- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
Poeti dell'Adda 2006
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- Indice
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- Presentazione
a cura di Massimo
Barile -
Albo
d'Oro del Premio Poeti
dell'Adda -
Ida Acerbo Rossi - Maria Cristina Aggio - Marianna
Alicino - Sofia Anastasio - Davide Alpeggiani -
Giacomo Andreini - Marco Angella - James
Peter King Appiah
- Carla
Auxilia -
Sergio Baldeschi - Ranieri
Barghigiani
- Maria Rosa Bertellini - Mario Berto -
Roberta
Bertoli -
Nilo
Biagini -
Aurelia Vittoria Bogo - Rita Bonifazi - Emanuela
Borghesi - Giuliana Bosusco - Argeta Brozi -
Cinzio
Cacaci -
Alex
Cangini -
Antonino
Causi - Sara
Cazzaniga - Alma Chiment - Silvia Cipollina - Lina
Cornia - Ioan Daniel Cuculiuc - Mario D'Alise - Andrea
De Palma - Mario De Rosa - Alessandro De Vecchi -
Bruno
De Vito -
Elisabetta Di Biaggio - Silvio Di Fabio - Filippo Di
Giovanni - Luca Falchi - Silvana Ferrari - Emilia
Fragomeni - Oliviero Angelo Fuina - Lucilla Galanti -
Giuliana Galimberti - Franco Gollini - Francesco Gori
- Simonetta Gravina - Elena
Guidi -
Biagia La Foresta - Anna
Maria Li Mandri
- Adolfo Mario Macciardi - Cinzia Mainini -
Miriam
Maniero -
Alessio
Manzo -
Lucia Manzoni - Chris Mao - Silvia Marchesi -
Pierangelo Marini - Chiara
Marinoni -
Valeria Mazzeo - Maria Gabriella Meloni -
Alfonso
Miglino -
Elisabetta Miracca - Claudia Nanni - Amanda
Nebiolo -
Comasia Nitti - Maria Luisa Orsi Sigari -
Assunta
Ostinato -
Principia Pace - Francesco
Pagani -
Liliana Paparini - Lorenzo
Piantini -
Maria Teresa Piccardo - Aura Piccioni - Andrea Polini
- Luigi
Polo Dimel -
Sabrina Porfido - Luca Previato - Margherita Pruneri -
Fra' Matteo Pugliares - Ermano Raso - Alessio Romano -
Cesare
Tullio Rossi
- Piera Rossi Celant - Domenica Sammaritano - Antonio
Sangervasio - Adriano Scandalitta - Laura
Sciammarella
- Federica Sciandivasci - Ida Scioscioli - Rita
Claudia Scordino - Jolanda Serra - Lucy Simonato -
Mario Sirotti - Riccardo
Spreafico -
Giorgio
Stella -
Maurizio Tantillo - Carla Tedde - Giovanni
Teresi -
Giuseppina Terranova - Giovanni Todisco - Stefano
Tonelli - Gabriele Valore - Mario Vierucci - Giovanni
Viscardi - Barbara Zone
-
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- Antologia del Premio
letterario Poeti dell'Adda 2006 - 14x20,5 - pagg. 115
- Euro 18,00 - ISBN 88-6037-392-1
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-
- Come
avere l'antologia
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- Prefazione
-
-
- Nella presente
antologia si può ritrovare quell'universo di
emozioni che ha contrassegnato le poesie di alcuni
degli autori che hanno partecipato al concorso I poeti
dell'Adda 2007.
- È la
testimonianza della vitalità di alcune poesie
che possono aiutare a far ricordare i semplici segnali
lanciati da alcuni di Voi, come a rendere
libertà alle parole, a volte disperse
nell'oceano delle speranze, altre volte celate nelle
sotterranee negazioni.
- Non v'è la
necessità d'una decretazione del proprio valore
perchè tutte le poesie sono le "fedeli
fotografie" delle emozioni vissute, dei momenti che
hanno segnato il cammino di ognuno di Voi, dei sogni
infranti, o solo d'una inquietudine che ha disvelato
nuove prospettive o d'una inebriante rivelazione che
ci ha avvicinati, anche solo per un attimo,
all'estasi.
- Senza limitazioni
di sorta, senza giudizi da parte di altri, senza la
richiesta d'un illusorio riconoscimento, senza la
necessità di un sogno da dover coronare a tutti
i costi: non rimane allora che il desiderio vitale,
l'energia d'un amore senza tornaconto, d'una passione
per la "propria" poesia.
- Come a confidare
nella forza autentica della visione lirica, quasi ad
accertare che la poesia può sfiorare lievemente
e può anche far bruciare il cuore...
Massimo
Barile
Presidente
della Giuria del Premio
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Albo d'oro
dell'edizione 2006
-
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- La Giuria del
Premio di Poesia I Poeti dell'Adda 2006, presieduta da
Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere
pervenute ha decretato la seguente
classifica:
- 1° class.:
«Il sogno di Parmenide» di Giuseppina
Terranova, Pontedera (PI). Questa la motivazione della
Giuria: «La trama del sogno, tra finzione e fuga
nei misteri inesauribili, riconduce a splendori
enigmatici e ad una tensione che supera i confini
della soggettività. Il faticoso cammino fino
alla "porta" che separa la Notte dal Giorno, davanti
alla rivelazione ultima, alla Verità
universale, non è che il percorso che conosce
una sola direzione: il solo criterio della
verità è la ragione. L'Essere è
incatenato dal Destino, costretto al tutto intero,
immobile, e Parmenide, misero mortale, nel momento
dell'ultimo respiro non ha potuto far altro che
sognare. Come tutti noi. Giuseppina Terranova sublima
il suo volo lirico nel tempo che scorre e l'atto
poetico coincide con la realtà, con una
attualità totale della vita, in uno slancio che
avvicina ad uno stato d'armonia». Massimo
Barile
- 2° class.:
«Strade perdute» di Domenica Sammarit ano,
Piacenza. Questa la motivazione della Giuria: «Le
parole di Domenica Sammaritano, sembrano emergere da
un "altrove", quasi un luogo senza tempo, pervaso da
un'atmosfera magica, e il ricordo diventa un viaggio a
ritroso, al punto di partenza: la più
malinconica visione diventa ghibli che soffia sulla
pelle. Il battito del cuore è la vita, le
pulsioni sono i giorni trascorsi, le parole consuete
diventano l'ultimo saluto e i sorrisi contagiosi hanno
il sapore della genuinità. Come sempre. Le
strade della vita, davanti allo stupore di essere
"destinati alle meraviglie", riconducono al senso
autentico del vivere, fissato con parole che fanno
della loro incomparabile spontaneità il punto
di forza d'una poesia che entra nel profondo
dell'anima». Massimo Barile
- 3° class.:
«L'ultimo canto di Byron» di Aura Piccioni,
Morena (RM). Questa la motivazione della Giuria:
«La poesia di Aura Piccioni è costellata
da recuperi classici e si muove su un piano di
freschezza lirica come a sottolineare che non
v'è emozione più inebriante d'un
pomeriggio caldo d'estate quando tutto pare
dissolversi, le ansie, le preoccupazioni, le
inquietudini, quando il profumo della terra entra
nella pelle e l'ardore dell'amore inietta nel nostro
sangue la passione: quasi a sentirsi un essere divino
assetato di assoluto, funambolo sul filo sottile
dell'immortalità. La realtà costringe a
fare "diecimila cose" ma, in fondo, sappiamo molto
bene che "dobbiamo" comprenderne solo "una". "Fosse
concesso non amare", si potrebbe dire addio agli
struggimenti, salvare pochi ricordi, incastonati nelle
parole d'una poesia, mentre l'anima "desidera il
distacco dal fragile corpo". La vita è un folle
volo e non vi sono vie d'uscita: o in preda ad una
vertigine o purificati dal fuoco della passione».
Massimo Barile
- 4° class.:
«Dolci effiuvi» di Emilia Fragomeni, Genova.
Questa la motivazione della Giuria: «Nel profumo
della vita, nello "specchio silente della ragione del
tempo" si percepiscono i misteri, le inquietudini, i
sussurri e i dolci pensieri. E, nella sua poesia,
Emilia Fragomeni, raccoglie questo universo di
emozioni e lo rivitalizza con il desiderio di un
sentimento puro che porti con sè "fede e
speranza". L'effiuvio è dolce, e giunge fino
alle "crepe" più profonde della vita, fino ai
più "segreti anfratti", con la saggia
constatazione che chiude la visione... "ho vissuto
l'incanto dei miei sogni/come sillabe scandite nel
silenzio/ come gocce, tornate a dissetare».
Massimo Barile
- 5° class.:
«Tracce di rosso» di Silvana Ferrari, Reggio
Emilia. Questa la motivazione della Giuria:
«Anche l'ultimo sogno è svanito, tra
indecifrabili visioni e desiderio di energia vitale.
Il tempo inesorabile batte il ritmo dell'esistenza e
non rimane che qualche "traccia" di rosso. Ad esser
sincero, non saprei quale preferire per Silvana
Ferrari, nonostante le sue indicazioni siano
chiaramente decodificabili: se uno dei sette colori
dell'iride, l'impronta della bocca lasciata da un
rossetto, il colore del sangue, del vino, del rubino,
della muleta del toreador, del ferro incandescente. O
il rosso fuoco della passione. Silvana Ferrari taglia
la realtà con parole affilate come lame quasi
sezionando pensieri nascosti e oggetti quotidiani,
dissepellendoli da una condizione silente, da uno
stato d'immobilità. E getta tutto nell'arena
della vita». Massimo Barile
- 6° class.:
«Come col ghiaccio» di Antonio Sangervasio,
Roma. Questa la motivazione della Giuria: «La
vita come un continuo tentativo di divincolarsi dalla
stretta dolorosa che assedia: le incomprensioni, la
visione cinica, i miraggi. Ci si trova nella
condizione di "non accettare nulla", e le parole non
servono più a niente. Nella poesia "Come col
ghiaccio", Domenico Sammaritano offre una serie di
immagini immobili, fissate nella loro scabra essenza
e, attraverso il suo sguardo che diventa vetroso,
rende in modo perfetto lo stato d'animo che in quel
determinato momento pare assediarlo nel
profondo». Massimo Barile
- 7° class.:
«Leucade» di Maria Gabriella Meloni, Morena
(RM). Questa la motivazione della Giuria: «La
dispersione del pensiero, della parola, dell'esistenza
mentre lo sguardo si spinge oltre l'orizzonte, il
vento sul viso unisce il salmastro e la percezione di
antichi riti: le ombre assediano il corpo, gelida
è la solitudine, immane il silenzio e tutto
pare dileguarsi.
- Le suggestioni
catapultano nella vertigine, la vita pare legata ad un
sottile filo e la mente cerca di uscire dalla morsa
che incita a "gettarsi in mare per guarire
dall'amore". Gabriella Meloni sprigiona scintille di
spietata lucidita, di totale abbandono
all'annientamento dell'ultima illusione e, attraverso
la sua sensibilità poetica, conduce davanti
alla drammaticità dell'infinito. Come a
ricordare, a se stessa e a tutti noi, quel famoso
"Rari nantes in gurgite vasto", di virgiliana
memoria». Massimo Barile
- 8° class.:
«Dal terrazzo» di Silvia Marchesi, Milano.
Questa la motivazione della Giuria: «L'unica
richiesta è il desiderio di vivere il proprio
silenzio, le semplici cose della vita, uno sguardo
alla natura a l'aria frizzante d'un giorno come tutti
gli altri, un buon libro che fa compagnia e "l'odore
della cena sul fuoco". Silvia Marchesi riporta in
questa poesia un"atmosfera che recupera l'essenza
della vita, come a scavare alla ricerca d'un autentico
senso del vivere, eliminando il superfiuo e tutto
ciò che non conta niente. Nel momento
dell'ultimo abbandono non v'è che una
inevitabile e spietata selezione di ciò che
è stato, delle passioni che realmente hanno
contato, dei giorni che veramente hanno inciso tracce
indelebili nel nostro faticoso cammino». Massimo
Barile
- 9° class.:
«Io» di Ioan Daniel Cuculiuc, Sansepolcro
(AR). Questa la motivazione della Giuria: «
L'imperfezione della propria immagine, le incertezze
nelle scelte, le fragilità nel momento in cui
si cerca di "conoscersi": e, nei giorni della vita,
sentirsi "l'abito di se stesso", la buccia che
circonda una prevedibile polpa. Ecco allora quel
faticoso percepire la propria presenza, la sostanza
invisibile che mantiene in vita, e il pensiero di Joan
Daniel Cuculiuc attraversa la sua poesia con l'unico
scopo di porre in risalto il desideiro di effettuare
una manovra salvifica». Massimo
Barile
- 10° class.:
«Ritorno in Valtellina» di Margherita
Pruneri, Besnate (VA) Questa la motivazione della
Giuria: «Dolce è il ricordo di suggestive
immagini in questa lirica di Margherita : le rive
dell'Adda, la primavera che avanza, la luce il vento
il sole d'un recupero memoriale struggente, e poi una
vecchia casa dove ricercare i profumi di una volta
forse per inebriarsi ancora delle visioni di quella
terra. La sua parola come l'ultimo disperato tentativo
di sconfiggere l'oblìo, di pervenire ad una
dimensione oltre il tempo e lo spazio quasi in un
luogo dell'anima che possa far dimenticare lo scorrere
inesorabile del tempo che tutto consuma». Massimo
Barile
|
-
JAMES
PETER KING APPIAH
-
- Ancora lontano da
casa
- (per il piccolo
Tommaso)
- Sei ancora
lontano da casa
- Il mio fiore
prezioso torna subito
- Perché ti
aspetto
- Ho sognato
questa notte
- In quel sogno ho
visto un'imbarcazione
- [sul
mare
- Il nostro
popolo
- Del Venezuela,
Argentina, Stati Uniti e Brasile
- Vengono per
abbracciare la loro terra, Italia.
- La nostalgia di
ritornare era forte, irresistibile.
- Loro vivono
lontani da casa, ma sono contenti e
stabili
- Vivono nelle
loro culture diverse,
- Ma i loro cuori
battono con i cuori di quel popolo
- Che tutti
assieme vivono per sempre.
- Sei ancora
lontano da casa
- Il mio fiore
prezioso torna subito
- Ti
aspetto.
- Non voglio
vedere il sogno brutto
- Perché
non vorrei che ti succedesse il male
- Ti voglio bene,
mio piccolo fiore.
- Purtroppo non
è andata così
- Un malvivente ti
ha assassinato
- Bimbo innocente,
così fragile
- Il cielo ci
abbraccierà, ma la storia non ci
dimenticherà.
-
-
|
-
-
- CARLA
AUXILIA
- Lo
specchio
Nello specchio, rifiessa,
- un'immagine
nuova.
- Viso così
noto,
- eppure
sconosciuto, il mio.
- Mi
guardo
- Ed è un
estraneo
- il mio
io.
- Chi
sono?
- Chi
ero?
- Sono io pur non
essendo io.
- Gli occhi, la
bocca,
- sempre
quelli,
- ma così
diversi.
- Forse
perché
- i miei occhi ti
hanno guardato,
- forse
perché
- la mia bocca ti
ha baciato.
- La gioia ha
modellato
- come creta il
mio viso.
- Nello specchio,
rifiessa,
- un'immagine
nuova.
- Felice.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- RANIERI
BARGHIGIANI
- In uno scuro manto
di lutto
E così
- l'ho
vista
- camminare
- tra le
strade
- amiche o
sconosciute
- là
- dove era il
sangue
- che
sgorgava
- dalle umane
ferite
- e dalle
lacerazioni
- del
confiitto.
- L'ho
vista
- camminare
- avvolta
- in uno
scuro
- manto di
lutto
- per
raccogliere
- il
respiro,
- un
segno
- dell'ultimo
- suo figlio.
- L'ho
vista,
- infine
- come quel
giorno
- fece
- per
testimoniare
- fedele
presenza
- di
madre
- quando gli
occhi
- dolenti del
Cristo
- si
abbandonarono
- tra le
braccia
- ingenerose
- della
morte.
-
-
|
-
ROBERTA
BERTOLI
- Brandelli di
sogni
Con gl'occhi annegati
- ripiego
- ricordi lungo
gl'argini.
- Uno sguardo
verso la collina....
- Cosa
rimane?
- L'odore del
grano in una sera d'estate
- giochi
incartati,
- un paio d'ali
sfoggiate
- per aloni
d'amori, senza eco.
- Mentre
scoloro
- i margini di un
cielo
- brandelli di
sogno
- volteggiano
- dove
- il grido di un
gabbiano ancora rotola.
- Sulla tela
dipinta
- l'inutile
volo
- Indelibili ombre
di illusione
- e gocce di amaro
sulla bocca.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
NILO
BIAGINI
- L'attimo
-
- Nel mormorio
d'un
- Monotono
lago
- Specchio largo e
crespo
- Scopro di me
l'immago
- Scolpita
- In mobile
affresco
- E scote e
s'affioscia
- S'espande in
archi
- Per stornar a
sua
- Primigenia
forma
- D'acquerello e
nube
-
-
-
-
-
-
- Dimenticanze
-
- Scompari nel
blu
- Marino
- Come una
canna
- Vuota
s'affonda
- E
tace,
- Nel monotono
lago
-
-
|
-
- CINZIO
CACACI
- Immagine nel mare
d'inverno
-
- Il mare
d'inverno cambia colore
- col passar delle
ore.
- Creste di
spruzzi
- velano
l'aria
- e
spezzano
- la linea
d'orizzonte.
- Onda su
onda,
- una corsa
incessante
- verso la
riva.
- Ognuna
arriva
- con
rabbia
- contro la
sabbia,
- si
infrange,
- sfinisce,
- la schiuma
disegna
- delicati
merletti
- che non ti
aspetti.
- E mentre tu
guardi
- un'altra vi
giunge,
- la prima
congiunge,
- e cambia la
trama
- delle trine di
schiuma.
- Il gioco
incessante
- di notte quasi
si perde.
- Il buio
confonde
- le
onde,
- ma un raggio di
luna
- taglia le
ombre,
- si
posa,
- un momento
riposa
- su quelle
trame,
- che disegnano
improvviso
- un
viso:
- il
tuo.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- ALEX
CANGINI
- Carriera
-
- Lente ma
ineluttabili
- perché
notabili
- e ben
condotte
- sono le idee
corrotte,
- avanzano a
fiotte!
- Le mani della
speranza dipanano
- perdendosi in
nugoli di vano,
- mi riparo in
gelide grotte
- ove lontana
è la bramosia
- di tracciare
nuove rotte...
- Assurda è
questa sistematica armonia:
- canto di una
sirena incantatrice
- l'anima danza
meretrice!
- Tace il mio
cuore solo,
- il fango
ostruisce ogni scolo
- e il mio buio
sorvolo.
- Nel silenzio
della notte
- mi dimeno, sono
botte,
- ma nemmeno una
lacrima
- dal mio ego
sconfina!
- Intrappolata
nella melma di prima
- inizia a puzzare
di latrina!
- Inutile anche
farla scendere in rima...
- Il capo è
chino
- sul mio
presente
- che come
serpente,
- nel progettato
declino,
- striscia
- ove vergognoso
il giorno lavorativo
- si volta e
piscia...
- No! Sono ancora
vivo!
- Sconquasserò
il sistema dal festivo.
-
-
-
|
-
- ANTONINO
CAUSI
- Una nuova
vita
-
- Seme che nasce
dalla terra
- speranza del
domani
- frutto di un
desiderio... cercato... voluto
- e aspirato.
- Felicità
e gioia incontenibile di madre
- emozione e
premure di padre.
- Sapore nuovo
dolce respiro
- languide carezze
tenere passioni.
- Calore radioso
brezza marina
- immenso piacere
stella del firmamento.
- Dolce innocenza
nota melodiosa
- piacere nascosto
colore candido
- immagine
feconda.
- Splendida
promessa orizzonte mistico.
- Come acqua di
sorgente nasci
- nel torrente dei
giorni scorri e
- ti
abbandoni.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
-
- BRUNO
DE VITO
- Solo per
caso
-
- Solo per
caso
- s'odono, a
volte,
- grida
d'entusiasmo
- nel vortice
della
- convulsa
esistenza,
- solo per
caso
- la vanità
del Fato
- mette, a
volte,
- alla
berlina
- ogni sofisma
umano,
- ideato a
priori
- da intere
generazioni,
- e il
divenire
- s'inceppa
innanzi
- all'imponderabile:
- basta un volo
d'aereo,
- semmai solo per
caso,
- e scopri qual
è
- il senso della
tua
- e dell'altrui
vita,
- il cui valore,
che pure
- ti ostini a
cercare,
- è celato
in una
- dimensione
universale
- delle cose
che,
- solo per
caso,
- cogli in un
giorno
- o in
cent'anni.
-
-
|
-
ELENA
GUIDI
- È lì,
avvolgente
-
- È
lì, avvinghiata dentro al mio cuore questa
lacerante passione per te.
- Fra nove giorni
ti rivedrò, ma trepido al pensiero
dell'incontro,
- del volermi
immergere nelle tue ampie braccia...
- che tante volte
in passato m'hanno trattenuto a
sé,
- di desiderare
spasmodicamente di perdermi
- tra le tue
labbra carnose e sapienti...
- che di me tutto
han conosciuto.
- Ma il tempo
è sfuggito e tu più non
m'appartieni...
- Eppure in me
serbo ancora la voglia di te,
- di rincorrere il
tuo amore impossibile e legarti indissolubilmente a
me...
- anche se
più non ti possiedo, anche se ormai tutto
mio non ti avrò...
- Ma al solo udire
la tua voce sento la mente vagare nel
Walhalla
- e la perfezione
di questo amore abbracciare il mio
spirito
- con
un'impalpabile garza trasparente,
- troppo velata
per legarti a me,
- troppo
avvolgente per liberarmi di te...
- come a fuggire
nell'oblio oscuro dell'universo
- che nel sogno mi
ricollega sempre ed ancora al tuo Io.
- Già
t'appartenevo in una vita precedente
- e questo legame
invisibile mi fa vibrare
- in sintonia col
tuo spirito...
- Ed una goccia
d'acqua piovana
- divertendosi ad
inzuppare il mio viso
- scandisce il
tempo che ci separa
- e riapre ferite
sanguinolente
- diluendo per un
attimo il dolore
- ... ti
rivedrò... e mi sento disperatamente
sola...
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- ANNA
MARIA LI MANDRI
- Un bisogno di
te
-
- In un giorno di
pioggia sei arrivato,
- scaturito da una
tempesta, e
- ti sei
posato,
- come un angelo
fulmineo,
- sulla mia spalla
bisognosa tanto di
- conforto.
- Quasi non ci
credevo!
- Dopo aver tanto
pregato.
- Quasi non ci
credevo!
- Dopo aver tanto
invocato.
- E t'ho chiamato:
amico mio.
- Tu che per me
non eri niente ancora.
- E ho lasciato
che parlasse al posto mio
- il
cuore.
- - Occuparmi di
te - mi hai detto,
- non mi costa
affatto... anzi!...
- ... Nei tuoi
disagi che adesso
- son tanti,
prometto che io farò per te,
- molto e ancor di
più.
- Non avevo
più fiducia in quelli intorno
- a me, con la
ragione che
- c'è
l'avevano con me, e
- aspettavo una
persone come te,
- che mettesse a
posto le cose per me.
- Come un angelo
desiderato
- ti sei
soffermato,
- in un giorno di
pioggia, e mi hai consolata,
- ero all'estremo
e mia hai trasformata,
- in una splendida
rosa odorosa
- di
primavera.
-
-
-
|
-
- MIRYAM
MANIERO
- Stirpe e
serpi
-
- Urtica pelle
d'ortica
- nel campo
disteso di maleparole
- erba infestante
nel fosso
- revolo rosso
scorre
- bagna la carne
di famiglia e stirpe.
- Parentele
avvinghiate
- prigioniere, di
parole e male.
- A che serve
parlare
- se tanto
ravvicinan le parole
- tanto separano
le maleparole:
- giudicando
- denigrando
- equivocando
- odiando.
- Così
striscian le serpi
- tra famiglie e
stirpe.
- Oh maledette
parole
- che voi dite,
che io dico
- maledico, questo
male parlare.
- Zitti! Ora
tutti... bisbiglio
- e con il dito un
gesto
- sul cesto del
pane
- posare lo
sguardo, indulgente
- struggente patir
di maleparole.
- Ssst ... parlano
gli occhi, ora
- ........................ascoltare.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- ALESSIO
MANZO
- Imitazione
- (da Dante
Alighieri)
- Tanto scortese e
tanto ingiusta pare
- la gran dama
quand'ella altri saluta,
- ch'escluso mi
mordo la lingua, muta
- e li occhi
piangono lagrime amare.
- Ella si va,
lasciandosi attorniare
- benignamente dai
suoi, dissoluta
- e par che sia
strega non venuta
- da cielo ma da
inferno a farmi dannare.
- Mostrasi
sì mostruosa, accesa d'ira
- che causa a
l'amoroso un dolore,
- che dir nol
può chi felice nol prova:
- e par che invada
la sua faccia nova
- un spirito
maligno, iettatore
- che va augurando
a l'anima: Spira.
-
-
-
- Imitazione
- (da Cecco
Angiolieri)
- S'i' fossi foco,
monderei 'l mondo;
- s'i' fossi
vento, lo rinfrescherei;
- s'i' fossi
acqua, lo disseterei;
- s'i' fossi Dio,
ne porterei 'l pondo;
- s'i' fossi papa,
avrei animo giocondo,
- ché la
città celeste riempirei;
- s'i' fossi
imperator, giusto sarei:
- a ognuno darei
'l suo in fondo.
- S'i' fossi
morte, risparmierei mi' padre;
- s'i' fossi vita,
allungherei i giorni suoi:
- similmente
eternerei mi' madre.
- S'i' fossi
Alessio, qual provano ambedui,
- le carte
innumeri e di amici squadre,
- torrei ogni
signora cogli ossequi.
-
-
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CHIARA
MARINONI
- Rosa di
Maggio
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- Rosso
vermiglio.
- Ti stendi sopra
il pergolato,
- e lo avvolgi
come la seta accarezzata dal vento.
- È intrisa
l'aria dalla fragranza
- del magenco
appena tagliato,
- e tu ti
pavoneggi nell'indaco.
- Bella per un
dono d'amore.
- Adorna di
spine
- Piccolo è
il dolore, ma intenso.
- Goccia di sangue
che nutre la terra.
- Trofeo del
cavaliere.
- Di porpora
è vestito l'altare.
- Tra mille colori
s'innalza
- un coro di
celestiale preghiera
- e nel silenzio
il cuore palpita d'amore.
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- Stelle
- Nelle notti
d'estate, quando i sogni s'avverano,
- ci appaiono
luminose e belle, come luci filanti,
- sono gli occhi
del cielo e guidano i destini.
- Sono false
illusioni che abbagliano,
- anche se il
pescatore le cerca per trovare la via.
- Sotto il cielo
caldo, in paesi lontani,
- brillano falsi
astri, usciti come per magia,
- da vesti di
uomini ancora bambini e
- come coriandoli
volano in cielo.
- Nel cuore del
giusto appare quella più bella,
- è la
speranza.
- La speranza di
tornare bambini,
- felici per un
pezzo di pane che pare una stella.
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ALL'INDICE
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- ALFONSO
MIGLINO
- Nel giorno del
dì fui turbato
- e mai più
abbandonato,
- da colei che
seduta stava su quella grata.
- La stagione
autunnale già prevaleva sul
panorama,
- anche se solo da
due giorni, aveva bussato
- alla porta
primaverile, per spodestarla.
- Con cuore nelle
mani e lacrime di pianto se n' era
andata.
- Il paesaggio
ormai si mostrava di un freddo
pungente.
- Mentre la vista
era offuscata
- dalla nebbia del
primo mattino,
- il cielo
dichiarava gocce di rabbia.
- Il mio capotto
lungo e caldo mi avvolgeva,
- perche io non
mostravo segni di resa.
- Nel momento in
cui la trovai al mio cospetto,
- lei non
parlava,
- ma
scrutava.
- Cosa dir non
so...ma chiaro fu lo sguardo suo.
- Penetrante e
ammaliante per chiunque lo notasse,
- raramente
accadeva ma eppure vi era, a chi vi
sfuggiva.
- Mostrai un
sorriso e la scansai,
- dal fianco
destro suo.
- Lei volse parole
di rincuore,
- ma io non gli
mostrai resa.
- Lei testarda e
disubbidiente decise di attender il mio
ritorno,
- per la
restituzione di ciò che avevo preso
io,
- non avendo
ceduto il mio.
- Ma questa volta
l'amaro in bocca gli avrei lasciato,
- poichè
non possedevo alcun 'intenzione,
- di ceder alla
compagnia del rimpianto,
- e del dolore che
ne seguiva.
- Avrei affrontato
ritto e col sorriso il mio destino!
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AMANDA
NEBIOLO
- Boati di
silenzio
-
- "In nomine
Patris ed Filii ed Spiritus
- Sancti"
- e sono di nuovo
davanti allo specchio
- di un altro
giorno che m'attende
- al di là
di una solida porta.
- "Manda, Deus,
virtuti tuae; confirma,
- confirma hoc,
Domine, quod operatus
- est in
nobis".
- Mente nel vuoto,
confusa nel solito
- sogno che adesso
non so ricordare,
- distante come le
tue labbra, che da
- allora mi rubano
amore.
- Sono pronta.
- Soggetti
confezionati in ruoli decisi da
- dati di
fatto,
- da camici verdi
e perizomi di promesse,
- tra i miei
fantasmi sospesi ed i tuoi
- doveri senza
tempo.
- Invece, per una
volta ancora dissimulo,
- fingendo di
volare con ali ormai spezzate
- in una vita che
non sento più mia,
- urlando senza
pace il desiderio di spazio
- tra i vostri
occhi che non sanno
- guardare,
- tra i tuoi
capelli che strinsi nelle mie
- mani,
amandoti,
- quando di te non
restava un ricordo,
- ma tu eri il
corpo da cui era l'estasi
- e su cui
scivolava impalpabile
- la mia voglia di
dare piacere.
- Tra noi, boati
di silenzio e di ritorni.
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-
- ASSUNTA
OSTINATO
- Sonno
Eterno
-
- Il 'Sonno
Eterno' è
- un
lasciar
- di
pensieri,
- un
lasciar
- di vita
terrena
- per
intraprendere
- una vita...
'Arcana'.
- Fatta
di
- solo anime...
senza corpo.
- Una vita
di
- scorrere senza
correre
- di affanni
terreni
- bensì...
- una vita...
'Arcana'
- del
'L'aldilà'
- fatta
di
- 'Sonno
Eterno'.
-
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-
FRANCESCO
PAGANI
- Penserai alla
sera...
-
- O scrittura, mia
amante,
- mi addormento
con te...
- o scrittura, mia
bellissima consorte,
- che voli con le
ali dell'immaginazione nel mio letto...
- o scrittura,
regina del mio cuore...
- o scrittura, con
te, ogni notte, penso all'amore...
- Amami per quel
che sono,
- mediatore di te
con la realtà...
- O scrittura,
ispira il mio amore,
- ispira il mio
cuore,
- apri le mie ali,
quelle dei sogni...
- O scrittura, con
te volerò sopra le stelle,
- sopra il
paradiso,
- sopra il mio io,
sopra di me...
- O scrittura,
resta qua, non andare via,
- non andare da un
altro come me...
- o scrittura, tu
sei me, io sono te
- O scrittura,
portami, tramite i tuoi sogni,
- dalla seconda
figlia di tua madre,
- non
abbandonarmi,
- o scrittura,
stasera, non abbandonarmi
- No!!! No!! No!
No...
- O scrittura, ti
ricorderai di me?
- La tua
immortalità sarà così stupida
da voler bene a me,
- da pensare a
me?
- O scrittura, tu
sei tutto per me,
- se non
riuscirò a riportare su un foglio i tuoi
sentimenti,
- tradiscimi,
uccidimi, fa di me un attore...
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ALL'INDICE
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-
- LORENZO
PIANTINI
- Miracoli
-
- In
piazza
- pensieri
perduti
- da impulsi
emotivi.
- Ma non mi
affanno
- a cercarli, nel
paradiso ramarro,
- avvolto da tanta
bellezza,
- e mi sento
piccolo.
- Il campanile sta
nevicando di luce propria.
-
-
-
- Proprio quando ci
addormentiamo
- Proprio quando
ci addormentiamo
- abbiamo risvegli
e respiri che ci rendono uguali.
- Gli stessi
attimi di smarrimento del senso,
- la stessa paura
della luce di stelle che filtra da
fuori.
-
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-
LUIGI
POLO DIMEL
- Onde al
tramonto
-
- Docile il
sole
- si addormenta
lasciando
- un profumo
d'arancio
- sopra il
mare,
- vellutato
specchio
- mosso da
onde
- schiumose
- di sogni e
paure
- Mi
fermo
- ad
ascoltare
- queste
eleganti
- signore,
animate
- da antichi
disegni,
- messaggere
misteriose
- di un non so
che
- Ma si
spengono
- sulla
sabbia
- davanti ai miei
piedi,
- lasciando
- solo le
ombre
- di
quello
- che vorrebbero
dire
- Il loro
infinito
- mormorio
accompagna
- il
pensiero
- verso i luoghi
lontani
- di momenti
vissuti
- che
ora
- sento
vicino,
- tra le
onde.
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ALL'INDICE
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-
- CESARE
TULLIO ROSSI
- Scendere a
Fondo
-
- Ciò che
guardi oggi
- non l'hai visto
ieri
- né
apparirà domani
- è
meraviglioso vivere
- convinti di
questa realtà
- cercare in ogni
giorno
- in ogni
passo
- in ogni
cosa
- quel
particolare
- che lo rende il
solo
- l'unica
- accettarne la
realtà
- apprezzarne ed
amarne
- la
verità
- d'ogni
esistenza
- scoprirne
un'unica identità
- esser capace
d'osservare
- la luna tutta
intera
- non
metà
- dare un valore a
tutto
- e tutto il
valore ad uno
- perché
ogni cosa
- ha l'importanza
della prima
- dell'ultima e
dell'unica
- Come la
vita
- che è la
sola che c'è
- come
te
- che un'altra non
c'è.
-
-
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-
- LAURA
SCIAMMARELLA
- Maschera
d'argento
-
- Torni chiaro e
sicuro dal tormentato passato
- uno straniero
"maschera d'argento"
- hai ritrovato tu
la tua strada.
- Sull'altara sei
salito
- il tuo calore
nell'aria si è espanso
- dolcissimo l'ho
sentito scendere in me.
- Tutto intorno a
noi è silenzio,
- si leva
emozionato e complice
- un coro d'amore
che libero va
- oltre le nuvole
più alte del cielo è
arrivato
- e nel
ritorno
- imponenti come
le montagne i nostri sentimenti.
- Il ricordo ha
rafforzato i pensieri del presente
- guarda cosa
succederà se lascerai dietro i
sogni.
- 'La vita
è un abisso profondo
- che non ci ha
mai insegnato come proteggerla,
- domani
- costruiremo un
palazzo
- per una persona
che non resterà'.
- Ma del contesto
si stancava la mia mente,
- il nulla in me
già realizzava su di noi
- - non partire
-
- sconfinando in
un destino oramai senza.
-
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-
RICCARDO
SPREAFICO
- Desiderio
-
- Tanto gentile e
tanto onesta, quando
- Io ti vedo per
la via solitaria
- Camminar estiva
come il tuo cuore;
- Quando pari
d'ogni cosa che gira
- Esser il centro,
e dei cieli e dei fiori
- Ancora
più fine; quando odorare
- Vorrei i fuochi
bruniti che annottano
- Sopra il tuo
seno fautore del giorno
- E consumare le
cere celesti
- Delle tue cosce
al tenebroso apice,
- Allora intreccio
carezze di seta
- In abiti bianchi
per i tuoi sensi
- Soavi, avvolgo
le linee convesse,
- Lunghe ed
essenziali delle tue gambe
- In interminabili
composizioni
- Floreali. Quando
versa la sua coppa
- Il Sonno,
così oscurando la malia
- Nei tuoi occhi
d'abisso, e lentamente
- Le Naiadi
giungono per libare
- Al tuo grembo;
quando sei immensa e splendi
- Come pure acque
notturne baciate
- Da labbra
seleniche; quando sogni
- Sogni ancor
più preziosi dell'argento,
- oh! Musa mia
indefinita ed arcana,
- Allora sdraiarti
vorrei su letti
- Imperiali, nel
mio palmo congiunger
- I tuoi fianchi,
sempre averti nel petto,
- Ahimè!
Così grande per il tuo cuore!
- Fossi solo un
uomo senza timore!
- Davvero allora
seguendo il tuo passo
- Vivrei
eternamente di te chiedendo
- La pelle, lo
sguardo, le labbra ambrate:
- Nichts ist
gewiß als deine hohen
Brüste,
- Die mein
Gefühl in Shwindeln
überstiegen.
-
-
|
-
- GIORGIO
STELLA
- Rosa di
ieri
-
- Un giorno
resusciterò
- nelle macerie
della
- mia storia
-
- - I drappi
bianchi
- sulle vesti
nere
- ancora
rassoderanno
- i canti avanti
alla
- rosa di ieri
-
- - Fieri i rossi
nei
- neri, petali
morti -
- - In bilico sul
fianco
- della
roccia
- la torcia
elettrica
- mimerà
l'ombra
- nel vuoto della
tomba.
- Petali rossi,
rosa di
- Ieri,
- le tue membra
velate
- la finestra per
sbaglio
- staccata
- dal volo della
cosa.
- Icaro e
Dedalo,
- stemma di bello
stile,
- nel campo
di
- concime
sparso
- non ha
confine.
- (A mia madre
in attesa
- della
polvere
- di
clessidra...)
|
-
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|
-
-
GIOVANNI
TERESI
- Dove volano le
cicogne
-
- Ad oriente
è diretto il volo
- dall'africana
arida terra
- alla Striscia di
Gaza
- nell'aria ancora
scura
- e traspirante
dell'alba.
- Ignare del
sangue che
- tinge le
zolle,
- delle piriche
polveri
- sotto le candide
nuvole,
- del triste
povero volto
- della
quotidianità,
- con le grandi
ali bianche
- bordate di
nero
- volano le
cicogne.
- Trovano
alloggio
- tra tralicci di
guerra,
- nidificano la
speranza
- della
vita...
- Dei giovani
giocano
- all'eterna
lotta,
- lanciano
pietre,
- insorgono
all'assenza
- d'una Patria
sognata,
- al soffocato
dolore e
- inseguono il
nulla.
- Lì
nidificano
- le poche
cicogne
- tra arrugginiti
silos,
- non curanti
dell'odio,
- accanto le
povere case.
- Anche lì
sorge l'alba
- sulle
mediterranee onde,
- sul polveroso
suolo d'oriente.
|
-
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-
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- Ins.
17-07-2007
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