Concorso
Letterario
Ottavio Nipoti
Ferrera Erbognona
1998
-
- Classifica
concorso Ottavio Nipoti 1998:
- Per leggere i testi cliccare sul nome della
poesia
-
-
-
- 1° classificato Alessandro Centinaro di
Ascoli Piceno con Mal
d'Africa
- 2° classificato Anna Maria Monchiero di
Sorbara (MO) con Vecchio
- 3° classificato Adriano Scandalitta di
Mortara (PV) con La
felicità
- 4° classificato Silvestro De Simone di
Terracina (LT) con Il lago
dorato
- 5° classificato Costanza Chiapponi di
Alessandria con Piccolo
testamento inutile
- 6° classificato Matilde Maria Abrile di
Castellazzo (AL) con Fiori
d'inverno
- 7° classificato Michela Alesi di Sannazzaro
De' Burgondi (PV) con Identità
- 8° classificato Giuliano Corsi di
Martinsicuro (TE) con La
malinconia del mio cuore
- 9° classificato Ada Paonessa di Celle Ligure
(SV) con Volevo
- 10° classificato: Simonetta Barsotti di
Livorno con Dalla pianta
dell'Era
-
-
-
Segnalati:
-
- Mario Capucci di Lugo (RA), Marco Damilano di
Tortona (AL), Roberta Degl'Innocenti di Firenze, Franco
Gilardetti di Massa e Cozzile (PT), Manuel Leccese di
Trino Vercellese (VC), Bruna Luciani di Pavia, Eugenio
Mosconi di Piacenza, Maria Pelliccia di Subiaco (RM),
Silverio Scramoncin di Roma, Mara Vitale Santoni di
Belvedere Ostrense (AN)
-
I TESTI DELLE OPERE CLASSIFICATE:
-
-
- 1°
classificato
- Alessandro
Centinaro
-
-
- Mal d'Africa
-
- Africa di luce e tenebra, senza chiaroscuri,
Africa nera,
- Africa dal seno vizzo, vuota di sogni, Africa
nera;
- Africa dai molti fiumi, ma senz'acqua fresca o
pura,
- Africa dai grandi laghi di lacrime e di
paura;
- Africa d'innocenza, di sangue e
d'infinito,
- figlia d'un Dio povero, già morto o
già fallito;
- Africa dal cuore giovane e dal seme
avvelenato,
- Africa senza domani, così senza
passato;
- Africa che ti moltiplichi serena come i
conigli,
- ci son catene nuove pronte già per i
tuoi figli;
- Africa zattera immensa di genti alla
deriva,
- Africa inchiodata a vivere, Africa
viva.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
-
-
- 2° classificata
- Anna Maria
Monchiero
-
-
- Vecchio
-
- Seduto al sole
- sul bordo di una panchina
-
- con lo sguardo attonito
- immerso nel passato
- nella giacca informe
- respiri meccanicamente
- una folata di vento
- che ti respinge ti rifiuta.
- Il tuo volto contratto
- ha fame di carezze
- sete di affetto
- ti è sfuggita l'estate
- trascinato nel rigido inverno
- delle foglie secche e morte
- ma in questo tardo pomeriggio
- l'immediato ricordo di ciò che
eri
- rende attuale e presente
- il mio domani
- quando domani
- Io sarò in piedi innanzi a te
- e Tu sarai curvo
-
- Seduto al sole
- sul bordo di una panchina.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
-
- 3° classificato
- Adriano
Scandalitta
-
-
- La
felicità
-
- Ho visto la felicità
- camminare a piedi nudi,
- capelli al vento,
- tra prato in fiore
- e con il verde in tasca
-
- Ho visto la felicità
- scaldarsi ad un raggio di sole
- e nutrirsi con un tozzo di pane
-
- Ho visto la felicità
- attenta alla buona parola,
- desiderosa di esprimere
- con il canto la sua gioia
-
- Ho visto la felicità
- stringere le mani più deboli,
- chinarsi premurosa
- sulle persona
- sulle persone più indifese
-
- Allora ho compreso
- che la felicità è parca,
- è docile, è disponibile;
- la felicità è amore.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
- 4° classificato
- Silvestro De Simone
-
-
- Il lago dorato
-
- Sulla sponda del lago
- dove acque morte
- sciacquano fra le canne
- l'ora scorre
- dolcemente assorta
- in una vaga malinconia.
- L'airone distende
- lento il suo volo,
- due vele bianche
- scivolano silenziose
- sui raggi d'oro
- adagiati sull'acqua,
- le nuvole in cielo
- passano e vanno.
- Ora che tace il canto
- degli uccelli lacustri
- s'ode solo fra gli alberi
- un frusciare leggero,
- un respiro breve
- di piccole foglie,
- impalpabile come il sogno
- che sotto le palpebre
- percorre la notte,
- quasi una voce divina
- che soavemente introduce
- ai misteri dell'anima.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
-
- 5° classificata
- Costanza
Chiapponi
-
-
- Piccolo testamento
inutile
-
- Scavatemi una fossa
- in mezzo al cielo:
- è lì che voglio giacere
- e non nella nera terra
- dove muore la morte
- e nasce la vita.
- Io voglio giacere nel cielo
- in pace.
-
- Scavatemi una fossa
- in mezzo al cielo
- e di lì pioverò a
settembre,
- di lì silenziosa
- penetrerò tra i girasoli
- e scalderò la terra.
-
- Scavatemi una fossa
- in mezzo al cielo:
- non papaveri
- non giacinti
- pietosi copriranno la mia tomba,
- non viole.
- Ma solo nubi bianche
- come greggi,
- solo soffi di vento e di luce.
-
- Scavatemi una fossa
- in mezzo al cielo
- e giacerò tra gli occhi d'oro
- del dio del cielo
- o in un sepolcro odoroso
- dove solo leggerissimi soffioni
- potranno raggiungermi.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
-
-
- 6° classificata
- Matilde Maria
Abrile
-
-
- Fiori d'inverno
-
- Fiori sempre nuovi
- crescono ai bordi delle strade,
- danzano sull'esile stelo
- sospinti dal vento.
- La nebbia delle lunghe notti
- li avvolge nel suo morbido mantello.
- Ciniche automobili in fila indiana
- illuminano le piccole sagome
d'argento.
- Alcuni passanti li colgono in fretta
- per gettarli subito via,
- nel mare dell'indifferenza.
- I fuochi accesi non riscaldano
- gli aridi cuori,
- la paura trafigge l'anima.
- I pensieri frugano nei bagagli vuoti
- di un passato che non c'è
- e del futuro che sarà.
- L'aria gelida d'inverno
- soffia sui giovani fiori
- fino a dissolverli nel nulla.
- Con il primo sole del mattino
- rifioriranno sulle onde del cielo
- come stelle,
- venute da lontano.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
-
- 7° classificata
- Michela Alesi
-
-
- Identità
-
- Anche oggi.
- Mi sto cercando dentro un libro,
- dietro una lente,
- davanti al volante della mia macchina.
- Anche oggi mi sto cercando
- sopra un foglio bianco che attende,
- come un passeggero l'annuncio del
treno.
- Mi sto cercando in fondo al cassetto
fra
- l'odore pungente del legno e
- le parole scartate,
- stanche,
- inutili.
- Stanca, anch'io, e
- se servisse a qualcosa o
- se passasse qualcuno a dirmi che no
servirà a niente,
- a dirmi che ogni essere umano, tanto,
- non ritrova mai se stesso,
- a dirmi che non sono altro che un mazzo di
chiavi smarrito.
- O un mazzo di fiori appassiti.
- Anche oggi mi sto cercando ma
- ogni luogo è vuoto per la mia
identità,
- ogni angolo, pieno per i miei
sentimenti:
- dovrò aspettare che si liberi un
posto.
- Ma non ho più molto tempo,
- non ho più molti indizi.
- Ancora oggi.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
-
- 8° classificato
- Giuliano Corsi
-
-
- La malinconia del mio
cuore
-
- La malinconia del mio cuore
- sfida i giorni,
- la mia vita canta il mio dolore
- sotto la pioggia,
- dove una pietà
- cerca di recuperarmi
- con questa faccia
- da vecchio attore,
- traviata dalle tante avventure, e,
- dai tanti dispiaceri.
- Sempre chiaro, sempre lucido.
- Avanti, vecchio ragazzo.
- Quante miserie nasconde la gloria
- il mio volto scavato, tragico, e,
- la voce profonda
- annuncia la tempesta,
- la vita non è stata generosa,
- i sogni sono dolci
- ma difficili da realizzare,
- il cielo è sempre lo stesso,
- l'uomo non è lo stesso.
- È difficile vivere
- con tanto amore, e,
- non avere una donna
- a cui donarlo.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
- 9° classificato
- Paonessa Ada
-
-
- Volevo
-
- Volevo vedere un'oasi in tempesta
- volevo vedere un mare in burrasca
- volevo sentire il vento ululare
- volevo ascoltare la pioggia cadere.
- Ho visto, sentito, ascoltato.
- Volevo vedere le bellezze del mondo
- e sei arrivata tu...
- cristallo di sole.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
- 10° classificato
- Simonetta
Barsotti
-
-
- Dalla piana
dell'Era
-
- S'inerpica, curva dopo curva, la strada
che
- dalla piana dell'Era porta Volterra
-
- Quanti odiati ritorni,
- gli occhi a cercare appigli
- di là dalle tacite prode
- oltre i pagliai dei rari casolari
- oltre i voli dei passeri
-
- E sempre mi stupisco del turista
- fermo a immortalare le campagne
- che la pecora asciuga palmo a palmo
intorno
- e quelle Balze, zolla friabile
- che si frana addosso come il suo Tempo
- bocca dai contorni disuniti
- spalancata sui quadrati oca
- che rattoppano la tela della terra fino al
mare
-
- Qua e là un filare di cipressi
- memoria di chissà quale
pennello
- s'alza sulle punte a far da scudo
all'ultimo
- fagiano inseguito dallo sparo
- mentre dall'alto della sua
maestà
- la Chiesa di San Giusto preannuncia il
vecchio
- borgo
- minuscola periferia della Città
Etrusca
- che recintò con le sue pietre il mio
crescere ribelle
-
- Chi sale al Colle dalla piana dell'Era
- sospira e cede al fascino
dell'insolito
- paesaggio
- Non io
- che ancora ritrovo l'antica angoscia
- curva dopo curva, dosso dopo dosso
-
-
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
-
-
-
-
RITORNA ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI
(elenco dei mesi)
RITORNA ALLA PRIMA
PAGINA DEL CLUB
E-Mail: clubaut@club.it
|