Risultati
di concorsi
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- XII
Edizione del Premio di
Poesia
Poeti dell'Adda 2007
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Questi i risultati della dodicesima edizione del Premio
di Poesia Poeti dell'Adda edizione 2007 indetto
dall'Associazione Culturale Il Club degli Autori.
- 01°
classificato con
"In
divenire", Roberto
Silleresi, Baganzola, (PR)
- 02° classificato con
"Spiragli",
Mauro Domenella, Castelfidardo, (AN)
- 03^ classificata con
"Sul sentiero
dell'anima", Maria
Francesca Giovelli, Caorso, (PC)
- 04^ classificata con
"Riemergermo
un giorno", Luisa
Sarullo, Sassari, (SS)
- 05° classificato con
"Ucronia",
Stefano Tonelli, Milano, (MI)
- 06^ classificato con
"Assenze",
Emilia Fragomeni, Genova, (GE)
- 07° classificato con
"Le
mani", Rodolfo
Vettorello, Milano (MI)
- 08^ classificata con
"Metallo
liquido", Valeria De
Perini, Chioggia, (VE)
- 09° classificato con
"Come sassi
lanciati di piatto",
Claudio Malatini, Cremona (CR)
- 10° classificato con
"Ora che
tutto ci appartiene",
Bruno Pettene, Salizzole, (VR)
-
- classificata
segnalata con "A Friederich Holderlin", Maria
Gabriella Meloni, Morena, (RM)
- classificato
segnalato con "Del Figlio", Andrea De Palma,
Chiavazza, (BI)
- classificato
segnalato con "E mi fermai là", Ermano
Raso, Racconigi, (CN)
- classificato
segnalato con "L'umore del glicine", Chris Mao,
Ormea, (CN)
- classificata
segnalata con "La vecchia", Petra Trivilino,
Cappelle Sul tavo, (PE)
- classificata
segnalata con "Ora che so....", Liliana Paparini,
Bresso, (MI)
- classificato
segnalato con "Passante provvisorio", Sergio
Baldeschi, Montecerboli, (PI)
- classificata
segnalata con "Semplicemente", Jessica Malfatto,
Paderno Dugnano, (MI)
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- OPERA
1^ CLASSIFICATA
- ROBERTO
SILLERESI
-
- In
divenire
Il
nostro divenire inizia
- sotto un
albero di fiabe,
- si conclude
col rumore del nevischio
- e, nel mezzo,
turbini d'aria salata
- a irruvidirci
la bocca.
- Nel carnoso
meandro
- troppe
perifrasi d'amore,
- quasi
bastassero cinque lettere,
- sorrette
all'invisibile,
- per rubare
ossigeno ai polmoni.
- Nei bazar
dell'odio la lingua
- ritrova
invece il suo mestiere,
- coda
pungolante di scorpione
- che confuta
il bacio di Giuda
- in uno spasmo
sarcastico.
- L'anonima
gente seduce
- con
l'effusione dell'oro,
- travia in un
canto d'usignolo
- il mercimonio
degli abiti della festa
- per mediare
con l'aldilà.
- Erriamo dalla
sorgente della gioia
- sino
all'estuario del dolore
- e sfiniamo
nel moto uniforme
- delle onde
che degradano
- ogni speranza
in illusione.
- Passiamo
oltre il ciborio sconsacrato
- del
collezionista d'insetti,
- ali che
più non rastrellano polline
- nel
sortilegio bizzarro
- di una natura
senza pupille.
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- OPERA
2^ CLASSIFICATA
MAURO DOMENELLA
Spiragli
Quando la notte sguaina
l'intimità
- delle sue
ombre, si ingombra di astri
- il cielo a
seminare sogni,
- l'indomani
già sfumati nella saggezza
- di tanti
trasbordare da albe a crepuscoli.
- Al rabbuiarsi
dell'occhio,
- ormai
bugiardo, naufraga la speranza
- di un fiero
declino,
- -
nell'incolpevolezza propria del vivere
-
- marionetta
appassita nelle mani
- dell'ultimo
burattinaio...
E poi mendicare sull'orlo di
emozioni,
- c'è un
frammento di tempo
- che svela il
sudario di ognuno,
- marcisce a
nettare insapore la vita
- mentre si
rinnova l'indifferenza del sole
- partorito vivo
dalla terra.
- E la
consapevolezza dell'essere,
- soltanto oltre
i cancelli della morte,
- quando non
riverberano più vomeri
- da trainare, -
in un costante delirio -
- senza vederne
il solco...
- Al cospetto di
uno stridulo epitaffio
- aleggia un
sentore di pulviscolo redento,
- mentre la
sferza dei ricordi
- percuote il
cuore di chi resta.
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- OPERA
3^ CLASSIFICATA
MARIA FRANCESCA GIOVELLI
-
- Sul sentiero
dell'anima
(Al
volo di un poeta
sconosciuto)
Ti ho visto sospeso nella danza,
- leggerissimo
perderti in volo,
- ti ho visto
graffiare le pareti
- di una
stanza, dimenticare di essere solo;
- ti ho sentito
limare per ore
- i brividi
acuti di un dolore
- per posarli
nello spazio costruito
- di sciolte,
vuote, libere parole.
- Ho conosciuto
i tuoi occhi lucenti,
- cercare
lontani strade diverse
- in ombra, nel
sole, al silenzio dei venti,
- e cogliere i
suoni di musiche perse,
- riempirle di
ritmi di vita mai stanchi
- rapiti alla
fuga di viaggi solitari e distanti.
- La carta
accoglie il tuo grido, lo beve,
- è un
silenzio che lacera l'interno,
- come fiore
sbocciato nella neve
- regalo di un
ultimo giorno d'inverno;
- la parola si
svela fino in fondo
- mentre segue
la vita il tuo passo sincero
- hai gli occhi
posati sul mondo
- e l'anima
rivolta al suo sentiero.
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- OPERA
4^ CLASSIFICATA
LUISA SARULLO
-
- Riemergeremo un
giorno
- Sei entrato
nella tua Giornata di vita correndo tra stracci di
sole
- sapendo
già del sangue nero della notte
- rassicurato dai
sibili suadenti di un quid in fondo
effimero
- - il pensiero
dell'eterno -
- Scervellata
splendida umanità
- che strappi i
veli metafisici per cercare certezze
antiche
- ma ti rotoli in
spazzature mediatiche
- perché
così fan tutti.
- Terremoti nel
cuore ti fingono un'allegria improvvisa
- anche se ti
lascia l'incoscienza dei perché.
- Le melegrane ti
sorridono con labbra spaccate
- ma cola dalle
ferite un sangue che contraddice
- sangue che
disegna una pietà di
Michelangelo
- sangue che non
recita sure
- ma anche ha
gocce periferiche che il sole evapora
fretta
- un liquido
invischioso che a sorpresa fa leggera la
pena.
- Proprio per
questo cerchi l'esilio come una meraviglia
azzurra
- dove le mani
possano dormire con anelli d'acquail pensiero abbia
la morbidezza d'una rosa scampanata
- i segreti, una
tomba di re mai aperta.
- Guardi insicuro
segnali di speranza
- aspetti che
gocciolino i coriandoli di fine festa
- bevi un
bicchiere di vino rosato
- non pensando
neanche un momento al lutto dell'uva.
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- OPERA
5^ CLASSIFICATA
STEFANO TONELLI
-
- Ucronia
-
- Viviamo in un
eterno presente
- di vani
piaceri ingordo
- e triste di
ciechi ideali.
- Con mano
possente lo sfrego
- via dalla
mente, sempre
- volta a
stagioni reali
- o di
invenzione infantile
- e adulta, o
al sogno demente
- di
controllare il futuro senile
- per
allontanare il vecchio balordo
- vagante senza
fissa dimora.
- Non si vive
che nel "qui e ora"
- nel carcere
di un tempo presente?
- Ripiego il
mio ego puerile
- e lo riparo
nel mio ucronico tempo
- dove la vita
è lontano ricordo,
- uno strano e
curioso accidente.
- mi resta solo
un'ultima certezza:
- frammenti
rotti nei cristalli dell'essenza,
- passi
stremati, silenzi e molte assenze...
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- OPERA
6^ CLASSIFICATA
EMILIA FRAGOMENI
-
- Assenze
-
- Un profumo
d'antico sulle labbra,
- la mano del
silenzio tra i capelli,
- la luna
un'onda di sussurri bianchi,
- nel velluto
del cielo annego i sensi.
- E porgo le
mie braccia al vento ignoto,
- assaporando i
frutti dell'attesa.
- Rovisto la
mia anima e i pensieri,
- fusione e
incanto che van oltre il tempo,
- velieri
inarrestabile nel vento,
- salti
violenti di penetrante
unicità.
- Confondo
quindi i sogni con il vero,
- raccolgo la
memoria d'aghi nel petto,
- covo furiosi
incendi o fatui fuochi,
- aprendo
l'uscio per il "paradiso"...
- Palpita ancor
la vita.
- L'anima
respira amore.
- Arresta la
clessidra, per favore!
- Ritrova nuove
rotte, vecchi tepori,
- le ore
immemori, incolmabili
- di amore, le
nostre identità fatte luce.
- Cerco parole
a sciogliere grovigli
- di storie
senza sbocchi, d'irrisolti
- abbracci, di
fili di promesse sciolte
- al
vento.
- E, se con
l'alba ritorno al mio tempo,
- una parte di
Te mi resta accanto
- ed alimenta
raggrumati sogni
- ed un
fermento d'ombre senza requie.
- Ma scarse
frecce son alla mia faretra,
- la luce solo
un lampo abbacinante,
- i giorni
grani di rosario consunti,
- sepolti
l'innocenza ed il perdono,
- vaghe
emozioni, lacrime morte,
- mi resta solo
un'ultima certezza:
- frammenti
rotti nei cristalli dell'essenza,
- passi
stremati, silenzi e molte assenze...
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- OPERA
7^ CLASSIFICATA
RODOLFO VETTORELLO
-
- Le
mani
-
- Ragnatela di
segni;
- nel palmo
della mano il labirinto
- dei destini
tracciati.
- Le linee
della vita e degli amori,
- vicende
scritte tutte ormai da sempre.
- E nel dorso
di mani geografia
- di una vita
vissuta e le sue storie.
- Nelle vene la
trama elaborata
- di fiumi
navigati
- e nelle
macchie scure,
- simulacri di
nuvole sospese
- che
minacciano pioggia.
- E cicatrici
antiche a ricordare
- giorni
lontani.
- Il taglio
della falce e sangue a fiotti
- e la
paura
- ed il filo
spinato che ricama
- lacerazioni
- e le croste
che lasciano ricordi.
- Guardo sempre
negli occhi
- chi mi
parla
- ma nascono le
mani quando voglio
- restare
sconosciuto e ancora solo.
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- OPERA
8^ CLASSIFICATA
VALERIA DE PERINI
Metallo liquido
Perdono il silenzio,
- perdono una
carezza che
- anelava a
sostituire le parole,
- perdono il mio
treno che
- deragliò
- dai binari
della vita.
- Ma c'era
qualcosa di forte
- e senza
rete
- nei suoi
occhi.
- Una sigaretta
dopo l'altra
- e firmo l'aria
con
- boccate di
fumo.
- Un volto
appare sul fondo del bicchiere
- troppe volte
svuotato di fretta.Ma quale viso,
- quale
nome,
- quale
ricordo,
- se tutto fonde
e confonde?
- E la
realtà è metallo
liquido
- in cui
annego,
- labile sogno
divorato da tarli
- dove
annaspo,
- macchia
sottile di te.
- Sfiancata dal
silenzio creato,
- la malinconia
prosciuga
- le energie
positive.
- Si spegne un
giorno per ricaricarsi
- e poi tutto
ricomincerà,
- il mondo
riprenderà a girare e forse
- anche a
funzionare
- quando alla
testa colpirà
- qualcosa di
duro
- come
l'amore...
-
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- OPERA
9^ CLASSIFICATA
CLAUDIO MALATINI
-
- Come sassi
lanciati di piatto
Ho lanciato di piatto
- per contare i
balzi dei sassi
- prima che
affogassero nel fiume
- e si
depositassero sul fondo,
- in eterno,
all'ombra del salice,
- sotto il peso
di un cielo senza vento
- dove gli
aquiloni restano a terra
- e colorano
l'erba dei campi.
Ho camminato lungo estuari
- che sfociano
inesorabili
- e portano con
sé le notti d'estate
- che brillano
di stelle, come gli amori
- che struggono
di nostalgia,
Ho consumato città
- dalle notti
che sentono di asfalto
- e dai palazzi
troppo alti
- che fanno
cadere all'indietro,
- sino al
fruscio dell'ultimo bus
- perduto per
paura di tornare.
- Al suono
dell'armonica a bocca
- contro i muri
e le luci dell'alba,
- fino alla
liberazione dell'ultima
- volta, sotto
il suo portone.
Ed ora conto i giorni
- come sassi
lanciati di piatto
- sui tetti di
questa città,
- dove i cani
girano prigionieri
- dei loro
guinzagli
- e le ore
consumano la vita
- all'ombra
delle antenne
- sulle quali
sopravvive qualche uccello
- che sembra
finto, mentre i ricordi,
- lentamente,
volano via.
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- OPERA
10^ CLASSIFICATA
BRUNO PETTENE
-
- Ora che tutto ci
appartiene
Ora che tutto ci appartiene
- ogni
dimensione di vita è senza
traguardo
- La
felicità standardizzata evoca catene di
serie.
- Siamo
socialmente obbligati
- alla casa
modello, alla grossa cilindrata, agli amori
furtivi
- senza rughe
né carie
- plastificati
- immagini
fisse sugli specchi in cimiteri
d'elefanti.
- Ora che tutto
ci appartiene
- ogni giorno
apriamo scatole a sorpresa abilmente
truccate
- dimenticando
il morire
- perché
non sappiamo vivere con stupore di
bimbi
- ogni
giorno
- stretti tra
parentesi di cifre scivoliamo verso albe di
pietra.
- Così
nella mente dei fanciulli giacciono gli
aquiloni
- e le capsule
rubando agli astri tratti dal cielo
- discoprono
verità sempre nuove subitamente
svanite
- come granelli
di sabbia nel vortice del vento.
- Ora che tutto
ci appartiene
- viviamo
uguali destini senza riserve.
- I conteggi
alla rovescia riportano al nulla
- e mentre i
tralicci puntano le stelle
- danziamo al
ritmo delle telescriventi,
- scomponendo
mosaici in strategie di benessere
- per poi
affogare nei comuni abissi
- dove i corpi
affardellano viluppi d'alghe
- in bare
oscure di silenzi.
- Solo la notte
non più sposa d'usignoli
- con le lame
dei coltelli brinda alla luna,
- ora che tutto
ci appartiene.
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Agg. 05-04-2008
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