
danze che si sfiorano.
I giorni si illuminano,
ma è una nuova luce?
Fidarsi
o non fidarsi
della vita...
Sulla via del ritorno,
rossa di sangue e d'amore,
mi tengo in equilibrio
pregando i miei passi.
 
 


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 Maddalena Bergamin
 
 
Hai mai ripensato all'odore verde
scuro e brillante del muschio strappato
e alle tue mani impazienti, luride
come diceva tua madre? Io oggi
ho visto per la prima volta le foglie
staccarsi, volare e cadere giù.
Il profumo di questa terra densa
ruvida, umida dentro la sera
d'autunno, se ancora esiste l'autunno.
Esiste ancora l'autunno? Che cosa
ricordi di quando scendeva il mezzo-
buio delle sei e mezza? Che cosa c'è
ancora, rimasto, sopravvissuto
o vivente della paura che noi
avevamo di niente? Le bambine
che amiamo camminano in equilibrio
lontano da tutto, dentro la pietra
che calpestano piano, mentre noi, io
mi siedo e ascolto l'odore pulito
della terra, tutti i verdi offuscati
dal quasi-buio delle sette.
 
 

Carlo Bignami
 
 
Dai spazio alla fantasia
 
Dai spazio alla fantasia e alle emozioni sei il calore della festa
a vivace tinta lacustre tocca a te eclettica canapa elegante
intrecciata a colore di sacco ordito di giochi futili d'effetto
filo conduttore percorso scandito segno verticale prono
leggero in movimento il corpo sensuale supino i nostri corpi
da te scapezzati come a scalpello lavorati scultrice di glutei
e floride fonti di carezze percezione fluido percorso luce
scandito sapiente comando d'equilibrio. Non ha segreti è senza veli
pinocchio teso longilineo nel pensiero almeno il naso
ascolta musica gira per caso garbato. Per noi ozio attivo
nostra maestra legame di pensieri davvero individuati fiscali
lavori di restauro del soma e dell'anima.
Petunia mestolo campione gaietto infondi fiducia di zaffiro il minuetto
dell'umore cambi e il garretto la forza e la tinta per sognare.
Vibrano e si animano d'un tempo le ragazze quasi a ricerca tattile
e gelosa nei sensi messe a dieta. A rigare dritto
sostiene aiuta i miei passi lenti incerti mai più senza ciabatte.
Portatore d'acqua sul capo l'anfora brocca di serenità
abita qui seduta corretta la vanteria veste il letto
piumino leggero fantasia morbida porta il caldo dove serve
e serve nel cuore fragranza amaro arancio.
Godo di giusta ora di sole tra gelidi piatti cuori
cartongesso della distanza falsa confidente come collocato
in fila libertà di movimento grande festa quadra pedule a disposizione
energia di animate creature. Gaia divina saettatrice ercolina
della caccia Diana dell'arco prestigiosa hai ricevuto talento
e doni e volitività. Nella boscosa foresta nera sei la danzatrice
che sa trarre gioia con occhio limpido vedi e colpisci
precisa il bersaglio ch'è il cuore.
Sei degl'infanti la via giusta ch'educa e forma caratteri.
 


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 Maria Rosaria Cau
 
 
Opera 8a classificata
 
Perdonami
 
Perdonami
se prima di nascere
ti ho raccontato tante favole
sai, ero così felice!
Mi sentivo in piena estate
con te
che vivevi nel mio ventre.
Passeggiando pei viali alberati
fra il pigolar
dei passeri implumi
ti mostravo
un fantomatico castello
immerso in giardini opulenti.
Ti sentivo batter le manine
ora aperte, ora chiuse,
volteggiar
simili a farfalle fra le rose.
E nel mio ventre ondulante
ti nominavo Reggente
dei miei averi, dei miei pensieri.
Respiravamo uniti pelle a pelle,
il sapore dell'estate e delle viole.
Figlio, perdonami
quando scoprirai
una casa angusta
ed un camino spento.
Perdonami
se ti scalderò
ninnandoti sul petto.
Perdonami
se per Infinita Tenerezza
ti ho presentato
un mondo di favole.
Ed ora, mentre urli il tuo primo vagito
non ti ho dato un castello
Figlio mio, ti ho dato la Vita.
 

 
 Gilbert Cerbara
 
 
La maschera dell'estate
(vita da risvegliato)
 
Semplicemente
puoi aspettare
quel po' d'amore che volevi
ancora un altro giorno.
 
Sopravvivi
per coprire
il castello di carte
dei bisogni più immediati
uscendo dalla tomba
della tua adolescenza;
 
svincolando dogmi
e quello che raffiguravi
come lurido presente
cammini sugli spilli
con la pelle dura.
 
La strada prende quota
da un lato un muro
dall'altro un vuoto senza fine,
troppo avanti per tornare indietro
troppe cicatrici per ricominciare.
 
A volte sorridi
alla partita; ai giocatori
alle carte; ai tuoi tre sette,
non lasci più, devi giocare:
 
Avvilito sì, ma non vinto;
bevi sangue, ma ne sei costretto.
 
Col peso dei tuoi errori
allontanato da te ogni dubbio
e sorridendo:
umilmente vai a morire.
 


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 Alma Chiment
 
 
Dolci i miei Sogni...
 
Ah, se aver potessi
d'arcobaleno la chioma
di fonte chiara il canto
di soave brezza il respiro
di rondine il volo!
 
... e poi
se ancor avessi
di profumato asfodelo il corpo
d'argenteo trillo la risata
di fresca rugiada la carezza!
 
Oh, come potrebbe allor
l'Amore mio - distratto -
ignorare la piccola falena
che - scolorita e timida -
accanto ogn'or gli palpita?
 

Rosalia D'Ambrosio
 
Ghirlande di musica
 
Sono ghirlande di musica
le pagine non scritte
che ho magnificato per te;
sono danze su assi rotanti
i solchi profondi che l'amore
ha scavato;
sono taciti segni di giardini in fiore
le mani che rischiarano il volto
e, carezzevoli, i capelli sfiorano;
sono scala reale, gemme di primavera,
gli arcobaleni ribelli
che gli azzurri pensieri dei figli
racchiudono;
son caldarroste d'autunno
i castelli di sogno
che nel cuore si annidano
e che serbo con cura.
 

 
Ciuffo di stelle
 
Un ciuffo di stelle arruffato
negli inesplosi meandri
dell'universo
sfugge alla matrice precostituita
e affluisce
nel microcosmo di un cuore
disperato.
Qui, lo denerva dei suoi egoismi
ne sostiene lo sguardo
impavido
lo cura da attacchi
perversi
e mentre germina un fermento
nuovo
un'armonia di voci
solfeggia in coro.


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 Vincenzo Ercole
 
 
 
 
 
 
Mare d'inferno
 
Placido fluttua, il mare d'inferno;
un pianto perenne, d'uomo, lo sfama.
Odo il piacer, del gustare l'inverno
d'un pensiero che travagli ricama.
 
Un corpo ramingo, ora discerno,
su l'onde a solcar una sorte grama:
in acqueo torpor si caglia in eterno,
reo di spirito che ragione brama.
 
In tal'arse alme, lo infer si verga,
eppure, smarrito echeggia il memento,
del reietto che il ventre gli alberga:
 
"Il feto, che spezzerà il lamento,
nell'increspato specchio presto s'erga
a goder, dell'umano suo tormento".
 

 Emanuele Fameli
 
 
 
Indulgenza
 
Nella stanza, controvento, avanza
Fiotte di sangue, d'un esangue ormai pensiero
Trito
Impertinente
Incalzante
Indecente...
Pene, cuore e tempie riempie
 
Ora! Non ora!
 
Inadempiente e senza sfocio
Ahimè! Sul divano, invano
Membra mie da solo associo
 
Al tempo infine
Di sincopato battito
Sull'onda urgente geme il seme
Cola e scende
Svilito
Mesto e fiero insieme.
 

 
Artista
 
Consuma l'argomentare nella festa
A un tratto una chitarra
D'avvinazzate note intorno
All'udir dello strumento
Che rapito s'è tutta una vita
 
Nella moltitudine di quei canali
Un'ora, o un paio, l'eccentrico ruba
La sua vita appena accenna
Nell'accesa notte allegra
 
L'artista triste
Nei sorrisi che strappa
Dispiaceri affoga
 
 


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 Francesco Marcotuli
 
 
Senza fine
 
Libertà
del tutto concesso
del benessere goduto
del vivere la notte
dell'io so
dell'io faccio
dell'io vado
Il non ritorno al mattino
casualità,
destino,
disastro annunciato?
Dura realtà
lacrime senza fine.
 

 
E non solo
 
Gioca il rione
ruolo di gabbia e di fossato
fede di gruppo e di mano tesa.
Marchio di strada
via segnata al suolo
e non solo
 

 Katia Moi
 
Il valore di ogni singolo giorno
 
Nella penombra
un raggio di luce, la mia ombra insegue,
raggiante luccicante cantante dei miei azzurri laghetti.
Ferma come un albero
assesto con i miei occhi un ardore fiorito.
A spruzzi d'acqua leggeri nei prati,
un arcobaleno nel cielo mi avvolge sempre più.
Dal diaframma respiro, la forza del mio petto.
A passo veloce
con i colori del sole e dell'acqua nel cielo,
calpesto il vanto altrui,
spedisco indietro l'apparente retro
di un continuo risaputo eco.
Un fluido mi accarezza di setosa sollecitudine
davvero consistente. Attraversa la mia anima.
Confido in me; allargo le braccia e sorrido al Sole.
 

 
Mio pensiero misterioso invisibile
 
Verde smeraldo
nell'ebbrezza primaverile
vedo boschetto solitario,
lentamente vago
alla vista...
Meraviglie Amorevoli
del lago in fronte a me.
Verde visuale a sé stante
avanzi con me
catturi il rituale
cinguettar dei canti
mi calzano in avanti.
Compari mistico luogo
e ti plasmi con me,
una sottile via segue
una dolce fotografia, che scia
nella freschezza dell'acqua:
mio pensiero misterioso invisibile.


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 Domenico Mungo
 
Va' Samurai, va' alla vita
 
Lento lento lo scoprir del vero
mi accompagna nel rumor del mondo,
eppur anch'io, come tutti,
parte di cotanto frastuono e di oscillar di onde,
mi accorgo della finitezza del ricercar umano;
e scorgo, da lontano,
il fragile agir dell'uomo
con i suoi occhi tremuli
verso la brezza del conoscer l'essere.
Ancor più vedo però,
la sua fortezza, come dono di Dio,
in quello sguardo fiero del samurai
che sa il dover morire con dignità
e con necessità il tornar al Signore.
Questo ardivi oh Frate Sole,
tu che rimani il più grande Samurai
del coraggio e dell'amore.
 

 
Questo voglio dirti
 
Io sono la poesia
e al di là del tempo
arguisco l'assoluto,
oltre lo spazio e la sintassi
oltre il mondo e la grammatica mi spingo;
e non sento e non vedo
e non voglio veder legge alcuna,
canto l'amor e il dolor,
siedo sull'orlo dell'abisso
e in quella profondità intuisco l'esser.
 

 
Mi porterei con te
 
Sentirai il vento e ti ricorderai di me,
quando il sole scenderà rosso all'orizzonte
ascolterai il mio canto
e mi porterai con te;
su quel monte di Gubbio
io ti aspetterò.
 
 

 Maurizio Orsi
 
 
Opera Segnalata dalla Giuria
 
 
Nel giardino dei cinque sensi
 
Attraversare la vita...
e, con volo improvviso,
nel giardino dei cinque sensi assopito,
al crepuscolo andare...
per coglierne il senso.
 
Di quella rosa appena sbocciata
"respirare"
il profumo del Nascere.
 
Di quel pane appena sfornato
"assaporare"
il gusto del Crescere.
 
Di quel silenzio appena avvertito
"ascoltare"
la ragione di Esistere.
 
Di quel suo sguardo appena abbozzato
"osservare"
il bello di Amare.
 
Di quel tuo corpo appena sospeso
"accarezzare"
la forza di Essere.
 
Attraversare la vita...
e, con volo improvviso,
dal giardino dei cinque sensi destato,
al mattino tornare...
per Nascere, Crescere, Esistere, Amare ed Essere!
 
 
 

 


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 Franco Paternò
 
 
L'Innocente
 
Inerme e senza dignità. Nudo!
Simile ai Prigionieri di Auschiviz
attendi il tuo destino ignaro.
 
Tu bussi! Bussi in ogni istante.
La Porta della Vita
È chiusa.
 
Così senza la tua volontà
Così senza la tua libertà
Così senza una tua scelta
 
Rimani prigioniero dell'egoismo
E della violenza del tuo simile.
Ti uccide.
 

 Maria Pecchioli
 
Passione
 
Discreta notte. E somma di pensieri.
È la luce dei lampioni il dardo
che in essi fruga ed evoca il passato.
 
È fuoco lo stupore:
d'amore un solo attimo,
consumato tutto quella notte.
 

 
A mia Madre
 
Le trame oscure
che la tua vita
hanno segnato
si tingono ora
nella luce delle stelle.
Veli azzurri
aprono i cieli
per accoglierti
nel seno dell'eterno
la luna bacia i tuoi occhi
spenti dal dolore.
Il vento gira nella notte
e canta per te
una canzone.
Come rugiada sul prato
scendono le mie lagrime,
ma non basta il mio amore
a fermare la morte.
 

 
Laghetto Pertini
 
Al lago di Agliana
è dolce il vento sulle balze
echi di cielo
bontà di spigo,
l'erba del prato,
nel prato, appena chiusi gli occhi.
 


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 Franca Petriccione
 
 
Sulle vette di Paderno
 
Quassù, davanti a quelle provate vette,
tanta solidale comprensione
della natura mi avvolge.
Là nell'azzurro cielo passa qualcuno, ma
è lontano,
lontano come i miei pensieri
veloce come i miei dolori.
Quanti tiepidi e secchi colori il tempo muta,
mentre nel mio cuore,
amore speranza e morte
sempre scure rimangono.
Vorrei che questa luce e quel profumato sole,
fondessero questo mio eterno male spirituale oscuro.
Solo con Dio smuovo queste rocce
che s'incrostano dentro di me;
soltanto il nome che Lui porta,
mi fa pensare e sentire che per me
qualche cosa ancora c'è.
 

 
Gocce di vita
 
Gocce di rugiada,
gocce di pioggia si posano
sulle sempreverdi foglie e
lemmi lemmi cadono
su quella terra che le attende.
Così come la vita
si posa sulla pelle e lieve scende,
scende fino all'agra ed arcana terra.
 

 Giovanni Piroli
 
 
La mia terra
 
La mia,
non è terra
di poeti
e di chimere,
la mia,
non è gente
che canti
o che sogni.
La mia gente
dissoda
la terra
con la fronte china
e conta
il suo sudore
coi centesimi.
 

 
Luce
 
Luce!
Che farebbe
l'uomo
senza di te?
Già miope
s'inoltra
a tastoni,
cieco
morrebbe
di pigrizia.
 


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 Silvia Veleno
 
 
È ira
che brucia al sole
è acqua
che spazza via la terra
è vento
che priva gli alberi delle loro vesti
è lacrima
che porta via il dolore
è anima
è carne
che si mescolano...
in questa misteriosa e tormentosa arte...
che è la vita.
 

 
Domande risposte pensieri
scorrono tormentosi e intransigenti
si scontrano delicatamente
riposano dolcemente
nella mente della gente
nel cuore di chi li sente
nel freddo di chi li esclude
nel buio di chi li ignora
aspettando di essere notati
aspettando di essere vissuti
aspettando di essere parlati...
... o semplicemente di essere
 

 
Come magia la luce si spegne
come fantasia la folla si ferma
come pazzia i suoni spariscono
come follia ti vedo arrivare
così ansiosa notte mi sfidi
notte mi struggi
notte mi avvolgi
notte mi ascolti
notte mi appartieni
e con te ascolto il mio galleggiare
 

 
 

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Ins. 09-01-2007