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È' stata stampata e spedita il 23 ottobre 1998 a coloro che l'avevano prenotata l'antologia Il Club degli autori 1997-98.
Ogni copia contiene una scheda sulla quale i lettori possono votare per almeno 10 poesie che giudicano più belle. ECCO I RISULTATI
 
 
INDICE
 
Isabella Affinito, Luigi Angelucci, Massimiliano Angelucci, Claretta Angiargiu,Vittorio Arrigoni, Melania Baccarini, Massimiliano Badiali, Sergio Barbieri, Elena B., Gianni Bariletti, Mariù Baso, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Franco Bernardini, Natalia Bertagna, Mauro Berti, Oreste Bonvicini, Giovanna Bramanti, Sara Capizzi, Ivana Caporale Cervetti, Mario Capucci, Alessandro Caravita, Delio Caravita, Maria Rosaria Cau, Martina Cavallarin, Gianni Colombo, Gianfranco Corona, Nicoletta Corsalini,Luigi Da Ros, Papik Dal Degan, Lucia Dapò, Francesco De Propris, Silvestro De Simone, Dionisio Del Monte, Riccardo Del Sole, Flavio Di Paoli, Vincenzo Di Stefano, Vincenzo Elefante, Grazia Fassio Surace,Manuela Favalli, Pierina Gallina, Roberto Garbarino, Giovanna Gelmi, Elena Giacomin, Nando Giangregorio, Pasquale Giannatempo, Davide Gorga, Goffredo Gori, Elena Guidi, Liana Hales, Riccardo Lanza, Maria Lasi, Pierpaolo Lauriola, Egidio Longhi, Mirna Luraghi, Marco Magnani, Anna Chiara Maldera, Maurizio Mancini, Maurizio Maraldi, Valerio Marchi, Marco Marengo, Federico Marsili, Abramo Martini, Ludovica Mazzuccato, Piera Memmola, Marco Mercuri, Secondo Morino, Adriana Mosca, Eugenio Mosconi, Giulio Mudu, Mario Nurchis, Maria Luisa Orsi Sigari, Antonio Pace, Massimiliano Paci, Daria Panfietti, Manuela Parini, Viviana Parolini, Antonio Pavan, Maria Rosa Pedinotti, Liliana Picchianti, Piero Pierelli, Loretta Pietropaolo, Cinzia Poloni, Dario Ravasi, Mariagrazia Rinaldo, Armando Romano, Patrizia Roncati Negri, Carmelo Salonia, Andrea Salvadeo, Anna Maria Samaden, Marco Sandre, Silvana Santi Montini, Giovanni Santoni, Monique Sartor, Mariagrazia Savonelli, Adriano Scandalitta, Susanna Schivardi, Katiuscia Segat, Roberta Selan, Iolanda Serra, Alberto Sighele, Roberto Silleresi, Marco Simonelli, Franca Soro, Francesco F. Tesoro, Alessandra Tondi, Maria Tosti, Piero Trapani, Giuseppina Varone, Pino Veltri, Sandra Vernocchi, Antonia Claudia Voncina, Giovanni Zappalà, Anna Zucchini.
 
Cliccando sui nomi evidenziati potete leggere le opere
 

 
Claretta Angiargiu
 
Un giorno per due stelle
 
Riemerge il sondato
sapore d'agrodolce,
non sono gli agrumeti
che si perdono al mio cammino
ma è un lieve sapore d'antico
che mi pervade l'animo,
ora ricordo…
non ho sognato,
due stelle che fra mille
nel cielo puntellato
avrei riconosciuto (i tuoi occhi)
e fra mille vociare
di folleggianti genti,
stipate, gremite,
la tua voce gentile
dolcissima gemma
avrei saputo cogliere…
Solo un giorno saprei vivere
come un raro fiore
che sboccia e muore.
Solo un giorno
per vedere due stelle.
Solo un giorno
per sentire la tua voce
…che dolce morire.
 
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Melania Baccarini
 
Goccia di luna
 
Il cielo stellato risplende.
Una luna ridente s'affaccia
mi abbraccia
 
e si sperde.
Ma è freddo.
 
La goccia di luna sul viso
si è fatta di ghiaccio.
 

 
Ripetimi il canto
 
Ripetimi il canto
di quando ero bambina
quello che sapeva lenire ogni dolore
quello che sfumava nel tepido sonno
bagnato dall'ultima lacrima
e accompagnava i soffici sogni
inanellati fra i capelli sul cuscino
Ripetimi il canto
ch'io possa credere almeno di esser stata bambina
ch'io possa addormentarmi
come allora un'ultima volta
piccola piccola.
 
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Sergio Barbieri
 
Ieri &endash; Oggi
 
Ieri il ragazzo dell'aquilone
correva a fronte alta
con il volto al cielo.
Correva la giovinezza
e protendeva le dita
per afferrare una nuvola
e per guidare un lungo filo
che si perdeva in alto tra strisce
e anelli colorati di carta.
 
Ieri correva il ragazzo biondo
agitando pensieri di gioia.
Correva e sorrideva:
alla vita, al futuro, ai sogni.
 
Oggi la mano rugosa che si aggrappa
al filo consunto tiene in equilibrio
un vecchio corpo che ad ogni passo
incespica e ansima nel suo patetico
camminare verso la fine del tempo.
 
Una stagione è passata, trascorsa.
I capelli hanno barattato
l'oro per l'argento.
Il cuore batte lontano.
 
Ma gli occhi lucenti di lacrime
attendono ancora ancora ancora
lassù nell'ultimo azzurro
l'aquilone colorato dei bei sogni
di una giovinezza consumata.
 
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Elena B.
 
 
 
La
poesia
che senso ha
l'anima che scappa
con un filo rosso tiepido tocca l'asfalto duro
e assorbe il calore mentre da lontano
affievolendo
sparisce
in una nube di fumo verde forte.
 
 


 
Noi siamo la nostra ombra
ma non la guardiamo mai
se lo facciamo
ci spaventiamo
perché è piccola così .
 

 
Correndo nello spazio infinito
volevamo provare
come ci si può sentire
sabbia
che scorre nella clessidra
rincorrendo il tempo
che la precede.
 
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Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
 
Sera d'inverno
 
Una farfalla
attirata dalla luce
che ha paura della luce.
Una giudiziosa
farfalla
piena di sprazzi di follia,
si avvicina
e fugge
e poi rimpiange forse
di essere fuggita.
Una farfalla intirizzita
nella nebbia dell'inverno.
 

 
Tentazione
 
Navigo
sola
su un mare
di nebbia
di notte
denso
di vapori inebrianti.
Navigo
sola,
un piccolo Ulisse
ammaliato dalle sirene.
Sola.
Nessuno mi protegge
da me stessa.
 
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Franco Bernardini
 
Terrazza sul golfo paradiso
 
Il generoso abbraccio
dei declivi rupestri
scivola verso il mare,
plasmando repentino
immemore
anfratti sculture
per madrepore e polipaie:
pozze diverse
con gole profonde
declinano in superficie
sinfonie di azzurri intensi,
vellutati, rimanti.
 
I serici vaghi chiarori
di un'alba avoriolina
trapassano Punta Chiappa,
vincendo l'eterna battaglia
sulle tenebre della Torretta,
che laggiù sbadiglia segnali.
 
Immerso tra aloe,
carnegìe ed agave,
inerte testimone sgomento
dell'impari duello resto:
troverà rivincita il faro
solo più tardi
al calar delle ombre.
 
Rituale prodigo
di sensazioni vibranti
che veleggiano libere
al di là dei candidi cirri
in compagnia
di solitudini plache
e d'un gabbiano,
dal roco verso,
che infrange ignaro
improbabili sogni.
 
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Maria Rosaria Cau
 
Caro diario
 
Caro diario,
ti affido il mio segreto.
Ora ti spiego la mia posizione,
son orfano…, da genitori separati
vivo in trasferta come un militare
son prigioniero fra i due contendenti.
Mentre loro si sfidano a duello
come un arco ben teso ed adulato
usano il mio corpo… da nobile bersaglio
e, dopo aver a lungo combattuto,
mi lascian come… un cane abbandonato
fra patatine, pizze e cioccolato.
Caro diario,
ho tanta voglia di fuggire
e raccontare al mare il mio dolore.
Oppure, volare in alto su un aereo
e libero con le nuvole parlare.
Vorrei trovare un posto sulla terra
e poter dire ai miei genitori:
«Non maledite il giorno che son nato
perché il vostro amore…, se ne è andato,
ma datemi soltanto un po' d'amore».
Dicono: «Chi fa il cattivo, và all'inferno».
Ma non può esistere un inferno peggiore
per chi come me ha un solo genitore
e non può nemmeno protestare!
Caro diario,
or tu sai che piango e soffro perché
li amo tanto,
e vorrei poter diventar la fonte
che abbevera il genitore stanco,
e ti giuro, scenderei fino al mare
per inondarlo di baci e d'amore.
 
 
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Gianni Colombo
 
Aforismi
 
Indiscutibilmente la vita è una guerra, ma non si può negare che, fra una battaglia e l'altra, esistono anche dei lunghi e piacevoli periodi di tregua.
 
Dal momento che non si può conoscere la Verità, non resta che credere nella migliore bugia accettabile.
 
L'uomo vuole credere per mezzo delle religioni e far crollare la sua fede per mezzo della scienza.
 
Il progresso è sempre utile se è a misura d'uomo, e non a misura di pochi uomini.
 
Chi si sente a posto con la propria coscienza non può fare nulla per migliorare il mondo.
 
Non è il condizionamento in sé, più o meno evidente, ma inevitabile, che ci deve preoccupare, bensì la sua qualità.
 
Se amor è figlio d'affanno, come diceva
il poeta, è altrettanto vero che affanno è figlio d'amor; tanto affanno c'è e tanto amore c'è a questo mondo.
 
Spesso si diventa altruisti solo per paura dei rimorsi di coscienza.
 
L'atto del donare è indice di bontà anche se lo si compie per provare piacere?
 
La fantasia è una fuga dalla realtà,
dentro i confini della realtà.
 
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Papik Dal Degan
 
Boulevar
 
Città di Francia
pittoresco ingresso
agli inferi.
Una scommessa pretenziosa,
quale illusione mal calcolata,
lieve canto,
elettrizzante neonata poesia.
Temporale estivo
adorna le gote rossastre
& il timido seno
bianco latte
evidenzia
l'accesso colore
delle sue rosee
estremità.
Non si può lasciare il tempo
nella sua prigione,
avida & lasciva,
lungo il percorso invertebrato
della valle cerebrale
Un'esortazione a riprendersi,
una musa spodestata,
meretrice selvaggia,
un consiglio tra amici,
un barlume occulto
di rara
& saggia qualità.
Ogni definizione accettata,
ogni soluzione azzardata.
Il suo vitreo,
lapideo sorriso
celava
l'ultima proposta sensata.
Estate a Parigi:
che fregatura lasciarti!
Me ne andai baciandola.
 
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Francesco De Propris
 
Campo di grano
 
Alzare gli occhi
Guardare dentro
Scorgere
Una flebile luce
Lontana
Un fiume attraversa
La terra rossa
Zolle rimosse
Dall'aratro
Fertile terra
Del mio cuore
Dei miei pensieri
Possa io trovare
La verità
La verità è rossa
La verità è luminosa
Campo di grano
Appena aratro
 
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Silvestro De Simone
 
Emozioni
 
Malinconiche
emozioni d'autunno,
il tramonto
è un fluttuare leggero
di foglie imbrunite,
nate dalla madre terra,
dopo una breve stagione
di sole e di canto,
a lei tornano lievi.
Ritagli di luce
fra i rami spogli
rifrangono l'ombra
di esili pensieri,
nel cielo arrossato
passa silente
il discreto commiato
degli ultimi stormi.
Mentre intorno
si raccoglie la sera
s'accende timida
la prima stella.
 
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Vincenzo Di Stefano
 
Peace-maker
 
(in memoria di Madre Teresa)
 
Scarna grandezza francescana,
libera e amante umiltà di persona
terribile, pietoso Tamerlano,
vivente sacrificio per rango e dignità
di ciascuno.
 
L'intensa lucidità
del tuo fervore operoso,
un povero giornalista avea
confuso,
e così egli scrisse, commovente
refuso,
che al tuo nobile cuore,
perché mai cessasse di
palpitare,
valenti chirurghi un nuovo, fiammante
peace-maker
avevano appena finito di
impiantare!
 
Magnifica sorella
piccola donna dalla smisurata
sete,
il chiaro cielo contadino
che in un tempo remoto ti vegliò
bambina,
da divine geometrie rigorose,
in soavi carezze luminose,
presto ti recherà in dono
i fiocchi della sua neve
…e che la terra natale ti sia lieve!
 
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Giovanna Gelmi
 
In fondo
 
Da in fondo alla rinuncia
lasciatemi fare proposte nuove,
pulsanti come motori e dolci
come miele di castagno
un poco asprigno.
 
Sono poche capriole
di idee, spiritelli
pensieri capovolti.
Anche gli elfi, benefici
nascondono voci
dopo solennità di ombre
e bisbigliano visioni
di favi e magie d'aria,
sgusciando tra gli ellebori
mutano noci in chiocciole.
 
In fondo c'è soltanto
questo mio chioccolare
sommesso,
fischiato da ottoni attutiti.
Assiduo gorgoglia
dietro speranze di gnomo,
minuscole,
sapienti di cose future,
e pulsa come
bene oliati motori.
Lasciatemi fare proposte nuove.
 
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Goffredo Gori
 
Odisseo e le Sirene
 
Baciarti il seno
è come rientrare nell'eternità
di stagioni perdute,
ridare vita ai petali,
avvizziti tra ricordi
di pagine ingiallite dal tempo.
 
Come le Sirene di Odisseo.
 
Baciare il tuo seno
non sarebbe solo dare ascolto
all'eco incontenibile della carne.
 
Le Sirene di Odisseo.
 
Ho paura dell'amore:
il profumo dei fiori in inverno
mi spaventa.
 
Né io sono Ulisse.
 
Per guardare le Sirene
o andare oltre le colonne.
 
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Elena Guidi
 
A Benjamin
 
I movimenti tuoi a me ancora ignoti
cerco di capire e di cogliere in me;
«Benoni» &endash; figlio del dolore &endash;
sei stato tu…
muscoli tesi nello spasimo
della tortura immane,
rigidezza terrificante
e sconvolgente delle mani,
tese verso quella luce;
strazio interiore,
lancinante tensione dei muscoli
che più forti di me
hanno sopportato la spinta…
la spinta verso la vita
a cui tu anelavi
ed ora sgusciato sei
dal mio corpo dolorante.
«Benoni» &endash; figlio del dolore &endash;
sei stato tu…
ma tu «Benjamin» sei
&endash; figlio prediletto &endash;.
 
Ora ci sei…
ed il mio cuore trepida di gioia,
perfetto figlio dell'amore
a me ancora straniero
ma così desiderato…
e la mia vita,
con le mie tre perle nere,
stupenda è diventata
ed io ringrazio Dio
per il dolore, la fatica
e l'immensa felicità.
 
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Maria Lasi
 
L'alba della pace
 
I cieli del mondo si oscurarono
il buio non tardò a venire,
la fredda pioggia cadde
incessante sulla terra,
e questa cambiò colore.
 
Ed io piccolo albero nata
al crepuscolo di quella
lunga notte, sentivo
il cuore in gola
e non dormivo.
 
Poi giunse l'alba,
l'aurora ridipinse il cielo
il sole ritornò a
risplendere sul Mondo;
incredula ammirai la
danza dell'amore
degli uccellini in volo,
nei prati esuli fiorellini
dai più colori, all'ombra
di schegge arrugginite;
la terra riscaldata emanava
il profumo della fratellanza.
 
Guardai quei fiorellini,
li accarezzai ma non li colsi,
con orgoglio sentii le
mie radici germogliare;
l'alba era inoltrata.
 
Ed io mi addormentai serena
cullata fra le braccia della Pace.
 
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Egidio Longhi
 
Stelle, alati sospiri
dell'universo,
che luminosi
indicano la via.
Se la segui,
arrivi a Dio.
 

 
La musica… l'origine
 
Sul fiore, la luce, elettromagnetica marea,
scende e rimbalza: avvolge la tua percezione
e, in un punto sconosciuto del tuo
cervello, si fa bellezza: è l'immagine.
Incudine, martello, staffa, poi la finestra
ovale che vibra; le cellule cigliate
della coclea vengono stirate;
così nasce il suono
e in te si fa musica: più vicino,
più vicino alla sua origine:
la felicità
che ci fa esistere ed amare.
 

 
Ammiro la statura della notte.
Una costellazione brilla,
lentamente roteante.
La sua luce è scintilla,
nella notte sognante.
 
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Secondo Morino
 
Memore d'addio
 
Al vespro
nell'imbrunire
colpì
l'ultimo
fugace incontro.
Solo, attonito
memore d'addio
attesi
trapuntanti Sirio
e freddi
selenici fochi
sinché
alfin
carpito fui
da ombrosa
poetica solitudine.
 
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Eugenio Mosconi
 
Un carnevale bianco
 
Sembrano di neve
i candidi fiocchi
che, senza sosta,
vagano in cielo;
scendono, salgono,
danzano leggeri,
spinti dal vento
tiepido, a maggio.
 
Allo spettacolo,
che si ripete,
amo assistere,
come ogni anno.
 
E mi è dolce
considerarlo
un carnevale
bianco, dall'alto.
 
Soffio, ogni volta
come un bambino,
sulla sfuggente,
tenue bambagia.
 
Poi progetti,
sogni e promesse,
sempre, alla fine,
piano, vi aggancio
mentre respiro
inebriato
forte il profumo
di acacia in fiore.
 
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Giulio Mudu
 
Purezza grama
 
O uomo, che naufraghi dentro me
nella selva dei sensi
e ad ogni tentazione
anteponi il tuo ego
al cantico dei Salmi,
e con coscienza, ti spingi, di pensiero
in orge spirituali, dissacranti,
per poi elevarti
ad antitesi eccellenti
di fede, bontà e sentimento,
quando ti accende la mente
col suo estro la divina poesia,
la tua, è certo una purezza grama,
se ricadendo nel nulla di te stesso,
puoi ancora rotolarti nella fanga
di tutte le brutture della vita.
Immote stelle,
fisso lucore della notte,
io, l'ebbi in dono da Mani Eterne,
come voi, la rutilante luce,
quest'umile poesia;
libera lucerna di pensiero
che mi esalta e mi veste d'infinito.
Dolcissima Musa,
peregrino dono dell'anima,
Dionéa dello spirito,
quando mi sorprendi
con candore di sensi
in umiltà di cuore
e il mio pensiero
si libera nel canto,
con la tua voce austera
mi scuoti dal grave appannamento
e mi ridoni al senso della vita,
e ogni protervia e umana vanità
sono inumati in feretri di… vento!
 
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Mario Nurchis
 
Cormorano
 
Zuppo, scarmigliato
è sopraggiunto, impavido,
con palme adunche
sullo scoglio emergente
dalla bassa marea.
 
Libera dignità traspare
autorità indipendente
lo sguardo fiero
di natura regale.
 
Diniega più volte
arruffando e vibrando
dimenando e spiegando
in ritmico frugare.
 
Ora, statico,
lo assale sonno e nostalgia
di pesche e di voli
di tuffi e di cielo.
 
Ma se ancora
ti volti ad osservare
il pigro e misterioso amico
t'accorgi
che in un attimo
il sole
l'ha inghiottito.
 
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Antonio Pavan
 
Clausura
 
Austero e solenne s'eleva il bianco
Monastero della Visitazione,
Colla divota chiesa che lo affianca
E il fido campanil che lo sormonta,
Lungo la dritta e soleggiata via,
Lambita dalla cristallina roggia,
Che quietamente scorre sotto i ponti
della medieval fossa cittadina.
 
Il lieve sentore d'incenso e fiori
Che vagamente impregna l'aria immota
Della mistica cappella, e l'aurata
Luce che dall'alte finestre spiove
E si soffonde sulle cose intorno,
Rendono all'anima ancora più sacri
Il profondo silenzio che vi regna
E il claustrale mistero che v'incombe.
 
Soltanto nella liturgia dell'ore,
Che piamente scandisce il santo giorno,
Dall'arcuata grata che s'interpone
Tra il presbiterio ed il contiguo coro,
S'odono le angeliche prigioniere
Sussurrare le sospirose preci,
O salmodiare le gaudiose laudi,
Al diletto Sposo e divin Signore.
 
Com'eran sereni i volti e lucenti
Gli occhi e suadenti le voci di quelle
Consorelle, ch'oltre la fredda grata
Mi schiusero le delizie del chiostro.
Allora, un moto di tacito pianto
Il cor mi sciolse ed il guardo m'avvolse,
Sì che un dolce rimpianto ognor mi coglie,
Quando ripenso a quel celeste incanto.
 
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Maria Rosa Pedinotti
 
Sussurro albe
 
Sfoglio
cadenze
e ritmo
armonie,
cullando
il tempo,
scandendo
attimi e sospiri.
Illumino
pensieri
e racconto
sorrisi
a chi
raccoglie gocce
di solitudine.
SUSSURRO
ALBE
che insegnino
a risvegliare
sogni
 

 
Luccichio
 
Dolce anima
silenziosa
dove nascono
farfalle luminose
che accecano per un attimo
il pensiero,
come un raggio
che riflette,
bisettrice di luce
fra acqua e sole,
una dimensione infinita.
 
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Liliana Picchianti
 
L'amore
 
Scinde la luce
in sette colori
come l'arcobaleno,
ma sempre luce è.
L'amore è sempre amore
anche se espresso
in tonalità diverse
è luce dell'anima.
 

 
Querce solitaria
 
Querce solitaria
guardo forse
per l'ultima volta
la tua centenaria beltà,
il grosso tronco rugoso
si innalza espandendosi
in larga chioma
dalle fronde spioventi
mosse dal vento.
Mi ricordi l'infanzia
giochi altalena
sogni di giovinezza
castelli in aria
che credevo eretti
su solide basi.
Il tempo è fuggito
tu ancora rigogliosa
io canuta
frantumata la roccia
che credevo solida
attonita ho assistito
alla frana dei sogni…
Li cerco ai tuoi piedi
e non li trovo più
Querce solitaria addio.
 
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Piero Pierelli
 
Il cuore dei bimbi
 
I cuori dei bimbi attraversano
le grigie deformità umane.
Le risa dei bimbi attraverso
il suono della pioggia battente.
L'afa ricaduta dal vento di solstizio
trapassa le immagini dei pensieri
girovaghi.
Là sopra le rughe del sentiero,
un cavaliere dai ricordi gitani
passati per vie oblique.
Và verso i lumini stagliati nel cielo.
Mentre l'uccello di cristallo
dietro l'occhio vitreo,
osserva il cambiar della stagione.
Un girar di palpebre e la penombra
notturna teatro senza pubblico
assopisce nel silenzio.
Una piccola lacrima cade sul selciato
freddo della pancia del mondo.
Che è grande madre nei fiordi d'acqua
caduta dai canali rotti.
Briciole d'amore per i bimbi
acquattati sotto i fogli di cartone.
Ogni pensiero lasciato all'allegorico
circo della vita.
Con i suoi saltimbanchi tormentati
dall'orologio.
In un tempo dal pollice schiacciato,
sulla ruota che gravita sui cappelli
di carta e sulle spade di plastica,
che combattono contro l'ignoto
scudo lacerato.
Dove il filo rotto dell'origine notturna
sferza un'alba prigioniera sfuggita.
 
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Carmelo Salonia
 
A Dio solo…
 
A Dio solo appartien la vita,
ma voi ciechi assassini,
il lume perdeste del Vero Bene,
voi che mafiosi siete,
delinquenti o ladri,
morte e terror portate
nei cuori della gente.
Fermatevi, insensati, non spargete
più oltre sangue fratricida,
forse il mal non sapete
che a voi pur fate,
e delle anime perdute
il terribil tormento
certo ignorate.
Dio di lassù vi guarda,
o ignari, tristi fratelli,
che nelle tenebre,
nel male ancor vivete;
dalla terra chiama vendetta
il sangue che voi spargete.
Pentitevi, o sventurati, che sol
di violenza conoscete le leggi
e del più forte.
Voi potete, se volete, convertitevi,
e cambiate vita,
dalla Divina Luce
illuminar lasciatevi,
in voi stessi cercate,
in Dio la Vera Pace,
voi che in guerra sempre vivete,
voi che di Dio certo non conoscete
l'Eterna Bellezza,
e della Divina Pace la Dolce,
Infinita, Ineffabil Quiete.
 
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Monique Sartor
 
Percorsi di sabbia
 
Muta la geografia del deserto,
istante per istante…
leggeri grani di sabbia si perdono,
l'uno all'altro si perdono.
 
Oh! Poter essere un filo d'erba!
Ben saldo alla terra restando,
al vento sapersi piegare!
 
Non è che illusione di terra,
il deserto.
Bianco ed accecante
per breve tempo brilla
il punto estremo di ciascuna duna.
Bruciato dal sole brilla,
sopra l'ardua cifra dei simili.
I simili… sepolti dove il buio
è assenza di cielo.
Oh! Il cielo!
Poter essere il più vicino al cielo!
 
Sì, percorribile è la via
dal basso verso l'alto,
col favore dei venti.
Dal buio alla luce viaggiando,
con tutta la forza dell'aria,
il punto più vicino al cielo
lambire, baciare…
 
Per scoprire infine
che nemmeno il cielo
sa del mistero,
poiché il mistero
venne prima del cielo.
 
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Katiuscia Segat
 
Risorgo in te
 
Riemerge il sapore acerbo
dei ricordi, l'affanno, quell'ombra
oscura che offusca.
Vane le carezze del giorno,
il sole fra i borghi splendente,
e le pianure colme,
le acque e il tepore dolce.
Risuona il grido
della sorte come l'impeto
di tuoni attesi.
Cercando un varco che consoli,
in te, l'antico dono,
dove innalzare il cuore
tra rovine e rinascite.
 
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Anna Zucchini
 
La sera
 
Tu sei… immensamente bello
azzurro manto trapuntato di stelle.
Ti guardo; nella tua grandiosità
mi perdo e non mi accorgo,
che un altro giorno è finito.
E non penso; che i miei figli,
la sola gioia più vera;
di giorno in giorno
se ne vanno con la mia primavera.
Anche stasera ho atteso:
in vano, ho atteso una stella cadente.
E oggi in vano, ho atteso un sorriso.
E questo momento sfuggente
è l'unico che mi rasserena;
un giorno in meno per poter sperare,
un giorno in meno per dover soffrire.
Fuggi rapido tempo!
Corri lontano e portami via;
cancella tutto di me:
ricordi, tristezze e affanni.
Oh stelle lucenti!
Perché non esiste più niente
ed io per nessuno esisto?
…E nel buio stasera…
vorrei solo una mano sicura;
che per quello che ancora mi resta,
possa farmi credere almeno;
che in questa mia grande tempesta,
esiste un amico sincero.
 
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