- Note
critiche su TULLIO PERICOLI
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- Di Tullio Pericoli hanno
scritto, tra l'altro:
- «Come tutti i grandi
ritrattisti Pericoli punta all'anima, sia quando
c'è, sia quando non c'è, e spesso, col
ritrarre un volto, di fatto ritrae un pensiero, una
visione del mondo, uno stile poetico o
narrativo».
- Umberto Eco, 1990
Tullio Pericoli disegna; ha davanti un grande foglio
di carta, non troppo liscio non troppo rugoso, una
bianca distesa di nulla; prende una matita, tra le
innumerevoli che sono sparse per il tavolo o riunite
entro un vaso, con attenzione sceglie quella di
consistenza, numero, misura, giusti; comincia con la
leggerezza di un musicista a farla scorrere sul
foglio. Quando i primi segni sono tracciati, sul
foglio, miracolosamente, nasce uno spazio. Questo
è l'iniziale atto creativo di un delicato
demiurgo, che lavora entro una casa di Milano. E
poiché il lavoro procede, lentamente coprendo
il foglio di segni, si complica, si dilata, si
ramifica, produce trame, rapporti, strade, rimandi; e
sopra la matita passa la china, sopra la china,
l'acquerello; su quel foglio avviene la nascita di uno
spazio sempre più complicato, vasto, interrotto
e ripreso, e poi di molti spazi, armonici o
contrastanti, in continuità o in rottura,
compatibili uno all'altro o incompatibili, reali ma
irrealmente congiunti, limitati o infiniti, sempre
fantastici.
- Pericoli è un
inventore di figure, di racconti, di episodi, di
sogni, di ritratti e di molto altro ancora; ma sempre,
e a base di tutto, è un inventore di spazi.
Sfrutta la grande libertà che gli è
concessa, per suscitare con pochi o brevi segni grandi
spazi; non conosce limiti, né costrizioni,
né ostacoli.
- Roberto Tassi,
1991
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Tullio Pericoli, uno dei più estrosi
artisti italiani, si è messo, con i suoi
disegni, sulla pista delle identità altrui. I
suoi "ritratti" sono dei sospetti, delle insinuazioni,
delle ipotesi, delle letture critiche. E come è
confortante vedere che solo una lettura critica,
spesso filtrata dalla figura dell'ironia, si avvicina
più di ogni altra cosa al nostro
je-ne-sais-quoi o al nostro presque-rien, come direbbe
Jankélévitch. Il nostro presque-rien che
poi è forse il nostro tutto: quello che noi
siamo.
- Antonio Tabucchi,
1992
Egli non fugge nel sogno per non dover più
percepire la realtà, ma sceglie il sogno nel
suo aspetto dialettico di realtà possibile. E
così dà luogo alla sua tavola,
meravigliosamente imbandita, raggiungendo, come un re
fortunato, l'affinità con quella visione che ha
dettato il verso Shakespeariano: "Noi siamo della
stessa sostanza di cui son fatti i sogni. E questa
breve vita è circoscritta dal
sonno"
- Herwig Guratzsch,
1993
Il mondo di Pericoli è la pittura che
va verso altra pittura, sempre più dentro.
L'artista sa che lo spazio esterno è ingombro
di cose, ostacoli, segni. Quello interiore, invece,
è grandissimo, si rivela da solo e non resta
che aspettare e disegnare. Dal punto di vista mentale
è la rappresentazione artistica della
matematica dei frattali. O della tecnologia degli
spazi sempre più piccoli in cui si costruiscono
strumenti sempre più complessi.
- Furio Colombo,
1994
Diciamo la verità: se nel mondo della
critica letteraria esistesse un osservatore
così puntuto ed infallibile come Pericoli,
potremmo dirci felici e passare ore meravigliose.
Perché i suoi ritratti sono saggi
penetrantissimi, analisi inesorabili ed
esaurienti.
- Marco Vallora, 1995
Pericoli, insomma, si diverte con l'arte pur
praticandola con severa disciplina, forse anche per
alleggerire un po' la sua idealizzata
professionalità
Nonostante le conquiste
esperienziali, sa ancora emozionarsi e, con
intelligenza creativa, riesce a meravigliare senza
bisogno di sconfinare nei territori più o meno
artificiosi della trasgressione, ma rivisitando il
Museo nella tensione di ridare incanto e mistero al
già visto.
- Luciano Marucci,
1996
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segni che certo
Pericoli ha da tempo infinito introiettato nel suo
lavoro, che stavano già annidati nella sua
matita di disegnatore, e nel suo pennello
d'acquarellista, ma che oggi prendono un'altra vita,
più piena, scritti come sono nella materia che
s'è fatta, nel frattempo, più densa,
più prepotente.
- Fabrizio D'Amico, 2006
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Sono dei meta-viaggi raccontati, magari anche
picareschi e cervantini, che per incantamento han
trovato la tormentosa e laboriosa via della
pittura.
- Marco Vallora,
2006
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- Indirizzo dello
studio di Tullio Pericoli: Corso Concordia, 4 - 20129
Milano e.mail:
clubaut@club.it
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