LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Domenico Bisio
Ha pubblicato il libro
Domenico Bisio - Riconosco il Tempo
 
 
 
 
 
 
 
Collana Le schegge d'oro (i libri dei premi) 14x20,5 - pp. 32 - Euro 5,70 - ISBN 88-8356-571-1

Pubblicazione realizzata con il contributo de

IL CLUB degli autori in quanto l'autore è

1° classificato nel concorso letterario "F. Moro- Sartirana Lomellina" 2001

Prefazione
Poesie

Prefazione
"Nessuno veramente sa cosa sia, intero, un poeta. Un grande sapiente o veggente o soltanto un ladro di lumi, di vite clandestine vissute nel silenzio dei giorni tutti uguali". Penetrante questo passo di Dario Bellezza, un poeta romano che se n'è andato troppo presto, a 52 anni. E questo ci è accaduto di pensare leggendo Domenico Bisio ed esaminando, per quanto possibile, la sua attività poliedrica, quella trascorsa e la presente.
Autore di molti testi teatrali in dialetto piemontese ed in lingua di indubbio successo, se consideriamo il numero delle rappresentazioni (246) fin dall'esordio del 1975, Domenico sembra oscillare spiritualmente fra Teatro e Poesia. In questa lo vediamo mietere successi con premi e concorsi che si rincorrono dal 1991 al 2002. Né si può ignorare che, nel 1997, consegue riconoscimenti particolarmente ambiti con la pubblicazione di Ombri, una raccolta di poesie dialettali che recano la probante prefazione di Mauro Ferrari, un critico giovane che sa quel che dice.
Abbiamo sotto gli occhi un fresco florilegio di liriche unite insieme da un titolo espressivo: Riconosco il Tempo. Le abbiamo lette frettolosamente una prima volta; adesso cerchiamo di riviverle dentro di noi. E di comprenderle insieme al loro autore. Ma si può comprendere interamente un poeta? Spesso l'unica via per evadere da questo mondo di "follia" è proprio la parola scritta. Con la magia del linguaggio può accadere che essa divenga codice insuperabile di trasmissione delle nostre emozioni.
Nella raccolta, bella e toccante la prima lirica Ancora una volta, in cui ritorna il tema del padre, in una commozione contenuta. Amara, nella sua aderenza alla realtà di ogni tempo, Carne in scatola, che i giovani, tutti, dovrebbero leggere e, possibilmente, meditare. Sintesi fugace e penetrante Orba 1993, dove la brevità del testo (sette righe) traduce con dolce efficacia il primo incontro d'amore.
Struggenti richiami saffici suggerisce Come un fiore tu, senza che, peraltro, l'autore si lasci prendere dal tema allettante dai mille sottintesi. Di non facile comprensione si manifesta, invece, Alchimia, una lirica certo gradita a nuove forme ermetiche. Mentre un'eco legata ad Umberto Saba ci par di avvertire nei versi È una linea bianca, dai contorni realistici appena sfumati.
Ed ancora a Saffo di Mitilene vien fatto di pensare leggendo In punta di piedi, dal linguaggio etereo che le si addice. Con l'ultima lirica Non ancora è l'ombra, in cui si rivede il tema portante del titolo, ci troviamo come di fronte ad un testamento spirituale ricco di silenziose promesse.
La fluidità e la sicurezza sono le conquiste di un Domenico Bisio maturato soprattutto nella forma; l'ispirazione ci sembra non essere mai venuta meno. Domenico sa cosa scrive e perché scrive, mentre arricchisce la propria sensibilità, facendo cauto tesoro anche delle esperienze degli altri.
E se non verrà troppo distratto dalla miriade di impegni, non dubitiamo che farà parlare ancora molto di sé.
 
Enrico Mazzoni
Presidente Centro Studi in Novitate - Novi Ligure

 
Riconosco il Tempo

Ancora una volta
 
Non addormentarti, papà,
non addormentarti.
 
Raccontami ancora una volta
la fiaba della Principessa
dai rossi capelli
che nel nostro boschetto
raccoglieva fiori
per il bambino
che era nel tuo cuore.
 
Adesso che quel bambino
è venuto grande
e le sue mani accarezzano
i riccioli di quei capelli,
tu vuoi addormentarti.
 
Non addormentarti, papà,
non addormentarti.
 
Senza il vecchio saggio
una fiaba
non è poesia.
 

Lascio al vate
 
No. Non è un occaso pieno di voli.
Il disco rosso è quello di ieri
e quel gabbiano a filo d'acqua
che altro dire se non solitario.
 
Il mare è blu. Come quello sul calendario
impiccato al muro degli uffici.
Non ho in mente filosofici pensieri,
tanto meno rimembranze di uomini soli.
 
Non è un occaso pieno di voli.
È un tramonto. Come quello di domani.
Alla natura non ho pagato supplementi
per godere di spettacoli particolari.
 
L'erba è verde. Al pari
di quella del mio podere.
Lascio al vate gli assoluti vani,
le sue piaghe, i suoi dolori.
 
Non è un occaso pieno di voli.
È un tramonto agli altri uguale.
Meno male. Così non v'è intorno poeta
a menar canto di melanconia,
di tristezza, di gioventù che fugge via.
 
Oggi non c'è poesia.
 
Finalmente un tramonto normale.
Un tramonto in cui
non c'è niente da vedere.
 
Non c'è niente a cui pensare.
 
Chiudo gli occhi.
Non ci sono rime da baciare,
ma le labbra di chi
ha già socchiuso i suoi.
 
In questo occaso voleremo noi.

Ricordo
 
Ricordo la prima volta
in cui i miei occhi
trovarono sulla soglia il tuo sguardo.
 
Adesso perché chiudi la porta?

Come pettine dismesso
 
Come i radi denti
del pettine dismesso
ogni giorno lascio
sempre più spazi
alle pieghe delle tue malinconie
e nodi d'amore
non so più allentare
all'energico ripassare degli anni.
 
È giunto il tempo
di togliermi parrucche
che ricoprono sparuti giochi
di doppie punte
e a capo scoperto
riconoscermi nella debole peluria.
 
Non ti sia così grave
allontanare la schiavitù
di costringermi a subire
una perfezione
che non è più mia.

Aureola d'acciaio
 
(Canzone di un condannato a morte)
 
Sulla sedia per arrivare
a toccare il cielo fino a Dio,
come a un bimbo hai preparato
la mia strada del futuro.
Da domani ti vedrò
come fossi mio fratello,
da domani tu sarai
veramente mio fratello.
 
Tu che hai collegato il filo
della corda fino al cielo,
tu che sul capo mio hai posto
la mia aureola d'acciaio,
che ai polsi hai legato
le mie stigmate di Dio,
da domani tu sarai
veramente mio fratello.
 
Tu che giudichi il mio corpo
tu non mi fai paura,
hai ragione, la mia mano
sa di polvere da sparo,
ma chi giudica il mio cuore
sente il profumo della rosa.
 
Domani il cordone
ombelicale della vita
taglierai con le tue dita
per togliermi il fastidio
di questo numero sul petto.
 
Ti ringrazio, maledetto,
ti perdono, boia mio,
io ti aspetto, fratello mio.
 

Uomo
 
Hai voluto
che incidessi tabelline
nella mia mente.
 
Ma non mi
avevi parlato
di numeri
incisi
su polsi
di altri uomini...

Carne in scatola
 
Granate saturano
atomi vacui
di schegge sanguinanti.
Lapilli d'acciaio
stracciano lacerti
ad abbrutite larve.
Colpi alla nuca
ramazzano casolari
per pulizie etniche.
Dietro scudi umani
si riparano corpi
di delirante fanatismo.
Tra poco
motoscafi porteranno
scheletri di carne
che non valgono
la putrida carcassa
del manzo divorato
dai neri uccelli.
.........
Dalla finestra
la gazza
ruba al bosco
rametti d'acacia.
Tra poco
nel complice nido
la specie esaudirà
istinti primordiali.
 
.........
Nel campo di battaglia
i fucili sono
sciarpe al vento.
Inni al cielo
gridano pretese
di vittoria.
Tra poco
guerrieri in mutante
ecciteranno (o demoliranno)
il mio tessuto muscolare.
Intanto
un preciso colpo di mano
mette fine
al fastidioso ronzio.
Anche la mia pace
vuole le sue vittime.
.........
Tra poco
soddisferò con lei
il nostro intimo
desiderio di carne.
Dopo la pubblicità.
 
P.S. Domani sarà
la stessa noiosa
stupida guerra.
Alla stessa identica
ora della finale.

Il viandante sperduto
 
Il viandante sperduto
che chiede il passo del suo cercare
non s'accorge
che il mio saluto
non è rivolto al suo avvenire,
ma all'arenile,
dove il sole scalda
due occhi di mare
e il vento intreccia
rossi coralli su seni audaci.
 
Così, mentre lui sale
il ripido monte,
io scendo a cercare
delicati ricordi.
 
Fra poco lo scoglio
sarà ricco di baci.

Dopo
 
Grazie
per esserti rifatta
il trucco
davanti a me.


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Ins. 29-10-2003