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- Mirella
Abriani
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- Meriggi buttati via
-
- Ruspa mancina
- Chele metalliche
- Afa caliginosa
- Ventre sventrato
-
- Silenzio in fuga
- Congedo di scricchi
- di fruscii sommessi
- di incanti assorti
-
- Stormi sbandati
- Ramarri strabici
- Formiche rosse senza meta
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- MERIGGI BUTTATI VIA.
-
-
- Straniamento
-
- Fine di un amore
- Momento tragico e sacro
-
- Tutto sbianca
-
- E non so più chi sono
- e dopo chi sono.
-
-
-
-
- Risveglio
-
- Nello specchio quel mattino
- era nuovo il mio volto
- con lo sguardo che fu mio
-
- E ritrovai le cose
- che non avvengono mai
-
e sono sempre
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-
- Barbara
Alimenti
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-
- I sogni di un
bambino
-
- Non è la solitudine che mi
spaventa
- ma è solo il vuoto che trovo dentro
me.
- Un tunnel pieno di incertezze
- nel quel vagano oscure voci
- portandomi lontana
- da tutto ciò che un giorno ritenevo
giusto.
- Ricordo a tratti l'amore
- la sua euforica magia.
- Trattengo il respiro per sentirne il
profumo,
- ne vedo i colori;
- ma una lacrima scende
- e il sogno si infrange.
- È ora di riprendere il mio
peregrinare ignoto
- nel tunnel dove ormai so
- non troverò più
uscita,
- se per essere come il mondo vuole
- rinuncerò a vivere con la fantasia di
un bambino
- che sa donarti un'illusione
possibile.
- Come un elfo incantatore
- ti parlerà di una speranza
nuova
- che si chiama sogno.
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-
- Massimiliano
Angelillo
-
- L'alieno
-
- Vidi con occhi non miei!
- Limpida la luce che sentivo vibrare intorno
a me,
- temevo l'ignoto dell'essere dinanzi a
me
- Lui che con sana poesia
- attraeva il mio credo,
- il suo grande sapere di Padre
- colmava intensamente i vuoti della mia
ANIMA.
- Colui che parlava sapeva
- sapeva rispondere a domande ancora non
mie!!
- Le ombre della notte
- si diluivano ambigue
- al margine di luce di raggi
- la natura silenziosa ammirava l'onda d'amore
volteggiare
- nell'oblio del TEMPO
- Rimanevo io,
- a scrutare l'essere buono
- a parlarmi di gente e di popoli più
grandi di noi,
- le sue preghiere si rivolgevano al DIO
UNIVERSALE che è in noi,
- ormai capire fu semplice,
- lasciandosi andare all'ego infinito
- e alla dolcezza di suoni e di verità
nascoste dentro di noi
- tutto era diverso! Tutto ormai
comprensibile!!
- Osservai!!!
-
e vidi, con occhi ormai
miei!!
-
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-
- Antonio
Anghelone
-
- E se ti sembra
poco
-
- E se ti sembra poco
- vedere negli sguardi
- e se non sono un uomo
- è perché ho avuto
cent'anni.
-
- Cent'anni quando fumo
- cent'anni quando bevo caffè
- cent'anni sono lunghi
- e per smaltirli ho te.
-
- E te mi sei venuta
- vicino nel mio cuore
- e dentro dentro il sangue
- e ora non conosco dolore.
-
- Anche se non credo
- che tuo fratello parla male
- oggi come oggi
- mi sento di lottare.
-
- Di dire a tutti quanti
- quanto c'è voluto avere te.
-
- Sei tutto!!!
-
- E non sei solo fumo
- questo te l'assicuro
- sei un lampo a ciel sereno
- un giorno d'arcobaleno.
-
- Ti amo davvero.
-
- Scusa se questo è poco.
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-
- Claretta
Angiargiu
-
- Ombre
-
- No, non piangerò
- col mio mutismo
- guiderò le ombre
- della sera come sogni,
- su un teatrino
- le farò danzare,
- avvinte, suggellate,
- compatte.
- E quando saranno
- unite come un solo
- cuore
- Io le scinderò,
- saranno ombre piangenti
- nella loro tribolazione,
- naufraghe sulle sabbie
- dei miei bui antrati.
- Imploranti in pianti
- di pura follia.
- E quando concederò loro
- la libertà di morire,
- le grazierò, per
riunirle
- in un'infinita beatitudine.
-
-
-
- Tramonti
invernali
-
- Chiuso in sé ognuno
- Ha il suo dolore,
- qualcosa che si dissolve
- come il cinabro
- nei tramonti invernali,
- o come monti trafitti
- da raggi di ghiaccio.
- Ognuno s'avvolge
- nella sua sciarpa di foschia
- abbracciando come
- un prezioso bene
- la propria solitudine.
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-
-
- Lorella
Ansuini
-
Disperazione,
- sei dentro me
- Io respiro, cammino, vivo
- accanto a te.
- Vattene via!!!
- La mia anima grida la sua rabbia
- ed il corpo sussulta
- ad ogni tua sferzata
- Ma non c'è ribellione,
- la paura mi blocca.
- Il timore di scoprire
- di aver bisogno di te
- per aggrapparmi a qualcosa
- e nascondere una verità
- ancor più dolorosa e
- sconvolgente: LA SOLITUDINE.
-
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-
- Fabrizio
Ara
-
- La coscienza di un
poeta
-
- Se fossi un poeta dell'Ottocento
- avrei creato poesie decadenti nel
- mio tempo.
- Avrei vissuto la bohème nei miei
- boulevards prediletti.
- Avrei provato l'assenzio
- viaggiando nei paradisi infernali
- de la vie des artistes.
- Avrei creato la parola nel nome
- di Shéhérazade,
- esibito il fascino del genio creatore
- nei teatri di Parigi.
- Se fossi un poeta dell'Ottocento
- avrei confidato a Dio gli amori terribili
- della mia vita,
- gli spasmi violenti del mio cuore,
- la gioia infinita dei miei sogni.
- Avrei amato il bello e il fugace
- ricercando la vanità fra mille e due
pose
-
ma fra narcisi e sipari avrei perso la
mia anima.
- Se non fossi un poeta
dell'Ottocento
- ascolterei la Sua voce nel buio
- di una grotta.
- Pregherei tutti gli angeli
- affinché quel giorno
- potessi essere degno della Sua
luce.
-
-
-
- Antichi
sipari
-
- Scorgo
- fra i vapori della nebbia
- una dolce musa marmorea
- erta in un'antica corte.
-
E lievi segni del tempo
- nel suo glorioso abito di festa
- dipingono il grande mito
- di un tempo che fu.
-
- Scorta la musa
- la mia arte lumeggia.
-
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-
-
- Maria
Luisa Beck Peccoz Spanò
-
- Ancora e
ancora
-
- Quando
- negli slarghi
- del tuo sovraffollato tempo
- incontrerai il mio ricordo,
- l'immagine che io ho reso sbiadita
- del mio ricordo,
- allora
- sali sul cavallo infuocato
- dei desideri impossibili,
- attraversa in volo
- le rare pianure
- di angoscia e di sogno,
- scocca una freccia morente
- con le dita che tremano
- puntando ai miei pensieri.
- Quando la tua falsa freddezza
- ti abbandonerà per due
attimi
- e sarai di nuovo
- grano e uva e sole sulla pelle,
- guarda la luna
- nel cielo deserto sopra di te,
- riconosci i mille fiumi
- che mai trascorreremo insieme,
- circonda tutte le terre
- che sempre abbiamo abbandonato
- véstiti dei nostri ricordi
- frantumati, perduti,
- come una colomba agonizzante.
- Salva i nostri ricordi,
- càricali sulle tue braccia
riluttanti
- portali sempre con te
- che l'incanto del silenzio
- possa farli splendere.
- Ancora e ancora e ancora,
- per il tempo sottile
- delle nostre piccole vite.
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-
-
- Roberta
Bonelli
-
- Luce intensa appare
- all'improvviso ai miei occhi
- serrati.
-
- Musica soave, le sue parole
- gridate in silenzio.
-
- Sono le risposte alle mie
- domande mai poste.
-
- Le odo da orecchie incapaci di
- sentire.
-
- E quando il bagliore ormai si
- allontana,
- riscopro la presenza dell'angelo
- che veglia da sempre su di me
-
-
-
- Il viso di un vecchio è
-
- come una cartina geografica,
-
- dove le rughe sono le strade
-
- che solo con il ricordo può
-
- ripercorrere.
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-
- Geros
Bono
-
- Riflessione
-
- Al duro giogo dell'aratro
- lento andava il bue
- mentre il luccicante vomero
- la soffice terra rivoltava
-
- A frotte seguivano i fringuelli
- beccavano l'insetto che fuggiva.
- Eravamo soli in quella valle
- nulla tenevamo, nemmeno l'ombra.
- Cantavate voi, cantavo anch'io.
-
- Le nuvole passavano su nel cielo
- montagne bianche come neve
- seguiva il cuore mio il loro andare
- per terre lontane, tra altra gente
- dolci sogni della gioventù:
-
- A sera, quando il sole se ne andava
- e il buio nascondeva ogni cosa
- laggiù, nell'inquieto mare,
- splendeva una città di luci di
lampare.
-
- marinai, semplice gente,
- senza scarpe e poco pane duro,
- a poppa issavano la rezza
- e in coro cantavano preghiere
- antiche, canzoni d'altri mari.
-
- Adesso che molti anni son volati
via
- nel ritrovarmi tra la mia vecchia
gente
- un sol pensiero turba la mia mente
- non canto più da quei lontani
giorni.
-
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-
-
- Maria
Stella Brancatisano
-
- A mia
madre
-
- Madre
- Tu sei il bene perduto
- E mai più ritrovato,
- il porto sicuro e smarrito
- della mia vita!
-
- Vago
- Come naufrago, da quando
- Non ci sei più!
- Come foglia staccata dall'albero
-
vado ricercando i momenti
- della felicità perduta, di
quando
- non sapevamo d'essere felici,
- perché, pensavamo, che tanto
- ci mancava
- per poterlo essere!
-
ma c'eri tu, il tuo amore,
- il mio amore per te
- e tutto era così bello,
perfetto
- e straordinario, ma noi
- non lo sapevamo
- l'avremmo scoperto dopo!
-
- Cerco di rivivere nel pensiero
- Quasi come sogno irreale,
- ciò che è stato
e
- più non è, i momenti
lieti
- del cuore
- l'affetto al quale
- riscaldavamo il cuore
- come mani tese
- verso la fiamma di un camino.
-
- Oggi
- Il cuore è freddo in tanta
aridità
- E mancanza d'amore
- E
sta morendo per il gelo, nel
quale
- È costretto a vivere.
-
e il calore più non
torna!
-
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-
-
- Katrin
Brembilla
-
- Forse un
sogno
-
-
- E ti vedo
- nella mia mente
- e ti sento
- nei miei pensieri
- oggi più di ieri
-
- Ma vivo ai margini
- della realtà
- dove la fantasia
- è un poco più in
là
-
- Con questa storia d'amore
- che il vento
- non cancellerà
- che il tempo
- non consumerà
-
- Ma ci credo
- e non sarà vento
- perché ho visto i sogni
- scavalcare leggeri
- i confini del tempo
-
- Ma tu
- dimmi se ancora
- mi sto sbagliando
- dimmi se ancora
- mi sto illudendo
- o se sarà solo
-
- Un'altra valigia da chiudere
- un altro amore da dimenticare
- Forse un sogno da sperare
- forse una delle tante storie
- che ho dentro da raccontare
-
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-
-
- Silvana
Brigandì
-
- Scorre il
tempo
-
- Quando, vecchio, il tempo
- avrà solcato il tuo
- viso,
- e l'argentea luce della luna
- avrà imbiancato i tuoi
- capelli,
- tu sarai lì, stanca, seduta
- alla finestra.
- E il ritmo lento scorrerà
- ai tuoi occhi,
- e tremerà appena il cuore
- al suo ricordo.
- Il mondo fuori donerà i suoi
- colori,
- ahimè! Per te non potran
più
- brillare.
- Lontani suoi, persi, su nell'aria
- andranno,
- e porteran con sé gli
antichi
- affanni,
- la vita, e il suo sapore.
-
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-
- Tiziana
Cincinnato
-
- La mente è un labirinto
- di scatole di cartone
- roventi.
- Immagini di buchi neri
- nelle pareti scivolano.
- Salvami dalle fiamme
- dei passati ricordi!
- Accorri con la tua dolcezza
- ostinata e tenace.
- Brucio senza le tue fresche mani
- sul mio corpo pauroso, deluso,
- spoglio di abbandoni convincenti.
- Mani lisce, che sanno amare,
- stringere, scrivere, scivolare,
- cercatrici d'oro nell'arido
deserto.
-
-
-
- Vittima del carnefice ormai
- giustiziato dal tempo
- corpo senza primavera,
- morto nel ricordo
- respingi la musica del cuore.
- Mani rugose, incallite, egoiste
- solcano i pensieri turbandone
- Ía pace.
- Vecchio ladro tradisci la saggezza
- pur di godere.
- Pacato, il viso contratto,
- inganni il tempo di una bimba
- già donna,
- in un lontano pomeriggio d'estate.
-
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-
- Mercurio
D'Aloia
-
- Radici
-
- Tra case che conoscono
- la sofferenza dell'alba
- e il riposo della sera.
- Per vie che conoscono
- storie di genitori
- e si aprono a speranze di figli.
- Tra mura sofferte, vissute, amate,
- per strade battute da passi antichi e
pesanti,
- sotto un cielo che palpita, intriso di
sentimenti
- lontani,
- respiro vite di altri e cammino felice di
esserci.
- Mi fermo, sentendomi ora parte di questo
paese
- e mi accorgo di potermi ascoltare
- senza dover parlare.
-
-
-
- Diventar
uomo
-
- Quando dimenticherò
- il tuo sguardo di frasi velate,
- il tuo sorriso di carezze profonde,
-
- quando dimenticherò
- le tue lacrime di gioia comune,
- le tue labbra di foto antiche ma ancor
vive,
-
- quando dimenticherò
- i tuoi impeti d'ira come guida
sicura,
- il tuo prendermi per mano come caldo
rifugio,
-
- quando dimenticherò
- i tuoi enigmi di un continuo
rinnovarsi,
- il tuo cuore di un completo
stimolare,
-
- quando dimenticherò
- la tua vita, il tuo essere,
- di eterna linfa per me vitale,
-
- avrò dimenticato
- di essere diventato con te
- un uomo!
-
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-
-
- Paola
Del Giudice
-
- Il sogno di
ieri
-
- Ritmo di morte.
- La sua musica suadente si insinua nei
pensieri.
-
e striscia la lacrima sulla tua pelle
di fuoco,
- mentre le labbra strappano un pezzo di
vita.
-
- Il sogno di ieri, come legno che
brucia,
- si frantuma come cristallo sul
pavimento.
-
- Rimbomba la mente per un proiettile
sparato.
- Agonizza la vita nel tormento del
nulla.
- Paura nelle pupille candide.
- È catarsi annunciata: la farfalla
torna crisalide.
-
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-
-
- Luca
Di Gregorio
-
- Altrove
-
- Voglio ritrovarmi
- se ci sono ancora.
- Tu hai disperso le mie ceneri nel
vento
- ed hai vissuto il tuo io altrove.
- Con indifferenza hai eretto
- un castello vuoto sulle mie rovine;
- e contemplo il segreto di spazi mai
conosciuti
- mentre lune eterne si perdono nelle vuote
stanze.
- Poi il silenzio.
- Antico protagonista di notti senza
tempo
- ti cerca, senza risposta
alcuna
- Qui non c'è più
nulla.
- Qui non c'è più
nessuno.
- Echi deserti e illusioni profanate
- riempiono le stanze.
- Io sono altrove.
- Dove tu non saprai mai,
- dove tu non potrai mai.
-
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-
-
- Claudia
Di Martino
-
-
A mio
figlio
-
- Quanto tempo è passato, dagli anni in
cui tenevo il mondo in mano.
- Avevo sogni, progetti, idee e l'età
della completa immaturità.
- Non avevo paura per niente, della morte
della vita o della gente.
- Ero spericolata in attesa di grandi
emozioni,
- ho ancora le cicatrici di quelle
sensazioni.
-
- Vivere è stata una storia fatta di
persone, ragazzi, amici, amori
- Storie pulite ingarbugliate
- Storie finite e dimenticate
-
- STORIE STORIE STORIE
-
- Storie poco vissute, per cercare quella
storia tanto bella da raccontare;
- magari in un libro per farti
sognare.
- Gli anni sono passati, la paura della morte,
della vita, della gente,
- si fa sentire duramente, come un lupo
affamato.
- Questa sete di successo, mi ha portato
dentro a un cesso,
- ad espellere quell'alcool bevuto per
dimenticare
- una realtà che fa male,
- alla nostra generazione che si circonda di
finzione,
- per non far vedere quanto è profondo
il suo dolore.
-
- E quindi Figlio mio, non dire che non ti
potrò capire
-
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-
-
- Gabriella
Di Oto
-
- Mi porti con
te?
-
- Mi porti con te
- tra l'onda della vita
- nello spasmo della carne,
- alla ricerca continua di quel
richiamo
- che irrora la fonte del tuo essere?
-
-
Così vitale nell'oasi del
tramonto
- l'accarezzio leggiadro che bacia le tenere
gote
- al sospiro di ciò che è
vissuto!
-
- Amore, tenero amore,
- tu che richiami il mio corpo
- all'apertura della sua corolla,
- dove un piccolo petalo
- suggella l'incontro di ciò
- che incontaminato deterge il tuo
volto!
-
-
-
- Felicità
-
- Felicità
- ti apparti dal mondo
- e come rugiada
- bagni i solchi dell'esistenza
- nel sudario d'amore;
- felicità
- ti ricerco giovinetta,
- tra le braccia amiche,
- nello sponsale abbraccio della
vita;
- felicità, amica sconosciuta,
vissuta,
-
o conosciuta nell'emigrar
risposta
- ai tuoi fugaci sensi?
-
- Oh felicità, cara
felicità,
- rivista in quel sottile grembo
- dove una madre bacia il figlio,
- fa sì che la tua
felicità
- sia il vessillo dell'infinito
vivere
- in quell'oasi dove tu sia il solo
ristoro
- Sì, felicità
!
-
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-
-
- Angela
Dibuono
-
- Incomunicabile
-
- Quante volte, barcollando,
- cerchiamo noi stessi negli altri
- che crediamo d'amare.
- Ma quegli altri restano
- dietro lo specchio opaco
- dell'incomunicabile.
- Come personaggi sconosciuti
- non ci vedono e noi
- al di qua dello specchio
- a raccontarne i frantumi.
-
-
-
- Come un
alano
-
- Ho impiegato anni per decifrare uno
sguardo
- Strano misto di tristezza e di rabbia, il
mio cane
- Ora il suo guaito ancora lo sento
- In certe sere, nell'urlo del vento
- Come un singhiozzo, come un
lamento.
- Hanno la stessa espressione
- Certi occhi di bambini
- Cuccioli imbrigliati in catene di
abusi
- Frustati ingiustamente
- Con la rabbia in mente.
- Poi come Pietro Maso
- In tanti con la mente inquinata
- E i rivoli di sangue
- Diventano fiumi.
- Nessuno pensa all'ecologia
- Del bosco fitto dei media
- Se la violenza dilaga
- L'innocenza scompare
- Il non senso assale.
- E poi qualcuno inciampa nel vuoto
- E qualcuno parte la prima volta
- per gioco
- E da quei viaggi ritorna volando
- E troppo spesso cadendo.
-
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-
-
- Annamaria
Emanuele
-
- Anoressia
-
- Ho contato le tue ossa
- in quei giorni, Maria!
- Le vedevo proprio tutte
- ed ogni mattino uno di più.
- Ti vedevo svanire
- come un sogno all'alba,
- come un fantasma smascherato,
- ma non chiedevi aiuto.
- Traspirava la tua pelle
- di carta velina,
- un misto di gioventù e
sconfitta;
- rami secchi le braccia stanche,
- agitati nel vento
- di una tempesta solo tua,
- ma non volevi aiuto.
- Ho contato le tue ossa
- in quei giorni, Maria!
- Poi le hai contate anche tu
- ed hai scoperto con orrore,
- quanto fosse inaridita la tua
pianta
- senza la vita addosso.
-
- Come sei bella oggi, Maria!
- Fatti guardare!
- Hai nuovamente gli occhi blu
- e nel viso tondo,
- perle bianche affiorano,
- quando i ragazzi ti guardano.
- Hai venti anni e mostri a tutti
- la ritrovata gioia di vivere.
-
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-
-
-
- Luana
Fazzini
-
- Brividi di
eternità
-
- Chiudi gli occhi, anima mia
- chiudi gli occhi e ascolta
- Ascolta il respiro della Terra
- che sale fino al tuo cuore e
insieme,
- all'unisono, si fondono in un
pulsante
- brivido di eternità
- Chiudi gli occhi, anima mia
- chiudi gli occhi e ascolta
- Ascolta cosa dice l'impetuosa
energia
- del Mare,
- quando sposando l'inverno,
- partorisce tutta la sua maestosa
- potenza
in un'inesauribile
- brivido di eternità
- Chiudi gli occhi, anima mia
- chiudi gli occhi e ascolta
- Ascolta il canto incessante
- dell'Aria, dell'Acqua,
- del Fuoco e della Terra,
- che unendosi in un
- amplesso magico ed irreale
- si trasformano in una
- Fonte di Vita,
- sorgente di un infinito
- brivido di eternità
- Chiudi gli occhi, anima mia
- chiudi gli occhi e ascolta
- Ascolta il grido disperato
- delle tue sorelle anime
- vaganti
perse
illuse
- ma mai tradite
- Chiudete gli occhi, anime mie
- chiudete gli occhi e
ascoltate
- ascoltate
ascoltate
- in una Comunione di amore
-
di brividi di
eternità!
-
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-
-
- Michele
Fé
-
- Il risveglio di
Badu
-
- Da orizzontale a verticale la sua fronte
- pianula passò
- l'occhino pisulo la cipicchia vinse
- e con la schiena volta al capezzale
- la gotina ponfola stirò:
- in quella smorfia sorda vinse lo
sgomento
- del ritrovarsi catapultata in altro
tempo.
-
- I suoi piedini puzzoli la condurranno
- a quella vetta
- in società a lei nemica
devastante
- nelle mura della lugubre fortezza
- ennesimo giorno cupo ed
inquietante.
- Il suo nappino drizzolo respirerà
- quell'aria satura
- di perbenismo e facile progresso
- la bocchina mammula l'antidoto, la
cura,
- parlerà di uguaglianza e
libertà fin
- dentro al cesso.
-
- Quando nel lombino trillulo sente
- la martellante campana
- si alza in piedi avviandosi
all'uscita
- la bazzina punzula spunta fuori dalla
tana
- continua la battaglia della vita.
-
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-
-
- Raffaella
Franza
-
- Il tempo
-
- Il tempo
- viaggiatore parallelo
- ma viaggiatore con il tempo stesso
- fuoco:
- brucia
- crea
- genera e distrugge il tempo
- che scivola via lontano
- fermando l'istante
- che nel tempo si perde.
-
- Il tempo
- guerriero del presente
- cacciatore di un ricordo assente
- vento:
- vigila
- sfugge
- scorre e si arrende a me
- agli occhi miei
- che non vedranno mai
- la fine del tempo
- davanti ai passi suoi.
-
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-
-
-
-
- Laura
Folgori
-
- Il fuggir delle
ombre
-
- Cheto il timore
- fluisce fra lo scialacquio splendente delle
ombre
- Scuro che fugge
- Traccia fulgente ove il cinico
buio
- blandisce inquieto il chiaror della
Luna
- Va nella gola il sussurro del
vento,
- e il lontano vociare della
fonte
- assopisce il fuggir
dell'oscuro
-
-
-
- E poi
nulla
-
- Soffiava il vento
- Solo schizzi di caldi colori
- si gettavano nel grembo
- del mare in tempesta
- E poi nulla
- Si perdeva il pensiero
- all'orizzonte e
- soffocava i morenti raggi
- adagiati sull'eco del
- tuo sospiro
- Soffiava ridente il vento tra i
capelli
- Portava il giubilo suo ai piangenti
occhi
- e continuava a cullarsi
- in ventre ai flutti,
- che risuonavano a tratti
- l'urlo del tuo tacere
- E poi ancora nulla
- Solo una fioca luce
- dondolava rosea fra gli
aranci
- e il suo riflesso, ribelle e
inebriato,
- si rispecchiava aureo nel tuo cuore in
burrasca
- Ma nulla
- Acqua e cielo continuavano ad
inseguirsi
- E fiochi raggi, dagli abissi resi
schiavi,
- si stringevano sul ponte
- tra le brezze del tramonto
-
-
-
- Renato
Gambuli
-
- Mistero
-
- La luce m'unisce all'infinito
- le tenebre al passato.
- Non c'è né spazio né
tempo
- il silenzio ignora le misure.
- Nasco dalla morte
- che è passata
- e muoio nel futuro
- che è la Vita.
- Vita e Luce si confondono
- come tutte le misure del pensiero.
- Anch'io sono parte dell'Universo
- al tempo stesso finito ed infinito.
- Il mio corpo tramonta come il sole.
- Quante volte ancora?
- Immortale mi confondo
- nello spirito del mondo.
-
-
-
- Frammenti
sparsi
-
- Dio è esploso.
- Noi siamo i frammenti sparsi
- neuroni ambulanti.
- Immagini oleografiche
- d'un tutto
- impercettibile
indivisibile.
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-
-
- Luca
Ghedini
-
- Lacrime di
sangue
-
- Anima, mia leggera e fragile anima,
- venduta a pezzi,
- ad ogni sguardo,
- ad ogni pensiero,
- ad ogni tocco.
-
- Le tue carnose labbra
- mi hanno dato
- un'occasione
- senza resistenza,
- tenere e dolci.
-
- Ed ora è l'inferno,
- atroce verità
- che mi divora
- ogni pensiero,
- ogni sospiro.
-
- Ogni goccia di sangue
- che passa e scorre dal cuore
- trascina via con sé
- la mia pura anima,
- goccia
e ancora.
-
- Sarò dannato,
- nel corpo
- nell'anima,
- verserò lacrime
- di sangue e anima.
-
- Per Amore,
- solo desiderio,
- verserò lacrime
- ancora di sangue e anima,
- di sangue e anima.
-
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-
-
- Elena
Guidi
-
- Schwester
-
- Il tuo forte abbraccio
- ha scavato affetto nel mio cuore,
- il tuo generoso sorriso
- ha aperto nuove porte
- nella mia anima,
- il tuo imperterrito passo
- dà nuova forza alle
similitudini,
- la tua potente presenza
- risplende di dolore vissuto.
- cara amica mia,
- solo ora che il destino
- ci ha portate lontano,
- solo ora finalmente comprendo
- l'amore profondo nel tuo cuore,
- solo ora rimpiango i momenti
- passati insieme.
-
- Mentre ancora non capivo
- la sincerità del tuo
affetto,
- come in un sogno sconosciuto
- vivevo nel paese tuo,
- con l'incoscienza
- della giovinezza,
- con sperduti occhi
- doloranti di nostalgia
- solo ora
- la lontananza
- fa tremolare il mio IO
- ed il distacco è già
dolore
- e l'affetto è già
speranza
- A presto
Bis bald
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-
-
- Maria
Lasi
-
- Mani
-
- A voi mani, inesorabili mani
- mani assassine inzuppate di sangue
- guidate dall'odio di cervelli
impazziti;
-
- Mani pronte a far stragi
- di popoli inermi di bimbi
innocenti.
- Ribellatevi mani agli orrori di
razze;
-
- Voi dolcissime mani
- che vi viene d'istinto
- posarvi su un bimbo
- che cresce ogni giorno nel grembo
materno;
-
- Mani sincere che raccolgono un
fiore
- per donarlo a una donna
- timorosa di amare;
-
- Umili mani che chiedon perdono
- in un gesto di fede pregando il
Signore;
-
- Mani leggere che accarezzano il
viso
- a una madre che muore;
-
- Mani che vanno in aiuto
- a un amico lontano,
- o ad uno sconosciuto
- che muore di freddo o di fame;
-
- Mani, il più bel libro
- che ci ha donato la vita;
-
- Mani di ogni colore unite tra loro
- che formano un cerchio
- per creare la Pace
- ed un Mondo migliore.
-
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-
-
- Mimmo
Laudadio
-
- Tu la notte di una promessa
- Io la luna a rammentargliela
- Tu l'alba sul delitto di
un'illusione
- Io l'unico testimone
- Tu il sole di uno sguardo
- Io più Icaro che Dedalo ad
affrontarlo
- Tu il gabbiano di un capriccio
- Io il mare paziente a nutrirlo
- Tu la nube del dubbio se esistere
- Io il maestrale a respingerla
- Tu il presagio di non vivermi
- Io la Cassandra a predirlo
- Tu l'oblio del tuo breve piacere
- Io le vene a condurlo
- Tu il fantasma di un incerto
presente
- Io l'assenza a contornarlo
- Tu l'impressionista di un amore
- Io quel colore disposto alla
contaminazione
- Tu la prostituta del mio futuro
- Io l'unico cliente
- col quale non fare niente.
-
- Quando sorridi
- è come se io mi schiantassi contro
gli artigli
- dell'aquila che ho invocato per
rapirti
- Quando sorridi
- è come se io schivassi i dieci
pugnali
- che la tua verità mi ha lanciato
appresso per inchiodarmi
- Quando sorridi
- è come se io mi aggrappassi per
miracolo alla fune
- su cui m'azzardo equilibrista per
stupirti
- Quando sorridi
- è come se io ammainassi in volto
quella tragica cera
- quando l'amore veste i panni
dell'istrione
- Quando sorridi è inferno
- e già primavera.
-
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-
-
-
- Stefania
Lucchetti
-
- Cambiamento
-
- Movimento e creazione
- a tratti sorprendi
- non dai tregua
- vuoi la resa
- la sorpresa
- no fermi
- usi sensazioni
- pensieri
- fastidioso nel tuo genere
- sei perdente o vincente
- quando arrivi
- l'origine
- compete insieme alla materia
- e solo in quel preciso momento
- l'uomo consapevole
- diviene cambiamento
- cambiamento vivente.
-
-
- Corrente
d'aria
-
- Un battito d'ali
- vola alto in cielo
- Fra nubi indicanti la rotta
- io, corrente d'aria,
- sostengo la vita.
- Adorna in ogni stagione
- non limitando circondo natura.
- In viaggio
- incontro percorsi gioiosi
- malevoli brutture disperdo.
- Girando
- inutili barriere dileguano
- perfino il sottile odio svanisce,
- rimango soffio,
- ammirando bellezza totale.
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-
-
- Simona
Mancini
-
- Opera
Segnalata
-
- Parker su di me.
- Troppo presto, troppo acerbo il mio
orecchio perché parli.
- Intanto come Menade baccheggio a
seni scoperti
- agitando tirsi di memoria nei
ricoveri di un blues dolore
- eco della tua voce sul mio collo
come lama di ghigliottina,
- ultima tortura prima della
dipartita.
- Si susseguono istanti di
agonia.
- Ma io me ne sto con i miei respiri
regolari, uno, due, treee
- Vorrei addormentare la mia fame fra
le tue gambe calde,
- e poggiare la guancia fanciulla
dov'è posto per me
- sulla pelle nuda.
- Not blues or
cool
- Ottone dolceamaro. Sulle scale e
sotto le dita.
- ODIATAMATOTTONE.
-
-
-
- Un cimitero di presagi dorme la sua
fatuità nei miei gesti
indolenti,
- in ogni passo in più
strappato all'immobilità del mio
sentire.
- Mi sfioro i seni in silenzio,
turgide gote di Maestrale
- nel freddo stupro
dell'onda.
- Raccolgo le suppliche del mio sesso
di medusa adamantina
- nelle cartilagini canute delle mie
mani immolando alla mia
Vanità
- erotismi di
cristallo.
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-
-
-
- Germano
Mandrillo
-
- Zibaldino
lirico
-
- Chi cerca trova. L'hai sentito da
sempre.
- Cerca qui cerca là, l'ho trovato,
eccolo qua.
- Ah! Con il Nulla si trastulla
- esordì sin dalla culla, era fatta di
betulla,
- s'invaghì d'una fanciulla, ma la
morte tutto annulla.
- Tintinnii di suoni stregati
- ti accarezzano l'ipotalamo e la
Ragione
- come una
goffa-sinergia-di-pentium-asincroni
- emette scontrini fiscali
- con importi in valute nuove ed
incomprensibili,
- stampati con inchiostro radioattivo
- su carte policrome e fosforescenti.
- Sono cumuli di scontrini velenosi
- per dichiarazioni di redditi
effimeri.
- Le libertà diventano anarchie e le
forze armate del pensiero
- disertano e si trascinano
- dai bordelli delle illusioni alle sale
giochi dei sogni
- finendo sempre nei bar della
disperazione.
- «Perché mi hai
abbandonato?»
- Il Nulla non esiste e nessuno riesce a
capire
- che diavolo possa essere ciò che non
è
- ma Gesù in quel momento l'ha
visto
- e ha chiesto perdono al Padre
- per coloro che non sanno quello che
fanno
- ma soprattutto per coloro che credono di
saperlo.
- E' comunque primavera
- e si parla ancora di Botticelli e di
Vivaldi,
- di Poliziano e di Stravinskij.
- E come sempre: bevi al calice dei
fiori,
- lasci stare argenti e ori, prima o poi tu
t'innamori
- e d'amore senti i cori, non ci sono altri
valori,
- non ci sono altri sapori, solo lei adesso
adori,
- sarai lieto finché muori.
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-
-
- Sabrina
Marchetti
-
- Opera 10a classificata
-
- Frammenti di
cielo
-
- Freddo.
- Non il freddo che si gioca sulla
neve
- ma qualcosa che ti stende sulla
branda.
- Le pareti che conosco palmo a palmo
- ed un cielo frammentato
- tra l'acciaio che s'incrocia.
- A scandire i miei giorni
- non più
- sole e luna che s'inseguono
- ma fregi sopra a un muro di
cemento.
- I sorrisi
da una foto appesa a un
chiodo,
- come compagni i miei pensieri,
- in un nemico tempo che non scorre.
- Le certezze
- che mi rendevano invincibile
- hanno lasciato il posto
- al dubbio
- che mi rende solo un'ombra.
- Io posso solo stare qui
- ed arrivare in fondo a questa pena
- per ritrovare un'anima
- se c'è
- o per vedere se realmente l'ho
bruciata.
- E se davvero io
- ho ferito il mondo
- non ero forse anche un po' vittima
- mentre affidavo all'odio
- l'importanza di una vita?
- Ed era la mia vita
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-
- Giammarco
Marchionne
-
- Una sera
-
- Non il caso,
- Non il destino,
- Non la fortuna,
- Ma il mistero che si cela
- Dietro il battito di un cuore.
-
-
-
- Puro
-
- Sguardi si incontrano
- l'uno dentro l'altra:
- consumo dolce!
- Respiri fondono
- tenere melodie
- prive della fine.
- Metà regalano
- reciprocamente
- attimi infiniti.
-
- Soffitto tinto di
- rosa da emozioni.
-
-
-
- Illusi
-
- Siamo stati illusi.
- Siamo stati stupidi.
- Credere alle favole
-
- Pregiudizio o tenerezza:
- fino ad affidarci
- al nessuno mai compreso.
- Illusione di un dolce domani,
- rosso, azzurro, giallo,
- colorato dagli instabili pensieri
- di certe instabili età.
-
- Abbiamo amato
- quello che ci è piaciuto
amare.
- Abbiamo vissuto
- rampicanti all'infinito.
- Illusi siamo stati
- ad affidare la speranza
- alla sola speranza.
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-
-
- Fiorella
Marcuzzi
-
- La luce
-
- Quando un bambino nasce
- due braccia si tendono
- e lo cingono,
- in quel momento
- il suo destino si compie.
- Due calde braccia
- con il loro bagaglio
- di emozioni.
- Voglia Iddio che quelle braccia
- abbiano sempre avuto qualcuno
- ad ascoltare il pianto,
- mitigare le pene,
- capire le paure,
- esaltare le gioie,
- parlare dell'Amore.
- Voglia Iddio che quel bambino
- si rallegri ogni giorno
- del sorgere del sole,
- si inebri
- del profumo delle viole,
- si lasci cullare
- dal rumore del mare.
- Voglio Iddio che un giorno
- le sue braccia tremino di gioia
- nello stringere dolcemente
- una vita nuova.
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-
-
- Susi
Martin
-
- Il corvo
bianco
-
- Speranza o utopia? Fantasia o
realtà?
- Una certezza ho fatto mia: no alle prigioni
di viltà.
-
- In questa cella di ingiurie e
velleità, vivo una storia che non è
la mia.
- Falsa retorica, insana realtà, non
è la mia favola, fuggo via.
-
- Quel che serve l'ho qui con me, polvere di
stelle e una giostra alata,
- troppi alibi quei se, sarò io
l'improbabile fata.
-
- Restare sarebbe sparire, chi sa andar via
rimane,
- difficile per voi capire, che stelle e
nuvole sono il mio pane.
-
- Brucia nel cuore un grande timore,
svegliarmi un giorno e trovarmi incolore,
- ma la speranza non è mai svanita, in
fondo è uno specchio questa mia
vita:
-
- lei mi sorride se io le sorrido e mi
dà lacrime se mi rassegno,
- perciò a quel tedio e a quel vivere
infido, punterò contro con forza il mio
pugno.
-
- Con coraggio incollerò mille schegge
di emozioni
- e dipingerò quel grigio di
strabilianti invenzioni,
- mi spoglierò dei massi che finora mi
han vestito
- e che ali e cuore han castrato e
appesantito.
-
- Prigioniera in questo corpo all'improvviso
l'anima esplode,
- non so chi né che sarò, sento
solo che devo osare.
- Amerò finché fa male,
finché l'energia corrode,
- correrò finché avrò
fiato, finché avrà benzina il
cuore.
-
- È tempo di scendere da quella
nuvola
- che ha dato magia al mio animo
stanco,
- son io l'eccezione che non conferma la
regola,
- io, il fiabesco corvo bianco.
-
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-
-
-
- Angela
Mauro
-
- Marzo
-
- Marzo si è portato via mio
padre!
- Voglio vivere ancora
- calpestando la sua terra,
- guardare il cielo:
- me lo ha insegnato lui!
- Voglio vedere i suoi stivali
infangati
- ritornare a una passeggiata nei
boschi
- riavere le sue mani grandi e forti
- affusolate come rami degli alberi
- Voglio temere il suo sguardo
- la sua rabbia impotente
- per la mia inquieta adolescenza.
- Correre incontro al suo sorriso
- regalargli abbracci mai ricevuti
-
- Lui ora è silenzio
- questo cielo è silenzio.
- A me rimangono i suoi discorsi
- l'entusiasmo, i vuoti da riempire
- rimane il suo amore per la vita
- gli ultimi atroci mesi per stringerla a
sé
- Ricordo i suoi sguardi di marzo
- ancora sorrisi
- presagi di morte
- la mia impotenza
- il dolore atroce
- non voglio dimenticare
- Voglio inciampare in ogni istante
- nelle gioie che mi ha donato
- Voglio guardarlo
- negli occhi di mio figlio.
- Cosa posso offrirgli
- se non quello che mio padre
- ha rappresentato per me?
-
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-
-
- Mara
Solange Morales
-
- Cantico di
Pace
-
- La vita d'artista è
libertà!
- La vita di donna è
libertà!
- La vita di madre è
libertà!
-
- Dove sono gli uomini?
- Dov'è la crusca
dell'intelligenza?
- Dov'è l'artista che si nasconde
- in me
- con i pantaloni da soldato
- ed un fazzoletto bianco?
- Soffoco un No,
- perché sono stanca
- delle Guerre.
- Il mio è un cantico di pace.
- Dove siamo tutti noi
- senza di te, Dio?
- Abbandonati a Sarajevo
- alle Malvinas
- ed io prego
ancora
- perché la terra non tremi
più,
- in questa preghiera urlo
- in silenzio.
- Dove sei, Dio? In quale uomo,
donna,
- santa, ti nascondi?
- Io dispero nel grido
- di uomini, donne, bambini, vecchi
- e porto una stampella nella :mente
- e Tu sei là, impavido davanti al
dolore
- alla disperazione;
- porto le candele negli occhi
- e continuo a pregare in silenzio
- È tutto ORRORE
- anche il poema
- così come la violenza e la
povertà.
-
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-
- Maria
Mosca
-
- I fiori
rosa
-
- Mi regalasti un bulbo
- appena dissotterrato.
- Lo conservai e poi,
- a tempo giusto,
- gli cercai dimora
- e la trovai.
- Attesi e a fine estate
- palpitò la terra
- nel piccolo giardino:
- uno stelo
- forte e carnoso
- mostrò i suoi fiori rosa
- al cielo.
- Tornò ancora l'estate
- e ancora mille fiori rosa
- sugli steli
- ansiosamente attesi.
- Tu non tornasti,
- ti piacque la dimora
- del bulbo dei fiori rosa
- che a fine estate,
- nel piccolo giardino,
- profumano di te.
-
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-
- Giulio
Mudu
-
- Non
cancella
-
- Il tempo non cancella
- ogni dolore,
- e la vita è breve
- per dimenticare,
- ha solo la durata
- di un bel fiore
- e si disfiora
- appena si fa bella;
- (io porto le radici
- dentro me
- di questo bene grande
- come il mare,
- profonde nel mio cuore
- come amaro Oleandro
- nella rena,
- e mi pulsa
- nel sangue delle vene)
- ma fugge sempre,
- e mai si ferma
- a farti riposare,
- e si fa più nera
- ogni nube trascorsa
- nel pensiero,
- si fa più cara
- ogni cosa perduta,
- disseccata
- dal vento della sera.
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-
-
- Antonietta
Panarello
-
- Ciberscopia
-
- Onde virtuali
- sbattono contro
- i pensieri.
- Molle e circuiti elettrici
- si sconquassano
- lungo le traiettorie
- disegnate dalle sensazioni.
- Corpi di acciaio
- si muovono nutriti
- solo di intelligenza.
- Ci abbandoniamo
- su un prato di filo spinato.
- Il dolore non ci intacca.
-
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-
- Consapevolezza
-
- Le stupide vanificazioni
- colpiscono l'anima.
- Scosse infuocate
- lambiscono
- le pareti.
- Attimi trasformano
- l'esistenza.
- Ostinata corsa
- verso il senso.
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-
- Cristina
Petrelli
-
- Vivo
-
- Vivo appassionatamente ogni
- attimo della mia esistenza.
- Vivo al massimo,
- vivo al limite,
- travolta da forti emozioni
- che mi trascinano ai
- confini: delicato fiore in
- balia del vento.
- Decidere: continuare a
- lottare per una vita che
- tutto sommato non mi
- appartiene, come un inerme
- soldato che conduce la
- guerra ormai per inerzia
- acquisita da mille
- stermini; oppure abbandonarmi
- esanime sul campo di
- battaglia come gli eterni
- eroi di storiche
- rivoluzioni.
- Decidere: vivere o morire!
- La vita già la conosco.
-
-
-
- Correnti
chimiche
-
- Se qualcosa ti trasporta e ti fa star
bene,
- lasciati guidare,
- vola con lei sulle vette più
alte.
- Vibrazioni, scariche di adrenalina ti
iniettano
- fuoco nelle vene energizzando spasmodiche
la
- mente, ma attento a non
precipitare,
- certi voli fanno male.
- Non assuefarti a queste sensazioni,
- sono solo pie illusioni di beatitudine
temporanea
- che finiranno il tuo corpo e annienteranno
la tua
- mente fino a spazzarti via del
tutto,
- nel momento in cui ti renderai conto
che
- vuoi esserci.
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-
- Daniele
Perra
-
- Opera 5a classificata
-
- Sei terra ferma e
lontana
-
- Sei terra ferma e lontana
- scossa dal vento appena, ruvida
- zolla, erba selvatica
- maestosa escrescenza..
- sei terra d'umana sembianza
- immensa giunonica e casta
- rimirata a distanza da chi, come
me,
- intorno ti cammina,
- segue la tua traccia parallela
- fissa a te occhi ammirati..
- terra irraggiungibile..
- per volare sulla tua superficie..
- quasi a sfiorarti prossima
- quasi pronta a sapere di te
l'inconoscibile
- piccola terra d'inestimabili
attrattive..
- piccola umana terra..
- e prati e montagne e fiumi candidi
- tu offri a mani a bocche
- a languidi pensieri
- per subito ritrarti
- lasciando desideri amari e non
sopiti..
- solo sguardi di te concedi
- solo pindariche fantasie..
- irraggiungibile e umana terra..
- donna.
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-
-
- Paola
Veronica Piattino
-
- Sono il tuo
maestro
-
- Sono il tuo maestro ho il mantello della tua
mente, ho il controllo dei tuoi piedi.
- Sono il tuo maestro ho il cappello delle tue
idee, ho il fazzoletto dei tuoi rimpianti.
- Sono il tuo maestro ho il lenzuolo dei tuoi
sogni, ho l'ombrello delle tue lacrime.
- Sono il tuo maestro ho la penna delle tue
parole, ho la spada del tuo orgoglio.
- Sono il tuo maestro ho il tempo della tua
nascita, ho il violino del tuo cuore.
- Sono il tuo maestro ho l'armadio dei tuoi
ricordi, ho il negativo della tua
bellezza.
- Sono il tuo maestro ho il fumo delle tue
illusioni, ho la brace della tua passione.
- Sono il tuo maestro ho il foglio del tuo
credo, ho il lasciapassare della tua
voglia.
- Sono il tuo maestro ho il bicchiere delle
tue labbra, ho il cestino delle tue
vanità.
- Sono il tuo maestro ho la forchetta della
tua lingua, ho il sale della tua energia.
- Sono il tuo maestro ho la falce del tuo
pianto, ho il pettine delle tue bugie.
- Sono il tuo maestro ho il salvadanaio dei
tuoi segreti, ho il maglione della tua
serenità.
- Sono il tuo maestro ho il termometro del tuo
entusiasmo, ho il quadrifoglio delle tue
mete.
- Sono il tuo maestro ho il pugno della tua
ribellione, ho il mare delle tue emozioni.
- Sono il tuo maestro ho la lampadina della
tua ragione, ho la sciarpa della tua
vergogna.
- Sono il tuo maestro ho il portone delle tue
fughe, ho la casa dei tuoi svaghi.
- Sono il tuo maestro ho l'orologio delle tue
grida, ho le stelle dei tuoi occhi.
- Sono il tuo maestro
- e comunque tu mi voglia chiamare,
- vita o morte,
- Sono il tuo maestro.
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-
-
- Francesco
Porcino
-
- È poesia?
L'amore
-
- L'amore: una donna, una famiglia
- bene assortita
- con i suoi vari componenti
- preoccupati gli uni per gli altri
- riunirsi per pranzo e cena tutti
- e parlare, parlare,
- dire ciò che ognuno ha nel proprio
- cuore
- svuotarsi se c'è del
malumore.
- Alleggerire la propria coscienza
- e rimanere ognuno nel proprio limpido
- amore per gli altri.
- L'amore è poesia.
-
-
-
- Il mare
-
- L'imperituro flusso e riflusso del
mare
- con le sue onde, che battono
- perennemente il tempo
- scandite, da una puntualità
perfetta
- che solo la natura ci può
dare.
- Il mare.
- Con le sue onde, batte perennemente
- e scandisce il tempo
- della vita.
-
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-
-
-
- Luigi
Rezzoagli
-
- Opera 7a classificata
-
- Urlo
-
- Nei plumbei massi marini
- Intravidi la tempesta.
- Calpestavo un mondo oscuro,
- Viscido, ma senza colpe.
- Pensavo ad un vortice che potesse ingoiare
tutto.
-
- Vedevo ed ero attento.
-
- La terra prese il posto del mio
cuore
- E fu l'amore.
- E le acque s'innalzarono sempre di
più,
- Così come il rancore
- Che ormai incalzava alle porte della mia
anima.
-
- Mi vidi ossa, mi vidi pietre.
-
- Avrei voluto sfidare la natura,
- Ma ero solo un nulla.
- Ed allora gridare!
- Non mi rimase altro che
gridare
- E lo feci, allora come adesso, dentro
me.
-
- Lacrima mia,
- Tu che bagni i miei occhi ormai spenti ed
assopiti,
- Sfiorami il corpo, bagna le mie
ferite,
- Rendimi urlo
-
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-
-
-
- Maria
Chiara Rinaldi
-
- Ubriacarsi di
canzoni
-
- E adesso mentre mi ubriaco di canzoni, penso
che non c'è mai stato nessuno che me n'abbia
dedicata neppure una, che una rosa non l'ho mai
ricevuta ed il suo profumo si è perso in
chissà quale sogno.
- Carezze? Non ne ricordo! Forse qualcuna ma
così fuggevole che quasi non me ne sono
accorta, dispersa tra le lacrime e la polvere come
quel pensiero che volò via!
- Tu forse mi chiederai: «Ti sei
già arresa?» No! Non l'ho fatto! Ma a
volte, sai amico mio, i sogni mi sfuggono dalle
dita! Continuo ad immaginare una vita tutta mia e
poi
e poi quella che vorrei la lascio vivere
agli altri
Cammino tra la gente, sento il mio
silenzio che si perde e si confonde tra le voci e
tra gli sguardi di questa città che ormai
non ascolta quasi più niente e soffoca ogni
sentimento ma
ma, ancora non so arrendermi e
mi ritrovo di nuovo qui ad ubriacarmi di canzoni
chiedendomi: «Chi mai capirà questa
vita mia, chi la dipingerà?».
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-
-
-
- Amelia
Risi
-
- Favola
-
- Ti sei mai chiesto, dove portano quelle
strade, grandi piccole,
- che ti regalano sorrisi e lacrime, strade
infinite maestre della vita,
- che grammo dopo grammo portano via i giorni
tuoi.
- Cosa ti è rimasto per le mani, niente
può consolarti ormai.
- Non startene lì solo, non darti per
vinto mai, il cammino è ancora
lungo,
- di speranza c'è né tanta, il
coraggio non ha limiti.
- Apri la porta alla realtà, scoprirai
poi che non è così cruda,
- come raccontano i giornali.
- Negli occhi della gente leggerai la gran
voglia di lottare,
- per combattere la morte.
- Coraggio allora unisciti a loro,
- c'è ancora una canzone da inventare,
tanto amore da scoprire, ideali da non
- perdere.
- Strade infinite, grandi piccole, intrecciate
fra loro,
- come lo siamo noi in un solo
abbraccio.
- Rimarremo uniti con la speranza che i nostri
figli rendano questa favola,
- più vera della nostra.
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-
-
- Cristina
Roattino
-
- Vieni
-
- Vieni dove la notte si ferma, dove di giorno
è un inferno;
- vieni quaggiù dove regna il dolore ed
insegna a questo
- mondo malato, l'amore;
- scavalca quel muro di silenzio, tu che puoi
risveglia
- i valori, donaci la gioia di non restare
più soli;
- tu che non ti sei mai arreso;
- tu, che dalla tua vita conosci la
sconfitta;
- tu, che ti sei più volte
rialzato;
- tu, che forse un giorno hai
peccato;
- tu, che ti sei rialzato in sordina;
- tu, che rappresenti il sogno di
allora;
- vieni, stringi forte le mani, deboli di
stanchezza e tormento;
- vieni a regalarci un sogno ormai lontano,
che ogni
- giorno che passa, temiamo non avere
più;
- infondici la gioia di un sorriso di
più oppure
- la speranza, per continuare a vivere,
respirare, a lottare
- a dispetto di tutti, nonostante tutto, ti
aspettiamo Gesù.
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-
- Gianfranco
Rossodivita
-
- Vita
rubata
-
- La morte arrivò da pareti scoscese,
ti sfigurò il volto,
- flagellò le tue giovani carni,
lasciando il tuo sguardo,
- sorpreso.
- La sua mano corrotta, prima di rosso e poi
di bianco
- ti vestì, lasciandoti macchia scura
sul grigio asfalto,
- che la pioggia pulirà.
- Grigio e opprimente, come questo cielo cupo
e
- irrespirabile di Maggio, ultimo grado del
tuo breve
- vissuto, che nel tempo si
dissolverà.
- Tu, vittima dell'onorata, sdisonorata
famiglia, piaga
- che segna con sfregio la tua umile
terra.
- Vergogna della brava e onesta gente, che a
morsi
- strappa via questa amara terra.
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-
- Francesca
Scarrica De Santi
-
- Opera 2a classificata
-
- Vitamortevita
-
- Ad una terra bagnata dalle acque
vive
- che rigano gli occhi di tutte le
terre
- e che fluiscono con andamento di
mare
- e spinte di tempesta nei cammini
sotterranei
- darò il mio corpo, nel giorno di
silenzio
- in cui la morte, con il suo passo
ignaro,
- verrà, vuota come una pelle di
serpente,
- muta come una nave andata,
- grigia come l'odore del mercurio,
- nel giorno fra gli sterpi
- in cui il sole sarà nero e
freddo
- sopra le città ed i pianeti,
- proprio come i miei occhi ed il mio
sangue,
- e le stelle non avranno più parole
mortali
- né le tue carezze vibrazioni che mi
curino
- dalle febbri dei giorni e delle
cose.
- Voglio che il mondo si riprenda le mie
mani
- con la pazienza della terra e degli
alberi
- e che abbracci il mio seno come un
bambino,
- che come cibo dolce si tenga stretto il mio
cuore
- affondato sotto il miele dei fiori,
- che sotterri la sua forza di vita nelle mie
viscere
- e plasmi le mie cosce alla foggia di due
lunghe palme.
- Voglio vagare nei fiumi come un pesce senza
meta
- e accostarmi alle radici dei boschi
- col mio respiro di vita, come fa un dio del
bene,
- entrare nell'anima stracciata di una rosa
morta
- ed in quella dei vulcani dove la terra
rinasce
- e si trasforma in sapori e dolori,
- in odori di madre e latte eterno.
- Sarò vento sulle cime
dell'Asia,
- pioggia nei porti d'America,
- sabbia che fruscia nelle rocce
dell'Africa,
- sarò la terra sotto i piedi del
futuro
- in una terra bagnata di acque vive.
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-
-
- David
Sardiello
-
- Tu per
noi
-
- Tu per noi
- sei stato una luce
- che ha portato
- speranza e
- felicità,
- sei stato
- un raggio di sole
- che ci ha riscaldato
- il cuore
- sei stato una stella
- che tutti
- dovremmo seguire.
-
- Ora ci lasci
- con un dolore
- nel cuore,
- come una città
- distrutta,
- come una fiamma
- che ormai
- si è spenta,
- e per me
- non rimani altro
- che un'ispirazione
- che mi tormenterà
- a vita.
-
- Ora sei diventato aria,
- che entrerà
- nei nostri polmoni
- e ci darà
- la forza di continuare
- a vivere.
- Addio Renato (19/09/68-22/03/98)
-
- Dedicata al mio amico
-
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-
-
- Sandra
Spezzano
-
- Non
dimenticare
-
- Tu, che sei stato il mio rifugio. / Tu, che
hai sempre contato tutto.
- Tu, che hai lottato per non farmi piangere
mai.
- Ci sono giorni in cui / ti ritrovo
più stanco del solito.
- Ci sono attimi in cui / la nebbia mi chiude
gli occhi.
- Quando capisco che gli anni
passano.
- Quando piano piano ti nascondi su quella
seggiola.
- Non dimenticare, per me sei ancora il mio
principe azzurro,
- forte e coraggioso di un tempo.
- Non dimenticare quelle giornate di
sole.
- Le tue parole arrivavano al vento, / e poi,
su su, nel cielo!!!
- Nelle mie paure c'era nascosta / ancora
quella voglia di ridere e lottare.
- Ma poi, giù giù, sul fondo del
mare!!!
- Non dimenticare quando tu mi venivi a
salvare.
- Ci sono giorni in cui
- penso al momento che verrà,
- quello brutto, l'attimo, dove poi, tutto
finirà.
- Non dimenticare, per me sei l'ancora e la
saggezza; la sicurezza,
- che sta al centro dei miei
problemi.
- Ci sono attimi in cui
- la nebbia mi chiude gli occhi.
- Non dimenticare, io da bambina ti
chiamavo.
- Non dimenticare, io da grande
continuerò a farlo.
- Ci sono pensieri
/ Ci sono
parole
- Ci sono sentimenti veri
- L'ho imparato restandoti accanto.
- Ci sono momenti
/ Ci sono
anni
- Ci sono i nostri segreti
/ Io e te che
siamo amici veri!!!
- Ho cercato tante parole, ma forse non ho
detto tutto.
- Ho cercato tante parole, ma forse volevo
solo dire:
- «Papà mio tieni duro, il tempo
passa,
- ma per me tu sei ancora
tutto».
- Non nasconderti su quella seggiola.
- Resta per me quell'ancora, quella saggezza,
quella sicurezza.
- Tu, che sei il mio rifugio.
- Non dimenticare, le giornate di sole, le mie
parole.
- Non dimenticare, le mie paure, le mie
risate.
- Non dimenticare, io da bambina ti
chiamavo.
- Non dimenticare, io da grande
continuerò a farlo.
- Non dimenticare il mio nome.
- Io resterò qui, aggrappata al tuo
cuore!!!
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-
-
-
- Maurizio
Tiberi
-
- Libertà,
- figlia del vento.
- Abiti nella mente
- della gente.
- Vivi nel cuore
- di ogni colore.
- Niente ti può fermare,
- neanche la morte
- ti riesce a spaventare.
- Libertà,
- cammini ogni giorno
- per le strade di questa
umanità.
- Sarchiando la terra,
- deponendovi un chicco,
- che domani crescerà.
- Indifeso.
- ma che niente e nessuno
- riuscirà a piegare.
- Diventerai una splendida pianta,
- §e i tuoi semi incominceranno
- a volare.
- Nel vento, ritornerai a cantare.
-
-
-
- Cuore di falco,
- per volare alto
- e vedere l'alba
- danzar di luce.
- Cuore di falco,
- spirito libero
- essenza rara.
- Donami una piuma
- per ogni tua muta,
- così che possa
- esser più forte,
- di ogni ferita
- che riceverò
- da questa vita.
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-
-
-
- Anna
Lilia Valente
-
- Eremita tu sei
l'uomo
-
- Lunghi silenzi
- azzurri pascoli di tempo
- scorrono lenti
- fra dita impalpabili
- dell'eremita che sovrano
- nel tempo senza tempo
- arbitra anni
- soppesa istanti.
- Sovrasta
- nell'arco del firmamento
- fra campi di lune solitarie
- azzurri pascoli di cielo
- immensi, sperduti
- in muti cori di astri nascenti
- e barbagli tremuli
- di stelle cadenti.
- Fra spire di ellissi
- eremita il tuo regno
- soppesi il tempo
- e scorre lento
- fra dita invisibili
- intessi trama arcana
- la storia dell'uomo
- labirinto di nomi senza volto.
- Vivi muori rivivi rimuori
- nelle orbite lente
- dell'impulso del cuore
- ad ogni sensazione
- ad ogni emozione.
- Ma sempre rinasci
- e mai t'addormenti;
- vivi!
-
- Eremita tu sei l'uomo.
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-
-
- Liliana
Valentini
-
- Bambini
-
- Verrà per voi anche il
dolore,
- piccole tenere e calde forme
- ancora tondeggianti.
- Per strada molta vostra innocenza
- si perderà. Verrà vita
nuova.
- Verranno le gioie, diverse.
- Se nella tempesta, una
- delle parole che vi piovono
- addosso, vi farà risorgere,
- non avremo sbagliato in tutto.
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-
-
- Adriana
Valletta
-
- Volo
-
- La mia anima
- tra le tue «ciglia»
assorte,
-
- il tuo spirito
- tra il mio sguardo intenso
-
- ed un battito d'ali di vita
- a rimirar la vita
-
- Tu, «il tuo eterno»
- ed io con te
-
- ad afferrare
- l'immagine più bella:
-
- quella riflessa
- negli occhi di chi ama!
-
-
-
- Ragazzo
-
- Il sole è caduto nel fango della
via,
-
là
tra i tuoi sogni
infranti
- dove riccioli, buchi, speranze e
delusioni
- si sono fusi per innalzarsi al
cielo!
-
- Ed io con te
-
col tuo cuore ragazzo
-
- a soffrire perché il sole ritorni in
alto
- a rischiarare la notte della vita,
- a sciogliere il muro di fango e
vergogna
- che noi adulti abbiamo eretto sul tuo
cuore.
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-
-
- Andrea
Violi
-
- Opera Segnalata
-
- L'ultimo
uomo
-
- Con occhi di pece,
- su sentieri sterrati,
- lancia in resta e
- cuore allo sbando,
- si getterà
- sui leoni azzurri
- della sera tropicale.
- Li ucciderà,
- li sbranerà,
- rivoli di sangue
- sul suo cappotto
- senza maniche.
- Si guarderà attorno
- circospetto e sarcastico
- con le pianticelle
- ai piedi
- di velluto e spine.
- Si tufferà
- con inattesa foga
- tra le foglie secche
- di una galleria
- di ferro e acciaio.
- Sopravviverà.
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-
- Antonella
Zucca
-
- Ero
un'ombra
-
- Ero un'ombra
- che ti seguiva
- anche quando non c'eri
- scivolava piano
- nell'oceano della tua mente
- in cerca di una luce.
-
- Sì, ero la tua ombra
- in cerca di una luce
- persa nel buio più profondo
- ma ero sempre la tua ombra.
-
- Guardavo la mia immagine
- riflessa nello specchio
- ma ritrovavo il tuo viso
- il tuo sorriso
- ed ero sempre la tua ombra.
-
- La tua voce rimbombava
- nella mia testa
- quando stavo in un angolo
- della mia solitudine infinita
- ed ero lì accanto a te
- ed ero sempre la tua ombra.
-
- Ora sto qui
- in un angolo della mia stanza
- vicino alla mia ombra
- che mi segue
- senza lasciarmi mai.
-
- Il tuo viso
- il tuo sorriso
- la tua voce che rimbomba
- ora e solo
- la tua ombra.
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