- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del Premio Letterario
Il Club dei Poeti 2008
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Indice
Presentazione
di Gianmario
Lucini
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Albo d'oro del
Premio -
Ida Acerbo Rossi - Alessia Amato - Silvia
Ambrosetti - Dario Arena - Giuseppe Armenante -
Luca Aversa - Francesco Bellia - Bibiana Maria
Bellini - Maria Teresa Benini - Carla
Bertorino
- Reverendo Stone - Nadia Bignotti -
Luigia
Bimbi -
Niccolò
Bordin -
Marco Bosina - Vincenzo Calò - Luana
Cappellotto Capiotto - Giuliano Cardellini -
Alfonso Carifi - Carlo Carlotto - Davide Chessa -
Alfredo Chiaromonte - Stefano Chieregati - Giovanni
Chiodelli - Isabella Coluzzi - Cristiano Comelli -
Ursula
Coppolaro
- Massimiliano
Corrieri
- Patrizia Cozzolino - Marco
Crivellaro
- Chiara Crozzoletti - Nunzia
Maria D'Andrea -
Lew Da Dalt - Giovanni
De Gattis
- Antonella
De Marco
- Mario De Rosa - Ivana
Dell'Ali
- Gilda Della Corte - Luisa
Di Paolo
- Mauro Domenella - Matteo Dondi - Stefano Duranti
- Lisa Eugelmi - Luca Falchi - Angelo Fanoli -
Gianni Fassina - Barbara
Ferrando
- Francesco Ferrante - Giovanni Formaggio -
Domenico Formaro - Marzia
Fornari -
Maria Grazia Frassi - Piera Fumagalli - Giacomo
Fumarola - Adriana Gallazzi - Alessandro Garella -
Emanuele Gargiulo - Francesca
Gatti -
Roberto Germani - Cesare Gnech - Rosa Grandi -
Esther Gratton - Patrizia Griggio -
Ivan
Grossi -
Annamaria Flavia Iacomelli - Pellegrino Iannaccone
- Emilia Iannone - Vincenzo
Imperato
- Giovanni Inghirami - Stefano Introini -
Milvia
Lauro -
Valentina Locatelli - Sergio Macciocu - Alessandra
Macrì - Ivonne Maestroni - Maria
Maggino -
Claudio Malatini - Edoardo Malvenuti - Luigi
Manfrecola - Chris Mao - Elsa Marangoni - Fulvia
Marconi - Teresa
Mariniello
- Umberto Marsili - Filippo Marzii - Giuseppa
Masilla - Francesca Caterina Matricoti - Giorgio
Mazza - Roberto Mestrone - Costantino Mirai -
Francesca Mirri - Mauro
Montacchiesi
- Maria Maddalena Monti - Teresa Montobbio -
Massimo Moretti - Annamaria Moruzzi -
Giulio
Musenga -
Anna Naletto - Cristina
Nardin -
Annamaria Nazzaro - Wilma
Venerus Ninotti
- Mery Nordio - Carla Noro - Davide
Orsi -
Maria Piera Pacione - Gabriela Pannia - Salvatore
Paolino - Massimiliano
Pegorini
- Michele Piacenza - Massimo
Pini -
Marina Pizzo - Andrea Polini - Genoveffa
Pomina -
Diego
Maria Porena
- Rachele
Protasi -
Elisa Ramazzina - Guido
Ranieri Da Re
- Mario
Relandini
- Paola Riccardi - Carla
Ricci -
Francesca Tavani Riggio - Roberto Risso -
Carmela
Rita Romeo
- Lucia
Rossi -
Andrea Rossi - Concetta
Tiziana Saffioti
- Sonia Salamone - Emanuele Sale - Orazio
Sanfilippo - Maurizio
Santini -
Domenico Semisa - Carla Silla - Carlo
Smeriglio
- Irene Sparagna - Alessandro Staderini Busà
- Romina Tamerici - Gianluca Taranto - Carla Tedde
- Claudio Tedeschi - Angela Maria Tiberi - Stefano
Tonelli - Doriana Tozzi - Eva
Tiziana Tusa
- Diego Verra - Immacolata Venturi - Elisa Viapiana
- Mario Vierucci - Marco
Vigna -
Paolo Villa - Bertha Elvira Viqueira Martinez -
Maria Teresa Vivino - Simonetta Zana - Michela
Zanarella - Gino Zanette - Stefano Zangheri -
Antonio
Zannino -
Nereo Zavagnin - Matteo Zumiri
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- Antologia
del Premio Letterario Il Club dei Poeti 2008 -
14x20,5 - pp. 172 - Euro 18,00 - ISBN
9788860376794
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-
- Come
avere l'antologia
|
- Presentazione
-
- Il luogo della
scrittura contemporanea è il luogo della
chiacchiera. Se siamo onesti dobbiamo riconoscerlo.
Basta scorrere l'elenco dei nuovi titoli
pubblicati, dei best seller sparpagliati a destra e
a manca dalla catena distributiva dell'industria
culturale. Trovi che ogni giornalista scrive un
paio di libri all'anno (e chiacchiera, chiacchiera,
banalità di banalità rivestite di una
patina letteraria). Ci si mettono i politici, con
una presunzione di verità che sarebbe
comprensibile e magari anche tenera nei bambini, ma
non certo nei rappresentanti (ahimè!) della
collettività. Ci si mettono i ricercatori
seri ed improvvisati, gli psicologi e gli
psichiatri seri e da salotto, i critici, le
prostitute e persino i poeti.
- C'è una
sostanziale differenza fra i poeti e tutti coloro
che scrivono: i poeti vorrebbero scrivere cose
inutili mentre gli altri vorrebbero scrivere cose
utili. Il vero poeta sa che la sua arte non
è necessaria all'esistenza ma indispensabile
per vivere. Per la sua vita, soprattutto,
poiché il lettore non sa che per la sua
&endash; di lui -, la poesia non è
necessaria, ma indispensabile. Leggere poesia
è, in un certo senso, ascoltare il silenzio,
mettere fra parentesi tutte le parole che assordano
la nostra esistenza di giorno e di notte e
ritagliarsi un tempo senza tempo, una parola che
dice ma non dice, perché è la parola
del silenzio che colma di sé l'intero spazio
e l'intero tempo vissuto. Dunque, la poesia
è fuori dal tempo e dallo spazio
perché necessita di un tempo e di uno spazio
che non possiamo sperimentare con i sensi. Se
dunque non è nella realtà, non
è voce, non è certezza, non è
fenomeno, non è nulla di funzionale alla
dimensione, reale o allucinata che sia,
dell'esistenza. La poesia non tollera infatti
compromessi: essa è tutto lo spazio e il
tempo, oppure non è. Si stacca dalla
realtà perché è un'altra
realtà, incomprensibile nel mondo delle voci
e del chiacchiericcio. Incomprensibile e negata,
proprio perché non serve a nulla. Nessuno
acquista la poesia: il suo prezzo non c'è.
Si acquista un libro, che potrebbe essere anche
bianco, ed acquistiamo però soltanto lui,
l'oggetto cartaceo, perché la poesia non
necessita di libri. I libri di poesia sono soltanto
la testimonianza dell'esistenza della poesia, un
supporto. La poesia è gratis, è "per
grazia", è una grazia, un silenzio. Nessuno
può stampare il silenzio. Se acquisto un
libro di storia, questo serve a un sapere, non mi
dice nulla sul silenzio, su altre dimensioni
spazio-temporali, è fatto per essere utile,
per stare dentro questo spazio e questo tempo. Il
libro di storia, così come ogni altro libro,
non rappresenta qualcosa che sta fuori dalla
realtà, ma anzi un discorso intorno alla
realtà, sulla realtà, dentro la
realtà. La poesia invece la avvolge, avvolge
lo spazio e il tempo; li avvolge e li stravolge, li
dilata e li comprime, raccoglie il mondo in un
pulviscolo e dilata e penetra lo sguardo oltre ogni
barriera. Non si avvale di nessuno strumento,
neppure della voce, come le altre arti ma le
è sufficiente il pensiero. Per questo la sua
essenza è il silenzio e la voce e la
scrittura, la forma, che pure la manifestano, non
sono che protesi della poesia, non sua
essenza.
- Lo intuiscono i
poeti che pure si lasciano tradire dal linguaggio,
tentando di dare veste al silenzio con la parola,
il verso. La parola, il linguaggio, spesso
tradiscono il silenzio, ma anche là dove il
"mestiere" (di poeta) non è solido o, come
si suol dire, è ancora "emergente", spesso
è possibile intuire sprazzi di questa
realtà-altra, prelinguistica, in sé
compiuta e affascinante. Non esistono poeti
più o meno "grandi": non ci sono infatti
metri per misurare il silenzio, l'intensità
emotiva di quel mondo-altro che è la
poesia.
- Ed è per
questo che anche una raccolta di poeti "emergenti"
può riservare grandi sorprese, se il lettore
si concentra non tanto sulla forma linguistica (che
è sempre soggettiva), non sul "canone"
poetico (nel senso di apparato fonoprosodico e
linguistico tradizionalmente in uso nella poesia)
ma piuttosto sull'anima di questo silenzio che
vuole trasparire dai versi e comunicare
impressioni, sensazioni, emozioni, sentimenti,
entusiasmi estetici, ecc. che sono quanto di
più inutile al mito del benessere con il
quale si identifica il senso della vita, ma quanto
di più necessario per dare un senso al
proprio essere nel mondo (e, in definitiva, seppure
nascostamente, il "vero" benessere - posto che
siamo fra i fortunati che hanno di che vestirsi e
qualcosa da mangiare ogni giorno).
- Gianmario
Lucini
- Presidente
della Giuria del Premio
|
- Albo
d'oro della Sezione Poesia del Premio Il Club dei
Poeti 2008
-
- La giuria della
tredicesima edizione del Premio Letterario
Internazionale «Il Club dei Poeti 2008»
presieduta per la poesia da Gianmario Lucini
e
- per la narrativa
da Massimo Barile, dopo l'analisi delle numerose
opere pervenute ha stilato la seguente classifica
finale:
Sezione Poesia:
- Opera 1^
classificata «Questo è uno» di noi
di Giovanni Formaggio, Canegrate (MI). Questa la
motivazione della Giuria: «Poesia breve ma
intensa, spontanea ma insieme profonda. In soli 12
versi il poeta evoca una dimensione segnata dalla
fisicità e dalla povertà ma anche da
una saggezza e una sensibilità sopraffina
che denotano la profonda e "vera" cultura dei
poveri. È il linguaggio del gesto concreto,
della solidità del carattere che non si
esprime per artifici ma per comportamenti semplici
e insieme epici, nascosti e insieme
paradigmatici.
- Quel clima di
concretezza, di semplicità e di
profondità viene evocata con un linguaggio
che sembra scaturire da quell'orizzonte temporale,
e ha il sapore del mito, come a dire che vi sono
dei comportamenti, nella storia dell'uomo, che non
hanno tempo, che sono sempre vivi, attuali».
Gianmario Lucini
-
- Opera 2^
classificata «Piazza San Donato» di
Filippo Finardi, Bologna. L'assegnazione del Premio
è stata annullata in quanto la poesia
premiata non corrisponde ai parametri richiesti dal
bando si è classificata infatti al primo
posto in un concorso precedente.
-
- Opera 3^
classificata «I gatti» di Roberto Risso,
Torino. Questa la motivazione della Giuria:
«Curiosa poesia, questa, che assegna a delle
bestiole così anonime, come i gatti del
cortile, il ruolo di vestali di un tempo passato,
ma anche di termine di riferimento dello stesso
divenire di noi uomini nel tempo. I gatti
diventano, nella metafora del poeta, il mondo
stesso che ci vede passare e pur cambiando non
cambia mai, la cifra di un tempo che non ha giorni
né ore ma soltanto presenza che racchiude in
sé ogni giorno ed ogni ora senza poterli
possedere, così come non si può
possedere veramente i gatti, liberi e sollevati da
ogni legame». Gianmario Lucini
-
- Opera 4^
classificata «Potrei» di Irene Sparagna,
Tremensuoli di Minturno (LT). Questa la motivazione
della Giuria: «Poesia in sé già
compiuta nei primi due versi e nell'ultimo.
Paradossalmente, pur essendo brevissima, soffre un
poco di tre versi non necessari. Viene qui premiata
l'intensità dell'ispirazione, l'immediatezza
e il calore del sentimento che, in pochi versi,
esprimono una passione, pur senza erotismo, intensa
nella sua leggerezza». Gianmario
Lucini
-
- Opera 5^
classificata «Il sentiero dei rovi» di
Gino Zanette, Godega (TV). Questa la motivazione
della Giuria: «Il tema del distacco (emotivo)
è esso stesso una profonda emozione. Lo
dimostra questa poesia che tematizza il dolore di
"non sentire più", e lo descrive come
perdita e come fallimento, un qualcosa che provoca
sofferenza per l'incapacità di sentire
gioia. Non ci si rinfaccia nulla, non si odia, non
si ama, rimane soltanto la sofferenza per questo
distacco che nessuno vuole ma che tuttavia
s'incunea nella vita e la svuota di senso. Senza
colpa di nessuno, come fosse fatalità o
destino. L'essenza di questa condizione sconfina
dunque nella tragedia». Gianmario
Lucini
-
- Opera 6^
classificata «Il partigiano sul Bill» di
Stefano Introini, Samarate (VA). Questa la
motivazione della Giuria: «Pregevole il
tentativo di questa
- poesia di
riproporre un valore civile come la Resistenza, in
chiave interiore e introspettiva. La Resistenza
viene qui presentata come un "resistere", appunto,
a comportamenti dove l'etica è considerata
un metro personale col quale misurare il mondo, per
riaffermare invece che l'etica è la
risultante di una responsabilità verso il
mondo. Implicito perciò l'invito ad evitare
le trappole mentali, soprattutto quella di
considerare lecita l'elaborarzione di un'etica
solipsistica, ad uso proprio e, anche
inconsciamente, "pro domo sua", razionalizzando e
piegando le idee e i concetti al proprio tornaconto
personale». Gianmario Lucini
-
- Opera 7^
classificata «I bambini del Madagascar»
di Carlo Carlotto, Nicetto (CN). Questa la
motivazione della Giuria: «Poesia a sfondo
sociale ed etico, che ci invita a rifiettere sulle
condizioni di bambini di una zona povera del mondo,
il Madagascar, come paradigma della condizione
ingiusta di tutti i bambini del cosiddetto "terzo
mondo". Risalta in questi versi l'uso dei colori,
del movimento, dell'immagine realistica e insieme
leggera, e il contrasto con la "datità"
socio-economica, la pesantezza della realtà
sovrastrutturale e invisibile che è la
radice, la causa dell'ingiustizia». Gianmario
Lucini
-
- Opera 8^
classificata «Parla sommesso» di Rosa
Grandi, Monselice (PD). Questa la motivazione della
Giuria: «Indefinita e rarefatta l'evocazione
in questi versi, ma vi sono momenti nella vita nei
quali i sentimenti e le emozioni non hanno uno
specifico oggetto e si muovono nella nostra
psicologia senza un chiaro ambito, un oggetto
definito. Il poeta cerca di descrivere queste
sensazioni e l'effetto è appunto questa
sospensione aerea, anche nel linguaggio, che cerca
di contaminare il lettore». Gianmario
Lucini
-
- Opera 9^
classificata «I sogni dentro il vento» di
Filippo Marzii, Statte (TA). Questa la motivazione
della Giuria: «Accorata perorazione, che
chiosa in maniera forte e profetica la storia della
relazione fra generazioni. Fra genitori e figli
c'è sempre di mezzo il tempo e la complessa
evoluzione dell'essere umano che, dall'età
infantile simile all'età della pietra, si
incammina nella vita e giunge alla senilità
quasi senza accorgersene. Forse gli adolescenti non
possono capire tutto questo e l'elemento tragico di
questa poesia sta dunque nella difficoltà
della comunicazione, nella constatazione che le
parole sono troppo limitate per la nostra
complessità». Gianmario
Lucini
-
- Opera 10^
classificata «Remano» di Orazio
Sanfilippo, Siracusa. Questa la motivazione della
Giuria: «Poesia che cerca la semplicità
descrittiva di ambienti e persone, proponendo uno
sguardo di empatia verso uomini, come i pescatori,
che conducono una vita di duro lavoro. Il tutto
senza retorica, con un andamento calmo, come quello
delle onde di bonaccia e del gesto stesso di questi
uomini». Gianmario Lucini
-
- Opere Segnalate
dalla Giuria con Attestato di merito:
- «Calipso»
di Teresa Mariniello, Milano:
- Granelli di
sabbia» di Mario Vierucci,
Livorno;
- «Il suo
amore» di Mario Relandini, Roma;
- «La cara
befana» di Gabriella Pannia, Monza
(MI);
- «La ricerca
impossibile» di Pellegrino Iannaccone,
Bologna;
- «Le
menzogne del tempo» di Mauro Domenella,
Castelfidardo (AN);
- «Spettri di
gente» di Massimiliano Corrieri, Reggio
Emilia;
- «Tratta Rho
- Magenta» di Sergio Viglione, Magenta
(MI);
- «Vecchio»
di Patrizia Griggio, Portoviro (Ro)
- «Tetto di
cartone» di Pamela Lodato, Olcenengo
(VC)
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TORNA
ALL'INDICE
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- CARLA
BERTORINO
L'isola
- Ho imparato a
vivere le luci e le ombre
- Di un cielo
variato da imprevedibili giochi,
- pennellate
vaganti su una tavolozza
- dove impera il
vento.
- Ho imparato a
fondermi nelle onde,
- come un
antico scoglio affiorante,
- nella risacca
del vento del nord,
- fra
conchiglie naufraghe sulle tue
spiagge.
- Ho imparato a
penetrare le trasparenze delle acque,
- fra cristalli di
zaffiri e smeraldi,
- dimentica di
grigiori lontani.
- Ho imparato a
riscoprire sulla pelle,
- al tocco
eterno di stelle,
- vibrazioni
intense di carezze perdute.
- Ho imparato ad
insinuarmi tra ginepri e lentischi,
- premuti dai
venti, avvinti a lembi di terra rubata agli
scogli.
- Ho imparato a
mischiare il respiro
- Nel profumo
acre dell'elicriso
- e dei relitti
abbandonati dalle alghe,
- nell'aria
pungente di salsedine e di mare.
- Ho imparato ad
affidare la tristezza
- al volo dei
gabbiani e alle musiche del vento,
- alla danza
d'amore fra riva ed onde,
- al candore dei
gigli settembrini,
- ai richiami
lontani, al di là delle isole.
- Ho imparato a
vivere con te,
- ho imparato a
vivere di te.
- 1987
-
-
|
- LUIGIA
BIMBI
Interazione
magica
- Flusso
d'emozioni fra noi
- rotanti nella
sfera del tempo condiviso/
- il cervello
produce capacita semantiche/
- un gesto una
parola
- significanza
intrinseca/ affiato intimo/
- éfod
sacerdotale/
- divinità
pagana il nostro amore/
- follia dei
sensi/
- erodere il
passato nel presente/
- concupiscente
brama d'assoluto/
- il resto
è niente.
- ö
-
-
-
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-
TORNA
ALL'INDICE
|
- NICCOLÒ
BORDIN
Supplica
Riscopro la mia
tristezza
sullo sfondo gaio
degli occhi altrui
essi mi
rammentano quanto grigi appaiano
gli
arcobaleni
e quanto mute
siano
le grida del mio
cuore.
Non merito forse
anch'io la felicità?
Eppur m'appare
così irraggiungibile meta
come lo è
l'abisso per la luce
il buio avviluppa
la mia anima, e sempre più
vacilla il mio
vigore.
Non mi resta che
un legno cui aggrapparmi.
Prego...
Prego
affinché l'alba clemente torni a
sussurrarmi:
vivi di
nuovo.
-
-
|
-
URSULA COPPOLARO
- Contraddizioni
- Sento
dei serpenti nella mia testa
- a volte
la mia esistenza mi chiede
pietà,
- sento di
essere sul punto di una crisi.
- Voltando
le spalle al mondo si viene automaticamente
pugnalati...
- e
allora?
- Bisogna
sempre camminare a testa alta
- non
guardarsi mai intorno,
- forse
è questa l'unica
soluzione!!!
- Voglio
vedere le luci di una città fatta di
cristallo,
- poi
forse potrei anche dormire...
- è
così difficile non avere paura della
morte,
- ma
è altrettanto arduo non avere paura del
dolore.
- Soffrire...
- È
questo che realmente mi
spaventa!!!
- Voglio
che i miei pensieri diventino
fumo.
- È
così triste attraversare un deserto alla
disperata ricerca di un'oasi.
- Io non
ho mai visto il deserto,
- ma un
giorno sono sicura che troverò la mia
oasi.
- Lo
spero.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
MASSIMILIANO CORRIERI
- Opera
segnalata dalla Giuria
- Spettri di gente
- Mi trascino
lento
- un bagaglio
pesante,
- la
notte:
- graffiano il
cemento
- cocci di stelle
rotte.
- Mi abbandono e
sento
- soffice un
cartone,
- un'illusione:
- lacerano un
sentimento
- pezzi di rotaie
alla stazione.
- Parte il treno
del mio destino,
- un
bagliore:
- spettri di gente
al finestrino
- con le mie
stesse paure
- da vecchio
bambino.
-
-
|
- MARCO
CRIVELLARO
- La ballata della
libertà
- Dall'alto dei
bastioni
- guardo le
navi
- lontane
isole
- ai miei occhi
prigionieri
- alte cime
fumose
- rosse spiagge di
corallo
- tutto dietro
sbarre di ferro.
- E per
salpare
- mi basta una
chiave
- là nella
baia
- (troppo alte
sembrano queste murate)
- già
aspetta il battello
- basta guardare
oltre il disegno a pastello
- tutto dietro
sbarre di ferro.
- Ma ormai la mia
spiaggia
- è quella
lontana
- già nelle
macchine
- stride il
vapore
- e io qui,
sull'isola prigioniera
- ormai è
svanito il sogno più bello
- sono ancora
dietro le sbarre di ferro.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- NUNZIA
MARIA D'ANDREA
- Due di me
- Ho pensato a
te
- metà di
un intero incerto.
- Contatto di
pelle contro pelle,
- distinzione di
membra.
- Condivisione di
gocce di brina,
- posate sull'erba
di un giardino comune.
- Spartendo con
precisione attimi
- suoni e
leggerezza di sguardi.
- Studiando con
meticolosa accondiscendenza
- il sapore e
l'armonia della forma altrui.
- Facendo
combaciare alla perfezione
- figure leggere
come seta.
- Rattoppando con
mano ferma
- quel buco
nell'abito bello.
- L'una amorevole
con l'altra.
- Ombra vivida di
noi due
- che è
solo una.
-
-
|
- GIOVANNI
DE GATTIS
- La notte dei
desideri
- Nella notte dei
desideri
- si cinge di rosa
l'incanto
- profuma di erba
fresca il pensiero
- in un
susseguirsi di andirivieni di
migratori.
- Pronti al nuovo
evento
- sospesi, nel
sospiro del vento
- alimentano
l'energia positiva del risveglio.
- Lontano da
illazioni ignobili
- sconfinano nel
mistero della vita
- ansiosi di
darsi
- si concentrano
in un desiderio.
- Nella notte
limpida, la luna
- accende
l'istinto visivo
- toccando l'erba
che sa di rugiada
- sosta il
pensiero accanto.
- Tutto torna in
vita all'indomani del viaggio.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
ANTONELLA DE MARCO
- Chiaroscuro
- Non navigo
più
- nel mare
cupo
- dei tuoi
orizzonti.
- Ora
abito
- metamorfosi
- di
sguardi,
- scuoto
radici
- di
primavera
- nei
capelli.
- Allontano
visi
- che solcano
penombre.
-
-
|
- IVANA
DELL'ALI
- Fuoco
- Il ricordo
lontano di un fuoco,
- alta la fiamma e
viva la luce,
- risplende nel
cielo,
- coperto dal
velo.
- Ma si infrange
la fiamma,
- e spunta la
gamma di luce e colore,
- altro che
ardore.
- Resto intontita
al solo ricordo,
- era alta e
leggera, blu e nera.
- Soffocata e
grida,
- come
impietrita.
- Mi interrogo
ancora e non vivo il ricordo,
- è
presente e capace,
- è viva e
rapace.
- Mi cattura e mi
striglia,
- mi chiede la
vita,
- lei impera e
consiglia,
- e tutto
stravolge,
- e poi tutto
avvolge,
- nel suo caldo
calore,
- di pace ed
amore.
- Resto
attonita,
- per poi rendermi
conto,
- che non è
il ricordo,
- ma solo il
bisbiglio,
- di un'anima
sciolta,
- al sacro
calore,
- di un sentimento
d'amore.
Milano
06/01/08
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
LUISA DI PAOLO
- Mare d'inverno
- Il mare
seduce,
- il mare
ispira,
- il mare fa
rabbrividire,
- il mare fa
paura,
- in questa fredda
notte di equinozio.
- Emozione e
sentimento.
- Al di là
del mare instabile
- l'orizzonte
insegue l'infinito,
- l'onda insegue
l'onda.
- Impronte sulla
sabbia.
- Colorate
conchiglie,
- residui di vite
spezzate,
- turbano la mia
serenità.
- Un velo
malinconico
- mi porta
lontano.
- Cavalco antichi
ricordi,
- coincidenze.
- Una musica
lieve
- mi risuona nella
mente,
- estasi
lontana.
- Lo sguardo pieno
di dolcezza
- I miei occhi
scrutano
- sempre
più in alto.
- Il mio
desiderio,
- inebriante gorgo
di passione,
- mi fa perdere la
coscienza.
|
-
BARBARA FERRANDO
- Il mare vuoto
- Comunione di
bioritmi
- Passeggiamo su
un tappeto di sale
- Assenza di
guaine
- Inerme
sentire
- Nere nuvole
sprofondano all'orizzonte
- La scogliera ci
tramuta in pietra
- Eterni artisti
al nostro fianco
- Traducono la
meraviglia
- Di una magione
in rovina
- Torre
eburnea
- Signifificante
vertigine
- Sogno impigliato
tra gli sterpi
- Svanisce sulla
strada del ritorno
- Rivelami i
segreti del tuo mare vuoto.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
MARZIA FORNARI
- Vivo
- Ho
contato e ricontato i giorni
- Le sere
abitano tutte nella memoria
- Il
sapore delle mattine impasta la mia
voce.
- Mi sono
attorcigliata allo stelo del mio
vessillo
- Per
toccare e ravvivare la mia
esistenza
- Non
c'è angolo di cielo che io non
conosca
- Perché
ho percorso tutti i sentieri
- Da una
parte all'altra dell'universo
- Posso
trattenere i pensieri,
abbracciare
- La mia
anima e amarla profondamente.
- Mia
addormento piano col rumore dei miei
respiri
- Il tempo
è un amico attento e cura tutte le
ferite
- Sfioro
l'erba dei prati e la terra
umida
- è
un balsamo sulla mia pelle
- Non
c'è prima né dopo, non c'è ora
né mai
- Tutto
palpita e freme per il ritorno alla
vita.
-
-
|
-
FRANCESCA GATTI
- La forza
dell'amore
- Dio
benedica la tua giornata
- come
pure
- le
settimane... i mesi... gli
anni...;
- dove io non
ci sarò.
- La
realtà non lo permette.
- In dovuto
silenzio
- torno ad
essere sogno
- dove non
posso nuocere
- ne causare
dolore.
- E...
divengo piacevole e nostalgico
vento
- che
accarezza l'animo tuo
- al tuo
volere.
- ......................................................
- Anche
questo è amore.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- IVAN
GROSSI
- Il giorno
- Mi chiedo
spesso, all'alba,
- cosa sia il
giorno,
- a cosa serva il
giorno.
- Mi chiedo quali
scalini riuscirò a salire,
- quali soglie
riuscirò a varcare.
- Mi chiedo
ancora: ne varrà la pena?
- Non
sapendo
- se ci sarai in
cima a quegli scalini,
- se ci sarai
oltre quelle soglie.
-
|
-
VINCENZO IMPERATO
- Abitudine
- Non mi
tremano le membra
- La mia bocca
è umida e parlo
- Il cuore
batte come al solito
- E t'odio di
meno.
- Ma questo
è l'amore
- Di tutti i
giorni
- Se ne vuoi
ancora
- Non chiederne
di più.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MILVIA
LAURO
- I viandanti
ciechi
- Chi ti
sospinge
- in quella
selva
- dove
fermenta
- l'anello degli
agguati.
- Non
sai
- che dove
suona
- il corno della
ferita
- l'uccello
incenerisce?
- L'arcobaleno
- è chiuso
in un cristallo
- e nel tumulto
dei torrenti
- i viandanti
ciechi
- dissanguano la
luce.
|
- MARIA
MAGGINO
- Così
prematuramente
- Piccolo e tenero
il corpicino giaceva là nel suo
- lettino.
- Attimi prima
muoveva le mani, la testa
- e ogni cosa per
lui era una festa.
- Ma poi se ne
è andato e ci ha lasciato.
- E la sua anima
è volata lontano dove non ci
sono
- campi di grano,
di fior
- ma dove regna
l'amor... e dove un uomo bianco,
- vestito lo
prende tra le braccia e gli dice:
- benvenuto
amico.
- E voi che
restate non vi addolorate perché io
la
- pace ho trovato
in questo campo falciato
- e vi prego
mattina e sera con una preghiera.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- TERESA
MARINIELLO
- Opera
segnalata dalla Giuria
- Calipso
- Ho una
conchiglia in cuore
- come un
germoglio.
- Dono ricevuto
dagli dei
- per la custodia
dell'isola verde,
- delle sue grotte
sacre
- del coro
aranciato dalle cicale.
- Incisi sulla
spirale, segni antichi
- in lingua a me
straniera.
- Dentro ci
cresce
- la tamerice e il
mirto
- ci
vola
- la tortora
ambrata.
- Dentro non
c'è fame
- né di
abbraccio né di parola,
- che il mio
destino
- è nella
morbidezza dell'onda
- che tocca appena
e si allontana.
- Battito di mare,
lascia sulla pelle
- minuscole gemme
di sale.
- Così
senza tristezza
- guardo alla tua
vela, alla zattera
- che per te ho
preparato,
- così
senza fretta
- ricompongo i
frammenti
- del mio specchio
infranto.
- Per l'immagine
fiuttuante di me
- sul letto della
sorgente spalancata.
-
|
- MAURO
MONTACCHIESI
- In questo
giorno
- Nella
pioggia grigia
- errare
senza meta:
- sensazione
insolita!
- Ogni
foglia è muta
- ed ogni
brezza!
- Tra loro
non si vedono
- i
lampioni!
- È
silente ogni cosa!
- C'è
solo il ticchettio
- mesto
della pioggia!
- La terra
mi sembrava
- d'affetti
e di calore colma,
- nella
mia esistenza
- allorché
il sole splendeva!
- Non
più affetti,
- né
più calore sento,
- in
questo giorno,
- mentre
la pioggia grigia cade!
- Non
c'è uomo che possa
vantarsi
- d'esser
sapiente
- se la
pioggia grigia
- non
conosce!
- La
pioggia grigia,
- che da
ogni cosa
- lo rende
alieno,
- con la
sua inesorabilità,
- con il
suo dolce,
- inquietante
dolore.
-
|
-
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ALL'INDICE
|
- GIULIO
MUSENGA
- Provocazione
- Piove
tanto
- un
acquazzone
- un
diluvio
- quasi una
provocazione
- le gocce sono
tante parole
- alcune piccole
insignificanti
- altre più
grandi più importanti
- altre solamente
cadono giù
- comunque
tante
- e tutte
insieme
- una
provocazione.
- Ascolto e mi
perdo
- perché
nei discorsi che fanno
- trovo frasi che
io avrei voluto dire
- accarezzando con
lo sguardo il tuo profilo
- inseguendo un
desiderio
- goccia per
goccia
- sentirsi
pioggia
- un
acquazzone
- un
diluvio
- sentirmi
- una
provocazione
|
- CRISTINA
NARDIN
- Il senso del
meraviglioso
- Improvvisa,
- nell'infinitamente
piccolo, nell'immensamente grande,
- sempre,
- mi travolge la
meraviglia.
- Lo scintillio
del sole su una goccia,
- il ruggito delle
montagne che mordono il cielo,
- una scossa che
è brivido lungo la schiena.
- Poi, il tepore
nello stomaco e nel petto.
- Ed alle labbra
affiora il sorriso,
- frutto manifesto
della genesi
- di un'emozione
dolce.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- WILMA
VENERUS NINOTTI
- Camposanto
- Il vento estivo
sfiora i tumuli
- in silenzioso
rispetto
- Due rondini si
rincorrono
- nella calura
pomeridiana
- In lontananza i
suoni della città
- Qui solo pace ed
attesa
- "Resurrecturis"
-
-
|
- DAVIDE
ORSI
- Passione celata
- Avvolti
dall'ombra, i lumi sono vivi;
- irrompono le
tenebre del luogo in cui piego
- la mia anima, il
mio corpo.
- Tutto tace, il
silenzio conquista il mio cuore,
- non odono nulla
le mie orecchie.
- Or un sospiro
forzato, come d'un uomo
- giunto al suo
tramonto, invade la mia anima.
- Or un cuore che
batte, lento,
- tribolato nel
suo fardello.
- Sono come
smarrito, il nulla mi circonda,
- non intendo quel
che succede.
- Ecco! Odo passi
vicini
- una voce mi
dice: "è il dolore del mondo".
- Pervade in me
l'essere inerme,
- come prigioniero
della storia,
- condizioni
inestinguibile che non muta mai.
- I miei occhi si
perdono scrutando il soffitto;
- innanzi a me,
come velato, c'è l'uomo
- crocifisso,
Gesù.
- Egli
geme!
- Si incrociano i
nostri sguardi
- la sconfitta
imperversa i nostri cuori.
- Anche oggi
l'uomo soffre;
- nel Cristo
attende l'ora della morte.
- Vieni presto
Pasqua!
- Estingui il
dolore!
- Dolore; passione
che l'uomo sfugge
- non
distingue.
- Il profumo del
domani corteggia
- la mia anima,
che brama
- l'alba della
gioia.
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MASSIMILIANO
PEGORINI
- Un cane
- Vorrei un
cane,
- per parlarci di
giorno
- e uscirci di
sera.
- Un cane che
sappia:
- parlare,
- ridere e
fumare... fffffumare.
- E magari sappia
anche cambiare canale alla televisione!
- Sono pazzo?
Soonoo pazzo?
- No.
- Mi piace
sognare, ridere e scherzare,
- ma non guardare
il calcio in televisione...
- per questo
vorrei, che sapesse cambiare canale.
- Sì! Lo
vorrei proprio sotto l'albero di
Natale!
- E se per
caso...
- Se ne va in
bagno col giornale.
-
|
- MASSIMO
PINI
- Un sogno
- "La mia casa
è su questo confine orientale
- al punto di
convergenza
- di culture
differenti
- che hanno in
comune un'origine e una fine
- la mia casa
è una voce che chiama
- dall'inizio del
tempo
- tu ed io nella
ricerca di una dimora
- una dimora di
grazia
- che è
sempre sul confine innaturale
- dell'anima del
mondo
- e tutto non
può passare inosservato
- e l'amore
può avere un senso
- anche immerso
nell'odio di un tempo
- che non
riconosce più i confini
- della dimora del
mondo...
- una dimora di
grazia
- su questo
confine orientale".
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- GENOVEFFA
POMINA
- Dal baule della mia
vita attingo bei ricordi.
- Momenti felici
del nostro incontro...
- L'amore per i
figli.
- La prima volta
che ci siamo viste
- E le ho
osservate incredula e attenta.
- I caldi
pomeriggi pieni di luce e sole...
- Come tenere
fermi e mettere a fuoco questi sogni?
- Ogni fruscio del
vento, ogni foglia cadente
- Viene investita
di un prodigioso significato.
- Ma, come un
dispettoso compagno di giochi,
- la memoria ci
spinge da un nascondiglio all'altro,
- nel giardino del
passato screziato da luci e ombre.
- La giungla dei
ricordi dai contorni mal definiti,
- senza futuro di
meraviglie e possibilità...
- La nostalgia per
la fragilità della
- Realtà
del tempo volato via...
- Storia di quel
che ho perduto.
- Quello che ho
dato e quello che non ho avuto...
- Scende la
pioggia che è stanca
- Come questa mano
immobile sulla carta bianca...
- Ho bisogno di
una lavagna pulita
- Di
un'opportunità per continuare...
- So che ogni
lavagna porta l'impronta della vita,
- delle sconfitte,
della gioia e della disperazione.
- Forse sono un
po' come il vento...
- Ho sempre
aspettato una scusa per essere un poco
triste...
- Da piccola mi
sono fatta una specialità nell'essere
infelice...
- Da donna forse
non sono stata la migliore delle
madri...
- Ma adesso
l'unica cosa che percepisco
- È il
rimpianto di quello che non è
stato!
-
|
- DIEGO
MARIA PORENA
- Sentire
- Sentirsi
vuoto,
- non
sentirsi,
- sentirsi fuori,
alienato,
- sentire di
essere in un posto sconosciuto, oscuro,
falso
- sentirsi in un
sogno continuo, sentire che la vita non è
qui
- sentire che
c'è qualcosa di sbagliato,
- sentire che
esiste qualcosa ma non in questo
"mondo"
- sentire di
essere in confiitto con qualcosa,
- sentire di
sbagliare,
- sentirsi
condizionato, sentire di non essere
libero
- sentirsi
bloccato, incastrato in qualcosa di aleatorio, di
fasullo
- sentire
vaghezza, sentire lo spirito smarrito,
- sentire di non
riconoscere e di non riconoscersi
- sentire di non
capire dove finisce l'artificiale e dove incomincia
il sacro,
- sentirsi in un
luogo che non è il mio,
- sentirsi al di
là della luce
- sentirsi
incatenato dietro fredde barriere
- sentirsi
capovolto, in continuo oscillamento
- sentirsi
rincorso, col fiato sul collo
- sentirsi
tormentato, sentirsi soggiogato
- sentirsi
rinchiuso,
- sentirsi vacuo
in cammino verso niente
- sentire che il
bene è altrove
- sentirsi
distaccato,
- sentirsi
affogare, in preda alle onde di un oceano di
insipidità
- sentire
l'inverosimile
- non sentire i
sensi, sentire il non senso
- sentire di non
sentire.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- RACHELE
PROTASI
- Un sorriso in fondo
al cuore
-
- Un sorriso in
fondo al cuore
- fa star zitto
anche il rumore
- Un sorriso in
fondo al cuore
- fa gioire la
tristezza a malincuore.
- Un sorriso in
fondo al cuore
- illumina la
notte come...
- il sole quando
sorge,
- fa
volare!
- Un sorriso non
si vende e non si compra
- è
prezioso per chi lo cura
- è povero
per chi lo disprezza.
- Ogni sorriso
è unico
- perché
fatto in un momento
- e da una persona
diversi.
-
-
|
- GUIDO
RANIERI DA RE
- Vento
- Ragazzo
antico,
- faccia contro il
duro vento
- piangevi il tuo
amore.
- Il mare
mugghiava aspergendo;
- nessuno ti
ascoltava?
- Solo.
- Avverso il
mondo,
- pregavi.
- Speranza...
- Amore...
- Vita...
- Creatura
nuova,
- il vento ha
trasportato i tuoi sogni,
- il mare li ha
benedetti;
- Sposo,
- Padre,
- Uomo.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MARIO
RELANDINI
- Opera
segnalata dalla Giuria
- Il suo amore
- Ho visto il suo
amore
- ingiallire,
- accartocciarsi,
- cadere
giù
- come una foglia
morta
- in
autunno.
- Ho sperato fino
all'ultimo
- che un colpo
tenero di vento
- lo
risollevasse
- e una primavera
improvvisa
- tornasse a
lui
- con una nuova
linfa.
- Ma sperare
è vano
- contro le
impietose leggi
- che
reggono
- l'inesorabile
cammino delle stagioni.
-
|
- CARLA
RICCI
- Il dono
- Ho cercato lungo
i margini
- del fiume, il
respiro di una vita familiare
- abbracciata ad
una terra che cattura
- acqua ed angoli
di cielo.
- Ho trovato su
uno scoglio,
- un solitario
cormorano,
- l'ho osservato
per tre giorni
- imitando le sue
ali
- sulle onde del
maestrale.
- Ho vissuto gioia
e pace
- e sentito Dio
vicino:
- io coi piedi
dentro il fiume
- a contemplare il
chiaro mare
- Lui nel cielo a
incorniciare
- le colline e le
montagne.
- Ho regalato alla
mia sera
- una luce forte e
vera.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- CARMELA
RITA ROMEO
- Il Fiume
- Il letto del
fiume cullando i
- sussurri di
cristallo scorre
- sinuoso verso
nuove mete.
- Il lento
movimento dell'acqua,
- accompagna i
silenziosi respiri
- del
Mondo.
- Segue fiuido il
suo percorso.
- Pregustando
l'imprevisto,
- si prepara al
prossimo incontro.
-
-
|
- LUCIA
ROSSI
- Pioveva
- Pioveva di
quella pioggia fredda, tenace ed
insistente.
- L'acqua fatta di
corde di sale si confondeva
- con il dolore di
un quadro che impassibile
- fa mostra di
sé al centro di un muro bianco
- senza avere il
decoro né il rispetto di
nascondersi
- ma che rimane
fermo, fiero di essere il riassunto
- di tutti i
ricordi schiacciati negli occhi.
- Traboccava
acutizzando la vulnerabilità,
- scurendo
l'attitudine alla tristezza e alla
malinconia
- disarmando una
semplice e sensibile sorella di vita.
- La paura portava
silenzio e per un attimo
- breve ed intenso
lasciava crollare le ragioni
- per ricominciare
a scavare in profondità.
- Un'onda di
ritorno veniva dal prima,
- stanca di essere
nascosta, sabotava una vaga
- ed incantevole
ma sconosciuta serenità
primaverile.
- La Chimera della
Felicità Sopra le Righe
- agonizzava a
monito per chi fuggiva dalla
banalità
- di essere liberi
ad ogni costo e aldilà di se
stessi.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- CONCETTA
TIZIANA SAFFIOTI
- Febbraio
- Fiocchi di
neve
- danzano nel
vento,
- leggeri.
- S'ammucchiano
- in un
prato
- e si
dissolvono.
- Sull'asfalto
scuro,
- impallidito,
- qualche
passo
- schiaccia quel
biancume.
- Rombano i motori
indifferenti,
- veloci,
- sull'autostrada.
- Son pochi gli
alberi
- che
abbracciano
- il suo
gelo:
- Febbraio
piange
- coriandoli
incolori
- sopra il
grigiore
- d'un mondo di
cemento.
-
|
-
MAURIZIO
SANTINI
- Come un'Idea
- Un suono nel
buio cerca
- di comprarsi la
realtà
- come se la sua
esistenza
- avesse bisogno
di conferma.
- Una perla nel
buio del mare
- ha motivazioni
più grandi.
- Nascondendo il
suo valore
- incrementa la
sua realtà.
- Non posso
semplicemente
- pensare di
decidere da solo
- le regole del
gioco?
- Focalizzando i
pensieri
- posso arrivare a
subire
- risultati
diversi.
- Il buio è
accogliente
- ma la luce
è calore
- come se dal
vascello dei miei pensieri
- avvistassi il
nuovo mondo.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- CARLO
SMERIGLIO
- una nuova
costellazione
- (il faro, la mia
anima & le stelle)
- stavo giocando
il gioco
- d'immaginare il
bacio
- tra venere la
stella
- e di vulcano il
faro
- ma zero retta fu
la previsione
- poiché le
loro labbra d'astri
- di sbieco
all'improvviso
- trovarono
l'unione
- nella sera
tersa
- le luci
immateriali
- in stretta
diagonale
- composero d'un
tratto
- una nuova
costellazione
- io felice
inebetito
- rimasi
lì
- loro
testimone
- purtroppo
però ancora
- non ne conosco
il nome
- .........................................................
- belle, sempre
più belle, stelle.
- il carro piccolo
s'affonda nelle onde.
- l'orsa
più grande dissolve le sue
forme.
- puro pulviscolo,
sparite nella sera fonda.
- con voi,
gioiosa, la mia anima sprofonda.
- polvere di
pleiadi, spada & cinta d'orione.
- guide celesti
della nostra via.
- astri,
proteggete, in eternità
parziale,
- ciò che
noi quaggiù chiamiamo
- ed è, la
vita.
-
|
-
EVA TIZIANA TUSA
- Falsità
- Falsità,
viaggia su facce finte e serene
- di fittizie
scene, di false opere buone.
- Falsità,
finti sapori, di buoni umori, sinceri
- cuori, che sono
neri;
- Falsità
finta scena che copre ogni pena,
- che maschera la
natura vera, ipocrisia più
- sincera;
- Falsità
la giusta realtà per chi ama la
- superficialità,
per chi ama camminare sulle nuvole
- su illuse
favole, senza mai stare per terra,
- senza
stabilità sincera, senza
concretezza
- solo leggerezza,
senza sostanza, solo apparenza.
- Falsità
odiosa realtà, via da qua, via
dalla
- mia vita, che
amo sia così ordinata,
seriamente
- già
affermata di sostanza nutrita, e di
buoni
- valori
completa.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MARCO
VIGNA
- Guardami io sono il
pianista
- Le dita scorrono
tra il bianco e il nero
- Di una vita
rappresentata in rivista
- Che quasi
più nulla ha di vero
- Ascoltami io
sono il pianista
- Le note escono
da una carcassa di legno
- Il suono invece
è intimista
- Nasce da dentro
senza ritegno
- Toccami io sono
il pianista
- Sfiora le mie
dita stanche e consumate
- Suonerei per te
un raggio di sole senza vista
- Inventerei scale
mai tentate
- Ascoltami io
sono il pianista
- Non chiudere la
porta alle mie melodie
- Ti chiedo sono
un po' di compagnia mista
- Ti chiedo solo
di farmi capire.
- ö
-
|
- ANTONIO
ZANNINO
- L'uragano
- Un bimbo in
cortile è un po' annoiato, gioca a
pallone.
- Il cane abbaia,
non c'è nessuno, ma forse ha
ragione.
- Un cielo scuro
all'orizzonte lascia sgomento,
- una massa si
muove, un po' minacciosa, spinta dal
vento.
- Il contadino
alza lo sguardo, ha udito un tuono,
- mano alla fronte
scuote la testa: niente di buono!
- Ondeggia troppo,
un po' spaventato, il campo di grano,
- lo sente
arrivare, è molto vicino, è...
l'Uragano!
- Vicino al bosco
una pianta di pesco, è da poco
sfiorita,
- radici ben salde
dentro al terreno, attaccata alla vita.
- Avanza,
leggiadro, molto elegante... 'na
ballerina...
- Ruota quel
vortice spinto dal vento, oramai
s'avvicina.
- Sembra un
gigante con un solo occhio, il cielo
s'oscura,
- tutti, di corsa,
cercan rifugio con tanta paura.
- Non ha avuto
scampo chiuso in prigione un piccol
coniglio,
- che triste
sorte, quanto spavento in quello
scompiglio.
- Piange una
madre, il suo bambino è rimasto di
ghiaccio,
- lo stringe al
petto ancora una volta, un ultimo
abbraccio.
- La lumaca
cammina, indisturbata, s'è accorta di
niente...
- Si guarda il
disastro e si ricomincia, tenendolo in
mente
- Il contadino
guarda stordito: le sue spighe d'oro!
- Ma non
s'arrende, è molto ostinato, si rimette al
lavoro.
- Una battaglia,
succede spesso, si ricorda ogni tanto,
- lascia sempre
dei morti, lascia sempre qualcuno spossato del
pianto.
- Vicino al bosco
una pianta di pesco! Sarà ancora
fiorita!
- L'eterna lotta,
l'eterna guerra, tra la Morte... e la
Vita!
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Se
non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
numero 0298233100 oppure
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iBS
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-
RISULTATI
DEI CONCORSI
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