- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
La Montagna Valle Spluga 2006
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- Sommario
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Prefazione
di Daniela Castelli
- Albo
d'Oro dell'edizione 2006
- Ringraziamenti - Pieralda Albonico Comalini - Angela
Ambrosini - Clelia Ambrosino - James
Peter King Appiah
- Maria Calistri - Franco Callegaro - Sara Cazzaniga -
Piera Maria Chessa - Rosa Maria Corti - Tiziana
De Filippi -
Fabio De Mas - Irene Della Morte - Luca Falchi -
Alessandra Ferreri - Manuel Ferro - Nadia
Frascheri -
Federica
Frigerio -
Franco Frittella - Barbara Gazzi - Massimo
Lietti -
Domenico
Livoti -
Alessio
Manzo -
Lucia
Manzoni -
Domenica Mazzoni - Francesca Moretti - Comasia Nitti -
Maurizio Orsi - Monica
Paggi - Maria
Teresa Piccardo - Sabina Pollet - Marina
Riva - Piera
Rossi Celant - Maria Rossi Spillantini - Licia
Roveri Galli -
Laura Scaramellini - Sergio Serrini - Lucy Simonato -
Ambrogina Sirtori - Carla Tedde - Ezio Testa -
Suor
Maria Franca Tonini
- Gian Claudio Vassarotto - Roberta
Zaccagni -
Caterina
Zappia -
Gianpaolo
Zattoni -
Vincenzo Zazzaro - Susanna Zoccolini
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- Antologia del Premio
letterario Premio La Montagna Valle Spluga 2006 -
14x20,5 - pagg. 60 - Euro 10,00 - ISBN
88-6037-257-7
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- Come
avere l'antologia
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- Prefazione
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- La raccolta di
poesie e racconti su la Montagna e l'Amore ha
emozionato molto la giuria della settima edizione
del Premio La Montagna Valle Spluga, composta da
Franco Melotti, Irene Pivetti, Veronica Pivetti,
Maria Teresa Piccoli, Bruno Gozzelino, Guglielmo
Scaramellini, Guido Scaramellini, Marco Sartori e
Daniela Castelli.
- Un concorso
indetto dalla Pro Loco di Campodolcino con il
patrocinio dei comuni di Campodolcino e Madesimo,
della Comunità montana della Valchiavenna e
della Provincia di Sondrio, con la collaborazione
tecnica e letteraria del Club degli autori.
- L'edizione del
premio ha decretato e confermato il successo del
concorso sia grazie alle numerose opere pervenute
non solo dalla Valtellina e dalle comunità
montane interessate ma da tutto il territorio
nazionale, sia grazie all'interesse che ha riscosso
il tema della montagna e della natura in tutti i
suoi aspetti.
- Ogni
partecipante, qualcuno anche molto giovane, si
è avvicinato con entusiasmo a questo
concorso che aveva per tema Quell'amore di
montagna.
- All'interno
dell'antologia si possono trovare poesie che anche
in un linguaggio diverso da quello locale, come
può essere il dialetto bergamasco, hanno il
dono di esprimere emozioni forti ed essere,
nonostante la difficoltà di interpretazione,
fortemente comunicative, come «L'è
resüssitáda la Cesìna de
montagna» scritta da Luigi Medolago di
Boltiere (Bergamo).
- Nella classifica
della sezione poesia spiccano al primo posto
«Il passo sublime» di Domenico Livoti di
Prata Camportaccio (Sondrio); al secondo «Come
mi piace la montagna» di Pieralda Albonico
Comalini di Gravedona (Como); al terzo «Senza
te non posso star» di Barbara Gazzi di
Montanara (Mantova).
- Nella sezione
narrativa si mettono in risalto invece
«Quell'amore di montagna...» di Rosa
Maria Corti di Lenno (Como) al primo posto; al
secondo «Se una notte d'inverno in Valle Santo
di Giacomo un viaggiatore...» di Dario
Falcinelli di Sondrio; terzo posto invece dedicato
a «L'acrobata delle nuvole» di Laura
Tenti di Gorgonzola, Milano.
- Ognuno di questi
autori ha saputo rendere importante l'aspetto
sentimentale provocato dalla visione della
montagna, l'emozione del vissuto personale è
trasposto nello scritto con molta passione e chi si
cimenterà in ogni lettura potrà egli
stesso immergersi e confondersi nella fantasia di
ogni personaggio.
- Tutto questo
è parte della cultura alpina che ci
appartiene.
- Come sostiene
anche Piero Carlesi, vice presidente del Gruppo
Italiano Scrittori di Montagna, la cultura alpina
è una dote di esperienze tramandata di
generazione in generazione, esperienze fondamentali
per poter vivere in modo autosufficiente in alta
quota. Naturalmente la praticità della
cultura alpina è soprattutto conoscere e
interpretare il tempo, intuire dove scendono le
valanghe, sapere come riparare un sentiero e la
propria casa, tenere pulito un bosco, ma senza
dimenticare la storia del proprio villaggio,
conoscere i nomi dei luoghi e sapere andare in
montagna.
- I turisti che
pur non avendo un patrimonio di conoscenze
secolari, quando si ritrovano per le vacanze nelle
località alpine, tendono a vivere la
montagna come fanno gli autoctoni per 365 giorni
l'anno. Una conquista per chi ci abita,
perché questo atteggiamento dimostra il
rispetto di chi visita i luoghi valorizzati e amati
da chi li vive quotidianamente. Un messaggio ben
preciso che tutela la vita delle località
alpine e la loro storia.
- La cosiddetta
crisi di identità degli abitanti di montagna
si combatte anche con la letteratura e la poesia.
Le radici e la cultura originale della montagna
sono capaci di esprimere il sentire di una
popolazione, ma l'osservatore esterno è in
grado di, oltre che subirne il fascino, avere uno
spirito critico più accentuato. Per questo
il Premio La Montagna: Valle Spluga, rappresenta un
grande passo verso la conservazione della cultura e
la valorizzazione del futuro della
montagna.
- Un concorso
creato per passione, che noi tutti dobbiamo
sostenere e che non deve scomparire, proprio
perché solo grazie al sentimento a volte si
riescono a raggiungere risultati importanti. Buona
lettura.
-
-
- Daniela
Castelli
- Giornalista
esperta di comunicazione e tradizioni di
montagna
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- James
Peter King Appiah
-
-
-
-
- Il fiore che non
morì mai
-
- Addio, il fiore
che non morì mai
- Le nostre
lacrime restano sempre
- Dio ti protegga
al cielo
- Offriamo il
nostro appoggio
-
- Morì
senza causa
- Ottenne la
fiducia della gente
- Rinascita del
tuo dialogo
- Ogni anno ci
sono lacrime profonde al tuo ricordo.
-
- Martedì,
9 Maggio 2006
-
-
|
- Tiziana
De Filippi
-
-
-
-
- Ascolta il
silenzio
-
- Il silenzio
cristallino del torrente
-
- Il silenzio
tenace
- della sassifraga
abbarbicata alle rocce
-
- Il silenzio
fragoroso
- della folgore
durante la tempesta
-
- Il silenzio blu
cobalto
- che si
specchia
- cuore sereno di
un piccolo lago.
-
- Ascolta in
silenzio
- il volo maestoso
delle aquile
-
- Respira il
silenzio
- degli arabeschi
di fuoco e madrepora
- sulle cime
innevate.
-
- Inspira il
sapore della vita
- mentre il
diradarsi delle nebbie
- rivela uno
scenario da sogno.
-
- Respira a pieni
polmoni:
- è
l'essenza del tuo essere
- è l'amore
per le tue montagne.
-
-
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-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Nadia
Frascheri Frascheri
-
- Opera
Segnalata dalla Giuria
-
- L'eco della
montagna
-
- Quando la
montagna che tanto amiamo si presenta
con
- Una vetta
rocciosa ai nostri occhi,
- Estasiati,
immaginiamo di scalarla,
- Lassù, ci
sentiremo più vicini a Dio.
- L'uomo
più coraggioso ci riesce.
-
- Ancora una volta
sfida la montagna che
- Mostra tante
bellezze incontaminate,
- Osserva,
attento, ogni fessura nella
- Roccia che
continua spavaldo a scalare
- Elevandosi fino
alla vetta.
-
- Da lassù
tutto è meraviglioso e il mondo
pare
- Immacolato,
sembra quasi di toccare il cielo,
-
- Mentre l'eco si
diffonde a valle.
- Ognuno prova
sensazioni diverse che
- Non si riescono
a spiegare.
- Tanto è
l'amore per la montagna,
- Arrivano e
scorrono le stagioni,
- Grande la
felicità nel vedere la
- Neve, poi sugli
alberi sbocciare germogli e fiori e
- Ancora il mutare
dei colori, ma l'eco sempre si propaga a
valle.
-
-
|
-
- Federica
Frigerio
-
-
-
-
- La montagna
Vallespluga
-
- Valle
Spluga
- Un palmo gonfio
di neve
- Un'eco di vento
sui crinali
- Diapositive di
sguardi
- Cielo mantello
di Madonna
- Resina sui pini
lacrime odorose
- Fredde rughe di
gelidi ruscelli
- Zaino
- Caos di
scolorite nostalgie.
-
-
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-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- Massimo
Lietti
-
-
-
-
- Vien giù la
neve
-
- Ricordo
lontano...
-
- cerca senza
esito
- trasparenza
taumaturgica
- fonte
antica.
- Amore di vita
vissuta
- gioia di vita in
virgulto.
-
- Scende fulgida e
copiosa la neve
- volteggia,
danza, lavora all'uncinetto
- mostrando nelle
trasparenze
- della luce di un
lampione
- il suo prezioso
merletto
- che
poggerà sulle antiche spalle
- del vate
abete.
-
- Bianco è
il mondo di fuori
- nella penombra
il mondo di dentro.
- Tre cuori si
scaldano più di quanto
- riesca a fare
una vecchia stufa.
- Aspettare e non
venire,
- una caffettiera
prende a gorgogliare
- e la vegliarda
comincia a cantare.
-
- Ricordo
imperituro
- non va
cercato!
-
-
|
- Domenico
Livoti
-
-
- Opera 1a
classificata
-
-
- Il passo
sublime
-
- Anche il vento
del nord s'infrange
- sui bastioni
possenti dello Spluga:
- strada dei
ricordi o via di fuga
- per chi l'amara
terra lascia e piange?
-
- Oltre, strani
dei tuonano nei cieli,
- altre storie,
altri eroi, altri miti
- incrociarono i
destini in quei siti
- e squarciarono
del mistero i neri veli.
-
- Al di qua a sud
rotolano i sogni
- e i fiumi
cercano la via del mare
- dove luccicano
il sole e le lampare
- per altre genti,
per altri bisogni.
-
- L'occhio si
volge indietro lì sul Passo
- per un rimorso o
forse un rimpianto.
- Poi il cuore
intona un nuovo canto
- e la mano lancia
al cielo un altro sasso.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Alessio
Manzo
-
-
- Il Passo dello
Spluga
- separa l'Alpe
Retica
- dalla
Lepontina,
- l'elvetica
- dall'italica;
- non vuole
bega,
- rifugio
nega
- allo
stratega,
- al
despota
- stolto,
beota,
- sciocco,
idiota,
- del diavolo
collega,
- col crucco
unitosi in lega,
- giunto
all'omega,
- fuggiasco,
transfuga
- in ritirata, in
fuga
- dalla
Valtellina.
- Ma i
cantoni
- Ticino e
Grigioni,
- Locarno,
Lugan,
- Bellinzona,
- Puntraschigna,
- Davos,
Arosa,
- Klosters,
Cuera
- e San
Murezzan
- sono
romani,
- italiani,
- guardano a
Milan.
- Ma la
Rezia
- imperiale,
- augustale
- guarda a
Roma.
- E l'Alpe
grandiosa,
- la
montagna,
- di monti
corona,
- sono mura
d'Italia.
-
-
|
-
- Lucia
Manzoni
-
-
-
-
- Aurora
montana
-
- Orizzonti
tinti di rosa, azzurrano,
- il
candido astro notturno
- nella
sua imponenza,
- sembra
dissolversi alla nuova luce.
- Il tuo
amore per la vita, qui corre
libero,
- spaziano
i pensieri,
- esplode
la serenità nel tuo
sguardo
- che
abbraccia i crinali
tutt'intorno.
- Porterai
queste distese lontano, con
te,
- in ogni
tempo, con ogni colore,
- scrigno
prezioso ove riporre i tuoi
sogni.
- Sogni di
un amore pulito, che vive;
- quando
l'uomo umile incontra la
natura
- nella
sua maestosità e se ne
innamora.
- Là
in lontananza, un diamante
- baciato
da un tenero raggio,
- sorride
nel blu che ormai regna.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Monica
Paggi
-
-
-
- Opera 7a
classificata
-
-
- Madesimo
-
- Si tessono le
nuvole,
- sul telaio del
cielo
- aperto e
sereno,
- sopra le baite
di Madesimo.
- Le campane
giungon di lontano
- Mischiando il
suono del sacro campanile
- Al rumore di
campanacci bovini,
- assai
profano,
- ma tanto cari e
tanto dolci,
- son questi
rintocchi.
- Anche sui monti
degli Andossi
- si affacciano i
contadini
- e le bimbe, in
allegri mazzolini
- raccolgono
margherite al canto dei pettirossi.
-
-
|
- Marina
Riva
-
-
- Autunno
-
- La prima neve si
è aggrappata alla terra
- Terra indurita e
sbiancata di colore
-
- Ondeggiano
solitari ciuffi di steli biondi
- sul pascolo
infeltrito
-
- Dai sorbi,
scheletri grigi
- da tempo
spogliati dal vento gelido del nord
- pendono stanchi
grappoli di corallo
-
- Pennellate di
luce
- i
larici
- fra
l'oscurità dei pini
- illuminano gli
ultimi attimi del giorno
-
- Del colore degli
epilobi restano riccioli argentei piegati sulla
neve
- mentre delle
tonalità di rosa
- si è
appropriato il cielo della sera
-
- Un velo bianco e
mobile
- avvolge la
montagna
-
- Il vento di
questa stagione ha un'altra voce.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Licia
Roveri Galli
-
-
- Opera 8a
classificata
-
- S. Guglielmo in
Valle Spluga
-
- Ho messo il mio
cuore al riparo
- nella grotta di
San Guglielmo.
- Gli alberi di
fuori fan la guardia
- e il sole lo
scalda
- giù dalla
fessura.
-
- Di notte dorme
silenzioso
- batte piano per
non far rumore
- per non
svegliare il bruco lì vicino
- e le formiche
che lavoran presto.
-
- Il bosco respira
in sintonia
- in compagnia di
San Guglielmo
- che torna
lì a pregare.
-
- E una pace
soprannaturale
- mi accarezza la
gola
- che è
seccata.
-
- Attorno è
tutto d'ombra e luci
- l'aria fina di
montagna
- i sentieri
perduti.
- Il posto dove
sono
- è un po'
dimenticato.
-
- Scorre di fianco
il Liro
- con le creste
bianche
- dal troppo
impeto che lo arruffa.
- Voleva stare
quieto addormentato
- svegliarsi piano
al primo caldo
- che adagio
adagio arriva.
- Ma in cima han
comandato
- di gorgogliare
lieto
- per accompagnare
soavi
- laudi del
Santo.
-
-
|
- Suor
Maria Franca Tonini
-
- La croce delle vette
e lo scalatore
-
- Emerge
sull'aspra roccia,
- fra sterpi,
sassi sporgenti di neve spruzzati
- imponente la
Croce delle vette.
- In alto azzurro,
lucenti stelle, silenzio...
- Voci di Dio,
voci dell'alma.
- Sta immota, la
Croce spoglia,
- il Cristo
mancante palpita nel cuore dell'uomo.
- Ai piedi
rododendri e stelle alpine,
- anche se sibila
il vento e
- la investono
fulmini e tuoni,
- rimane "alta" in
un silenzio sovrano,
- in una luce
cristallina...
- Non la
infrangano i sassi rotolanti sui dirupi
spezzati,
- non ascolta le
manipolazioni segrete:
- la voce suadente
del potere,
- per affermarsi
ed emergere e
- l'uomo "piccolo
atomo" immerso nell'universo,
- sente di Dio il
richiamo delle altezze...
- In "alto", tra
sentieri impervi e rocce scroscianti,
- ove il silenzio
isola, la bellezza invade,
- ove il rotolar
dei sassi smossi dalla bufera
- può
soccombere e sparire in una tomba
innominata...
- Oh la natura non
è matrigna! ...
- È l'uomo
che manipola a suo agio per farsi fama,
- ma l'ardito
scalatore non si arresta,
- lo attendono
altre vette innevate, altre visioni
lontane...
- Egli ha in
sé la forza della montagna,
- il suo animo
è temprato a prove difficili:
- dure pareti e
canaloni impervi
- lo rendono
"roccia", armato sol di picozza e
- quando
ritornerà a valle tra gli uomini
stanchi
- della vita
caotica di ogni giorno,
- sarà
sempre una voce che anima gli atleti
montani
- ad ascendere
verso "l'alto", verso le cime isolate,
- là ove la
CROCE DELLE VETTE, immota,
- attende il suo
"eroe" in un silenzio soffuso di amore e di
cielo.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Roberta
Zaccagni
-
-
-
-
- Vetta
-
- E mi manca il
respiro,
- e non so
più che dire...
- Meravigliose
vette innevate,
- candide punte
del mio sentire
- acceso come un
fuoco
- a
riscaldarci,
- in questo nulla
infinito.
-
- E l'aria gelida
sferza il mio viso,
- e tocca
giù in fondo il mio cuore...
- Lacrime calde
corrono svelte,
- come i torrenti
giù negli abissi
- e il mio cuore
con loro precipita,
- come una
vittima,
- nella valle
dell'emozione.
-
- E
tu,
- mio
compagno,
- che
fai?
- Cosa cerchi
quassù con me?
- Quale vetta vuoi
ancora toccare?
- Il mio cuore
l'hai già raggiunto.
- Dimenticavo:
- vuoi imparare a
volare...
-
-
|
- Caterina
Zappia
-
-
-
-
- Parlai un giorno
alla montagna
-
- Quanti segreti
ti dissi
- lungo il
sentiero
- aspro e
silente,
- quando ti parlai
dei miei sogni
- e della mia
tristezza bambina.
- Parlai ai tuoi
alberi ombrosi,
- ai tuoi rovi
irti e vanitosi,
- e alla quercia
lasciai la fatica.
- Parlai un giorno
e ti dissi:
- soffrire la
tristezza lungo
- i tuoi sentieri,
era solo sentirsi
- coccolata dal
vento, accarezzata
- dal
sole.
-
-
-
- Musicò il
fuoco
-
- Il fuoco
lambì
- la fiorente
montagna
- e rubò il
sorriso
- al suo verde
lucente.
- Al castagno i
suoi rami
- spezzò
l'invadente infame.
- E poi
urlò...
- lo spaventoso
terrore:
- al passero, al
tasso,
- la lepre
morì.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- Gianpaolo
Zattoni
-
-
-
-
-
-
- Sensazioni
vaganti
-
- Sopra la
pendenza dei monti le brezze riposano.
- Inchinano il
sonno gli abeti ondeggianti,
- un morbido
vapore cancella i cammini dei
viandanti.
- Tempo di
primavera, sete di calore,
- di amore che
rinasce dopo l'inverno.
- I bucaneve, le
primule adornano i boschi,
- una capinera fa
da cornice a un camoscio
- che gioca con
dei fili d'erba
- accarezzati
dalla rugiada dell'aurora.
- Danza il vento
di primavera
- per sentieri
ancora spogli, sfiorando torrenti,
- portando il
canto dei monti, il sospiro dei
tramonti.
- Ha scosso
giù i fiori dei botton d'oro,
- rinfrescato le
labbra dal respiro ardente,
- le tenere gemme
delle rose dal
- vermiglio cupo
ha esplorato.
- Da una roccia
l'aquila leva echi nel bosco,
- mentre vanitoso
di notte il tordo cerca il giorno.
- Corre il cervo
muschiato ebbro del suo profumo
- si nasconde
all'ombra di un faggio.
- Corre il lupo
cercando quel che non trova,
- trovando quel
che non cerca.
- Ancora bianco
è il colore della fonte al
crepuscolo
- mentre le braci
del tramonto si smorzano nell'ombra.
- Sì,
è la montagna dall'aria di
primavera,
- dalle visioni
sognanti, dalle stelle filanti,
- di verità
dimenticate mentre danza il vento.
- Così nel
tuo osservare e meditare,
- diventano regole
i tuoi furori.
-
-
|
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
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al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
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- Ins.
09-01-2007
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