LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Fabrizio Orlandi
Ha pubblicato il libro
Fabrizio Orlandi - Profondità in superficie


 
 
 
 
 
 
 
 
 
Collana I gigli (poesia) 12x17 - pp. 44 - Euro 4,70 - ISBN 88-8356-766-8
 
Prefazione
Poesie
 

Prefazione
L'agave non sa di Gianni Fassina è una breve raccolta di poesie che fanno della loro sinteticità, pochi versi per ogni componimento, la loro forza d'impatto. La volontà è quella di fissare, in modo immediato e fedele, le immagini che vengono alla mente, di creare cadenze che esprimano in poche parole un travaglio, un amore, una inutile attesa.
Ecco allora il tono perentorio di alcuni versi pescatori alzano reti/sembrano apostoli o ancora voglia d'autunno/in questo meriggio/di fine estate fino alla poesia che offre il titolo all'intera raccolta l'agave non sa/che fiorire/vuol dire morire.
Le vuote conchiglie nascondono chissà cosa e tutto si sviluppa in una sorta di arabeschi magici assiduamente ricercati in questa nostra vita sempre sospesa in una bolla incantata: gli sguardi sono quelli di donne e uomini estranei, dispersi in giornate impastate di nebbia, i profumi dell'esistenza son quelli di fiori sconosciuti, le emozioni quasi impalpabili, i pensieri dispersi in atmosfere rarefatte, in mattinate fatte di niente, assediati dalla noia.
Amara illusione è allora pensare di rivivere le dolci giornate primaverili dovendo fare i conti con l'eterno gioco del tempo che rende polverose le strade, sgretolando ogni sicurezza, spegnendo i ricordi in tramonti grigi di pioggia fino a dire il mio destino è il buio della notte.
Dolente e disincantato, il poeta percorre le vie deserte, e nella sua condizione c'è tutta l'intensità del suo sentire: l'attesa d'un cambiamento, l'aspettativa di rinnovati infuocati pensieri, di nuove forme di un'esistenza.
La vita è come un campo arato di fresco dal quale affiorano i reperti preziosi da custodire per il domani perchè ora egli vive come una lepre inseguita/ che non ha tempo/di godere le bellezze ed è un solitario naufrago rannicchiato sotto una coperta di sabbia.
Siamo al cospetto di un mondo dove regnano l'inutile attesa, l'incanto nella propria immaginazione, l'attuale triste e malinconica realtà: tutto fa smarrire in una immobilità che diventa visione dilatata, fredda constatazione dell'umano vivere in un miscuglio di visionarietà, di suggestioni poetiche e di inquietanti paesaggi dell'anima. I versi di Gianni Fassina seguono queste urgenze di chiarificazione interiore e, come uomo silente e naufrago moderno, sente il bisogno di rivedere orizzonti infuocati, di ritrovare un nuovo spazio poetico per riversarvi ritrovate emozioni e farvi confluire ciò che merita di continuare ad esistere.
 

Massimo Barile  


 

Profondità in superficie
Cose importanti
 
Ci sono cose importanti
che nel corso degli anni
lavorano duro per tenere
due persone unite e complici,
 
una di queste è che io
continui a lasciare le
mie scarpe all'ingresso del bagno,
 
un'altra è che tu non
perda mai la pazienza
di rimettere ogni cosa
al proprio posto.

 
Quello che è importante
 
Non ho mai ritenuto
importante il novanta
per cento delle cose,
ho sempre cercato
nel restante dieci
il cento per cento
della soddisfazione,
ho lasciato agli altri l'uso
esclusivo del palcoscenico e
alla prima occasione
sono scappato via
senza salutare nessuno.
 
Mi hanno sempre affascinato le
profondità in superficie dei laghi
 
e alla stessa maniera la superficie
in profondità dei castelli,
 
il tuo viso mi rasserena
e mi allenta le ossa perché è una porta
con la scritta "uscita d'emergenza".
 
Ho spurgato ore di giorni
mediocri e le ho riempite con
la poesia all'acne di bukowski,
ho passeggiato nel
cimitero di spoon river
ascoltando stupefatto
confessioni e verità,
mi sono configurato
in un solo respiro leggendo
con l'olfatto del cervello
l'essenzialità di carver.
 
Ho sempre ritenuto
importante il dieci
per cento delle cose,
nel restante novanta
ho solo cercato
svaghi e passatempi,
ho finto stupore tastando
i muscoli falsi di amicizie
siringate e dopate,
ho tolto la mascherina
alla mia faccia segreta
e mi sono lavorato in disparte
impulsi e oscenità
trasgressioni
e divieti da oltraggiare.

 
Viceversa
 
Iniziò
uscendo
dalla porta e
saltando
di fretta
sulle scale fino
in strada,
lei gli aveva
confidato
con tranquillità,
nell'interruzione
pubblicitaria di
una manifestazione
televisiva
per la raccolta
di offerte per
i terremotati,
lei gli aveva
confidato
dicevo
la realtà
delle cose.
 
Finì
uscendo da
quella casa
dove non
sarebbe più
tornato
neanche
a guardarla
dall'asfalto
o a forarla
con lo
squillo
del telefono.
 
Iniziò
come
spesso certe
questioni
all'improvviso
prendono
una svolta,
finì nella
pausa di
un qualcosa
in cui ci
possono stare
interi anni.
 
Inizio e fine,
fine e inizio,
non possiamo
stabilire
un ordine
reale
ma
dobbiamo
abituarci
ad accettare
che qualsiasi
evento
è fuori
e dentro
loro
e
viceversa.

 
Luci di natale
 
Non è ancora
mezzogiorno,
c'è gente in
ogni parte,
in strada,
alla finestra,
su terrazzi,
sul campo di gioco
dei bambini.
 
Sirene
lampeggianti
la croce dell'ambulanza
hanno chiuso la strada.
C'è chi ha visto,
chi vuole vedere e chi
ancora non capisce.
 
Non è ancora
mezzogiorno,
è caduto giù
un lampione
e con lui l'uomo
sulla scala che
toglieva le
luci di natale.

 
Estate
 
Le strade asciutte si sono
riempite di altra gente,
oltre ai cassonetti dei
rifiuti confinati da strisce
gialle in terra ora si deve
respirare anche l'odore
spiacevole delle ascelle.
 
Un cane attraversa la
strada.
 
Con la stessa disinvoltura
pare che nessuno si è
preoccupato di mandare
qualcuno a tamponare la
perdita di acqua,
ormai sono sei giorni
e continua indisturbata.
 
L'estate è così, è una
palla lasciata da una
parte in giardino,
 
ogni tanto il cane ci passa
vicino e ci piscia sopra.

 
Regalo
 
Questi sono
i miei fiori,
prima che li
vedrai morire
sopra un tavolo
cerca se puoi
di ringraziarmi
nel modo che
credi migliore
e fa che quando
cominceranno
a incurvarsi
possano leggere
di riflesso
nei tuoi occhi
qualcosa
di straordinario.

 
Stanotte
 
Stanotte il buio
sta riempiendo
ogni spazio
col suo odore.
Al telegiornale
hanno detto
che la solitudine
ha mani omicide
e può strangolarti
nella tua stessa casa.
Seduto in un bar
fuori città
i discorsi si allontanano
indispettiti e offesi
mentre penso a me stesso
e all'importanza
delle parole,
scusa se non ti
ho chiamato ma anche
l'ipocrisia ha i suoi
metodi per uccidere
ed io preferisco
non esserne complice.

 
Fiori
 
La signora esce dalla macchina,
è una bella donna vestita elegantemente,
il rosso dei suoi capelli è un colpo di tosse
che si stacca dal resto del corpo.
Apre la porta posteriore e prende
un mazzo di fiori, legge il bigliettino
e si avvicina al portone.
 
La ragazza vicino alla finestra
si sente comoda nelle sue pantofole,
dall'alto la vista scendere e incuriosita
a seguito i suoi movimenti escludendo
ogni altra cosa dallo sguardo,
poi per gioco prova a immaginare
che i fiori siano per lei:
 
Brivido che elettrizza il corpo,
ci si sente vivi quando
ci si sente negli occhi degli altri.
L'emozione non ha contorni
su cui fare presa e ti muove
come una lampadina accesa
in lunghi corridoi e stanze
dove d'improvviso ritroviamo
ogni cosa e dove certe parole
udite o scritte possono ridarti
alla vita con nuovi lineamenti
ed espressioni.
 
La signora consegnata la merce
ritorna alla sua macchina,
sembra avere più fretta,
da una tasca tira fuori un paio
di occhiali scuri che indossa,
prima di salire si tira su la
gonna e alza la testa,
forse per cogliere un particolare
che si sente sfuggire.
 
La ragazza rimane alla finestra
a correggere le bozze
dei suoi ultimi pensieri,
osserva fuori per pochi secondi
il cane che corre veloce
intorno al suo padrone, quindi
accenna a muoversi ma ci ripensa,
il sogno diventa aria e appanna il vetro,
rimane la verità che vista di profilo è
il suo seno ferito da un fiore velenoso.

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Ins. 27-09-2004