Risultati di
concorsi
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Concorso
Letterario
Città di Monza
1999
- RISULTATI DEL CONCORSO
CITTÀ DI MONZA:
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- 1° classificato Marisa Elia di San Pietro
(Br) con Le donne dei
Talibani
- 2° classificato Luciano Loi di Milano con
Quanta verità
nell'aria
- 3° classificato Enrico Caltagirone di
Macherio (Mi) con Notturno
- 4° classificato Vilma Porro Marchetti di
Ventimiglia (Im) con Rosso su
bianco abbagliante
- 5° classificato Augusto Arrigoni di Monza
(Mi) con L'aria sento
sbriciolarsi.
- 6° classificato Giuseppe Magenes di Besana
Brianza (Mi) con Guerra
- 7° classificato Giovanna Vallese di Alba
Adriatica (Te) con Guarda
- 8° classificato Rosario Puglisi di
Acireale (Ct) con Senza
titolo
- 9° classificato Vittorio Piscitello di
Castellina in Chianti (Si) con Per
te amico - Per te amore - Per me
- 10° classificato Giuseppe Forgia di Monza
(Mi) con Grazie
Monza
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- Premi Speciali della Giuria:
- Targa de «Il Cittadino» a Ornella
Sala, Monza.
- Targa Credito Cooperativo di Carugate a Clara
Cafaro Caimi di Monza (Mi).
- Targa Studio Massironi a Andrea Ciresole di
Monteforte (Ve).
- Targa Ditta Megani - Milano a Luca Rossi di
Monza (Mi).
- Libro d'Arte Giancarlo Nava a Antonio Debidda
di Sassari.
- Piatto Regina Teodolinda - Pro Monza a Daniela
Raimondi di Londra.
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- La Cerimonia di premiazione si è svolta
venerdì 3 dicembre 1999 presso il Teatrino di
Corte della Villa Reale del Parco di Monza. Lettura
dei testi poetici a cura del Gruppo Giovani del
Cenacolo e dell'attore Mario Bramati, con intermezzo
musicale di Sara Bertuccelli all'arpa e Anna Grazia
Anselmo al flauto.
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- 1° classificata
- Marisa Elia
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- Le donne dei
Taliban
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- Ho visto
- madonne nere
- come clessidre
- senza volto
- camminare
- in processione
- per le strade
- dei Taliban,
- hanno scavato nel petto
- il silenzio dei vinti
- l'odore selvaggio
- delle prede senza nome
- l'odio feroce delle belve
- seguendo l'idolo leteo
- umido di olii e vapori,
- i loro canti si odono
- nei tramonti
- sferzati dai venti
- lontano
- dove levano i veli
- irrompono potenze
- indomite mentre
- fuori le cavalle
- sferrano il loro grido
- al cielo.
- Ho visto
- le donne dei Taliban
- abbassano mille volte
- gli sguardi appassiti
- e fuggono via.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 2° classificato
- Luciano Loi
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- Quanta verità
nell'aria
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- Non scalfisce la notte, la luna,
- eppure ritrovi parvenza,
- e gli occhi gli argini
- che si erano disfatti.
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- Una parola, solo una parola,
- avidamente divorata,
- e i frammenti si ricompattano,
- si aggrappano, s'illudono
- si frantumano
-
- Quanta verità nell'aria
- dei tuoi sospiri raccolti;
- verità taciuta
- ma mai segreto fu così svelato
-
- L'eternità era il nostro
vestito,
- ora, nudi, sotto l'incedere
dell'ombra,
- siamo solo certi delle stagioni
- dilapidate dalle nostre fragili mani,
- inconsapevoli.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 3° classificato
- Enrico
Caltagirone
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- Notturno
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- Serena nell'ombra, remota, ancora
- ti specchi, lieve ritorni in questa
- sera di novembre, tra altissime nuvole
- bianche, insonni, e frange di vento.
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- Lenta se ne va la luce, tra sottili
- fili evanescenti nel cielo che sembra
- cadere
sommessa, ancora mi
chiami.
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- Levo gli occhi al tuo sguardo, a
quella
- fissità disperante, nel vento che
muove
- ancora furtivo i tuoi capelli, mamma,
- all'algida notte che incombe.
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- Ma in quest'ora di gelo segreto, ora
- che i nostri giorni se ne sono andati,
- ora che tutto il tempo s'è
compiuto,
- tramonta anche l'ultima luna e il
vento
- già trasmuta gli alberi alto
stridendo
- sui rami di cristallo.
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- In una ressa si smagliano piano le ore
- e così gonfio affonda a un
soffio
- il cuore, da te separato per sempre,
- albero senza radici
!
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 4° classificata
- Vilma Porro
Marchetti
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- Rosso su bianco
abbagliante
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- Spavalda. Il tuo corpo sottile
- vestito di seta scarlatta
- leggero attraversa danzando
- la candida piazza deserta.
- Audace ti muovi e provochi,
- seguendo un ritmo segreto.
- Le mani disegnano l'aria.
-
- Dietro persiane socchiuse,
- in una afosa penombra,
- occhi ti osservano, giudicano.
- Dalle bianche austere facciate,
- tra volute e fregi corrosi,
- attonite statue, costrette
- in un turbinare di pietra,
- ti scrutano, non ti comprendono.
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- Spavalda. Lo sguardo irridente
- affronta i chiusi palazzi.
- Tu danzi attraverso la piazza
- e l'abito rosso ti avvolge,
- sfidando l'immota atmosfera.
- Nel mezzogiorno infuocato
- le ombre sono scomparse,
- la luce avvampa, abbaglia.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 5° classificato
- Augusto
Arrigoni
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- L'aria sento
sbriciolarsi
-
- Ho trovato nei ricordi
- un fuoco di Luglio
- frantumarsi
- sulla «Via dell'Amore»
- che violenta l'aspra roccia
- di Manarola
- e l'aria sento sbriciolarsi
- nel caldo meriggio
- e nell'azzurro cupo
- dell'onde smagliate.
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- E tu eri tenera
- al mio fianco
- e la bambina accanto
- con il suo cicaleccio argentato
- una nube di suoni
- portava nella brezza marina.
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- Anche gli scogli
- erano al braccio del monte
- come il tuo seno
- sopra al mio
- che trasudava di palpiti attesi.
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- Cerco gli spazi,
- mia vita,
- per un acquarello d'amore
- che sempre
- abbiamo dipinto insieme.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 6° classificato
- Giuseppe
Magenes
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- Guerra
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- Sdraiato sulla cima del monte
- guardo la notte.
- Il vento che soffia quassù
- parla.
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- Mi fischietta dentro le orecchie
- il tempo di pace del cielo stellato,
- mi culla con materna premura
- sospeso nel tempo dell'infinito.
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- Poi, bruscamente, aumenta
- mi travolge, corpo e mente,
- incalza dal fianco
- come una spada affilata.
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- Il cielo si spegne
- odo le correnti ululare
- sembrano grida di uomini
- disperati.
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- Scorrono immagini sovrapposte:
- spari, grida, qualcuno corre,
- un'esplosione violentissima,
- sangue che cola dai bordi.
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- Fuoco distruttore
- spari metallici,
- non riesco a fermare la scena
- voglio uscire e respirare.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 7° classificata
- Giovanna
Vallese
-
- Guarda
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- Rumori metallici
- Strani fruscii di spade che fendono
l'aria
- Ombre,
- fra gli alberi ghermiti dal
vento
- Lamenti;
- ululati alla luna
- fra miagolii di gatti in amore
-
- Un battito d'ali
-
l'aquila reale
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- Un cervo,
- un falco,
- mescolano le lor ombre
- fra l'Ombre che fuggono
- fra gli alberi ghermiti dal vento
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- Sibili di lame che fendono
l'aria
- Uno sparo.
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- Guarda;
- l'onda sbatte ai piedi del monte
- una bianca schiuma
- il luccicare dell'acqua
- l'Impronta del Cielo.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 8° classificato
- Rosario
Puglisi
-
- V
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- Ignoto cielo in me nasce,
- trepida creatura farsi vento
- e nodo d'esilio
- al petto si consuma.
- Mi travolge la sera,
- effimera marea d'ombra,
- incontro alla foce
- del moto lunare,
- e risalgo nel perduto
- fuoco,
- amore per l'uomo.
- Sorgivo sole alla piana;
- in me discende
- dono furtivo,
- solitario sangue
- oscura la mia pena.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 9° classificato
- Vittorio
Piscitello
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- Per te amico
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- Chiudi gli occhi e
- troverai il passaggio dentro il cuore di tutti
noi
- Ascolta il vento che cambia le
stagioni
- Bevi la pioggia che disseta le terre arse dal
sole
- Fai trasudare la pelle e palpitare il
cuore
- scava nell'anima, bucala
- cosicché uno spiraglio di luce possa
entrare
- ed illuminare la parte buia che giace dentro
te
- Dagli luce, energia, caccia via l'odio ed il
rancore
- sprigiona tutto l'amore che puoi
- solo così trascinerai via il male che ti
sta distruggendo.
- Sorge il sole e con sé l'amore e la
gioia che solo lui sa
- donare
- La vita ti dà un'altra occasione non
oscurarla per
- un'illusione.
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- Per te amore
-
- Il cielo era gonfio di pioggia quella
mattina
- lame di luce filtravano tra le alture della
collina
- disegnando in un caleidoscopio di immagini i
contorni del
- paesaggio.
- Il profumo acre dei pini si mescolava con
'lodore del caffè
- appena fatto
- rendendo l'aria pungente.
- Percepivo la sua presenza ma non riuscivo a
vederne
- l'ombra
- lei era lì, in simbiosi con il mio
mondo
- ad un tratto riflesso nello specchio del
lago
- rividi il suo corpo danzare in punta di piedi
sui fiori di loto
- in un magnifico gioco di ombre che si perdevano
nelle
- trasparenze del lago
- in quel lago che fu fonte di un'immaginabile
passione.
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-
- Per me
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- «Solo un attimo mi separa
dall'eternità
- Quell'attimo che non riesco a
bloccare».
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 10 classificato
- Giuseppe
Forgia
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- Grazie
Monza
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- Son anni e anni ormai, non è un
mistero
- ch'io arrivai a Monza forestiero,
- della Sicilia avevo nostalgia
- e dentro al cuore la malinconia.
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- Iniziai il cammin della sperazna
- verso te, capital della Brianza,
- città insigne e molto laboriosa
- di figli bravi madre generosa.
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- Nei primi tempi invero fu ben dura,
- non trovavo in alcuni un'apertura
- adatta ad accordare comprensione
- a chi proveniva dal meridione.
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- Superato che fu lo smarrimento
- avvenne un graduale inserimento,
- poi, a pieno titolo, con umiltà
- entrai nella monzese società.
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- Ed ora che da oltre quarant'ann
- son presente al dì di San
Giovanni
- lieto d'esser monzese d'adozione
- auspico reciproca comprensione;
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- dando ai pregiudizi l'ostracismo
- e bandendo ogni forma d'egosimo,
- vivendo tutti in pace e armonia
- in questa bella Monza... e così
sia.
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