LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Aldo Viviano
- Non è sogno
- L'amore che non avevo sognato
- sei tu oggi
- che abiti tra le capanne del terremoto
- e sorridi alla vita
- ritrovata nella sventura.
- Quante volte ho rimirato vicino
- il tuo volto sereno,
- e di sera le sembianze fatate
- riflesse sull'ombra della parete.
- Ho incontrato il tuo sguardo,
- e mi hai risposto: finalmente.
- La felicità cercata
- non è bellezza né passione,
- ma stupore e tenerezza insieme,
- rinascita tralucente sulle rovine del tempo
- che non indietreggia neanche
- dinanzi alla forza oscura del male
- sospinto dal fremito infinito
- di un suolo inquieto.
- Col lento scorrere delle ore
- rifaremo insieme
- giorno dopo giorno
- il cammino nostro destino.
- Folata
- Ieri il vento dei Defunti al cimitero
- scarmigliava i tuoi capelli corvini
- cresciuti dopo il taglio vanesio
- da me commentato.
- Sembravano corde di liuto
- ondeggianti sul viso disteso
- al momento della comunione.
- Tu con mano pronta a comporli
- quasi li facevi vibrare
- di suono interiore
- canto dell'anima e speranza di vita.
- Novembria
- Quando nel mattino caliginoso,
- dalla finestra che dà nell'orto
- ho visto portare una bara
- e massaia intenta a spalancare
- l'entrata della casa dirimpetto,
- m'è parso di sognare.
- Ho pensato alla morte
- oltre il silenzio di portatori muti
- accorsi ad aiutare.
- Poi ho detto a me stesso
- di avere dubbia allucinazione.
- E sono uscito inquieto
- per dare senso a quella realtà nebbiosa,
- incontro al casolare buio,
- dove lentamente si muoveva donna in pena
- piegata dal triste momento
- dopo la notte senza stelle.
- Assisteva il suo uomo inchiodato dalla malattia,
- e mentre stava per riaccompagnarlo all'ospedale
- lo ha abbracciato per l'ultima volta
- consegnandolo a Dio,
- sola insieme a lui.
Alla Cara Memoria di
Maria Gaetana Ferrara Viviano
17 giugno 1896 - 11 luglio 1977
- Il tuo ricordo
Solo, nel lavoro
- una melodia come sussurro
- risuona al mio orecchio;
- la voce di Mamma
- s'unisce al mio giorno
Capisco, Mamma cullandomi cantava
- le più belle nenie della ninna nanna
- Ora che non c'è
- m'ha lasciato il Suo canto.
Solo, quando l'aria arriva
- col profumo dei fiori,
- al mattino si risveglia
- il pensiero di Mamma.
Capisco, Lei componeva mazzi olezzanti per l'altare
- dove il figlio offre il Sacrificio.
- Ora la preghiera viene
- con l'immagine di Mamma.
Solo, quando dalla finestra della stanza
- guardo lontano
- verso l'azzurro del cielo,
- l'occhio fisso di Lei mi guarda
Capisco, molte volte Mamma,
- strettomi in seno mi mirava:
- ha lasciato il Suo sguardo
- sparso per tutto il Cielo.
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Agg. 03-02-2003