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- Pasquale
Antonio Monte con questa Opera si è
classificato al 10° posto
al Premio Marguerite Yourcenar
1996
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- Anatema
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- La tua mente
sconvolta correrà nelle
- nebbie dei
ricordi
- invocando i
dolori del passato
- il tuo passo
dolente consumerà sentieri
- d'angoscia
- sulle pietre
limate dal sudore dei redenti
- percorrerai
in silenzio
- ad una ad
una
- le contrade
dell'inferno
- dove la
speranza è muta e l'attesa uno
- sgomento
- il tuo
cammino
- infinito come
la morte e faticoso come
- la
vita
- ti
porterà lontano
- sulle vette
della coscienza
- raccoglierai
i fiori del pensiero
- come l'erba
dell'eterna giovinezza
- nelle viscere
scomposte della mente
- il tuo cuore
straziato dal gelo del
- rimorso
- ritroverà
il tepore nella frusta del
- tormento
- di notte in
notte all'ombra del silenzio
- il tuo
orgoglio di pietra
- sarà
umiliato dalla copula dei venti
- nell'estremo
anelito di vita
- le mani
protese verso il cielo
- ghermiranno
un rigurgito dei tempi
- dove sorpresi
dal tuo lampo di memoria
- i fantasmi
del passato
- evocheranno
lo splendore dell'antica
- giovinezza
- e mille
flauti d'argento
- ti
avvamperanno il cuore con le note più
- struggenti.
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-
- Pasquale
Antonio Monte con questa Opera si è
classificato al 2° posto
al Premio Marguerite Yourcenar
1997
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- Veglia
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- Son tornato
alle veglie notturne,
- come quando
da giovane spiavo la notte raccogliendo i
pensieri.
- Mi trastullo
in antichi timori, con respiro
affannoso,
- e ti guardo
dormire.
- Il tuo corpo
è un porto lontano
- che talvolta
conquisto per un breve riposo
- e riparto a
fatica.
- Il silenzio,
in un contatto discreto,
- è uno
sguardo eloquente che seduce e
confonde.
- Quanto danno
fa la voglia di averti,
- quando rompo
il silenzio e mi guida l'istinto!
- Se dovessi
svegliarti proprio in questo momento
- mi faresti
arrossire e bocciare i pensieri.
- Ogni notte
è un brandello di vita che butto alle
ortiche
- ma stanotte
ho il tuo volto disteso
- che vive nel
segno del mio smarrimento.
- Quante volte
ho vegliato il tuo sonno e ti ho stretto la
mano
- per frenare
il respiro.
- Questa volta
sei troppo lontana perché possa ancora
toccarti
- e rimango a
tremare.
- C'era un
tempo che solo a guardarti il tuo corpo
fremeva,
- trattenendo
un sospiro.
- Se quel tempo
c'è stato davvero
- appartiene ad
un sogno che ho vissuto da solo.
- Ora devo
pensare al futuro
- perché
voglio vivere anche dopo stanotte
- e il tempo
che resta non è più
paziente
- come quando
ero giovane e non lo sapevo.
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