Le antologie dei concorsi
de Il Club degli autori
ii
Antologia del concorso letterario
Age Bassi 1998

Anita Abbramo, Claretta Angiargiu, Michele arpino, Massimiliano Badiali, Federico Barlone, Mariù Baso, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Luca Bosco, Maurizio Boso, Mario Capucci, Giuseppe Caputo, Angelo Carrieri, Fabrizio Ceccarelli, Alma Chiment, Simone Cialdi, Rosalia Colella, Gianni Colombo, Giuliano Corsi, Paola costa, Giannina D'Amelia, Giusi De Luca, Andrea De Micheli, Silvestro De Simone, Riccardo Dellosta, Andrea P. Di Felice, Francesco Diquigiovanni, Antonio Favruzzo, Giancarlo Frainer, Gigliola Franzolini, Stefano Galassi, Franco Gilardetti, Gianluca Leva, Matteo Lolli, Giordano Lupi, Lucia Lupini, Antonio Maldera, Demetrio Morabito, Giovanna Mulas, Rino Passigato, Maria Pelliccia, Ennio Perich, Cristina Pitto, Antonella Pizzolante Fanelli, Francesco Porcino, Daniela Raimondi, Elisa righetti, Maria Luisa Romiti, Marco Sandre, Adriano Scandalitta, Adriana Scarpa, Massimo Seriacopi, Iolanda Serra, Luca Solagna, Roberto Spoldi, Clelio Tonioli, Liliana Valentini, Marco Valerio, Moreno Veronese, Andrea Visioli, Masimo Vittorio, Antonio Zocchi
 
 

Claretta Angiargiu
 
Solitudine
 
La solitudine è...
un buco profondo
al centro dell'anima,
l'agghiaccia,
la fustiga,
la deflagra
e quando svilita
dall'inconcepibile
più nulla
ho da chiedere,
perché più nulla
ha valore,
ecco...
arrivi tu,
col tuo sguardo
immenso
dove riverbera la mia
vita.
E quando te ne vai...
è solitudine.
 
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Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
 
Ci sono giorni...
 
Ci sono giorni
come questo
in cui
la mancanza di te
- la crisi di astinenza
che mi dà
la mancanza di te -
è
pura e terribile,
fa salire in gola
l'eco di pianti dimenticati.
 
Ci sono giorni
come questo
azzurri e perfetti
che graffiano l'anima
con artigli sottili,
così sottili
che solo io
posso avvertirli
 
Ci sono giorni
come questo
in cui la tua assenza
inonda tutto
occupa
ogni angolo segreto
si impadronisce
delle parole
e dei silenzi.
Inonda tutto.
 
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Alma Chiment
 
La brasiliana
 
Tra le mani un ritratto, ingiallito dal tempo,
mi narra di te ancor giovinetta
quando eran lunghi e raccolti i neri folti capelli
dal sorriso baciate le rosee morbide labbra
e sgranati e vivaci i profondi occhi verdi.
 
Socchiudo gli occhi e rivedo - oggi -
l'amato tuo volto ove il tempo, in piccole rughe,
ha in esso scolpito il lento suo palpitare.
Son sempre lunghi i tuoi bianchi capelli,
vivaci e colmi d'amore gli occhi birichini
e di baci non prodighe, ma dei silenzi maestre,
le morbide labbra dal sorriso sempre sfiorate.
 
Odo la cara tua voce che sommessa rinarra
di magici luoghi e di profumi lontani
insegnandoci ognora - con ombra di fiaba -
il rispetto, il coraggio e l'amor generoso.
 
...ed ora, seppur stanca ti vedo, ammiro
le tue instancabili mani - preziose più dell'oro! -
intente a creare fragili trine per i nuovi bimbi
che, immobili e accoccolati ai tuoi piedi,
ascoltano e sognano di terre incantate e lontane
mormorando, mai paghi: «Ancora... ancora Nonna Bis!».
 
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Simone Cialdi
 
3° classificato
 
Malinconica e stordita
la pallida luna era salita in cielo
e stanca per il lungo viaggio
restava immobile sognando la notte,
poi, distrattamente,
i suoi raggi bianchi illuminarono la spiaggia
e sulla sabbia bagnate dal mare
scoprirono distese le tue gambe
e risalendo lungo i fianchi
sfiorarono poi il tuo viso e le tue labbra
mentre ancora tra i sogni
rimanevi altrove.
Fu così che la luna,
senza più indugiare,
si tuffò dalle nuvole del mondo
e felice, svanì nel buio.
Cosa fece negli abissi
è un suo segreto,
ma quando riemerse
piena di luce inondò il cielo di colori
ed una lieve brezza
mosse gentile i tuoi capelli,
a quel tocco
lentamente
si aprirono i tuoi occhi
e con un dolce sorriso
ti svegliasti insieme all'alba.
 
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Giannina D'Amelia
 
Spiraleggiante tautologia
infinita voluta della
struttura di definizione,
l'estensione astratta
oltrepassa il linguaggio
per esplicarlo.
Nell'immagine del movimento infinito
delle variazioni, danza.
 
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Immobile,
eppure viva
si confonde la materia
dei pensieri con il tempo
che trascorre lento.
 

 
L'assenza del corpo,
essenza della continuità
e unica causalità
che definisce l'anacronismo,
si sviluppa costante
e precisa la collocazione.
Paradosso:
Il pensiero pensa se stesso.
 
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Francesco Diquigiovanni
 
Il cucchiaio forato
ovvero
la capacità di comprendere
 
C'è una mosca nella mia minestra.
Suicidio penso e,
Col cucchiaio forato,
La sposto.
 
Lento mulinello del braccio
Dal piatto sempre pieno
Alla bocca mai saziata
Dall'inutile cucchiaio forato.
 
Dal buco del cucchiaio
Guardo il mondo
Cadere giù
Senza saziarmi.
 
Torno allora al mio piatto
E ragiono su come,
Tra tanti,
Anche una mosca possa aver ragione.
 
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Stefano Galassi
 
Cara Annalisa
 
Mentre ascoltavo il vellutato profumo del mare
scorrermi fra le dita timide asciutte,
rincorrevo i tuoi pensieri a volte
stanchi così come vecchi gabbiani
ancora indissolti nell'annuvolarsi lento e
silenzioso dell'orizzonte tiepido.
Quasi il cielo percorso da inevitabili
sospiri rosa rossoazzurri,
sembrava accarezzare come un eco
il tuo lento vivace respiro accomodarsi
sulle gambe dorate del mare.
Il fluttuare delle onde,
come del vestito di una ballerina
un po' stanca silenziosa scalza,
si ridipingeva quasi lentamente
nel tiepido odore di sale,
quasi sospinto dall'alito tiepido del meriggio
che inondava i capelli ormai intrisi di salsedine.
Volevo accarezzarti, volevo ascoltarti
come del vellutato profumo del mare,
volevo che la magia del tuo sguardo
si ripetesse dolcemente ad ogni sospiro di sole,
mentre teneramente sognavo di accarezzare
la tua pelle umida.
 
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Lucia Lupini
 
Una passerella
 
Una passerella
la riva del mare
in estate,
passerella di vita:
bimbetto
bocciolo di rosa
al sole
generoso di luce;
più grandino
s'ingegna
e fa castelli;
rari giovani
ed adolescenti
tutti riuniti
greggi in stazzi
nello chalet
Kibbutz;
il corpo
dei più
che sotto i panni
ben si celava
mostra ora
come il tempo
via via
scempio
va facendo
di quelli
che furon
corpi torniti e snelli
carni fresche.
L'onda
che carezzò
l'orma gentile e snella
tosto
cancellerà
quella ossuta e incerta.
 
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Maria Pelliccia
 
Mistero d'amore
 
Fascino di mistero
negli occhi
di bimbo sorpreso
a scoprir e la vita
al di là
delle cose che ammira.
 
Incanto
soave
espresso
sul volto di donna
che trepida canta
nenie
antiche novelle
celando nel cuore
un sogno
remoto
d'amore.
 
Mistero
di bimbo
incantato
a sognare
a sentire
favelle diverse
succhiate
sul caldo di un cuore.
 
Spuntano
tremule stelle
a vegliare
la notte d'attesa
che schiude
il mistero d'amore.
 
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Ennio Perich
 
Femmina
 
Ti vedo
bella
come tu non sai
come tu non puoi
i tuoi segni
curvi e dolci
son per la mente
piacevoli vortici
d'agitazione permanente,
anche se colorata diversamente
sei sempre attraente,
col muovere le tue anche
sei conturbante,
la mia ragionevolezza
se ne va
nella tua
morbidezza;
e sarebbe gaia
la vita a paia
se del miracolo mio…
ne vedresti dio!
E insieme
mia Regina
regalarsi sempre
come prima...
ti ricordi
quel bel momento?
ma sì...
era l'inizio del sentimento...
allora...
non avrò nessun pentimento!
 
firmato: Il Maschio
 
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Antonella Pizzolante Fanelli

 

Quante volte avrei voluto

 
Tu non sai quante volte
Confusa ed estranea
Mi sono persa in questa vita;
fugaci pensieri mi attraversavano come brividi di freddo.
 
Tu non sai quante volte
Il fulmine che squarciava il cielo
Mi ha colpita tra la folla;
è un dito che ti indica
dopo una scelta dolorosa.
 
Tu non sai quante volte
Avrei voluto deviare
Quell'onda maestosa
Che si tuffava dentro me;
nulla più restava asciutto.
 
Tu non sai quante volte
Ho desiderato cambiare
La direzione del vento maestrale;
con un soffio, con le mani,
con tutta me stessa.
 
Ma fino a quando
Ci sarà un Qualcuno
Che comanderà i venti,
e le acque e i fulmini, e i tuoni
che rompono il silenzio;
 
forse tu non saprai mai
quante volte avrei voluto...
...ma non l'ho fatto.
 
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Francesco Porcino
 
 
Tempestoso, mare
 
Non so come, sulla spiaggia mi trovai, vidi il mare
contro gli scogli si infrangea. Un'esile barchetta
all'orizzonte apparve, a bordo un uomo, ed un bimbo c'era.
Vidi l'esile barchetta oscillare; perché il
crudele mare, che in tempesta era, con un'immensa onda la
ghermì. Calmo ora è ritornato il mare, ma l'esile barchetta
ormai più non c'è, l'ingrato mare, a fondo la mandò.
Sulla spiaggia, una donna c'era, avvolta nel nero suo
scialle stava, e il volto suo pieno di lacrime era.
Con disperazione, ella scrutava il mare, ma l'esile barchetta,
mai più vide, nel profondo mare si inabissò.
Singhiozzava, la povera donna, che avvolta nel
suo nero scialle stava, ma ancora speranzosa era.
In ginocchio sulla spiaggia, io la vidi
la madonnina del mare, pregando stava, ma in cuor suo
già sapea, che figlio e sposo giacciono,
nel profondo mar.
 
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Antonio Zocchi
 
Infinita mente (16-6-'98)
 
Infinita mente,
nel buio sogni,
incosciente amica,
costruisci il sonno.
Di flebile luce,
arricchisci i tuoi sguardi,
e ti nutri di sospiri,
infinita mente.
 

 
Alle guerre (9-6-'98)
 
Incredibile,
lo stupore nel leggere,
il reale irreale,
che parallelo percorre,
ogni piccolo foro.
E credevo d'esistere,
d'esser vivo e normale,
e mi trovo a pensare,
per provare a capire,
il confine del male.
Ma la mente mi svia,
e svicola sola
su deserti di sabbia,
dove nascere è combattere,
e morire per vivere.
E per questo rifiuto
e continuo a sperare
di restare il più piccolo
al confine del mare.
 
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