- IX
edizione Premio di Poesia
Città di Monza 2007
-
- Risultati
Sezione Poesia
adulti
Risultati Sezione Poesia
giovani
La
IX Edizione del Premio Internazionale di
Poesia "Città di Monza 2007" si
presenta con un lusinghiero successo sia per
l'elevato numero di partecipanti che per il
buon livello qualitativo. Le tematiche
preminenti sono state quelle attinenti alla
quotidianita e ad un'evidente attenzione per
l'Arte.
Non sono mancati i motivi legati alla propria
terra d'origine ma prepotente è stato
il richiamo alle ingiustizie che ogni giorno
vengono perpetrate a danno dei bambini, degli
anziani dei diseredati. Una più
approfondita analisi dei disagi:immigrazione,
solitudine. La memoria dei poeti, la
rivisitazione delle opere pittoriche celebri,
sono tutti motivi che danno di questa
edizione una misura altamente
qualificata.
Il
lavoro della Giuria di cui è
Presidente Onorario dr. Vincenzo Consolo
(romanziere e saggista) e la Presidenza
effettiva di Beppe Colombo (già
Direttore della Biblioteca Civica di Monza),
composta da:Maria Organtini (ideatrice del
Premio e Presidente del Cenacolo P.A.M.B.),
Mario Biscaldi (poeta e pittore), arch.
Elisabetta Bosisio (pittrice), prof. Sergio
Gandini (poeta e pittore), Antonello Sanvito
giornalista, (caposervizio de "il
Cittadino"), Rita Corigliano Nobili
(segretaria, con diritto di voto), è
stato particolarmente impegnativo in quanto
il livello dei testi pervenuti in
totale n° 604 per n° 468
partecipanti di cui n° 41 per la
Sez. Giovani, è stato veramente
interessante sia per i vari temi trattati che
per l'esecuzione dei medesimi giunti anche
dalla Svizzera, dalla Germania dal
Lussemburgo e dal Brasile (Rio de Janeiro)
oltre che da diverse regioni d'Italia. Al
termine dei lavori la Giuria ha votato la
sottoscritta
classifica:
- SEZIONE
POESIA
ADULTI
-
1°
classificato - Calossi Anna di Siena
con "Guernica:
ombra e sole".
Motivazione: I versi intensi e fulminanti
sono la trascrizione in parole delle
drammatiche figure del capolavoro picassiano
e ne conservano i sentimenti di smarrito
terrore e orgogliosa
ribellione.
2° classificato - Meloni Maria
Gabriella di Morena (RM) con
"A
Friedrich Holderlin".
Motivazione: La suggestione romantica
dell'eroina protagonista dell'Iperione di
Holderlin invita ad inseguire sogni di
bellezza assoluta attraverso l'incanto della
poesia.
3°
classificato - Luciano Bonvento di
Buso (RO) con "E'
antica la mia terra".
Motivazione: Ricordi della terra nativa
rivissuti miticamente con immagini dense di
colori e profumi.
4°
classificato - Franco Fiorini di
Veroli (FR) con "Stasera
il tramonto accende
fuochi"
5°
classificato - Benito Galilea di Roma
con "Mai
sazio di schiodare il
tempo"
6°
classificato - Fernanda Mulin de Assis
Rio De Janeiro con "Ritorno"
7°
classificato - Sergio Balestra di
Cognola (TN) con "Basta
talvolta lo stupore"
8°
classificato- Giovanni Caso di Siano
(SA) con "Il
salto del destino"
9° classificato - Maria Cristina
Pianta di Milano con "Alice"
10°
classificato - Barbara Piazza di
Bergamo con "Al
Zahiriya"
Premio
speciale in memoria di Augusto Robiati ad
Piera Grimoldi di Monza (MI) con la
poesia "Tenerezza
d'amore"
Motivazione: I sentimenti positivi
esplicitati nei versi rimandano ad immagini
universali di grande
affettuosità.
|
- SEZIONE
GIOVANI
-
-
-
- Sezione
Giovani
-
- 1° classificato
- Chiara Franzil di Buja (UD) con
"Risata
d'estate".
Motivazione: L'attimo fuggente di un
momento di felicità è colto con
una evidenza di immagini ardite che ne
perpetuano l'incanto.
2° classificato - Marta Fumi
di Oggiono (LC) con "Tappa"
3° classificato - Alessia
Cipitì di Vercelli con
"La
danza della vita"
4° classificato - Lara Michieletto
di Mestre (VE) con "Memorie
di un'anziana
viaggiatrice"
5° classificato - Giovanni De
Luca di Busto Arsizio (VA) con
"Dietro
la collina"
6° classificato - Valentina Gaia
Pacheco di Terni con "I
bambini che non avranno mai
vissuto"
7° classificato - Valeria Cabrera
di Campagnano (RM) con "Classico
deserto urbano"
8° classificato - Giancarmine Alfano
di Burago (MB) con "Emigrante"
9° classificato - Mattia Abballe
di Latina con "Formula
occidente"
- 10°
classificato - Cesare De Gregorio di
Lizzano (TA) con "Il
lume l'ho lasciato"
|
La manifestazione ideata e promossa dal
Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e
Brianza con il contributo e il Patrocinio del
Comune di Monza e del "Club degli
Autori" di Melegnano, offre ai
partecipanti oltre alla pubblicazione
gratuita di un proprio libro di poesie di 48
pagine al primo classificato e 32 pagine fino
al 5° classificato di ogni sezione,
realizzata dalla Casa Editrice Montedit; un
contributo in denaro offerto dall'Assessorato
alla Cultura e così ripartito: 1°
classificato sez. adulti Euro 600,00; 2°
classificato Euro 400,00; 3°
classificato Euro 200,00; sez. giovani Euro
250,00 al 1° classificato, Euro 150,00
al 2°classificato e Euro 100,00 al
3° classificato. A tutti i partecipanti
verranno offerte targhe o ricordi della
manifestazione.
Tutti
i premiati e i finalisti verranno inseriti
nell'Antologia del Premio che in copertina
avrà un'opera artistica ispirata alle
bellezze di Monza, i testi premiati verranno
pubblicati sulla rivista de "Il club degli
Autori" e sul sito: www.club.it/concorsi/risultati
e sul recente sito del Cenacolo
www.cenacolopambmonza.it.
La
cerimonia di premiazione si terrà
sabato 1 dicembre alle ore 21 presso il
Teatrino di Corte della Villa Reale di Monza
dove la fotografa Milena Scaccabarozzi di
Vimercate, esporrà l'opera che ha
vinto la copertina dell'Antologia 2006
ispirata al roseto della Villa Reale di Monza
e altre sue opere
fotografiche.
La
serata, condotta da Maria Organtini e Mario
Biscaldi, prevede un intermezzo musicale del
clarinettista M.stro Mauro Mosca di Civate
(LC) che dal 1998 collabora attivamente con
l'orchestra da camera "Itinerari
Musicali" di Lecco e l'orchestra della
cappella di "Santa Maria delle Grazie"
di Bergamo.
La
lettura dei testi è affidata alla
sig.ra Carla dell'Acqua e al poeta Giuseppe
Gittini.
-
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|
- Sezione
adulti
|
- OPERA
1^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
ANNA CALOSSI
Guernica "ombra e
sole"
-
a
Pablo Picasso
Ho visto volti appesi alla
memoria
- farsi
polvere fugace,
- il
delirio dal cielo piomba sul mio
pensiero
- e
verso laghi di colore nero
avanza.
- Le
mie mani sulla tela chiuse a
spine
- sembrano
boccioli impauriti prima di
sbocciare;
- il
rosso forse l'ho dimenticato a
Guernica
- dove
l'acqua del fiume scorre
all'incontrario
- per
ripulire la morte dalle
piazze.
- Perché
vedo solamente fiamme
- che
galoppano come cavalli
impazziti?
- Il
vento oggi ha un sorriso ostile, urla, mi
avvolge
- scompone
volti umani e di
animali,
- e
mi affoga l'udire lontano delle voci
scomparse.
- Aveva
diciotto anni appena
- la
musa nel tragico
orrore...
- perché
la tua mano bianca da
baciare
- si
posa ora sui tuoi seni come un coriandolo
confuso?
- Inumidito
dai miei occhi gonfi
- un
coagulo di sangue
- gocciola
lento dal cuore del vecchio
toro
- mentre
la sua bocca in terra
schiuma.
- Quando
i capelli dei padri faranno da ragnatela ai
ragni
- cosa
rimane ai figli se non ferite
aperte
- in
un'estensione di porpora
fine?
- Mentre
io carne pura dipingo,
- nel
grigio grido al martirio
- e
la mia angoscia in un quadro si firma.
|
- OPERA
2^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
MARIA GABRIELLA
MELONI
A Friederich
Hölderlin
-
- Komm
und besänftige mir, die du einst
Elemente
- versöhntest,/
Wonne der himmlischen Muse, das Chaos
der
- Zeit...
Che placasse il caos del
tempo
- invocavi
e inseguivi lei,
- fantasma
evanescente,
- tra
i colonnati
- di
una terra vagheggiata.
- Ma
Diotima fuggiva,
- sulla
scia del sole scivolava
- e
in glaciale notte
- dove
si azzuffano gli uragani
- ti
lasciava...
- Dalla
torre, nelle notti
insonni,
- assistevi
allo snodarsi
- dell'argenteo
nastro del Neckar,
- percepivi
il murmure silenzioso
- delle
acque, cupo
- come
la tua solitudine.
- E
lo sguardo trasfigurato
- da
una mite follia
- inseguiva
trasognato l'Assoluto
- che
a lui si sottraeva
- e
la mente divina
- creava
l'accordo capace
- di
dischiudere
- arcani
mondi ai quali
- non
può attingere
- il
comune mortale.
|
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|
- OPERA
3^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
LUCIANO BONVENTO
È antica la mia
terra
Respiravano mattini tra le
foglie,
- foglie
che si rinnovano
- con
inciso il canto dei
contadini.
- Invecchiato
germe,
- il
profumo legnoso dei
pioppi
- fulminati
da anni.
- Sudore
e fatica,
- sangue
di cavalli e di buoi
- hanno
inzuppato la polvere
- di
strade sassose, da valle a
mare,
- sulla
traccia antica di serpi in
fuga.
- Così
il vento spazzò la mia
terra,
- dove
gli uomini nascevano
- sotto
carri di nuvole malate
- in
mattini segreti, rapidi e
arsi,
- come
polpa di vino acerbo.
- Poi
notti di furori con lame di
parole,
- in
cigolii d'amore, di violenza e di
ignoranza,
- oltre
il sonno delle donne,
- invecchiate
prima della giovinezza,
- con
il buio delle stelle
- in
fondo a gole aperte al
pianto.
- Poi
vennero nuove albe,
- spinte
nel vuoto del mondo
- e
i fiumi fluirono verso il
mare
- sotto
l'occhio attento della
gente.
- Quest'occhio
ancora vivo nella luce
rimasta,
- che
a volte appare fra il credo e le
memorie,
- a
spargere di nuovo tra le
foglie
- il
canto di mattini che rinascono nella mia
terra
- come
manciate di profumo antico.
|
- OPERA
4^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
FRANCO FIORINI
Stasera il tramonto accende
fuochi
Stasera il tramonto accende
fuochi
- sulla
linea di un cielo d'altri
tempi:
- rubini
regala alle colline
- un'anima
di rosso tra gli ulivi
- l'argento
ridipinto delle
foglie...
- Sa
di antico, mia cara,
- questa
brezza che ci fa leggeri
- e
al mare dei tuoi occhi mi
conduce.
- E
rimanda l'inganno una
memoria
- (agli
anni persi tenacemente
appesa)
- di
mille stagioni vestite di
poesie
- inventate
e lette soltanto per
noi.
- Ormai
potrei convivere con le
nostalgie
- dentro
le nostalgie
sopravvivere
- io
che ho visto vecchi
rassegnati
- costeggiare
lenti altri tramonti
- all'ombre
lunghe dell'ultimo
autunno.
- Ma
in questo incendio di fine
estate
- vibra
nel mio cuore il
desiderio
- di
un oggi ancora grande per noi
due
- arresi
allo stupore di una
storia
- dove
tutto deve ancora
accadere.
- Lasciati
ricondurre alla mia
terra:
- al
giallo di ginestre alle
colline
- all'oro
delle spighe fatto pane
- a
quello delle vigne fatto
vino.
- Riprenditi
le attese del mattino
- per
una vita ancora tutta
tua
- le
bruceremo insieme le sue
spine
- insieme
torneremo alle radici.
- E
quando amica scenderà la
notte
- a
portare silenzi dentro al
cuore
- al
cielo salirà una
canzone
- eterna
e dolce come una
preghiera.
- a
piedi scalzi come un
tempo.
- Ecco
le note del rap nel bolide
sicuro,
- il
cuore del dubbio
sull'acceleratore
- proteso
alla luminosità dei
campanili.
- Poi
lo schianto e il vivere
estremo
- tra
i fossati, un luccichio di
sirene
- quando
tenera parlava la luce delle
stelle.
- Adesso
un solo braccio appende nel
vicolo
- dei
gatti l'ora fonda, un palpito di
cielo
- per
un viaggio troncato prima
dell'assolo.
- Dovremmo
dire troppe cose per
sanarti
- ma
di noi ti basti questo amicale
silenzio:
- un
muto sussurro in equilibrio di
parole,
- una
stretta di mano ai confini dei diversi.
|
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|
- OPERA
5^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
BENITO GALILEA
Mai sazio di schiodare il
tempo
Orfano il cielo della sera,
fummo
- presenza
al cuore che partiva:
- i
tuoi scatti bandiera di colori
stretta
- al
cuore, più vera la notte mentre
ancora
- scrive
lettere all'umanità in
cammino.
- I
calendari alla parete disarmano le
città
- straniere
che offrono gemme già
all'arrivo,
- il
groviglio dei rottami a
sbriciolare
- l'anima
in castigo che se ne va in
silenzio
- con
in tasca le meraviglie del sogno
frantumato.
- Atleta
di un borgo africano mai
sazio
- di
schiodare il tempo, futuro
arrotolato
- nel
sacco a pelo a fianco agli
altri
- quando
le onde si stampavano sugli
occhi
- volando
irriverenti al nuovo
approdo.
- Quattrocento
tocchi senza fine e il
diluvio
- di
sentirsi accolto al prato
verde,
- a
piedi scalzi come un
tempo.
- Ecco
le note del rap nel bolide
sicuro,
- il
cuore del dubbio
sull'acceleratore
- proteso
alla luminosità dei
campanili.
- Poi
lo schianto e il vivere
estremo
- tra
i fossati, un luccichio di
sirene
- quando
tenera parlava la luce delle
stelle.
- Adesso
un solo braccio appende nel
vicolo
- dei
gatti l'ora fonda, un palpito di
cielo
- per
un viaggio troncato prima
dell'assolo.
- Dovremmo
dire troppe cose per
sanarti
- ma
di noi ti basti questo amicale
silenzio:
- un
muto sussurro in equilibrio di
parole,
- una
stretta di mano ai confini dei diversi.
|
- OPERA
6^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
FERNANDA MULIN DE
ASSIS
Ritorno
Aprire le tende della vera
faccia,
- Spogliare
le cicatrici dei
miraggi.
- Lasciar
che questa tenerezza mi
abbracci,
- Ed
interpretare il mio proprio
ruolo.
- Andare
dove la fortuna mi
manda,
- Avanzare
nei passi tutta la
pusillanimità,
- Delle
pietre che mi gettano, produrre
luce
- E
trasformare il dolor in
poesia.
- Far
rinascere i sogni già
disfatti,
- Far
uso del cuore più
dell'acqua.
- Aprire
fonti di fede dentro il
petto
- E
non credere mai che tutto
finisce.
- Lacerare
la vena muta del
silenzio,
- Trarre
il sentimento di questo
lavoro,
- Spezzare
per la vita mio intenso
desiderio,
- E
strappare dal cuore la
parola.
- Coltivare
l'amore nell'utero della
terra.
- Essere
grano a germinare una
verità;
- Sbocciare
questi semi d'attese
- E
ingravidare il ventre delle
città.
- E
quando fallisca la mia
speranza,
- Tacendo
questa voglia che mi
sveglia,
- Ed
io non possa seguire
camminando,
- Nella
lirica missione d'esser
poeta,
- Esser
capace di portare nelle mani un
ricordo.
- Piangere
per quello che tace dentro di
me,
- Sentendo
ancora un sapore della
volontà.
- Esser
capace ancora, alla
fine,
- Di
lasciar scorrere un'ultima
preghiera,
- Creando,
ormai, un verso solo di pace!
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|
- OPERA
7^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
SERGIO BALESTRA
Basta talvolta lo
stupore
Con imperfetta sonda,
- illuso
da incompiuta
intelligenza,
- agguato
il tempo, a cogliere la
sfida
- di
scandagliar la trama della
vita.
- Per
cosa, poi, per cosa?
- Per
impastare un grumo di
certezze
- e
subito vederlo
sfilacciare,
- un
nulla che rapprende,
- un
tutto che dissolve.
- Perché
lo so, lo so
- che
io non m'appartengo,
- anche
se non c'è terra o vasto
cielo
- a
cui sia debitore.
- È
solo in questo vano
- braccare
le mie pene,
- senza
mai sciogliere l'arcano
velo,
- il
solo territorio che
m'attende.
- Ma
all'improvviso, vedi, mi
sorprende
- -
e questo solo basta alla salvezza
-
- l'arpeggio
incerto di dita bambine
- tenaci
nel cercar l'esatto
ordito,
- o
quella mano cara che mi
prende
- talvolta,
con premura, e
m'accarezza.
- E
basta - sì, mi basta - lo
stupore
- per
la marmotta ritta sul
dirupo
- che
vigila nel vento,
- timidamente
segue le mie mosse,
- strofina
un po' le zampe
- e
da sorella, sai, mi annusa il
cuore.
- accolte
dal suo cielo.
- Io
vi dimoro
- tra
pagine di versi ed erbe
bianche,
- immaginate
alle pareti un fuoco
- che
brucia il ceppo all'ara
dell'inverno,
- una
lanterna fioca vi
consuma
- l'olio
del suo dolore. Ai quattro
canti
- la
ragnatela d'oro del
silenzio.
- Anche
l'ora si ferma sul
quadrante
- del
tempo per sorprendere la
luna
- e
intrappolare in una rete
d'aria
- i
suoi pensieri. Svetta e
s'inabissa
- l'ultimo
airone, intrepido
compagno
- di
questa solitudine.
- Sospeso
- dentro
il suo volo, fingo il mio
naufragio
- in
un altrove mai sognato, un
Oltre
- dove
m'accoglie l'anima
bambina
- che
abbandonai quel giorno, quando il
cuore
- volle
tentare il salto del destino.
|
- OPERA
8^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
GIOVANNI CASO
Il salto del destino
Questa è l'ultima casa da
abitare,
- non
ha porte o finestre, è aperta al
vento
- e
ai bianchi pellegrini della
sera.
- In
accordo di canti anche gli
uccelli
- fan
nidi tra le foglie del
soffitto,
- vi
passano farfalle e
calabroni,
- vi
tubano le tortore che
vengono
- all'alba,
come nuvole d'organza
- accolte
dal suo cielo.
- Io
vi dimoro
- tra
pagine di versi ed erbe
bianche,
- immaginate
alle pareti un fuoco
- che
brucia il ceppo all'ara
dell'inverno,
- una
lanterna fioca vi
consuma
- l'olio
del suo dolore. Ai quattro
canti
- la
ragnatela d'oro del
silenzio.
- Anche
l'ora si ferma sul
quadrante
- del
tempo per sorprendere la
luna
- e
intrappolare in una rete
d'aria
- i
suoi pensieri. Svetta e
s'inabissa
- l'ultimo
airone, intrepido
compagno
- di
questa solitudine.
- Sospeso
- dentro
il suo volo, fingo il mio
naufragio
- in
un altrove mai sognato, un
Oltre
- dove
m'accoglie l'anima
bambina
- che
abbandonai quel giorno, quando il
cuore
- volle
tentare il salto del destino.
|
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|
- OPERA
9^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
MARIACRISTINA PIANTA
Alice
Gioca un cerchio di sole
- con
i tuoi lunghi capelli
- nel
caldo cortile.
- Illumina
il tuo sorriso
- rare
zone d'ombra,
- nuova
luce nelle brevi
- stagioni,
chiaro
- cielo
di maggio.
- Più
non pare
- intenso
l'azzurro
- tra
folti cespugli
- nel
silenzio
- di
lenti giorni.
- Lontano
da pensieri
- e
voci, il tuo libro,
- eco
di segrete parole.
- Veloce
passa la nube
- nei
tuoi occhi grandi,
- fragile
istante,
- colore
dell'estate.
- Contempla
il pensiero
- un
timido gabbiano
- che
rapido scompare
- tra
antiche mura.
|
- OPERA
10^ CLASSIFICATA SEZIONE
ADULTI
BARBARA PIAZZA
Al Zahiriya
Accatastati tra la
polvere
- Pensieri
d'umane voci vanno
- E
tempi d'ascolti lenti
- Attendono
visioni parallele.
- Silenzio
e trame
- D'odissee.
- Sapiente
è il lume
- Che
dalla terra
- Prende
il volo
- Oltre
la porta
- Di
una pagina.
|
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|
- OPERA
VINCITRICE DEL PREMIO
IN MEMORIA DI AUGUSTO
ROBIATI
PIERA GRIMOLDI
Tenerezze d'amore
Tenero è l'amore
- che
si riflette
- nello
specchio della vita.
- È
l'immagine di un tesoro
- che
ogni bimbo custodisce,
- è
la parola sussurrata
- che
fa tremare il cuore,
- è
il calore di un attimo
- che
rimane nel tempo.
- Tenero
è l'amore
- che
si riflette
- nello
specchio della vita.
- Sincero
è il suo sguardo
- nelle
coccole di un abbraccio,
- trasparente
è il sentimento
- che
nell'altalena dei
ricordi,
- apre
ogni confine
- alla
tenerezza della vita.
|
|
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Sezione
giovani
|
- OPERA
1^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
CHIARA FRANZIL
Risata d'Estate
S'infranse,
- come
conchiglia,
- nell'andante
ritratto,
- evadendo
il fiato
- dell'Ostro,
- traghettatore
- di
un arare sordo
- di
campo.
- Addosso,
- non
più che
abbozzato,
- lo
smalto
- di
una giovane
- arsura
- Una
risata,
- nell'inerzia
- sgombra
- dell'assonnato
- mezzogiorno.
- E
sulla sabbia,
- spoglia
delle tinte
- scomposte
- d'ospiti,
- null'altro.
|
- OPERA
2^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
MARTA FUMI
Tappa
Sento un canto che sale dal
profondo
- cresce,
mi invade, rincorre l'anima un po'
addormentata
- e
la stringe, la abbraccia e lei
sorride.
- È
la gioia di un grazie, di un inno alla
vita,
- è
un canto di pace, di ricordi, di
vissuti...
- perché
ora la mia storia si arricchisce di
memoria
- di
memoria passata
- e
memoria futura
- mentre
si tuffa, si immerge in
pienezza
- in
questa sua memoria
presente.
- E
siamo ancora qui, in due, davanti allo
specchio
- io
e la libertà
- cullate
dal tempo, dai sogni, dal domani, dalle
attese
- e
la strada si delinea, a tratti si fa
chiara,
- quando
a volte rimane ancora
- un
labirinto intricato oscuro e
inaccessibile.
- Cerco
la chiave che apra ai miei
misteri
- e
la risposta
- è
forse soltanto vivere.
- Ascoltarsi.
Nel tempo...
- Correre,
ridere, sfidare il vento, guardare in alto,
nel cielo,
- nel
sole
- e
tendere le mani, raccogliere
spighe.
- Nei
campi di grano fiorisce la
vita.
- Anch'io
non voglio più essere soltanto un
fragile
- germoglio.
- Voglio
essere spiga carica di frutti, scrigno di
promesse, culla
- di
semi.
- Scaldata
dal sole, nutrita dalla terra, cresciuta nel
vento,
- proiettata
verso l'alto.
- Chissà
se per dare la vita
- è
davvero così
necessario
- morire...
- E
intanto sono in attesa,
- un'attesa
ricca, viva, palpitante, irrequieta e
inquieta.
- Forse
nell'aria già aleggia una
domanda
- e
la risposta birichina si fa cercare, si fa
attendere chissà
- dove...
- ...
e intanto, tra questo turbine di
pensieri
- vivaci,
adulti, bambini
- intanto
vivo.
|
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|
- OPERA
3^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
ALESSIA
CIPITÌ
La danza della vita
Danzerò
- con
ai piedi involucri di foglie arse dal
sole
- che
scricchiolino ad ogni mio
volteggio
- Danzerò
- con
il corpo velato dal mistero della
notte
- e
la luna e le stelle saranno i
riflettori
- Danzerò
- tenendo
per mano il ramo di un salice
piangente
- e
accarezzerò ogni filo verdeggiante
della sua chioma
- Danzerò
- con
le mani del vento tra i
capelli
- e
con le idee scompigliate dalla magia dei
suoni.
- Danzerò
- con
la maschera della vita
- Danzerò
- con
movimenti carnali.
- Unica
cosa umana quando attorno regna
l'immenso.
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- OPERA
4^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
LARA MICHIELETTO
Memorie di un'anziana
viaggiatrice
Nel fuoco e nel ghiaccio
- Indomita
vissi la mia lunga vita,
- l'orizzonte
così grande, così
invitante:
- Viaggiatrice
io fui, e nella pura
libertà
- si
annidò la
solitudine:
- mesi
ed anni e decadi, dimenticai il posto in cui
tornare.
- Ferma
qui ad attendere che
Caronte
- attraversi
lo Stige,
- ironicamente
ora
- l'ultima
immagine che vedo è la
tua:
- mia
catena e mia forza
- fosti
il primo sacrificio sull'altare della mia
libertà folle.
- Il
mio ricordo più forte
è
- il
dolore dell'abbandono, quella
mattina
- in
cui non mi voltai
indietro.
- Se
non fosse tardi ormai,
- Se
ti potessi parlare
adesso
- forse
riuscirei a convincerti
- a
cogliere le mille sfumature tra il bianco e
il nero.
- Riusciresti
ora tu a convincermi
- guardare
in fondo al precipizio senza temere
l'abisso;
- Alla
fine della corsa più lunga, mi ritrovo
a pregarti,
- tu
che mai dicesti
- "ti
odio"
- ridevi
con me nelle sere
d'estate:
- quando
tutti erano troppo lontani per ricordarsi di
noi.
- E
sto infine morendo,
- porto
con me solo il ricordo
- sbiadito
ma saldo nella memoria
- Davanti
a me
- porzione
infinita di cielo.
- di
te ragazzo con gli occhi
neri...
- Giurasti
di volermi bene per
sempre,
- Fratello
mio.
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- OPERA
5^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
GIOVANNI DE LUCA
Dietro la collina
Silenzio.
- Ti
sento
- manifesto
del mondo
- prossimo
a morire
- dietro
la secca collina.
- Dei
biondi riflessi dorati
- rimane
poco ormai;
- ciò
che ancora si vede
- son
solo sottili
- tuoi
capelli stinti
- che
vanno a sbiadire ogni
cosa.
- Silenzio.
- Solitari,
i tuoi lamenti
- annegano
lontani
- all'orizzonte.
- Così
tu scendi
- e
lentamente
- cala
la sera.
- Silenzio.
- Davanti
a me
- porzione
infinita di cielo.
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- OPERA
6^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
VALENTINA GAIA
PACHECO
I bambini che non avranno mai
vissuto
I bambini che non avranno mai
vissuto
- sono
quelli con il volto
triste,
- gli
occhi spalancati sul mondo
arido,
- guardano
senza vedere,
- troppo
deboli per camminare,
- hanno
le mani chiuse
- non
hanno nulla da
afferrare.
- I
bambini che non avranno mai
vissuto
- sono
quelli dal sorriso
amaro,
- per
il loro affetto e amore
- sono
parole vuote
- dentro
ad una vuota
realtà,
- eppure
il mondo intorno a loro è colorato e
vivo,
- ma
la mente è alienata da un
corpo
- troppo
spesso usato.
- I
bambini che non avranno mai
vissuto
- hanno
un viso innocente,
- mentre
abbracciano
- strumenti
di morte,
- sono
quelli cresciuti così in
fretta,
- da
non avere il tempo
- per
giocare.
- I
bambini che non avranno mai
vissuto
- portano
i segni dell'indifferenza.
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7^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
VALERIA CABRERA
Classico Deserto
Urbano
Sono
- fiori
- di
cemento,
- nuvole
- di
ferro,
- sagome
- di
sabbia,
- al
mio fianco, al tuo
fianco.
- Una
rete che mi stringe,
- mentre
mi chiedo
- se
l'angelo che guardo
- è
- di
pietra
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8^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
GIANCARMINE ALFANO
Emigrante
Emigrante lontano dal tuo
paese
- e
dai tuoi affetti,
- è
la struggente nostalgia
- il
prezzo da pagare
- per
un mediocre lavoro
- ed
un pezzo di pane.
- Emigrante,
- solo
tu conosci
- il
freddo della solitudine
- In
una terra
- ove
non hai amici
- e
solo su te stesso
- devi
contare.
- Emigrante,
- un
solo e semplice sogno
hai;
- ritornare
tra le braccia della tua
patria,
- riscoprire
la sua magia,
- la
serenità della tua
casa
- per
dare un senso
- più
umano
- alla
tua travagliata vita.
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- OPERA
9^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
MATTIA ABBALLE
Formula Occidente
Linfasma percuote
- uno
spasimo, fino
- a
giorno è
ridarella
- a
crepare.
- Nessun'evocazione,
questa squittisce
- concava
avvita
- l'occhio
cereo di domenica
- su
nastro
- riawolge
la città del
pifferaio,
- maestro
di arcani
- ognuno
posa lieve
- ai
tuoi piedi
- lavanda,
una testa
- di
medusa,
- sperare
in un comando.
- Capno
in elevazione
- dallo
stesso rigurgito,
- che
impiglia coglie
- promesse
neonati
- interi,
malta riflettente
- gemi
pesante dal di
- dentro
lamente giunture
- rampicano
- le
mura : donne. Qui le ha
poste
- a
tentare il salto
- schiocca
un paravento, gli dei
- soli
scandiscono la voragine, i
denti
- che
mancano ad un sorriso.
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10^ CLASSIFICATA SEZIONE
GIOVANI
CESARE DE GREGORIO
Il lume l'ho
lasciato
Il lume l'ho lasciato
- sul
legno nell'oceano
- alla
ricerca di qualcosa.
- Era
la mia unica speranza
- ora
si allontana,
- mi
abbandona nel deserto
- dove
gli echi dei miei
pensieri
- si
rincorrono da soli
- come
il mondo... se stesso.
- Solo
l'istinto mi sorregge e mi dà la
spinta
- nella
notturna tempesta
- So
che l'abitudine è
spietata,
- mi
governa come una creatura
dell'uomo
- ma
è tutto ciò che
ho...
- L'infinita
notte regna nel mio
cuore
- e
la fredda luce del sole stenta a
venire
- nel
mio giorno disperato...
- La
mia venuta solitaria in questa
dimensione
- non
può che rendermi più
solo.
- Solo
alla ricerca di qualcosa
- che
so di non trovare
- perché
nascosta con un abile
trucco
- da
un abile prestigiatore.
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Ins.
01-04-2008
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