LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
- Angela Fullone - Le mani del tempo 2
- Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 12x17 - pp. 32 - Euro 4,20 - ISBN 88-8356-486-3
Pubblicazione realizzata con il contributo de
IL CLUB degli autori in quanto l'autrice è 2a classificata nel concorso letterario "Comune di Candia Lomellina" 2002
Prefazione
- Le poesie di Angela Fullone rientrano nella "Poesia vera" per la forza che hanno di comunicare forti stati d'animo, ricordi del passato che non si spengono.
- Salgono dal cuore e producono profonde emozioni.
- Il ricordo del padre ha lasciato un'impronta indelebile nel cuore di Angela: "Se solo tu... mi avessi amata un po'... Dal mio pianto oggi spunterebbe un fiore" (Se solo tu). Una stigmate dolorosa, ancora aperta, lenita appena dalla figura materna: "...mi bastava specchiarmi nei tuoi occhi / per vedere la luce che illuminava / tutta la mia vita" (Madre). Una presenza che catalizza gran parte del ricordo.
- La natura nel suo splendore, la terra natia ove affonda le radici e la sua Lomellina, terra d'adozione, culla, dimora; hanno inciso profondamente il suo essere moglie, madre... fulcro della famiglia, donna, regina.
- Al contempo emerge il suo credo vero: "Verrò per dirti grazie / per questa grande luce / che i giorni miei hai... illuminato" (Signore). Fede viva, fonte di speranza che accompagna e sorregge il suo involucro fragile, piccolo fiore, foglia tremula, bisognosa di protezione. "E il cuore... fa cento capriole e mai si quieta..." (Il poeta sognatore).
- Si avverte in Angela il bisogno urgente, immediato di scrivere, la poesia le appartiene, le è figlia, si nutre del suo cordone ombelicale e germoglierà all'infinito.
- Grazie Angela di averti incontrata.
Marilena Forlino Oppizio
Poesie
- Se solo tu
- Oggi come ieri...
- sono i ricordi dolci-amari
- a turbarmi il cuore.
- Oggi come ieri...
- sono tornata
- sulla bianca lapide
- a meditare,
- lasciando scorrere...
- perle di pianto
- sulla terra stanca;
- nella mente un vortice
- di confusi pensieri.
- Se solo tu...
- mi avessi amata un po',
- se solo tu avessi fatto...
- un passo in più
- per capirmi, per capirci.
- È così breve
- il tempo assegnato
- che oggi...
- è goà domani,
- e quando te ne accorgi...
- ogni cosa è corteccia di tempo.
- No, non ci son lacrime - Padre -
- senza gioia, né dolore.
- Oggi come ieri,
- son gocce d'amore - Padre -
- ma non bastano a placare
- il dolore che mi porto dentro.
- Se solo tu...
- mi avessi amata un po'
- dal mio pianto oggi
- spunterebbe un fiore.
- Ci disperse il tempo
- Forse ci sarà un'altra stagione bella da vivere,
- forse torneranno a svolazzar le rondini in tondo.
- Ma ora non odo che violini stonati intessere...
- nuvole grigie sul mio capo.
- Non ci son più le tue mani ad accarezzarmi il volto.
- Il giorno è freddo come una notte d'inverno.
- Non sarò più ninfea che s'apre al mattino
- per la gioia degli occhi,
- ma fragile creatura galleggiante in acque morte.
- Noi cantavamo a due voci la canzone della vita,
- poi... ci disperse il gioco del tempo.
- Ciò che voglio cancellare
- Non cercarmi in quel luogo che sai,
- dove le messi brillano al sole
- e i papaveri son chiazze di sangue,
- dove il singhiozzo di un pianto...
- ha spezzato quel canto della terra natìa.
- Non cercarmi sul letto del fiume
- che sfocia violento nel mare,
- né sull'onda che impazza schiumando
- su scogli a morire;
- potresti udire dalla mia voce un nome...
- che voglio cancellare.
- Il poeta sognatore
- Liberi pensieri scorrono sul foglio bianco,
- e nel pensiero torna, il respiro del tempo.
- È tarda ormai l'ora,
- ma il poeta indugia, per una rima ancora.
- Nel bisogno viscerale del ricordo...
- caparbio cerca... quella voce antica,
- gemma della propria vita.
- Dentro il fuoco dell'aurora, rimaglia la sua trama
- vivendo ogni dettaglio.
- Quell'occhieggiar di primule, nel bosco a primavera,
- la bianca mano tesa,
- alchimie di faville al tramontar del sole.
- Spighe d'oro dentro i suoi capelli.
- E il cuore... fa cento capriole,
- e mai si quieta, il poeta sognatore.
- Canto te mia Lomellina
- Canto te mia Lomellina,
- canto l'amore che sento
- per la terra dei padri,
- canto col cuor contento
- per esserti figlia.
- Tu sei l'albero ed io la foglia
- che di linfa tua si nutre.
- E guardo i tuoi campi
- che son i miei campi,
- le marcite, le risaie,
- l'acqua che abbonda e nutre,
- il sole che scalda e dà vita.
- Pioppeti robusti e belli
- che il cielo pregano
- a braccia alzate
- e il mio cuore si scioglie,
- e l'anima si raccoglie.
- Di musica e canti...
- io mi nutro.
- Sorridono i papaveri
- tra l'oro del grano,
- svolazza la colombella
- di ramo in ramo.
- Passa la donna con le rane,
- l'uomo coi funghi,
- il cacciatore col fagiano.
- Ricca sei mia terra
- di cose, d'amore, d'affetti;
- ed io canto...
- le albe e i tramonti
- che tu serena offri
- a me e alla mia gente.
- Per quanto mi dai...
- ti ringrazio mia terra.
- Madre
- Buia era la casa,
- con le inferriate ruggine
- e le persiane rotte,
- ma mi bastava...
- specchiarmi nei tuoi occhi,
- per veder la luce che illuminava...
- tutta la mia vita.
- Ora quella luce si è spenta,
- su questa terra passeggera,
- e un'ombra scura è scesa
- sulla pagina del cuore.
- Con dolore ripercorro,
- i meandri del passato...
- per ritrovare il tuo sorriso
- goder ancor di una carezza,
- la tua carezza MADRE
- prima della buona notte.
- Signore
- Non indugerò...
- oltre la chiamata,
- dammi solo un attimo
- perché le mie ancelle
- profumino il mio corpo,
- non giungerò a Te sciatta,
- grembiule e calze rotte,
- verrò tutta agghindata
- come si conviene,
- come per l'amore
- al primo appuntamento,
- il cuore in mano,
- l'azzurro dentro gli occhi,
- verrò nell'ora bruna
- quando il mondo dorme
- è il pianto tace,
- verrò per Dirti grazie
- per questa grande luce
- che nel mondo...
- mi ha guidata.
- Non parlare
- Non parlare, quando satura di ricordi...
- canto il dolore che mi proto dentro.
- Non zittirmi con il bacio del momento,
- un buffetto sulla guancia...
- una carezza, un fiore.
- Il richiamo della terra natìa...
- è la voce del sangue,
- la voce dei padri.
- Lascia ch'io scivoli leggera...
- tra uliveti e mandorli in fiore.
- Lasciami riposare per una volta ancora
- al bianco trullo.
- Su note di chitarra e mandolino...
- lasciami sognare.
- Lasciami cullare sull'onda chiara
- del mio azzurro mare.
- Lasciami vogare con la zattera del cuore,
- il ventro tra i capelli,
- un sacco di ricordi... sulle spalle,
- dentro l'Anima.
- Mi dissero
- Leggi Poeta le tue Liriche,
- facci volare come uccelli liberi,
- leggi pensieri ispirati dalla Musa Erato,
- o dalla sorella Clio,
- per una corsa all'indietro a passo di gambero.
- Leggi Poeta i tuoi cieli azzurri,
- narraci di stelle sbarazzine,
- di pertugi, dimore di bianche colombe.
- Portaci per i prati fioriti della fantasia,
- dove sbocciano fiori di sole su lastre di ghiaccio.
- Inventaci arcobalenie, specchi di giovinezza.
- Grati ti saremo Poeta, per averci ingannati...
- con dolcezza.
- Come ostrica vivo
- Come ostrica,
- dalle valve chiuse
- vivo l'attesa del nulla.
- Da sonnambula
- affondo e riemergo
- dai cocci del presente,
- mentre lacrime di pensiero
- impetuose sgorgano.
- Da mano incerta,
- fiumi di lettere nere
- divorano fogli bianchi
- denudano l'anima.
- Schegge appuntite,
- feriscono il cuore.
- Nel silenzio tombale
- allargo le braccia,
- per un filo di sole
- che dall'ostrica (io)
- sempre più s'allontana.
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Ins. 26-05-2003