- Le misure dei
grandi
-
- Liberamente,
ad un cenno,
- potrai
sorridere (o piangere un po')
- e
liberamente con sicuro senno
- sceglieranno
i tuoi sì e i loro no.
-
- Così,
nell'ora d'aria
- saranno
catene i soliti ponti
- e futili re
di paglia
- si
presenteranno in incontri
- per
pareggiare piatti,
- dove il
pesato,
- a conti
fatti,
- pende
sempre dall'ago truccato.
-
- Liberamente
passeranno le stagioni
- senza,
naturalmente,
- gettare
alcun oggetto dal finestrino
- e
liberamente il destino
- avrà
scelto di non fare
- nemmeno una
corsa sul prato,
- di sporcare
il vestitino, di gettare
- le scarpe
nel fossato.
-
- Perché
un bambino
- è
meglio di un nano,
- ma deve
rispettare, com'è strano,
- le misure
dei grandi,
- che essendo
più alti e più
santi,
- son certo
più vicini all'Assoluto.
-
- Ma arriva
il tempo di rendere l'avuto
- e
rileggendo i verbali della vita
- non vi
sarà riportato
- nemmeno il
piacere frustrato
- di una
pallina di mollica,
- modellata
con due dita
- e lanciata
nell'occhio
- del solito
imbonitore.
-
- Così,
mentre il cuore
- cerca
libertà in spazi
obbligati,
- la vita
inutilmente aspetta
- che si
modelli la fetta
- di quel
tozzo di pane
- e si liberi
con due dita
- l'anima
candida
- di una
pallina di mollica.
-
-
-
-
- Dietro l'angolo
celato dal rovo
-
- Dietro
l'angolo celato dal rovo
- ancorato al
sassoso viottolo,
- profonde
rughe arricciano
- l'antica
maschera.
- Lo sguardo
ripercorre
- quel lieve,
religioso passo
- che ora,
pesantemente,
- a fatica
accompagna
- l'irriguardoso
passare degli anni.
-
- La mano
tremante
- inchioda sul
petto
- il segno di
Dio,
- mentre nude
labbra
- pigolano
l'eterna preghiera.
-
- Lacrime
implorano
- un perdono
lontano.
- La Madonna
sorride
- asciugandosi
gli occhi.
-
- Sulla via la
musica
- è
festa ai bambini.
-
-
-
- Ricordo
-
- Ricordo la prima
volta
- in cui i miei
occhi
- trovarono sulla
soglia il tuo sguardo.
-
- Adesso
perché chiudi la porta?
-
-
- La mia
scatoletta
-
- Oggi
- ti ho
spezzettata
- triturata
- sbriciolata
- sminuzzata
- fino a
ridurti
- a polvere
finissima.
- Poi
- delicatamente
- con la mano
larga
- senza perdere un
solo granellino
- ti ho
deposta
- nella mia
scatoletta.
- Lì ti
terrò
- fino a
domani
- quando,
pazientemente,
- ti
rimetterò insieme
- atomo per
atomo
- briciola per
briciola.
- Ti
accarezzerò il viso
- ti bacerò
le mani
- e poi
ritornerò
- a
sbriciolarti
- sminuzzarti...
-
-
- Il tuo
giardino
-
- Quando
- le mie
labbra
- lentamente
scendono
- verso il
fiore
- del tuo
più intimo
- giardino,
- non ti sentire
sola.
-
- La mia
anima
- è con
te,
- e le tue
carezze
- e il tuo respiro
profondo
- le
diranno
- che tu sei
felice.
-
- Allora
- le mie
labbra
- avranno il
coraggio
- di
risalire
- e di unirsi
ancora
- alle
tue
- guardandoti
negli occhi.
-
-
-
- È una linea
bianca
-
- È una
linea bianca
- il confine tra
la gloria
- e l'impietrito
sguardo.
-
- L'universo di un
calciatore
- ha misure
rettangolari
- e incroci di
ferro:
- in quegli spazi
Vittoria
- consuma il suo
rito.
-
- Ma quale
dio
- può
modificare
- l'irreversibile
traiettoria
- principio
dell'inno di lode
- o dell'empia
bestemmia?
-
- Un'intera
vita
- ha solo 90
istanti
- per innalzare al
cielo
- l'umana
piramide
- e lo schiavo
erigere
- la babelica
torre.
-
- Dopodomani
l'immortalità
- sarà
carta da pacchi al mercatino
dell'usato.
-
- Ma nel cuore il
grido
- del fraterno
grappolo.
-
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