Massimo
Barile Massimo
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Barile Massimo
Barile (20/12/02) (19/07/2007)
dei concorsi de Il Club degli
autori
Prefazione
di Massimo Barile
- Albo
d'oro dell'edizione
2007 -
Danilo Abbati - Ida Acerbo Rossi - Erik
Addis -
Erminio Alberti - Sabrina
Antonuccio -
Antonino
Arcidiacono
- Maura Arena - Sergio Baldeschi - Anna Maria Barberis
- Gabriella Barbero - Giuseppina Barzaghi -
Sara
Bassot -
Stefania
Belli -
Bibiana
Bellini -
Ernesto
Bertino -
Marcello Bianchi - Anna
Maria Bianchi
Bisaglia -
Sabina Bignami - Miriam Luigia Binda - Antonella Bolis
- Cosimo Bozzotta - Roberta Brizzolari -
Gianni
Burroni -
Vinicio Buttarelli - Luciano Cacciavillani - Ilaria
Castelli - Antonino
Causi -
Simona Chiesi - Antonietta Ciccarelli -
Giulia
Cinti -
Fabrizio
Consoli -
Simona
Conte - Lina
Cornia - Flaminia
Corti -
Manuela Maria Costantini - Carol Cravero - Maurizio
d'Armi - Mario
Damiani -
Gianluigi De Marchi - Andrea De Palma - Valeria De
Perini - Antonio De Rosa - Luigi
De Rosa -
Maurizio Di Benedetto - Salvatore
Di Lorenzo -
Mauro Domenella - Angelo Feggi - Alfredo Ferranti -
Micol Ferrara - Lucia
Finessi -
Emilia Fragomeni - Laura Francini - Egidio Fusco -
Marzia Gaetani - Giuliana Galimberti - Enzo Galizia -
Valentina Gallina - Girolamo Galluccio - Stefania
Galluccio - Maria Letizia Gangemi - Roberto Giannoni -
Annalisa Giorgino - Maria Francesca Giovelli - Sara
Giubellini - Mario Giugovaz - Marco Greco - Andrea
Gregori - Chiara Grieco - Grazia Gugliotta -
Mariella
Guida - Endi
Hasho - Pellegrino Iannaccone - Rita
Lama -
Paola
Lenci -
Veronica
Leoni -
Liliana Lepanto - Carla Lottero - Mariano Luccero -
Elio Lunghi - Licia
Maccapan -
Ivonne Maestroni - Giorgio Maggio Cavallaro - Claudio
Malatini - Morena Manicardi - Elsa Marangoni - Chris
Mao - Fulvia Marconi - Fulvia Marconi -
Chiara
Marinoni -
Demo Martelli - Claudio
Martini -
Francesco Mastinu - Sabrina Mattioli - Lucia Morri -
Agata
Motta -
Jenny Muraro - Comasia Nitti - Carla Noro - Maurizio
Orsi - Diana Osti - Maria Piera Pacione - Liliana
Paparini - Stefano Pasquale - Mario Petillo - Ivano
Petrucci - Bruno Pettene - Barbara Piazza -
Elvira
Pierannunzi
- Carla Pieroni - Gennaro
Piscitelli -
Andrea Polini - Eva
Polli -
Rosa
Prezioso -
Paola
Quilici -
Elisa Ramazzina - Ermano Raso - Gianluigi Redaelli -
Inma
Rico Muñoz
- Marica Rizzo - Manuela
Rossi -
Enea
Rotellini -
Anna Ruotolo - Silvana Santoro - Luisa Sarullo -
Adriano Scandalitta - Simona
Sgherri -
Roberto Silleresi - Marziano
Soggetti -
Matteo Sonego - Isabella Sordi - Sara Staffolani -
Angelica
Taromboli -
Carla Tedde - Sara
Teodori -
Giuseppina Terranova - Azzurra Tiburzio - Carla
Tombacco - Stefano Tonelli - Petra
Trivilino -
Marco
Urano -
Simone Varone - Anna
Maria Velletrani
- Silvia
Verso -
Rodolfo Vettorello - Loredana
Villani -
Silvana Zamariola - Stefano
Zangheri
Presidente della Giuria del Premio
Questa la motivazione della Giuria: «Roberto
Silleresi è alchimista della parola, diabolico
inventore di illuminazioni e, come un illusionista,
nasconde la vera sostanza del suo pensiero all'interno
di metafore, d'immagini ricercate e di parole
estrapolate da un vocabolario attentamente studiato,
soppesato, filtrato dall'esperienza. L'uomo-poeta,
Roberto Silleresi, è ammantato di una
discrezione che in molti dovrebbero perseguire, quasi
a celare la propria immagine per non rendersi palese e
prevedibile, ed è proprio questa la scintilla
emanata prima dall'essere uomo e poi nel farsi poeta,
quel "detestare d'essere prevedibile" in un mondo Il
verso che apre questa poesia è già una
presa d'atto della condizione dell'essere umano. La
nostra vita inizia con le "favole" e finisce con
l'aria salata a "irruvidirci la bocca": non siamo che
ingenui sognatori, quasi bastassero cinque lettere,
AMORE, per farci respirare, per permetterci di gustare
la vita fino in fondo, per Errabondi ricercatori che
corrono solo in una direzione, vorremmo sognare senza
fare i conti con il tempo che passa: donne e uomini
che osservano le onde spegnersi sulle sponde come a
constatare l'eterno svanire d'ogni illusione. Solo il
poeta raccoglie la sostanza, solo il poeta sa cosa
significa sbranare la propria pelle, rinverginare la
propria storia, raccontarsi disperso nella notte fonda
mentre il buio si impossessa del corpo. Tutto
può tradire e, come lo scorpione, in cauda
venenum, le "effusioni" di gente anonima, il falso
bacio iscariota, il mercimonio della dignità
conducono sino "all'estuario del dolore". Quasi tutto,
ormai, è come acido fenico che corrode, nugolo
di insetti che svolazzano sopra acque stagnanti mentre
il furfante Il virus della sconfitta storica della
poesia risiede nella dolciastra ferocia di questa
nostra società civile: le parole non urlano
più, il mondo ormai è "senza pupille".
Ed io che ancora sto scrivendo, per inseguire l'urlo
ancestrale, in questa notte scura come basalto, non ho
ancora compreso se sarà Roberto Silleresi a
ringraziare me per queste parole che nascono dal
terreno fertile della sua poesia o se dovrò
essere io a ringraziare lui. Prima o
poi».
Questa la motivazione della Giuria:
«Sull'"orlo di emozioni" Mauro Domenella
estrae quel "frammento di tempo" che rivela la fatica
di vivere. Il lento constatare dell'inevitabile
naufragio d'ogni speranza: la consapevolezza,
l'incolpevolezza, la ricercata saggezza nella semina
dei giorni e nella capacità di sognare,
nonostante la fragilità umana. Mauro Domenella
sradica il ricordo dal sedimentarsi dello stesso nel
tempo, svela il "sudario di ognuno", rivitalizza il
"cuore di chi resta". È questo il tentativo di
dar sapore alla vita e di rendere effervescente la
sostanza vitale, come quell'avventurarsi nell'impresa
di trovare "spiragli" di vita che infondano una sferza
d'energia: l'impulso a vivere».
Questa la motivazione della Giuria: «Una poesia
è viva quando "la parola si svela fino in
fondo": dopo l'abisso, dopo il brivido che sale nella
schiena, quando "l'anima è rivolta al suo
sentiero". Vivere come in sospensione, rapiti dalle
immancabili fughe verso l'esterno di noi stessi,
fagocitare il grido in solitudine: è questo
quell'"incidere nella vita con le proprie parole"
quasi a "graffiare" l'esistenza dalle pareti di una
stanza. Non esiste un "luogo" del pensiero, delle
emozioni nè delle visioni: c'è solo il
senso delle cose da ricercare, il profumo inebriante
del viaggio solitario. La soluzione è
abbandonare le elucubrazioni inquinanti per giungere
all'esito genuino, alla verità, anzi, ad una
delle verità».
Questa la motivazione della Giuria:
«"Riemergeremo un giorno" alla ricerca di
certezze antiche e dimenticheremo questo mondo
assediato, questo labirinto in cui è difficile
trovare la via d'uscita. Luisa Sarullo apre lo scrigno
dell'inquietudine e lascia alle parole il compito di
fare i conti con l'incoscienza e con le ferite di
questa vita. È in questo marasma che si
alimenta l'idea di cercare l'"esilio", la
volontà di allontanamento da questa
devastazione mediatica. Nell'ultimo tentativo poetico,
Luisa Sarullo riprende un "segnale di speranza" con
parole decise che nascono da uno sguardo profondamente
critico».
Questa la motivazione della Giuria: «Stefano
Tonelli è poeta delle "cose perdute",
costantemente assediato, come tutti noi, da Chronos.
La parola, costretta nella sua essenzialità,
riporta la personale descrizione immaginaria, eppure
plausibile, di frammenti esistenziali che poggiano su
ipotesi. La presa d'atto di Stefano Tonelli è
la constatazione d'una realtà certamente
tormentata "viviamo in un eterno presente/di vani
piaceri ingordo/e triste di ciechi ideali". Non rimane
che accertare la condizione sofferente della stagione
della vita che si sta vivendo: quasi una visione d'un
carcere dell'anima che vede l'"ego" ripiegato
nell'"ucronico tempo" dove la vita è "strano e
curioso accidente". La visione è pervasa da una
naturale malinconia che Stefano Tonelli porta dentro
di sè: il tormento lacerante viene riversato
nelle parole che generano le poesie come a dover
sopravvivere ad uno stato d'animo divorante ed
inevitabile».
Questa la motivazione della Giuria: «Nella
poesia di Emilia Fragomeni la fusione tra pensiero e
sogno oltrepassa il tempo, tra silenzi, incanti e
sublimazioni. Quando si confondono i sogni con la
realtà e la memoria trafigge, mentre si
"rovista" nel proprio Io, si può ancora,
nell'ultimo tentativo, alimentare quel bagno di fuoco
che fa palpitare davanti alla vita. La vita è
ancora pulsante e il profumo antico d'amore ricerca
nuove direzioni, nuove sponde sulle quali approdare.
Emilia Fragomeni estrae parole che tentato di
rinvigorire le "ore immemori" e i giorni della vita
son come "grani di rosario" sepolti tra le vaghe
emozioni e le promesse disperse nel vento.
Nell'incessante "cercar parole", Emilia Fragomeni
riporta con fedeltà la sua visione poetica, per
ritrovare l'essenza tra frammenti di vita, passi
stanchi, silenzi e... assenze».
Questa la motivazione della Giuria: «Nella
visione di Rodolfo Vettorello, le mani,
simbolicamente, diventano specchio dell'anima e
riconducono all'identità. Le mani come
"ragnatele di segni", come "labirinto di destini
tracciati". La linea della vita e la linea dell'amore,
le cicatrici che ricordano giorni lontani, i segni
lasciati sulla pelle da questa faticosa vita. Rodolfo
Vettorello, con fulminee immagini, rende in modo
efficace ed intenso, una personale visione lirica che
nobilita le mani dell'Uomo e le innalza a
testimonianza d'un giusto vivere. Devastante e, al
contempo, sublime la chiusa della poesia: "guardo
sempre negli occhi/ chi mi parla/ma nascondo le
mani/quando voglio/ restare sconosciuto/ e ancora
solo"».
Questa la motivazione della Giuria: «Valeria
De Perini avvolge in uno scenario irreale: tra fusione
che inghiotte ogni cosa, voluttà crepuscolari e
illusione che dilata all'infinito. Una creatura
divorata dall'amore come a nutrirsi di fragranze
inebrianti e di veleni. "La realtà è
metallo liquido in cui annego", un sogno dove
"annaspo": ecco allora il prosciugarsi causato dalla
malinconia, il deragliare dai binari della vita, le
parole da sostituire con altre, alla ricerca d'un
nuovo ardente fuoco, d'un nuovo amore che non sia da
annoverare tra le "occasioni
perdute"».
Questa la motivazione della Giuria:
«Nell'incessante ricerca dell'autentico senso
d'un vivere quel "lanciare di piatto i sassi per
contarne i balzi" diventa per Claudio Malatini come
osservare la vita che, piano piano, si deposita sul
fondo dopo il fiusso e il rifiusso, dopo il lento
filtraggio delle emozioni, come a lasciarsi
trasportare dallo sfociare inesorabile d'una sorgente
che inesorabilmente lascia sedimenti. Nel presente ci
si trova a "contare i giorni" mentre le "ore consumano
la vita" all'ombra di ricordi che lentamente "volano
via". La drammaticità dell'infinito in un
dissolvimento lirico che consuma seduzioni, vibrazioni
e pulsazioni in una presenza-assenza, tanto vertigine
immane quanto piacere estatico. In attesa della
suprema trasfigurazione».
Questa la motivazione della Giuria: «"Ora che
tutto ci appartiene" di Bruno Pettene è la
desolante e sofferta presa d'atto che non sappiamo
più vivere con lo stupore: obbligati dalle
regole sociali, limitati dalle convenzioni,
imprigionati nella maschera che deve ingannare,
plastificati davanti ad un televisore ormai refrattari
a dialogare e comunicare con gli altri. Ecco il totale
annullamento dell'imprescindibile contatto emotivo.
Una sorta di conteggio alla rovescia che riporta al
nulla, che disperde la vita in strategiche mosse ormai
inutili. Bruno Pettene scoperchia le "bare oscure di
silenzi", fa scintillare la parola come lama, per
vibrare fendenti alla desolante condizione
esistenziale: alla ricerca di valori autentici, alla
scoperta di nuove verità. Mai dimenticando che
possono anch'esse svanire
subito».
Essere persi in attimi di vita,
Sempre più struggente questa
routine.
Una luce lontana, intensa
Disegno nelle nuvole i miei
pensieri
Fotografando la mia vita coloro i momenti
bui
...Poeta di se stesso, che mai solo con amore e
candore, suona le corde
Ti ho vista arrivando in ufficio,
Qualcuno disse:
Sulla costiera
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Lussuoso il vezzo del poeta.
Sii te stesso e non farti tentare dal
facile,
Abisso blu
Non mi sazio mai
A te che sei
Sono un grumo di vivo dolore
Nulla conosco ma di cuore sento
Preghiera dell'arbitro
In memoria di mio padre
Poeta (04/09 Comunità Fratello Sole
MT)
Fiordaliso
Milan l'è 'n gran Milan
Gocce di pioggia
Nei tuoi occhi c'è una
luce
È nata
Oblio
Non solo pioggia
(30/05/07)
Tu, donna
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Ad Angelo Leon
A te, Madre Vergine,
La tua Mamma.
(Dedicata a mio figlio)
Scardinare
Una prova,
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Leggerezza
Emozioni
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Come il seme
Ho bisogno di Te, Signore,
Ti ho trovato migliore e più
saggio.
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I nostri figli
Voglia di vivere
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Il mare
Cercando fra i ricordi:
Silenzio
Parti di me
Mi guardo intorno,
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La vecchia
Il volto che si trasfigura
Gioielli
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La tua voce ora dolce, ora severa,
E come i rami di un grande albero
Stato d'animo
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Rose ed altri fiori
Ti ho visto tornare
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