Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori

Antologia del premio letterario
Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice 2007

 

Indice

Prefazione di Massimo Barile - Elenco dei 60 finalisti - Ida Acerbo - Davide Alpeggiani - Marco Angella - Antonio Arcidiacono - Sergio Baldeschi - Barbara Berardi - Sofonìa Berardinucci - Simone Bergamaschi - Antonio - Bicchierri - Paola Biondi - Vincenzo Bolia - Lisetta Borali - Sonia Brunetti - Cinzio Cacaci - Luciano Cacciavillani - Anna Cacciola - Paolina Carli - Armando Caruso - Giuseppe Cerbone - Graziella Ciarla - Silvia Cipollina - Fabio Clerici - Rita Costagli - Maria Antonella D'Agostino - Maurizio d'Armi - Fabio De Mas - Mario De Rosa - Riccardo Del Sole - Valeria Di Felice - Concetta Di Piazza - Giuseppina Di Piazza - Mauro Domenella - Jean-Claude Dubail - Luca Falchi - Diego Fantin - Tommaso Faustini - Aurora Fiorotto Arsetta - Laura Francini - Samuele Frasi - Silvia Fucili - Carmela Fugaldo - Giacomo Fumarola - Egidio Fusco - Giuliana Galimberti - Laura Molina - Emanuele Gargiulo - Orazio Gennuso - EloZ - Simona Giudici - Simonetta Gravina - Stefano Introini - Stefano Introini - Andrea Lazzara - Marcello E. F. Lazzeri - Leonarda Letterato - Pamela Lodato - Silvia Lorenzi - Claudio Malatini - Marco Managò - Chris Mao - Alda Giannina Marangoni - Francesco Marano - Fulvia Marconi - Antonella Margherito - Giuseppa Masilla - Francesco Mastinu - Daniela Megna - Francesca Menghetti - Stefano Militello - Massimiliano Morelli - Jenny Muraro - Anna Naletto - Nitti Comasia - Luisa Orlandi - Maria Luisa Orsi Sigari - Alessandra Palumbo - Angelo Passera - Giuseppina Pautasso - Diego Pavan - Laura Pezzi - Maria Teresa Piccardo - Renzo Piccoli - Monica Piretti - Marika Preziuso - Elena Priore - Marialara Provenzano - Elena Puleggi - Ermano Raso - Claudio Luigi S. Rava - Gianluigi Redaelli - Tullio Rossi - Piera Rossi Celant - Mariolina Spillantini Rossi - Mariolina Spillantini Rossi - Angela Katlijnov - Daniela Rusconi - Luisa Sala - Chiara Salomoni - Franca Santacroce - Caterina Santambrogio - Anna Santarelli - Luciana Scaglia Grenna - Adriano Scandalitta - Luca Vincenzo Simbari - Lucy Simonato - Caterina Sorbara - Irene Sparagna - Emanuele Tagliafichi - Maurizio Tantillo - Carla Tedde - Stefano Tonelli - Miriam Turci - Claudia Turco - Giovanni Valastro - Werther Zabberoni
 

 
Antologia del Premio letterario Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice 2007 - 14x20,5 - p.p.124 - Euro 18,00 - ISBN 978-88-6037-4622
 
Come avere l'antologia
Prefazione
 
L a poesia deve essere sentita, vissuta, mostrata e non rinchiusa o nascosta in ambiti accessibili a poche persone.
Solo così diventa un patrimonio comune al quale attingere nuova linfa vitale come succede per «Il Giro d'Italia delle Poesie in cornice»: un concorso letterario giunto alla undicesima edizione. Forse è questo che spiega il continuo e crescente successo incontrato da questa manifestazione culturale che avvalora tale idea.
Non importa se qualcuno critica tali manifestazioni perchè la poesia sprigiona la sua forza in ogni caso. Non importa se il luogo è deputato alla declamazione della poesia: l'importante è che esista un luogo, uno spazio dove poter esprimersi. Il mondo disvelato nella poesia, a volte, è quello celato nella realtà e le sensazioni ed i desideri diventano espressione della sensibilità dell'animo di un poeta che rende partecipi gli altri.
Inconfutabile è l'impegno di tutti coloro che hanno organizzato e partecipato a questo viaggio delle poesie nelle piazze ed è doveroso un grazie sentito a coloro che hanno letto queste poesie col cuore.
 
Massimo Barile
 
Elenco dei 60 finalisti
Questi sono i nominativi dei 60 finalisti le cui poesie sono state esposte nelle tappe:
 
  • Ida Acerbo Rossi, Milano
  • Silvia Atepi, Monticello Brianza (LC)
  • Simone Bergamaschi, Sillavegno (No)
  • Lisetta Borali, Grandosso (BG)
  • Cinzio Cacaci, San Benedetto del Tronto (AP)
  • Anna Cacciola, Furci Siculo (ME)
  • Armando Caruso, San Sebastiano al Vesuvio (NA)
  • Marco Caschera, Artena (RM)
  • Valeria Di Felice, Martinsicuro (TE)
  • Mauro Domenella, Castelfidardo (AN)
  • Luca Falchi, Castel Mella (BS)
  • Diego Fantini, Thiene (VI)
  • Carmela Fugaldo, Trapani
  • Emanuele Gargiulo, Napoli
  • Orazio Gennuso, Messina
  • Michele Gherardi, Membro (BG)
  • Simonetta Gravina, Roma
  • Stefano Introini, Samarate (VA)
  • Eliana Leoni, Nuoro
  • Pamela Lodato, Olcenengo (VC)
  • Silvia Lorenzi, Bergamo
  • Claudio Malatini, Cremona
  • Francesco Marano, Montella (AV)
  • Fulvia Marconi, Ancona
  • Francesco Marcotuli, Tortoreto TE
  • Antonella Margherito, Grosseto
  • Giuseppa Masilla, Milano
  • Daniela Megna, Albinia (GR)
  • Elisa Molinario, Chivasso (TO)
  • Massimiliano Morelli, Bari
  • Fabrizio Moroni, Gorla Maggiore (VA)
  • Anna Naletto, Gambarare di Mira (VE)
  • Luisa Orlandi, Ferrara
  • Alessandra Palumbo, Napoli
  • Diego Pavan, S. Giovanni Lupatoto (VR)
  • Laura Pezzi, Forlì (FC)
  • Marco Pozzi, Alessandria
  • Marika Preziuso, Avellino
  • Elena Priore, Altamura (BA)
  • Ermano Raso, Racconigi (CN)
  • Dario Ravasi, Milano
  • Gianluigi Redaelli, Balestrate (PA)
  • Piera Rossi Celant, Santa Lucia Budoia (PN)
  • Luisa Sala, Erba (CO)
  • Antonio Sangervasio, Roma
  • Caterina Santambrogio, Sesto San Giovanni (MI)
  • Anna Santarelli, Rieti
  • Emanuela Scalera, Roma
  • Christian Schiavolin, Cadoneghe (PD)
  • Antonio Semprini, Pantelleria (TP)
  • Caterina Sorbara, Gioia Tauro (RC)
  • Gaetano Spinnato, Mistretta (ME)
  • Emanuele Tagliafichi, Piacenza
  • Maurizio Tantillo, Saltrio (VA)
  • Stefano Tonelli, Milano
  • Miriam Turci, Borghi (FO)
  • Giovanni Valastro, Acitrezza (CT)
  • Simone Veltroni, Firenze
  • Remo Zanetti, Caronno Varesino (VA)
  • Maria Luisa Zennaro, Venezia

 

ANTONIO ARCIDIACONO
 
Croci

Una via
prolifera
di croci
per castigo
o condanna
camminare
m'è toccata
in sorte.

Primavera
 
Di canti
di grilli
e di cicale
s'allieta
la campagna
in fiore
e profumi soavi
generosamente
lascia.

SOFONÌA BERARDINUCCI

Ho sognato

La mano che sempre solca
Il campo dove sbocciano gli amori gli umori
Si accinge a narrare il senso della vita
Ho sognato
Di abitare in un posto dove l'acqua da bere
Si poteva prendere per la strada e solo per essa e non solo
Ho sognato
Di essere toccata ogni momento dell'aria di una dolce montagna
fiorosa d'estate superba d'inverno
Ho sognato le stanze della mia casa piene di primitiva bellezza
Ho sognato
Tante chiocce che girano tutto il giorno
Con passi danzanti intorno alla casa
Ho sognato
Muschio ed edera fare a gara per arrampicarsi nella casa
Ho sognato
Un grande fuoco che ardeva giorno e notte
Legni profumati nelle stanze della casa
Ho sognato
La casa priva di solaio
Il cielo vi entrava con il sole e con le stelle
Trascinate da una luna che amava posarsi
Davanti ad uno specchio alto quanto la casa
Incorniciato con le pietre più belle della terra
Ho sognato
Ogni giorno di avere amici intorno ad un tavolo pieno di fiori
Ho sognato assai sognato
Di non essere mai lasciata dal dolce suono della musica dei fiauti
Mentre versi cantavo di continuo al mio cuore
Ho sognato
Di non avere mai conosciuto il dolore della realtà
Ma tutta la nostalgia del mondo fosse entro di me
Ho sognato
Che le mie lacrime dessero vita a fiori piccoli dai profumi irresistibili
Ho sognato
Di non dover essere quello che gli altri vogliono
Ma ciò che io desidero.


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PAOLA BIONDI

L'ultima poesia
 
 
I ricordi della mia vita...
è... sentire la tua voce
nel silenzio
in questa stanza buia
è come rivedere un film in moviola...
e dargli i colori della vita.
Svegliarsi la mattina alla luce del primo sole
Tu... Sei accanto a me...
è il dono più bello che la vita mi ha dato...
Ma è arrivato l'attimo...
Il sipario si chiude
con la parola "fine"...
Si chiude la mia storia
con l'ultima mia poesia.

CINZIO CACACI

Incredibile amore

Nella stanza
umida
per i sospiri
di un'inutile attesa,
la solitudine
gocciola
sull'ombra
di un amore,
trafitto
dal silenzio
di mancate parole.
L'alba
raggomitola
le ore
della notte,
consumate
in pensieri infangati
da torbidi inganni
e false verità,
perdute
in sogni
abitati
da viscidi fantasmi
e maschere
con le smorfie
del tuo volto.
I rumori inconsapevoli
di un nuovo giorno
si confondono
con la nostalgia
di quel che resta
di questo incredibile amore.


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GRAZIELLA CIARLA

Sogno di Luca
 
 
Tu solo sai,
tu solo puoi immaginare questo terrore della mia mente.
Fragile e scossa per quello che succede.
Sola e in stato di fermo mi svelo nella notte.
Ecco un fiato,
sguscio al mio fato e ti ritrovo un'altra volta lì immobile che
sorridi alle mie chimere.
Scomposta e statica mi accompagno alla mia beffarda
umanità.
Demente, alienate e squilibrate le aspettative di un ritrovo
al passato o
ad un successo presente e futuro.
È solo un assennato schiudersi del vaneggiamento che
porta.
Astrusa la notte che dovrebbe scemare nel sole.
Caldo sole che illumini il mio sommesso navigare...
Scindo forse le due cose?
No è solo l'immaginario collettivo che spinto all'estremo
dibattito giornaliero si oppone alla tua irrealtà.
Tremante e sovverto vigilo sull'oblio che spero sia
spontaneo ma non versatile e fantastico.

RITA COSTAGLI

Nel Rondò (13 Maggio 1909)

Notte stellata e polverosa notte,
centoventisette primi piani,
il bagliore dei lampi al magnesio,
a garanzia d'identità, e fuor di dubbio,
tremito che taglia le gambe..., dall'emozione.
Pionieri della bicicletta,
radunati nel rondò meneghino di Loreto.
- Oh, qual data benedetta: otto anni dopo, la stessa,
ai pastorelli portoghesi, consegnò i tre segreti. -
Quella notte di primavera, - ed è sfilato quasi un secolo -
debuttava, al Teatro della strada, il ciclista italiano,
ne "La festa di maggio"
- come soleva chiamarla il cantore del giro -.
La rosea corsa, portava in dote un sogno,
del giornale, l'ambito premio in palio: tremila lire.
Ore due e cinquantatre minuti: il - Via! -
L'oscurità, di lì a poco, avrebbe lasciato la sterrata via
al primo albeggiare, ... e già qualcuno cade.
Quanta fatica mischiata con la polvere, sudore madido
e crampi alle gambe, gomme da riparare e
rovinose cadute, come "frou frou" lontan da casa...
e i ritirati..., lacrime ingoiate.
"Otto, le tappe e al seguito, otto le vetture";
dispacci telegrafici, raggiungono gli appassionati
e locandine appese, alle vetrine, del salone più in, dell'automobile.
I muscoli, spingono sui pedali, stremati dai chilometri:
duemilaquattrocentoquarantotto,
infiniti giri di ruota e tubolare al collo,
contro il tempo, i grilli e la sfortuna,
- quarantanove eroi in bicicletta - nel capoluogo lombardo,
concludono la prova, l'esordio del Giro,
firmandone l'inizio della storia.


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SILVIA FUCILI

I ricordi del cuore

Vivono e bisbigliano
tra le spighe distese
come lucciole straniere
tra i fiori di campo,
scintillanti, ondeggianti
sotto un cielo stellato:
sono tutti i più cari
ricordi del cuore,
amati, vissuti,
conservati per sempre
nello specchio dorato
della vita che scorre
fiuttuante, incessante,
al ritmico fiuire del tempo.
Ora solo note,
ora solo brani,
racconti inestinguibili
di un'anima, di un sogno,
di un respiro...
che parlano di musica
e voglia di cantare,
che narrano di passi
e voglia di danzare...
Ora come lucciole
si accendono nel nero,
ora come aquile
si librano nel cielo,
aprono le ali
e avvolgono il cuore
come fiaccole d'eterno
nell'eterno navigare...

CARMELA FUGALDO

Quell'infinito
che
non conosco
mi fa
piccola piccola
e
pensosa.

La luce del giorno
scolora e piange
su di me
domani
sarà di nuovo
qui?

Un chiaro sogno
nella notte buia
io e il mondo
respiriamo
la pace

Spuma
di onde
lacrime
di scogli
il sole
muore
lontano.
 

 
Quando la luna
torna ad abitare
il mio cielo
le voci dell'aria
mi ripetono
il tuo nome
e
io
torno a sognare
mio
l'amore
che
mi hai negato
 


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ELOZ

Un albero solo
che spande il respiro
cadute le foglie
è nudo allo sguardo
oscillan nel vento
quegli esili rami
bisbigliano inquieti
nessuno li ascolta
saprebbero dir tante cose
che il tempo li ha resi sapienti
han visto passar le stagioni
ma adesso son tristi
perchè dove c'eran compagni
rimangono solo delle vecchie radici
d'intorno le grida di uomini
disturban la quiete
li fanno tremar di paura
che vengono a tagliare le fronde
a volte accompagnano i cani
che con l'orinare producon dolore
bambini gli raschian la pelle
incidon le carni
poi strani vapori d'estate
gli irroran le foglie
le fanno tossire
uccidono i tanti inquilini
ed anche l'uccello
che avevo il suo nido
è scappato lontano.
E' triste e ammalato
quell'unico albero morente.

SIMONETTA GRAVINA

L'animo della fenice

Rigenerata,
dal ventre acceso,
di un sacro rogo, color di morte,
ho lasciato la mia cenere,
sull'altare del Sole,
e armata di fuoco,
ho disceso la cima del passato,
per rendere ancora, alla Vita,
il suo significato.
Nutrita di perle e d'incenso,
per riscattarmi, per ritrovare un senso.
Io sono la leggenda,
dalle piume di porpora e oro,
la Fenice, che morendo rinasce,
dalla spoglia ardente,
della sua cenere stessa.
Sacra madre di tutte le cose,
il Fuoco, è la linfa,
che genera e uccide, essenza eterna,
che ridona la Vita.
Io sono quella,
che non da tregua al suo sogno,
che infiammata combatte.
Che prega, che non cede al dolore.
Quella che non s'arrende mai.
Che non può, che non vuole,
perchè l'unico fallimento è l'arresa,
la sola sconfitta: la rassegnazione!
 


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ANDREA LAZZARA

Come un fiume

Alle tue amate sponde,
o argenteo fiume
ove allora si specchiava il firmamento,
affidai, turbato,
ricordi e sensazioni
della mia primavera di vita.
Troppo siete rimasti nell'oblio,
soli senza essere ricordati,
consolati dallo scorrere
instancabile e pacifico
delle perenni acque.
Sono tornato
ma non vi ho ritrovati.
Quelle stesse acque in piena,
tra vortici e correnti,
come un turbine di vento,
vi avevano trascinati
verso il mare,
nel grande mare.
Vi ho cercati
ma eravate lontani,
vivevate confusi ad altri ricordi.
Ricordi che non mi appartengono.
Avete solcato gli oceani,
toccato terre lontane,
senza trovare padroni,
finchè siete approdati
alle spiagge della mia vita.
Vi ho riconosciuti tra tanti,
avete saziato la mia nostalgia,
dalla quale mi credevo libero
in giovane età,
ma che ha contagiato la mia mente
negli anni della saggezza.

ANNA NALETTO

La forza della vita

E così,
per un attimo abbandono la mia corazza,
stupita, osservo il mio corpo,
coperto da trasparenti e lucenti veli d'organza.
Dolcemente
apro le mie braccia, come grandi ali di gabbiano
e lascio che il mondo mi stringa in un caldo e infinito abbraccio,
mentre il mio sguardo vola alto, oltre i confini del tempo,
dove non c'è paura, né dolore, dove la vita è senza fine
e anche le lacrime prendono un altro sapore.
E d'incanto
sono acqua di mare, limpida e trasparente,
come un diamante prezioso ma tagliente;
sono cielo dai colori delicati, magico e misterioso,
come un fiore che sboccia d'inverno;
sono sabbia, pallida e leggera,
come una piuma nel vento.
All'intensità di questo momento,
che riempie ogni mio respiro,
affido ogni mia speranza, ogni mio sogno
e il grande desiderio di potermi sentire così per sempre...
Felice di essere solo me stessa.


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GIUSEPPINA PAUTASSO

A mio padre

Mi raccontavi che quel giorno lontano
ho lasciato quella piccola sedia
e ti sono corsa incontro.
Tu mi hai accolta ed io ho sentito
la forza nelle tue braccia.
Ora lascia che sia io a tenerti
per mano, anche se
il tuo viso è rugoso
ed il tuo corpo fragile e stanco.
Non avere timore di appoggiarti
a me.
Non sentirti troppo vecchio
o inutile.
Se ti lasci andare, verdrai,
avrai meno paura.

RENZO PICCOLI

L'apparizione

Ah la luce dei tuoi occhi!
Ci si incontra per ricordare
ci si vede per non star male
e le premure restan velate
come fuoco che ti brucia
possibile che non ci sia la voce?
Tu parlavi col capo chino
quasi solo con te stessa
ti guardavo ed era strana
quella forma del momento
che ci voleva riservati.
Sì, sì ci intenderemo
quando sarà l'ora, chissà...
Poi tutto muta ma dentro
un po' di bene si fa largo.
Mi sorridi dalla foto, di gruppo,
naturalmente: sai ora si aspetta
qualcosa di importante
che oltrepassi le mura le distanze
e tanti noiosi ostacoli
perchè nella mano piccola
c'è un fiore che brillerà.
Non immaginavo questo ritorno
(perchè era segno di desiderio)
i passi non si possono misurare
resta l'ansia di un misteroso
vagare all'interno della ragionevolezza
che ammonisce, di nascosto:
- Quante cose di me non sai
e quelle tue posso conoscerle mai?
Un attimo solo gli sguardi
si sono - decisi - incrociati
ed è stato un lampo di incredulità!


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MONICA PIRETTI

Nella luna
mi specchio
e abitante del cielo
mi sento
di luce splendo,
uno scintillio
dal cuore esce ad
illuminare il buio
segui la scia:
sei accanto all'amore...
sei dentro all'amore...

Essere
la carezza al mattino
il bacio della notte
l'abbraccio nei momenti bui
essere
la mano lungo il cammino
essere
la brezza che rinfresca la pelle
il battito del cuore
il respiro per la vita
essere
l'altra metà della tua anima

Sole e luna
luce e buio
caldo e freddo
dolce e amaro
voce e silenzio
riso e pianto
... il giorno
e la notte...

ELENA PRIORE

Dolore e speranza
 
Trafitte come da folgori
si accasciano le maestose torri gemelle
in un turbinìo di polvere e frantumi
e corpi orrendamente straziati:
un paesaggio spettrale.
Sguardi increduli, attoniti, smarriti
son fissi a quello spicchio di cielo,
profanato dall'umana follia,
che grigio resterà per sempre.
Serpeggia una disperazione globale,
ogni giorno più cupa.
Eppure si attende...
Chi può avere una sì gran forza
da sperare ancora?
È il cuore devastato di una mamma
aggrappato lassù,
oltre il centesimo piano,
dov'era la sua creatura.

 
Al tramonto
 
In un cantuccio,
seduto
di fronte al tramonto,
il mento
fra le mani grinzose
e gli occhi
spinti lontano all'orizzonte,
in cerca di cose
smarrite nel tempo...
Ma è troppo lunga e ruvida
la via percorsa:
sentiero
tortuoso
e polveroso,
adorno
di cespugli senza fiori,
e sono frammenti
i ricordi,
spezzati
da sirene e rombi d'auto:
pezzi d'un mosaico
disposti
in punti sbagliati,
pazientemente
tolti,
rimessi,
umidi di pianto.


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ANGELA KATLIJNOV

Nel Niente

Non temere la Morte, fanciulla piangente
La morte è solo una porta
Che sembra non portare a niente.
Non temere il Niente, fanciulla piangente
Il niente è solo un mondo
Invisibile alla gente.
Non temere la Gente, fanciulla piangente
La gente è solo vita
Gettata in un torrente.
Non temere il Torrente, fanciulla piangente
Tuffarsi è il modo eterno
Di essere presente.
Non temere il Presente, fanciulla piangente
Il presente è solo vento
Che vola all'orizzonte.
Non temere l'Orizzonte, fanciulla piangente
L'orizzonte è la meta
Da cui ripartire infinitamente.
...L'infinito è solo un fiore
Sulla carcassa di una lacrima
E le lacrime sono stelle
negli occhi dell'amore...
Non temere l'Amore,
fanciulla piangente
L'amore è
Tutto quello
Che resterà
Di te
Nel niente.

LUISA SALA

Tacchi a spillo

La nebbia ghermita la notte,
liberava di lontano,
il tralucere di insegne fatiscenti,
attigue al porto,
che odorava di sale.
Un'ombra tersa s'accontava
col corpo allettante
dal pertinace passo,
che disegnava effiuvi
d'amor consunti.
Labbra pittate di rosso
prillavano di greve,
da un lato
all'altro della bocca,
una lunga sigaretta
.........che ammiccava voluttà.
Ma la città
quella notte,
pareva di fattrice
indossar le vesti,
d'austera moralità.
E la giovine donna,
con il suo fardello,
ricco di passato,
poco presente
e
niente futuro,
aggiustandosi le calze
che riempivano
quegli alti tacchi a spillo,
si spingeva ad abbracciare l'alba.


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FRANCA SANTACROCE

Vorrei che fosse già mattino

Troppe voci parlano al cuore
Voci ora stridule e assordanti
Ora dolci e ammalianti
Voci che mi lusingano
Voci che mi feriscono
Voci che non vorrei sentire
Per non soffrire
Per non odiare
Per non amare
Troppe ore vivono la notte
Troppo lunghe, troppo buie
Troppo.
La notte è troppo.
Il mattino è un bimbo
Un neonato che aspetta di essere svezzato
Ha la bocca di latte
Ha fame di luce, di pace
Dorme ma è sveglio
Vigila sul mondo, vive di speranza
Di attese.
Vorrei che fosse già mattino.

LUCIANA SCAGLIA GRENNA

...Lacrime di gioia...
Aspettavo il momento
per stringerti fra le mie braccia
e con trepidazione,
quasi paura,
ti ho sentito muovere,
sgambettare.
Il mio cuore batteva
all'impazzata,
i tuoi occhi ancora
velati
si sono incrociati
con i miei,
pieni di lacrime.
Sembrava volessi parlare
ed io ho capito
una grande cosa:
"ti voglio bene".


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WERTHER ZABBERONI

Papa Giovanni Paolo II

La finestra è aperta sulla grande piazza
e la gente da ogni parte sta arrivando,
come un gregge che conosce il suo pastore
ed aspetta un segno per farsi guidare.
Con un volo di colombe su nel cielo,
Lui si affaccia a passo lento ma sicuro,
benedice lentamente con la mano
e la sua voce ancora arriverà lontano.
Padre Bianco nel tuo candido cuore
c'è amore per l'intera umanità,
c'è la bellezza di chi sa capire,
di chi ascolterà.
Padre Bianco sei un raggio di sole
nella vita di chi soffre e sta male,
le tue parole non hanno colore,
non hanno frontiere.
Hai portato in ogni angolo del mondo
la speranza e la parola del Signore;
hai parlato con i ricchi ed i potenti,
hai sofferto per le guerre ed il terrore.
Sei un padre premuroso che consola
e per tutti hai un sorriso e una parola;
benedici lentamente con la mano
e la tua voce ancora arriverà lontano.

 

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Ins. 23-11-2007