Risultati di concorsi
 

Poeti dell'Adda1998

 

 
Classifica concorso Poeti dell'Adda 1998:
 
 
1° classificato Andrea De Michieli di Padova con Donarsi;
2° classificato Luca Bosco di Gassino Torinese (To) con Il seminatore;
3° classificata Maria Antonietta Bertaccini di Forlimpopoli (Fo) con Animo stanco;
4° classificato Paolo Eugenio Natale di Milano con Ho spezie nella sacca…;
5° classificato Serse Cardellini di Monteciccardo (Ps) con Il viaggio;
6° classificato Simone Cialdi di Grosseto con Me ne vado da solo…;
7° classificato Marco Betti di Bucine (Ar) con Tormento;
8° classificata Alessandra Paganardi di Milano con Aria;
9° classificato Valerio Pinelli di Peccioli (Pi) con Ossessione;
10° classificato Alberto Pignatelli di Firenze con Orrore, assurdo…
 
 
 


1° classificata  
Andrea De Michieli
 
Donarsi
 
Mi sono spento,
fragile notte senza stelle,
per farmi plasmare
dal sacro velluto della Tua pupilla
 
Unico ed irripetibile,
generato nel dono eterno
della morte per la resurrezione,
semplicemente sono...
 
Ramo di giunco
in preda a tirannie di monsoni
 
Affrettato passero
negli spazi infiniti dei cieli
 
Onda danzante
nel timore della risacca
 
Confonditi in me Padre mio,
Carne e Spirito,
affinché io abbia dentro
purissime sembianze
di umana creatura
 
Possiedimi
Universo in un punto
Infinito
 
Calice nelle Tue mani
m'offro sorgivo
sangue d'eucaristia
per scorrere, interiore nutrimento,
nella vita assetata di ogni uomo.
 
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2° classificato
Luca Bosco
 
Il seminatore
 
Vado; l'orlo increspato di fiumi,
a navigare, finché soltanto odo
ove nasce l'acqua; ove cresce
e muore il brillìo delle fronde.
 
E semino orme con generosi piedi,
in voluttuosi orti,
anelando al frutto oramai proteso
alla sommità della terra.
 
Non conosco il sollievo del fiore,
né la nube m'inquieta; si perde
l'occhio in lontananze inconsumate.
 
Fendo l'onda d'erba con slanci
animali, con gravità d'abbandono,
ove sonno mi coglie, e piano piango...
 
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3° classificata

Maria Antonietta Bertaccini
 
Animo stanco
 
Alito nelle vetrine colorate
un fiato caldo che annebbia
la voglia d'amare.
Passa fra le mani
un'aria gelida
che assottiglia le dita.
Ballano anelli d'argento.
Comprerei una stretta di mano
per avere
calore e colore,
per avere forza
d'appendere un giorno diverso
all'albero di Natale;
ma il pungitopo punge il cuore.
Ho infilato guanti neri di pelle
sulla mia pelle,
allungando il passo
tra euphorbie pulcherrime.
 
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4° classificato
Paolo Eugenio Natale
 
Ho spezie nella sacca
e liturgie a dispensare,
il fuoco degli altari
e il gemito d'ocra
delle notti amaranto.
Carezzo i sussulti di sale
sulle rocce invase
dall'oceano schiumoso.
Frustate di tramontana
addormentano i miei respiri.
Il viso disteso
della baia
si punteggia di luci,
stira le membra
il corpo delle mie gioie.

 

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5° classificato
Serse Cardellini
 
Il viaggio
 
Scrullo pensieri
e ceneri di sigaretta
mentre il fischio
del treno
varca la soglia
di una speranza,
immagino che non sono solo,
immagino bene.
Un bimbo si avvicina
e mi tira i pantaloni,
mi volgo a lui
e i suoi occhi
sorridon del mio sguardo,
quelli sì
che son occhi
di un'altra vita.
Ciò che pensavo
non si cancella:
sono ancora io
che nel guardarvi
parlo di me.
Immagino che non sono solo,
immagino bene.
Un bimbo si avvicina
e mi tira i pantaloni,
mi volgo a lui
e i miei occhi
sorridon del suo sguardo,
monterò su quel treno,
questa sì
che è la mia vita.
Immagino che non sarò solo,
immagino bene.

 

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6° classificato
Simone Cialdi
 
Me ne vado da solo
per le vie deserte
di una città d'estate
e non è vero
perché adesso è notte
e alcune voci da sotto
arrivano fin sopra a questo letto
e la penna ancora
si ricorda del vino
e delle strade di Roma
quando per caso
ogni luce in un angolo
leggeva le nostre parole
e la luna pallida
portata via dal vento
se ne stava altrove
non c'è più niente
l'alba ha portato tutto via
e la noia con i capelli biondi che sfiorano l'acqua
si appenderà ad un ramo di un albero gigante
e le sue ali aperte
le vedranno da lontano
finché un bacio avvolto in una goccia
non pioverà sul tuo viso
e fresco come un profumo di rosa
si avvolgerà d'incanto il suo corpo
poi qualcosa di me nel tempo
ritornerà da non so dove
ed in silenzio
me ne andrò sotto il cielo
mi vestirò di stelle
e nel ricordo di quell'abisso sconosciuto
forse ritroverò la tua bocca
o forse perso in un attimo di gioia
mi addormenterò per qualche ora.
 
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7° classificato
Marco Betti
 
Tormento
 
Alla figlia del Fortunale.
 
Cadevano stelle a grappoli dal cielo.
 
Ricordo di notti
passate nel ricordo.
Il treno che partiva,
tu che rimanevi andando,
la porta di vetro spesso
da non vedere oltre,
cristallo fragile
come il treno che andava
chissà dove; chissà quando.
Tu c'eri.
Sparisti d'improvviso
tornasti come fantasma
sottoforma di gatto dagli occhi vitrei.
Giochi?
Solo giochi come fragili foglie
sul finir d'ottobre?
Io c'ero.
Magia della seduzione
o portento della natura.
Che sai? Che so?
Figlia del fortunale, ricorda:
io c'ero.
 
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8° classificata
Alessandra Paganardi
 
Aria
 
Notte di niente.
Dopo tanto
un volto.
La vela laggiù al largo
non ancorarla
all'inutile.
Che tutto rimanga
nel cambiamento.
I pensieri
scolpiti nell'aria.
Poesia
nata
senza saperlo.

 

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9° classificato
Valerio Pinelli
 
Ossessione
 
Ascolto in silenzio il silenzio,
la terra dei Demoni
affollata di piramidi e spettri,
ombre insostenibili
livide presenze feroci,
senza ritegno
azzannano fameliche,
idee e volontà ridotte a briciole
il Tempo scava l'abisso;
cadere, nel buio
un buco nero
fradicio di angoscia
senza fondo.
Continuo a cadere
attraverso i tuoi occhi,
non voglio fermarmi;
scorrono i ricordi,
riflessi rovesciati
girano in tondo impazziti.
Perché non mi abbandonate?
Siete voi,
orribile dannazione,
l'arma che il Tempo usa
per succhiarmi la vita.
Il Tempo, il Demone velenoso
il più sadico,
ogni attimo che passa
i suoi denti di serpente
si infiggono più a fondo,
e sorride
accarezzandoti con dolcezza.
Tu lo ami,
mentre Lui beve il tuo sangue.
 
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10° classificato
Alberto Pignatelli
 
Orrore, assurdo
parole lontane
legate al filo dell'irreale, della fantasia,
cadute sul mondo, sgretolandolo.
Aggravano la mente ed il cuore degli uomini,
tessendo le loro vertigini.
È così limpido il carcere
le cui pareti costruite dalle nostre scelte,
versano sangue.
Ecco le sbarre che trafiggono il cuore
pulsante al suono dell'assurdo.
Ciechi nel mezzo della stanza
ci contorciamo
alla ricerca della nostra droga
complici del vorticoso destino dell'essere umano.
 
Seguire la propria strada
passo dopo passo, crederci.
Ho assaggiato la mia lacrima
e quella di un uomo che sedeva con me,
aveva lo stesso sapore.
 
Libero,
sarò mai libero?
Che serve chiederselo,
è così bella questa prigione
e comunque è il mio presente.
Orrore ti disprezzo
la paura è tanta
che quando non c'è lo chiami.
Questa volta no,
rendi la terra,
lasciala!
 
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